ITINERARIO BIOGRAFICO-SPIRITUALE
Maria Esther POSADA
P resen tare l ’esperienza sp iritu ale a m odo di « itin e rario » è una form a nota a tu tta la tradizione c ristia n a .1
T ale esperienza, in fa tti, non può essere stu d iata in astratto , ma in concreto, non solo « n e ll’ordine statico d elle essenze, m a n e ll’ordine dinam ico d e ll’agire e, q u in d i, n el suo sviluppo p ro gressivo , d al m o
m ento in cui il soggetto um ano in izia il suo cam m ino verso D io, fino al m om ento in cui ne raggiun ge effettiv am ente il term in e, rispondendo con pienezza in te g rale a ll’in vito d el m essaggio d iv in o con una v ita v e ram ente santa » .2
L ’itin e rario che l ’uomo in trap ren d e com e risp o sta sem pre p iù co
sciente e im p egn ativa ad una specifica ch iam ata di Dio assum e form e m oltep lici. T ali form e, sem pre rispondenti ad una logica d iv in a , sono anche risp o nd en ti ai d ati che riguardano ogni uomo n ella sua concretezza di n atu ra, di spazio e d i tem po.
O gni itin erario ha perciò una sua tip ica dinam ica in tern a deriv an te d a ll’azione d i Dio n ella storia d ella sin go la persona. Si tra tta , cioè, dello svilu ppo d e lla v ita teologale vissuto in modo o rigin ale e irrep etib ile da p arte d ella creatu ra um ana.
L ’itin erario sto rico -sp iritu ale d i M aria D om enica M azzarello si p re
senta breve (44 an n i), privo di u n a vicenda storica appariscente, realiz
zato nel contesto caratteristico d i un am biente ru rale, com piuto n e ll’o
scu rità d i una v ita sem plice e nascosta.
' Ricordiamo l'I tin e r a r iu m m e n tis in D eu m di S. Bonaventura, il C a m m in o d i p e r fe z i o n e di S. T eresa d ’A vila, la S a lita a l M o n te C a r m elo di S. Giovanni della Croce. Si pensi soprattutto al tema biblico del ca m m in o e in particolare ai testi paolini su ll’itinerario del cristiano.
2 G a b r i e l e d i S. M . M a d d a l e n a OCD., N atura e c o m p i t i d e lla t e o l o g ia s p ir itu a le, in: A A .V V ., T e o lo g ia e sp ir itu a lità , M ilano, V ita e Pensiero, 1952, 203.
T ale ite r può essere d istin to in due p erio d i. Il prim o periodo va dal 18 3 7 , anno d ella n ascita, fino al 18 60 , anno che assum e, n ella v ita d ella San ta, un significato d el tu tto p artico lare. L a sua prim a e grave m alattia provoca in M aria u n ’esperienza così profonda da produrre n ella sua v ita q u ella « crisi » che d eterm in erà in le i un vero « cam bia
m ento di rotta » .3
Il secondo periodo ha inizio dopo la m alattia del 1860 e com prende il resto d ella sua v ita fino al com pim ento d ella sua m issione.
O gni periodo può essere d istin to in due tappe successive che sono segnate non solo da un fatto biografico im p o rtan te, m a anche da un mo
m ento di m aturazione n ella sua vita sp iritu ale. P ossiam o così d istin g u erle:
Primo periodo: 18 3 7 - 1 8 6 0
l a tap p a: 1837 (n ascita) — 1850 (prim a C om unione) 2 a tap p a: 1850 - 1860 (m alattia)
Secondo periodo: 1 8 6 0 - 18 8 1
l a tap p a: 1860 - 18 72 (fondazione d e ll’istitu to ) 2 a tap p a: 1872 - 1881 (m orte)
1. I primi passi nella fede (1837-1850)
Q uesta prim a tappa d e ll’itin erario d ella Santa è vissu ta n e ll’am bien te dei « M azzarelli di q u a » , frazione che ap p artiene al com une di M ornese, n e ll’A lto M o n ferrato .4
L a bam bina nasce in seno ad una fam ig lia di tipo p atriarc ale e rim ane n e ll’am biente d ei « M azzarelli » fino agli un dici anni circa
3 « L ’emozione e la crisi [ ...] sono condizioni della conversione ma non la operano autom aticam ente. Occorre che la persona s’im pegni sul serio per uscire d alla situazione di disagio e di sofferenza per orientarsi verso il nuovo valore intravisto. Aderendo a quest’ultim o, ella si distacca veram ente dalla "via an tica” e, riorientandosi e riorganizzandosi attorno ad esso, diventa una "creatura nuova” »
( St i c k l e r G., I l d in a m ism o p s i c o l o g i c o d e l l ’in te g r a z io n e r e lig io s a , in: A tti d e l C o n v e g n o p e r l e M a es tre d i N o v iz ia to e D ir ettr ic i d i ju n io r a to , Roma, Istituto FM A, 1974, 25-26).
4 II gruppo dei « M azzarelli » , di cui si può individuare il radicamento nei pressi di Mornese fin dal 1600, appare composto da due sottogruppi: « i Maz
zarelli di là » (forse il gruppo prim igenio, radicatosi ad est) e « i M azzarelli di q u a » (cioè vicino al paese). Cf P o sad a M .E., N ota s to r io g ra fica . D ati r e la tiv i a ll’in fa n z ia e a lla fa n ciu llez z a d i S. M aria D o m e n ica M azzarello, in : R iv ista d i S cien z e d e l l ’E d u ca z io n e 19 (1981) 229-239.
(1 8 3 7 -1 8 4 8 ).5 Forse alla fine d el 1848 o ag li in izi d el 1849 il p ad re, G iuseppe M azzarello, e la m adre, M ad d alen a C alcagno, vanno ad a b i
tare con i loro figli alla cascina d etta « V alponasca » , lo n tana circa tre q u arti d ’ora d al p aese, dove si occuperanno d ella coltivazione d ei v ign eti, p ro p rietà d el m archese D oria. V i rim arran n o per un decennio.
Un lavoro intenso e una profonda p ietà cristian a caratterizzano il contesto fam iliare in cui la fan ciu lla si apre alla v ita. In esso form a la sua tem pra m orale co struita su d i una n atu ra decisa e schietta segnata da d o ti in co n fo n d ib ili: indole ard en te, profondo senso d i realism o , m ente lim p id a, affettiv ità sana, tem peram ento riflessivo e insiem e capace di profonda com unicativa.
N ella prim a ap ertu ra d ella fan ciu lla alla realtà (n atu ra, mondo u m ano, mondo d e lla fede) assum e riliev o d i prim o piano la m ediazione del p ad re.6 Da lu i la fan ciu lla im para il vero senso del lavoro che ella assu m erà, connotandolo d el suo pieno significato ascetico e pedagogico, e che co stitu irà uno dei co n tenuti p rin cip ali d ella sua sp iritu a lità .
D al p adre attin ge pure il vero senso d i Dio che M aria D om enica esprim erà sem plicem ente in quel suo caratteristico « gusto per l ’au ten tico » che co n trad d istin gu e la sua p regh iera e la sua ascesi.
In q u el m om ento d e ll’ap ertu ra d i M aria M azzarello al reale si col
loca in o ltre la figura d i don D om enico P estarin o ,7 m ediazione anche q u esta fondam entale n ella v ita d ella S an ta. Essa consiste in una vera educazione sp iritu ale e assum e il suo pieno significato n el contesto d el
« rinnovam ento » prom osso da don P estarin o n ella parrocchia di M o r
nese. T ale direzione sp iritu ale è caratterizzata d alla chiarezza d ei p rin cìp i e d al vigo re d egli o rien tam en ti, d a lla g rad u alità e d alla c o n tin u ità ;8 p arte d alla m ortificazione esterna e m ira a form are e co ltivare a tte g giam en ti in te rio ri.9 T u tto il cam m ino ascetico, infine, è sorretto ed o rien tato ad una v ita sacram entale in ten sa.10
5 Secondo la minuziosa registrazione dei L ib ri d i S ta to d 'a n im e conservati a Mornese n ell’Archivio parrocchiale (anni 1840-1860).
6 C a p e t t i G. (ed.), C ro n isto r ia d e l l ’i s t i t u t o d e l l e F ig lie d i M aria A u silia trice, I, Roma, Istituto FM A , 1974, 42. C iterò: C ro n isto r ia .
7 D on D o m e n ic o P e sta r in o (1817-1874). Nato a Mornese e mortovi dopo una intensa vita apostolica. Fu il direttore spirituale della Santa per ventisette anni.
Divenne salesiano, rim anendo a Mornese come direttore locale delle prime Figlie di M aria A usiliatrice. Cf Ma c c o n o F., L’a p o s t o lo d i M o r n e se . S ac. D o m e n ic o P e sta r in o , Torino, SE I, 1926.
8 Cf C ro n isto r ia I, 41. 46-67.
9 Cf I v i I, 39-40. 42-48. 50.
10 Cf I v i I, 38. 47. 50.
In questa prim a tappa d el suo itin erario sp iritu ale M aria D om e
nica fa i prim i p assi nel cam m ino d ella fede. Un esercizio di fede che possiam o d ire « m ediato » d a ll’educazione del padre e d alla direzione del confessore. Sarà p iù ta rd i, dopo la prim a confessione gen erale e so prattu tto dopo la prim a Com unione sacram en tale, che potrem o p ar
lare di una fede più in terio rizzata e perciò d i una p ietà più personale.
2. Una fede più interiorizzata (1850 - 1860)
L ’am bientazione storico-topografica di questa tappa è q u ella della
« V alponasca » (1 8 4 8 -1 8 5 8 ) e d ella casa di via V alg e lata, in paese.
I l periodo trascorso alla « V alponasca » appare come il più ricco della form azione sp iritu a le di M aria D om enica che rito rn erà al paese più m atu ra perché tem prata nel sacrifìcio e corroborata d alla grazia.
Possiam o d ire che la « V alponasca » è per le i scuola di v ita. A contatto con la n atu ra, la ragazza apprende n ella so litu d in e, nel silenzio, nel lavoro, i p rin cip ali co ntenuti d ella fede, li elabora in modo perso
n ale, li assim ila in p ro fo n dità. Che così sia stato ce lo dim ostrano i fru tti che m aturano n ella sua v ita in questo tem po.
Segni ev id en ti d i questo m ovim ento di interiorizzazione d ella fede sono la p regh iera, che assum e espressioni tipicam ente p erson ali, la capa
cità di congiungere p regh iera e lav o ro, l ’in ten sità e la profondità del rapporto contem plazione e v erg in ità, che ha la sua espressione più m atu ra e sign ificativa n el voto di c a stità .11
L a sua p regh iera si riv ela veram ente personale e non « im posta » d al confessore: è lu i stesso che in qualche modo vuole m oderare quello slancio q u o tid ian o che p o rta la ragazza in ore in so lite, attrav erso cam m ini im p erv i, anche nel cuore d e ll’in vern o , a p artecip are a ll’E ucaristia d el m attin o .12 È caratteristica d i questo periodo la p regh iera vesp er
tina che M aria D om enica fa accanto alla finestrella d ella sua cam era, finestra che ancora oggi richiam a l ’occhio d ella contem plazione fisso ad un punto lo n tano : il tabernacolo d ella chiesa parrocchiale. T ipica — e nota ai suoi com pagni d i lavoro — la sua pregh iera lungo la gio rn ata, quando tra le v iti si inginocchia e adora.
13 Cf I v i I, 53-54.
12 Cf I v i I, 56.
In questo clim a sp iritu ale si com prende com e la contem plazione d e ll’im m en sità d i D io e d ella bellezza d ella V ergin e Im m acolata la portino a co nsacrarsi n e ll’in tim o d el suo sp irito con voto d i castità.
C ontem plazione e v erg in ità sono in fatti due realtà in tim am en te con
n esse, come lo d im o stra tu tta la tradizione sp iritu ale cristian a.
In questa tappa appare p artico larm en te sign ificativa l ’appartenenza d i M aria D om enica alla « P ia U nione d elle F ig lie d i S. M aria Im m a
colata » , creata a M ornese da una ragazza, A ngela M accagno, prom ossa da don P estarin o , segu ita e gu id ata nelle sue lin ee stru ttu ra li e nei co ntenuti sp iritu a li d al noto teologo genovese don G iuseppe F rassin etti.
I l gruppo è p er le i espressione di una vasta ap ertu ra apostolica.
A ll’in terno di esso crea nuovi rap p o rti, si consacra a D io in modo esplicito « n e ll’esercizio d ella carità » , come dice la form ula consacra- toria d elle F ig lie d e ll’im m ac o lata.13 Sarà p recisam ente questo « esercizio d i carità » che la p o rterà al rischio d ella v ita quando farà da in ferm iera presso i p aren ti co lp iti da tifo d u ran te l ’epidem ia che nel 1860 provò duram en te la popolazione di M o rn ese.14
L ’itin erario sp iritu ale d i M aria D om enica n egli anni 1 8 50 -18 60 ci riv ela perciò una fede realm en te in terio rizzata che m atu ra n ella spe
ranza e dà fru tti di carità teologale.
3. Maturazione nella speranza (1860-1872)
Q uesta tappa è vissu ta d alla Santa prim a n e ll’am biente storico
topografico d ella frazione « M azzarelli » , dove rito rna p er alcun i m esi ad assistere i p aren ti, e successivam ente n ella casa di via V alg elata, in paese (1 8 6 0 -1 8 6 7 ); in seguito n ella casa d etta d e ll’im m aco lata, ac
canto alla parrocchia, dove ebbe inizio la v ita in com une d e lle fu tu re F ig lie di M aria A u silia trice, e finalm ente al C ollegio di M ornese, sede d ella fondazione d e ll’is titu to .
La m alattia stronca le forze d ella giovane M azzarello e d iventa p er le i l ’occasione di fare, in pro fo n d ità, l ’esperienza d ella sua fra g ilità fisica, p sichica, sp iritu ale. In fondo a questa esperienza, la creatu ra trova la forza d i una rip resa solo n e ll’abbandono fiducioso in D io, in tu ito e conosciuto in una luce nuova. Q uesta forza e q u esta luce non sono altro che la v irtù d ella speranza che, in fusa nel B attesim o insiem e
13 Cf I v i I, 64-86.
14 Cf I v i I, 87-89.
alla fede e alla carità, acquista m aggior vigore e lum in o sità n el mo
m ento purificatore d ella prova. La pregh iera pro n un ciata d alla M azza
rello duran te la sua convalescenza è riv elatrice del suo stato d ’anim o e di un d uplice m ovim ento in terio re: conoscenza profonda d ella pro p ria c re atu ralità e speranza in cro llab ile in D io, p ercepito com e o rigine e term ine d ella propria esistenza.
« Sign o re, se n ella vo stra bontà vo lete concederm i ancora alcuni anni di v ita , fate che io li trascorra ign o rata da tu tti e fuorché da V oi da tu tti d im en ticata » . 15
A questa fondam entale presa di coscienza seguono due m om enti d istin ti n ella v ita d ella San ta, tu tti e due p artico larm ente so rretti da uno slancio di speranza che orm ai non trova più le sue sorgenti in ragioni um ane, ma nel m istero stesso d ella P rovvidenza che p er lei incom incia a d iv en tare sto ria.
N ei p rim i q u attro anni successivi alla m alattia si colloca la sua fondam entale in tuizione ed u cativ a, che si riv ela concom itante e con
seguente al suo in terio re cam biam ento d i ro tta .16
L e o rigin i d el suo apostolato sono intim am en te connesse con la sofferenza, con q u el tipo d i sofferenza che si chiam a incom prensione e so litu d in e e che, vissu ta in un silenzio lib ero da rib ellio n i e colmo di fiducia, p rep ara la genesi di una m issione ecclesiale au te n tic a .17
A corroborare questa fiducia in terio re e ad ap rire nuovi orizzonti ancora p iù v asti appare n el 1864 la figura d el sacerdote torinese don G iovanni Bosco. E gli in trav ed e, con in tuizione perspicace e qu asi pro
fetica, i doni di n atu ra e d i grazia d i q u ella giovane che, con altre d ella « P ia U nione » g li viene p resen tata da don P estarin o . M aria D om enica in tu isce la san tità di don Bosco, ne sente il fascino e più tard i aderisce al suo p rogetto d i fondazione d e ll’is titu to d elle F iglie
15 M a c c o n o F., S anta M aria D o m en ica M azzarello, C o n fo n d a tr ic e e p rim a S u p e rio r a G e n e r a le d e l l e F ig lie d i M aria A u silia trice, I, Torino, Istituto FM A, 1960, 83-84.
" Cf C ro n isto r ia I, 97-98.
17 Particolarm ente doloroso il momento di distacco e di solitudine vissuto da M aria nel 1864 quando, in obbedienza al direttore spirituale, a motivo di disagi creatisi a ll’interno del gruppo delle Figlie d e ll'I mmacolata, venne allontanata dal gruppo ed inviata per qualche tempo ad abitare alla cascina Valponasca. Anche se M aria non ne aveva colpa n ell’incresciosa situazione, visse nel silenzio questi giorni che si possono chiamare la « seconda Valponasca », quella della prova, in contrasto con la « prim a Valponasca », della sua adolescenza serena e laboriosa.
d i M aria A u silia tric e , che eg li vo lle « m onum ento v iv en te » d i ricono
scenza alla M ad re di D io.
4. Pienezza di carità (1872-1881)
I l contesto storico-am bientale in cui si realizza q u e st’u ltim a tappa d ella v ita d ella San ta è il C ollegio d i M ornese, sede d ella p rim a com u
n ità d elle F ig lie di M aria A u silia trice (1 8 7 2 -1 8 7 9 ), e l ’is titu to « N ostra Signora d elle G razie » in N izza M o n ferarto , seconda casa-m adre d ella C ongregazione, dove la Santa trascorse g li u ltim i due anni d ella sua v ita (1 8 7 9 -1 8 8 1 ).
E in q u esta tappa che m aggiorm ente si d elin ea e si attu a la specifica m issione di C onfondatrice che la Santa è chiam ata a realizzare n ella C h iesa, a vantaggio d elle giovani.
Q uesta m issione trova il suo fondam ento p iù profondo n e ll’essere stesso di M a d r e, che la M azzarello incarna e vive in pienezza nei rig u ard i d ella nuova F am iglia religio sa. Possiam o d ire che « l ’essere d i M a
d re » — perciò stesso d i ed ucatrice d ella com unità p rim igen ia — co sti
tu isce, o ltre che il fondam ento ontologico, l ’argom ento storico e sp iri
tu ale d el tito lo g iu rid ico d i « v e r a C o n fu n d a tr ix ».
D a ll’assunzione fino alla consum azione d ella sua m issione, la M az
zarello esplica la sua m atern ità sp iritu ale in d iv ersi m odi: form azione d ire tta e co n tin ua d elle suore attrav erso la p aro la o rale, la parola sc ritta ,18 i num erosi v iag g i m o tiv ati d alle fondazioni o d a lle v isite alle case, m a so p rattu tto attrav erso la donazione d ella sua v ita , consum ata n e ll’esercizio d i una carità pazien te, benigna, un iv ersale.
L a form azione d elle suore attrav erso la propria v ita rim ane per le i mezzo d i educazione p riv ile g iato : « Sono contenta — scrive — che
'* Le Lettere di S. Maria Domenica Mazzarello sono la fonte prima per la conoscenza della sua figura e della sua spiritualità. Esse — unici documenti che ci rimangono come scritti della Santa — si presentano semplici nello stile, concrete ed espressive nel linguaggio, dense nel contenuto ascetico. I documenti — autografi e allografi — conservati negli Archivi della Congregazione Salesiana (lettere ai salesiani e altri) e dell’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (lettere alle FMA e altre) sono stati pubblicati in edizione diplomatica nel 1975 e in seconda edizione nel 1980. Cf Po s a d a M.E. (ed.), Lettere di S. Maria Domenica Mazzarello, Confon
datrice dell'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, prefazione di S.E. Card.
Gabriel-Marie Garrone, Milano, Ancora, 1975; seconda edizione: Roma, Istituto FMA, 1980. Citerò: Lettere.
codeste suore siano buone e lav o rin o ; sta a noi farle crescere sem pre n ella v irtù , prim a con l ’esem pio, perché le cose in segnate con l ’esem pio restano m olto p iù im presse nel cuore e fanno assai più del bene, e poi con le parole » ,19
A q u esta sua m issione sp iritu ale d i m adre e d i ed ucatrice d elle prim e suore Dio preparò suor M aria D om enica e la sorresse m ediante un p artico lare aiu to , indicato n ei Processi di canonizzazione qu asi dono specifico d ella S an ta: il d iscernim ento d egli s p iriti.20
T ale dono conferisce una caratteristica p ecu liare alla sua figura:
la sapienza; e si concretizza n elle note più spiccate d ella sua sp iritu a lità : l ’u m iltà e la carità.
In questa tappa conclusiva d e ll’itin erario sp iritu ale di S. M aria D om enica M azzarello si osserva come la crescita um ana e teologale a rriv i a pienezza di m aturazione. F ede, speranza, carità stanno alla base d i q u esta vita che, unificandosi attorno ad un unico centro, D io, arriv a alla sem p licità d ello sp irito e, espandendosi, realizza una vasta m is
sione, q u ella d i M ad re e d i C onfondatrice di una nuova F am iglia re li
giosa n ella C hiesa.
19 Lettere 14,1.
20 S a c r a C o n g r e g a t i o R i t u u m , Aquen, Beatificationis et canonizationis Servae Dei Mariae Dominicae Mazzarello, Primae Antistitae Institut! Filiarum Mariae Auxi- liatricis, Positio super virtutibus, Summarium super dubio, Romae, Guerra et Belli, 1934, 403; cf. De discretionis dono, 410; De cordium scrutatione, 412; De rebus spiritualibus acute disserebat, 420.