1: Identificazione della sostanza/miscela e della società/impresa Scheda Tossicologica di Sicurezza: Ozono
Questa SDS (Scheda di Sicurezza) si riferisce all’ozono prodotto in situ sotto forma di gas da un generatore di ozono a partire dall’ossigeno presente nell’aria. L’ozono agisce su agenti patogeni (batteri, muffe, virus, lieviti, spore, etc.) presenti nell’aria e sulle superfici in ambienti confinati, garantendo un elevato standard di disinfezione. Il generatore non è inteso per l’impiego in spazi non controllati dove sono presenti persone. e/o animali.
1.1. Identificatore del prodotto
Nome della sostanza Ozono
Nome IUPAC Ozono
Numero EC 233-069-2
Numero CAS 10028-15-6
1.2. Usi identificati pertinenti della sostanza o della miscela e usi sconsigliati
Usi identificati
L’ozono prodotto dall’apparecchiatura è utilizzato per eliminare agenti patogeni (batteri, muffe, virus, lieviti, spore, etc.) presenti nell’aria e sulle superfici in ambienti confinati, garantendo un elevato standard di disinfezione.
Usi sconsigliati
Non sono noti usi sconsigliati
1.3. Numero telefonico di emergenza
Numeri telefonici dei principali Centri Antiveleni italiani (attivi 24/24 ore)
Centro Antiveleni di Pavia 0382 24444 (CAV IRCCS Fondazione Maugeri - Pavia) Centro Antiveleni di Milano 02 66101029 (CAV Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano) Centro Antiveleni di Bergamo 800 883300 (CAV Ospedali Riuniti - Bergamo)
Centro Antiveleni di Firenze 055 7947819 (CAV Ospedale Careggi - Firenze) Centro Antiveleni di Roma 06 3054343 (CAV Policlinico Gemelli - Roma) Centro Antiveleni di Roma 06 49978000 (CAV Policlinico Umberto I - Roma)
Centro Antiveleni di Foggia 0881 732326 (CAV Azienda Ospedaliero Universitaria - Foggia)
2.1. Classificazione della sostanza o della miscela
Classificazione ai sensi del Regolamento (CE) n. 1272/2008 (Regolamento CLP):
Ox. Gas 1 H270
Acute Tox.1 (inalazione) H330
Eye Irrit. 2 H319
STOT SE 1 H370
STOT SE 3 H335
Aquatic Acute 1 H400
Aquatic Chronic 1 H410
2.2. Elementi dell’etichetta
Etichettatura ai sensi del Regolamento (EC) n. 1272/2008 (Regolamento CLP):
Pittogrammi GHS:
GHS0 3
GHS0 6
GHS0 8
GHS0 9
Avvertenze:
Pericolo
Indicazioni di pericolo:
R8: Può provocare l’accensione di materie combustibili
R20: Nocivo per inalazione
R48: Pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
R36: Irritante per gli occhi
R37: Irritante per le vie respiratorie
H319: Provoca grave irritazione oculare.
H370: Provoca danni agli organi se inalato.
H335: Può irritare le vie respiratorie.
H400: Altamente tossico per gli organismi acquatici.
H410: Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.
Consigli di prudenza:
P260: Non respirare i gas
P304+340: IN CASO DI INALAZIONE: Trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione
P337+313 Se l’irritazione degli occhi persiste, consultare un medico.
2.3. Altri pericoli
L’ozono è una sostanza inorganica; di conseguenza i criteri per l’identificazione come sostanza PBT e vPvB non sono applicabili. Anche i prodotti di degradazione o trasformazione dell’ozono sono inorganici (ossigeno, radicali OH a vita breve) e non rilevanti per la valutazione PBT.
Non sono conosciuti altri pericoli.
SECTION 2: Identificazione dei pericoli
SECTION 4: Misure di primo soccorso
3.1. Sostanze
Nome EC
Numero EC Numero
CAS
Classificazione ai sensi del regolamento CLP
Ozono 233-069-2 10028-15-6
R8: Può provocare l’accensione di materie combustibili
R20: Nocivo per inalazione
R48: Pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
R36: Irritante per gli occhi
R37: Irritante per le vie respiratorie
H319: Provoca grave irritazione oculare.
H370: Provoca danni agli organi se inalato.
H335: Può irritare le vie respiratorie.
H400: Può irritare le vie respiratorie.
H410: Può irritare le vie respiratorie.
3.2. Miscele Non applicabile
4.1. Descrizione delle misure di primo soccorso
Questa SDS si riferisce all’ozono prodotto in situ sotto forma di gas da un generatore di ozono, non inteso per l’impiego in aree dove sono presenti persone. Tuttavia, in caso di esposizione, si raccomandano le seguenti indicazioni.
Principi generali di primo soccorso - Informazioni importanti
In caso di dubbio o in presenza di sintomi contattare un medico e mostrargli la scheda di dati di sicurezza. In caso di sintomi più gravi, chiamare il 118 per ottenere soccorso sanitario immediato. Chiamare altresì un Centro Antiveleni per ricevere consulenza medico-tossicologica specialistica per la gestione clinica dell’avvelenamento. Non somministrare niente per bocca alla vittima se incosciente.
Principi generali di primo soccorso - Inalazione
In caso di sintomi respiratori (tosse, dispnea) portare la persona all’aria aperta, mantenerla in una posizione semi- seduta e, se necessario, somministrare ossigeno. Se il soggetto non respira praticare la respirazione artificiale.
Principi generali di primo soccorso - Contatto con la cute Non attesa come via di esposizione.
Principi generali di primo soccorso – Contatto con gli occhi
Non attesa come via di esposizione. In caso di dubbio rimuovere, se presenti, le lenti a contatto se la situazione consente di effettuare l’operazione con facilità. Lavare gli occhi a palpebre aperte con abbondante acqua corrente per almeno 15 minuti. In ogni caso e soprattutto in presenza di sintomatologia irritativa (arrossamento, lacrimazione, dolore, sensazione di corpo estraneo), consultare un medico oculista.
Principi generali di primo soccorso - Ingestione Non attesa come via di esposizione.
SECTION 3: Composizione/informazione sugli ingredienti
SECTION 5: Misure antincendio
SECTION 6: Misure in caso di rilascio accidentale
4.2. Principali sintomi ed effetti, sia acuti che ritardati
Nei soggetti sani, l’eventuale ingresso in un ambiente con trattamento in corso o in fase di decadimento (opportunamente indicato dal led rosso sull’apparato) può causare temporanea irritazione alle vie respiratorie (tosse, lieve senso di oppressione toracica), fenomeni spontaneamente reversibili nella maggior parte dei casi.
Nella prima infanzia e/o nelle persone anziane affette da patologie asmatiche o bronco-pneumopatie, l’esposizione in fase di trattamento può a volte causare attacchi di asma.
4.3. Indicazione dell’eventuale necessità di consultare immediatamente un medico e di trattamenti speciali
Necessità di consultare il medico
In caso di dubbio o in presenza di sintomatologia fare ricorso a un medico tenendo a disposizione la scheda di sicurezza del prodotto. Se l’infortunato presenta sintomi gravi, chiamare immediatamente il 118 per richiedere l’intervento di un medico sul luogo dell’infortunio. Consultare in ogni caso un Centro Antiveleni per avere consulenza medico- tossicologica specialistica fin dalle prime fasi del soccorso. Consultare in ogni caso un medico se qualunque sintomo, anche lieve, persiste.
Il prodotto non è combustibile né infiammabile. Tuttavia, in caso di incendio in un ambiente confinato attenersi alle norme sotto indicate.
Informazioni generali
Allontanare tutte le persone presenti e rimanere sopravento. Non entrare in locali chiusi senza un’adeguata protezione.
5.1. Mezzi di estinzione
Mezzi di estinzione idonei
Tutti gli usuali mezzi di estinzione sono compatibili con il prodotto. Nella scelta dei mezzi di estinzione, considerare gli altri materiali coinvolti nell’incendio.
Mezzi di estinzione che non devono essere usati per motivi di sicurezza Nessuno.
5.2. Pericoli speciali derivati dalla sostanza o dalla miscela
In caso di incendio, dalla sostanza e dagli altri materiali coinvolti possono svilupparsi fumi irritanti o tossici.
5.3. Raccomandazioni per gli addetti all’estinzione degli incendi
Non vi sono indumenti di protezione specifici da indossare in caso di un incendio che coinvolga questa sostanza. Utilizzare indumenti resistenti al fuoco come quelli utilizzati dai vigili del fuoco.
6.1. Precauzioni personali, dispositivi di protezione e procedure in caso di emergenza
Non entrare nell’ambiente in fase di trattamento o in quella di decadimento senza mezzi di protezione respiratoria.
6.2. Precauzioni ambientali
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
6.3. Metodi e materiali per il contenimento e la bonifica
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
SECTION 8: Controllo dell’esposizione/protezione individuale
6.4. Riferimento ad altre sezioni
Per altre informazioni fare riferimento alle sezioni 8 e 13.
7.1. Precauzioni per la manipolazione sicura
Raccomandazioni generali
Adottare le misure necessarie per evitare l’esposizione umana.
Raccomandazioni sull’igiene professionale
Non entrare nell’ambiente in fase di trattamento o in quella di decadimento senza mezzi di protezione respiratoria.
7.2. Condizioni per lo stoccaggio sicuro, comprese eventuali incompatibilità
Non applicabile, in quanto nelle normali condizioni d’uso l’ozono è prodotto direttamente nell’ambiente di utilizzo senza essere immagazzinato.
7.3. Usi finali particolari
Non entrare nell’ambiente in fase di trattamento o in quella di decadimento.
8.1. Parametri di controllo
Limiti di esposizione professionale
OEL Austria: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) STEL 0.2 ppm (0.4 mg/m3)
OEL Belgio: - STEL 0.1 ppm (0.2 mg/m3)
OEL Danimarca: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) STEL 0.1 ppm (0.2 mg/m3)
OEL Finlandia: TWA 0.05 ppm (0.1 mg/m3) STEL (15 minuti) 0.2 ppm (0.4 mg/m3)
OEL Francia: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) STEL 0.2 ppm (0.4 mg/m3)
OEL Germania: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) -
OEL Ungheria: TWA 0.2 mg/m3 STEL 0.2 mg/m3
OEL Polonia: TWA 0.15 mg/m3 -
OEL Romania: TWA 0.05 ppm (0.1 mg/m3) STEL (15 minuti) 0.1 ppm (0.2 mg/m3)
OEL Russia: TWA 0.1 ppm STEL 0.1 mg/m3
OEL Svezia: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) STEL (15 minuti) 0.3 ppm (0.6 mg/m3)
OEL Svizzera: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) STEL 0.1 ppm (0.2 mg/m3)
OEL Olanda: TWA 0.12 mg/m3 -
OEL Turchia: TWA 0.1 ppm (0.2 mg/m3) -
OEL Regno Unito: - STEL 0.2 ppm (0.4 mg/m3)
ACGIH
Ozono, lavoro pesante TWA 0.05 ppm (0.1 mg/m3)
Ozono, lavoro moderato TWA 0.08 ppm (0.16 mg/m3)
Ozono, lavoro leggero TWA 0.1 ppm (0.2
mg/m3) Ozono, pesante, moderato, leggero (≤ 2 ore) TWA 0.2 ppm (0.39 mg/m3)
SECTION 7: Manipolazione e immagazzinamento
SECTION 9: Proprietà fisiche e chimiche
8.2. Controlli dell’esposizione
Misure generali
Evitare l’esposizione a concentrazioni elevate di ozono gassoso. Evitare di rimanere nell’ambiente durante il periodo di funzionamento e di decadimento.
Protezione respiratoria
Non necessaria per il normale uso. Indossare una protezione respiratoria aderente con filtri a carbone attivo quando si entra in uno spazio confinato in cui possono esserci elevate concentrazioni di ozono.
Protezione degli occhi/del volto
Non necessaria per il normale uso. Indossare occhiali protettivi aderenti quando si entra in uno spazio ristretto in cui in cui possono esserci elevate concentrazioni di ozono.
Protezione delle mani
Non necessaria per il normale uso.
Protezione della cute
Non necessaria per il normale uso.
Controlli dell’esposizione ambientale
Non sono necessarie misure specifiche per minimizzare la dispersione nell’ambiente.
Valori limite biologici Non disponibile.
Soglia olfattiva Non rilevante.
9.1. Informazioni sulle proprietà fisiche e chimiche fondamentali
Proprietà Valore
Aspetto: Gas da incolore a blu pallido
Odore: Odore leggermente pungente
Soglia olfattiva: Nessuna soglia olfattiva dichiarata
pH: Non determinato
Punto di fusione: -192.7 gradi °C +/- 2 gradi °C (HSDB, 2005) -193.0 gradi °C (Budavari, 1989)
Punto di ebollizione: -111.9 gradi °C (HSDB, 2005; Budavari, 1989)
Punto di infiammabilità: Informazione non disponibile (in accordo con l’allegato VII colonna 2, sezione 7.9. del Regolamento REACH questo studio non deve essere condotto perché la sostanza è inorganica)
Velocità di evaporazione: Non applicabile: la sostanza è un gas
Infiammabilità: Informazione non disponibile (questo studio non è scientificamente necessario in quanto l’ozono (O3) non è in grado reagire ulteriormente con l’ossigeno (O2), fenomeno che è il prerequisito della combustione) Limite inferiore di infiammabilità: Non determinato (v. sopra)
Limite superiore di infiammabilità: Non determinato (v. sopra)
Pressione di vapore: Informazione non disponibile (la determinazione della pressione di vapore non è richiesta per sostanze con punto di ebollizione < 30 ºC) Densità di vapore: Non determinata (vedere sopra)
SECTION 10: Stabilità e reattività
Densità relativa: La densità del ozono gassoso, calcolata secondo la Legge dei Gas ideali, è 1.962 g/L a 25 °C
Solubilità in acqua: 0.49 ml/100 ml (a 0 gradi °C) (Beard, 1982) Solubilità in altri solventi: Solubile in solventi alcalini (HSDB ,
1996) Solubile in olii (HSDB , 1996) Coefficiente di
ripartizione n- ottanolo/acqua:
Valore : -0.87 (Meylan WM, Howard PH,1995)
Temperatura di autoaccensione: Informazione non disponibile (solo i gas classificati come infiammabili, ai sensi del Regolamento CLP, devono essere presi in considerazione per questa proprietà. L’ozono non è classificato come gas infiammabile)
9.2. Altre informazioni
Nessuna altra informazione conosciuta.
10.1. Reattività
Il prodotto è stabile, non vi sono condizioni particolari da evitare
10.2. Stabilità chimica
Il prodotto è stabile. Non ci sono specifici materiali da evitare.
10.3. Possibilità di reazioni pericolose
Nessuna reazione nelle normali condizioni di utilizzo.
10.4. Condizioni da evitare
Il prodotto è stabile. Evitare di conservare nelle aree umide.
10.5. Materiali incompatibili
Il prodotto è stabile. Vi sono però alcuni materiali più suscettibili all’azione ossidante esercitata dall’ozono, come alcuni polimeri plastici e le componenti elettriche ed elettroniche.
10.6. Prodotti di decomposizione pericolosi
Alle normali temperature di utilizzo non sono previsti prodotti di decomposizione pericolosi.
Temperatura di decomposizione: Non determinata
Viscosità: Non applicabile (studio scientificamente non necessario: questo studio è richiesto solo per sostanze liquide)
Proprietà esplosive: Non attese: la sostanza è un gas a 20 °C e 1 atm
Proprietà ossidanti: L’ozono è considerato più ossidante dell’aria in quanto viene soddisfatta la seguente condizione: Σ(i) xi Ci > 23.5 %. Il coefficiente Ci è specifico di ogni gas ossidante. Per definizione, il Ci dell’ossigeno è 1.0
SECTION 11: Informazioni tossicologiche
11.1. Informazioni sugli effetti tossicologici (a) Tossicità acuta
Tossicità acuta - orale
A causa della natura gassosa dell’ozono, gli studi che indagano la tossicità acuta per via orale non sono fattibili.
Tossicità acuta - inalazione
Non sono stati trovati nelle banche dati di pubblico dominio studi condotti in accordo coon le linee guida internazionali (linee guida OECD 403 o 436) per la valutazione della tossicità acuta dell’ozono puro.
Tuttavia, le pubblicazioni scientifiche disponibili sull’ozono mostrano una CL50 (ad es. valori da 3 a 4 ore di esposizione seguiti da un periodo di osservazione di 24 ore) nell’intervallo da 2.4 a 21.8 ppm nei ratti, che sembra essere la specie più sensibile.
Nonostante i risultati siano stati ottenuti da studi non in accordo con le linee guida GLP, tutti sono sostanzialmente inferiori a 100 ppm, che è il limite superiore per la classificazione di un gas per la tossicità acuta di categoria 1. Nel caso peggiore, è stato determinato come CL50 un valore di 3.6 ppm (Svirbely e Saltzman, 1957). Il valore originale riportato da Svirbely e Saltzman era di 2.4 ppm, ma doveva essere corretto da un fattore 1.5 in base ad una appendice della pubblicazione. Questo valore porta ad una classificazione come “Tossicità acuta per inalazione - Categoria 1” in base ai criteri CLP.
Tossicità acuta – via dermica
Non sono possibili studi che indagano la tossicità acuta per via dermica a causa della natura gassosa dell’ozono.
(b) Corrosione/irritazione cutanea
I risultati di cinque studi sulla pelle dei murini mostrano un danno allo strato corneo (e.g. deplezione di antiossidanti, perossidazione lipidica) dopo un’esposizione a breve termine ad ozono. Tuttavia, l’osservazione e il sistema di valutazione a punteggio degli effetti osservati non hanno rivelato irritazione cutanea 30 minuti dopo l’esposizione all’ozono. I dati disponibili non sono conclusivi per poter assegnare una classificazione per questa classe di pericolo.
(c) Gravi danni oculari/irritazione oculare
L’ozono è un potente ossidante che può causare irritazione oculare. L’ozono in uno studio condotto secondo il Test di Draize su coniglio ha provocato irritazione oculare (RTECS, 1991).
(d) Sensibilizzazione respiratoria o cutanea
La maggior parte degli studi disponibili sulla tossicità cronica che hanno preso in considerazione la via inalatoria sono stati condotti utilizzando camere inalatorie “whole-body”.
Nessuno di questi studi ha mostrato effetti di sensibilizzazione cutanea o respiratoria. Tuttavia, ci sono numerose pubblicazioni che negli esseri umani mettono in relazione l’ozono con l’asma.
Anche se queste pubblicazioni dimostrano che le persone soggette a problemi asmatici sono più sensibili ad una maggiore esposizione all’ozono, non ci sono prove che dimostrino che le reazioni asmatiche siano scatenate dall’ozono stesso. I dati disponibili non sono conclusivi; pertanto, l’ozono non può essere classificato come sensibilizzante della pelle né come sensibilizzante respiratorio secondo i criteri del CLP.
(e) Mutagenicità sulle cellule germinali
Dagli studi condotti sul potere mutageno dell’ozono sono stati ottenuti risultati contrastanti. Un danno cromosomico e un potere mutageno sono stati riscontrati in modelli sperimentali dove tuttavia le concentrazioni utilizzate erano generalmente più alte di quelle che si osservano nei normali sistemi biologici (Menzel, 1984).
Nel test di Ames sono state osservate mutazioni in E. coli e S. typhimurium. Un secondo studio (test di Ames) ha dato un risultato negativo. Nel test in vivo dei dominanti letali sono state riscontrate mutazioni negli insetti (RTECS, 1996). Un danno al DNA è stato osservato nei fibroblasti dei topi, in E. coli e altri microrganismi. In E. coli è stata osservata riparazione del DNA, mentre nelle cellule polmonari di criceto è stata osservata inibizione del DNA (RTECS , 1991). L’ozono a concentrazione di 5 ppm non causa rottura del DNA in colture di cellule umane e non è risultato né additivo né sinergico con le radiazioni ionizzanti (Borek et al, 1988). L’analisi citogenetica ha rilevato aberrazioni cromosomiche nell’uomo in vivo, nei leucociti umani e in altri tipi di cellule, nei ratti, nei criceti in vivo e nei leucociti di pollo. Scambio di cromatidi fratelli è stato osservato su cellule polmonari dell’uomo (RTECS, 1996).
In ogni caso, la maggior parte degli studi disponibili non hanno dato risultati conclusivi per poter definire l’ozono come mutageno o/e per conferirgli un potere genotossico.
(f) Cancerogenicità
Sono disponibili studi sull’ozono della durata di due 2 anni o sull’intero ciclo di vita (30 mesi) da parte del Programma Nazionale di Tossicologia (NTP) degli USA utilizzando ratti F344/N e topi B6C3F1 (Boorman et al., 1994, 1995).
In questi studi condotti da NTP, eseguiti in accordo con le linee guida internazionali, gli animali sono stati esposti a uno dei seguenti livelli di concentrazione di ozono: (1) livello standard secondo US EPA al momento dello studio (0.12 ppm), (2) la massima concentrazione considerata compatibile con la sopravvivenza a lungo termine (1.0 ppm) e (3) un livello intermedio (0.5 ppm). Nello studio sull’intero arco di vita la concentrazione di ozono è stata di 0.5 e 1.0 ppm.
Gli animali sono stati esposti all’ozono per 6 ore, 5 giorni alla settimana. Sia nello studio di 2 anni che in quello sull’intera vita, l’ozono non ha avuto alcun effetto sul tasso di sopravvivenza o sul peso corporeo in entrambe le specie. I risultati di questi due studi non hanno dato evidenze di una attività cancerogena dell’ozono in maschi e femmine di ratto esposti a livelli di ozono di 0.12, 0.5 e 1.0 ppm.
Sulla base dei dati disponibili, che sono stati valutati secondo un approccio basato sul peso dell’evidenza, si è concluso che non vi sono prove sufficienti di studi sugli animali (nonché di studi epidemiologici sull’uomo) per determinare il potere cancerogeno dell’ozono e, quindi, non è stato classificato per questa classe di pericolo.
(g) Tossicità per la riproduzione
Alcune anomalie sono state osservate nei topi esposti in fase prenatale. Effetti teratogeni sono stati osservati in esperimenti sui ratti. L’esposizione all’ozono di ratti gravidi può interferire con lo sviluppo embrio-fetale e con la crescita, per livelli di inalazione di 1 ppm o superiori. Alcuni studi epidemiologici hanno riscontrato una relazione tra l’esposizione all’ozono durante la gravidanza e difetti alla nascita della prole; tuttavia, c’è una mancanza di coerenza tra gli studi. Nel complesso, i dati disponibili non sono conclusivi per classificare l’ozono per questa classe di pericolo.
(h) STOT-esposizione singola
L’organo maggiormente interessato è il polmone; il danno è caratterizzato da congestione polmonare, edema e emorragia. Gli effetti sistemici sull’uomo da inalazione includono alterazioni del campo visivo, lacrimazione, mal di testa, diminuzione della frequenza cardiaca, diminuzione della pressione sanguigna, dermatite, tosse, dispnea, stimolazione respiratoria e altri effetti polmonari.
Le persone sane che praticano attività fisica leggera possono provare disagio al torace e tosse, ed avere un deficit misurabile delle funzioni respiratorie nella fase di espirazione se esposte per 2 ore o anche meno a concentrazioni di ozono inferiori a 0.37 ppm. Alcune persone sane possono avere una risposta significativa a 1 ora di esposizione all’ozono a 0.15 ppm o meno durante l’esercizio fisico leggero. Un esercizio più faticoso aumenta sostanzialmente le risposte (Beard, 1982).
Sonnolenza, vertigini, stanchezza, perdita di coordinazione, mal di testa, malessere e difficoltà nell’articolazione sono stati riscontrati negli esseri umani esposti all’ozono (Finkel, 1983; Anon, 1975;
Hathaway et al., 1991; Clayton & Clayton, 1994).
Nel complesso, i dati negli esseri umani portano a classificare l’ozono come STOT SE Cat. 1, H370.
Un effetto corrosivo è stato osservato sulle vie aeree degli animali quando esposti per inalazione a basse concentrazioni di ozono nell’aria. La necrosi a livello del tratto respiratorio è comunemente riportata negli studi sperimentali sugli animali. L’infiammazione è visibile in tutte le specie, ma la gravità varia
SECTION 12: Informazioni ecologiche
considerevolmente. A concentrazioni atmosferiche inferiori a 1 ppm, il danno è principalmente localizzato alla giunzione degli alveoli e delle vie respiratorie d più piccolo calibro (Menzel, 1984). La sostanza è pertanto classificata come STOT SE Cat. 3, H335.
(i) STOT-esposizione ripetuta
Uno studio per via inalatoria è stato condotto sui ratti esponendoli all’ozono a concentrazioni di 0.4 ppm per 12 ore/giorno per 5 giorni consecutivi, seguiti successivamente da un periodo di osservazione che andava da 10 fino a 25 giorni.
All’inizio del primo periodo di esposizione lo studio ha evidenziato una risposta infiammatoria acuta delle basse vie respiratorie (van Bree et al, 2002).
Negli esseri umani, studi recenti suggeriscono che l’esposizione a lungo termine all’ozono può aumentare il rischio di morte per cause respiratorie, ma l’evidenza dei dati non è così conclusiva come quella riscontrata nell’esposizione a breve termine.
Nel complesso, i dati disponibili non sono conclusivi per poter classificare l’ozono per questa classe di pericolo.
(j) Pericolo in caso di aspirazione
Questa classe di pericolo non è prevista in quanto la sostanza è un gas.
Altre informazioni
Non sono disponibili altre informazioni rilevanti.
12.1. Tossicità
Il valore più basso di CL50 riportato dalla letteratura scientifica è di 0.008 mg/l dopo 96 ore di esposizione continua all’ozono sui pesci in fase giovanile. L’ozono è classificato pericoloso per l’ambiente acquatico come Aquatic Acute 1.
Il valore minimo di NOEC dell’ozono, riportato dalla letteratura scientifica dopo un test parziale sulla tossicità cronica della durata di 3 mesi sui pesci d’acqua dolce in fase giovanile era di 2 μg/l. Per i pesci marini è disponibile solo uno studio di 21 giorni, in cui i pesci sono stati esposti all’ozono e agli ossidanti prodotti dall’ozono. Il valore di NOEC derivato è 60 μg/l. Entrambi i valori sono al di sotto della soglia di 1 mg/L, pertanto l’ozono è classificato pericoloso per l’ambiente acquatico come Aquatic Chronic 1.
12.2. Persistenza e degradabilità
L’ozono si decompone rapidamente in ossigeno.
12.3. Potenziale di bioaccumulo
L’ozono è instabile e in soluzioni acquose si riconverte ad ossigeno.
L’emivita dell’ozono in acqua (pH 7-20 °C) è nell’ordine dei minuti. Pertanto l’ozono non ha un potere di bioaccumulo nelle specie acquatiche.
12.4. Mobilità nel suolo
L’ozono si decompone rapidamente in ossigeno.
12.5. Risultati della valutazione PBT e vPvB
L’ozono è una sostanza inorganica e quindi i criteri PBT and vPvB non sono applicabili 12.6 Altri effetti avversi
Non sono disponibili altre informazioni rilevanti.
SECTION 13: Disposizioni sullo smaltimento
SECTION 14: Informazioni sul trasporto
SECTION 15: Informazioni sulla regolamentazione
Questa SDS si riferisce all’ozono gassoso prodotto in situ da un generatore. Non è soggetto allo smaltimento.
In aria si riconverte a ossigeno.
13.1. Metodi di trattamento dei rifiuti Non applicabile.
Questa SDS si riferisce all’ozono gassoso prodotto in situ da un generatore. L’ozono è prodotto
direttamente sul luogo di utilizzo senza essere immagazzinato o trasportato. Le informazioni sul trasporto non sono applicabili.
14.1. Numero ONU
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.2. Nome di spedizione dell’ONU
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.3. Classe/i di pericolo connesse al trasporto
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.4. Gruppo di imballaggio
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.5. Pericoli per l’ambiente
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.6. Precauzioni speciali per gli utilizzatori
Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
14.7. Trasporto di rinfuse secondo l’allegato II di MARPOL 73/78 ed il codice IBC Non applicabile alla sostanza prodotta in situ in forma gassosa da un generatore di ozono.
15.1. Disposizioni legislative e regolamentari su salute, sicurezza e ambiente specifiche per la sostanza o la miscela
Regolamento (CE) n. 1005/2009
La sostanza non è soggetta a questo Regolamento.
Regolamento (CE) n. 850/2004
La sostanza non è soggetta a questo Regolamento.
Regolamento (CE) n. 649/2012
La sostanza non è soggetta a questo Regolamento.
Autorizzazione in accordo con il Regolamento REACH (CE) n. 1907/2006 La sostanza non è SVHC e non è inclusa nella Candidate List.
Restrizioni agli usi ai sensi del Regolamento REACH (CE) n.1907/2006
La sostanza non è soggetta a restrizioni come indicato nel Titolo VIII e nell’Allegato XVII.
Categoria Seveso (Direttiva 2012/18/UE, Allegato I parte 1)
La sostanza è soggetta alle quantità limite di cui alle colonne 2 e 3.
SECTION 16: Altre informazioni
15.2. Valutazione della sicurezza chimica Non eseguita.
Le informazioni di questa scheda di dati di sicurezza sono basate sulle nostre conoscenze attuali, sono conformi alla normativa vigente a livello nazionale e comunitario in materia di classificazione ed etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi.
Il prodotto non deve essere utilizzato per scopi diversi da quelli specificati nella sezione 1, se non dopo aver ricevuto istruzioni scritte sulla sua manipolazione.
È responsabilità dell’utilizzatore prendere tutte le misure necessarie per conformarsi alle normative locali e nazionali.
Abbreviations and acronyms
ADR European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road Accord; Accordo europeo sul trasporto di merci pericolose su strada
RID Regulation concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Rail;
Regolamento internazionale concernente il trasporto di merci pericolose su ferrovia
IMDG International Maritime Code for Dangerous Goods; Codice internazionale marittimo per le merci pericolose
IATA International Air Transport Association; Associazione internazionale sul trasporto aereo
ICAO International Civil Aviation Organization; Organizzazione internazionale dell’aviazione civile
GHS Globally Harmonized System of Classification e Labelling of Chemicals; Sistema Armonizzato globale di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici
EINECS European Inventory of Existing Commercial Chemical Substances; Inventario europeo delle sostanze chimiche esistenti in commercio
CAS Chemical Abstracts Service
STOT Specific Target Organ Toxicity; tossicità specifica per organi bersaglio
SE Singole Esposizione; esposizione singola
RE Repeated Esposizione; esposizione ripetuta
SVHC Substance of Very High Concern; sostanze altamente preoccupanti
Candidate List lista di sostanze candidate all’autorizzazione all’uso da parte dell’Agenzia Chimica Europea (ECHA)
ECHA European Chemical Agency; Agenzia Europea per le sostanze chimiche
OECD The Organisation for Economic Co-operation and Development; organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
DL50 Dose Letale 50;
CL50 Concentrazione Letale 50;
CE50 Concentrazione effettiva 50;
REACH Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of chemicals; registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche
CLP Classification and Labelling and Packaging of substances; classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche
ONU United Nations Organisation; Organizzazione dell Nazioni Unite
Marpol International Convention for the Prevention of Pollution from Ships; convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi
NOEC No observed effect concentration; concentrazione alla quale non sono stati osservata effetti
ErC50 La concentrazione della sostanza che determina una riduzione del 50% del tasso di crescita
EyC50 La concentrazione della sostanza che determina una inibizione del 50% della resa