NOTA SETTIMANALE
17
GIUGNO2022
MERCATI
NOTA SETTIMANALE 17 GIUGNO 2022
PANORAMICA MACRO
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì
6/6/2022 6/7/2022 6/8/2022 6/9/2022 6/10/2022
YTD 2022 Return
FTSE MIB (€) 24565.67 24366.19 24236.67 23776.97 22586
1.7% (0.8%) (0.5%) (1.9%) (5.0%) (15.0%)
DAX (€) 14653.81 14556.62 14445.99 14198.80 13780.34
1.3% (0.7%) (0.8%) (1.7%) (2.9%) (12.1%)
Euro Stoxx 50 (€) 3838.42 3806.74 3788.93 3724.45 3606.65
1.4% (0.8%) (0.5%) (1.7%) (3.2%) (10.5%)
Nasdaq (USD) 12061.37 12175.23 12086.27 11754.23 11363.13
0.4% 0.9% (0.7%) (2.7%) (3.3%) (27.4%)
S&P 500 (USD) 4121.43 4160.68 4115.77 4017.82 3910.05
0.3% 1.0% (1.1%) (2.4%) (2.7%) (17.8%)
Shanghai (CNY) 3236.37 3241.76 3263.79 3238.95 3284.83
1.3% 0.2% 0.7% (0.8%) 1.4% (9.8%)
Nikkei (JPY) 27915.89 27943.95 28234.29 28246.53 27824.29
0.6% 0.1% 1.0% 0.0% (1.5%) (3.4%)
EUR/USD 1.069 1.070 1.071 1.061 1.0529
(0.3%) 0.1% 0.1% (0.9%) (0.8%) (7.4%)
Principali indici/currency
Borse europee in rosso a causa dei
timori sulla crescita e sull'inflazione. Lo spread BTP-Bund a 10 anni torna sotto i 210bp, con un rendimento del decennale italiano
al 3.391%.
La BCE decide per la prima volta da 11 anni di alzare i tassi di riferimento di 25bp nella prossima riunione. Il
rendimento dei titoli di stato italiani a 10 anni si
porta quindi al 3.7%, ai massimi dal
2014. W all street chiude in rosso anche a causa dell'aumento dei
sussidi di disoccupazione
negli USA.
In rosso le borse europee, in attesa
del dato sull'inflazione USA
di venerdì e a causa del taglio
delle stime di crescita mondiale,
che secondo l'OCSE, si attesterà
a circa un +3%, con un taglio dell'1.5% rispetto
all'ultima previsione.
L'inflazione USA reggiunge un nuovo record dal
1981, superando le aspettative e posizionandosi a un +8.6% anno su anno. I principali listini azionari, temendo anche
una recessione, chiudono la settimana in territorio negativo.
In rialzo, in questo primo giorno di
settimana, lo spread BTP-Bund a 220 bp. Tuttavia, la
BCE sarebbe pronta ad attivare
uno scudo anti- spread nel caso di
forti rialzi. Le riaperture in Cina
trascinano in territorio positivo
le borse.
Nota: dati in local currency. Venerdì 17 Giugno 2022 e YTD valori intraday (ore 16.00 CET) Fonti: Bloomberg, Investing.com, Sole24Ore
COME SUPERARE LE INEFFICIENZE DEL CLASSICO PORTAFOGLIO BILANCIATO
Il celebre portafoglio "bilanciato" inventato dal premio Nobel Harry Markowitz, composto da un 60% di azioni e da un 40% di obbligazioni, esiste ormai da oltre 6 decenni e negli ultimi 28 anni ha avuto un buon successo, riuscendo ad ottenere un rendimento annualizzato del +4,54%. Tuttavia, quest’anno non è riuscito ad offrire un’adeguata diversificazione: da inizio anno a metà maggio abbiamo stimato addirittura una perdita a doppia cifra, pari a circa il -14,4%!
Neanche i gestori Long/Short azionari, che puntano sia al rialzo che al ribasso, indipendentemente dal loro focus geografico, sono riusciti a contenere adeguatamente le perdite. Quest'anno la rotazione tra titoli Growth e Value, anche prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina, ha avuto un impatto forte soprattutto su quelle strategie di investimento più focalizzate sui fondamentali e meno sulle valutazioni di mercato. Tra le poche che, invece, stanno cercando di superare questa fase difficile, troviamo quelle che adottano il cosiddetto approccio Multi-Strategy: in sintesi, si basa sul monitoraggio di parametri di rischio per cercare di contenere i crolli del mercato. Inoltre, un metodo efficiente, a nostro avviso, può essere quello di selezionare accuratamente molteplici gestori, in modo da diversificare l’investimento in diverse strategie. Ad esempio, nel 2022 alcune strategie Global Macro stanno offrendo una protezione dai forti ribassi registrati nell’asset class obbligazionaria. Il grafico sopra riportato, in particolare, illustra come tale approccio sia stato vincente in alcuni periodi di mercato difficili. Se poniamo a confronto le peggiori performance mensili che l’MSCI World, rappresentativo dell’azionario mondiale, ha registrato negli ultimi 2 anni, osserviamo come il nostro portafoglio Multi-Strategy, con una volatilità significativamente più moderata, sia sempre stato in grado di contenere le perdite.
Pertanto in questo contesto di mercato, dove ci si attende un rallentamento marcato della crescita economica, potrebbe essere interessante valutare questo approccio
“difensivo”, tenuta in considerazione l’alta volatilità che sta caratterizzando non solo il comparto azionario, ma anche quello obbligazionario.
Portafoglio Multi-Strategy a volatilità moderata vs MSCI World Index
Fonti: Ns Partners, Bloomberg
UN APPUNTO SULL’ATTUALE SITUAZIONE DEL PETROLIO
Quello a cui stiamo assistendo sul mercato del petrolio, dalla fine della fase acuta della pandemia ad oggi, è un costante aumento del prezzo. Prendendo come riferimento il Brent, esattamente un anno fa, era quotato a circa $70 dollari a barile contro i circa $120 dollari di oggi, registrando quindi un incremento del 70%. Come possiamo vedere nel grafico sotto riportato, alcuni analisti prevedono che il prezzo possa addirittura toccare i $135 dollari.
Complice, da un lato, è stata la bassa produzione di barili di petrolio decisa dai paesi OPEC, per far fronte al calo della domanda a causa della pandemia. Dall’altro, sono responsabili l’esclusione dalla Russia dal mercato, anche con la recente notizia di un taglio del 90% delle importazioni dalla Russia all’Europa entro la fine dell’anno e la (momentanea) fine dei lockdown in Cina. A far scendere i prezzi, non è bastata la notizia che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio abbia deciso di aumentare la produzione di barili giornalieri di circa il 50%, a 648 mila unità per il mese di luglio ed agosto. Da qui al 2026, inoltre, in Medio Oriente è previsto che entrino in funzione 18 nuove raffinerie, con un aumento della capacità produttiva del 30%.
Tuttavia, esistono altri paesi che possono rappresentare una fonte di approvvigionamento di petrolio. La Libia sarebbe un partner strategico, vista la vicinanza al Vecchio Continente, ma attualmente estrae solamente poco più della metà dei 1.4 milioni di barili giornalieri di capacità a causa della situazione politica interna. L’Iran, invece, se devesse mantenere l’accordo sul nucleare, potrebbe iniziare ad immettere tra i 500 mila e il milione di barili in più sul mercato mondiale. Il Venezuela, infine, rappresenta il paese con le più grandi riserve petrolifere al mondo ma, considerando le sanzioni internazionali imposte al governo Maduro, il paese non è riuscito ad acquisire un ruolo rilevante a livello internazionale. Tuttavia, pochi giorni fa si è aperta la possibilità per alcune società come Chevron, Repsol ed Eni di iniziare ad operare sul territorio per sopperire alle carenze del continente europeo. Infine, è semplice notare che col crescere del prezzo del petrolio, aumenta anche la redditività delle aziende del settore. Citiamo, ad esempio, l’italiana Eni che ha visto crescere il suo reddito netto nel primo trimestre di più del +300% rispetto allo stesso periodo del 2021, con la quotazione azionaria che è cresciuta del +36% circa in un anno. Seguendo quindi le previsioni di crescita del prezzo del greggio, si potrebbe valutare di continuare a mantenere in portafoglio qualche solida azienda operante nel settore.
Andamento prezzo Brent $ e prospettive future
Fonti: Ns Partners, Sole24Ore, Bloomberg, Reuters, Goldman Sachs
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