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D Piovono critiche sulla riforma della sanità Toscana

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t r i b u n a

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXII numero 3 - Aprile 2015 17

D

al 1° gennaio 2016, grazie alla riforma sanitaria regio- nale da poco varata, le aziende sanitarie Toscane da 12 di- venteranno 3, una per ciascuna area vasta (Centro, Nord-Ovest e Sud-Est) e saranno la sede di attua- zione della programmazione strate- gica regionale.

Secondo quanto dichiarato da Luigi Marroni, Assessore al Diritto alla Salute, la legge di riordino della sa- nità ha goduto di un’ampia e parte- cipata fase di ascolto e confronto, in cui sono stati coinvolti i professioni- sti, i cittadini, le associazioni. Ma considerando la protesta e il dissen- so che si è levato contro questa ri- forma, forse l’ascolto è stato un po’

deficitario. Sotto il mirino c’è in pri- mis l’accentramento della program- mazione nelle mani di tre super manager di area vasta e una catena di comando troppo corta. Non si tratterebbe di una riforma strategi- ca, ma di aggiustamenti per gestire lo status quo, assunto come status ineludibile, in un ottica di puro effi- cientismo economico-finanziario.

In altre parole, il riordino della sanità Toscana minerebbe le fondamenta di un sistema sanitario regionale giudicato tra i migliori in Italia in nome di una sbandierata efficienza e qualità dei servizi.

A pensarla così Gavino Macciocco, già medico di famiglia e ora Docen- te di Politica Sanitaria presso il Di- partimento di Sanità Pubblica del- l’Università di Firenze Edoardo Manzoni. Scrive il professore sul sito www.saluteinternazionale.it:

“Una radicale riforma, fatta in ma- niera frettolosa e superficiale, sen- za alcun effettivo coinvolgimento degli attori interessati, dai sindaci ai professionisti, alle autorità accade- miche. Di qui la dura opposizione dei rettori delle tre università tosca- ne e di alcuni sindacati medici. Di qui lo sconcerto e la demotivazione degli operatori sanitari. Eppure si procede spediti”.

Parola d’ordine: razionalizzare

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L’obiettivo strategico della riforma, dichiarato dalla Giunta Regionale, è quello di “Evitare duplicazioni, sprechi di risorse, volumi di attività inadegua- ti, insufficiente utilizzo delle tecnolo- gie”. Più che un intento sembrerebbe un’ammissione di colpa: “A ben ve- dere - sottolinea Maciocco - si tratta di una clamorosa, seppur involonta- ria, ammissione di inerzia e di impo- tenza del governo della sanità regio- nale degli ultimi dieci anni (con Rossi, prima assessore alla sanità, poi pre- sidente della Regione) dato che dal 2005 (legge regionale n. 40) erano stati istituiti i Comitati di area vasta che avevano il compito di attuare la programmazione interaziendale di area vasta con lo scopo, appunto, di eliminare duplicazioni, inefficienze e sprechi. La programmazione di area vasta non è mai decollata perché è mancato un robusto sistema di pro- grammazione regionale, un monito- raggio assiduo e puntuale dei pro- cessi produttivi, la capacità d’interve- nire tempestivamente nei momenti di crisi e nelle aree di debolezza.

Funzioni e operazioni che richiedono all’interno dell’assessorato alla sanità la presenza di una struttura tecnica solida, competente e autorevole, di cui da anni si sono perse le tracce”.

Piovono critiche sulla riforma della sanità Toscana

La contestazione maggiore riguarda l’accorpamento delle Asl che da 12 diventano 3.

Per molti l’attuale riordino della sanità è destabilizzante e mina al cuore un sistema sanitario

regionale giudicato tra i migliori, in nome di una sbandierata efficienza e qualità dei servizi

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