Domenico Ruggiero
L’INFINITO DI NOI
ARMANDO EDITORE
ISBN: 978-88-6081-371-8
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Sommario
Prefazione 7
Salvatore Merra
L’infinito di noi 11
Prefazione
Salvatore Merra
Si tratta di una silloge di una ventina di liriche, spesso composizioni di pochi versi, nelle quali si condensano un numero quasi infinito di emozioni, percezioni, ricordi nostal- gici e riflessioni filosofiche sul senso della vita e del nostro essere nel mondo. Non a caso l’Autore usa il Noi nel titolo, per estendere e condividere i propri vissuti, così da renderli universali attraverso il veicolo più efficace: la poesia.
Nelle liriche vi sono molti riferimenti alla persona ama- ta, resi con grande delicatezza e in modo allusivo, com’è tipico degli artisti.
Si veda la prima quartina della terza lirica:
Un velo nascosto dal pianto sorride sulle mie labbra dopo aver incontrato
la notte illuminata dall’amore.
Pianto e sorriso si contendono l’animo del poeta, in un cocktail dolce-amaro.
L’amore necessita di discrezione e di oscurità per mani- festarsi in modo non impudico. Nel contempo è luce che si diffonde, per non rimanere egoisticamente esclusivo.
Neppure l’amore è esperienza idilliaca. Anche quando ge- nera serenità, si nutre di contrasti e può pungere.
Si cita la prima terzina della settima composizione.
La sicurezza della vita
è nella tranquillità delle tue parole, dolci, profonde, pungenti.
Il lettore si lasci accompagnare alle suggestioni di un luo- go denso di odori, sapori, ricordi e riflessioni come nella ter- zina dell’ottava lirica.
L’eternità di un caffè parigino
la incontriamo lungo i pensieri filosofici appesi al vento della solitudine…
Solo la poesia può concentrare in un verso tante situazioni ed evocazioni.
Il poeta riesce anche a immedesimarsi nei tormenti dell’a- mata, parlando con la sua voce e dando fiato a una rivendica- zione di libertà tipicamente femminile. Come traspare dalla terza strofa della nona composizione.
Ma non mi tormenterai più, come allora,
perchè ora son libera…
libera nella mia vita, fuggita dalle tue dita…
I versi sono di notevole raffinatezza e di accattivante semplicità, che tuttavia celano la lunga opera di cesello del poeta. Poiché spesso ci si lascia fuorviare dalla spontaneità e fluidità del comporre. Dietro c’è un lungo e impegnativo lavoro, si potrebbe dire di sudore.
In ogni caso il lettore si lasci pure trasportare dalle liriche di Domenico Ruggiero e ne conservi traccia nello spirito.
l’infinito di noi
Vicino quasi vicino, non più che in America
a fare il cervo con gli americani, Ma voglio restare nel mio paese per pascolare le mucche
perché sono più forti e fanno il latte…
E la terra è nuova
per i cavalieri della tavola rotonda che viaggiano in maremma…
Noi, duri come gli spiriti geniali, abbiamo il semplice cercare
e relazionare con splendide creature, mentre le guardiamo.
Siamo aerei fermi nell’invisibile della città in attesa di volare.
Siamo luci rosse alternate al blu
per vedere di nascosto le nuvole passeggiare insieme a noi.
Siamo treni speciali per carichi tradizionali, le nostre emozioni…
che lottano a ritmo di tam tam.
Vergini sante, e santi pensieri che non inducono
in tentazione, ma ci fanno passare
per sentieri nascosti all’umanità.
Vorrei, vorrei,
che fosse così…
ah, come vorrei…
per niente stanco di ciò che il mondo…
ogni giorno ci propone.
Un velo nascosto dal pianto sorride sulle mie labbra dopo aver incontrato
la notte illuminata dall’amore.
La luna, le stelle, le figlie della vita,
danzano con ritmo costante attorno a me
e le pesche sono mature.
Quantunque buio, il cammino è chiaro e le farfalle lasciano una scia multicolore al cuore ingelosito dal non possedere nulla, Ma convinto
di poter comprare tutto.
Cranio di perle, che succhia
mandorle di sudore, conservate con pudore, colte nel podere
di un contadino colto dal dolore per un figlio che vive
nel cerchio del potere.