LA LETTERA INTEGRALE DI PINA ONOTRI, SEGRETARIO GENERALE SMI
Gentile dottor Pomo,
abbiamo ricevuto ieri le anticipazioni di un parere giuridico, redatto dai professori di Istituzioni di diritto Pubblico, Carlo Colapietro e Antonio Iannuzzi, dell'Università degli studi di Roma Tre, che conferma le nostre preoccupazioni in merito ai diversi profili di illegittimità dell'Atto di indirizzo emanato dal comitato di settore della Conferenza delle Regioni. Un documento che, come Lei ben sa, prevede tra gli altri aspetti, che l’ACN per la medicina generale limiti la continuità assistenziale (guardia medica) sino alle ore 24,00
(cosiddetto modello H16), smistando gli interventi dalle ore 24,00 alle ore 8,00 al 118, organizzazione territoriale dell’emergenza sanitaria.
Vogliamo ancora una volta sottolineare come l'Atto di indirizzo discenda dal Patto per la salute che, a sua volta, è inquadrato all’interno della cornice giuridica de leggi nazionali e regionali. Intanto, la legge
cosiddetta "Balduzzi" che, come tutte le precedenti (d.lgs.vo 502/92 e successive modifiche e integrazioni), stabilisce come l’ACN per la medicina generale debba assicurare la continuità assistenziale H24. Ebbene, il Patto per la salute vigente nel rispetto delle superiori norme non solo prevede percorsi distinti e paralleli per l’urgenza medica e l’emergenza (articolo 5 punto 12 e 13 pagina 15), ma addirittura ne implementa l’organizzazione e l’integrazione, con l’istituzione del numero unico per le urgenze (116.117) e la
riorganizzazione più efficiente del 118 in ragione dei progressi della diagnostica a distanza (telemedicina).
L’uno e l’altro servizio svolgono funzioni completamente diverse, pur integrabili in ragione del possibile ricorso al 118 per interventi che appaiano urgenti e che in un secondo momento acquisiscono carattere emergenziale. Analogamente il 118 potrebbe essere allertato per interventi che sembrando
soggettivamente di emergenza, rivelano invece il carattere dell’urgenza o dell’urgenza differibile.
Ebbene, come si evince dalle anticipazioni del parere, questo Atto di indirizzo tende, surrettiziamente, invece, a modificare strutturalmente l’organizzazione dei sottosistemi rispettivamente dell’emergenza e dell’urgenza (addirittura unificandoli dalle ore 24,00 alle ore 8,00) senza avere alcuna potestà normativa in merito, secondo le norme sopra richiamate. Ancor meno questa potestà è in capo all’ACN che invece disciplina il rapporto di lavoro con i medici di famiglia, non già la chiusura o il ridimensionamento delle guardie mediche, tanto meno l’organizzazione dell’emergenza territoriale.
In virtù di questo parere e alla luce delle novità emerse nella riunione di ieri, chiediamo quindi che la Sisac si faccia portavoce con il Comitato di Settore della Conferenza delle Regioni, affinché si intervenga con le necessarie modifiche sull'Atto di indirizzo, per evitare che si approvi un Accordo Collettivo Nazionale illegittimo e quindi, sicuramente, oggetto di ricorsi futuri in sede giurisdizionale.
Cogliamo anche l'occasione per ribadire la nostra disponibilità a proseguire a partecipare a dei tavoli tecnici, al fine di riformulare, in modo condiviso, una nuova bozza di Convenzione, che anche sulla base della futura legge di stabilità abbia anche una adeguata previsione di risorse, ora assente. Ricordiamo in tal senso, che siamo in attesa di un ulteriore parere giuridico sulle ricadute della sentenza della Corte
costituzionale che ha ritenuto illegittimo il blocco dei contratti e quello retributivo. È nostra convinzione
che non vi possa essere un rinnovo ad isorisorse e che questa impostazione è da applicare anche ai medici
convenzionati.
Infine, con la presente, ribadiamo per garantire la trasparenza, il nostro no a tavoli separati e rinnoviamo la nostra richiesta, già avanzata ieri, di consentire la trasmissione in streaming delle trattative, ma anche di ricevere e poter divulgare i verbali e le registrazioni dei precedenti incontri. Informare è un dovere con i nostri iscritti e con i medici italiani, per evitare trasformismi ma anche che il confronto sindacale assuma toni non all'altezza delle nostre responsabilità.
Giuseppina Onotri Segreteria generale Smi