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OGGETTO: pratica num. 21/EJ/2021 - Rete Europea dei Consigli di Giustizia ENCJ-RECJ.

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OGGETTO: pratica num. 21/EJ/2021 - Rete Europea dei Consigli di Giustizia ENCJ-RECJ.

Attività del C.S.M.: Assemblea Generale Straordinaria – Vilnius , 28 -29 ottobre 2021.

(delibera 21 ottobre 2021)

«Il Consiglio Superiore della Magistratura, premesso che:

- Negli ultimi anni si è registrata, in Polonia, l’approvazione di leggi, o la presentazione di iniziative legislative, idonee a minare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura polacca e dei suoi principali organi rappresentativi, con particolare riferimento al Consiglio Nazionale della Magistratura polacco (KRS), l’organo di autogoverno della magistratura del paese che è anche membro della Rete europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ - European Network of Councils for the Judiciary).

- Con delibera approvata il 30 luglio 2020, questo Consiglio, reiterando le preoccupazioni già in precedenza manifestate rispetto alla possibile compromissione dei requisiti di indipendenza ed autonomia della magistratura polacca, condividendo i principi espressi dal Comitato Esecutivo dell’ENCJ nel “Position paper” del 27 maggio 2020 e prendendo atto degli esiti delle verifiche istruttorie condotte dall’organismo deliberava di “esprimere piena adesione alle iniziative sin qui adottate dall’ENCJ come riassunte nel “Position paper” elaborato dal relativo Comitato Esecutivo” (all. 1).

- Nei giorni 28 e 29 ottobre 2021 avrà luogo a Vilnius l'Assemblea Generale Straordinaria dell’ENCJ, come da nota trasmessa dal Segretariato della Rete in data 17 settembre 2021 (All. 2), nel corso della quale verranno discusse, come evidenziato nel programma (All. 3), anche la posizione del KRS e la proposta di espulsione elaborata dal Comitato Esecutivo della Rete.

-Nella proposta di espulsione elaborata dal Comitato Esecutivo dell’ENCJ (All. 4) viene ricordato che l’art. 6, paragrafo 4, dello statuto dell’ENCJ stabilisce che “il Comitato esecutivo può proporre l'espulsione di un membro dell'Associazione qualora esso abbia commesso gravi violazioni delle finalità e degli obiettivi dell'Associazione di cui agli articoli 3 e 4. Il Comitato esecutivo deve innanzitutto dare l'opportunità al membro in questione di dichiarare la sua posizione. Qualsiasi espulsione deve essere decisa dall'Assemblea Generale a maggioranza dei tre quarti dei membri presenti a tale riunione” e che, a norma dell’art. 6.1 dello statuto, “l’adesione alla Rete in qualità di membro è aperta a tutte le istituzioni nazionali degli Stati membri dell'Unione Europea che sono indipendenti dal potere esecutivo e legislativo, o che sono autonome, e che garantiscono la responsabilità finale per il supporto al potere giudiziario nell’indipendente amministrazione della giustizia”.

Nella citata proposta di espulsione si afferma che il KRS non soddisfa i requisiti di adesione di cui all'Articolo 6 e quindi commette gravi violazioni dei principi ispiratori e degli obiettivi dell'Associazione di cui agli Articoli 3 e 4 dello Statuto. Si segnala, in particolare, che inizialmente, i 15 giudici componenti del KRS erano nominati tra i magistrati da diverse assemblee giudiziarie.

Tuttavia, dal 2017, è stato attribuito al Sejm (Parlamento) il potere di nominare i membri togati del Consiglio. Il mandato dei precedenti membri togati del Consiglio, garantito dalla Costituzione, è stato quindi interrotto e il loro mandato è terminato anticipatamente.

Sotto altro profilo, si evidenzia, altresì, l’entrata in vigore, il 14.2.2020, di una nuova legge in base

alla quale, per la prima volta, i magistrati della Polonia potrebbero essere chiamati a rispondere del

loro operato e potrebbero essere sanzionati a livello disciplinare in ragione del merito delle loro

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di trasmissione di una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Posizioni critiche sulle reiterate iniziative legislative in Polonia in contrasto con i principi di indipendenza ed autonomia della magistratura sono state espresse, nel tempo, a livello internazionale, da diversi organismi ed autorità (tra gli altri: le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, l’Unione Europea, la Rete dei Presidenti delle Corti Supreme in Europa, l’Associazione dei Consigli di Stato e delle Giurisdizioni Amministrative Supreme dell’Unione Europea, l’Associazione dei Magistrati Europei, l’Associazione Europea degli Avvocati).

-La proposta di espulsione del Comitato Esecutivo della Rete europea dei Consigli di Giustizia conclude, quindi, che: il Consiglio della Magistratura polacco (KRS) non rispetta la norma statutaria dell'ENCJ secondo la quale un membro dovrebbe essere indipendente dal potere esecutivo e legislativo; il KRS è in palese violazione della norma dell’ENCJ che tutela l'indipendenza della magistratura di fronte a qualsiasi misura che minaccia di compromettere i valori fondamentali di indipendenza e autonomia; il KRS mette in pericolo l'applicazione del diritto dell'UE in merito all’indipendenza dei magistrati e dei tribunali, e quindi alla sua efficacia; in tal modo, agisce contro gli interessi dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia e contro i valori che esso rappresenta. Il comitato esecutivo sottolinea, infine, che dalla sospensione del KRS da parte dell'Assemblea Generale dell'ENCJ in data 17.9.2018 non sono stati rilevati miglioramenti nel funzionamento del KRS e la situazione è ulteriormente peggiorata.

-Rilevata la necessità di prendere attivamente parte alla prossima riunione dell'Assemblea Generale Straordinaria della Rete europea dei Consigli di Giustizia che si terrà a Vilnius nei giorni 28-29 ottobre 2021, al fine di esprimere piena adesione alle iniziative sin qui adottate dall’ENCJ, come riassunte nella “proposta di espulsione” elaborata dal relativo Comitato Esecutivo della Rete europea dei Consigli di Giustizia.

- Rilevato che il Vice Presidente David Ermini rappresenterà il Consiglio alla suindicata Assemblea Generale Straordinaria della Rete europea dei Consigli di Giustizia che si terrà a Vilnius.

- Rilevato che la Nona Commissione ha individuato il consigliere Stefano CAVANNA, Presidente della Nona Commissione, quale componente della delegazione del Consiglio Superiore della magistratura per la suindicata Assemblea generale, coadiuvato dalla dott.ssa Zsuzsa MENDOLA, magistrato addetto alla Segreteria della Nona Commissione.

-Rilevato che il Vice Presidente sarà coadiuvato dalla dott.ssa Alessandra Fraiegari, direttore amministrativo della Nona Commissione.

- O M I S S I S -

Tanto premesso, questo Consiglio, reiterando le preoccupazioni già in precedenza manifestate sulla possibile compromissione dei requisiti di indipendenza e autonomia della magistratura polacca e condividendo i principi espressi dal Comitato Esecutivo della Rete europea dei Consigli di Giustizia;

delibera

- di esprimere piena adesione alle iniziative sin qui adottate dall’ENCJ e dal Comitato esecutivo della Rete;

-di prendere atto che all'Assemblea Generale Straordinaria della Rete europea dei Consigli di Giustizia che si terrà a Vilnius nei giorni 28-29 ottobre 2021 il Consiglio sarà rappresentato dal Vice Presidente David Ermini;

-di autorizzare il cons. Stefano CAVANNA, Presidente della Nona Commissione e la dott.ssa Zsuzsa MENDOLA, magistrato addetto alla Segreteria della Nona Commissione, nonché la dott.ssa Alessandra Fraiegari, direttore amministrativo della Nona Commissione a partecipare all'Assemblea Generale della Rete europea dei Consigli di Giustizia (ENCJ), che si terrà in Vilnius nei giorni 28- 29 ottobre 2021 come da allegato programma (All. 3);

- O M I S S I S –

- O M I S S I S -

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Dispone la trasmissione della presente alla Presidenza dell’ENCJ, al Ministro degli Affari Esteri e

al Ministro della Giustizia.».

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All. 1

Position Paper del Comitato Esecutivo dell’ENCJ sullo stato di membro del KRS (espulsione)

1. Introduzione

Dall’ottobre 2015 il Partito Legge e Giustizia al governo si è occupato della riforma del sistema giustizia in Polonia. Una serie di leggi sono state emanate, tra cui, a partire da gennaio 2018, una legge concernente il Consiglio della Magistratura polacco (KRS).

Il 17 settembre 2018, un’Assemblea Generale straordinaria dell’ENCJ decise di sospendere il KRS in quanto esso non soddisfava più i requisiti dell’ENCJ che è indipendente dall’Esecutivo e dal Legislativo in una maniera tale da assicurare l’indipendenza della Magistratura polacca. Soltanto il KRS votò contro la sua stessa sospensione.

Da allora, il Comitato Esecutivo ha inviato delegazioni di tre membri dello stesso Comitato in Polonia nel marzo e nel novembre 2019 per valutare la situazione. Essi dialogarono con la Corte Suprema, le associazioni dei magistrati, il Mediatore, e il KRS. Solo quest’ultimo incontrò la delegazione in novembre, perché, secondo il KRS, era inopportuno dialogare con l’ENCJ mentre un procedimento di pronuncia pregiudiziale concernente aspetti delle riforme giudiziarie in Polonia era pendente davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Le delegazioni riferirono al Comitato Esecutivo (rapporti allegati).

Il 14 febbraio 2020, la situazione riguardante l’indipendenza della magistratura polacca si deteriorò ancora di più con l’entrata in vigore di una nuova legge che presenta gravi implicazioni per lo stato di diritto in Polonia. Per la prima volta i magistrati potrebbero essere chiamati a rispondere del loro operato e potrebbero essere sanzionati sulla base del merito delle loro decisioni, per l’applicazione del diritto UE ed in caso di trasmissione di una domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ai sensi dell’articolo 267 TFEU. Il KRS non si è opposto a questo sviluppo ed ha espresso un forte supporto per la nuova legge.

Gli sviluppi dal 2015, e il ruolo attivo del KRS nel supportarli, hanno condotto il Comitato Esecutivo a chiedersi se il KRS abbia commesso serie infrazioni agli scopi e obiettivi dell’Associazione come stabilito negli Articoli 3 e 4 dello Statuto dell’ENCJ, e quindi se esso dovesse proporre l’espulsione del KRS in qualità di membro dell’ENCJ.

In questa “Position paper” il Comitato Esecutivo dell’ENCJ definisce la sua posizione.

2. Risposte internazionali sulla situazione dell’indipendenza della magistratura polacca ed il ruolo del KRS

Dal 2015 l’interesse internazionale sulle riforme della Magistratura in Polonia è stato enorme.

Il Comitato Esecutivo menziona solamente le Nazioni Unite (ODIHR), il Consiglio d’Europa (Greco, la Commissione di Venezia e l’Assemblea Parlamentare), l’Unione Europea (la

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Commissione, il Parlamento e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea) e le reti della Magistratura e avvocati in Europa (la rete dei Presidenti delle Corti Supreme in Europa, l’Associazione dei Consigli di Stato e delle Giurisdizioni Amministrative Supreme dell’Unione Europea, l’Associazione dei Magistrati Europei, l’Associazione Europea degli Avvocati), e molte altre. Tutte queste organizzazioni sono molto critiche nei confronti delle riforme della Magistratura in Polonia e del ruolo del KRS.

A questo punto il Comitato Esecutivo si riferisce ad un numero limitato di recenti posizioni di alcune di queste organizzazioni.

Nel suo report del 6 gennaio 2020 il Comitato di Monitoraggio dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha ritenuto che “La riforma del Consiglio Nazionale della Magistratura aveva portato questa istituzione sotto il controllo dell’esecutivo, che è incompatibile con il principio di indipendenza.” (133, pagina 30)

La Commissione di Venezia ha emanato un urgente Parere il 16 gennaio 2020 raccomandando tra le altre cose “di ristabilire i poteri della comunità giudiziaria nelle questioni di nomine, promozioni e destituzioni di magistrati”, il che implica che il KRS sia sotto il controllo dell’Esecutivo.

Il 19 novembre 2019 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emanato una sentenza ritenendo, tra l’altro, che il banco di prova per l’indipendenza del KRS è insito nelle circostanze in cui i suoi membri sono nominati ed il modo in cui il KRS attualmente esercita il proprio ruolo nell’assicurare l’indipendenza della Magistratura (Causa C-585/18; C-624/18 e C-625/18). Applicando questo testo, la Corte Suprema polacca (Grande Camera di tutti i magistrati di tre sezioni) ha sostenuto in una risoluzione del 23 gennaio 2020 che il KRS non è indipendente dall’Esecutivo.

Il 25 ottobre 2019 la Commissione ha adito dinanzi la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, rivendicando, tra l’altro, che l’indipendenza della nuova Camera Disciplinare in Polonia non è garantita in quanto i suoi magistrati sono selezionati dal KRS, mentre i componenti togati del KRS sono selezionati dalla camera bassa del parlamento polacco. Il 23 gennaio 2020 la Commissione richiese provvedimenti provvisori in questa causa. Nella sua sentenza dell’8 aprile 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea accolse la richiesta, rivendicando, tra l’altro, che le argomentazioni concernenti la mancanza di una garanzia relativamente all’indipendenza ed imparzialità della Camera Disciplinare sono prima facie non infondate (causa C791/19).

Il 29 aprile 2020 la Commissione ha lanciato una procedura di infrazione, la quarta, nei confronti di una parte delle riforme giudiziarie polacche, considerando che numerosi elementi della Legge polacca del 20 dicembre 2019 violano il diritto dell’UE, in particolare:

- Il contenuto delle decisioni giudiziarie può essere considerato un illecito disciplinare;

- La legge impedisce ai tribunali polacchi di soddisfare l’obbligo di applicare il diritto dell’UE o di richiedere pronunce pregiudiziali;

- La legge impedisce ai tribunali polacchi di valutare, nel contesto di cause innanzi a loro pendenti, il potere di pronunciarsi sulle cause da parte di altri giudici.

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Jose Igreja Matos, ha inviato una lettera al presidente dell’ENCJ. L’Associazione Europea dei Magistrati rappresenta la maggioranza dei magistrati in Europa. Egli ha affermato nella lettera:

“Quindi, considerando che il KRS non rispetta il requisito fondamentale di un Consiglio di Giustizia indipendente dall’esecutivo e apertamente non è in grado di tutelare l’indipendenza della magistratura, il board dell’Associazione Europea dei Magistrati vuole esprimere pubblicamente il suo supporto alla proposta di espellere il KRS dall’ENCJ”.

Inoltre:

(..) L’Associazione Europea dei Magistrati è determinata a continuare la difesa dei nostri colleghi polacchi nella loro lotta per una magistratura indipendente; siamo assolutamente fiduciosi che lo stesso livello di impegno sarà adeguatamente assicurato dalla vostra istituzione.” (lettera allegata)

Il 13 maggio 2020 la Commissione LIBE del Parlamento Europeo ha pubblicato una bozza di relazione provvisoria all’articolo 7 - procedura contro la Polonia. Il relatore è il parlamentare europeo, lo spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar. Relativamente all’impatto della Legge polacca del 20 dicembre 2019 sull’indipendenza del KRS, questa relazione stabilisce quanto segue:

“23. (..) questa misura ha portato ad una estesa politicizzazione del NCJ [KRS];

26. Richieste alla Commissione per avviare procedure di infrazione contro la Legge (..) sul NCJ (KRS) e richiedere alla CGUE di sospendere le attività del nuovo NCJ (KRS) mediante provvedimenti provvisori.”

Il 19 maggio 2020 l’ENCJ ha ricevuto una lettera a firma congiunta da parte dei presidenti dell’Associazione Iustitia dei Giudici polacchi, dell’Associazione dei Giudici Themis, dell’Associazione dei Giudici dei Tribunali di Famiglia in Polonia, dell’Associazione dei Giudici dei Tribunali di famiglia Pro Familia, dell’Associazione polacca dei Giudici dei Tribunali Amministrativi e del Presidio Permanente del Forum per la Cooperazione dei Giudici. Queste organizzazioni giudiziarie rappresentano l’opinione di una larga maggioranza di circa diecimila giudici polacchi. Essi affermano:

“Tutto ciò premesso, è con profonda tristezza e piena convinzione che esprimiamo il parere che la sola decisione razionale che può essere presa è quella di rimuovere il Consiglio Nazionale della Magistratura polacco dal gruppo dei membri dell’ENCJ.”

Inoltre:

“Dichiariamo altresì l’ulteriore cooperazione delle associazioni giudiziarie polacche ed il Presidio Permanente del Forum per la Cooperazione dei Giudici con l’ENCJ nella lotta per l’indipendenza della Magistratura Europea.” (lettera allegata).

3. Regole e principi pertinenti dell’Encj

L’articolo 6 paragrafo 4 dello statuto dell’Encj stabilisce che:

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“Il Comitato esecutivo può proporre l'espulsione di un membro dell'Associazione qualora esso abbia commesso gravi violazioni delle finalità e degli obiettivi dell'Associazione di cui agli articoli 3 e 4. Il Comitato esecutivo deve innanzitutto dare l'opportunità al membro in questione di dichiarare la sua posizione. Qualsiasi espulsione deve essere decisa dall'Assemblea Generale a maggioranza dei tre quarti dei membri presenti a tale riunione”

L'articolo 3.1 dello Statuto dell'Encj prevede quanto segue:

“L'Associazione ha come obiettivo il consolidamento della cooperazione e una buona intesa reciproca tra i Consigli della magistratura e i membri della magistratura sia degli Stati membri dell'Unione europea che di qualsiasi Stato candidato a divenire membro dell'Unione europea”

L’articolo 4 dello Statuto dell’Encj prevede quanto segue:

“nell'ambito della creazione dello Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia, gli obiettivi dell'Associazione sono la cooperazione tra i membri sui seguenti aspetti:

- Analisi e informazioni sulle composizioni, le competenze e scambi tra i membri;

- Scambio di esperienze in relazione all’organizzazione ed al funzionamento della magistratura;

- Diffusione di competenze, esperienze e proposte alle istituzioni dell'Unione Europea e ad altre organizzazioni nazionali e internazionali”

L’articolo 6.1 dello Statuto dell’Encj prevede quanto segue:

“L’adesione alla Rete in qualità di membro è aperta a tutte le istituzioni nazionali degli Stati membri dell'Unione Europea che sono indipendenti dal potere esecutivo e legislativo, o che sono autonome, e che garantiscono la responsabilità finale per il supporto al potere giudizio nell’ indipendente amministrazione della giustizia”

L'Encj ha adottato una serie di standard sin dalla sua istituzione nel 2004.

Gli standard più rilevanti da prendere in considerazione nel position paper sono i seguenti:

Sul ruolo dei Consigli della magistratura:

"Ogni Consiglio della magistratura ha la sua origine nello sviluppo del proprio sistema giuridico che è profondamente radicato in un contesto storico, culturale e sociale, tuttavia tutti i Consigli della magistratura condividono esperienze e sfide comuni e sono disciplinati dagli stessi principi generali.

Il ruolo fondamentale del Consiglio è quello di salvaguardare l'indipendenza della magistratura ed il Consiglio ha una posizione distintiva nei confronti di altre istituzioni democratiche in quanto è legittimato a difendere la magistratura, nonché i singoli giudici, in modo coerente con il suo ruolo di garante, di fronte a qualsiasi misura che minacci di compromettere i valori fondamentali di indipendenza e autonomia"1

Sul dovere dei magistrati di far sentire la propria voce quando la democrazia e le libertà fondamentali sono in pericolo:

"In politica, un magistrato, come qualsiasi altro cittadino, ha il diritto di avere un'opinione politica. Nell’esprimere tale riserva di diritto, il compito del magistrato è quello di garantire

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che ogni individuo possa avere piena fiducia nella giustizia, senza preoccuparsi delle opinioni del magistrato.

Allo stesso tempo, l'obbligo di riserva non può fornire al magistrato una scusa per essere inattivo. Sebbene non dovrebbe parlare dei casi che tratta personalmente, il magistrato è tuttavia in una posizione ideale per chiarire le norme giuridiche e la loro applicazione. Il magistrato ha un ruolo educativo da svolgere a sostegno della legge, insieme ad altre istituzioni che hanno la stessa missione.

Quando la democrazia e le libertà fondamentali sono in pericolo, la riservatezza di un magistrato può spingersi fino al dovere di pronunciarsi ".

Nella Dichiarazione di Budapest dell'Assemblea Generale dell'ENCJ (2008) è stato adottato il seguente criterio:

“4. Per quanto riguarda la composizione dei Consigli della giustizia: (..) c. in ogni caso (..) i membri togati del Consiglio (comunque nominati) devono agire in qualità di rappresentanti dell'intera magistratura"

4. Aspetti procedurali del position paper

Nella riunione del 10 febbraio 2020, il Comitato esecutivo ha deciso di avviare un'indagine relativa alla questione se il KRS debba essere espulso.

Il 21 febbraio 2020 il Presidente dell'ENCJ ha scritto una lettera al Presidente del KRS ponendo nove domande relative all’appartenenza, in qualità di membro, del KRS all'ENCJ (lettera allegata).

Il 13 marzo 2020 il Presidente del KRS ha risposto alle nove domande (lettera allegata).

Il 22 aprile 2020 il Comitato esecutivo ha adottato il testo provvisorio del position paper.

Il 22 aprile 2020 il Presidente dell'ENCJ ha inviato il testo provvisorio del position paper al Presidente del KRS chiedendo la risposta del KRS al testo provvisorio del position paper (lettera allegata).

Il 20 maggio 2020 il Presidente del KRS ha risposto al testo provvisorio del position paper (lettera allegata).

Report dell’ENCJ sui Consigli della Magistratura 2010-2011 5. Il KRS è indipendente dal potere esecutivo e legislativo?

Il 17 settembre 2018 l'Assemblea Generale ha accolto le ragioni del Comitato Esecutivo di sospendere il KRS, come indicato nel position paper del 16 agosto 2018:

"6. Conclusione

Il Comitato ritiene che il Consiglio Nazionale della Magistratura (KRS) non rispetti la norma statutaria dell'ENCJ secondo la quale un membro dovrebbe essere indipendente dal potere esecutivo.

Il Comitato ritiene che il KRS non sia più un'istituzione indipendente dal potere esecutivo e, di conseguenza, che garantisca la responsabilità ultima per il sostegno del potere giudiziario nell’indipendente amministrazione della giustizia.

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Inoltre, il Comitato ritiene che le azioni del KRS o la loro mancanza, come indicato nel paragrafo 5, costituiscano una violazione degli scopi e degli obiettivi della Rete, in particolare lo scopo riguardante il miglioramento della cooperazione e della buona intesa reciproca tra i consigli della magistratura dell'UE e gli Stati membri candidati ai sensi dell'articolo 3 dello statuto. "

Le delegazioni del Comitato esecutivo, come indicato nell'introduzione, hanno presentato un resoconto al Comitato esecutivo. Sulla base di queste relazioni, il Comitato esecutivo è del parere che la situazione non sia migliorata dal 17 settembre 2018 ad oggi, ma si sia deteriorata su diverse questioni.

Innanzitutto le relazioni tra il KRS e il Ministro della Giustizia sono persino più strette di quanto si sospettasse nel position paper del 16 agosto 2018. Nella riunione del novembre 2009 il KRS non ha criticato affatto il governo. Dopo una pressione enorme, le liste dei magistrati che hanno sostenuto gli attuali membri del KRS come candidati (un minimo di 25 magistrati sostenitori era richiesto per essere nominato), mostrano il sostegno di un ristretto gruppo di magistrati assegnati al Ministro della giustizia, compresi 50 distaccati presso il ministero. Un candidato è stato nominato senza avere il numero minimo richiesto di 25 firme da parte dei magistrati.

In secondo luogo il KRS sostiene apertamente il potere esecutivo e legislativo nei suoi attacchi all'indipendenza della magistratura, in particolare attraverso lo strumento delle azioni disciplinari (vedere di seguito i punti 6, 7 e 8).

Le risposte del KRS nella lettera del 13 marzo 2020 su questi punti rafforzano il parere del Comitato esecutivo.

Nella risposta alla domanda 1, il KRS riconosce che 49 magistrati sostenitori della nomina dei membri del KRS siano stati distaccati presso il Ministero della Giustizia, e quindi per le finalità dell’Encj non possono essere considerati indipendenti dal ministero.

Nella risposta alla domanda 2, il KRS riconosce che molte firme dei magistrati a sostegno della candidatura del componente Nawicki sono state ritirate prima delle elezioni, mettendo così in dubbio la validità della sua elezione, eppure egli continua a svolgere il ruolo di componente del Consiglio validamente eletto.

Nella risposta alla domanda 3, il KRS ribadisce solo che non è suo compito monitorare le dichiarazioni del Ministro della Giustizia e non nega che il Ministro della Giustizia abbia dichiarato al Senato di aver proposto di nominare magistrati nel KRS che, a suo avviso, erano pronti a collaborare alla riforma della magistratura. Ciò equivale a un fallimento nel promuovere l'indipendenza del Consiglio e dei suoi componenti dal potere esecutivo.

Nella risposta alla domanda 4, il Consiglio Nazionale della Magistratura (KRS) afferma che i componenti del KRS non sono i rappresentanti dei magistrati, il che è incompatibile con la Dichiarazione ENCJ di Budapest del 2008 la quale afferma che i membri togati di un consiglio debbono agire come rappresentanti dell'intera magistratura.

La lettera del 20 maggio 2020 non fornisce argomentazioni convincenti rispetto alla conclusione che il KRS non soddisfi il requisito di essere indipendente dal potere esecutivo.

Sulla base sia delle sue azioni che delle sue risposte, il Comitato esecutivo conclude che il KRS non è ancora indipendente dal potere esecutivo e legislativo.

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6. Il KRS adempie al dovere previsto dall’ENCJ di difendere la magistratura nel momento in cui essa si rivolge contro i magistrati che protestano contro gli attacchi rivolti all’indipendenza della magistratura?

In conformità con una norma dell’ENCJ, un magistrato deve astenersi dalla partecipazione politica. Tale norma è soggetta a una importante deroga nel momento in cui l’indipendenza della magistratura è minacciata. In quel caso un magistrato non solo ha il diritto, ma anche il dovere di far sentire la propria voce.

Il KRS ha ignorato tale norma affermando che qualsiasi protesta da parte dei magistrati contro le riforme del sistema giudiziario costituisce un illecito disciplinare. Inoltre, il Consiglio ha sostenuto attivamente l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati che protestavano.

Ad esempio, la decisione che consente ai magistrati di essere puniti per il fatto di indossare delle magliette con la scritta “Costituzione”. Entrambe le questioni sono state relazionate dalle delegazioni del Comitato Esecutivo sulla base dell’incontro con il KRS e degli incontri con la Corte Suprema e con le organizzazioni dei magistrati. Nella sua lettera del 20 maggio 2020 il KRS ora sostiene che non ha competenza su tali questioni, ma nel corso dell’incontro con il KRS sono state fatte entrambe le dichiarazioni.

Pertanto, esso attacca e cerca di distruggere l’indipendenza della magistratura, mentre un Consiglio della Magistratura (che fa parte) dell’ENCJ ha come suo più importante dovere quello di tutelare e proteggere l’indipendenza della magistratura. E’ la sua ragion d’essere fondamentale.

La lettera del 20 maggio 2020 non fornisce argomentazioni convincenti contro la conclusione per cui il KRS ha violato il suo dovere di difendere i magistrati che protestavano contro gli attacchi all’indipendenza della magistratura.

7. Il KRS adempie al dovere previsto dall’ENCJ di difendere la magistratura nel momento in cui sostiene attivamente l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati per aver sollevato delle questioni pregiudiziali davanti alla CGUE?

È una norma del diritto dell’Unione Europea quella per cui ogni magistrato nazionale di uno Stato membro è anche un magistrato dell’Unione Europea, e i magistrati dell’Unione Europea sono titolati e talvolta obbligati a riportare le questioni davanti alla CGUE per la uniforme applicazione del diritto dell’UE.

Il KRS compromette tali norme nel sostenere attivamente l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati che in un giudizio hanno deciso di porre delle questioni pregiudiziali alla Corte europea di Giustizia. Nella lettera del 20 maggio 2020 il KRS nega tale condotta, ma la delegazione dell’ENCJ ricorda che questo è stato sostenuto dal KRS nell’incontro. Quindi, il KRS è in violazione del dovere dell’ENCJ di difendere la magistratura.

La lettera del 20 maggio 2020 non fornisce argomentazioni convincenti contro la conclusione per cui il KRS ha violato il suo dovere di difendere i magistrati sottoposti a procedimento disciplinare per aver sollevato questioni pregiudiziali davanti alla CGUE.

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8. Il KRS adempie al dovere previsto dall’ENCJ di difendere la magistratura nel momento in cui sostiene attivamente l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati per il contenuto di sentenze nelle quali un magistrato applica il diritto dell’Unione Europea?

In una sentenza pronunciata il 19 novembre 2019 la CGUE ha introdotto un test che consente alle corti polacche di decidere se la Commissione Disciplinare di nuovo insediamento presso la Corte Suprema della Polonia sia un tribunale indipendente secondo il diritto dell’UE (Procedimento C-585/18, C-624/18 e C-625/18).

In un provvedimento del 23 gennaio 2020 la Corte Suprema polacca (Camera Grande costituita da tutti i magistrati delle tre Sezioni) ha applicato il test e ha concluso che la Commissione Disciplinare non soddisfaceva i requisiti del test e che non era un tribunale indipendente. Ha anche stabilito che il KRS non è indipendente dal potere esecutivo.

Di tutta risposta a questa sentenza, il KRS sostiene attivamente l’azione disciplinare nei confronti dei magistrati che hanno eseguito il test della CGUE (v. anche la risposta alla domanda 9 nella lettera del 13 marzo 2020). La prima sentenza in un procedimento del genere è stata pronunciata: il magistrato (Pawel Juszczyszyn) è stato sospeso a tempo indeterminato dalle funzioni giudiziarie.

Il 14 febbraio 2020 è stata promulgata un’ulteriore legge in Polonia. In base all’art. 107 di tale legge i magistrati sono passibili di procedimenti disciplinari se vengono ritenuti coinvolti in attività politiche, come nel caso della protesta contro le riforme, della applicazione del diritto europeo nella sfera dell’indipendenza di magistrati e tribunali, oppure nel sollevare questioni alla CGUE. Il KRS è dichiaratamente favorevole a tale legge, e la sostiene apertamente. Le risposte alle domande 6, 7, 8, 9 nella lettera del 13 marzo 2020 confermano tale sostegno.

Pertanto, il KRS è in violazione del dovere previsto dall’ENCJ di difendere la magistratura.

La lettera del 20 maggio 2020 non fornisce argomentazioni convincenti contro la conclusione per cui il KRS ha violato il suo dovere di difendere i magistrati sottoposti a procedimento disciplinare per il contenuto di provvedimenti che applicano il diritto dell’Unione Europea.

9. La difesa del KRS

La difesa più importante del KRS nella lettera del suo Presidente datata 20 maggio 2020, è che le affermazioni dell’ENCJ “costituiscono un’accusa contro l’autorità legislativa - per l’adozione di specifici atti legali e in relazione al Consiglio Nazionale della Magistratura - in ottemperanza a questi atti di legge.”. E: “Le accuse rivolte al Consiglio Nazionale della Magistratura sembrano riguardare il fatto che esso esercita le proprie competenze e osserva la legge in vigore in Polonia, (…).”.

L’opinione del Comitato su tali argomenti è la seguente:

La posizione del KRS non è corretta.

Secondo diverse istituzioni e organizzazioni europee, ed anche diverse istituzioni e organizzazioni nazionali polacche, alcune delle quali sono citate nell’art. 2, il Governo polacco sta attaccando l’indipendenza della magistratura polacca su vasta scala. La CGUE

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ha già condannato la Polonia in diverse occasioni per non aver sostenuto lo Stato di diritto dell’Unione Europea in relazione all’indipendenza della magistratura, e diversi casi sono ancora pendenti. Si vedano gli artt. 2, 7 e 8. Da un punto di vista del diritto europeo, la posizione del KRS che non fa che obbedire “alla legge” non è perciò corretta: il diritto dell’Unione Europea è anche la legge della Polonia e ha la primazia sugli atti del legislatore e/o dell’esecutivo polacchi.

In circostanze normali la posizione del KRS potrebbe essere corretta, ma non così “a fronte di misure che minacciano di compromettere i valori fondanti di autonomia e indipendenza”

della magistratura. Si veda lo standard ENCJ sul ruolo dei Consigli della giustizia come citato nel paragrafo 3. Secondo questo standard il dovere del KRS date le circostanze dovrebbe essere quello di tutelare l’indipendenza della magistratura dagli attacchi del potere esecutivo e/o legislativo polacchi. E la difesa del KRS rende assolutamente chiaro che esso non è all’altezza di tale dovere e che non vuole essere all’altezza di tale dovere, affermando di non poter adempiere giuridicamente a tale compito. Quest’ultimo: quod non. Date le circostanze, l’obbedienza del KRS alla “legge” è apparentemente limitata agli atti del potere leigslativo polacco e non si estende al diritto dell’Unione Europea. Ciò costituisce una violazione dello standard dell’ENCJ di tutela della indipendenza della magistratura.

Inoltre, il Comitato non crede che la posizione del KRS per cui stia semplicemente osservando “la legge” e non sostenendo attivamente gli attacchi all’indipendenza della magistratura sia veritiera. I resoconti delle delegazioni del Comitato in Polonia dimostrano chiaramente tutt’altro.

Il Comitato conclude che la difesa del KRS non è soddisfacente né convincente.

10. Conclusioni del Comitato Esecutivo

Primo punto. Il Comitato Esecutivo ritiene che il KRS non rispetti la norma statutaria dell'ENCJ secondo la quale un membro dovrebbe essere indipendente dal potere esecutivo.

Secondo punto. Il Comitato Esecutivo ritiene che il KRS sia in palese violazione della norma dell’ENCJ che tutela l'indipendenza della magistratura, la difesa della magistratura, nonché i singoli magistrati, in modo coerente con il suo ruolo di garante, di fronte a qualsiasi misura che minaccia di compromettere i valori fondamentali di indipendenza e autonomia.

Terzo punto. Il Comitato Esecutivo ritiene che il KRS metta in pericolo l'applicazione del diritto dell'UE in merito all'indipendenza dei magistrati e dei tribunali, e quindi alla sua efficacia. In tal modo, agisce contro gli interessi dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia ed i valori che rappresenta.

Sulla base delle considerazioni sopracitate, il Comitato Esecutivo conclude che il KRS ha commesso gravi violazioni degli scopi e degli obiettivi dell'Associazione come stabilito negli articoli 3 e 4 dello Statuto, e non è disposto a porre rimedio a queste gravi violazioni.

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11. Proposta del Comitato Esecutivo

In tali circostanze, il Comitato Esecutivo propone all'Assemblea Generale, da convocare al più presto appena la pandemia da Covid-19 lo renderà possibile, che il KRS venga espulso come membro della Rete.

Con questa misura, l'ENCJ manda un messaggio chiaro al governo polacco ed ai magistrati polacchi e cioè che l'ENCJ ritiene che il KRS non sia più un membro della famiglia europea composta da Membri e Osservatori che credono e sostengono lo Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia e i valori che rappresenta.

L'ENCJ vuole ribadire con estrema chiarezza che rinnova fortemente il suo impegno a favore dell'indipendenza della magistratura polacca, i nostri colleghi magistrati europei, e che continuerà a cooperare con tutte le associazioni giudiziarie al fine di difendere e ripristinare l'indipendenza della magistratura polacca il più presto possibile. Nel momento in cui un Consiglio della Magistratura in Polonia crederà di nuovo nell’ENCJ ed agirà a sostegno dei valori della Rete, l'ENCJ sarà ben felice di dare il benvenuto a tale Consiglio in qualità di membro.

Questo position paper è stato adottato dal Comitato Esecutivo il 27 maggio 2020.

Traduzione condotta sul testo originale in lingua inglese da: Dott. David Lucio SIMONE, Sig.ra Lucilla LANDOLFO, Dott.ssa Concettina MASSANISSO, Dott.ssa Simona SANTARELLI, Personale tecnico.

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