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L ’emergenza Covid-19 ha evi- denziato l’importanza dell’in- tegrazione ospedale-territo- rio, anche in ambito oncologico.

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m a n a g e m e n t

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVIII numero 2 - 2021 n 33

L

emergenza Covid-19 ha evi- denziato l’importanza dell’in- tegrazione ospedale-territo- rio, anche in ambito oncologico.

Oggi il tumore è sempre più una pa- tologia cronica: in Italia vivono più 3 milioni e 600mila cittadini dopo la diagnosi di tumore. Circa il 30%, ol- tre un milione di persone, potrebbe essere seguito sul territorio, in par- ticolare, almeno il 20% dei casi di cancro del polmone, il 30% di quelli del colon-retto e più del 50% della mammella potrebbero essere ge- stiti al di fuori degli ospedali.

È su queste basi e per promuovere un cambiamento profondo dell’assi- stenza ai pazienti oncologici che è nata “Fondazione Periplo”, evolu- zione di Periplo, associazione for- mata da clinici che svolgono un ruo- lo di riferimento nelle reti oncologi- che regionali di appartenenza.

þSinergia specialista-Mmg Serve dunque un cambio di passo per istituire l’oncologia del territo- rio. “La pandemia - spiega Gianni Amunni, Presidente Associazione Periplo e Direttore Generale Istituto per lo studio, la prevenzione e la re- te oncologica (ISPRO) - ha attivato modelli emergenziali sperimentali di presa in carico del paziente onco- logico a distanza e a livello territo- riale o domiciliare, con discreta effi- cacia delle prestazioni, anche in as-

senza di chiari modelli organizzativi.

Il progetto SMART vuole ridisegna- re il paradigma dell’assistenza on- cologica, superando i muri tra le istituzioni sanitarie e promovendo competenze adeguate sul territorio.

Il punto di partenza è definire quanta parte del percorso oncologico possa esservi svolta. La storia naturale del paziente oncologico è caratterizzata da brevi fasi ospedaliere ben struttu- rate e da lunghi periodi territoriali o domiciliari con bisogni che non trova- no risposte altrettanto organizzate.

Alcuni trattamenti, di medio e basso impegno assistenziale, possono es- sere eseguiti al domicilio del pazien- te sotto controllo specialistico in si- nergia con il medico di famiglia. Inol- tre una quota crescente di pazienti che assumono terapie orali continua- tive può, sotto controllo specialisti- co, essere gestita da nuove figure come gli oncologi territoriali ambula- toriali. Anche il follow-up si configura come un esempio di medicina di ini- ziativa da affidare all’esterno dell’o- spedale. Deve essere prevista una cartella clinica informatizzata unica (ospedale e territorio), alimentata da tutti i professionisti coinvolti nelle di- verse fasi del percorso”.

þAppropriatezza

del percorso assistenziale I passi in avanti in oncologia sono determinati non solo dal singolo far-

maco, ma anche dall’appropriatezza di un percorso assistenziale com- plesso, che va dalla diagnosi preco- ce, alla corretta stadiazione, all’in- tervento chirurgico, all’analisi anato- mo-patologica e molecolare, fino alla scelta appropriata delle terapie e al follow-up. In questo contesto si inseriscono i progetti Re.Mi e MAP.

“Re.Mi definisce i requisiti minimi del PDTA dei carcinomi di mammel- la e polmone - afferma Valentina Guarneri, ordinario di Oncologia Medica all’Università di Padova. Lo scopo è condividere e uniformare a livello nazionale i requisiti minimi del PDTA. Particolare attenzione è rivolta al rispetto dei tempi. Ad esempio, nel tumore della mam- mella, l’esito dell’analisi anatomo- patologica deve essere disponibile entro 20 giorni. Dopo la conferma istologica, il caso viene discusso in ambito multidisciplinare, dove è in- dicata la strategia terapeutica. Per il percorso chirurgico, l’intervento de- ve essere eseguito entro 30 giorni da quando è posta l’indicazione e la terapia medica adiuvante va iniziata entro 8 settimane dall’intervento.

Sappiamo che il ritardo può com- promettere l’efficacia della migliore terapia mirata”. Per il tumore del polmone l’’esito della diagnosi ana- tomo-patologica deve essere di- sponibile entro 10 giorni e l’inter- vento va eseguito entro 30 giorni.

La storia del paziente oncologico è caratterizzata da brevi fasi ospedaliere e da lunghi periodi domiciliari. Serve un cambio di passo per istituire l’oncologia del territorio: il 30% dei pazienti

potrebbe essere seguito a domicilio per le terapie orali e per il follow-up

Integrazione ospedale-territorio

in ambito oncologico

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