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RECIPIENTI A PRESSIONE

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Academic year: 2022

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(1)RECIPIENTI A PRESSIONE. Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011. 2020. Inail - Direzione centrale pianificazione e comunicazione Piazzale Giulio Pastore, 6 - 00144 Roma dcpianificazione-comunicazione@inail.it www.inail.it. COLLANA RICERCHE ISBN 978-88-7484-652-8.

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(3) RECIPIENTI A PRESSIONE. Istruzioni per la prima verifica periodica ai sensi del d.m. 11 aprile 2011. 2020.

(4) Pubblicazione realizzata da Inail Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici. Autori Corrado Delle Site1, Emanuele Artenio1, Canio Mennuti1, Emanuela Franchi2, Andrea Pallano3. Collaborazioni Loriana Ricciardi1 1 2 3. Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici Inail, Unità operativa territoriale CVR di Lucca Inail, Unità operativa territoriale CVR di Genova. per informazioni Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici via Roberto Ferruzzi, 38/40 - 00143 Roma dit@inail.it www.inail.it. © 2020 Inail ISBN 978-88-7484-652-8. Gli autori hanno la piena responsabilità delle opinioni espresse nelle pubblicazioni, che non vanno intese come posizioni ufficiali dell’Inail. Le pubblicazioni vengono distribuite gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonché la riproduzione con qualsiasi mezzo. È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte.. Tipolitografia Inail - Milano, ottobre 2020.

(5) Premessa. L’articolo 71, comma 11, del d.lgs. 81/08 e s.m.i. prescrive che le attrezzature di lavoro elencate nell’allegato VII al medesimo decreto siano sottoposte a verifiche periodiche volte a valutarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza. Inail è l’ente preposto alla effettuazione, diretta o avvalendosi di soggetti pubblici o privati abilitati, della prima di tali verifiche, attraverso le unità operative territoriali che operano sull’intero territorio nazionale. In tale contesto, considerati il ruolo di titolare della prima verifica periodica che il d.m. 11 aprile 2011 ha riconosciuto all’Istituto e la volontà di uniformare il comportamento delle proprie unità operative territoriali, il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell’Inail ha elaborato dei documenti che descrivono le modalità tecnico-amministrative per la conduzione della prima verifica periodica. Nello specifico il presente elaborato descrive le fasi di cui si compone l’attività tecnica di prima verifica periodica dei recipienti a pressione. Le istruzioni elaborate non costituiscono ovviamente un riferimento vincolante, ma vogliono piuttosto proporsi come esempio di armonizzazione su scala nazionale dell’approccio alla prima verifica periodica, definendo modalità per la conduzione dei controlli che possano essere di pratica utilità per tutti i soggetti coinvolti (soggetti abilitati e operatori di Asl/Arpa), anche al fine di garantire indicazioni e comportamenti coerenti all’utenza.. Carlo De Petris Direttore del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici.

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(7) Indice. 1.. Introduzione. 7. 2.. Campo d’applicazione. 12. 3.. Comunicazione di messa in servizio/immatricolazione. 13. 4.. Richiesta di prima verifica periodica. 15. 5.. Riferimenti normativi. 16. 6.. Scheda tecnica. 23. 7.. Verbale di prima verifica periodica. 30. Appendice - Liste di controllo. 40. Appendice - Documentazione. 44.

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(9) RECIPIENTI A PRESSIONE. 1. Introduzione. L’allegato II al d.m. 11 aprile 2011 disciplina le modalità di effettuazione delle verifiche periodiche, di cui all’art. 71, comma 11 del d.lgs. 81/08, delle attrezzature a pressione elencate nell’allegato VII al d.lgs.81/08 e s. m. i. Ai sensi dell’art. 71, commi 11 e 12, del d.lgs. 81/08, l’Inail è titolare della prima delle verifiche periodiche1: a far data dal 23 maggio 2012, il datore di lavoro che esercisce attrezzature a pressione ricadenti tra quelle richiamate dall’allegato VII del d.lgs. 81/08 e s.m.i., deve richiedere all’Inail l’effettuazione della prima delle verifiche periodiche, con le scadenze indicate nell’allegato stesso. In generale, si rammenta che secondo il d.m. 11 aprile 2011, il datore di lavoro che esercisce un’attrezzatura o un insieme a pressione deve effettuare i seguenti adempimenti: - dare comunicazione2 di messa in servizio dell’attrezzatura o dell’insieme a pressione all’Inail - utilizzando la procedura telematica CIVA - che provvede all’assegnazione di una matricola. Se l’attrezzatura/insieme non è esclusa/o dal controllo di messa in servizio, ai sensi dell’art. 5 del d.m. 329/04, prima di metterla/o in servizio si deve richiedere che venga sottoposta/o alla verifica di messa in servizio, ai sensi dell’art. 4 del d.m. 329/04; - richiedere la prima delle verifiche periodiche all’Inail - utilizzando la procedura telematica CIVA; tale verifica è da effettuarsi secondo la periodicità di cui all’allegato VII al d.lgs. 81/08, che decorre dalla data di messa in servizio dichiarata dal datore di lavoro. La prima verifica periodica prevede, oltre ai controlli di sicurezza, la compilazione di una scheda tecnica3 di identificazione dell’attrezzatura o dell’insieme, al fine di consentirne l’iscrizione nella banca dati informatizzata di cui all’art. 3, comma 1 del d.m. 11 aprile 2011;. 1. 2. 3. Mentre la prima delle verifiche periodiche è di competenza Inail, per le verifiche periodiche successive il datore di lavoro ha la facoltà di rivolgersi alle ASL oppure ad altri soggetti abilitati secondo le modalità stabilite dal d.m.11 aprile 2011. La Legge 30 ottobre 2013, n. 125 di conversione in legge, con modificazioni, del Decreto-Legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni (GU n. 255 del 30/10/2013) ha previsto che le verifiche successive alla prima siano effettuate su libera scelta del datore di lavoro dalle ASL o, ove ciò sia previsto con legge regionale, dall’ARPA, oppure da soggetti pubblici o privati abilitati che vi provvedono secondo le modalità di cui al comma 13 dell’art. 71 del d.lgs. 81/08 e s.m.i. Tale comunicazione, che deve essere inviata anche all’ASL/ARPA competente, si configura come dichiarazione di messa in servizio, ai sensi dell’art. 6 del d.m. 329/04. Per gli impianti considerati nelle presenti istruzioni operative occorre riferirsi al successivo paragrafo “Comunicazione di messa in servizio/immatricolazione”. Per gli impianti considerati nelle presenti istruzioni operative occorre riferirsi al successivo paragrafo “Scheda Tecnica”.. 7.

(10) RECIPIENTI A PRESSIONE. - richiedere le verifiche periodiche successive alla prima ai soggetti di cui al comma 13 dell’art. 71 del d.lgs. 81/08 e s.m.i., da effettuarsi sempre secondo la periodicità di cui all’allegato VII al d.lgs. 81/08; - comunicare all’Inail - utilizzando la procedura telematica CIVA e alla ASL/ARPA competenti la cessazione dell’esercizio, il trasferimento di proprietà e lo spostamento (in quest’ultimo caso è anche necessario dichiarare una nuova messa in servizio dell’attrezzatura o dell’insieme), al fine di consentire l’aggiornamento della banca dati informatizzata Inail; - in caso di attrezzature o di insiemi comprendenti membrature esercite in regime di scorrimento viscoso o di fatica oligociclica, è necessario sottoporre tali attrezzature alle prescrizioni tecniche di controllo vigenti in materia; le autorizzazioni all’ulteriore esercizio sono rilasciate dall’Inail; - conservare tutti i verbali delle verifiche effettuate (messa in servizio, verifiche periodiche e riparazioni) da esibire ai soggetti incaricati in sede di verifica. Tali verbali devono seguire l’attrezzatura/insieme nel caso di trasferimento di proprietà o spostamento. Nel presente documento si tratta specificatamente delle modalità di effettuazione della prima verifica periodica, compresa la redazione di scheda tecnica e verbale, per le attrezzature a pressione del tipo Recipienti. Tali attrezzature appartengono al gruppo GVR - Gas, Vapore, Riscaldamento, di cui al punto 1.1.3 dell’allegato II al d.m. 11 aprile 2011. Nel presente documento il termine “recipiente” è utilizzato indistintamente sia che si tratti di un’attrezzatura immatricolata come tale, sia che si tratti di un’attrezzatura immatricolata come “insieme”. Le verifiche periodiche (art. 2 dell’allegato II al d.m. 11 aprile 2011) sono finalizzate ad accertare la conformità alle modalità di installazione previste dal fabbricante nelle istruzioni d’uso, lo stato di manutenzione e conservazione, il mantenimento delle condizioni di sicurezza previste in origine dal fabbricante e specifiche dell’attrezzatura di lavoro, l’efficienza dei dispositivi di sicurezza e di controllo. L’istruzione operativa analizza gli elementi minimi che il verificatore deve prendere in considerazione nel corso della suddetta attività e, in appendice, reca le liste di controllo, a carattere non esaustivo, degli elementi cui il verificatore deve prestare particolare attenzione durante l’effettuazione della prima verifica periodica. Il d.m. 11 aprile 2011 prevede che il datore di lavoro che esercisce un recipiente a pressione richieda la prima delle verifiche periodiche all’Inail, secondo la scadenza indicata dall’allegato VII al d.lgs. 81/08 e s.m.i. che decorre dalla data della dichiarazione di messa in servizio da parte del datore di lavoro.. 8.

(11) RECIPIENTI A PRESSIONE. Al fine della determinazione della periodicità, i recipienti devono essere classificati in accordo alle corrispondenti tabelle 1, 2, 3 e 4 (di seguito riportate) del d.lgs. 26/2016 (a cui si rimanda per l’applicazione), a seconda delle caratteristiche del fluido (gruppo 1, gruppo 2), dello stato fisico (gas, vapore, liquido), dei parametri operativi e della capacità.. . .  Tabella 1- Recipienti gas/vapori, fluidi gruppo 1. Tabella 2 - Recipienti gas/vapori, fluidi gruppo 2. .  Tabella 3 - Recipienti liquidi, fluidi gruppo 1. Tabella 4 - Recipienti liquidi, fluidi gruppo 2. 9.

(12) RECIPIENTI A PRESSIONE. La periodicità e la tipologia di verifica cui è soggetto il recipiente, secondo quanto disposto dall’allegato VII al d.lgs. 81/08, è riepilogata nelle seguenti tabelle 5 e 6: Tabella 5 - Attrezzature/insiemi contenenti fluidi del gruppo 1 (d.lgs. 26/16). Attrezzatura Recipienti/insiemi classificati in III e IV categoria, recipienti contenenti gas instabili appartenenti alla categoria dalla I alla IV, recipienti per liquidi surriscaldati diversi dall'acqua. Verifica/periodicità Funzionamento/biennale Integrità/decennale Funzionamento/quadriennale. Recipienti/insiemi classificati in I e II categoria Integrità/decennale Funzionamento/quadriennale Recipienti per liquidi appartenenti alla I, II e III categoria Integrità/decennale. Tabella 6 - Attrezzature/insiemi contenenti fluidi del gruppo 2 (D.lgs. 26/16). Attrezzatura Recipienti/insiemi contenenti gas compressi, liquefatti e disciolti o vapori diversi dal vapor d'acqua classificati in III e IV categoria e recipienti di vapore d'acqua e d'acqua surriscaldata appartenenti a tutte le categorie (dalla I alla IV) Recipienti/insiemi contenenti gas compressi, liquefatti e disciolti o vapori diversi dal vapor d'acqua classificati in I e II categoria. Verifica/periodicità Funzionamento/triennale Integrità/decennale Funzionamento/quadriennale Integrità/decennale. Per i recipienti costruiti in assenza delle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, il datore di lavoro deve provvedere ad assegnare una categoria all’attrezzatura secondo le tabelle dalla 1 alla 4. Secondo l’art. 6, lettera d) del d.m. 11 aprile 2011, per le attrezzature o gli insiemi a pressione, restano ferme le diposizioni previste dal d.m. 329/04 recante le “norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93”. Dal combinato disposto del d.m. 11 aprile 2011 e del d.m. 329/04 discende quanto segue: - restano ferme le esclusioni e le esenzioni dalle verifiche periodiche per le attrezzature di cui agli artt. 2 e 11 del d.m. 329/04; - la periodicità delle verifiche (art. 10, comma 3 del d.m. 329/04) deve essere anticipata qualora il fabbricante dell’attrezzatura abbia previsto, nel manuale d’uso 10.

(13) RECIPIENTI A PRESSIONE. -. -. -. e manutenzione, periodicità inferiori a quelle indicate dall’allegato VII al d.lgs. 81/08 e s. m. i. Fermi restando i limiti temporali previsti dalla normativa applicabile e quelli indicati dal fabbricante, le verifiche successive si devono eseguire entro i termini derivanti dai risultati dell’ultima verifica eseguita; la positiva attestazione risultante dalle verifiche effettuate consente la prosecuzione dell’esercizio delle attrezzature e degli insiemi verificati (art. 8, comma 2 del d.m. 329/04); le riparazioni e le modifiche si effettuano secondo le disposizioni dell’art. 14 del d.m. 329/04. ove, anche a seguito di riparazioni, sostituzioni o modifiche, l’attrezzatura non dia garanzia di idoneo funzionamento, essa deve essere declassata, utilizzata a pressione atmosferica oppure essere demolita (punto 4.8.2, allegato II al d.m. 11 aprile 2011); la mancata esecuzione delle verifiche alle scadenze previste, indipendentemente dalle cause che l’hanno prodotta, comporta la messa fuori esercizio delle attrezzature interessate, sino all’espletamento, con esito positivo, da parte dei soggetti preposti alla verifica, dell’attività di verifica omessa (art. 7 del d.m. 329/04).. Possono essere autorizzate delle deroghe, previa richiesta da inoltrare al Ministero dello sviluppo economico o, nei casi previsti dall’art. 36, punto 5, del decreto legge 83 del 22/06/2012 (convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134) ad un Organismo Notificato per la direttiva PED per periodicità delle verifiche differenti da quelle di cui all’allegato VII del d.lgs. 81/08 e s.m.i., e per tipologie di ispezioni alternative a quelle stabilite, ma tali da garantire un livello di sicurezza equivalente. La circolare n.23 del 13 agosto 2012 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha specificato che la periodicità delle verifiche periodiche non è interrotta da periodi di inattività dell’attrezzatura di lavoro. Pertanto, se i termini previsti dall’allegato VII risultano trascorsi all’atto della riattivazione dell’attrezzatura di lavoro, si deve richiedere la verifica periodica prima del suo riutilizzo (cfr. Appendice 2 - Documentazione).. 11.

(14) RECIPIENTI A PRESSIONE. 2. Campo d’applicazione. La presente istruzione operativa si applica ai Recipienti a pressione, secondo la definizione data dal d.lgs. 26/16 (attuazione della direttiva 2014/68/UE in materia di attrezzature a pressione), ovvero “un alloggiamento progettato e costruito per contenere fluidi pressurizzati comprendente gli elementi annessi diretti sino al punto di accoppiamento con altre attrezzature. Un recipiente può essere composto di uno o più camere”. Tali apparecchi rientrano tra le tipologie di attrezzature di lavoro, di cui all’allegato VII del d.lgs. 81/08 e appartengono al gruppo di attrezzature a pressione denominato GVR (Gas, Vapore, Riscaldamento). Da un punto di vista di fabbricazione possono essere certificati CE come “attrezzature” a pressione o come “insiemi” a pressione da parte di un fabbricante, secondo il decreto legislativo d.lgs. 26/16. Sono esclusi dal regime di verifiche periodiche le attrezzature/insiemi di cui agli artt. 2 e 11 del d.m. 329/04. I recipienti a pressione costituiscono una parte predominante delle attrezzature a pressione, in relazione all’utilizzo. Molteplici sono infatti le possibili applicazioni nell’ambito dei processi produttivi. Alcuni esempi di recipienti a pressione sono i seguenti: - serbatoi di aria compressa; - vasi d’espansione; - serbatoi di stoccaggio GPL; - scambiatori di calore; - apparecchi di tintura; - serbatoi criogenici; - cilindri di cartiera; - camere iperbariche. Da segnalare che in fase di verifica occorre valutare tecnicamente la sicurezza del recipiente tenendo conto globalmente anche delle situazioni impiantistiche in cui il recipiente è inserito.. 12.

(15) RECIPIENTI A PRESSIONE. 3. Comunicazione di messa in servizio/immatricolazione. All’atto della messa in servizio di un recipiente a pressione, l’utilizzatore invia comunicazione di messa in servizio dell’attrezzatura all’Inail. Tale comunicazione si configura, ai sensi dell’art. 6 del d.m. 329/04, come dichiarazione di messa in servizio. La suddetta dichiarazione deve essere inoltrata utilizzando la procedura telematica Inail di Certificazione e Verifica di Impianti e Attrezzature - CIVA (cfr. Appendice 2 - Documentazione). Il sistema provvede all’assegnazione di una matricola identificativa. Se l’attrezzatura/insieme non è esclusa/o dal controllo di messa in servizio, ai sensi dell’art. 5 del d.m. 329/04, prima di metterla/o in servizio si deve richiedere che venga sottoposta/o alla verifica di messa in servizio, ai sensi dell’art. 4 del d.m. 329/04. In sede di dichiarazione di messa in servizio, l’utilizzatore dell’attrezzatura deve indicare tutti i dati tecnici richiesti, quali pressione, temperatura, capacità, potenzialità e fluido di esercizio; deve inoltre allegare la seguente documentazione: a) una relazione tecnica, con lo schema dell’impianto, recante le condizioni d’installazione e di esercizio, le misure di sicurezza, protezione e controllo adottate; b) una espressa dichiarazione, redatta ai sensi dell’articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica del 20 ottobre 1998, n. 403, attestante che l’installazione è stata eseguita in conformità a quanto indicato nel manuale d’uso; c) il verbale della verifica di cui all’art. 4 del d.m. 329/04, ove prescritta la verifica di messa in servizio; d) un elenco dei componenti operanti in regime di scorrimento viscoso o sottoposti a fatica oligociclica. Qualora il recipiente sia certificato ai sensi della direttiva PED come insieme, il datore di lavoro deve elencare le singole attrezzature con i rispettivi valori di pressione, temperatura, capacità e fluido di esercizio; qualora il competente Organismo Notificato abbia effettuato la verifica dell’efficienza degli accessori di sicurezza e dei dispositivi di controllo, in luogo del verbale di cui al punto c) l’utilizzatore deve allegare, oltre all’attestazione dell’Organismo Notificato dell’avvenuta verifica di efficienza dei citati dispositivi, l’attestazione ai sensi dell’art. 6 comma 4 del d.m. 329/04. Con l’emanazione del d.m. 11 aprile 2011 è data per la prima volta la possibilità, per insiemi di limitata complessità, di assegnare un solo numero di matricola all’in13.

(16) RECIPIENTI A PRESSIONE. tero insieme, anziché ad ogni singola attrezzatura: in questo caso si tratta di insieme “unità indivisibile” (insieme UI) e la periodicità di ispezione dell’insieme sarà unica e pari alla minore tra le periodicità corrispondenti alle attrezzature costituenti l’insieme. È discrezionalità del datore di lavoro richiedere l’immatricolazione di un insieme come UI.. 14.

(17) RECIPIENTI A PRESSIONE. 4. Richiesta di prima verifica periodica. Per i recipienti, ai sensi dell’art. 71, comma 11 del d.lgs.81/08 e s.m.i., in conformità alla periodicità stabilita dall’allegato VII al medesimo decreto, il datore di lavoro deve provvedere a richiedere la prima delle verifiche periodiche dell’impianto utilizzando la procedura telematica Inail di Certificazione e Verifica di Impianti e Attrezzature - CIVA (cfr. Appendice 2 - Documentazione). Dalla data di ricevimento della richiesta completa di tutti gli elementi previsti dalla circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 11 del 25 maggio 2012 (cfr. Appendice 2 - Documentazione), inizia il computo dei quarantacinque giorni4 entro i quali Inail può intervenire, effettuando direttamente la verifica oppure incaricando la Asl o l’Arpa, laddove siano stati stipulati accordi ai sensi dell’art. 2, comma 3 del d.m. 11 aprile 2011, o affidando il servizio al soggetto abilitato indicato dal datore di lavoro nella richiesta e scelto negli elenchi regionali Inail, reperibili sul portale Inail o direttamente in procedura CIVA. Nella stessa circolare vengono individuate le situazioni nelle quali è possibile l’interruzione dei termini temporali, in breve: - impossibilità di effettuare la verifica per cause indipendenti dalla volontà del verificatore; - necessità di acquisire ulteriore documentazione; - necessità di effettuare controlli non distruttivi, indagini supplementari, prove di laboratorio, ecc., a supporto della verifica. Tali condizioni per la sospensione dei termini sono valide sia per il soggetto titolare che per il soggetto abilitato di cui quest’ultimo si sia avvalso. In tale ultima evenienza lo stesso dovrà darne immediata comunicazione al soggetto titolare.. 4. I termini temporali sono stati ridotti da sessanta a quarantacinque giorni dalla Legge 30 ottobre 2013, n. 125 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. (GU n. 255 del 30 ottobre 2013).. 15.

(18) RECIPIENTI A PRESSIONE. 5. Riferimenti normativi. Il riferimento normativo per la fabbricazione e l’immissione sul mercato di questa tipologia di attrezzature e/o insiemi a pressione è la direttiva di prodotto PED (Pressure Equipment Directive) 2014/68/UE recepita in Italia con il d.lgs. 26/16. Tale decreto modifica il precedente d.lgs. 93/00 (recepimento della direttiva 97/23/CE, ora sostituita). In Italia l’utilizzo della direttiva PED è obbligatorio dal 29 maggio 2002. Per una particolare categoria di recipienti a pressione (saldati, fabbricati in serie, contenenti aria o azoto, composti di un fasciame cilindrico e due fondi piani o bombati, in acciaio o alluminio, con PS ≤ 30 bar, prodotto PS * V ≤ 10.000 bar * litro e TS compresa tra -50°C e 200°C per l’alluminio e 300°C per l’acciaio) è possibile utilizzare la direttiva SPVD (Simple Pressure Vessels Directive) 2014/29/UE, recepita in Italia con il d.lgs. 82/16. Il riferimento normativo per l’esercizio dei recipienti è il d.m. 329/04 “norme per insiemi di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93”. Per quanto riguarda, invece, le verifiche periodiche bisogna fare riferimento al d.lgs.81/08 integrato dal d.m. 11 aprile 2011. Si riporta di seguito un elenco non esaustivo delle principali norme italiane, europee ed internazionali di riferimento, rilasciate dagli organismi di normazione o da associazioni riconosciute. Norme di carattere generale: costruzione • UNI EN 13445: Recipienti a pressione non sottoposti a fiamma Tutte le parti della norma con particolare riferimento alla parte 5 (Inspection and testing); • UNI EN 286: Recipienti semplici a pressione destinati a contenere aria o azoto. Norme di carattere generale: esercizio • UNI/TS 11325-6: Attrezzature a pressione - Messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione - Parte 6: Messa in servizio delle attrezzature e degli insiemi a pressione; • UNI/TS 11325-12: Attrezzature a pressione - Messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature e degli insiemi a pressione - Parte 12: Verifiche periodiche delle attrezzature e degli insiemi a pressione.. 16.

(19) RECIPIENTI A PRESSIONE. Norme di carattere specifico: dispositivi di controllo • UNI EN 837-1: Manometri - Manometri a molla tubolare - Dimensioni, metrologia, requisiti e prove. Norme di carattere specifico: sistemi di sicurezza • UNI 10197: Banchi di taratura per valvole di sicurezza. Requisiti generali; • UNI 764-7: Attrezzature a pressione - Sistemi di sicurezza per attrezzature a pressione non esposte a fiamma; • CEI EN 61508: Sicurezza funzionale dei sistemi elettrici, elettronici ed elettrotecnici programmabili per applicazioni di sicurezza; • CEI EN 61511: Sicurezza funzionale - sistemi strumentali di sicurezza per il settore dell’industria di processo; • UNI EN ISO 4126: Dispositivi di sicurezza contro le sovrappressioni. Di seguito il dettaglio delle parti che costituiscono la norma: Parte 1 - Valvole di sicurezza Parte 2 - Dispositivi di sicurezza a disco di rottura Parte 3 - Valvole di sicurezza in combinazione con dispositivi di sicurezza a disco di rottura Parte 4 - Valvole di sicurezza comandate da pilota Parte 5 - Sistemi di sicurezza controllati (CSPRS) Parte 6 - Applicazione, selezione e installazione dei dispositivi di sicurezza a disco di rottura Parte 7 - Dati comuni; • ISO 4126-9: Safety devices for protection against excessive pressure - Part 9: Application and installation of safety devices excluding stand-alone bursting disc safety devices; • ISO 4126-10: Safety devices for protection against excessive pressure - Part 10: Sizing of safety valves and connected inlet and outlet lines for gas/liquid two-phase flow.. Norme di carattere specifico per alcune tipologie di attrezzature Camere iperbariche Il quadro normativo relativo alla gestione delle camere iperbariche è piuttosto articolato e composto principalmente dal d.lgs. 81/08 e s.m.i, nonché dalla normativa di recepimento delle direttive europee in materia di dispositivi medici ed attrezzature a pressione. In particolare le camere iperbariche, oltre ad essere disciplinate dalla direttiva PED, devono anche rispondere ai dettami della direttiva Dispositivi Medici MED 93/42/CEE, per cui il processo di gestione del rischio “deve essere orientato al bilanciamento tra rischi residui e benefici medici che può trarre il paziente utilizzatore dall’uso del dispositivo medico”. Ad oggi il riferimento tecnico 17.

(20) RECIPIENTI A PRESSIONE. è la norma armonizzata UNI EN 14931; altro riferimento tecnico utilizzato nel settore sono le linee guida Ispesl “La gestione in sicurezza delle camere iperbariche multiposto in ambiente clinico”, per anni l’unico riferimento specifico per questo tipo di attrezzatura. Principali norme di riferimento • UNI EN 14931: Camere iperbariche per persone - Camere iperbariche multiposto per terapia iperbarica: Prestazioni, requisiti di sicurezza e prove;. Figura 1: Camera iperbarica pluri-paziente. Recipienti criogenici Sono generalmente costituiti da due camere con interposta un’intercapedine in cui si realizza un sistema di isolamento mediante alcuni accorgimenti tecnici: 1. riduzione dei punti di contatto fra l’involucro esterno e quello interno in modo da evitare la trasmissione di calore dall’esterno all’interno mediante conduzione; 2. realizzazione del vuoto per evitare la trasmissione di calore per convezione; 3. riempimento di sostanze altamente isolanti per evitare la trasmissione di calore per irraggiamento. Il contenitore interno, destinato allo stoccaggio del gas allo stato liquido, è usualmente realizzato in acciaio inossidabile, mentre il contenitore esterno è generalmente in acciaio al carbonio. Considerata la bassa temperatura di esercizio a cui l’impianto opera, lo stesso può essere soggetto al rischio di infragilimento. In particolare, in accordo al punto D3 dell’appendice D della norma UNI/TS 11325-6: “per questo tipo di installazione devono essere rese evidenti le misure di prevenzione del rischio di rottura fragile (qualora pertinente) in attrezzature a valle del sistema di vaporizzazione”.. 18.

(21) RECIPIENTI A PRESSIONE. Principali norme di riferimento • UNI EN 13648-3: Recipienti criogenici - Dispositivi di sicurezza per la protezione contro la sovrappressione - Determinazione dei requisiti di scarico - Portata e dimensionamento; • UNI EN 13458-1: Recipienti criogenici - Recipienti fissi isolati sottovuoto Requisiti fondamentali; • UNI EN 13458-3: Recipienti criogenici - Recipienti fissi isolati sottovuoto - Parte 3: Requisiti di funzionamento; • EIGA doc.133/14: Cryogenic vaporization systems - Prevention of brittle fracture of equipment and piping.. Figura 2: Schema tipo di installazione di un serbatoio criogenico. Serbatoi per stoccaggio GPL I serbatoi di stoccaggio di GPL si suddividono in due categorie, quelli destinati all’uso fuori terra e quelli ad uso interrato. Da segnalare che tali attrezzature se installate per utenze domestiche non sono classificabili come attrezzature di lavoro e pertanto ricadono nel campo di applicazione del d.m. 329/04 e non in quello del d.m. 11 aprile 2011. Le attrezzature a pressione e/o gli insiemi costituenti il deposito devono essere specificamente costruiti e allestiti per l’installazione prevista, fuori terra o interrata, secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni comunitarie e nazionali. L’installatore è tenuto a verificare che il serbatoio sia idoneo per il tipo di uso e per la tipologia di installazione prevista. Principali norme di riferimento • D.M. 23 settembre 2004 “Modifica del decreto del 29 febbraio 1988, recante norme 19.

(22) RECIPIENTI A PRESSIONE. •. •. •. •. • • • •. di sicurezza per la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei depositi di gas, di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 5 m³ e adozione dello standard europeo EN 12818 per i serbatoi di gas di petrolio liquefatto di capacità inferiore a 13 m³”; D.M. 4 marzo 2014 “Modifiche ed integrazioni all’allegato al decreto 14 maggio 2004, recante approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per l’installazione e l’esercizio dei depositi di gas di petrolio liquefatto con capacità complessiva non superiore a 13 m³”; UNI EN 12542: Attrezzature e accessori per GPL - Serbatoi fissi cilindrici di acciaio saldato per gas di petrolio liquefatti (GPL), prodotti in serie, di capacità geometrica fino a 13 m³ - Progettazione e fabbricazione; UNI EN 12817: Attrezzature e accessori per GPL - Ispezione e riqualifica dei serbatoi per gas di petrolio liquefatti (GPL) di capacità geometrica minore o uguale a 13 m³; UNI EN 12819: Attrezzature e accessori per GPL - Ispezione e riqualificazione dei recipienti a pressione per gas di petrolio liquefatto (GPL) con capacità maggiore di 13 m³; UNI EN 13636: Protezione catodica di serbatoi metallici interrati e delle relative tubazioni; UNI EN 14071: Attrezzature e accessori per GPL - Valvole di sicurezza per serbatoi per GPL - Attrezzature ausiliarie; UNI EN 14129: Attrezzature e accessori per GPL - Valvole di sicurezza limitatrici di pressione per recipienti a pressione per GPL; UNI EN 14570: Attrezzature e accessori per GPL - Equipaggiamento di serbatoi per GPL, fuori terra ed interrati.. Figura 3: Serbatoio GPL fuori terra. Recipienti in servizio negli impianti petrolchimici Negli impianti petrolchimici si fa spesso riferimento a norme di supporto rilasciate da American Petroleum Institute - API. Tali norme sono molto esaustive e coprono molteplici aspetti. Come esempio si riportano alcune norme applicabili. 20.

(23) RECIPIENTI A PRESSIONE. Principali norme di riferimento • API RP 520: Sizing, Selection, and Installation of Pressure-Relieving Devices in Refineries - Part I-Sizing and Selection; • API RP 520: Sizing, Selection, and Installation of Pressure-Relieving Devices in Refineries - Part II-Installation; • API RP 521: Sizing, Selection, and Installation of Pressure-Relieving - Devices in Refineries Guide for Pressure-Relieving and Depressuring Systems. Per gli scambiatori di calore sono di vasta applicazione le norme TEMA..  Figura 4: Scambiatore a fascio tubiero smontato per manutenzione. Accumulatori per presse o similari Alcune attrezzature come le presse o similari, sono dotate di accumulatori di tipo idropneumatico, per i quali esistono norme specifiche di progettazione e di esercizio, fra queste di particolare importanza è la norma europea UNI EN 14359. Principali norme di riferimento • UNI EN 14359: Accumulatori idropneumatici per trasmissioni idrauliche. Pacchi bombole I pacchi bombole sono attrezzature di lavoro costituite da più bombole collegate in parallelo a un unico collettore di uscita per la fruizione del prodotto e che condividono gli stessi dispositivi di sicurezza, di protezione e controllo. A titolo esemplificativo si citano i pacchi bombole utilizzati per lo stoccaggio di metano nelle stazioni di rifornimento per autotrazione e per l’alimentazione di impianti di processo (circ. n. 5 del 5.3.2013, cfr. Appendice 2 - Documentazione). 21.

(24) RECIPIENTI A PRESSIONE. Principali norme di riferimento • Direttiva TPED (Transportable Pressure Equipment Directive) 2010/35/EU; • Accordo ADR (Accord européen relatif au transport international des marchandises Dangereuses par Route); • UNI EN ISO 10961: Bombole per gas - Pacchi bombole - Progettazione, fabbricazione, prove e controlli.. Figura 5: Pacchi bombole. Attrezzature preesistenti all’emanazione della PED Per le attrezzature progettate e fabbricate secondo la legislazione previgente alla legislazione attuale (PED), cioè quelle omologate dall’Ispesl, occorre riferirsi alle specifiche tecniche applicabili dell’epoca.. Figura 6: Esempio di vecchia targa di attrezzatura a pressione. Principali norme di riferimento • Specificazioni tecniche applicative del D.M. 21 maggio 1974 - norme integrative del regolamento approvato con R.D. 824/1927 (Raccolta E dell’Ispesl). 22.

(25) RECIPIENTI A PRESSIONE. 6. Scheda tecnica. La prima verifica periodica prevede che il verificatore, oltre ad effettuare i controlli di sicurezza dell’attrezzatura, il cui esito è registrato nel verbale di prima verifica periodica, compili una scheda tecnica di identificazione (allegato IV al d.m. 11 aprile 2011) dell’attrezzatura o dell’insieme. Di seguito viene illustrato ciascun campo della scheda tecnica con indicazione degli elementi da compilare e di dove reperire l’informazione. Si specifica che sulla scheda tecnica deve essere presente l’intestazione dell’ente o del soggetto abilitato che ha effettuato la verifica (logo, timbro o riferimento equivalente); non è richiesta la contemporanea presenza del logo del soggetto titolare della funzione e del soggetto abilitato (punto 12 della circ. n. 9 del 5 marzo 2013, cfr. Appendice 2 - Documentazione).. 23.

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(30)                        . SCHEDA TECNICA PER ATTREZZATURE A PRESSIONE ATTREZZATURA A PRESSIONE Matricola Inail5: ............................. Ragione sociale del fabbricante. indicare la ragione sociale del fabbricante dell’attrezzatura, rilevabile, ad esempio, dalla dichiarazione di conformità o dalle istruzioni. Ragione sociale del proprietario. indicare la denominazione del proprietario dell’attrezzatura (o utilizzatore)6, rilevabile nella dichiarazione di messa in servizio. Luogo di installazione. indicare l’indirizzo completo presso il quale risulta installata l’attrezzatura. Descrizione dell’attrezzatura. descrivere in maniera sintetica le condizioni di funzionamento dell’attrezzatura. Dati identificativi: N.F. (Numero di Fabbrica). riportare il numero che il fabbricante ha attribuito all’attrezzatura reperibile nella dichiarazione di conformità e coincidente con quanto indicato nella dichiarazione di messa in servizio. Anno di costruzione. riportare la data indicata nelle istruzioni o nella dichiarazione di conformità, ove specificata, o eventualmente l’anno esplicitato sulla marcatura apposta sulla attrezzatura. Comunicazione all’Inail di in data. 5. 6. 24. di. messa. in. servizio. indicare l'unità operativa territoriale Inail alla quale è stata presentata la comunicazione di messa in servizio/immatricolazione riportare la data indicata nella dichiarazione di messa in servizio. Da assegnare da parte dell’Inail all’atto della comunicazione di messa in servizio. N.B. I dati e i valori riportati sulla presente scheda sono rilevati dalle istruzioni per l’uso e la manutenzione e dalle dichiarazioni di conformità. Tale indicazione può non coincidere con il datore di lavoro..

(31) RECIPIENTI A PRESSIONE. DATI RELATIVI ALLA CERTIFICAZIONE7 Certificazione N.. rilasciata da. Numero O.N.. inserire numero della certificazione. Inserire il nome dell’Organismo Notificato. Inserire in numero dell’Organismo Notificato. Tabella di appartenenza: All. II PED. PS x V bar x litri PS x DN bar. Tab.1, 2, 3, o 4 del d.lgs. 26/2016. Non facente parte di insieme. Indicare il risultato del prodotto in bar per litro. Categoria di rischio. Facente parte dell’insieme n.f.: ……………………………............….. I,II, III o IV della PED. attrezzatura marcata CE attrezzatura non marcata CE ed omologata ISPESL; attrezzatura non marcata CE e garantita dalla marcatura CE dell’insieme. DATI TECNICI Fluido Camera. V (l). TS (°C). PS (bar). Natura. Stato. Gruppo. DN. Camera principale del recipiente. P Massima ammissibile. T massima ammissibile. tipo di fluido. LoG. 1o2. V camera. -. Ulteriore camera se presente. P Massima ammissibile. T massima ammissibile. tipo di fluido. LoG. 1o2. V camera. -. Ulteriore camera se presente. P Massima ammissibile. T massima ammissibile. tipo di fluido. LoG. 1o2. V camera. -. Ulteriore camera se presente. P Massima ammissibile. T massima ammissibile. tipo di fluido. LoG. 1o2. V Camera. -. Capacità totale. somma dei Volumi. -. Dispositivi di protezione installati Accessori di sicurezza: Valvole di sicurezza, dischi di rottura, ecc.. 7. descrivere gli accessori di sicurezza installati dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione (nel caso di insiemi) ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. I dati da inserire sono quelli contenuti nella dichiarazione di conformità dell’attrezzatura o nei certificati di valutazione della conformità emessi dall’Organismo Notificato o dall’Ispettorato degli Utilizzatori.. 25.

(32) RECIPIENTI A PRESSIONE. Dispositivi di controllo: manometri, termometri, indicatori di livello, ecc.. descrivere i dispositivi di controllo installati dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione (nel caso di insiemi) ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. Dispositivi di regolazione: pressostati, termostati, ecc.. descrivere i dispositivi di regolazione installati dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione (nel caso di insiemi) ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. Componenti in scorrimento viscoso o a fatica oligociclica L’attrezzatura ha componenti soggetti a scorrimento viscoso o a fatica oligociclica, vedere elenco allegato NOTE: Indicare le membrature progettate in regime di scorrimento viscoso o fatica oligociclica, così come risulta dalla dicharazione di conformità o dalle istruzioni d'uso. Se vi sono limiti per l’utilizzo (es. temperatura, numero di cicli) ciò deve essere indicato nella scheda Attrezzatura di lavoro immessa in servizio in assenza di disposizioni legislative e regolamentari o antecedentemente all’emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie. Documentazione attrezzatura: Dichiarazione CE di conformità rilasciata in data. allegare ed inserire gli estremi del documento. Istruzioni di uso. Data/numero di revisione:. Registro di manutenzione. allegare ed inserire gli estremi del documento. Dichiarazione di corretta installazione (eventuale). allegare ed inserire gli estremi del documento. Schema P & I. allegare ed inserire gli estremi del documento. Disegni. allegare ed inserire gli estremi del documento. Relazione Tecnica. allegare ed inserire gli estremi del documento. Documentazione relativa ai dispositivi di sicurezza (Dichiarazioni CE di conformità, Certificati taratura, Dimensionamento, ecc.), indicare quale. elencare la documentazione acquisita per redigere la scheda ovvero la dichiarazione di conformità di tali dispositivi e i loro certificati di taratura e/o di efficienza. Altro. elencare eventuale ulteriore documentazione acquisita. Luogo e data:. indicare la data presente sulle istruzioni e il relativo numero di revisione. indicare località e data in cui si è conclusa la verifica Verificatore Nome, Cognome e Qualifica Firma. 26.

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(37)                        . SCHEDA TECNICA PER ATTREZZATURA A PRESSIONE INSIEME A PRESSIONE Immatricolato come unità indivisibile Matricola Inail8: ............................. Ragione sociale del fabbricante. indicare la ragione sociale del fabbricante dell’insieme, rilevabile, ad esempio, dalla dichiarazione di conformità o dalle istruzioni. Ragione sociale del proprietario9. indicare la denominazione del proprietario dell’insieme (o utilizzatore) , rilevabile nella dichiarazione di messa in servizio. Luogo di installazione. indicare l’indirizzo completo presso il quale risulta installato l’insieme. Descrizione dell’insieme. descrivere in maniera sintetica le condizioni di funzionamento dell’insieme. Dati identificativi: N.F. (Numero di Fabbrica). riportare il numero che il fabbricante ha attribuito all’insieme reperibile nella dichiarazione di conformità e coincidente con quanto indicato nella dichiarazione di messa in servizio. Anno di costruzione. riportare la data indicata nelle istruzioni o nella dichiarazione di conformità, ove specificata, o eventualmente l’anno esplicitato sulla marcatura apposta sull’insieme. Comunicazione all’Inail di in data. 8. 9. di. messa. in. servizio. indicare l'unità operativa territoriale Inail alla quale è stata presentata la comunicazione di messa in servizio/immatricolazione riportare la data indicata nella dichiarazione di messa in servizio. Da assegnare da parte Inail all’atto della comunicazione di messa in servizio. N.B. I dati e i valori riportati sulla presente scheda sono rilevati dalle istruzioni per l’uso e la manutenzione e dalle dichiarazioni di conformità. Tale indicazione può non coincidere con il datore di lavoro.. 27.

(38) RECIPIENTI A PRESSIONE. DATI RELATIVI ALLA CERTIFICAZIONE Certificazione N.. rilasciata da. Numero O.N.. inserire numero della certificazione. Inserire il nome dell’Organismo Notificato. Inserire in numero dell’Organismo Notificato. Tabella di appartenenza: All. II PED. PS x V bar x litri PS x DN bar. Tab.1, 2, 3, o 4 del d.lgs. 26/2016. Indicare il risultato Categoria di del prodotto per rischio attrezzatura più pericolosa. I, II, III o IV della PED. CARATTERISTICHE TECNICHE DELL’INSIEME10. Tipologia. Press. Ammiss. MAX (bar). Temperatura ammiss. (°C). Indicare PS In bar. Indicare Intervallo di T ammissibile. Recipiente. MIN. MAX. Fluido Natura. Stato. Gruppo. Tipo di fluido. LoG. 1o2. VOLUME (l) max Indicare volume totale in litri. Attrezzature e accessori componenti l’insieme Valutazione ci conformità Tipologia. NF o. dell’attrezzatura. matricola. Con marcatura CE. Senza marcatura CE. Attrezzatura omologata ISPESL. Accessori di sicurezza. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) Altri dispositivi di protezione installati Accessori di sicurezza: Valvole di sicurezza, dischi di rottura, ecc.. descrivere gli accessori di sicurezza installati dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. 10 I dati da inserire sono quelli contenuti nelle istruzioni per l’uso e la manutenzione e nella dichiarazione di conformità dell’insieme emesse dal fabbricante.. 28.

(39) RECIPIENTI A PRESSIONE. Dispositivi di controllo: manometri, termometri, indicatori di livello, ecc.. descrivere gli accessori di controllo previsti dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. Dispositivi di regolazione: pressostati, termostati, ecc.. descrivere i dispositivi di regolazione previsti dal fabbricante ed elencati nelle istruzioni per l'uso e la manutenzione ovvero descritti dal datore di lavoro nella relazione tecnica allegata alla dichiarazione di messa in servizio. Componenti in scorrimento viscoso o a fatica oligociclica L’attrezzatura ha componenti soggetti a scorrimento viscoso o a fatica oligociclica, vedere elenco allegato NOTE: Indicare le membrature progettate in regime di scorrimento viscoso o fatica oligociclica, così come risulta dalla dicharazione di conformità o dalle istruzioni d'uso. Se vi sono limiti per l’utilizzo (es. temperatura, numero di cicli) ciò deve essere indicato nella scheda Attrezzatura di lavoro immessa in servizio in assenza di disposizioni legislative e regolamentari o antecedentemente all’emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie. Documentazione attrezzatura: Dichiarazione CE di conformità rilasciata in data. Indicare la data presente sulla dichiarazione. Istruzioni di uso. Data/numero di revisione:. Registro di manutenzione. Allegare ed inserire gli estremi dei documenti. Dichiarazione di corretta installazione (eventuale). Allegare ed inserire gli estremi dei documenti. Schema P & I. Allegare ed inserire gli estremi dei documenti. Disegni. Allegare ed inserire gli estremi dei documenti. Relazione Tecnica. Allegare ed inserire gli estremi dei documenti. Documentazione relativa ai dispositivi di sicurezza (Dichiarazioni CE di conformità, Certificati taratura, Dimensionamento, ecc.), indicare quale. Elencare la documentazione acquisita per redigere la scheda ovvero la dichiarazione di conformità di tali dispositivi e i loro certificati di taratura e/o di efficienza.. Altro. Elencare eventuale ulteriore documentazione acquisita. Luogo e data:. indicare la data presente sulle istruzioni e il relativo numero di revisione. Indicare località e data in cui si è conclusa la verifica Verificatore Nome, Cognome e Qualifica Firma. 29.

(40) RECIPIENTI A PRESSIONE. 7. Verbale di prima verifica periodica. La prima verifica periodica consiste nella verifica di funzionamento, di cui al punto 4.3.1. del d.m. 11 aprile 2011. Per la corretta conduzione della verifica di funzionamento e la compilazione del verbale occorre: 1. identificare l’attrezzatura (o le attrezzature componenti l’insieme); 2. verificare la corrispondenza delle matricole rilasciate dall’Ispesl o dall’Inail all’atto della dichiarazione di messa in servizio delle attrezzature (certificate singolarmente o componenti un insieme) rientranti nelle quattro categorie del d.lgs. 93/00 e s.m.i non escluse dalle verifiche periodiche del d.m. 329/04; per gli insiemi di limitata complessità, nel caso in cui il datore di lavoro abbia esplicitamente richiesto in sede di dichiarazione di messa in servizio, di voler considerare l’insieme stesso come unità indivisibile, la verifica di corrispondenza riguarda la matricola unica dell’insieme; 3. constatare la rispondenza delle condizioni di installazione, di esercizio e di sicurezza con quanto indicato nella dichiarazione di messa in servizio di cui all’art. 6 del d.m. 329/04; 4. controllare l’esistenza e la corretta applicazione delle istruzioni per l’uso del fabbricante. Il datore di lavoro deve mettere a disposizione del verificatore il personale, vigilato da un preposto, occorrente per le operazioni di verifica e i mezzi necessari alla stessa (esclusi gli apparecchi di misurazione). Se durante la verifica emergono situazioni pregiudizievoli per la sicurezza in esercizio, è necessario imporre il divieto d’uso della attrezzatura. Le attrezzature itineranti possono essere sottoposte a verifica periodica anche presso il magazzino del distributore anziché presso il luogo di utilizzo. Per la verifica è inoltre necessario procedere ai seguenti esami e controlli: a) esame documentale; b) controllo della funzionalità dei dispositivi di protezione e controllo; c) controllo dei parametri operativi. L’esame documentale viene effettuato sulla base della documentazione rilasciata a seguito della dichiarazione di messa in servizio (relazione tecnica e istruzioni per l’uso e la manutenzione). Per la verifica di funzionamento deve essere disponibile anche la seguente documentazione: 30.

(41) RECIPIENTI A PRESSIONE. - risultanze dei controlli eseguiti dal datore di lavoro previsti dall’art. 71, comma 8 del d.lgs. 81/0811; - schema o P&ID (Piping and Instrumentation Diagram) dell’impianto; - libretto matricolare nel caso di attrezzature fabbricate precedentemente all’entrata in vigore della direttiva PED; - dichiarazione di conformità CE/UE e istruzioni d’uso per le attrezzature e/o insiemi fabbricati in conformità alla direttiva PED; - copia della dichiarazione di messa in servizio e relativa documentazione per attrezzature e/o insiemi messi in servizio dopo l’entrata in vigore del d.m. 329/04; - copia di tutti i verbali (verifiche di messa in servizio, verifiche periodiche, verbali di riparazioni, etc.) emessi dai vari enti preposti/organsmi nel corso dell’esercizio dell’attrezzatura/insieme. Dall’esame documentale deve risultare l’assenza di incongruenze di tipo tecnico e formale. Occorre verificare che non siano intervenute variazioni significative rispetto alle risultanze relative alla messa in servizio. Eventuali variazioni non significative (variazioni dei parametri di processo, sostituzione di accessori di sicurezza con altri dello stesso tipo e aventi equivalenti caratteristiche operative, ecc.) devono essere annotate nel verbale di verifica. Le verifiche di efficienza e funzionalità degli accessori di sicurezza seguono le stesse periodicità dell’attrezzatura su cui sono installati o che sono destinati a proteggere. Il controllo della funzionalità dei dispositivi di protezione può essere effettuato con prove al banco, con simulazioni, oppure in esercizio; questa ultima opzione è perseguibile se non risulta pregiudizievole per le condizioni di funzionamento dell’attrezzatura. In fase di verifica occorre altresì accertarsi che lo scarico dei dispositivi di sicurezza avvenga in modo da non arrecare danni alle persone. Secondo il punto 4.4.4 della UNI/TS 11325-6, il controllo della funzionalità dei dispositivi di protezione “è una modalità di prova che deve essere eseguita sotto diretta responsabilità dell’utilizzatore con il controllo del personale di esercizio e secondo una procedura scritta - in particolare se, per la verifica, è richiesto il funzionamento dell’impianto senza la protezione dei dispositivi in prova - prendendo tutte le precauzioni necessarie per prevenire danni alle persone e/o alle cose”. La stessa norma afferma che “il manometro utilizzato come confronto deve avere fondo scala compreso tra 1,25 e 2 volte il valore del parametro da misurare”, mentre “il termometro deve avere fondo scala compreso tra 1,1 e 1,5 il valore della grandezza da misurare”. Se il predetto controllo avviene mediante prove al banco, quest’ultimo deve avere. 11 ln questo caso, per controllo si intende l’operazione, a cura del datore di lavoro, il cui esito è volto ad assicurare il buono stato di conservazione e l'efficienza, ai fini della sicurezza, delle attrezzature a pressione, secondo le indicazioni riportate nelle istruzioni d’uso del fabbricante.. 31.

(42) RECIPIENTI A PRESSIONE. caratteristiche adeguate (per le valvole di sicurezza si può far riferimento alla norma UNI 10197). La UNI/TS 11325-6 prescrive che durante la prova al banco “l’attrezzatura è generalmente tenuta fuori esercizio, a meno che non sia dotata di dispositivi ridondanti, in grado di consentire un esercizio temporaneo, sotto stretta sorveglianza del personale di esercizio e secondo una procedura scritta ed approvata dall’utilizzatore” mentre, per la prova mediante simulazioni “l’intervento dei dispositivi di protezione è provocato simulando in maniera locale la variazione della grandezza da controllare o variando in maniera controllata e misurabile il valore di set”. Ad esempio la funzionalità delle valvole di sicurezza può essere simulata in campo mediante l’utilizzo di appositi martinetti che generano la pressione di aperura sulla valvola da testare. La norma UNI/TS 11325-6 riporta, inoltre, in appendice C, le indicazioni per la conduzione della verifica di funzionalità dei dispositivi di protezione SRMCR (Sistema di Misurazione Controllo e Regolazione per la Sicurezza, di cui alla UNI EN 764-7, punto 3.15). Infine, se non si utilizzano i suelencati metodi, il controllo della funzionalità delle valvole di sicurezza può consistere nell’accertamento di avvenuta taratura, entro i limiti temporali stabiliti dal fabbricante e sempre non oltre i limiti imposti dalla periodicità delle verifiche di funzionalità relative all’attrezzatura a cui sono asservite. La norma UNI TS 11325-6, al punto 4.4.2, prescrive comunque che “l’utilizzatore deve eseguire interventi di controllo periodico del sistema di sicurezza che accertino il mantenimento delle condizioni di efficienza del sistema di sicurezza, secondo le frequenze indicate nelle istruzioni operative del fabbricante”. Per i recipienti, inoltre, non è consentita l’installazione di valvole di intercettazione sull’entrata e/o sull’uscita dei condotti delle valvole di sicurezza nel caso trattino fluidi infiammabili, tossici, corrosivi o comunque nocivi, tranne che su espressa e motivata richiesta del datore di lavoro; in questo caso è da verificare che tale installazione non sia in contrasto con quanto indicato nelle istruzioni per l’uso dell’attrezzatura. In ogni caso le eventuali valvole di intercettazione devono essere sempre piombate in posizione di massima apertura a cura dell’Inail o delle ASL/ARPA (punto 4.3.1.2 dell’allegato II al d.m. 11 aprile 2011). Secondo la norma UNI TS 11325-6, tutte le manovre che comportino manomissioni del sigillo devono essere registrate su apposito registro (il cosiddetto Registro degli intercetti). La suddetta norma reca anche indicazioni relative alla non intercettabilità dei dispositivi diretti per la limitazione della pressione a protezione di attrezzature a pressione o di singole camere di essa (nel caso di attrezzature a più camere), destinate a generare vapor d’acqua o acqua surriscaldata, esposte alla fiamma o con pericolo di surriscaldamento o dove si prevedano aumenti improvvisi e incontrollabili della pressione. Per le attrezzature a pressione non rientranti nel caso precedente si rimanda alla norma UNI TS 11325-6 (punto 4.4.3) che descrive in dettaglio le condizioni per realizzare la predetta intercettabilità in condizioni di sicurezza e prescrive la necessità di porre attenzione all’identificazione delle intercettazioni mediante idonea “cartellonistica” che deve essere ben visibile, con indicata la posizione di apertura e chiusura del sistema di intercettazione. 32.

(43) RECIPIENTI A PRESSIONE. Per i recipienti a pressione “in cui sono presenti aperture o portelle a chiusura unica o multipla deve inoltre essere accertata l’efficienza e la funzionalità dei dispositivi specifici installati in base alle disposizioni contenute nelle istruzioni d’uso del fabbricante per le attrezzature/insiemi fabbricate in conformità alla direttiva 97/23/CE o alla 2014/68/UE o in base alle disposizioni contenute al paragrafo E.4.A.4 della Raccolta E, per le attrezzature costruite in accordo alla normativa previgente” (UNI 11325-12, punto 4.2.6). Inoltre, “per le attrezzature al cui interno avvengono particolari processi di lavorazione che rendano necessaria l’apertura frequente o saltuaria di coperchi o portelle a manovra unica o multipla, devono essere indicate le misure predisposte per l’apertura e chiusura in sicurezza” (UNI/TS 11325-6, allegato D, punto D5). Tali misure devono essere reperibili nella relazione tecnica elaborata ai sensi dell’art. 6, comma 1), lettera b) del d.m. 329/04 a corredo di questa tipologia di attrezzature o, qualora mancante, richiesta a complemento in fase di verifica12. La verifica dei parametri operativi consiste nell’accertamento, tramite gli accessori di controllo in dotazione all’attrezzatura/insieme, che i valori riscontrati rientrino nei limiti indicati nella relazione allegata alla dichiarazione di messa in servizio e nelle istruzioni operative o d’uso del fabbricante. Nei casi in cui la relazione di cui sopra preveda la registrazione dei valori dei parametri operativi durante l’esercizio, in sede di verifica devono essere esaminate tutte le registrazioni al fine di evidenziare eventuali anomalie. Durante la verifica deve anche essere accertata la corretta esecuzione degli eventuali interventi di riparazione, in base alle istruzioni per l’uso rilasciate dal fabbricante o alle procedure di cui all’art. 14 del d.m. 329/04 (punto 4.3.1.3 dell’allegato II al d.m. 11 aprile 2011).. 12 In particolare occorre prestare attenzione agli apparecchi a pressione denominati “autoclavi” dotati di portelle con sistemi di chiusura realizzati con anelli cavi in due o più segmenti apribili a cerniera ed omologati dall’Ispesl secondo la legislazione antecedente al d.lgs.93/00. Tali dispositivi a chiusura ermetica devono essere in grado di resistere a pressioni superiori a quella atmosferica, nella maggior parte dei casi, per esercizio a temperature elevate e dotati di coperchi o portelle per la frequente o saltuaria apertura. Si tratta di attrezzature a pressione dotate di libretto matricolare e conformi alle disposizioni contenute nel d.m. 21 novembre 1972 per quanto riguarda gli aspetti costruttivi, oltre a quelle del fascicolo E.4 della “Raccolta E” per gli aspetti relativi alla funzionalità dei dispositivi di sicurezza. A seguito di indagini mirate su specifici esemplari che hanno manifestato talune criticità in fase di esercizio, l’Inail ha provveduto ad eseguire studi ed indagini tecniche finalizzate all’individuazione delle possibili cause alla base delle anomalie di funzionamento riscontrate. Elementi critici sono stati evidenziati in alcune piastre forate solidali all’anello cavo di chiusura generalmente funzionali all’inserimento centrato di opportuni perni di sicurezza quale sistema di riscontro del corretto posizionamento della chiusura delle portelle. Dette piastre, sebbene non esposte direttamente all’azione della pressione interna e risultando sostanzialmente “scariche” dal punto di vista della sollecitazione nelle condizioni normali di esercizio, sono soggette, in particolari condizioni, all’azione di forze radiali generate essenzialmente da dilatazioni termiche differenziali fra anelli cavi e corpo autoclave o trafilamento di vapore a seguito di degrado/rottura della guarnizione nell’anello cavo. Tale situazione, qualora le sollecitazioni non vengano opportunamente compensate dagli “attriti” e dai "giochi" sugli elementi componenti il sistema di chiusura, può determinare spostamenti radiali degli anelli di chiusura e esporre l’apparecchio a condizione di pericolo.. 33.

(44) RECIPIENTI A PRESSIONE. Per le attrezzature a più camere (es. scambiatori di calore) occorre verificare la sicurezza dell’attrezzatura nel suo complesso, considerando che la categoria PED della stessa deriva dalla categoria più elevata risultante dalle singole camere che lo compongono. Per gli insiemi è necessario redigere un verbale di verifica per ogni attrezzatura che è stata immatricolata singolarmente, riportando su ogni singolo verbale il riferimento al numero identificativo dell’insieme (apposto sulla dichiarazione di conformità) di cui è parte. Si procede poi a redigere un verbale complessivo relativo alla certificazione e protezione dell’insieme e al rispetto delle istruzioni per l’uso. Le relazioni sono raccolte nella banca dati informatizzata, di cui all’art. 3, comma l del d.m. 11 aprile 2011. Nel caso di insieme immatricolato come un’unica unità indivisibile si redige un unico verbale complessivo per tutte le attrezzature dell’insieme. Nei verbali di ciascuna delle attrezzature immatricolate dell’insieme o nel verbale relativo all’insieme nel suo complesso (caso di insieme considerato come unità indivisibile), occorre distinguere tra le attrezzature: a) marcate CE; b) non marcate CE ed omologate ISPESL; c) non marcate CE e garantite dalla marcatura CE dell’insieme. Al fine di illustrare le possibili modalità di verbalizzazione si riporta il caso esemplificativo di un pacco bombole. Come noto, esso può essere certificato CE come insieme o costituito da singole attrezzature certificate CE ed assemblate dall’utilizzatore. Conseguentemente alle modalità di immatricolazione, variano le modalità di verbalizzazione della verifica periodica: se il pacco bombole è costituito da singole bombole certificate come attrezzature installate con un unico sistema di protezione sotto la responsabilità dell’utilizzatore, il verificatore rilascia un verbale singolo per ogni bombola. Se le bombole fanno invece parte di un insieme “pacco bombole” certificato CE, oltre ai verbali relativi alle singole bombole si deve, in aggiunta, produrre il verbale generale per l’intero insieme. Se l’insieme “pacco bombole” è immatricolato come unità indivisibile (insieme UI) viene redatto solamente un unico verbale relativo all’insieme. Si specifica che su ogni verbale di verifica deve essere presente l’intestazione dell’ente o del soggetto abilitato che ha effettuato la verifica (attraverso logo, timbro o riferimento equivalente); non è richiesta la contemporanea presenza del logo del soggetto titolare della funzione e del soggetto abilitato (punto 12 della circ. n. 9 del 5.3.2013, cfr. Appendice 2 - Documentazione). L’esito della verifica è da tenere a disposizione dell’autorità di vigilanza competente fino alla messa fuori esercizio dell’attrezzatura.. 34.

(45) RECIPIENTI A PRESSIONE. 

(46)      .           .   8               . VERBALE DI VERIFICA PERIODICA (D.lgs. 81/2008 art. 71, comma 11 e Allegato VII) Il giorno. riportare l’indicazione del giorno in cui si è conclusa la verifica presso l’utilizzatore. il sottoscritto. indicare il nome e cognome del verificatore che ha condotto la verifica. ha provveduto alla: La prima delle verifiche periodiche La verifica di funzionamento La verifica di visita interna per generatori di vapore La verifica di integrità. specificare che trattasi di prima verifica periodica. del/della: arrezzature pressione. specificare se trattasi di attrezzatura o insieme. X. Tipo:. insieme a pressione. recipiente a pressione. Matricola:. indicare la matricola assegnata all’attrezzatura. Mod.:. indicare il modello dell’attrezzatura. Nr. Fabbrica:. indicare il numero di fabbrica dell’attrezzatura. Installato/utilizzato nel cantiere/stabilimento della Ditta:. indicare la ragione sociale della Ditta, ovvero nome e cognome della persona fisica presso cui è installato l’impianto; nel caso in cui tale dato non coincida con il datore di lavoro, specificare anche ragione sociale e sede legale di quest’ultimo. Comune:. indicare il comune presso cui si trova l’impianto. Via e n.:. indicare l’indirizzo completo presso il quale risulta presente l’impianto. 35.

(47) RECIPIENTI A PRESSIONE. ed ha rilevato quanto segue:. 1) Configurazione e dati tecnici rilevati al momento della verifica:13. Attrezzatura/Camere. N.F.. PS (bar). P esercizio (bar). TS (°C). T esercizio (°C). Fluido Natura. Stato. Gruppo. Attrezzatura. Specificare la tipologia di attrezzatura. N.F.. Specificare il numero di fabbrica dell’attrezzatura (dato di targa). PS (bar). Specificare la pressione massima ammissibile dell’attrezzatura (dato di targa). P esercizio (bar). Specificare la pressione massima di esercizio dell’attrezzatura. TS (°C). Specificare la temperatura massima ammissibile dell’attrezzatura (dato di targa). T esercizio (°C). Specificare la temperatura di esercizio dell’attrezzatura. Natura. Specificare la tipologia di fluido/i. Stato. Specificare lo stato del fluido/i. Gruppo. Specificare il gruppo di appartenenza del fluido/i (1 o 2). Breve descrizione del funzionamento/processo dell’attrezzatura/insieme. Descrivere in maniera sintetica le condizioni di funzionamento dell’attrezzatura/insieme. Generatori di vapore È verificata la rispondenza dei parametri dell’acqua di alimento con quanto richiesto nelle istruzioni per l’uso o nelle norme applicabili. È presente il conduttore abilitato Sig. Abilitazione n. Rilasciata il. N.A. N.A. N.A.. Impianti di riscaldamento centralizzati con generatore di calore di potenzialità superiore a 116 kW (per periodica o prima periodica) Gli impianti rispettano, qualora non certificati come insiemi, le prescrizioni della Raccolta R dell’ISPESL. 13 I dati da inserire nella tabella sono descritti nelle righe sottostanti.. 36.

(48) RECIPIENTI A PRESSIONE. 2) Regolarità e della funzionalità dei dispositivi di protezione:. Accessori di sicurezza: valvole di sicurezza, dischi di rottura, ecc. (indicare marca, modello, certificazione/omologazione, taratura, criteri di scelta, conformità alle istruzioni uso, verifica di funzionalità, verifica che lo scarico dei dispositivi di sicurezza non arrechi danni). Specificare i dispositivi installati. Dispositivi di controllo: Manometri, termometri, indicatori di livello, ecc. (Indicare marca, modello, certificazione/omologazione, fondo scala, criteri di scelta, conformità alle istruzioni uso, verifica di funzionalità). Specificare i dispositivi installati. Dispositivi di regolazione: pressostati, termostati, ecc.: (Indicare marca, modello, certificazione/omologazione, taratura, criteri di scelta, conformità alle istruzioni uso, verifica di funzionalità). Specificare i dispositivi installati. Altri accessori rilevanti: Mezzi di alimentazione (per generatori di vapore) (Indicare marca, modello, certificazione/omologazione, portata, prevalenza, criteri di scelta, conformità alle istruzioni uso, verifica di funzionalità): Valvole di intercettazione (Indicare marca, modello, criteri di scelta, conformità alle istruzioni uso, piombatura). Altro. 14. N.A.. Verificare che i dispositivi di intercettazione rispettino quanto prescritto nel d.m. 11/04/2011, allegato II, punto 4.3.1.2.14 Verificare inoltre che la/le valvola/e d’intercetto garantiscano il corretto funzionamento dell’attrezzatura/insieme e dei dispositivi di protezione (valvola/e di sicurezza) resi intercettabili e che sia predisposto e mantenuto aggiornato un registro dove annotare, per ogni dispositivo, qualunque manovra eseguita sul suo sistema di intercettazione. Inserire la descrizione di altri accessori rilevanti ai fini della sicurezza presenti nell’attrezzatura/insieme in esame. “L'installazione di valvole di intercettazione sull'entrata e sull'uscita dei condotti delle valvole di sicurezza è consentita. qualora non in contrasto con quanto indicato nelle istruzioni per l'uso, su motivata richiesta del datore di lavoro in particolare nel caso di fluidi infiammabili, tossici, corrosivi o comunque nocivi. le valvole di intercettazione devono essere piombate in posizione di apertura a cura dell'Inail o delle Asl ai quali vanno segnalate tempestivamente le manovre che abbiano comportato manomissioni del sigillo".. 37.

(49) RECIPIENTI A PRESSIONE. 3) Stato di conservazione. Verifica per visita interna per generatori di vapore Esame visivo delle parti del generatore accessibili ed ispezionabili, tanto internamente che esternamente ha rilevato quanto segue:. N.A.. Sono stati eseguiti ulteriori esami e prove, da personale adeguatamente qualificato incaricato dal datore di lavoro, al fine di accertare la permanenza delle condizioni di stabilità per la sicurezza dell’esercizio del generatore stesso, indicare quali:. N.A.. Verifica di integrità di attrezzature/insiemi esame visivo eseguito dall'esterno. N.A.. esame visivo eseguito dall'interno,. N.A.. esame spessimetrico. N.A.. altre eventuali prove, indicare quali. N.A.. prova idraulica (valore di pressione...). N.A.. prova pneumatica (valore di pressione...). N.A.. Verifica di integrità di tubazioni prove non distruttive eseguite Lo stato di conservazione risulta. N.A. N.A.. 4) Osservazioni: Indicare eventuali elementi ritenuti significativi rilevati nel corso della verifica non contemplati in altre sezioni del verbale. esito della verifica In base a quanto rilevato ed al risultato delle prove eseguite di cui al presente verbale, X lo stato di funzionamento lo stato di conservazione della suddetta attrezzatura/insieme:. N.A.. risulta adeguato ai fini della sicurezza. barrare la casella di interesse. Per la seconda opzione indicare anche la motivazione dell’esito negativo della verifica. non risulta adeguato ai fini della sicurezza, per i seguenti motivi. 38. Barrare la casella.

(50) RECIPIENTI A PRESSIONE. Data della prossima verifica Data della prossima verifica Data della verifica per visita interna (per generatori di di funzionamento d’integrità vapore) Indicare la data della successiva Indicare la data della verifica di verifica secondo la periodicità integrità (massimo 10 anni dalla N.A dell’allegato VII del d.lgs. 81/0815 data di messa in servizio). Luogo e data. Indicare località e data in cui si è conclusa la verifica. Firma del datore di lavoro o suo rappresentante. Verificatore Nome, Cognome e Qualifica Firma. Apporre timbro e firma per esteso del datore di lavoro o suo rappresentante. Apporre timbro e firma per esteso del verificatore. Nota per la compilazione: per la prima delle verifiche periodiche e per la verifica di funzionamento fare riferimento ai punti 1) e 2) e 4); per le verifiche per visita interna e d’integrità fare riferimento ai punti 3) e 4).. 15 La verifica deve essere effettuata prima della scadenza stabilita dall’allegato VII al d.lgs.81/08 ove previsto dal fabbricante.. 39.

(51) RECIPIENTI A PRESSIONE. Appendice - Liste di controllo. Si riportano di seguito le liste di controllo nelle quali è riportato, sotto forma di check list, un elenco non esaustivo degli elementi costituenti l’attività di verifica. I verificatori potranno integrare le liste in argomento, in relazione alla specificità dell’attrezzatura ed in base alle specifiche peculiarità, legate, ad esempio, alla tipologia di installazione, allo specifico ambiente lavoro, allo stato di conservazione, alla particolare destinazione d’uso, alle condizioni di impiego. Le diverse parti in cui consiste l’attività di prima verifica periodica sono state evidenziate con diversi colori, al fine di renderne anche visivamente più immediata l’individuazione.. 40.

(52) RECIPIENTI A PRESSIONE. I VERIFICA PERIODICA (D.lgs. 81/2008 art. 71, comma 11 e Allegato VII). ATTREZZATURA A PRESSIONE: RECIPIENTE. ESAME DOCUMENTALE. ELEMENTO. INTERVENTO. Dichiarazione CE di conformità. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Istruzioni d’uso. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Registro di manutenzione. Verificarne esistenza e regolare tenuta (art. 71, comma 8, d.lgs. 81/08). Dichiarazione di corretta installazione. Ove presente, verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Schema P&I. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Disegni. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Relazione tecnica. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Documentazione dei dispositivi di protezione e controllo. Verificarne esistenza e corrispondenza con attrezzatura in verifica. Altro. Esistenza di componenti soggetti a scorrimento viscoso o a fatica oligociclica. 41.

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