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DIAGNOSI INFERMIERISTICHE:

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Academic year: 2022

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Testo completo

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NANDA International

DIAGNOSI

INFERMIERISTICHE:

DEFINIZIONI E CLASSIFICAZIONE 2012-2014

Allegati

all’edizione italiana

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Copyright © 2012 C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana

Testi a cura di Luisa Anna Rigon

Prima edizione: settembre 2012 Ristampa

4 3 2 1 0 2012 2013 2014 2015 2016

Stampato da Geca Industrie Grafiche, via Magellano 11, Cesano Boscone (MI) per conto della C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana, viale Romagna 5, 20089 Rozzano (MI)

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Presentazione dell’edizione italiana

“Chi ha conosciuto qualcuna delle precedenti edizioni di NANDA In- ternational, Diagnosi infermieristiche: definizioni e classifica- zione, un libro che viene regolarmente aggiornato ogni tre anni, resterà meravigliato nel vedere le dimensioni più ampie del solito di questa nuo- va edizione”.

Con questo incipit iniziava la presentazione di Carlo Cala- mandrei dell’edizione delle diagnosi infermieristiche NANDA International 2009-2011.

Carlo non ha avuto il tempo di avere tra le mani il libro fresco di stampa, di aprirlo e di sfogliarne le pagine con l’infinita grazia che lo ha sempre contraddistinto...

È andato avanti, in silenzio, all’improvviso, una mattina di set- tembre 2009...

Uomo buono, infermiere formatore e dirigente, cultore e di- vulgatore instancabile della disciplina infermieristica, attento, preciso, disponibile, assorto nell’ascoltare e nel discernere i segni dei tempi anticipandone le vie, guida sicura e discreta, affabile, gentile e saggia.

È con Carlo presente davanti a me e a tutti noi infermieri ita- liani, non solo come collega infermiere ma soprattutto come ami- co e guida, che prendo “carta e penna” per scrivere questa pre- sentazione della nuova edizione delle diagnosi infermieristiche NANDA International 2012-2014.

Un passaggio di testimone, una presentazione che insieme si- lenziosamente gli dedichiamo, cercando di seguire le sue orme, cercando di spingere la disciplina infermieristica italiana ogni giorno un po’ più in là...

Nella attuale edizione del linguaggio diagnostico infermieri- stico standardizzato, NANDA International, Diagnosi infermie- ristiche: definizioni e classificazione 2012-2014, sono comprese 216 diagnosi a cui sono assegnati codici da 00001 a 00230 (si ram- menta che 14 diagnosi sono state ritirate dalla tassonomia nel cor- so degli anni e i relativi codici, ovviamente, non sono stati ri-uti- lizzati).

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Tra queste 216 diagnosi infermieristiche vi sono:

– 16 nuove diagnosi (l’elenco completo si trova alle pagg. xxxiii-xxxv del testo);

– 11 diagnosi riviste (pagg. xxxv-xxxvi);

– 1 diagnosi ritirata (pag. xxxvi);

– 19 diagnosi che hanno cambiato dominio e classe nella Tasso- nomia II di NANDA-I (pagg. xxxvii-xxxviii);

– 7 diagnosi infermieristiche che hanno cambiato dominio e clas- se nella Tassonomia NNN (pag. xxxix).

Tutte le revisioni e le modifiche, in questa occasione per la prima volta, sono state discusse e approvate attraverso Internet dai so- ci di NANDA International di tutto il mondo.

Il testo attuale è suddiviso in 4 parti anziché in 5 come nella pre- cedente edizione.

La PARTE 1 e costituita da:

Una corposa e fondamentale introduzione con:

– la tabella I.1, pagg. 4-38, in cui si trova la descrizione com- pleta del dominio, classe, titolo, codice, proponente, prima approvazione e successive revisioni di ogni diagnosi infer- mieristica. Uno sforzo enorme e ancora non esaustivo ma che rende ragione del lavoro instancabile di migliaia di in- fermieri in tutto il mondo in questi ultimi 40 anni;

– la tabella I.2, pagg. 39-48, con l’attuale Tassonomia II di NANDA-I e il quadro completo della suddivisione delle diagnosi NANDA-I in domini, classi e titoli;

– la tabella I.3, pagg. 49-59, con l’attuale Tassonomia NNN per la pratica clinica infermieristica e la relativa assegnazione delle diagnosi infermieristiche NANDA International 2012- 2014 nei diversi domini e classi.

Il Capitolo 1 che illustra in modo preciso la struttura della Tas- sonomia1II delle diagnosi infermieristiche di NANDA Inter-

1 La definizione di Tassonomia è: “Classificazione particolarmente ordinata di piante e animali secondo la loro presunta relazione naturale”. La parola deriva dal- la radice taxon ovvero “il nome applicato a un gruppo tassonomico in un si- stema formale di nomenclatura” (Merriam - Webster, 2009). Vedi pag. 63.

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national e la collocazione delle diagnosi infermieristiche nella Tassonomia NNN della pratica infermieristica2.

I concetti dei 7 assi che costituiscono la tassonomia sono stati ri- visti e confrontati con il modello terminologico di riferimento del- la International Standards Organization (ISO).

Sono state apportate diverse sostanziali modifiche (con un ac- curato studio delle relative traduzioni in italiano) che sono rias- sunte qui di seguito:

Asse 1 Modificato il nome da “concetto diagnostico“ a “focus diagnostico”. L’elenco dei focus diagnostici è stato com- pletamente rivisto e aggiornato e sono stati aggiunti di- versi nuovi focus diagnostici (vedi pagg. 69-72).

Asse 2 Nuove definizioni per i valori persona, famiglia, gruppo e comunità (vedi pag. 73) con innovative implicazioni an- tropologiche e sociologiche.

Asse 3 Nuovi valori e nuove definizioni (vedi pagg. 73-74).

Asse 4 Aggiunta di nuovi sistemi (vedi pagg. 74-75).

Asse 5 Invariato (vedi pag. 75).

Asse 6 Nuove definizioni (vedi pagg. 75-76).

Asse 7 Nuovi valori e definizioni (vedi pag. 76).

È stata eliminata la categoria di diagnosi di benessere e tut- te le relative diagnosi sono state convertite in diagnosi di promozione della salute.

2 Come molti lettori già sanno, NNN significa NANDA International, NOC e NIC:

– NANDA International (NANDA-I) è l’associazione internazionale nata come evoluzione della North American Nursing Diagnosis Association.

– NOC è l’acronimo di Nursing Outcomes Classification.

– NIC è l’acronimo di Nursing Interventions Classification.

Dal 2003 la Casa Editrice Ambrosiana pubblica la traduzione italiana della tassonomia NANDA International, Diagnosi infermieristiche: definizioni e classi- ficazione a cura di Carlo Calamandrei e di Luisa Anna Rigon e ne detiene i di- ritti cartacei e digitali.

Dal 2007 la Casa Editrice Ambrosiana pubblica la traduzione italiana del- la tassonomia Classificazione NOC dei risultati infermieristici a cura di Luisa An- na Rigon e della tassonomia Classificazione NIC degli interventi infermieristici a cura di Carlo Calamandrei e Fabrizio Vezzoli.

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Quest’ultimo significativo cambiamento relative all’asse 7, non solo semantico ma concettuale, è comprensibile solo a partire da alcune precise considerazioni sull’infermiere e sull’infermieristi- ca quali:

1. il focus dell’infermieristica è la “salute” delle “persone”, non la malattia in quanto tale (cfr. pag. 89 del testo);

2. la definizione di diagnosi infermieristica è “ Una diagnosi in- fermieristica è un giudizio clinico riguardante le esperienze/risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/pro- cessi vitali attuali o potenziali. Una diagnosi infermieristica costi- tuisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l’infermiere ha la responsabilità (NANDA-I, 2009) (cfr. pag. 621). L’infermiere nel processo di assistenza infermieristica ascolta una narrazione ed effettua un accertamento attento ai processi vitali del presente o po- tenziali(del futuro prossimo).

L’infermiere assiste a partire dalle risorse e dalle risposte del- l’assistito (persona/famiglia/gruppo/comunità) presenti nel qui, ora, adesso, oggi ovvero dall’energia che fluisce oggi, non in quella di ieri ...e insieme con l’assistito sceglie le diagnosi in- fermieristiche (NANDA-I), i risultati infermieristici (NOC) e gli interventi infermieristici (NIC) di cui ha la responsabilità.

A molti di noi ciò può apparire “sovversivo” ...ma non è nient’altro che essere infermiere oggi!

L’infermiere non si occupa di malattia in quanto tale, non for- mula diagnosi mediche, non ne ha le conoscenze, le compe- tenze e la responsabilità;

3. l’infermiere eroga cure infermieristiche in quanto diagnosta e responsabile di interventi infermieristici e risultati infermieri- stici.

“Con l’uso del termine ‘diagnosi infermieristica’ è emerso che gli in- fermieri sono diagnosti.

Prima che questo avvenisse, il giudizio clinico usato nella pratica cli- nica per decidere il focus dell’assistenza infermieristica non appari- va o non aveva nome. Oggi, nelle aziende sanitarie in cui gli infer- mieri non utilizzano diagnosi infermieristiche, o le usano senza preoc- cuparsi della loro precisione, può ancora persistere l’invisibilità del ruolo di diagnosta degli infermieri.

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Con l’inizio della classificazione formale delle diagnosi infermieristi- che, tuttavia, è stato ampiamente accettato che gli infermieri sono dia- gnosti che hanno bisogno di usare il processo diagnostico e di lavora- re in partnership con le persone che contribuiscono a identificare la mi- gliore diagnosi per indirizzare e guidare l’assistenza infermieristica.

Il processo diagnostico in infermieristica si differenzia dal processo diagnostico in medicina in quanto, nella maggior parte delle situazio- ni, la persona o le persone che sono al centro dell’assistenza infermie- ristica devono essere intimamente coinvolte come partner, insieme agli infermieri, nella valutazione e nel processo diagnostico. Questo perché al centro dell’assistenza infermieristica c’è l’intera persona o il rag- giungimento del benessere e dell’autorealizzazione della persona.

Le esperienze delle persone e le loro risposte ai problemi di salute e ai processi vitali hanno un significato specifico, questi significati sono identificati con l’aiuto degli infermieri (Hobbs, 2009; Stefancyk, 2009).

Si presume, inoltre, che gli infermieri non guariscano le persone con le loro diagnosi e i loro interventi: le persone si rendono sane con i pro- pri comportamenti.

Quindi, per ottenere cambiamenti positivi nei comportamenti che in- cidono sulla salute, le persone e gli infermieri devono identificare in- sieme le diagnosi infermieristiche più accurate le quali potenzial- mente possano indirizzare l’assistenza infermieristica verso il rag- giungimento di risultati positivi per la salute.

Gli interventi infermieristici per le diagnosi delle risposte umane, ol- tre a trattare i problemi di salute, offrono ulteriori opportunità per fa- re in modo che la salute delle persone possa essere promossa, tutelata e mantenuta”. (Tratto dal capitolo 1 del testo, pag. 88.)

La PARTE 2 è costituita da 6 capitoli scritti pensando a differenti destinatari:

– gli studenti infermieri;

– gli infermieri clinici e specialisti clinici;

– gli infermieri educatori/formatori/ricercatori;

– gli infermieri dirigenti e coordinatori.

I capitoli descrivono in modo ampio ed esaustivo l’uso delle dia- gnosi infermieristiche nella pratica clinica, nella formazione, nel- l’ambito della documentazione sanitaria elettronica, nella ricerca infermieristica e nell’organizzazione dei servizi.

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Sono capitoli completamente nuovi o profondamente rivisita- ti di cui si consiglia una attenta e meditata lettura preliminare al- l’utilizzo del testo delle diagnosi infermieristiche, e poi una let- tura continua, di approfondimento, di singoli capitoli o di singo- le pagine, per la ricchezza dell’argomentare e delle intuizioni ivi contenute.

Questa lettura permette di cogliere, per usare ancora le parole di Carlo Calamandrei, “la vastità della conoscenza basata su una vi- sione olistica della persona, idonea per un professionista della salute che, come dichiara in Italia il suo profilo professionale3, è il responsabile del- l’assistenza infermieristica con le seguenti: caratteristiche ‘L’assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natu- ra tecnica, relazionale, educativa.’ Da questo punto di vista va sottoli- neata la maggiore presenza in questo repertorio di diagnosi infermieri- stiche che non si riferiscono a ‘problemi’ dell’assistito, ma alla promo- zione della salute”.

La PARTE 3 è costituita dai 13 domini della Tassonomia II di NANDA-I con le relative classi, titoli diagnostici infermieristici, anno di approvazione e delle eventuali successive revisioni, li- vello di evidenza, definizione, caratteristiche definenti, fattori correlati o fattori di rischio e riferimenti bibliografici.

È la parte più corposa del testo, nella quale, oltre alle modifiche apportate nell’edizione americana, in fase di traduzione si è cer- cato di ottimizzare i titoli diagnostici in lingua italiana nel rispetto del- le modifiche apportate da NANDA International ai diversi assi della tassonomia.

Ciò ha comportato il cambiamento dei titoli diagnostici di ol- tre 60 diagnosi infermieristiche.

Nella traduzione dei titoli è stato adottato, tutte le volte che non contrastava con la lingua italiana, un criterio univoco per ren- dere più evidente il FOCUS DIAGNOSTICO (scritto in colore BIANCO nei titoli e in NERO GRASSETTO negli indici finali) e per dare nel contempo un possibile “aggancio” e “ordine menta- le” nella composizione delle diagnosi infermieristiche.

3 Ministero della Sanità, Decreto 14 settembre 1994, n. 739, Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’in- fermiere.

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Ne consegue che, nella maggior parte dei casi:

– le diagnosi di promozione della salute iniziano con “disponi- bilità a migliorare” seguito dal sostantivo del focus, dal giudizio (aggettivo) e dai valori di eventuali altri assi;

– le diagnosi di rischio iniziano con “rischio di” seguito dal so- stantivo del focus, dal giudizio (aggettivo) e dai valori di even- tuali altri assi;

– le diagnosi reali iniziano con il sostantivo del focus, seguito dal giudizio (aggettivo) e dai valori di eventuali altri assi.

La versione italiana qui presentata è quella ufficiale, autorizzata esplicitamente da NANDA International, che ha visionato la tra- duzione del libro in bozza, secondo una prassi stabilita dalla stes- sa NANDA International per tutte le traduzioni dall’inglese.

Anche in questa occasione la CEA, Casa Editrice Ambrosiana, ha fatto in modo che la terminologia essenziale (titolo e defini- zione di ogni diagnosi) venisse concordata tra la curatrice e un gruppo qualificato di colleghi infermieri di diversa provenienza (si veda in proposito la successiva Nota terminologica).

Come in passato, alcune diagnosi, nuove e non, sono ulterior- mente illustrate o commentate da note per il lettore italiano (si vedano in proposito le successive Note al testo). A volte esse sot- tolineano l’importanza di una diagnosi, altre volte presentano dei chiarimenti, altre volte ancora delle osservazioni. Il loro fine ge- nerale è quello di facilitare l’uso delle diagnosi infermieristiche in modo che siano correttamente applicate.

La PARTE 4 è stata profondamente modificata e arricchita al fine di permettere a ciascun infermiere del mondo di conoscere le pro- cedure di NANDA-I, da seguire per proporre nuove diagnosi in- fermieristiche oppure la loro revisione. È particolarmente impor- tante la trattazione del livello di evidenza scientifica che le pro- poste di diagnosi nuove o modificate devono raggiungere.

Infine sono da segnalare:

– la presenza di un glossario, che definisce con molta chiarez- za i termini principali usati da NANDA-I e riportati nel libro (pag. 621);

– la definizione dei nuovi comitati (ben 5) di NANDA-I con nuo- ve competenze e mandati (pag. 625);

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– la definizione di vision, mission, storia, obiettivi di NANDA- I e la proposta di aderire all’associazione da parte di ogni in- fermiere (pag. 627);

– 2 allegati con le diagnosi infermieristiche in ordine di codice numerico e l’indice analitico (pag. 633 e 641).

Per concludere riprendo alcune frasi di Carlo Calamandrei

“Comunque, lo scopo fondamentale del volume rimane quello di pre- sentare una per una le diagnosi infermieristiche approvate dall’associa- zione NANDA International, con tutte le loro componenti.

A tale riguardo anche in questa edizione le diagnosi infermieristiche sono elencate per dominio e per classe di appartenenza al fine di permet- tere soprattutto agli infermieri clinici un utilizzo facile e veloce e questa scelta è da considerare senz’altro opportuna.

Per concludere, è bene sottolineare l’esigenza e l’importanza di un lin- guaggio infermieristico specifico e condiviso, che possa migliorare la do- cumentazione clinica e facilitare la trasmissione delle esperienze, la ricerca infermieristica e multiprofessionale e la visibilità della professione”.

Ecco, desidero chiudere questa prefazione sul termine VISIBILITÀ.

La visibilità di una professione, quale quella infermieristica, che con oltre 400 000 professionisti garantisce in Italia, ogni giorno, un’assistenza alla salute a oltre 60 000 000 milioni di persone è fatta:

– non di parole ma di gesti quotidiani offerti a partire dalle pro- prie conoscenze disciplinari, competenze professionali e re- sponsabilità;

– di linguaggi verbali tassonomici e di infiniti ascolto e comuni- cazione non verbale;

– di impegno leale e onesto ma soprattutto di passione, di consa- pevolezza e di fedeltà per ciò che siamo e per il mandato che la Vita, prima ancora che la società e le istituzioni, ci ha affidato.

Luisa Anna Rigon Infermiera4

4 Infermiera dal 1977.

Ha conseguito il diploma di Assistente Sanitario, il Diploma Universitario di Infermiere Insegnante Dirigente, la Laurea in Infermieristica, la Laurea Ma- gistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche.

Fondatrice e Presidente di Formazione in Agorà - Scuola di Formazione al- la Salute - Padova.

Formatrice, consulente, autrice di pubblicazioni e traduzioni.

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Nota terminologica

Già da qualche anno la CEA, Casa Editrice Ambrosiana, sta ope- rando, attraverso diverse iniziative che coinvolgono professionisti e studiosi del settore, per dare il suo contributo sia alla definizio- ne, in termini di contenuti e metodi, del campo di attività dell’in- fermiere (fenomeni che affronta, interventi che eroga, risultati a cui mira) sia alla standardizzazione del linguaggio infermieristico.

Il primo passo formale, in questo senso, è stato compiuto con la pubblicazione, avvenuta nel 2004, della traduzione ufficiale del testo NANDA International, Diagnosi infermieristiche: definizioni e classificazione 2003-2004.

A somiglianza di quanto realizzato in altri Paesi per altre lin- gue, a fianco del traduttore principale è stato costituito un grup- po di lavoro, formato da numerosi professionisti dell’ambito in- fermieristico, di diversa provenienza e formazione, che si è occu- pato di concordare la terminologia con la quale scrivere, in lingua italiana, i titoli e le definizioni delle diagnosi infermieristiche.

Il repertorio che il gruppo di lavoro ha prodotto nel corso degli anni è stato utilizzato da CEA per uniformare il linguaggio infer- mieristico nell’ambito diagnostico per tutti i propri testi e tale re- pertorio è mantenuto aggiornato attraverso la pubblicazione pe- riodica, ogni due anni fino al 2008 e ogni tre anni a partire dal 2009, delle nuove edizioni del manuale ufficiale di NANDA Internatio- nal, di cui questo volume rappresenta l’edizione 2012-2014.

Il successo ottenuto da questa iniziativa ha stimolato la defini- zione di un progetto analogo, finalizzato alla realizzazione di una traduzione condivisa dei titoli della versione 2005 delle classifi- cazioni NOC e NIC.

Anche in questo caso, un gruppo di esperti dell’ambito infer- mieristico è riuscito a condividere una terminologia comune e il repertorio messo a punto è stato utilizzato per uniformare il lin- guaggio infermieristico per quanto riguarda la definizione dei ri- sultati dell’assistito e dei relativi interventi infermieristici.

La pubblicazione dei testi di S. Moorhead, M. Johnson e M. Maas, Classificazione NOC dei risultati infermieristici, e di J. Mc- Closkey Dochterman e G.M. Bulechek, Classificazione NIC degli in-

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terventi infermieristici, avvenuta nel 2007, ha costituito un’impor- tante occasione di confronto sul lavoro effettuato e ha permesso di aggiornare la terminologia precedentemente messa a punto per la traduzione dei titoli dei risultati NOC e degli interventi NIC e di far condividere al gruppo di lavoro anche la traduzione delle re- lative definizioni. Questa attività proseguirà nei prossimi anni con la pubblicazione delle future versioni delle due tassonomie.

Attraverso questo processo, il repertorio terminologico utiliz- zato dalla Casa Editrice Ambrosiana si arricchisce di nuovi im- portanti contributi e i volumi CEA, tradotti utilizzando questa ter- minologia ufficiale, si presentano a studenti infermieri, infermieri clinici, infermieri formatori, ricercatori e dirigenti con un linguag- gio coerente, che permette di favorire il confronto e lo sviluppo della comunità professionale infermieristica nel nostro Paese.

La conformità dei molteplici testi infermieristici della CEA alla terminologia NNN qui illustrata viene evidenziata con l’inseri- mento dei loghi di “Traduzione verificata NANDA-I” e di “Tra- duzione verificata NOC e NIC”.

Traduzione a cura di Carlo Calamandrei Luisa Anna Rigon con la collaborazione e l’adesione di

Marilena Bedin Luisa Cavada Laura D’Addio Giuseppina Ledonne Franco Mantovan Giorgio Nebuloni Vania Novi Gaetana Pagiusco Alvisa Palese Laura Rasero Rita Riolfi Chiara Rizzo Sabrina Tolomeo Alessandra Zampieron

T R A D U Z I O N E V E R I F I C ATA NANDA-I

2012-2014

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NOTE al testo

NANDA International, Diagnosi infermieristiche: definizioni e classificazione 2012-2014

A cura di Rigon Luisa Anna, edizione 2012-2014

Pagina xxviii

Fascicolo sanitario elettronico In Italia il Ministero della Salu- te di intesa con la Conferenza permanente tra lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha approvato in data 10 febbraio 2011 (G.U. n. 50 del 2 marzo 2011) il documento “Il Fa- scicolo Sanitario Elettronico-Linee guida nazionali”. Il FSE è inteso

“come insieme di dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosani- tario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assisti- to, che ha come scopo principale quello di agevolare l’assistenza all’u- tente, offrire un servizio che può facilitare l’integrazione delle diverse competenze professionali, fornire una base informativa consistente, con- tribuendo al miglioramento di tutte le attività assistenziali e di cura, nel rispetto delle normative per la protezione dei dati personali”.

All’interno del FSE è contenuta anche la documentazione sa- nitaria elettronica di competenza dell’infermiere. Si rammenta che a livello cartaceo si parla invece di Dossier Sanitario (DS) al- l’interno del quale è contenuta anche la documentazione sanita- ria cartacea infermieristica.

Pagina 86

Processo di assistenza infermieristica Wilkinson (2012) defi- nisce il processo di assistenza infermieristica come un processo ci- clico in 6 fasi, che include accertamento, diagnosi, pianificazione dei risultati, pianificazione degli interventi, gestione degli inter- venti e valutazione dei risultati.

Pagina 153 DRG e APR

Il sistema DRG (Diagnosis Related Groups) mira alla classificazio- ne e al finanziamento dei ricoveri in ospedale principalmente in base alla combinazione di diagnosi di dimissione principale,

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eventuali diagnosi concomitanti, diagnosi di complicanze e in- terventi. A ciascun DRG corrisponde una tariffa correlata al con- sumo medio di risorse di quel DRG.

Il sistema APR (All Patients Refined) è finalizzato a misurare la ca- sistica ospedaliera valutando l’impatto della gravità sul consumo di risorse. I casi sono differenziati in relazione alla gravità della ma- lattia o al rischio di morte. Il gruppo finale APR-DRG permette di classificare i casi in gruppi isorisorse e clinicamente coerenti.

Pagina 154

ICD-9 L’ICD (International Classification of Diseases, Classifica- zione Internazionale delle Malattie) è un sistema di classificazio- ne nel quale le malattie e i traumatismi sono ordinati a fini stati- stici in gruppi tra loro correlati. L’ICD-9 è la 9arevisione della clas- sificazione, approvata a Ginevra nel 1975, nel corso della 29aAs- semblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Tecniche di validazione del consenso In questo contesto si tratta di organizzare incontri con operatori sanitari, assistiti, fa- miliari ecc. (a seconda dei casi) per discutere, fino ad arrivare al consenso, su quali siano le pratiche migliori per affrontare deter- minati problemi e ottenere i massimi benefici.

Note di Carlo Calamandrei all’edizione 2009-2012,

riviste e adattate all’edizione attuale da Luisa Anna Rigon

Pagina 199

Attività diversive insufficienti (00097)

Le attività diversive, o diversionali (musica, giochi, lavori artigia- nali ecc.), non vanno sottovalutate, specialmente quando si assi- stono bambini, anziani e persone in condizioni croniche. Esse pos- sono rappresentare una vera e propria terapia, che sostiene e mi- gliora il benessere fisico, psichico, sociale e spirituale delle perso- ne assistite. Un infermiere consapevole del carattere olistico del- la salute e adeguatamente preparato è uno degli operatori che do- vrebbero impegnarsi maggiormente in queste attività.

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Pagina 208

Protezione inefficace (00043)

Se Protezione inefficace (00043) risulta troppo ampia per essere usa- ta nella pratica, è bene preferire a essa diagnosi più specifiche, co- me Mucosa orale compromessa (00045) e Rischio di sindrome da im- mobilizzazione (00040).

Pagine 235-240

Rischio di squilibrio elettrolitico (00195)

Disponibilità a migliorare il bilancio idrico (00160) Volume di liquidi insufficiente (00027)

Volume di liquidi eccessivo (00026)

Rischio di volume di liquidi insufficiente (00028) Rischio di volume di liquidi squilibrato (00025)

Le diagnosi relative ad alterazioni del volume dei liquidi organici so- no da considerare vere diagnosi infermieristiche solo quando pos- sono essere trattate con interventi di cui l’infermiere è responsa- bile, come per esempio concordare un programma giornaliero di assunzione di liquidi con una persona che non beve a sufficienza.

Negli altri casi è meglio valutare preventivamente lo spazio e il campo disciplinare della diagnosi medica.

Pagina 279

Mobilità compromessa (00085)

I problemi di mobilità, reali o potenziali, sono tra quelli che gli in- fermieri trattano con maggiore frequenza. Mobilità compromessa (00085) è dunque una diagnosi importante, ma va usata corretta- mente, distinguendola da altre che riguardano problematiche analoghe.

Essa indica una immobilità parziale (per esempio, un uso limita- to di un arto), poiché per quella completa, o per il rischio di essa, occorre utilizzare Rischio di sindrome da immobilizzazione (00040).

Inoltre, va tenuto presente che fra le diagnosi di NANDA-I ve ne sono alcune che riguardano aspetti particolari della mobilità co- me Deambulazione compromessa (00088), Mobilità compromessa con la sedia a rotelle (00089), Capacità di trasferimento compromessa (00090) e Mobilità compromessa nel letto (00091): quando i dati di cui si è in possesso lo permettono, è bene scegliere uno di questi titoli, che indicano il problema in modo più preciso. Infine, è possibile che

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in certe situazioni sia preferibile usare Mobilità compromessa (00085) non come diagnosi ma come fattore correlato, per esem- pio di Compromessa gestione della casa (00098) o di Deficit nella cura di sé (00102, 00108, 00109, 00110).

Pagina 286

Campo di energia disturbato (00050)

Una piena comprensione di Campo di energia disturbato richiede la conoscenza della teoria del nursing di Martha E. Rogers. Secon- do questa teoria, l’essere umano è un tutto unitario che ha un cam- po di energia in costante stato di flusso e di interazione con il cam- po ambientale; il campo di energia varia di continuo in intensità, densità e grado.

Pagine 287 e 290 Fatigue (00093)

Intolleranza all’attività (00092)

È necessario distinguere l’Intolleranza all’attività (00092) dalla Fa- tigue (00093). La differenza appare netta se – oltre al titolo, alla definizione e alle caratteristiche definenti – consideriamo gli in- terventi che le due diagnosi richiedono: nel primo caso essi mira- no ad aumentare la forza e la resistenza, nel secondo tendono principalmente ad aiutare la persona affinché si adatti alla condi- zione di fatigue.

Pagina 289 Wandering (00154)

Le caratteristiche definenti di Wandering (00154), per esempio “Ol- trepassare un confine” e “Spostarsi a caso”, indicano la gravità dei pericoli a cui la persona può andare incontro in presenza di que- sta diagnosi infermieristica.

Pagina 295

Gittata cardiaca ridotta (00029)

È poco probabile che la diagnosi infermieristica Gittata cardiaca ridotta (00029) venga diagnosticata dagli infermieri italiani e da loro trattata con interventi autonomi, dovendo valutare pre- ventivamente lo spazio e il campo disciplinare della diagnosi medica.

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Pagina 301

Perfusione tissutale periferica inefficace (00204)

Solo quando l’inefficacia riguarda la perfusione tissutale periferica l’infermiere può trattare il problema con interventi sostanzial- mente autonomi. Negli altri casi è meglio valutare preventiva- mente lo spazio e il campo disciplinare della diagnosi medica.

Pagina 325

Eminegligenza (00123)

Conseguenza il più delle volte di un ictus cerebrale, l’eminegli- genza va riconosciuta e trattata con molto impegno perché può ostacolare la riabilitazione, in particolare il recupero della massi- ma indipendenza possibile nello svolgimento delle attività di vi- ta quotidiana.

Pagina 327

Sindrome da interpretazione dell’ambiente compromessa (00127)

Si raccomanda uno studio attento per imparare a distinguere le si- tuazioni che si possono descrivere con Sindrome da interpretazione dell’ambiente compromessa (00127) dagli stati di confusione menta- le e di alterazione dei processi di pensiero. Comunque, in man- canza di ricerche che ne dimostrino un’effettiva utilità clinica, questa diagnosi non sembra facilmente applicabile: anche per ra- gioni di familiarità con la terminologia, Confusione mentale (acuta, codice 00128, o cronica, codice 00129) è da preferire nella maggior parte dei casi.

Pagina 339

Conoscenza insufficiente (00126)

L’insegnamento alla persona/famiglia/comunità è da conside- rare parte integrante di molti interventi infermieristici: per fare so- lo qualche esempio, si pensi a quelli richiesti dalle diagnosi rela- tive al coping, alla mobilità, all’incontinenza urinaria, ai deficit nella cura di sé e alla gestione di un regime terapeutico. Di con- seguenza è probabilmente opportuno formulare la diagnosi Co- noscenza insufficiente (00126) soltanto in situazioni particolari; que- sta insufficienza può invece rappresentare in molti casi un fatto- re correlato di altre diagnosi.

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Pagina 347

Mancanza di speranza (00124)

Mancanza di speranza (00124) indica la condizione della persona che non vede una via d’uscita dai problemi e dalle difficoltà che sta vivendo. Invece, Senso di impotenza (00152) si riferisce alla per- sona che ritiene di individuare una soluzione, ma sente di non poterla mettere in atto per mancanza di risorse o di controllo del- la situazione.

Pagina 348

Rischio di dignità umana compromessa (00174)

È importante analizzare tutti i fattori di rischio di Rischio di di- gnità umana compromessa (00174) per comprendere quali e quante situazioni, inclusi i comportamenti degli operatori sanitari, pos- sono influire sulla dignità delle persone.

Pagina 354-360

Autostima cronicamente scarsa (00119) Autostima situazionale scarsa (00120)

Rischio di autostima cronicamente scarsa (00224) Rischio di autostima situazionale scarsa (00153)

In presenza di quattro diagnosi riguardanti l’autostima è il con- fronto dei dati di cui si dispone con gli elenchi di caratteristiche definenti che permette di scegliere quella più adeguata alla sin- gola persona.

Pagina 368

Tensione nel ruolo di caregiver (00061)

È importante che fra le diagnosi infermieristiche ve ne siano alcune che riconoscono le difficoltà e i rischi per la salute non solo dell’as- sistito, ma anche di chi gli presta assistenza, appunto, il caregiver.

Specialmente se continuativa, l’attività di questa figura compor- ta tensioni e perfino vere e proprie malattie, che la competenza professionale e l’impegno dell’infermiere possono prevenire o al- leviare.

Pagine 395-397

Disfunzione sessuale (00059)

Inefficace modello di sessualità (00065)

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Inefficace modello di sessualità (00065) è una diagnosi che gli in- fermieri possono identificare e trattare con l’ascolto, l’informa- zione o l’invio ad altri professionisti. Più difficile è che possano affrontare in maniera indipendente la diagnosi Disfunzione ses- suale (00059), la cui formulazione, quindi, è generalmente da evi- tare.

Pagina 421 Ansia (00146)

La diagnosi generale Ansia (00146) va distinta dalla più specifica Ansia di morte (00147), ma soprattutto dalla diagnosi Paura (00148). L’ansia ha in comune con la paura un senso di appren- sione legato a una minaccia; la differenza è che nella paura il pe- ricolo è ben individuato, mentre nell’ansia la fonte della minaccia è spesso vaga o sconosciuta. Nonostante tale diversità, le due con- dizioni possono coesistere nella stessa persona nella medesima si- tuazione: accade spesso, per esempio, che una persona che deve affrontare un intervento chirurgico abbia paura del dolore posto- peratorio e sia in ansia per una possibile diagnosi di tumore. In questi casi si può optare per la formulazione Ansia/paura.

Pagine 424-435

Coping difensivo (00071) Coping inefficace (00069)

Disponibilità a migliorare il coping (00158) Coping inefficace della comunità (00077)

Disponibilità a migliorare il coping della comunità Coping compromesso della famiglia (00074) Coping inadeguato della famiglia (00073)

Disponibilità a migliorare il coping della famiglia (00075) Le molte diagnosi che hanno per oggetto il coping (far fronte alle situazioni) dimostrano l’importanza che la scienza infermieristi- ca attribuisce a questa tematica. In effetti, la persona (o il gruppo) che si trova ad affrontare problemi di salute è esposta a stress e cambiamenti dello stile di vita che possono rivelarsi talmente an- goscianti e minacciosi da impedirle l’utilizzo delle molteplici ri- sorse di cui potrebbe disporre. Si raccomanda quindi agli infer- mieri e agli studenti infermieri uno studio accurato di questo gruppo di diagnosi affinché siano in grado di riconoscerne la pre-

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senza e di gestirle in maniera efficace. È importante anche prestare attenzione alle loro differenze: in particolare, Coping inefficace (00069) è una diagnosi ampia rispetto alla quale è preferibile la scelta, quando i dati lo consentono, delle più specifiche Coping di- fensivo (00071) e Negazione inefficace (00072).

Pagina 444 Lutto (00136)

Può essere utile precisare che il lutto è un insieme di risposte fi- siche e psicosociali a una perdita (non solo di una persona cara, ma di qualunque “oggetto” percepito come importante, per esempio funzioni organiche, indipendenza nelle attività quoti- diane ecc.) che vengono considerate normali. Ciò nonostante NANDA-I ha deciso di considerarlo una diagnosi infermieristi- ca per la gravità delle risposte che può provocare.

Ancora più grave è il Lutto complicato (00135), una diagnosi in- fermieristica che può essere all’origine di compromissioni fun- zionali. Nel 1998 la NANDA-I ha inserito nell’elenco delle dia- gnosi Afflizione cronica (00137), la quale descrive uno stato di tri- stezza profonda e pervasiva, vissuto dal diretto interessato o da un caregiver, in risposta a una perdita continuativa legata a una malattia o disabilità.

Pagina 456

Resilienza compromessa della persona (00210)

La resilienza o, per alcuni vocabolari, resilenza, è la proprietà di al- cuni materiali di resistere agli urti senza spezzarsi. Riferito agli es- seri umani, questo termine indica la forza d’animo, la capacità di affrontare e superare le avversità della vita.

Pagine 467-468 Disriflessia (00009)

Rischio di disriflessia (00010)

Disriflessia (00009) e Rischio di disriflessia (00010) vanno considerate diagnosi infermieristiche quando è possibile gestirle con inter- venti specifici di questa professione, volti per esempio a risolve- re il fattore correlato rappresentato dalla mancanza di conoscen- ze. Negli altri casi è meglio valutare preventivamente lo spazio e il campo disciplinare della diagnosi medica.

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Pagina 474

Capacità adattativa intracranica ridotta (00049)

È poco probabile che la diagnosi infermieristica Capacità adattati- va intracranica ridotta (00049) venga diagnosticata dagli infermie- ri italiani e da loro trattata con interventi autonomi dovendo va- lutare preventivamente lo spazio e il campo disciplinare della dia- gnosi medica.

Pagina 484

Sofferenza morale (00175)

La Sofferenza morale (00175), che può riguardare sia l’assistito e i suoi congiunti sia l’operatore, si può presentare soprattutto quan- do bisogna fare delle scelte o prendere delle decisioni. È impor- tante che l’infermiere ascolti e informi coloro che assiste, rispet- tando comunque la loro autonomia decisionale. Da parte sua, può avere la necessità di consultare colleghi o esperti che svolgono al- tre professioni o di rivolgersi al Comitato etico.

Pagina 486

Non adesione (00079)

La mancata adesione che il titolo esprime non dipende tanto da una scelta consapevole e deliberata, quanto da fattori ostacolan- ti, dei quali il testo fornisce un elenco.

Pagine 488 e 497

Religiosità compromessa (00169) Sofferenza spirituale (00066)

Nel repertorio NANDA-I vi sono due gruppi di diagnosi chiara- mente distinte, le une relative alla spiritualità e le altre alla reli- giosità. Quelle sulla spiritualità parlano di senso e significato del- la vita grazie a uno stretto e positivo rapporto con se stessi, gli al- tri, la natura, la musica ecc., eventualmente, ma non necessaria- mente, anche con un potere percepito come superiore. Così de- scritta, la dimensione spirituale è universale e l’infermiere con- vinto di dover prestare un’assistenza globale coglierà i momenti in cui l’assistito la esprime per ascoltare, sostenere e aiutare come richiesto.

Le diagnosi che, invece, si incentrano sulla religiosità si riferisco- no alla possibilità di esprimere le credenze e di praticare i riti di

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una particolare tradizione di fede (luterana, cattolica, ebraica, mu- sulmana...) nel contesto ospedaliero o, comunque, laddove la per- sona riceve assistenza sanitaria. L’infermiere può condividere o meno tali credenze e riti, ma in ogni caso li deve rispettare, deve essere libero da pregiudizi e non può permettersi di imporre le proprie convinzioni né di dare per scontato che esse siano uni- versalmente condivise.

Gli interventi da fornire nei due casi non sembrano molto diver- si: aiutare a sentire e ad apprezzare un brano musicale, a vedere un tramonto dalla finestra o, invece, a leggere una preghiera da un libro sono tutte azioni che richiedono ascolto, sensibilità e dispo- nibilità. Soprattutto, l’operatore deve avere la convinzione che la dimensione spirituale (religiosa o meno) merita considerazione e rispetto in nome del carattere olistico della salute.

Pagina 521

Rischio di lesione (00035)

Insieme a questa diagnosi di carattere generale ce ne sono altre che riguardano rischi più specifici. È bene utilizzare una di esse (per esempio, Rischio di soffocamento, 00036) quando i dati della persona assistita richiedono la pianificazione di interventi volti al- la prevenzione di quel rischio particolare.

Pagine 564-567

Rischio di temperatura corporea squilibrata (00005) Ipertermia (00007)

Ipotermia (00006)

Termoregolazione inefficace (00008)

Le diagnosi che riguardano la temperatura corporea sono quattro, due di carattere ampio (Rischio di temperatura corporea squilibriata e Termoregolazione inefficace) e due più specifiche (Ipertermia e Ipo- termia). Tutte quante sono da considerare autentiche diagnosi in- fermieristiche nei casi in cui i relativi fattori di rischio o correlati possono essere affrontati con interventi indipendenti (modifica- zioni dell’ambiente o degli indumenti ecc.). Quando invece i fat- tori eziologici consistono in malattie o complicanze è preferibile valutare preventivamente lo spazio e il campo disciplinare della diagnosi medica.

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Pagina 577

Dolore acuto (00132)

È necessario tenere presente che in certi casi il dolore va conside- rato una diagnosi infermieristica, da definire e trattare come tale, mentre in altri è prima di tutto un sintomo da riferire prontamente al medico e da gestire unitamente a questo professionista.

Pagina 441

Incapacità di sviluppo della persona adulta (00101)

Quando si parla di crescita o di sviluppo ci si riferisce general- mente al bambino o all’adolescente, ma in questo caso è la perso- na adulta che incontra difficoltà in tal senso. L’analisi dell’elenco di caratteristiche definenti può aiutare a capire quali sono le si- tuazioni in cui Incapacità di sviluppo della persona adulta (00101) è una diagnosi utilmente applicabile.

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Linee guida per il permesso di copyright per la versione in lingua italiana

I materiali presentati in questo libro sono soggetti a diritti d’autore, per cui si applicano ad essi le leggi che regolano questa materia.

Si indicano di seguito alcuni esempi, non esaustivi, di utilizzo che richie- de un’approvazione e/o un compenso per la concessione della licenza e/o autorizzazione all’uso.

1. Un autore o una casa editrice vuole utilizzare l’intera tassonomia del- le diagnosi infermieristiche in un libro di testo o in un altro manuale di in- fermieristica.

2. Un autore o una casa editrice vuole utilizzare solo l’elenco delle dia- gnosi infermieristiche senza le definizioni e le caratteristiche definenti.

3. Un autore o una casa editrice vuole utilizzare la tassonomia delle dia- gnosi infermieristiche per realizzare materiale audiovisivo.

4. Una persona che sviluppa software o che vende programmi per la ge- stione digitale delle cartelle cliniche dell’assistito vuole utilizzare la tasso- nomia delle diagnosi infermieristiche in un programma o in un applicativo.

5. Un’università, un ricercatore, un’organizzazione professionale o sani- taria vuole utilizzare la tassonomia delle diagnosi infermieristiche in un corso di formazione.

6. Un’azienda sanitaria (ospedale, territorio, servizi), o RSA o istituzione similare, vuole inglobare nel proprio sistema informatizzato di registra- zioni sanitarie la tassonomia delle diagnosi infermieristiche.

Qualsiasi richiesta di autorizzazione alla riproduzione, in formato cartaceo o digitale, della versione italiana della tassonomia va inviata a:

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