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COMUNICAZIONI SOCIALI - 1987 - 3-4 - autori-vari

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Academic year: 2021

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R A S S E G N E

Una giornata di studio su Mario Apollonio Interventi e testimonianze

In occasione della pubblicazione del fascicolo monografico dedicato a Mario Apollonio * si è svolto presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, il 20 marzo 1987, un incontro di studio sulla figura e l’opera del Maestro. Il Convegno, Mario Apollonio. La parola responsabile, è stato organizzato da Annamaria Ca- scetta e Bruno De Marchi e diretto, nelle sue due sessioni da Sisto Dalla Palma e Gianfranco Bettetini. Dopo l’introduzione ai lavori di Virgilio Melchiorre, sono intervenuti con relazioni, comunicazioni, testimonanze: Roberto Alonge, Franca Angelini, Carlo Annoni, Giovanni Antonucci, Odoardo Bertoni, Giovanni Calen­

doli, Alberto Castegnaro, Benvenuto Cuminetti, Siro Ferrone, Franco Carmelo Gre­

co, Nicola Mangini, Emo Marconi, Sergio Martinotti, Angelo Romano, Luigi San­

tucci, David Maria Turoldo, Giorgio Veronesi.

Pubblichiamo in questo numero i testi degli interventi che ci sono pervenuti.

Essi ampliano il quadro di una personalità complessa di uomo e di studioso, at­

tento agli approfondimenti teorici e storiografici sulla drammaturgia, nel più am­

pio orizzonte della vita civile e della vita morale, e attento, con gesti incisivi e anticipatori, alla prassi del teatro e delle sue istituzioni.

Si ribadisce l’intuizione guida di Apollonio, dell’attore come nucleo del teatro, ma anche come metafora, nel suo rapporto-incontro con il personaggio, di qua­

lunque incontro critico col testo, che non può essere che un dialogo vivo, scoperto, intimamente partecipato fra un io e un tu (Angelini). Si segue l’itinerario del suo incontro, appunto, con i contemporanei, facendo emergere, accanto alla penetra­

zione di un rapporto di anime, il sentimento della storia, la capacità di scorrere

* 11 sommario del numero di « Comunicazioni sociali », 3-4 (1986), coordinato da Annamaria Cascetta, è il seguente: V. Melchiorre, Mario Apollonio, la parola responsa­

bile; L. Santucci, Apollonio, uomo e maestro nell’amore della memoria; F. Doglio, Lo storico del teatro; B. Cuminetti, Il ternario drammaturgico; C. Meldolesi, La questione della regia teatrale; S. Geraci, Il racconto della tradizione degli attori italiani; A. Ca­

scetta, La riflessione sul tragico e sulla tragedia: paradigma di un’utopia drammaturgica;

C. Bernardi, Comico e commedia nella « Storia del Teatro Italiano »: fascino e limiti;

G. Bettetini, Le attenzioni teoriche e operative ai nuovi media e alle nuove metodologie di analasi; E. Marconi, Gli esperimenti di « Drammaturgia » e la scrittura drammaturgica;

F. Antolini, Mario Apollonio autore per il teatro; G. Damiano, Storia di una rivista

« Drammaturgia »; B. De Marchi, Gli « humaniora » di un intellettuale non separato;

E.T. Brioschi, Alle origini di una dottrina italiana della pubblicità: Mario Apollonio;

S. Dalla Palma, La poetica della persona e le istanze della coralità.

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dal nuovo all’antico, di cogliere il sostanziale « legato » o la polifonia, propria di una civiltà letteraria e culturale che è sì sistema, ma insieme particolarismo, che è unità, ma insieme molteplicità (Arnioni). Si evidenzia l’originalità anticonformi­

stica di lettura dei classici del teatro, come Goldoni, e la tensione costante fra testo e scena, poesia e spettacolo (Mangini) e, in genere, la presa sintetica sulla cultura, aldilà di troppo settoriali specializzazioni: così è per la musica che entra esplicitamente nella sua storia del teatro, ma che è implicitamente sottesa alla sua lettura e alla sua comprensione in genere delle arti e della letteratura (Martinotti).

Si sottolinea infine la consuetudine di Apollonio col teatro rappresentato, la dispo­

nibilità più modesta dell’attività di recensore, come alimento concreto allo studioso, la singolare sensibilità nell’intuire l’attore vivo, sera per sera, e il rispetto curioso e aperto per la drammaturgia minore (Antonucci). Infine si portano alla luce cir­

costanze poco note o taciute con non sempre trasparenti omissioni, come l’impegno fattivo nel nascente primo teatro municipale di prosa italiano, con l’estensione del manifesto del Piccolo Teatro. Una accentuazione sociale, morale, spirituale attra­

versava l’impresa. Piccolo, per lavorare in profondità, prima che in estensione, per

essere « nucleo vivo di più ampie platee. Teatro d’arte per tutti » (Bertani).

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