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Coronavirus: quello che c è da sapere 14 settembre 2020

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Academic year: 2022

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(1)

Coronavirus: quello che c’è da sapere – 14 settembre 2020

Che cosa è successo? ...2

A cosa è dovuta l’infezione? ...2

Quanto è diffusa l’epidemia? ...2

Che cosa sono i coronavirus? ...2

Come è avvenuto il contagio? ...2

Il virus può essere stato creato in laboratorio? ...2

Come si trasmette l’infezione? ...4

La malattia può essere trasmessa da una persona senza sintomi? ...4

Come è possibile proteggersi?...5

È necessario indossare la mascherina? ...5

Gli animali da compagnia possono trasmettere l’infezione? ...6

È possibile contrarre l’infezione una seconda volta? ...6

I prodotti alimentari che acquistiamo e l’acqua potabile sono sicuri? ...6

I pacchi che riceviamo per posta o corriere sono sicuri? Il virus può sopravvivere sugli oggetti? ...6

Cosa fare se si sospetta di aver contratto l’infezione? ...6

Come viene diagnosticata la malattia COVID-19? ...7

Che cosa sono i test sierologici? a cosa servono? ...7

Chi viene colpito dalla malattia COVID-19? ...8

Quanto è letale il virus? Quali sono i fattori di rischio che aggravano l’infezione? ...8

Esiste un vaccino? ...9

Quali sono le terapie disponibili?...12

Quali sono i rischi sanitari legati all’epidemia? ...17

Quali sono i rischi economici e sociali legati all’epidemia? ...20

Quali sono le nazioni più colpite dall’epidemia? ...21

Quanto è diffusa l’epidemia in Italia? ...25

Quali misure sono state prese in Italia? ...29

Possiamo viaggiare in Italia ed all’estero? ...31

Dove è possibile trovare informazioni affidabili? ...33

Il Servizio Sanitario Nazionale e il ruolo dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” ...33

Approfondimenti ...33

Per agevolare la lettura, nell’indice e nel documento sono evidenziate in giallo le parti aggiornate rispetto all’edizione precedente. https://www.inmi.it/aggiornamenti-coronavirus

Sommario

Incidenza del COVID-19 negli ultimi 14 giorni, numero di casi per 100.000 abitanti, 14 settembre ...1

Totale casi e decessi nel mondo al 14 settembre 2020 ...3

Incidenza del COVID-19 in Europa, numero di casi per 100.000 abitanti, settimane 35-36 (24 agosto-6 settembre) ...5

Casi positivi per fasce di età in Italia 14 agosto - 13 settembre ...8

Principali patologie associate ai decessi in Italia al 7 settembre 2020 ..9

Candidati vaccini in fase clinica al 14 settembre 2020 ...10

Sperimentazioni cliniche approvate in Italia al 2 settembre 2020 ...14

Distribuzione dei casi nel mondo e in Europa al 14 settembre 2020 ....17

Incremento giornaliero dei casi positivi nel mondo nell’ultimo mese ..18

Casi e decessi per nazione al 14 settembre 2020 ...19

Prime 10 nazioni per numero di nuovi casi, 14 settembre 2020 ...20

Casi giornalieri nelle aree più colpite al 14 settembre 2020 ...21

L’epidemia in Italia al 14 settembre 2020 ...22

Variazione giornaliera dei casi positivi in Italia nell’ultimo mese ...25

Indicatori dell’epidemia per regione al 14 settembre 2020 ...26

Fase 2: monitoraggio regionale 31 agosto-6 settembre 2020 ...27

Mortalità in Italia 1 gennaio - 30 giugno 2020 a confronto con la media 2015-2019 ...28

Indagine nazionale di sieroprevalenza: % di positivi e valori assoluti ..31

Indice dei grafici e delle tabelle

Incidenza del COVID-19 negli ultimi 14 giorni, numero di casi per 100.000 abitanti, 14 settembre

Fonte: ECDC

(2)

Che cosa è successo?

Il 31 dicembre 2019 le autorità sanitarie cinesi hanno reso nota la presenza di un focolaio di sindrome febbrile, associata a polmoni- te di origine sconosciuta, tra gli abitanti di Wuhan, città di circa 11 milioni di abitanti situata nella provincia di Hubei, nella Cina Cen- tro-meridionale, alla confluenza tra il Fiume Azzurro e il fiume Han, a circa 1.100 chilometri da Pechino, 800 da Shangai, 1.000 da Hong Kong. In un primo momento il punto di partenza dell’infezione è stato identificato nel mercato del pesce e di altri animali vivi (c.d.

“wet market”) di Huanan, al centro della città di Wuhan, che è sta- to chiuso il 1 gennaio 2020, ma è ormai certo che il mercato è stato soltanto il primo amplificatore dell’infezione, iniziata qualche setti- mana prima.

In Francia uno studio1 ha identificato un caso di positività in un pa- ziente ricoverato il 27 dicembre 2019 in un ospedale della zona nord di Parigi con sintomi influenzali ed una polmonite bilaterale, e che non aveva avuto alcun contatto con la zona di Wuhan. Ciò sembre- rebbe dimostrare che la diffusione del virus sarebbe iniziata con qual- che settimana di anticipo rispetto a quanto si pensasse. Per conferma- re questa ipotesi saranno necessarie ulteriori verifiche per escludere il rischio di contaminazioni incrociate del campione, mentre il sequen- ziamento genomico permetterebbe di “datare” esattamente il virus.

Una ricerca recentemente pubblicata2 dall’Istituto Superiore di Sa- nità ha permesso di dimostrare che il virus circolava in Italia già nel mese di dicembre 2019. Le analisi della acque di scarico condotte dal Dipartimento Ambiente e Salute, reparto Qualità dell’acqua e salu- te (QAS) dell’Istituto, hanno infatti evidenziato presenza di RNA di SARS-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano e Torino il 18 dicem- bre 2019 e a Bologna il il 29 gennaio 2020. In un altro studio pub-

1 A. Deslandes, V. Berti, et al., SARS-COV-2 was already spreading in France in late December 2019, International Journal of Antimicrobial Agents(2020), doi: https://

doi.org/10.1016/j.ijantimicag.2020.106006

2 G. La Rosa, P. Mancini, G. Bonanno Ferraro, et al., SARS-CoV-2 has been circulating in northern Italy since December 2019: Evidence from environmental monitoring. Science of the total environment, 2021 Jan 1, 750:141711. Published online 2020, Aug 15. https://www.doi.org/10.1016/j.scitotenv.2020.141711

blicato a maggio dallo stesso gruppo di lavoro3 erano state individua- te tracce del RNA del virus in sei campioni di acque reflue su dodici raccolti a Roma e Milano tra febbraio ed aprile 2020. Uno dei cam- pioni positivi si riferiva ad un prelievo effettuato a Milano il 24 feb- braio, tre giorni dopo il primo caso accertato di positività a Codogno.

A cosa è dovuta l’infezione?

Il 7 gennaio è stato isolato l’agente patogeno responsabile dell’epi- demia: si tratta di un nuovo betacoronavirus, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denominato SARS-CoV-2, ad in- dicare la similarità con il virus della SARS, che nel 2002-2003 cau- sò una epidemia globale con 8.096 casi confermati e 774 decessi.

L’OMS ha denominato COVID-19 la malattia causata dal virus.

Quanto è diffusa l’epidemia?

In base ai dati forniti giornalmente dall’ECDC (Agenzia Europea per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie), integrati con quelli che per l’Italia fornisce il Ministero della Salute, ad oggi (14 settembre 2020) i casi accertati complessivi sono 29.050.142, con 924.720 de- cessi. Ad oggi sono complessivamente 209 le nazioni e i territori con almeno un caso di positività.

Sono nel complesso 22 invece le nazioni e i territori che non hanno comunicato casi di positività: 18 si trovano in Oceania (Isole Cook, Kiribati, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Niue, Isola Norfolk, Pa- lau, Isole Pitcairn, Samoa, Samoa Americane, Isole Salomone, Toke- lau, Tonga, Tuvalu, Vanuatu, Isole Wallis e Futuna, Isola di Wake), tre in Asia (Isola di Natale, Corea del Nord, Turkmenistan) e una in Africa (Sant’Elena).

Che cosa sono i coronavirus?

I coronavirus, così chiamati per la caratteristica forma a coroncina, sono una famiglia di virus che causa infezioni negli esseri umani e in vari animali, tra cui uccelli e mammiferi come cammelli, gatti, pipi- strelli. Sono virus molto diffusi in natura, che possono causare ma- lattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respira- toria acuta grave (SARS).

Come è avvenuto il contagio?

I coronavirus vengono veicolati all’uomo da ospiti intermedi, che per la MERS sono stati i dromedari, per la SARS forse lo zibetto. Il con- tagio, anche in questo caso, è stato di tipo zoonotico, ovvero causato dalla trasmissione del virus da animale a uomo, non a caso l’epicen- tro dell’epidemia è un mercato dove venivano venduti anche anima- li selvatici vivi. Non sappiamo ancora con precisione quale sia stato l’animale che ha trasmesso il virus all’uomo: appare comunque pro- babile, anche alla luce di quanto avvenuto nelle epidemie verificatesi sino ad oggi, che il serbatoio dei coronavirus sia stato un mammifero.

L’OMS ha sottolineato come vi siano sempre nuove evidenze scienti- fiche del legame tra il SARS-CoV-2 e altri coronavirus (CoV) simili circolanti nei pipistrelli.

Il virus può essere stato creato in laboratorio?

No. È possibile creare in laboratorio dei “virus chimera”, creati unen-

3 G. La Rosa, M. Iaconelli, P. Mancini, et al., First detection of SARS-CoV-2 in untreated wastewaters in Italy. Science of the total environment, 2020 Sep 20;

736: 139652. Published online 2020, May 23. https://dx.doi.org/10.1016%2Fj.

scitotenv.2020.139652 Credits: NIAID – Integrated Research Facility, 2020

(3)

Totale casi e decessi nel mondo al 14 settembre 2020

Nazione num.Contagi% num.decessi% letalità Nazione num.Contagi% num.decessi% letalità

India 4.846.427 16,7% 79.722 8,6% 1,6% Bolivia 126.791 0,4% 7.344 0,8% 5,8%

Iran 402.029 1,4% 23.157 2,5% 5,8% Ecuador 118.594 0,4% 10.903 1,2% 9,2%

Bangladesh 337.520 1,2% 4.733 0,5% 1,4% Repubblica Dominicana 103.660 0,4% 1.968 0,2% 1,9%

Arabia Saudita 325.651 1,1% 4.268 0,5% 1,3% Panama 101.745 0,4% 2.166 0,2% 2,1%

Pakistan 302.020 1,0% 6.383 0,7% 2,1% Guatemala 81.909 0,3% 2.957 0,3% 3,6%

Iraq 290.309 1,0% 8.014 0,9% 2,8% Honduras 67.789 0,2% 2.079 0,2% 3,1%

Filippine 261.216 0,9% 4.371 0,5% 1,7% Venezuela 60.540 0,2% 485 0,1% 0,8%

Indonesia 218.382 0,8% 8.723 0,9% 4,0% Costa Rica 55.454 0,2% 590 0,1% 1,1%

Israele 156.596 0,5% 1.119 0,1% 0,7% Portorico 37.380 0,1% 539 0,1% 1,4%

Kazakhstan 136.513 0,5% 1.962 0,2% 1,4% Paraguay 27.817 0,1% 525 0,1% 1,9%

Qatar 121.740 0,4% 205 0,0% 0,2% El Salvador 27.009 0,1% 788 0,1% 2,9%

Kuwait 94.764 0,3% 560 0,1% 0,6% Haiti 8.493 0,0% 219 0,0% 2,6%

Cina, Macao, Hong Kong 90.197 0,3% 4.734 0,5% 5,2% Nicaragua 4.818 0,0% 144 0,0% 3,0%

Oman 89.746 0,3% 780 0,1% 0,9% Cuba 4.684 0,0% 108 0,0% 2,3%

Emirati Arabi Uniti 79.489 0,3% 399 0,0% 0,5% Suriname 4.582 0,0% 93 0,0% 2,0%

Giappone 75.657 0,3% 1.442 0,2% 1,9% Giamaica 3.771 0,0% 42 0,0% 1,1%

Bahrein 59.586 0,2% 212 0,0% 0,4% Aruba 3.046 0,0% 18 0,0% 0,6%

Singapore 57.406 0,2% 27 0,0% 0,0% Trinidad e Tobago 3.042 0,0% 53 0,0% 1,7%

Nepal 54.159 0,2% 345 0,0% 0,6% Bahamas 2.928 0,0% 67 0,0% 2,3%

Uzbekistan 47.620 0,2% 394 0,0% 0,8% Guyana 1.853 0,0% 56 0,0% 3,0%

Kirghizistan 44.928 0,2% 1.063 0,1% 2,4% Uruguay 1.808 0,0% 45 0,0% 2,5%

Territori Palestinesi 39.510 0,1% 250 0,0% 0,6% Belize 1.480 0,0% 19 0,0% 1,3%

Afghanistan 38.716 0,1% 1.420 0,2% 3,7% Isole Vergini americane 1.220 0,0% 19 0,0% 1,6%

Libano 24.310 0,1% 241 0,0% 1,0% Isole Turks e Caicos 646 0,0% 5 0,0% 0,8%

Corea del Sud 22.285 0,1% 363 0,0% 1,6% Sint Marteen 549 0,0% 19 0,0% 3,5%

Malesia 9.915 0,0% 128 0,0% 1,3% Isole Cayman 208 0,0% 1 0,0% 0,5%

Maldive 9.173 0,0% 32 0,0% 0,3% Barbados 181 0,0% 7 0,0% 3,9%

Tajikistan 9.049 0,0% 72 0,0% 0,8% Bermuda 177 0,0% 9 0,0% 5,1%

Siria 3.540 0,0% 155 0,0% 4,4% Curaçao 157 0,0% 1 0,0% 0,6%

Thailandia 3.475 0,0% 58 0,0% 1,7% Antigua e Barbuda 95 0,0% 3 0,0% 3,2%

Giordania 3.314 0,0% 24 0,0% 0,7% Isole Vergini britanniche 66 0,0% 1 0,0% 1,5%

Sri Lanka 3.234 0,0% 12 0,0% 0,4% St. Vincent e Grenadines 64 0,0%

Myanmar 3.015 0,0% 24 0,0% 0,8% St. Lucia 27 0,0%

Yemen 2.013 0,0% 583 0,1% 29,0% Paesi Bassi Caraibici 26 0,0%

Vietnam 1.063 0,0% 35 0,0% 3,3% Dominica 24 0,0%

Nave Diamond Princess 696 0,0% 7 0,0% 1,0% Grenada 24 0,0%

Taiwan 498 0,0% 7 0,0% 1,4% St. Kitts and Nevis 17 0,0%

Mongolia 311 0,0% Groenlandia 14 0,0%

Cambogia 275 0,0% Isole Falkland 13 0,0%

Bhutan 245 0,0% Montserrat 13 0,0% 1 0,0% 7,7%

Brunei 145 0,0% 3 0,0% 2,1% Anguilla 3 0,0%

Timor Est 27 0,0% TOTALE AMERICA 14.935.345 51,4% 513.860 55,6% 3,4%

Laos 23 0,0% Russia 1.062.811 3,7% 18.578 2,0% 1,7%

TOTALE ASIA 8.266.787 28,5% 156.027 16,9% 1,9% Spagna 566.326 1,9% 29.747 3,2% 5,3%

Sudafrica 649.793 2,2% 15.447 1,7% 2,4% Francia 381.094 1,3% 30.916 3,3% 8,1%

Egitto 101.009 0,3% 5.648 0,6% 5,6% Regno Unito 368.504 1,3% 41.628 4,5% 11,3%

Marocco 86.686 0,3% 1.578 0,2% 1,8% Turchia 291.162 1,0% 7.056 0,8% 2,4%

Etiopia 64.301 0,2% 1.013 0,1% 1,6% Italia 288.761 1,0% 35.624 3,9% 12,3%

Nigeria 56.256 0,2% 1.082 0,1% 1,9% Germania 260.355 0,9% 9.350 1,0% 3,6%

Algeria 48.254 0,2% 1.612 0,2% 3,3% Ucraina 154.335 0,5% 3.178 0,3% 2,1%

Ghana 45.434 0,2% 286 0,0% 0,6% Romania 103.495 0,4% 4.163 0,5% 4,0%

Kenia 36.157 0,1% 622 0,1% 1,7% Belgio 93.361 0,3% 9.925 1,1% 10,6%

Libia 22.781 0,1% 362 0,0% 1,6% Svezia 86.505 0,3% 5.846 0,6% 6,8%

Camerun 20.167 0,1% 415 0,0% 2,1% Olanda 82.023 0,3% 6.245 0,7% 7,6%

Costa d'Avorio 19.013 0,1% 120 0,0% 0,6% Bielorussia 74.173 0,3% 750 0,1% 1,0%

Madagascar 15.757 0,1% 211 0,0% 1,3% Polonia 74.152 0,3% 2.188 0,2% 3,0%

Senegal 14.280 0,0% 297 0,0% 2,1% Portogallo 63.310 0,2% 1.860 0,2% 2,9%

Zambia 13.539 0,0% 312 0,0% 2,3% Svizzera 47.068 0,2% 1.746 0,2% 3,7%

Sudan 13.470 0,0% 834 0,1% 6,2% Armenia 45.862 0,2% 916 0,1% 2,0%

Rep. Dem. del Congo 10.389 0,0% 264 0,0% 2,5% Moldavia 42.978 0,1% 1.123 0,1% 2,6%

Guinea 10.020 0,0% 63 0,0% 0,6% Azerbaijan 38.327 0,1% 562 0,1% 1,5%

Namibia 9.719 0,0% 101 0,0% 1,0% Rep. Ceca 36.188 0,1% 456 0,0% 1,3%

Gabon 8.643 0,0% 53 0,0% 0,6% Austria 33.335 0,1% 756 0,1% 2,3%

Zimbabwe 7.526 0,0% 224 0,0% 3,0% Serbia 32.408 0,1% 733 0,1% 2,3%

Mauritania 7.276 0,0% 161 0,0% 2,2% Irlanda 30.985 0,1% 1.784 0,2% 5,8%

Tunisia 6.635 0,0% 107 0,0% 1,6% Bosnia-Herzegovina 23.462 0,1% 689 0,1% 2,9%

Malawi 5.690 0,0% 177 0,0% 3,1% Danimarca 19.216 0,1% 629 0,1% 3,3%

Gibuti 5.395 0,0% 61 0,0% 1,1% Bulgaria 17.918 0,1% 720 0,1% 4,0%

Mozambico 5.269 0,0% 35 0,0% 0,7% Macedonia del Nord 15.694 0,1% 646 0,1% 4,1%

Eswatini 5.075 0,0% 98 0,0% 1,9% Kosovo 14.637 0,1% 596 0,1% 4,1%

Guinea Equatoriale 4.996 0,0% 83 0,0% 1,7% Croazia 13.533 0,0% 224 0,0% 1,7%

Congo 4.934 0,0% 88 0,0% 1,8% Grecia 13.240 0,0% 305 0,0% 2,3%

Isole di Capo Verde 4.813 0,0% 44 0,0% 0,9% Ungheria 12.309 0,0% 637 0,1% 5,2%

Uganda 4.799 0,0% 55 0,0% 1,1% Norvegia 11.866 0,0% 265 0,0% 2,2%

Repubblica Centrafricana 4.749 0,0% 62 0,0% 1,3% Albania 11.353 0,0% 334 0,0% 2,9%

Rwanda 4.591 0,0% 22 0,0% 0,5% Finlandia 8.580 0,0% 337 0,0% 3,9%

Gambia 3.405 0,0% 103 0,0% 3,0% Lussemburgo 7.194 0,0% 124 0,0% 1,7%

Somalia 3.389 0,0% 98 0,0% 2,9% Montenegro 6.712 0,0% 120 0,0% 1,8%

Angola 3.335 0,0% 132 0,0% 4,0% Slovacchia 5.532 0,0% 38 0,0% 0,7%

Mali 2.924 0,0% 128 0,0% 4,4% Slovenia 3.702 0,0% 131 0,0% 3,5%

Sud Sudan 2.578 0,0% 49 0,0% 1,9% Lituania 3.335 0,0% 87 0,0% 2,6%

Guinea Bissau 2.275 0,0% 39 0,0% 1,7% Estonia 2.676 0,0% 64 0,0% 2,4%

Benin 2.267 0,0% 40 0,0% 1,8% Georgia 2.392 0,0% 19 0,0% 0,8%

Botswana 2.252 0,0% 10 0,0% 0,4% Malta 2.352 0,0% 15 0,0% 0,6%

Sierra Leone 2.109 0,0% 72 0,0% 3,4% Islanda 2.165 0,0% 10 0,0% 0,5%

Burkina Faso 1.707 0,0% 56 0,0% 3,3% Cipro 1.526 0,0% 21 0,0% 1,4%

Togo 1.572 0,0% 37 0,0% 2,4% Lettonia 1.474 0,0% 35 0,0% 2,4%

Liberia 1.319 0,0% 82 0,0% 6,2% Andorra 1.344 0,0% 53 0,0% 3,9%

Lesotho 1.245 0,0% 33 0,0% 2,7% San Marino 722 0,0% 42 0,0% 5,8%

Niger 1.180 0,0% 69 0,0% 5,8% Isole Faroe 423 0,0%

Ciad 1.089 0,0% 80 0,0% 7,3% Jersey 380 0,0% 32 0,0% 8,4%

São Tomé e Príncipe 906 0,0% 15 0,0% 1,7% Isola di Man 337 0,0% 24 0,0% 7,1%

Sahara Occidentale 766 0,0% 1 0,0% 0,1% Gibilterra 330 0,0%

Tanzania 509 0,0% 21 0,0% 4,1% Guernsey 253 0,0% 13 0,0% 5,1%

Burundi 472 0,0% 1 0,0% 0,2% Principato di Monaco 171 0,0% 1 0,0% 0,6%

Comore 456 0,0% 7 0,0% 1,5% Liechtenstein 111 0,0% 1 0,0% 0,9%

Eritrea 361 0,0% Vaticano 12 0,0%

Mauritius 361 0,0% 10 0,0% 2,8% TOTALE EUROPA 4.462.469 15,4% 221.342 23,9% 5,0%

Seychelles 139 0,0% Australia 26.651 0,1% 810 0,1% 3,0%

TOTALE AFRICA 1.354.032 4,7% 32.620 3,5% 2,4% Guam 1.891 0,0% 25 0,0% 1,3%

Stati Uniti 6.519.979 22,4% 194.079 21,0% 3,0% Nuova Zelanda 1.447 0,0% 24 0,0% 1,7%

Brasile 4.330.455 14,9% 131.625 14,2% 3,0% Polinesia Francese 891 0,0% 2 0,0% 0,2%

Peru 729.619 2,5% 30.710 3,3% 4,2% Papua Nuova Guinea 511 0,0% 6 0,0% 1,2%

Colombia 716.319 2,5% 22.924 2,5% 3,2% Isole Marianne settetrionali 60 0,0% 2 0,0% 3,3%

Messico 668.381 2,3% 70.821 7,7% 10,6% Isole Fiji 32 0,0% 2 0,0% 6,3%

Argentina 546.468 1,9% 11.307 1,2% 2,1% Nuova Caledonia 26 0,0%

Cile 434.748 1,5% 11.949 1,3% 2,7% TOTALE OCEANIA 31.509 0,1% 871 0,1% 2,8%

Canada 136.659 0,5% 9.171 1,0% 6,7% TOTALE MONDO 29.050.142 100,0% 924.720 100,0% 3,2%

Dati: ECDC e Ministero della Salute. Aggiornamento del 14 settembre 2020, ore 18

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do frammenti di acido nucleico di due o più virus diversi. Una del- le terapie oncologiche più avanzate, denominata CAR-T (Chimeric antigen receptor T cells) utilizza appunto virus ingegnerizzati, pro- grammati per modificare i linfociti T prelevati dai pazienti oncologi- ci e renderli in grado di attaccare specifiche cellule tumorali. Sarebbe anche possibile in teoria creare nuovi virus con fini malevoli, ma non è certamente il caso del SARS-CoV-2: una recente ricerca4 ha chiara- mente dimostrato che questo virus non è stato costruito in laborato- rio né è stato manipolato artificialmente, dal momento che il suo ge- noma non deriva da alcun ceppo virale precedentemente utilizzato.

Come si trasmette l’infezione?

La trasmissione interumana avviene attraverso le goccioline del respi- ro (droplets) della persona infetta, che vengono espulse con la tosse, gli starnuti o la normale respirazione, e che si depositano su ogget- ti e superfici intorno alla persona. Le porte di ingresso del virus sono la bocca, il naso e gli occhi: il contagio avviene inalando attraverso il respiro le goccioline emesse da una persona malata, oppure tramite contatto diretto personale, oppure toccando superfici contaminate e quindi toccandosi la bocca, il naso o gli occhi con le mani.

Recentemente un gruppo di 239 scienziati ha sottoscritto un appel- lo5 per segnalare la necessità di considerare anche la trasmissione “air- borne” o via aereosol, ovvero attraverso le “micro-droplets”: goccio- line di dimensioni inferiori ai 5 micrometri emesse con la normale respirazione, che rimangono sospese nell’aria per un periodo maggio- re e si diffondono a maggiore distanza. A seguito della pubblicazione di questa lettera, l’OMS ha pubblicato un documento6 nel quale sot- tolinea come la trasmissione airborne non possa essere esclusa in am- bienti affollati e inadeguatamente ventilati in cui sono presenti per- sone infette, come chiese, ristoranti e locali notturni in cui le persone gridano, parlano o cantano.

La possibilità di trasmissione del virus tramite aerosol è supportata da un numero sempre maggiore di evidenze scientifiche. Gli US Cen- ters for Disease Control and Prevention (CDC) hanno pubblicato7 il caso di un coro di 61 persone tra le quali c’era un paziente sinto- matico, dove al termine di due ore e mezzo di prove si sono verifica- ti 32 infezioni certe e 20 sospette. In uno studio condotto in Cina8 sono stati testati campioni di respiro di 76 persone, tra cui 57 pazien- ti COVID-19 di dieci paesi, quattro pazienti non COVID-19, e 15 persone sane, nonché campioni di aria degli ospedali e dei luoghi di quarantena, nonché effetti personali. Nel complesso, i campioni di respiro hanno avuto il tasso di positività più elevato (26.9%), segui- ti dai tamponi effettuati sulle superfici (5,4%) e dai campioni di aria (3,8%). Un terzo studio9 realizzato in Olanda ha documentato un focolaio di COVID-19 che ha coinvolto 17 residenti e 17 sanitari in

4 Andersen, K.G., Rambaut, A., Lipkin, W.I. et al. The proximal origin of SARS- CoV-2. Nat Med (2020). https://doi.org/10.1038/s41591-020-0820-9

5 Morawska L, Milton DK, It is Time to Address Airborne Transmission of COVID-19, Clinical Infectious Diseases, ciaa939, https://doi.org/10.1093/cid/ciaa939, 6 Transmission of SARS-CoV-2: implications for infection prevention precautions. 9 luglio 2020. https://bit.ly/38HbEZw

7 Hamner L, Dubbel P, Capron I, et al. High SARS-CoV-2 Attack Rate Following Exposure at a Choir Practice — Skagit County, Washington, March 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020;69:606–610. http://dx.doi.org/10.15585/mmwr.

mm6919e6

8 Jianxin Ma, Xiao Qi, et al., COVID-19 patients in earlier stages exhaled millions of SARS-CoV-2 per hour, Clinical Infectious Diseases, , ciaa1283, https://doi.

org/10.1093/cid/ciaa1283

9 Peter de Man, Sunita Paltansing, David S Y Ong, et al, Outbreak of COVID-19 in a nursing home associated with aerosol transmission as a result of inadequate ventilation, Clinical Infectious Diseases, , ciaa1270, https://doi.org/10.1093/cid/ciaa1270

uno dei sette reparti in una casa di cura per persone con disturbi psi- chiatrici o comportamentali, mentre nessuno degli oltre 200 tra re- sidenti e personale sanitario negli altri sei reparti è risultato positivo.

I ricercatori hanno scoperto che, mentre gli altri sei padiglioni veni- vano regolarmente arieggiati, nel padiglione dove è scoppiata l’epi- demia era stato installato un sistema ad alta efficienza energetica in cui l’aria interna veniva rimessa in circolo, e aspirava aria dall’esterno solo quando le concentrazioni interne di anidride carbonica (CO2) salivano oltre un determinato livello. I ricercatori hanno individuato l’RNA virale nei filtri antipolvere di alcuni condizionatori.

Anche le lacrime possono diffondere il contagio: i ricercatori dell’Isti- tuto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” hanno infatti isolato il virus nei tamponi oculari di una paziente10.

Un recente studio11 ha inoltre dimostrato la presenza di virus atti- vo nelle feci dei pazienti COVID-19, suggerendo così la possibilità di una trasmissione oro-fecale o respiratorio-fecale del virus. Duran- te la pandemia di SARS del 2003, causata da un virus molto simile al SARS-CoV-2, 329 residenti di un complesso residenziale privato a Hong Kong si infettarono, e 42 morirono. Le indagini dimostraro- no che la causa dell’infezione erano state le condotte fognarie difetto- se, che avevano causato l’aerosolizzazione delle feci contaminate. Alle stesse conclusioni è giunto uno studio12 realizzato di recente in Cina, che ha attribuito il contagio dei componenti di due famiglie con la diffusione verticale di aerosol carichi di virus emessi dai componenti di una terza famiglia attraverso le prese d’aria dei bagni degli appar- tamenti delle tre famiglie, situati uno sull’altro e che condividevano la stessa colonna di scarico.

Sembra invece che la trasmissione verticale o perinatale, cioè da ma- dre a figlio durante al parto o nei primi giorni di vita, sia poco proba- bile. Uno studio13 condotto a New York ha passato in rassegna tuti i parti avvenuti nei tre ospedali presbiteriani della città il 22 marzo e il 17 maggio, ed ha evidenziato che, su 120 neonati partoriti da madri positive al virus, nessuno è risultato positivo al SARS-CoV-2 e nes- suno ha contratto la malattia a 7 e a 14 giorni dal parto, nonostante a tutte le madri sia stato consentito, previa adozione di misure igie- niche e indossando la mascherina, l’allattamento al seno e il contat- to pelle a pelle.

La malattia può essere trasmessa da una persona senza sintomi?

Anche se i dati scientifici disponibili dimostrano che il virus viene trasmesso in prevalenza da persone con sintomi (tosse, febbre, mal di gola, difficoltà respiratorie), e che la diffusione del virus è più eleva- ta nel tratto respiratorio superiore (naso e gola) entro i primi 3 gior- ni dall’esordio dei sintomi, le persone infette possono essere conta- giose in un periodo variabile da due a tre giorni che segue l’infezione e precede l’insorgere dei sintomi specifici. Pertanto è possibile che le persone infette da COVID-19 possano trasmettere il virus nella fase

10 Colavita F., Lapa D., Carletti F., et al., SARS-CoV-2 Isolation From Ocular Secretions of a Patient With COVID-19 in Italy With Prolonged Viral RNA Detection.

Ann Intern Med. 2020; [Epub ahead of print 17 April 2020]. https://doi.

org/10.7326/M20-1176

11 Xiao F, Sun J, Xu Y, Li F, Huang X, Li H, et al. Infectious SARS-CoV-2 in feces of patient with severe COVID-19. Emerg Infect Dis. 2020 Aug [date cited]. https://doi.

org/10.3201/eid2608.200681

12 Min Kang, Jianjian Wei, et al., Probable Evidence of Fecal Aerosol Transmission of SARS-CoV-2 in a High-Rise Building. Annals of Internal Medicine, 1 settembre 2020. https://doi.org/10.7326/M20-0928

13 Christine M Salvatore, Jin-Young Han, K, et al., Neonatal management and outcomes during the COVID-19 pandemic: an observation cohort study. The Lancet, 23 luglio 2020. https://doi.org/10.1016/S2352-4642(20)30235-2

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“pre-sintomatica”, ovvero prima che si sviluppino sintomi significativi.

Vi sono anche casi realmente asintoma- tici, ovvero di pazienti con infezione da COVID-19 confermata in laboratorio che non sviluppano alcun sintomo lun- go tutta la durata dell’infezione. Secon- do un modello matematico elaborato dall’Università di Oxford14 il 40% del- le infezioni sarebbe causato dalle perso- ne sintomatiche, il 10% da contatto in- diretto con superfici contaminate, il 5%

dagli asintomatici e il 45% dai pre-sin- tomatici, che avrebbero quindi un ruo- lo significativo nella diffusione del virus proprio perché in questa fase dell’infe- zione il paziente, non essendo consape- vole di averla contratta, non può esse- re isolato né adottare precauzioni che possano limitare il contagio, come per esempio indossare una mascherina.

In uno studio recentemente pubblica- to15 sono stati riportati i risultati di una indagine condotta sulla popolazione di Vo’ Euganeo, il paese in provincia di Pa- dova dove il 21 febbraio, a seguito di un

cluster di casi e di un decesso (il primo in Italia per COVID-19), fu creata una “zona rossa” per due settimane. Il governo regionale decise inoltre di sottoporre tutta la popolazione di Vo’ a due test molecola- ri per il rilevamento del virus, uno all’inizio ed un altro alla fine della quarantena. Da questi rilevamenti è emersa una percentuale di posi- tività del 2,6% nel periodo del primo tampone e dell’1,2% in quello del secondo; inoltre il 42,5% dei casi positivi riscontrati sono risul- tati asintomatici, e non sono state individuate significative differenze nella carica virale tra infezioni sintomatiche ed asintomatiche.

Come è possibile proteggersi?

In termini pratici, è raccomandabile mantenersi ad una distanza di almeno un metro da persone che tossiscono, starnutiscono o hanno la febbre, coprire le vie respiratorie (naso e bocca) con una masche- rina, soprattutto quando ci si trova in spazi chiusi o con limitato ri- cambio d’aria, e lavarsi frequentemente le mani con sapone o con una soluzione alcolica. Quando si hanno sintomi respiratori è neces- sario praticare la “etichetta della tosse” mantenendo la distanza con le altre persone, coprendo la tosse e gli starnuti con tessuti o fazzolet- tini usa e getta o, in loro assenza, con l’incavo del gomito, e natural- mente lavandosi le mani frequentemente. Per contenere il contagio da COVID-19, la normativa italiana16 raccomanda l’applicazione di alcune regole basilari:

1. lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e al- tri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavag-

14 L. Ferretti et al., Quantifying SARS-CoV-2 transmission suggests epidemic control with digital contact tracing Science, 31 marzo 2020. doi: 10.1126/science.abb6936.

15 Lavezzo, E., Franchin, E., Ciavarella, C. et al. Suppression of a SARS-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo’. Nature (2020). https://doi.org/10.1038/

s41586-020-2488-1

16 Dpcm del 7 agosto 2020, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 198 dell’8 agosto 2020, allegato 19.

gio delle mani;

2. evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infe- zioni respiratorie acute;

3. evitare abbracci e strette di mano;

4. mantenere, nei contatti sociali, una distanza interpersonale di al- meno un metro;

5. praticare l’igiene respiratoria (starnutire o tossire in un fazzolet- to evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);

6. evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare du- rante l’attività sportiva;

7. non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;

8. coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;

9. non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;

10. pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;

11. è fortemente raccomandato in tutti i contatti sociali, utilizzare protezioni delle vie respiratorie come misura aggiuntiva alle altre misure di protezione individuale igienico-sanitarie..

È necessario indossare la mascherina?

Attualmente in Italia l’uso della mascherina, o comunque di una co- pertura per naso e bocca, è obbligatorio sull’intero territorio nazio- nale nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto, e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicu- rezza17. il loro utilizzo è inoltre obbligatorio tra le ore 18 e le ore 6 del mattino negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti

17 Dpcm del 7 settembre 2020, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 222 del 7 settembre 2020, art. 1. Dpcm del 7 agosto 2020, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 198 dell’8 agosto 2020, art. 1.

Incidenza del COVID-19 in Europa, numero di casi per 100.000 abitanti, settimane 35-36 (24 agosto-6 settembre)

Fonte: ECDC

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anche di natura spontanea e/o occasionale18. Le Regioni e le provin- ce autonome hanno la facoltà di introdurre normative ulteriormen- te restrittive.

L’OMS, dopo avere a lungo raccomandato l’utilizzo delle mascherine solo per i malati di COVID-19 e per chi si prende cura di una per- sona con sospetta infezione, ha recentemente aggiornato19 la propria posizione sull’argomento, incoraggiando l’utilizzo delle mascherine nelle aree con sostenuta trasmissione del virus, specialmente quan- do il distanziamento fisico è difficile da realizzare, come ad esempio nei mezzi di trasporto pubblico, nei negozi, o in ambienti affollati.

Gli animali da compagnia possono trasmettere l’infezione?

L’attuale diffusione di COVID-19 è il risultato della trasmissione da uomo a uomo: ad oggi, non ci sono evidenze della diffusione del- la malattia dagli animali da compagnia all’uomo, pertanto non esi- ste alcuna giustificazione all’adozione di misure contro gli animali da compagnia che possano comprometterne il benessere.

Sono stati riportati alcuni casi di animali da compagnia, cani e gat- ti, risultati positivi al test. Nello zoo del Bronx a New York una tigre è risultata positiva ed altri sei animali, tre tigri e tre leoni, hanno evi- denziato sintomi.

Uno studio sierologico effettuato a Wuhan sui gatti ha mostrato che 15 animali sui 102 testati, tutti negativi prima dell’infezione, hanno sviluppato anticorpi specifici. Studi sperimentali effettuati su cani, gatti e furetti infettati con il virus SARS-CoV-2 hanno evidenziato una limitata suscettibilità nei cani ed una più elevata suscettibilità nei gatti e nei furetti, nei quali è stata osservata la replicazione del virus e la trasmissione da animali infetti ad animali sani.

In Olanda e in Danimarca è stato ordinato l’abbattimento di migliaia di visoni in decine di allevamenti. Nel mese di aprile alcuni animali avevano contratto l’infezione dai dipendenti degli allevamenti; suc- cessivamente gli animali, che vengono allevati per la pelliccia, hanno infettato dei gatti che vivevano nei pressi degli allevamenti e, in alme- no due casi, degli uomini, in quello che è il primo caso documentato di trasmissione del virus da un animale all’uomo.

È possibile contrarre l’infezione una seconda volta?

A distanza di alcuni mesi dall’inizio della pandemia, iniziano ad ap- parire nella letteratura scientifica evidenze di pazienti che si sono reinfettati ad alcuni mesi di distanza dalla prima infezione. In uno studio pubblicato il 25 agosto20 un team di ricercatori del diparti- mento di microbiologia dell’Università di Hong Kong ha descritto la prima reinfezione di una persona a distanza di 142 giorni dalla prima infezione, ad opera di un ceppo di virus diverso da quello che ave- va innescato la prima infezione. Il paziente, un uomo di 33 anni di Hong King, era stato ricoverato in ospedale a fine marzo con sintomi lievi ed era stato dimesso a metà aprile. La seconda infezione è sta- ta individuata il 15 agosto a seguito di un controllo all’aeroporto di Hong Kong, dove il paziente era tornato dopo un viaggio in Spagna con scalo in Gran Bretagna.

18 Dpcm del 7 settembre 2020, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 222 del 7 settembre 2020, art. 1. Ministero della Salute, Ordinanza del 16 agosto 2020. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 204 del 17 agosto 2020.

19 https://bit.ly/3fUepsQ

20 Kelvin Kai-Wang To, Ivan Fan-Ngai Hung, et al., COVID-19 re-infection by a phylogenetically distinct SARS-coronavirus-2 strain confirmed by whole genome sequencing, Clinical Infectious Diseases, ciaa1275, https://doi.org/10.1093/cid/

ciaa1275

Altri due casi di reinfezione sono stati documentati in Belgio, dove l’Università cattolica di Lovanio ha comunicato che una donna che aveva avuto l’infezione a Marzo si è nuovamente infettata a giugno ad opera di un ceppo di virus che presentava undici mutazioni rispetto a quello della prima infezione. Un caso simile è stato comunicato in Olanda dall’Erasmus Medical Center di Rotterdam: anche in questo caso le sequenze genetiche hanno confermato che i virus che hanno causato la prima e la seconda infezione sono di ceppi diversi, ma in questo caso il paziente era una persona anziana con un sistema im- munitario indebolito.

Un quarto caso di reinfezione è stato documentato21 negli Stati Uni- ti, dai ricercatori della University of Nevada, Reno School of Medi- cine e dal Nevada State Public Health Laboratory. Si tratta di un gio- vane di 25 anni che era risultato positivo a metà aprile, con sintomi moderati, e che si è reinfettato a fine maggio, sviluppando questa vol- ta una forma più severa di COVID-19.

I prodotti alimentari che acquistiamo e l’acqua potabile sono sicuri?

Si. A differenza dei virus gastrointestinali come il norovirus e l’epati- te A, che possono trasmettersi attraverso alimenti contaminati, i virus dotati di envelope o pericapside quali i coronavirus, alla cui famiglia appartiene il SARS-CoV-2, sono molto meno stabili nell’ambiente.

Sono in corso studi per valutare il tempo di sopravvivenza del SARS- CoV-2 sulle superfici dei cibi in diverse condizioni di temperatura.

Le prove fatte su vari ceppi di coronavirus mostrano comunque che l’igiene alimentare e le buone pratiche di sicurezza alimentare sono sufficienti ad impedire la trasmissione del virus attraverso il cibo. In particolare, i coronavirus sono termolabili, il che significa che sono inattivati alle normali temperature di cottura (70° C). Rimane quin- di fondamentale, per evitare rischi e prevenire malattie di origine ali- mentare, seguire i 4 passaggi chiave della sicurezza alimentare: pulire, separare, cucinare, raffreddare.

Ad oggi non sono state rilevate tracce di SARS-CoV-2 nell’acqua po- tabile. Gli abituali trattamenti adottati negli acquedotti, ed in par- ticolar modo la clorazione e l’irraggiamento con raggi ultravioletti, hanno dimostrato di essere efficaci contro gli altri coronavirus uma- ni, quindi dovrebbero inattivare anche il SARS-CoV-2.

I pacchi che riceviamo per posta o corriere sono sicuri? Il virus può sopravvivere sugli oggetti?

I pacchi che riceviamo sono sicuri. Non è certo per quanto tempo il virus Sars-CoV-2 possa sopravvivere sulle superfici, ma sembra com- portarsi come altri coronavirus, che possono persistere per alcune ore o fino a diversi giorni, in base al tipo di superficie, alla tempera- tura, al tasso di umidità. L’OMS sottolinea comunque che il rischio di contrarre l’infezione da un pacco che è stato spostato, trasportato, esposto a differenti condizioni e temperature, è estremamente ridot- to. Ad ogni modo, se si ritiene che una superficie possa essere infetta, basta pulirla con un semplice disinfettante per uccidere il virus even- tualmente presente.

Cosa fare se si sospetta di aver contratto l’infezione?

I sintomi della malattia COVID-19 sono febbre, tosse, difficoltà re- spiratorie, brividi ripetuti, dolori muscolari, mal di testa, gola in-

21 Tillet R, Sevinsky J, et al., Genomic Evidence for a Case of Reinfection with SARS-CoV-2. THELANCETID-D-20-05376, Available at SSRN: https://ssrn.com/

abstract=3681489

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fiammata, perdita dell’olfatto e/o del gusto.

In questi casi le indicazioni del Ministero della Salute sono di non re- carsi al Pronto Soccorso, ma di chiamare il medico di base, il pediatra di libera scelta, la guardia medica o i numeri regionali di emergenza, disponibili sul sito del Ministero della Salute22.

Se invece i sintomi sono lievi e non si è stati recentemente in zone a rischio epidemiologico, e non si sono avuti contatti con casi confer- mati o probabili, il consiglio del Ministero della Salute è di rimanere a casa fino alla risoluzione dei sintomi applicando le consuete misure di igiene delle mani e delle vie respiratorie.

Secondo le linee guida dell’ECDC23, possiamo avere:

• un caso possibile, quando una persona manifesta sintomi cli- nici (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, perdita del gusto o dell’olfatto);

• un caso probabile, quando ai sintomi clinici si unisce un link epidemiologico nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sin- tomi (per esempio contatto stretto24 con un caso confermato, oppure aver vissuto o lavorato in una istituto residenziale per persone vulnerabili nel quale è confermata la trasmissione di COVID-19);

• Caso confermato: qualunque persona che è risultata positiva al test per la ricerca dell’acido nucleico del virus SARS-CoV-2.

Come viene diagnosticata la malattia COVID-19?

Il panorama dei test utilizzabili per la diagnosi dell’infezione è in continua evoluzione25. Al momento lo standard per la conferma delle infezioni da SARS-CoV-2 si basa sull’individuazione delle sequenze virali specifiche del virus attraverso l’amplificazione dell’acido nuclei- co (NAAT), utilizzando un sistema detto real-time RT-PCR (Rever- se Transcription-Polymerase Chain Reaction). Questo test richiede il prelievo di un campione delle vie respiratorie del paziente, preferibil- mente un tampone naso-faringeo o, laddove possibile, espettorato o broncolavaggio, e richiede dalle due alle sei ore per la diagnosi. Sono disponibili anche test RT-PCR più rapidi, in grado di ridurre i tem- pi di risposta ad un’ora circa, ma hanno una capacità di processare i campioni più limitata.

Oltre ai test RT-PCR, vengono utilizzati da qualche tempo test rapi- di basati sul rilevamento, nei campioni respiratori del paziente, del- le proteine virali (antigeni). Questi test, che utilizzano modalità di raccolta del campione del tutto analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo) abbattono notevolmente i tempi di rispo-

22 http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/

23 Case definition for coronavirus disease 2019 (COVID-19), https://www.ecdc.

europa.eu/en/covid-19/surveillance/case-definition

24 In base alla definizione dell’ECDC, si definisce “contatto” una persona che:

• vive nella stessa casa;

• ha avuto un contatto fisico diretto con un caso (per es. stretta di mano);

• ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni infette (di un caso per es. tosse, oppure ha toccato un fazzolettino usato con le mani nude);

• ha avuto un contatto faccia a faccia con un caso a meno di due metri per più di 15 minuti;

• È stata in un ambiente ristretto con un caso (aula scolastica, sala riunioni, sala d’attesa di ospedale, etc.) per almeno 15 minuti a distanza inferiore a due metri;

• un operatore sanitario od altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso, oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni che non abbia utilizzato o abbia utilizzato impropriamente i dispositivi di protezione individuale;

• una persona che, durante un viaggio aereo, sia stata seduta nei due posti adiacenti di un caso, in qualunque direzione.

25 WHO, Diagnostic testing for SARS-CoV-2. Interim guidance, 11 September 2020.

https://www.who.int/publications/i/item/diagnostic-testing-for-sars-cov-2

sta, ma sulla base delle indicazioni dell’OMS26 il loro utilizzo è indi- cato soltanto nel caso in cui la RT-PCR non sia facilmente disponibi- le o siano richiesti tempi di risposta più brevi. In ogni caso le diagnosi di positività ottenute da questi test devono essere confermate con un test RT-PCR.

Una ulteriore semplificazione dell’esecuzione dei test e riduzione nei tempi di risposta potrebbe venire dai test rapidi salivari. Negli Stati Uniti la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato l’uti- lizzo in emergenza di due test salivari, il primo realizzato dalla Rut- gers University27, il secondo, denominato SalivaDirect, dalla Yale School of Public Health28. In Israele, presso lo Sheba Medical Center di Ramat Gan, il più grande ospedale della nazione, viene attualmen- te sperimentato un test salivare, per il quale è stata richiesta l’auto- rizzazione delle autorità regolatorie, che viene effettuato autonoma- mente dal paziente sciacquando la bocca con una soluzione salina e depositando il liquido in una provetta, che viene inserita in un ap- parecchio che in pochi secondi determina la positività o meno del campione29. Ogni test, secondo quanto dichiarato dall’azienda pro- duttrice, avrebbe un costo di 25 centesimi, mentre l’apparecchio co- sterebbe circa 200 dollari.

Un utile supporto all’attività diagnostica classica può venire anche, per i casi sospetti che presentano sintomi riconducibili a polmoni- te, dall’analisi delle immagini delle Tomografie Computerizzate (TC) del torace. Un sistema informatico sviluppato in Cina durante la fase più acuta dell’epidemia, disponibile anche in Italia presso il Policli- nico Campus Biomedico di Roma, è in grado, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale e di machine learning, di individuare i casi positivi con elevata attendibilità a partire dall’analisi delle immagi- ni digitali della TC del paziente, distinguendo la polmonite da CO- VID-19 da altre (polmoniti batteriche, BPCO, etc.). Il sistema è inoltre in grado di calcolare il volume di compromissione polmonare e di fornire pertanto un utile supporto nella valutazione di prognosi, miglioramento o peggioramento della situazione del paziente.

In Gran Bretagna è stata avviata una ricerca30 per valutare se sia possi- bile che “cani COVID” specificamente addestrati possano individua- re il virus nelle persone prima che manifestino sintomi.

Che cosa sono i test sierologici? a cosa servono?

Mentre i test molecolari RT-PCR individuano il virus nell’organismo del paziente, i test sierologici (o immunologici) permettono di mi- surare la presenza degli anticorpi che il sistema immunitario produ- ce in risposta all’infezione del virus SARS-CoV-2, e che garantiscono una qualche forma di immunità da una possibile seconda infezione.

Il test sierologico non dice se il paziente ha una infezione in atto: gli anticorpi compaiono infatti con un ritardo di qualche giorno rispetto all’esordio dei sintomi, e viceversa gli anticorpi rimangono nell’orga-

26 WHO, Antigen-detection in the diagnosis of SARS-CoV-2 infection using rapid immunoassays. Interim guidance, 11 September 2020. https://bit.ly/33mh0qV 27 Hung Kai-Feng, Sun Yi-Chen, et al., New COVID-19 saliva-based test. How good is it compared to the current nasopharyngeal or throat swab test? Journal of the Chinese Medical Association, 27 luglio 2020. https://www.doi.org/10.1097/

JCMA.0000000000000396

28 Chantal B.F. Vogels, Doug Brackney, et al., SalivaDirect: Simple and sensitive molecular diagnostic test for SARS-CoV-2 surveillance. medRxiv, 4 agosto 2020.

https://doi.org/10.1101/2020.08.03.20167791

29 Reuters, Israeli hospital trials super-quick saliva test for COVID-19. 13 agosto 2020. https://reut.rs/2E5axaU

30 Robert T Jones, Claire Guest, et al., Could bio-detection dogs be used to limit the spread of COVID-19 by travellers?. Journal of travel medicine, 12 agosto 2020.

https://doi.org/10.1093/jtm/taaa131

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nismo del paziente anche dopo che l’infezione è stata superata.

Questi test sono molto importanti per gli studi di sieroprevalenza, ovvero per capire lo stato di diffusione del virus in specifici gruppi a rischio (es. operatori sanitari, residenze assistite, comunità, carce- ri, etc.), oppure per valutare lo stato di immunizzazione della popo- lazione in previsione della riapertura delle attività lavorative e socia- li; e infine potrebbero essere utili per valutare l’efficacia dei vaccini.

Ad oggi, sono disponibili due tipi principali di test sierologici, i test convenzionali e i test cosiddetti “rapidi”. I primi richiedono alcune ore per essere effettuati, devono essere eseguiti in laboratori dotati di attrezzature complesse, con personale esperto, e forniscono risultati di tipo sia qualitativo (presenza o meno degli anticorpi) che quanti- tativo (titolo anticorpale). Utilizzando tecniche di virologia classica, che prevedono l’utilizzo di colture virali come la “sieroneutralizza- zione”, questi test riescono inoltre a misurare il potere protettivo de- gli anticorpi.

I test rapidi si basano invece su dispositivi di semplice utilizzo, che possono essere utilizzati anche al di fuori dei laboratori, ed hanno tempi medi di risposta di circa 15 minuti: sul dispositivo viene de- positata una goccia di sangue o di siero/plasma, e la presenza di anti- corpi viene visualizzata mediante la comparsa di una banda colorata o di un segnale fluorescente che viene letto con un piccolo apparec- chio di rilevazione. Questi test rapidi, proprio per le loro caratteri- stiche tecniche, sono solamente qualitativi, cioè rilevano soltanto la presenza degli anticorpi, ma non in quale quantità e con quale capa- cità protettiva.

Sul mercato sono presenti numerosi test sierologici sia classici che rapidi, anche dotati di marchio CE. Ad oggi mancano però studi di comparazione e validazione clinica, e i dati disponibili indicano una certa variabilità dei risultati tra i differenti sistemi. Questo fa si che, benché vi siano correlazioni fra i vari test, i risultati ottenuti con un metodo non sono sovrapponibili con i risultati ottenuti con al- tri metodi.

L’OMS raccomanda31 di non utilizzare test sierologici per la diagno-

31 WHO, Diagnostic testing for SARS-CoV-2, cit., p. 7

si clinica o nel contact tracing. Questi test non hanno pertanto valo- re diagnostico, se non in determinati casi associati alla sintomatolo- gia ed al decorso clinico del singolo paziente; la ricerca degli anticorpi specifici effettuata con i test sierologici è invece estremamente utile negli studi epidemiologici, per la valutazione della reale circolazione di un virus nella popolazione dopo un evento epidemico.

Chi viene colpito dalla malattia COVID-19?

Il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità sul CO- VID-1932 evidenzia, sulla base di 285.676 casi positivi al 13 settem- bre, una età mediana di 58 anni, per il 52,8% di sesso femminile, con 31.395 casi positivi (11%) tra gli operatori sanitari. Per quanto riguarda invece i 31.525 casi riferibili all’ultimo mese (dati aggiorna- ti al 13 settembre), l’età mediana è di 34 anni, con il 53,9% di uo- mini, il 12,5% dei casi di età sino a 18 anni, il 60,1% tra i 19 e i 50 anni, il 20,1% tra i 51 e i 70 anni, e il 7,3% oltre i 70 anni. Nei tren- ta giorni precedenti il 13 settembre si sono verificati 164 decessi per COVID-19.

Quanto è letale il virus? Quali sono i fattori di rischio che aggra- vano l’infezione?

Il primo fattore di rischio che può rendere severi, critici o fatali gli ef- fetti dell’infezione è quello dell’età. L’ultimo report dell’Istituto Su- periore di Sanità 35.563 pazienti deceduti al 7 settembre eviden- zia un’età media di 80 anni, per il 57,4% di sesso maschile. Il tasso medio di letalità è pari complessivamente al 12,8%: dello 0,1% da 0 a 9 anni, dello 0,06% tra 20 e 29, dello 0,27% tra 30 e 39, del- lo 0,85% tra 40 e 49, del 2,59% tra 50 e 59, del 10,3% tra 60 e 69, del 25,93% tra 70 e 79, del 34,07% tra 80 e 89, e del 33,27% per gli ultranovantenni.

L’infezione inoltre colpisce con maggiore severità i pazienti che pre- sentano qualche comorbilità: l’analisi di un campione di 4.190 per- sone decedute per le quali è stato possibile analizzare le cartelle cli- niche evidenzia che il 3,8% non aveva, al momento della diagnosi di positività, alcuna patologia preesistente; il 13,6% presentava una patologia, il 20,1% presentava due patologie, il 62,6% presentava tre o più patologie. Tra le patologie pregresse più frequentemente osservate nei pazienti deceduti, il 65,8% soffriva di ipertensione, il 29,3% di diabete mellito di tipo 2, il 28% di cardiopatia ischemica, il 23,4% di fibrillazione atriale, il 20,5% di insufficienza renale croni- ca, il 19,9% di demenza. Tra i 35.563 pazienti deceduti al 7 settem- bre scorso, 399 (1,1%) avevano meno di 50 anni, 87 (0,2%) meno di 40 anni. Tra questi ultimi 64 presentavano gravi patologie preesi- stenti, di 9 non si hanno informazioni cliniche, e 14 non presentava- no patologie di rilievo.

I dati clinici sembrano indicare che più sono i disordini metabolici di cui soffre il paziente (ipertensione, obesità, diabete, elevati livelli di colesterolo), peggiore è la prognosi. Una ricerca33 condotta su 287 pazienti positivi al virus ricoverati in due ospedali di New Orleans tra il 30 aprile e il 5 maggio, ha evidenziato come i pazienti - perlopiù afroamericani - ricoverati per COVID-19 che avevano sindromi me- taboliche avevano una probabilità cinque volte maggiore di richiede- re la ventilazione assistita o il ricorso alla terapia intensiva, e una pro- babilità 3,4 volte maggiore di morire.

32 https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/

33 Xie J, Zu Y., Alkhatib A., et al., Metabolic Syndrome and COVID-19 Mortality Among Adult Black Patients in New Orleans. Diabetes Care 2020 Aug; dc201714.

https://doi.org/10.2337/dc20-1714 Casi positivi per fasce di età in Italia 14 agosto - 13 settembre

Elaborazioni Istituto Superiore di Sanità su 31.525 casi

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