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Salute – Pag. 16 12 aprile 2007

PRESENTATI A FINE MARZO I RISULTATI DI UN ESAME UTILE ALLE DONNE AFFETTE DA MALATTIE AUTOIMMUNI

Un test salvacuore del feto

Un test in grado di prevedere la predisposizione delle donne incinte a trasmettere al proprio figlio un auotoanticorpo che provoca il cosiddetto blocco cardiaco fetale o, più precisamente, blocco antroventricolare.

La notizia arriva da Stoccolma dove a fine marzo Edx Diagnostics (società di ricerca e sviluppo di prodotti per la diagnostica con sede a Pula, Cagliari) ha presentato un test diagnostico che aiuta a capire quando il feto è a rischio. Hanno illustrato i risultati dello studio Harry Rutger Lindstrom, amministratore delegato e presidente di Edx e Monica Mameli-Engvall,direttore medico. A trarre benefici da questa metodologia saranno soprattutto le donne affette da Lupus Eritematoso Sistemico (LES) e da sindrome di Sjogren. Due patologie cosiddette autoimmuni in cui il sistema immunitario riconoscendo come "nemiche" le proprie cellule (e i propri tessuti sani)le attacca. «Abbiamo notato che le donne incinte affette da queste patologie producono un anticorpo autoimmune, o autoanticorpo chiamato R052», spiega Lindstrom, «Intorno alla diciottesima settimana di gravidanza la madre trasferisce la sua protezione immunitaria al feto. A questo punto anche l'R052 attraversa la placenta mettendo in pericolo il cuore del nascituro che rischia i fermarsi. Oppure potrebbe accadere che il bimbo nasca con una grave complicazione cardiaca». Per evitare tutto questo è possibile intervenire con una cura a base di corticosteroidi che non danneggiano il feto. Il vero problema però è individuare in tempo, entro la diciottesima settimana, le donne che producono l'R052 (secondo Lindstrom e Mameli-Engvall in Italia le portatrici di questo autoanticorpo sono l'I per cento, in Sardegna il 2- 3 per cento della popolazione). Chiarisce Monica Mameli-Engvall: «per effettuare il test basta prelevare una piccolissima quantità di sangue e metterla in un vetrino nel quale si trova un peptide sintetico con funzioni ingegnerizzate (tecnologie EDX Diagnostics). Esso è in grado di legarsi all'autoanticorpo e riconoscerlo segnalandone la presenza attraverso una fluorescenza, come se si accendesse una minuscola lampadina».

Il test sarà presto disponibile a Cagliari nell'Azienda ospedaliera Brotzu (070531940/070539695) dove l'équipe di Roberto Tumbarello, direttore della Struttura di Cardiologia Pediatrica, sta conducendo un esame su volontarie con problematiche di tipo immunologico e con aritmie a carico del feto. Per Tumburello entro maggio si potrebbe passare alla fase operativa. «Il test ha potenzialmente dei vantaggi. In futuro si potrebbe affiancare un sistema di elettrocardiografia in grado di distinguere gli impulsi elettrici materni da quelli fetali, cosa non ancora praticamente possibile».

Peptide luminescente. Un peptide sintetico a contatto con il sangue della madre

"rivela",illuminandosi, la presenza dell'autanticorpo RO52: così funziona il nuovo test per individuare il rischio per il feto di avere significativi problemi cardiaci. Il peptide è una molecola naturale o un composto chimico sintetico, formato da una catena di pochi amminoacidi; catene che, a loro volta, costituiscono le proteine.

Carla Etzo

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Salute – Pag. 16 12 aprile 2007

Un consorzio di ricerca tra Cagliari e Stoccolma

L’azienda. Il test per la diagnosi del blocco cardiaco nel feto è solo una delle metodiche elaborate dal consorzio Edx Diagnostic. In cantiere ci sono infatti diversi brevetti che potranno dare un contributo in diversi ambiti: dall'ipertensione alle analisi prenatali, dall'ottimizzazione del trattamenti antibiotici alle infezioni batteriche.

"Il concetto che guida i nostri studi è quello di diagnostica personalizzata ", spiega il presidente Harry Lindström, "finalizzata a creare prodotti diagnostici specifici, altamente selettivi che permettano di associare la giusta terapia al giusto individuo in base al suo profilo biochimico. In più crea la possibilità di trovare risposte terapeutiche adeguate a chi solitamente non reagisce ai trattamenti".

Per Lindström la forma consorziale permette di unire insieme diversi scienziati, soprattutto svedesi e italiani, e mettere a loro disposizione strutture e tecnologie tra le più avanzate. Lindström ha scelto l'Italia come sede ideale della società.

Edx si trova infatti a Pula (Cagliari) nel parco scientifico e tecnologico di "Sardegna Ricerche".

(c. et.)

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