Aplus S.r.l.
Via G. Savelli, 86 35129 Padova
URL: www.aplusconsulting.it Redatto da:
VETRI SPECIALI S.P.A. – INSTALLAZIONE DI ORMELLE (TV): PROGETTO DI
RIFACIMENTO FORNO FUSORE CON RISTRUTTURAZIONE STABILIMENTO
VETRARIO
STUDIO DELLA DIFFUSIONE ATMOSFERICA DELLE EMISSIONI GASSOSE
Vetri Speciali S.p.a.
Sede legale:
Via G. Manci, 5 – Palazzo Fugger Galasso 38122 Trento (TN)
Sede dell’installazione:
Via Stadio, 53 – 31024 Ormelle (TV) Ditta proponente:
ECOconsulting S.r.l.
Piazzetta Giordano Domenico Beotto, 7
SOMMARIO
1. PREMESSA ... 6
2. INQUADRAMENTO NORMATIVO ... 7
2.1 Valori limite individuati dalla normativa vigente ... 7
2.1.1 Ossidi di azoto ... 9
2.1.2 Ossidi di zolfo ... 9
2.1.3 Polveri (particolato atmosferico)... 10
2.2 Valori limite fissati dalle conclusioni sulle migliori tecniche disponibili per la produzione del vetro ... 11
3. QUALITÀ DELL’ARIA NELLA ZONA DI STUDIO ... 12
3.1 Biossido di azoto, Biossido di zolfo, Monossido di carbonio ... 12
3.2 Particolato PM10 e PM2.5 ... 14
3.3 Metalli pesanti (Pb, As, Cd, Ni) ... 17
3.4 Campagne di monitoraggio con stazione mobile ... 20
4. CARATTERISTICHE DELLE SORGENTI EMISSIVE ... 21
4.1 Emissioni di tipo convogliato ... 21
4.1.1 Stato ante‐operam ... 21
4.1.2 Stato di progetto ... 22
5. SIMULAZIONI MODELLISTICHE DELLA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI AERIFORMI ... 24
5.1 Modello di calcolo ... 24
5.2 Dominio di calcolo ... 25
5.3 Parametri assegnati nelle simulazioni ... 25
5.4 Considerazioni modellistiche e dati di input ... 25
5.5 Effetti scia degli edifici (BUILDING DOWNWASH) ... 26
5.6 Deposizione secca e umida ... 29
5.6 Dati meteorologici di input ... 31
5.6.1 Temperatura ... 32
5.6.2 Regime anemologico ... 34
5.6.1 Regime pluviometrico ... 41
5.7 Risultati delle simulazioni ... 43
5.7.1 Risultati numerici degli indicatori di qualità dell’aria ... 44
5.7.2 Distribuzioni spaziali degli indicatori di qualità dell’aria ... 47
5.8 Confronto con i dati di qualità dell’aria ... 48
6. CONCLUSIONI ... 49
INDICE TABELLE
Tabella 2.1 Valori limite per la protezione della salute umana, degli ecosistemi, della vegetazione e valori obiettivo
secondo la normativa vigente (D. Lgs. 155/2010) ... 8
Tabella 2.2 BAT‐AEL applicabili alle emissioni in atmosfera del nuovo forno fusorio ... 11
Tabella 3.1 Elenco delle stazioni ARPAV in Provincia di Treviso (ARPAV, 2015) ... 12
Tabella 4.1 Valori di emissione degli inquinanti autorizzati nelle emissioni del forno fusorio afferenti al camino E121 Tabella 4.2 Localizzazione del camino E1 (coordinate piane, sistema di riferimento Gauss‐Boaga) ... 22
Tabella 4.3 Caratterizzazione geometrica ed emissiva del camino E1 (stato ante‐operam) ... 22
Tabella 4.4 Localizzazione del nuovo camino E1* (coordinate piane, sistema di riferimento Gauss‐Boaga) ... 23
Tabella 4.5 Caratterizzazione geometrica ed emissiva del nuovo camino E1* (stato post‐operam) ... 23
Tabella 5.1 Parametri assegnati nelle simulazioni ... 25
Tabella 5.2 Parametri chimici per valutazione della deposizione utilizzati nelle simulazioni CALPUFF ... 30
Tabella 5.3 Valori mensili della temperatura relativi al triennio 2011‐13 ... 32
Tabella 5.4 Valori mensili della velocità del vento relativi al triennio 20111‐13 ... 34
Tabella 5.5 Distribuzione di frequenza di direzione e classi di velocità del vento nell’anno 2011 ... 37
Tabella 5.6 Distribuzione di frequenza di direzione e classi di velocità del vento nell’anno 2012 ... 37
Tabella 5.7 Distribuzione di frequenza di direzione e classi di velocità del vento nell’anno 2013 ... 38
Tabella 5.8 Distribuzione annuale di frequenza delle classi di velocità e della stabilità delle classi nell’anno 2011 .. 38
Tabella 5.9 Distribuzione annuale di frequenza delle classi di velocità e della stabilità delle classi nell’anno 2012 .. 39
Tabella 5.10 Distribuzione annuale di frequenza delle classi di velocità e della stabilità delle classi nell’anno 2013 39 Tabella 5.11 Indicatori di riferimento di qualità dell’aria adottati nello studio ... 43
Tabella 5.12 Risultati delle simulazioni: valori massimi di ricaduta per i recettori della griglia per i contaminanti oggetto di studio (scenario ante‐operam) ... 45
Tabella 5.13 Risultati delle simulazioni: valori massimi di ricaduta per i recettori della griglia per i contaminanti oggetto di studio (scenario post‐operam) ... 46
Tabella 5.14 Confronto con i limiti di legge della situazione post‐operam, nei punti di massima concentrazione (percentuali di contributo) ... 47
Tabella 5.15. Confronto della concentrazione massima annua di NOx e PM10 allo stato di progetto con i dati di qualità dell’aria rilevati ... 48
INDICE FIGURE
Figura 3.1 Biossido di azoto – Medie annuali nelle stazioni di tipologia “fondo” ... 13Figura 3.2 Biossido di azoto – Medie annuali nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale” ... 13
Figura 3.3 Particolato PM10 – Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di tipologia “fondo” ... 14
Figura 3.4 Particolato PM10 – Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana
registrati nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale” ... 15
Figura 3.5 Particolato PM10 – Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “fondo” ... 16
Figura 3.6 Particolato PM10 – Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale” ... 16
Figura 3.7 Particolato PM2.5 – Verifica del rispetto del valore limite al 2015. ... 17
Figura 3.8 Piombo – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico ... 18
Figura 3.9 Arsenico – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico ... 19
Figura 3.10 Nichel – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico ... 19
Figura 3.11 Cadmio – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico ... 20
Figura 5.1 Dislocazione dei camini emissivi rispetto alla posizione degli edifici dell’installazione ... 27
Figura 5.2 Ricostruzione tridimensionale dei volumi considerati nella schematizzazione del building downwash. .. 28
Figura 5.3 Ricostruzione tridimensionale dei volumi considerati nella schematizzazione del building downwash. .. 28
Figura 5.4 Andamento dei valori medi mensili della temperatura nell’anno 2011 ... 33
Figura 5.5 Andamento dei valori medi mensili della temperatura nell’anno 2012 ... 33
Figura 5.6 Andamento dei valori medi mensili della temperatura nell’anno 2013 ... 34
Figura 5.7 Andamento dei valori massimi e medi mensili della velocità del vento nell’anno 2011 ... 35
Figura 5.8 Andamento dei valori massimi e medi mensili della velocità del vento nell’anno 2012 ... 35
Figura 5.9 Andamento dei valori massimi e medi mensili della velocità del vento nell’anno 2013 ... 36
Figura 5.10 Rosa dei venti per classi di velocità e di stabilità per l’anno 2011 ... 40
Figura 5.11 Rosa dei venti per classi di velocità e di stabilità per l’anno 2012 ... 40
Figura 5.12 Rosa dei venti per classi di velocità e di stabilità per l’anno 2013 ... 41
Figura 5.13 Intensità di precipitazione oraria e valore cumulato per l’anno 2011 ... 41
Figura 5.14 Intensità di precipitazione oraria e valore cumulato per l’anno 2012 ... 42
Figura 5.15 Intensità di precipitazione oraria e valore cumulato per l’anno 2013 ... 42
Figura 5.16 Recettori discreti radiali individuati per la quantificazione dei valori di ricaduta ... 44
APPENDICE 1
Mappa Biossido di Azoto (NO2) [99.8% massimi orari] – Stato di progetto (anno 2013) Mappa Biossido di Azoto (NO2) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013)
Mappa Biossido di zolfo (SO2) [99.7% massimi orari] – Stato di progetto (anno 2013) Mappa Biossido di zolfo (SO2) [99.2% media delle 24 h] – Stato di progetto (anno 2013) Mappa Biossido di zolfo (SO2) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013)
Polveri (PM10) [90.1% media delle 24 h] – Stato di progetto (anno 2013)
Monossido di Carbonio (CO) [media mobile 8 h] – Stato di progetto (anno 2013) Arsenico (As) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013)
Cadmio (Cd) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013) Nichel (Ni) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013) Piombo (Pb) [media anno] – Stato di progetto (anno 2013)
APPENDICE 2
Ricaduta inquinanti sui recettori discreti radiali
1. PREMESSA
Il presente elaborato, redatto su incarico di ECOconsulting S.r.l., è volto a valutare la ricaduta al suolo delle emissioni gassose prodotte dall’installazione Vetri Speciali S.p.a. di Via Stadio, 53 – Ormelle (TV), a seguito dell’ammodernamento dell’impianto con sostituzione del forno fusorio utilizzato per la produzione di vetro per contenitori.
L’approccio seguito nello studio è quello della simulazione, tramite modello gaussiano non stazionario a puff, della diffusione atmosferica delle concentrazioni delle specie prodotte. Il modello utilizzato è CALPUFF, che calcola la concentrazione degli inquinanti presenti nell’aria ambiente al suolo, elaborando i dati di emissione, i dati meteorologici ed i dati di profilo del terreno.
CALLPUFF utilizza i dati meteorologici elaborati dal pre‐processore CALMET e richiede, per la visualizzazione di risultati, l’elaborazione dei post‐processori CALPOST (dispersione) e PTRMET e CALTools (meteo).
Il modello di dispersione CALPUFF, nel modo in cui sarà impiegato nell'ambito dello studio, è classificabile nella tipologia 2 della scheda 9 della norma UNI 10796:2000 “Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi ‐ Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici”, ma ha alcune caratteristiche avanzate tali da classificarlo nella tipologia 3 della medesima scheda 9.
CALPUFF è uno dei preferred models adottati ufficialmente da US EPA per la stima della qualità dell’aria.
Esso rientra, inoltre, tra i modelli di dispersione (non stazionari a puff) utilizzati da ARPA Veneto “quale strumento modellistico di supporto decisionale per l’identificazione di politiche volte alla riduzione di una delle fonti principali di emissione a livello urbano, il traffico veicolare” nonché tra i modelli di dispersione consigliati dalle “Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno” emanate dalla Regione Lombardia (D.G.R. 15 febbraio 2012 – n‐ IX/3018).
In questo studio sono stati considerati gli inquinanti prodotti dall’installazione Vetri Speciali S.p.a. di Ormelle (TV)1, per i quali sono previste variazioni a seguito della realizzazione del progetto dell’ammodernamento dell’impianto con sostituzione del forno fusorio utilizzato per la produzione di vetro per contenitori.
Per gli inquinanti per i quali sono fissati valori limite dalla normativa vigente sulla qualità dell’aria ambiente (NOx, SOx, polveri, CO, Pb, Ni, As, Cd), le concentrazioni di massima ricaduta sono state confrontate con gli Standard di Qualità dell’Aria (SQA), al fine di evidenziare che, pur applicando come valori limite quelli massimi consentiti dalle conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per la produzione del vetro, anche nella situazione post‐operam i valori massimi e medi di emissione dell’installazione saranno sempre conformi ai limiti previsti dalla normativa vigente sulla qualità dell’aria ambiente (D.Lgs. 155/2010 e smi).
1 Ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx), polveri, acido cloridrico (HCl) e acido fluoridrico (HF) [nonché gli inquinanti minori monossido di carbonio (CO), metalli (Arsenico – As –, Cadmio – Cd –, Nichel – Ni –, Piombo – Pb –, Cobalto – Co –, Cromo – Cr –, Rame – Cu –, Manganese – Mn –, Antimonio – Sb –, Stagno – Sn –, Vanadio – V –, Zinco – Zn –, Tallio – Tl –) e selenio (Se)].
2. INQUADRAMENTO NORMATIVO
2.1 VALORI LIMITE INDIVIDUATI DALLA NORMATIVA VIGENTE
Il D.Lgs. n. 155/2010, attuando la Direttiva 2008/50/CE, sostituisce le disposizioni di attuazione della Direttiva 2004/107/CE e istituisce un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente.
Tra le finalità indicate dal decreto, che si configura come un testo unico, vi sono:
l'individuazione degli obiettivi di qualità dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso;
la valutazione della qualità dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale;
la raccolta di informazioni sulla qualità dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine;
il mantenimento della qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e il miglioramento negli altri casi;
la garanzia di fornire al pubblico corrette informazioni sulla qualità dell'aria ambiente;
la realizzazione di una migliore cooperazione tra gli Stati dell'Unione europea in materia di inquinamento atmosferico.
Il provvedimento si compone di 22 articoli, 16 allegati e 11 appendici destinate, queste ultime, a definire aspetti strettamente tecnici delle attività di valutazione e gestione della qualità dell’aria e a stabilire, in particolare:
i valori limite per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo e PM10 (allegato XI punto 1);
i livelli critici per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e ossidi di azoto (allegato XI punto 3);
le soglie di allarme per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto (allegato XII punto 1);
il valore limite, il valore obiettivo, l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per le concentrazioni nell'aria ambiente di PM2,5 (allegato XIV);
i valori obiettivo per le concentrazioni nell'aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene (allegato XIII);
i valori obiettivo (allegato VII punto 2), gli obiettivi a lungo termine (allegato VII punto 3), le soglie di allarme e le soglie di informazione per l'ozono (allegato XII parte 2).
Il D.Lgs. 155/2010 (successivamente modificato e integrato dal D.Lgs. 250/2012) riorganizza e abroga numerose norme che in precedenza disciplinavano in modo frammentario la materia. In particolare il D.Lgs. 351/1999 (valutazione e gestione della qualità dell'aria che recepiva la previgente normativa comunitaria), il D.Lgs. 183/2004 (normativa sull'ozono), il D.Lgs. 152/2007 (normativa su arsenico, cadmio, mercurio, nichel e benzo(a)pirene), il D.M. 60/2002 (normativa su biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, le particelle, il piombo, il benzene e il monossido di carbonio), il D.P.R. 203/1988 (normativa sugli impianti industriali, già soppresso dal D.Lgs. 152/2006 con alcune eccezioni transitorie, fatte comunque salve dal D.lgs. 155/2010) e un pacchetto di ulteriori provvedimenti ministeriali attuativi.
La Tabella 2.1 riporta i valori limite stabiliti dalla normativa per i vari inquinanti atmosferici. Segue poi una breve descrizione delle principali caratteristiche degli inquinanti più significativi prodotti dal nuovo forno fusorio, per i quali sono stati fissati dei limiti normativi per la qualità dell’aria (NOx, SOx e polveri)2, desunta dal sito web dell’ARPA Veneto.
Tabella 2.1 Valori limite per la protezione della salute umana, degli ecosistemi, della vegetazione e valori obiettivo secondo la normativa vigente (D. Lgs. 155/2010)
Inquinante Nome limite Indicatore statistico Valore
SO2 Livello critico per la protezione
della vegetazione Media annuale e media invernale 20 µg/m3 Soglia di allarme Superamento per 3 h consecutive
del valore soglia 500 µg/m3
Limite orario per la protezione
della salute umana Media 1 h 350 µg/m3 da non superare più di 24 volte per anno civile Limite di 24 ore per la protezione
della salute umana Media 24 h 125 µg/m3 da non superare più di 3 volte per anno civile NOx Livello critico per la protezione
della vegetazione Media annuale 30 µg/m3
NO2 Soglia di allarme Superamento per 3 h 400 µg/m3
Limite orario per la protezione
della salute umana Media 1 h 200 µg/m3 da non superare più di 18 volte per anno civile Limite annuale per la protezione
della salute umana Media annuale 40 µg/m3
PM10 Limite di 24 ore per la protezione
della salute umana Media 24 h 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile Limite annuale per la protezione
della salute umana Media annuale 40 µg/m3
PM2.5 Valore limite per la protezione
della salute umana Media annuale 25 µg/m3
(al 1° gennaio 2015) CO Limite per la protezione della
salute umana Max giornaliero della media
mobile 8 h 10 mg/m3
Pb Limite annuale per la protezione
della salute umana Media annuale 0,5 µg/m3
BaP Valore obiettivo Media annuale 1,0 ng/m3
C6H6 Limite annuale per la protezione
della salute umana Media annuale 5,0 µg/m3
O3 Soglia di informazione Superamento del valore orario 180 µg/m3 Soglia di allarme Superamento del valore orario 240 µg/m3 Obiettivo a lungo termine per la
protezione della salute umana Max giornaliero della media
mobile 8 h 120 µg/m3
Valore obiettivo per la protezione
della salute umana Max giornaliero della media
mobile 8 h 120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni all’anno come
media su 3 anni Valore obiettivo per la protezione
della vegetazione AOT40, calcolato sulla base dei
valori orari da maggio a luglio 18000 µg/m3 h da calcolare come media su 5 anni
Obiettivo a lungo termine per la
protezione della vegetazione AOT40, calcolato sulla base dei
valori orari da maggio a luglio 6000 µg/m3 h
Ni Valore obiettivo Media annuale 20,0 ng/m3
As Valore obiettivo Media annuale 6,0 ng/m3
Cd Valore obiettivo Media annuale 5,0 ng/m3
2 Come riportato al Cap. 1, il nuovo forno produrrà anche altri inquinanti per i quali sono fissati SQA (CO, Pb, Ni, As, Cd) ma, data la loro bassa concentrazione nelle emissioni, essi possono essere considerati poco significativi.
2.1.1 Ossidi di azoto
Caratteristiche
Comprendono il monossido (NO) e il biossido di azoto (NO2).
L'ossido di azoto è un gas inodore e incolore che costituisce il componente principale delle emissioni di ossidi di azoto nell'aria e viene gradualmente ossidato a NO2). Il biossido di azoto ha un colore rosso‐
bruno ed è caratterizzato ad alte concentrazioni da un odore pungente e soffocante.
Zone di più probabile accumulo
In presenza di altri inquinanti, quali per esempio gli idrocarburi, l’ozono e altri radicali liberi prodotti per reazioni di fotodissociazione, possono innescare un complesso di reazioni chimiche che portano alla formazione dello smog fotochimico. I costituenti principali di tale smog, oltre all’ozono, sono le aldeidi e i perossiacilnitrati (PAN), composti altamente tossici, che risultano essere intermedi di reazione o prodotti secondari. La produzione di smog fotochimico dipende quindi dalle concentrazioni in atmosfera degli ossidi di azoto e degli idrocarburi ed è strettamente legata alle emissioni dovute al traffico veicolare.
Periodicità critiche
La pericolosità degli ossidi di azoto e in particolare del biossido, è legata anche al ruolo che essi svolgono nella formazione dello smog fotochimico. In condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione (primavera‐estate), le radiazioni ultraviolette possono determinare la dissociazione del biossido di azoto e la formazione di ozono, che può ricombinarsi con il monossido di azoto e ristabilire una situazione di equilibrio.
Fonti di emissione
(attività antropiche) Le fonti antropiche, rappresentate da tutte le reazioni di combustione, comprendono principalmente gli autoveicoli, le centrali termoelettriche e il riscaldamento domestico.
Effetti sulla salute
L’NO2 è circa 4 volte più tossico dell’NO. I meccanismi biochimici mediante i quali l’NO2 induce i suoi effetti tossici non sono del tutto chiari anche se è noto che provoca gravi danni alle membrane cellulari a seguito dell'ossidazione di proteine e lipidi.
Gli effetti acuti comprendono: infiammazione delle mucose, decremento della funzionalità polmonare, edema polmonare. Gli effetti a lungo termine includono: aumento dell'incidenza delle malattie respiratorie, alterazioni polmonari a livello cellulare e tissutale, aumento della suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e virali. Il gruppo a maggior rischio è costituito dagli asmatici e dai bambini.
2.1.2 Ossidi di zolfo
Caratteristiche
Sono costituiti essenzialmente da biossido di zolfo (SO2) e in minima parte da anidride solforica (SO3).
Il biossido di zolfo (SO2) è un gas dal caratteristico odore pungente. L'(SO2) reagisce facilmente con tutte le principali classi di biomolecole: in vitro sono state dimostrate interazioni con gli acidi nucleici, le proteine, i lipidi e varie altre componenti biologiche.
Zone di più probabile accumulo
Rappresentano i tipici inquinanti delle aree urbane e industriali dove l'elevata densità degli insediamenti ne favorisce l'accumulo soprattutto in condizioni meteorologiche di debole ricambio delle masse d'aria.
Periodicità critiche
Le situazioni più serie sono spesso verificate nei periodi invernali ove alle normali fonti di combustione si aggiunge il contributo del riscaldamento domestico. È comunque da notare che in seguito alla diffusa metanizzazione degli impianti di riscaldamento domestici il contributo inquinante degli ossidi di zolfo è notevolmente diminuito nel corso degli anni.
Fonti di emissione (attività antropiche)
Le emissioni di origine antropica sono dovute prevalentemente all'utilizzo di combustibili solidi e liquidi e correlate al contenuto di zolfo, sia come impurezze, sia come costituenti nella formulazione molecolare del combustibile (gli oli).
Effetti sulla salute
A causa dell'elevata solubilità in acqua l’SO2viene assorbito facilmente dalle mucose del naso e del tratto superiore dell'apparato respiratorio (solo piccolissime quantità raggiungono la parte più profonda del polmone).
Fra gli effetti acuti imputabili all'esposizione ad alti livelli di SO2 sono compresi: un aumento della resistenza al passaggio dell'aria a seguito dell'inturgidimento delle mucose delle vie aeree, l'aumento delle secrezioni mucose, bronchite, tracheite, spasmi bronchiali e/o difficoltà respiratoria negli asmatici.
Fra gli effetti a lungo termine ricordiamo le alterazioni della funzionalità polmonare e l'aggravamento delle bronchiti croniche, dell'asma e dell'enfisema. I gruppi più sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici. È stato accertato un effetto irritativo sinergico in seguito all'esposizione combinata con il particolato, probabilmente dovuto alla capacità di quest'ultimo di veicolare l'SO2 nelle zone respiratorie profonde del polmone.
2.1.3 Polveri (particolato atmosferico)
Caratteristiche
Viene così identificato l'insieme di tutte le particelle solide o liquide che restano in sospensione nell'aria. Il particolato sospeso totale rappresenta un insieme estremamente eterogeneo di sostanze la cui origine può essere primaria (emesse come tali) o derivata (da una serie di reazioni fisiche e chimiche). Una caratterizzazione esauriente del particolato sospeso si basa oltre che sulla misura della concentrazione e l’identificazione delle specie chimiche coinvolte anche sulla valutazione della dimensione media delle particelle.
Le particelle di dimensioni maggiori (diametro > 10 µm) hanno un tempo medio di vita nell’atmosfera che varia da pochi minuti ad alcune ore e la possibilità di essere aerotrasportate per una distanza massima di 1‐10 Km. Le particelle di dimensioni inferiori hanno invece un tempo medio di vita da pochi giorni fino a diverse settimane e possono venire veicolate dalle correnti atmosferiche per distanze fino a centinaia di Km.
Zone di più
probabile accumulo Nei siti di traffico, ma anche nelle aree rurali; in generale l’inquinamento da PM è di tipo diffuso.
Periodicità critiche Nel periodo invernale, quando sono più frequenti le condizioni di ristagno degli inquinanti atmosferici.
Fonti di emissione (attività antropiche)
Le fonti antropiche di particolato sono essenzialmente le attività industriali ed il traffico veicolare.
Stime preliminari dell’ANPA a livello nazionale (con riferimento al 1994) indicano per i trasporti un contributo alle emissioni intorno al 30% rispetto al totale; gli impianti di riscaldamento contribuiscono per circa il 15%; le emissioni da fonte industriale (inclusa la produzione di energia elettrica) danno conto di quasi il 50% delle emissioni di PM10. Per quanto riguarda le emissioni di polveri da traffico, sono soprattutto i veicoli diesel a contribuire alle emissioni allo scarico, e tali emissioni nei centri urbani risultano grosso modo equiripartite tra auto e veicoli commerciali leggeri da una parte, e bus e veicoli commerciali pesanti dall’altra. Un’altra fonte significativa di emissione di PM da attribuire al traffico è quella dovuta all’usura di freni, gomme, asfalto stradale.
Sempre nei centri urbani, una frazione variabile, che può raggiungere il 60‐80% in massa del particolato fine presente in atmosfera è di origine secondaria, ovvero è il risultato di reazioni chimiche che, partendo da inquinanti gassosi sia primari (cioè emessi direttamente in atmosfera come gli idrocarburi e altri composti organici, gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo, il monossido di carbonio, l’ammoniaca) che secondari (frutto di trasformazioni chimiche come l’ozono e altri inquinanti fotochimici), generano un enorme numero di composti in fase solida o liquida come solfati, nitrati e particelle organiche.
Nella maggior parte delle città si registra un incremento percentuale significativo della frazione PM10, anche in presenza di una diminuzione della quantità totale di particolato. Nelle città in cui sono monitorate entrambe le frazioni di particolato (PM10 e PM2.5), e in alcuni casi studio specifici, è stato registrato un rapporto percentuale del PM10 sul particolato totale variabile dal 40 all’80%. La concentrazione media della frazione respirabile PM2.5 risulta essere generalmente pari al 45‐60% della frazione inalabile PM10.
Effetti sulla salute
La dimensione media delle particelle determina inoltre il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio e la conseguente pericolosità per la salute umana. Il monitoraggio ambientale del particolato con diametro inferiore a 10 µm (PM10) può essere considerato un indice della concentrazione di particelle in grado di penetrare nel torace (frazione inalabile). La determinazione delle particelle con diametro inferiore a 2.5 µm, frazione respirabile (PM2.5), è inoltre un indice della concentrazione di una serie molto eterogenea di composti chimici primari o derivati in grado di raggiungere la parte più profonda del polmone. Tra i composti primari, cioè emessi come tali, vi sono le particelle carboniose derivate dalla combustione di legname e dai fumi dei motori diesel; nella seconda categoria, cioè tra i composti prodotti da reazioni secondarie, rientrano le particelle carboniose originate durante la sequenza fotochimica che porta alla formazione di ozono, di particelle di solfati e nitrati derivanti dall’ossidazione di SO2 e NO2 rilasciati in vari processi di combustione.
Ai fini degli effetti sulla salute è molto importante la determinazione delle dimensioni e della composizione chimica delle particelle. Le dimensioni determinano il grado di penetrazione all'interno del tratto respiratorio mentre le caratteristiche chimiche determinano la capacità di reagire con altre sostanze inquinanti (IPA, metalli pesanti, SO2). Le particelle che si depositano nel tratto superiore o extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe) possono causare effetti irritativi locali quali secchezza e infiammazione; quelle che si depositano nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi e bronchioli) possono causare costrizione e riduzione della capacità epurativa dell'apparato respiratorio, aggravamento delle malattie respiratorie croniche (asma, bronchite ed enfisema) ed eventualmente neoplasie. Le particelle con un diametro inferiore ai 5‐6 µm possono depositarsi nei bronchioli e negli alveoli e causare infiammazione, fibrosi e neoplasie. Il particolato fine può anche indurre indirettamente effetti sistemici su specifici organi bersaglio a seguito del rilascio nei fluidi biologici degli inquinanti da esso veicolati. I gruppi più sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici.
È stato accertato un effetto sinergico in seguito all'esposizione combinata di particelle sospese e SO2.
2.2 VALORI LIMITE FISSATI DALLE CONCLUSIONI SULLE MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI PER LA PRODUZIONE DEL VETRO
Sulla G.U.U.E. n. L 70 del 08/03/2012 è stata pubblicata la Decisione di Esecuzione della Commissione del 28 febbraio 2012 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) per la produzione del vetro ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle emissioni industriali.
Sono di seguito riportati i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili (di seguito “BAT‐
AEL”) applicabili alle emissioni in atmosfera del nuovo forno fusorio, appartenente alla tipologia “forno fusorio utilizzato nel settore del vetro per contenitori”:
Tabella 2.2 BAT‐AEL applicabili alle emissioni in atmosfera del nuovo forno fusorio
BAT n. Tabella n. Inquinante BAT‐AEL (mg/Nm3)
16 6 Polveri < 10 20
17 7 NOxespressi come NO2 < 500 800
19 9 (1) SOxespressi come SO2 < 200 – 500
20 10 HCl < 10 20
HF < 1 5
21 11 Σ (As, Co, Ni, Cd, Se, CrVI) < 0,2 1
Σ (As, Co, Ni, Cd, Se, CrVI, Sb, Pb, CrIII, Cu, Mn, V, Sn) < 1 5 Note:
(1) Con combustibile = gas naturale.
L’art. 29‐sexies, comma 4‐bis, del D.Lgs. 152/06 e smi stabilisce che “L’autorità competente fissa valori limite di emissione che garantiscono che, in condizioni di esercizio normali, le emissioni non superino i livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili (BAT‐AEL)”. Come evidenziato in Tabella 2.2, i BAT‐
AEL sono espressi in forma di range, in molti casi caratterizzati da margini anche molto ampi tra l’estremo inferiore e quello superiore.
Attualmente, non sono stabilite linee guida per la fissazione dei valori limite di emissione (cosiddetti
“ELV”). L’art. 29‐sexies, comma 4‐ter, del D.Lgs. 152/06 e smi stabilisce che “L’autorità competente può fissare valori limite di emissione più rigorosi di quelli di cui al comma 4‐bis, se pertinenti, nei seguenti casi:
a) quando previsto dall'articolo 29‐septies; b) quando lo richiede il rispetto della normativa vigente nel territorio in cui è ubicata l'installazione o il rispetto dei provvedimenti relativi all'installazione non sostituiti dall'autorizzazione integrata ambientale”. In particolare, la casistica di cui alla lettera a) (ossia quanto previsto dall’art. 29‐septies) si verifica “Nel caso in cui uno strumento di programmazione o di pianificazione ambientale, quali ad esempio il piano di tutela delle acque, o la pianificazione in materia di emissioni in atmosfera, considerate tutte le sorgenti emissive coinvolte, riconosca la necessità di applicare ad impianti, localizzati in una determinata area, misure più rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili, al fine di assicurare in tale area il rispetto delle norme di qualità ambientale”.
Ne consegue che per la fissazione dei valori limite di emissione, pur all’interno del range fissato con i BAT‐
AEL per i diversi inquinanti, si devono considerare lo stato di qualità dell’aria della zona in cui è localizzata l’installazione (v. successivo Cap. 3) e le sorgenti emissive coinvolte (v. successivo Cap. 4).
3. QUALITÀ DELL’ARIA NELLA ZONA DI STUDIO
Per i dati nell’area di studio si è fatto riferimento alla “RELAZIONE REGIONALE DELLA QUALITA’ DELL’ARIA ai sensi della L.R. n. 11/2001 art. 81 ‐ Anno di riferimento: 2015” realizzata dall’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, all’interno della quale sono state considerate solamente le stazioni e i parametri che garantiscono una percentuale di dati sufficiente al rispetto degli obiettivi di qualità del dato indicati dalla normativa vigente; l’elenco delle stazioni monitorate nel corso del 2015 e ubicate in Provincia di Treviso è riportato nella Tabella 3.1.
Data l’assenza di campagne di monitoraggio con stazione mobile realizzate da ARPAV in Comune di Ormelle, non è possibile avere un maggior dettaglio sullo stato dell’ambiente atmosferico a livello locale.
Tabella 3.1 Elenco delle stazioni ARPAV in Provincia di Treviso (ARPAV, 2015)
Stazione Tipologia Inquinanti Distanza dall’installazione
Conegliano Fondo urbano NOx, O3, PM10, PM2.5 16 km
Mansuè Fondo rurale NOx, O3, PM10, PM2.5 11 km
TV‐Via Lancieri Fondo urbano NOx, CO, O3, SO2, PM10, PM2.5, C6H6, BaP, Pb, Cd, Ni, As
17 km TV‐Via S.
Agnese * Traffico Urbano NOx, CO, SO2, PM10 17 km
* stazione attivata nel corso del 2015
3.1 BIOSSIDO DI AZOTO, BIOSSIDO DI ZOLFO, MONOSSIDO DI CARBONIO
Viene di seguito analizzato lo stato della qualità dell’aria rispetto al biossido di azoto, al biossido di zolfo e al monossido di carbonio.
Per la valutazione dei livelli del biossido di azoto (NO2), considerando le stazioni di fondo (Figura 3.1) si può osservare che il valore limite annuale (40 μg/m3) non viene superato nelle stazioni in provincia di Treviso. Per quanto riguarda la stazione di TV‐S. Agnese (di tipo traffico urbano), di recente attivazione, gli indicatori relativi all’NO2 saranno resi disponibili per l’anno 2016 e, pertanto, non appaiono nella Figura 3.2.
Le concentrazioni medie annuali più basse sono state registrate in alcune stazioni di fondo rurale: Pieve D’Alpago (7 μg/m3), Boscochiesanuova (11 μg/m3), Asiago Cima Ekar (4 μg/m3), Parco Colli Euganei (16 μg/m3).
Per il biossido di azoto è stato verificato anche il numero dei superamenti del valore limite orario di 200 μg/m3; tale soglia non dovrebbe essere superata più di 18 volte l’anno. Nessuna stazione di quelle indicate in Tabella 3.1 oltrepassa i 18 superamenti ammessi, quindi il valore limite si intende non superato. Non vi sono stati casi di superamento della soglia di allarme di 400 μg/m3.
Figura 3.1 Biossido di azoto – Medie annuali nelle stazioni di tipologia “fondo”
Figura 3.2 Biossido di azoto – Medie annuali nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”
Per il biossido di zolfo (SO2) non vi sono stati superamenti della soglia di allarme di 500 μg/m3, né superamenti del valore limite orario (350 μg/m3) e del valore limite giornaliero (125 μg/m3). Il biossido di zolfo si conferma, come già evidenziato dall’analisi svolta nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, un inquinante primario non critico; ciò è stato determinato in gran parte grazie alle sostanziali modifiche dei combustibili avvenute negli ultimi decenni (da gasolio a metano, oltre alla riduzione del tenore di zolfo in tutti i combustibili, in particolare nei combustibili diesel).
Analogamente non destano preoccupazione le concentrazioni di monossido di carbonio (CO) rilevate a livello regionale: in tutti i punti di campionamento non ci sono stati superamenti del limite di 10 mg/m3, calcolato come valore massimo giornaliero su medie mobili di 8 ore.
3.2 PARTICOLATO PM
10E PM
2.5Nei grafici delle figure 3.3 e 3.4, differenziati per tipologia di stazione, si riporta per il particolato PM10 il numero di superamenti del limite giornaliero di 50 μg/m3. Sono evidenziate in rosso le stazioni che eccedono i 35 superamenti consentiti.
Per quanto riguarda le stazioni di fondo, nel 2015, solo 4 stazioni su 19 hanno rispettato il valore limite giornaliero. Due sono ubicate in provincia di Belluno, al di fuori della zona di pianura, una in provincia di Verona (Boscochiesanuova), una in provincia di Vicenza (Schio).
Figura 3.3 Particolato PM10 – Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di tipologia “fondo”
Per quanto riguarda le stazioni di traffico e industriali (Figura 3.4), tutte le centraline hanno oltrepassato il valore limite, registrando un numero di superamenti tra i 65 di VR‐Borgo Milano e i 93 di VE‐Malcontenta e VI‐San Felice.
Figura 3.4 Particolato PM10 – Superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”
Nei grafici di Figura 3.5 e Figura 3.6 vengono riportate le medie annuali registrate rispettivamente nelle stazioni di tipologia “fondo” e “traffico” o “industriale”.
Si osserva che, nel 2015, a differenza dell’anno precedente, il valore limite annuale di 40 μg/m3 è stato raggiunto o superato in alcune stazioni di fondo e hot‐spot della rete. In generale, nel 2015 si registra un incremento della concentrazione media regionale sia nelle stazioni di traffico che in quelle di fondo rispetto ai due anni precedenti (2013 e 2014). Ciò è da attribuire in larga misura ai periodi di stabilità atmosferica registrati, nel semestre invernale, a inizio e fine anno, con ristagno delle masse d’aria e accumulo degli inquinanti.
Figura 3.5 Particolato PM10 – Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “fondo”
Figura 3.6 Particolato PM10 – Medie annuali confrontate con il valore limite per la protezione della salute umana nelle stazioni di tipologia “traffico” e “industriale”
Il particolato PM2.5 è costituito dalla frazione delle polveri di diametro aerodinamico inferiore a 2.5 μm.
Tale parametro ha acquisito negli ultimi anni una notevole importanza nella valutazione della qualità dell’aria, soprattutto in relazione agli aspetti sanitari legati a questa frazione di aerosol, in grado di giungere fino al tratto inferiore dell’apparato respiratorio (trachea e polmoni).
Con l’emanazione del D.Lgs.155/2010 il PM2.5 si inserisce tra gli inquinanti per i quali è previsto un valore limite (25 μg/m3), calcolato come media annua da raggiungere entro il 1° gennaio 2015.
Nella Figura 3.7 vengono riportate le medie annuali registrate in Veneto nel 2015. Viene evidenziato il valore limite al 2015 (linea rossa).
Si può osservare che il valore limite (25 μg/m3) è stato superato in 8 stazioni della rete (PD‐Mandria, RO‐
centro, TV‐Via Lancieri, VR‐Cason, VI‐Quartiere Italia, VE‐Parco Bissuola, VE‐Malcontenta).
Il valore medio annuale più elevato è stato registrato a PD‐Mandria e a VE‐Malcontenta con 31 μg/m3.
Figura 3.7 Particolato PM2.5 – Verifica del rispetto del valore limite al 2015.
3.3 METALLI PESANTI (Pb, As, Cd, Ni)
Alla categoria dei metalli pesanti appartengono circa 70 elementi. Tra i più rilevanti da un punto di vista sanitario‐ambientale, quelli ‘regolamentati’ da una specifica normativa sono: il piombo (Pb), l’arsenico (As), il cadmio (Cd) e il nichel (Ni). Le fonti antropiche responsabili dell'incremento della quantità naturale di metalli sono l’attività mineraria, le fonderie e le raffinerie, la produzione energetica, l’incenerimento dei rifiuti e l’attività agricola. I metalli pesanti sono diffusi in atmosfera con le polveri (le cui dimensioni e composizione chimica dipendono fortemente dalla tipologia della sorgente).
Il grafico in Figura 3.8 illustra le concentrazioni medie annuali di piombo registrate in tutti i punti di campionamento nel 2015. Come si osserva, tutte le medie sono inferiori al valore limite di 0.5 μg/m3. Da rilevare che, anche in corrispondenza delle stazioni di traffico, i livelli ambientali del piombo sono inferiori (circa 20 volte più bassi) al limite previsto dal D.Lgs.155/2010, per cui tale inquinante non presenta alcun rischio di criticità nel Veneto.
Figura 3.8 Piombo – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico
Sono di seguito illustrati i dati medi annuali di arsenico, nichel e cadmio, determinati sui campioni di PM10, raccolti dalla rete di qualità dell’aria. Le medie annue riportate nei grafici sono state confrontate con i valori obiettivo di cui all’Allegato XIII del D.Lgs.155/2010.
Si evidenzia che per il mercurio la norma prevede il monitoraggio, ma non stabilisce un valore obiettivo.
Dalle misure effettuate in corrispondenza delle stesse stazioni utilizzate per gli altri elementi in tracce, sono state determinate concentrazioni medie annuali inferiori a 1.0 ng/m3.
I monitoraggi effettuati per l’arsenico (Figura 3.9) mostrano che il valore obiettivo di 6,0 ng/m3, calcolato come media annuale, è rispettato in tutti i punti di campionamento considerati. Le concentrazioni regionali più alte di arsenico, si registrano nel veneziano, in particolare a VE‐Parco Bissuola e VE‐Sacca Fisola (2.3 ng/m3), rimanendo comunque al di sotto del valore obiettivo.
Figura 3.9 Arsenico – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico
Per quanto riguarda il nichel, i monitoraggi realizzati (Figura 3.10) mostrano che i valori medi annui sono largamente inferiori al valore obiettivo di 20.0 ng/m3. Il valore medio più elevato è stato registrato nella stazione di VI‐Quartiere Italia (7.3 ng/m3).
Figura 3.10 Nichel – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico
Nella Figura 3.11 vengono rappresentate le medie annuali per il cadmio. Il valore obiettivo di 5,0 ng/m3 è sempre rispettato. In analogia con l’arsenico i valori medi più elevati si sono registrati nelle stazioni del veneziano, con il massimo a VE‐Sacca Fisola (3,8 ng/m3).
Figura 3.11 Cadmio – Medie annuali registrate nelle stazioni di fondo, industriali e di traffico
3.4 CAMPAGNE DI MONITORAGGIO CON STAZIONE MOBILE
Come anticipato nel Cap. 3, data l’assenza di campagne di monitoraggio con stazione mobile realizzate da ARPAV in Comune di Ormelle, non è possibile avere un maggior dettaglio sullo stato dell’ambiente atmosferico a livello locale.
4. CARATTERISTICHE DELLE SORGENTI EMISSIVE
L’impatto dello stabilimento sulla qualità dell’aria è principalmente dato dalle emissioni in atmosfera dei fumi di scarico provenienti dai camini.
Nei paragrafi seguenti sono riassunte le caratteristiche del camino del forno fusorio utilizzato per la produzione di vetro per contenitori presenti allo stato emissivo ante‐operam e allo stato futuro, a seguito dell’ammodernamento dell’impianto per la produzione di vetro per contenitori.
4.1 EMISSIONI DI TIPO CONVOGLIATO
4.1.1 Stato ante‐operamNella Tabella 4.1 sono elencate le caratteristiche e i valori limite del punto di emissione E1 (forno fusorio) attualmente autorizzati con N. Reg. Decr. 110/2011 rilasciato dalla Provincia di Treviso – Settore Ecologia e Ambiente a Vetri Speciali S.p.a. – Installazione di Ormelle (TV) con N. Protocollo 20540/2011 del 28/02/2011 (Autorizzazione Integrata Ambientale definitiva).
Tabella 4.1 Valori di emissione degli inquinanti autorizzati nelle emissioni del forno fusorio afferenti al camino E1
Emissione Provenienza Portata Durata Inquinanti Valori limite
(Nm3/h) (h/g);
(gg/anno)
(mg/Nm3)
E1
Processo di fusione e trattamento superficiale a
caldo
15.000 24; 365
Polveri totali 30 (media oraria) 25 (media giornaliera) Composti inorganici del cloro
sotto forma di gas o vapore∙espressi come acido
cloridrico ‐ HCl
30
Fluoro e suoi composti∙espressi
come acido fluoridrico∙‐HF 5 Ossidi di azoto∙espressi come
biossido di azoto ‐ NO2 (uso combustibile olio BTZ)
1.300 (media oraria) 1.100 (media
giornaliera) Ossidi di azoto∙espressi come
biossido di azoto ‐ NO2 (uso combustibile gas metano)
1.600 (media oraria) 1.300 (media
giornaliera) Ossidi di zolfo∙espressi come
biossido di zolfo∙‐ SO2 (uso combustibile olio BTZ)
1.600 (media oraria) 1.300 (media
giornaliera) Ossidi di zolfo∙espressi come
biossido di zolfo∙‐ SO2 (uso combustibile gas metano)
1.100 (media oraria) 800 (media giornaliera) Sostanze inorganiche che si
presentano sotto forma di
polvere∙‐ stagno∙‐ Sn 5
Cadmio e Tallio come somma 0,2 Nichel e Selenio come somma 1
Antimonio, Piombo, Cromo, Rame, Manganese e Vanadio
come somma 5
Arsenico e Cobalto come somma 1
Tabella 4.2 Localizzazione del camino E1 (coordinate piane, sistema di riferimento Gauss‐Boaga)
Emissione Provenienza Est Nord
E1 Processo di fusione e trattamento superficiale
a caldo 1765553.37 5074241.51
Le caratteristiche geometriche ed emissive della sorgente puntuale di emissione E1 utilizzate nella simulazione modellistica sono riassunte nella tabella seguente, che riporta in particolare:
la portata massima autorizzata;
i valori limite autorizzati per gli inquinanti principali (NOx, SOx, Polveri, HCl, HF) e i valori medi di concentrazione misurati per gli inquinanti minori (CO, metalli, selenio);
i valori medi di temperatura e velocità dei fumi e di concentrazione rilevati nelle campagne di indagine effettuate nel biennio 2012–13 per gli inquinanti minori (CO, metalli, selenio).
Tabella 4.3 Caratterizzazione geometrica ed emissiva del camino E1 (stato ante‐operam) Camino Diam. Area Altezza T Velocità Portata Tipo di sostanza
inquinante
Conc. Durata
[m] [m2] [m] [°C] [m/sec] [Nm3/h] [mg/Nm3] [h/giorno];
[gg/anno]
E1 0,80 0,500 20 177,2 23,1 15.000
NOx ‐ Ossidi di azoto 1.600
24; 365 SOx ‐ Ossidi di zolfo 1.100
Polveri totali 30 CO ‐ Monossido di
carbonio 11,55
HCl ‐ Acido cloridrico 30 HF ‐ Acido fluoridrico 5
As ‐ Arsenico 0,0048 Cd ‐ Cadmio 0,0033 Ni ‐ Nichel 0,0083 Pb ‐ Piombo 0,0048 Co ‐ Cobalto 0,0033 Cr ‐ Cromo 0,0180
Cu ‐ Rame 0,0060
Mn ‐ Manganese 0,0033 Sb ‐ Antimonio 0,0048 Sn ‐ Stagno 0,0075 V ‐ Vanadio 0,0048 Zn ‐ Zinco 0,0210 Tl ‐ Tallio 0,0020 Se ‐ Selenio 0,0048
4.1.2 Stato di progetto Il progetto in esame prevede:
la sostituzione del forno fusorio utilizzato per la produzione di vetro per contenitori;