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Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio RASSEGNA STAMPA

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Academic year: 2022

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Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio

RASSEGNA STAMPA

del 12/01/2022

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Da SpaceCom Expo 2022 ICE Agenzia lancia la nuova campagna di promozione del settore spazio con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana

Al via la sesta edizione di SpaceCom Expo 2022. Quest'anno l'evento, sviluppato in collaborazione con la NASA, si terrà per la prima volta ad Orlando, in Florida dal 10 al 12 gennaio. La manifestazione rappresenta una unicità tra gli appuntamenti fieristici statunitensi dedicati alle applicazioni commerciali delle tecnologie spaziali, all'esplorazione commerciale dello spazio, alla meccanica avanzata, all’alta tecnologia, robotica e all’energia.

L'evento è la prima di un nutrito progetto promozionale sviluppato in

collaborazione con l’Ambasciata Italiana in USA e che vedrà nell’anno

appena iniziato ICE Agenzia partecipare con un Padiglione Italiano a

quattro eventi-chiave del panorama aerospaziale statunitense, ovvero, oltre

a SpaceCom Expo, Space Symposium (Colorado Springs), ADSS Seattle

(Seattle) e SpaceTech (Long Beach).

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Proprio dal palcoscenico ideale di SpaceCom Expo 2022 - dove e’ presente con un Padiglione Italia - ITA Houston lancerà la campagna promozionale 'THERE IS A LOT OF SPACE IN ITALY’. Ideata per sottolineare il ruolo di primo piano dell’industria aerospaziale italiana nel mondo innalzandone la riconoscibilità presso gli operatori statunitensi, la campagna durerà fino a fine giugno 2022 e coprirà i 4 eventi dell’aerospazio a cui ITA Houston parteciperà con un Padiglione Italia ovvero Spacecom e i già citati Space Symposium, ADSS Seattle e SpaceTech.

Il progetto 'THERE IS A LOT OF SPACE IN ITALY’ ha ricevuto l'avvallo dell'Ambasciata Italiana negli Stati Uniti e dell'Agenzia Spaziale Italiana che infatti supporteranno ICE Agenzia in questo percorso comunicativo e promozionale. La campagna avrà una visibilità crossmediale: attraverso i social, con una serie di contenuti che partiranno proprio dall’11 gennaio dagli account di ITA Houston (LinkedIn, Twitter e Instagram) e attraverso una landing page specifica.

Per vitalizzare la pagina con un progetto continuativo di storytelling dedicato all’industria spaziale italiana ICE Agenzia sta coinvolgendo i 12 Distretti Aerospaziali Italiani affinché portino all’interesse del pubblico statunitense le principali iniziative che li vedono coinvolti e che meritano di essere valorizzate o per importanza o per peculiarità.

https://www.asi.it/2022/01/there-is-a-lot-of-space-in-italy/

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Gli F-35 superano gli obiettivi del 2021.

Una buona notizia anche per l’Italia

Di Marco Battaglia

Lockheed Martin ha superato l’obiettivo di vendite dell’F-35 per il 2021, consegnando tre velivoli in più delle previsioni. Il successo arriva dopo le difficoltà legate alla pandemia, anche grazie all’affermazione sul mercato europeo del velivolo. Una buona notizia anche per l’Italia.

Ora l’attenzione si sposta al 2022 con nuove ambizioni

Il nuovo anno si apre con una buona notizia per Lockheed Martin, che ha annunciato di aver consegnato nel 2021 tre F-35 in più di quanto preventivato. In totale sono 142, sui 139 previsti, i Joint strike fighters F-35 Lightning II consegnati ai vari clienti internazionali e statunitensi, con la società che ha imboccato con decisione la via della ripresa dopo i limiti imposti dalla pandemia di Covid-19.

Secondo quanto dichiarato a Breaking Defense dal vice presidente di Lockheed Martin, Bridget Lauderdale, il successo della compagnia è stato dovuto agli sforzi e l’abnegazione di fornitori e lavoratori “combinata con l’efficienza dell’ingegneria digitale”.

IL SUCCESSO DEGLI F-35

Nel corso del 2021, tra l’altro, sono anche aumentati i Paesi che hanno scelto di affidare la propria difesa aerea agli F-35, con la decisione della Svizzera a luglio e della Finlandia, che a dicembre ha ordinato 64 velivoli in un accordo da nove milioni e mezzo di dollari. Sempre l’anno scorso compagnia ha anche potuto

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celebrare il primo caccia consegnato alla Danimarca e l’Aeronautica militare olandese è diventata ufficialmente la nona nazione al mondo a dichiarare operativa la propria flotta di caccia. Fra tutti i clienti, i primi in assoluto si confermano gli Stati Uniti, che da soli attirano tre quarti della produzione totale.

BUONE NOTIZIE ANCHE PER L’ITALIA

I successi del programma F-35 sul mercato internazionale rappresentano un fattore a cui anche l’Italia può guardare con interesse. Infatti nel nostro Paese è ospitato a Cameri il centro di assemblaggio e verifica finale del programma europeo del caccia della Lockheed Martin. Qui vengono già assemblati i velivoli destinati all’Olanda. Con l’adesione di Svizzera e Finlandia, l’Italia si trova in una posizione privilegiata per inserirsi nella linea di produzione anche dei caccia destinati ai due Paesi.

NUOVI OBIETTIVI

Per il nuovo anno la società si è data un obiettivo ancora più ambizioso:

raggiungere la vendita e la consegna di 151 o 153 jet. L’ambizioso raggiungimento rappresenta un’ulteriore conferma dell’efficace ripresa della società che aveva visto la produzione rallentare durante tutto il 2020. A causa del Covid, infatti, la produzione di F-35 che nel 2019 aveva raggiunto le 134 unità si era fermata l’anno successivo ad appena 120, con l’ulteriore problematica di intasare le linee della produzione con i ritardi accumulati e le necessità dei clienti.

L’ACCORDO COL PENTAGONO

Lo scorso settembre un accordo della compagnia con il Pentagono ha permesso la messa a punto di un piano di ripresa che avrebbe dovuto aiutare Lockheed Martin a riprendere gradualmente gli usuali ritmi produttivi. L’obiettivo del piano è quello di raggiungere una produzione di 156 velivoli l’anno a partire dal 2023. La notizia del superamento dei propri obiettivi, dunque, è servito anche da conferma per la fattibilità del piano e la sua efficacia.

L’OTTIMO ANNO DEGLI F-35

Nel corso del 2021, gli F-35 hanno preso parte, con successo, a numerosi test di volo ed esercitazioni con le forze armate Usa (Project Hydra, Northern Edge e Orange Flag) e multinazionali (come Talisman Sabre tra Australia e Stati Uniti) e a oltre sessanta schieramenti militari internazionali. Nel Mediterraneo gli F-35 britannici e del Corpo dei Marines hanno partecipato a diverse esercitazioni e missioni congiunte come parte del Gruppo imbarcato della nave ammiraglia della Royal Navy, la HMS Queen Elizabeth, accumulando oltre duemila ore di volo.

DAL CIELO E DAL MARE

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Giornate storiche per gli F-35 nel Mediterraneo anche quelle vissute dalle nostre Forze armate, che a novembre hanno visto, per la prima volta, un F-35B dell’Aeronautica militare appontare con successo a bordo della portaerei Cavour, manovra eseguita insieme a un F-35B della Marina militare. È successo nel corso di un’esercitazione congiunta nel Mediterraneo centrale tra la Marina italiana e il gruppo navale britannico della Queen Elizabeth.

INGEGNERIA DIGITALE

Il programma di produzione degli F-35 è stato reso sempre più efficace anche grazie all’utilizzo di tecnologie digitali, strumenti e macchinari connessi e realtà aumentata. “Stiamo introducendo una trasformazione digitale che consente uno sviluppo più rapido e l’automatizzazione dell’elaborazione dei dati per risparmiare tempo e ottenere informazioni per migliorare i processi di manutenzione”, ha aggiunto ancora Lauderdale.

https://formiche.net/2022/01/f-35-superano-obiettivi-2021/

Il lusinghiero bilancio di fine

anno di Thales Alenia Space

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Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), ha registrato nel 2021 numerosi successi, tra cui la firma di importanti contratti, notevoli traguardi in campo industriale, lanci di satelliti e investimenti in diversi progetti innovativi.

Lo Spazio per Esplorare: il ritorno degli astronauti sulla Luna e l’esplorazione dello spazio.

Lo scorso anno Thales Alenia Space ha rafforzato la sua leadership globale nelle infrastrutture orbitali confermando il contratto per il modulo ESPRIT, dedicato alle comunicazioni e al rifornimento della futura stazione in orbita cislunare – Lunar Orbital Platform – Gateway. Questo incarico è stato il proseguo di due contratti già firmati nel 2020 per la produzione dei moduli pressurizzati I-HAB e HALO. Gateway è stato sviluppato nell’ambito del programma Artemis della NASA, progettato per riportare gli astronauti sulla Luna entro il 2024. La stazione spaziale lunare sarà anche utilizzata come stazione di appoggio per preparare le missioni con equipaggio verso Marte.

Thales Alenia Space ha anche annunciato di aver acquisito l’ordine per produrre altri due moduli cargo pressurizzati per Cygnus, il modulo di rifornimento per la Stazione Spaziale Internazionale, e si è aggiudicata un contratto da Axiom Space per costruire due moduli pressurizzati per la prima stazione spaziale commerciale, Axiom.

Thales Alenia Space sta svolgendo un ruolo importante anche per il veicolo Orion, progettato per trasportare gli astronauti sulla Luna come parte del programma Artemis, in particolare come fornitore di sistemi termomeccanici per l’European Service Module (ESM). Nel 2021, Thales Alenia Space ha partecipato all’integrazione finale dei sistemi critici sul secondo modulo (ESM 2), e ha anche firmato l’estensione del contratto che prevede un contributo simile a ESM 4, 5 e 6.

Nel 2021 registriamo anche progressi significativi su importanti programmi come la seconda missione ExoMars, che sarà lanciata a settembre 2022, ed EUCLID, una missione scientifica dedicata allo studio dell’energia e della materia oscura.

Lo Spazio per Osservare e Proteggere: pronto al lancio il secondo satellite COSMO- SkyMed di Seconda Generazione; Il satellite oceanografico SWOT supera un nuovo traguardo.

Il secondo satellite della costellazione COSMO-SkyMed di Seconda Generazione è stato inviato nel dicembre 2021 dalla sede romana dell’azienda a Cape Canaveral, pronto per il lancio previsto a fine gennaio. La seconda generazione di satelliti di osservazione radar COSMO-SkyMed è in costruzione da Thales Alenia Space come primo contraente per conto dell’Agenzia spaziale italiana e del ministero della Difesa.

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Il carico utile e la piattaforma per SWOT, il satellite oceanografico franco- americano, sono stati integrati nel 2021, una pietra miliare importante per questo satellite rivoluzionario, il cui lancio è previsto per il 2022.

Lo Spazio per Connettere: Thales Alenia Space selezionata per la costellazione Telesat, riconferma la sua leadership nel mercato dei satelliti per comunicazioni geostazionarie.

Grazie alla competenza nelle costellazioni, riconosciuta a livello mondiale, Thales Alenia Space è stata scelta da Telesat nel febbraio 2021 per costruire Lightspeed, una costellazione di 298 satelliti per telecomunicazioni in orbita terrestre bassa (LEO). La rete Lightspeed offrirà velocità di trasmissione dati di diversi terabit al secondo in tutto il mondo, fornendo connettività sicura ad alta velocità e alte prestazioni per applicazioni professionali.

Sempre nel febbraio 2021, Thales Alenia Space e Nusantara Tiga (SNT) hanno annunciato l’accordo per lo sviluppo del satellite per comunicazioni a banda larga Satria, progettato per colmare il divario digitale in Indonesia. Questo annuncio segue l’accordo preliminare per l’avvio di diverse attività per la produzione del satellite, firmato all’inizio di settembre 2020.

Nel 2021 Thales Alenia Space, come primo contraente, si è aggiudicata cinque nuovi contratti per satelliti geostazionari. Saranno realizzati i satelliti SICRAL 3A e 3B per il Ministero della Difesa italiano, il satellite HTS 113BT per l’operatore indonesiano Telkomsat e i satelliti ASTRA 1P e ASTRA 1Q per l’operatore SES. Questi ultimi due satelliti si basano, rispettivamente, sulla piattaforma completamente elettrica Spacebus NEO, collaudata in orbita, e su Space Inspire, la nuovissima soluzione completamente digitale, altamente flessibile e riconfigurabile in orbita in tempo reale. Thales Alenia Space ha così concluso il 2021 confermando la sua leadership nel mercato dei satelliti geostazionari per telecomunicazioni.

Lo Spazio per Navigare: 6 nuovi satelliti per la costellazione Galileo di nuova generazione e aggiornamenti al segmento di terra del sistema di potenziamento del sistema europeo di navigazione satellitare EGNOS.

All’avanguardia nella navigazione satellitare in Europa, Thales Alenia Space è stata scelta dall’Agenzia spaziale europea (ESA) e dalla Commissione europea per costruire 6 dei 12 nuovi satelliti della costellazione Galileo di seconda generazione. Thales Alenia Space ha inoltre firmato un’estensione del contratto

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per Galileo di prima generazione per la sicurezza del segmento di terra, in modo da continuare ad aumentare la capacità operativa del sistema.

Oltre al lavoro sui satelliti Galileo, Thales Alenia Space, primo contraente per il sistema europeo di navigazione satellitare EGNOS, ha continuato ad aggiornare il sistema di terra per garantire l’integrità necessaria per soddisfare i requisiti di posizionamento ultra precisi e affidabili per le nuove applicazioni.

Questi nuovi usi includono veicoli stradali autonomi, nonché sistemi autonomi di trasporto ferroviario e marittimo. I servizi associati di integrità ad alta affidabilità e “Safety of Life” sono già in fase di attuazione per l’aviazione. Allo stesso tempo, Thales Alenia Space ha effettuato con successo diverse dimostrazioni di volo con ASECNA (Agenzia per la sicurezza della navigazione aerea per l’Africa e l’Oceano Indiano), in preparazione per il sistema di navigazione satellitare che copre l’Africa.

Lanciati importanti satelliti nel 2021 grazie al contributo di Thales Alenia Space.

2 satelliti geostazionari per telecomunicazioni: SES 17 e Syracuse 4A, realizzati da Thales Alenia Space come primo contraente rispettivamente per SES e per il Ministero delle Forze Armate francese. Entrambi utilizzano la piattaforma Spacebus NEO con propulsione completamente elettrica.

2 sistemi di rifornimento Cygnus per la Stazione Spaziale Internazionale.

Dall’inizio del programma, Thales Alenia Space ha fornito tutti i moduli cargo pressurizzati per Cygnus, 20 ad oggi, per conto di Northrop Grumman.

3 satelliti di intelligence per segnali militari CERES (SIGINT), Thales Alenia Space ha fornito le piattaforme.

Thales Alenia Space continua a investire nell’ecosistema spaziale, con la recente apertura di un centro di eccellenza digitale, investimenti nell’integrazione satellitare e produzione di moduli pressurizzati, oltre che nello sviluppo di FabLab in tutta Europa.

Nel 2021 sono stati effettuati numerosi investimenti significativi. Thales Alenia Space ha ampliato la sua presenza europea creando un centro di eccellenza digitale in Lussemburgo. Lo stabilimento di Madrid dispone ora di un centro di integrazione satellitare all’avanguardia e Torino ha raddoppiato la capacità di produzione di moduli pressurizzati. Un nuovo FabLab è stato inaugurato a Charleroi, in Belgio, simile a quelli già attivi a Tolosa, Cannes, Roma e Torino.

Questi FabLab sono progettati per stimolare la creatività dei dipendenti e

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promuovere una cultura basata sull’innovazione in tutta l’azienda. Attraverso i FabLab, i dipendenti possono presentare idee che potrebbero portare a miglioramenti concreti attraverso progetti sia professionali che personali

https://www.analisidifesa.it/2022/01/il-lusinghiero-bilancio-di-fine-anno-di-thales- alenia-space/

Intesa Esa-Arianespace per lancio missioni FLEX e ALTIUS su VegaC

La partenza da Kourou è prevista nella metà del 2025

Arianespace e l’Agenzia spaziale europea (Esa) hanno firmato un contratto per garantire il lancio Delle missioni FLEX e ALTIUS con il lanciatore italiano VegaC, dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese, a metà del 2025.

FLEX (Fluorescence Explorer) è l’ottavo Earth Explorer (a seguito dei più

recenti programmi EarthCare & Biomass Earth Explorers), per

quantificare l’attività fotosintetica e lo stress delle piante con la

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mappatura della fluorescenza della vegetazione. FLEX lavora in tandem con i satelliti SENTINEL 3 (quindi con gli stessi requisiti del piano orbitale). Questo satellite è prodotto da Thales Alenia Space in qualità di prime contractor, con lo strumento fornito da Leonardo.

ALTIUS (Atmospheric Limb Tracker for Investigation of the Upcoming Stratosphere) è un programma di osservazione della Terra dallo Spazio per misurare i gas atmosferici: ozono e altri ed è sviluppato dal produttore belga QinetiQ Space S.A. Entrambe le missioni sono progettate per volare in orbita bassa terrestre (sincrona al Sole).

Partiranno entrambi con il lanciatore Vega C (resta da definire se sullo stesso volo o con due lanci diversi). Sfruttando le restanti postazioni disponibili in quelle missioni, potranno essere imbarcati anche ulteriori

piccoli satelliti minori.

Poiché questi due satelliti mirano a monitorare il cambiamento climatico e aiutare il progresso scientifico sulla Terra, queste missioni istituzionali pongono l’Europa in una posizione di prima linea nell’azione ambientale.

https://www.askanews.it/scienza-e-innovazione/2022/01/11/intesa-esa- arianespace-per-lancio-missioni-flex-e-altius-su-vegac-

pn_20220111_00270/

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La guerra tra SpaceX e FAA nasconde quella per la Next Internet?

La FAA (Federal Aviation Administration) rinvia ancora il responso sull'analisi

ambientale, passo indispensabile per ottenere la licenza di lancio necessaria all'avvio del test orbitale di SpaceX. La situazione pone seri interrogativi

.

Di Ferdinando SCALA

La decisione della Federal Aviation Admnistration FAA di posporre di altri due mesi il completamento della valutazione dei rischi ambientali connessi al programma di lanci orbitali di SpaceX arriva a ritardare i programmi del colosso aerospaziale.

Secondo le previsioni originarie emesse dall’ente regolatorio, la fase di valutazione sarebbe dovuta terminare entro la fine di dicembre 2021. Tuttavia, secondo il comunicato della FAA con cui si annuncia un ritardo di circa due

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mesi, l’arrivo di oltre 18.000 commenti da parte del pubblico avrebbe compromesso l’osservanza della deadline prefissata.

Tale ritardo scompagina i piani di SpaceX, la quale in questo periodo sta più o meno segnando il passo, avendo completato tentativi multipli di assemblaggio tra Starship e il booster che la porterà in orbita, nonché diversi static fire che hanno provato la prontezza di entrambi i veicoli al lancio.

Sebbene in qualche modo il ritardo possa essere anche attribuito alla difficoltà da parte della FAA di coordinare le diverse agenzie governative coinvolte nella valutazione di impatto ambientale, in realtà la situazione comincia a diventare inaccettabile. È stata infatti una decisione della stessa FAA quella di posporre da novembre 2020 a giugno 2021 l’inizio del processo di valutazione di impatto ambientale, e di nuovo ritardo va ad influire negativamente su un programma tecnologico in pieno svolgimento.

La reazione da parte del CEO di SpaceX Elon Musk non si è fatta attendere, ma è stata di tono irritualmente basso rispetto alla gravità della situazione. in un tweet di qualche giorno fa, Musk ha dichiarato che il programma di lancio è ormai completamente dipendente dall’approvazione della FAA, ponendo interamente sulle spalle dell’agenzia governativa la responsabilità dei ritardi.

Secondo le stime attuali, il primo lancio orbitale non potrà avvenire prima di marzo o aprile 2022, salvo ulteriori ritardi. Questo tempo potrebbe essere utilizzato da SpaceX per completare il processo di costruzione del sistema di recupero dei booster da montare sulla torre di lancio e riassemblaggio di Boca Chica, e forse rideterminare la successione delle missioni di Starship. Secondo il programma attuale, infatti, il primo lancio orbitale dovrebbe prevedere l’ammaraggio dell’astronave e del booster, con poche possibilità di recupero.

Solo in un secondo momento, una volta pronto il sistema di recupero da montare sulla torre di Starbase, si procederà a recuperare entrambe le componenti del sistema di lancio. Il ritardo imposto dalla FAA potrebbe essere sfruttato per ridurre di molto l’intervallo tra la prima missione orbitale e quella in cui il sistema sarà pronto ad essere recuperato.

Lasciando per un attimo da parte le ragioni del ritardo della FAA e le reazioni comunicazionali e tecniche di SpaceX, va effettuata una riflessione più ampia

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rispetto a come l’inefficienza dell’agenzia governativa stia condizionando i più ampi programmi dell’azienda ed in generale del settore spaziale.

L’obiettivo dichiarato di SpaceX è quello di costituire una base su Marte a partire da una prima missione di sbarco da effettuarsi entro il 2030. La visione aspirazionale di Musk è infatti da tempo quella di rendere la specie umana multiplanetaria. In questo senso, lo sviluppo di astronavi dall’elevata capacità di carico come Starship è fondamentale per assicurare che il presidio umano sul Pianeta Rosso possa essere costruito in tempi relativamente brevi e con la massima efficienza possibile.

Tuttavia, questa visione di largo respiro ha come sottotesto interessi molto più vicini ed immediati. Una Starship ha una capacità di carico tale da consentire la riduzione dei costi di lancio di un payload di un fattore cinque rispetto a quelli attualmente ottenibili utilizzando il vettore Falcon 9 – il cavallo da tiro di SpaceX e di fatto il più utilizzato lanciatore a livello mondiale.

Il completamento della fase sperimentale di Starship consentirebbe a SpaceX di avere un vettore economicamente insuperabile per i suoi programmi di dominanza del mercato dei lanci in orbita bassa. Inoltre, consentirebbe alla stessa SpaceX di completare in maniera rapidissima ed estremamente economica il dispiegamento della costellazione di satelliti starlink, il cui obiettivo è quello di assicurare una presenza ubiquitaria e svincolata dalle reti terrestri di Internet a livello globale.

Non c’è alcun dubbio che i colossi che attualmente dominano l’infrastruttura di Internet attraverso i propri impianti basati su cavo e su fibra siano estremamente preoccupati rispetto ai progetti di SpaceX. Una volta dispiegati, infatti, i satelliti Starlink sarebbero un competitor diretto e senza costi di manutenzione al proprio dominio.

Allo stato attuale, il costo del collegamento Internet satellitare è ancora elevato e non competitivo rispetto all’equivalente terrestre. Tuttavia, secondo il consolidato schema economico di Elon Musk, una volta create le condizioni per imporre un nuovo standard industriale – vedasi il caso dell’automotive – prevede la riduzione dei costi e la penetrazione massiva del mercato con la propria tecnologia.

Quanto la prospettiva di essere dipendenti da un’infrastruttura dominata da Musk possa entusiasmare operatori di servizio come Amazon è facile

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immaginare. E nel sempre attivo mondo del lobbying statunitense non è forse peregrino ipotizzare che una concordanza di interessi possa stare effettuando pressioni sul governo americano e conseguentemente sulle agenzie federali perché il modello tecnico-economico del geniale imprenditore sudafricano possa essere messo in crisi.

https://www.infosec.news/2022/01/04/news/aerospazio/la-guerra-tra-spacex-e-faa-nasconde- quella-per-la-next-internet/

Leonardo, come decollerà il programma Tempest in Italia

di Chiara Rossi

I titoli del gruppo di Piazza Monte Grappa hanno messo ieri a segno la migliore prestazione del Ftse Mib guadagnando fino al 3,21% a 6.554 euro, riporta Radiocor. Le quotazioni, spiegano gli analisti secondo l’agenzia del gruppo il Sole 24 Ore, beneficiano della decisione del governo italiano di stanziare 2 miliardi per il programma Tempest, il nuovo cacciabombardiere lanciato nel 2018 da Italia, Regno Unito e Svezia.

“Il via libera alla spesa è arrivato poco prima di Natale con il doppio parere favorevole delle commissioni Difesa di Camera e Senato allo schema di

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decreto ministeriale di approvazione del programma di armamento «relativo allo sviluppo di una architettura complessa e interoperabile basata su un Sistema di sistemi di combattimento aereo di sesta generazione – Future combat air system (Fcas)». I pareri sono stati votati all’unanimità, da tutti i partiti da destra a sinistra, inclusi i 5 stelle”, ha scritto lo scorso fine settimana Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore.

Mentre Regno Unito, Italia e Svezia lavoreranno su Tempest al fine di sostituire gli Eurofighter Typhoon a partire dal 2035, Francia, Germania e Spagna sono coinvolte nel progetto rivale Fcas per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli.

Finora, esponenti della difesa e dell’industria europei hanno spesso ipotizzato che l’Europa si sarebbe ritrovata con un programma unico per mettere in comune i budget limitati ed evitare la concorrenza. Ma gli esperti hanno avvertito che qualsiasi accordo per combinare tali sistemi di combattimento strategici rimane lontano poiché le aziende consolidano le loro posizioni nei programmi esistenti, ha sottolineato di recente Reuters.

Tutti i dettagli.

LE RISORSE PREVISTE

Per quanto riguarda la copertura finanziaria della prima fase, pari a 2 miliardi di euro, si provvederà mediante le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero della Difesa, missione «Difesa e sicurezza del territorio», programma

«Pianificazione Generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari».

La seconda fase (con onere stimato in 4 miliardi di euro). La cronologia dei pagamenti relativi alla fase del programma sottoposta al parere parlamentare va dal 2021 al 2035. “Al riguardo, lo Stato maggiore della Difesa fa presente che la ripartizione della spesa per ciascun esercizio potrà essere temporalmente rimodulata in funzione dell’effettiva esigibilità contrattuale dei pagamenti, come emergente dal completamento dell’attività tecnico- amministrativa”, ha ricordato la Commissione Difesa del Senato nel corso dell’esame del decreto.

“Seguiranno le fasi 3 («produzione iniziale») e 4 («produzione avanzata»), con costi ulteriori, che si aggiungono a quelli per l’acquisto dei velivoli destinati a sostituire gli Eurofighter dell’Aeronautica italiana, a partire dal 2035. Finora sono 88 gli Efa consegnati all’arma azzurra, su 96 previsti” rileva il Sole 24 Ore.

LE CONDIZIONI CONTRATTUALI

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Riguardo alle condizioni contrattuali, “la scheda illustrativa ricorda che l’iter per la sottoscrizione degli accordi attuativi internazionali tra i Paesi partner a seguito della firma del Memorandum of Understanding (MoU) è in corso di finalizzazione e se ne prevede il completamento per la metà del 2022, ed evidenzia la necessità di assicurare, tramite la formalizzazione di specifici contratti, già dal corrente esercizio finanziario, la piena operatività dei processi di ricerca e innovazione, anche in considerazione del fatto che il progetto, nel Regno Unito, è già pienamente operativo”.

LEONARDO, AVIO AERO, MBDA ITALIA ED ELETTRONICA TRA LE INDUSTRIE NAZIONALI COINVOLTE

Le industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden).

“Con riferimento ai possibili ritorni industriali ed occupazionali del programma, la Difesa, nel far presente che il programma coinvolgerà le grandi imprese per la difesa e l’aerospazio (Leonardo IT, Mbda IT, Elettronica e Avio GE) ubicate nel territorio nazionale (in particolare, nelle regioni regioni Piemonte, Campania, Lombardia, Liguria, Puglia, Veneto, Sardegna, Sicilia e Lazio) segnala, altresì, che l’iniziativa interesserà PMI e Start-Up nei settori dell’avionica, della sensoristica, delle comunicazioni, dell’intelligenza artificiale, della propulsione, dei materiali, della simulazione, dell’armamento e dei velivoli automomi” si legge nella nota tecnica allegata alla schema di decreto.

IL COMMENTO DI EQUITA

Il programma, ricordano gli analisti di Equita, coinvolge quindi, oltre a Leonardo, Mbda (produttore di di cui la stessa Leonardo ha il 25%) ed Elettronica (di cui Leonardo ha il 31%), “ma avrà gli effetti diluiti nel lungo termine in quanto prevede le prime consegne per la dotazione degli Eurofighter a partire dal 2035.

IL RILIEVO DELLA COMMISSIONE DIFESA DELLA CAMERA

Inoltre, ricordiamo che la Commissione Difesa della Camera ha invitato il Governo, attraverso un’osservazione espressa nel parere, “a sollecitare l’industria di riferimento a rivedere, ove possibile, situazioni di regime contrattuale di monocommittenza, che persistono in alcuni stabilimenti industriali del gruppo Leonardo, come nell’importante sito di Grottaglie. [Qui l’approfondimento di Startmag su Effetto Boeing e non solo. Cosa succede alla

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divisione Aerostrutture di Leonardo]. Soprattutto laddove siano disponibili competenze in grado di fronteggiare diverse fasi della lavorazione del velivolo, come richiesto dalle stesse organizzazioni sindacali, occorre infatti valorizzare le competenze dei territori arricchendo il Know-how della nostra industria aerospaziale”. Lo ha riferito in una nota Giovanni Luca Aresta, capogruppo M5S in Commissione e relatore al parere favorevole sul provvedimento.

LA FUSIONE CON IL RIVALE FCAS?

Infine, resta ancora aperta la questione della convergenza tra i due programmi Fcas e Tempest. L’Italia ha aderito al programma Tempest perché sentiva di poter svolgere un ruolo più importante rispetto al programma Fcas, ha spiegato il generale Luca Goretti, Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, nel corso dell’audizione in commissioni Difesa riunite di Camera e Senato lo scorso 23 novembre. Nel programma Fcas il nostro paese avrebbe rischiato di ricoprire un “ruolo succursale” ha aggiunto.“Tutto questo dipenderà da come l’industria nazionale si pone nei confronti della componente industriale inglese” ha evidenziato Goretti. “L’esperienza passata agevola perché Leonardo Italia ha una rappresentanza in Inghilterra con Leonardo Uk e abbiamo già sviluppato programmi comuni”.

Il capo di Sma ha precisato che i due programmi attualmente sono nella loro

“fase concettuale”. Pertanto “è normale che, in questo periodo iniziale, ogni Paese valuti le proprie opzioni sulla tecnologia”.

“Ma è naturale che queste due realtà confluiranno in una sola, perché è impensabile investire ingenti risorse finanziarie in due programmi equivalenti”

ha sottolineato.

Quando avverrà questo “compromesso”?

“Nel momento in cui saranno individuate le aree d’interesse industriali, ovvero quando inizieranno le interlocuzioni tra industrie nello stesso settore” ha concluso il generale Goretti.

https://www.startmag.it/innovazione/leonardo-come-decollera-il-programma- tempest-in-italia/

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Turismo spaziale, la russa

Suborbital lancia la sfida a Musk e Bezos

Il C-21, nuovo modulo di trasporto per i passeggeri, raggiungerà un’altitudine massima di 101 km, portando con sé un pilota e due cosmoturisti che potranno godere di una perfetta visibilità della Terra, con 3 minuti di assenza di gravità

Nicola Desiderio

Presto Jeff Bezos e Elon Musk potrebbero avere un concorrente per la

corsa al turismo spaziale nella Suborbital Corporation, società russa

presieduta da Sergei Kostenko che si avvarrà del mezzo progettato dalla

connazionale V.M. Mayasishchev e di un mercato che sembra esserci

anche da quelle parti. Secondo Kostenko, i russi pronti a pagare

profumatamente per andare nello Spazio, osservare la Terra come finora ha

potuto fare solo un astronauta e provare la sensazione dell’assenza di gravità

sono quantificabili “non in centinaia o migliaia, ma in centinaia di migliaia”.

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Il progetto tecnico dal quale il programma parte non è nuovo e risale addirittura al 15 marzo 2002 quando la V.M. Mayasishchev presentò il prototipo Cosmopolis 21 (C-21) alla base aerea di Mosca. Lo spazioplano russo dichiarava una massa totale di 2.000 kg e una capacità di carico pari a 500 kg. C’era anche un business plan con tanto di tariffa: 98mila dollari per un volo suborbitale a 100 km di altitudine entro il 2004. Quel progetto non è andato in porto, ma il lavoro di sviluppo è stato portato avanti per essere utilizzato dalla Suborbital Corporation che con la V.M. Mayasishchev ha firmato un contratto formale stabilendo il capitolato del progetto.

Il C-21 – così si chiamerà in maniera definitiva il modulo di trasporto per i passeggeri – dovrà raggiungere un altitudine massima di 101 km, spinto fino a 20 km dal razzo M-55X Geofizika, portando con sé un pilota e due cosmoturisti che potranno godere di una perfetta visibilità della Terra, grazie all’ampia finestratura, e di un tempo pari a 3 minuti di assenza di gravità. Il C-21 dovrà inoltre avere un ciclo operativo completo – lancio, recupero e ultimazione dei preparativi per il lancio successivo – pari ad una settimana, aspetto fondamentale per una pianificazione economica del progetto.

Proprio per questo, l’intero velivolo è riutilizzabile. La procedura per portare l’M-55X Geofizika nella zona suborbitale prevede che il razzo raggiunga l’altitudine di crociera di 17 km a 800 km/h e da lì inizi a guadagnare velocità per compiere una manovra verticale e assumere un angolo di 40-60 gradi rispetto all’orizzonte a 20 km di altitudine. A questo punto il C-21 si separerà dall’M-55X e si servirà dei propri motori per raggiungere i 100 km previsti dove il modulo di propulsione di separerà lasciando lo spazioplano guadagnare ancora un po’ di altitudine e raggiungere dunque il clou del suo viaggio. Il velivolo sarà in grado di atterrare planando e sarà assistito da un paracadute per l’atterraggio.

Si calcola che l’intero veicolo al lancio avrà una massa di 27.000 kg dei

quali 25.000 kg costituiti dall’M-55X e i restanti 2.000 kg dal C-21. Le sfide

tecniche maggiori sono la riduzione dei consumi, per rendere il veicolo

il più leggero possibile, e le misure di sicurezza. Per questo il C-21 sarà

provvisto di sedili eiettabili e la loro sequenza di lancio eviterà possibili

collisioni tra i passeggeri, che saranno i primi ad essere espulsi in caso di

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problemi, e con il pilota che sarà invece l’ultimo a lasciare la nave. Non sono stati ancora forniti i tempi di finalizzazione del progetto né quanto costerà il biglietto per essere turisti dello spazio.

https://www.corrierecomunicazioni.it/space-economy/turismo-spaziale-la-

russa-suborbital-lancia-la-sfida-a-musk-e-bezos/

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