Emmanuel Maignan, convento di Trinità dei Monti a Roma 1642.
Esempio di anamorfosi in arte (immagine che riacquista una forma leggibile solo quando l’osservatore la guarda in modo radente), Affresco lungo 6 metri, solo osservandolo da un lato del corridoio si coglie San Francesco di Paola (1416-1507) in preghiera.
Divenuto famoso soprattutto per il prodigioso attraversamento dello Stretto di Messina sul suo mantello steso sull’acqua dopo che il barcaiolo si era rifiutato di traghettarlo gratuitamente sull’altra sponda insieme ai suoi seguaci.
Andrea Pozzo, Glorificazione di San Francesco Saverio, 1676-1677
Prospettiva da sott’in sù, apertura di una struttura architettonica aperta verso il cielo, con il santo che ascende in gloria
Ricorda loculo della Camera degli sposi di Andrea Mantegna. La prospettiva non è studiata per essere vista da sotto, in posizione zenitale rispetto all’affresco, ma da un punto di vista lungo la navata, dove stanno i fedeli.
Andrea Pozzo,Gloria di Sant’Ignazio, Chiesa di S. Ignazio di Loyola a Roma , 1685-1694 Il fondatore dei gesuiti ascende dal cielo su una nuvola, richiamato da Dio e da Cristo posti al centro della volta.
La parte architettonica è una prosecuzione di quella reale della chiesa, quasi a raddoppiarne l’altezza lasciando che sia il cielo a coprire lo spazio. L’effetto è suggestivo ed emozionante, lo spazio appare di una profondità infinita.
La luce mistica, al centro, investe il protagonista e, quindi, si irradia verso gli altri gesuiti. Da questi, poi, raggiunge i quattro continenti conosciuti al tempo rappresentati a coppie sui lati lunghi dell’affresco. L’Europa è rappresentata come una regina a cavallo che domina il globo azzurro. In senso orario, poi, l’America è dipinta come una indiana, con un panno a forma di gonnellino e una corona di piume rosse e azzurre. Viene, quindi, l’Africa, di colore scuro e, infine, l’Asia a cavallo di un cammello. Sant’Ignazio è in alto, al centro su una grande nuvola chiara con intorno molte figure che aleggiano. Davanti a lui si trova Cristo con in braccio una pesante croce. Dalle loro figure l’immagine si allontana, in alto, con un volo di altri personaggi che si rimpiccioliscono progressivamente e si smarriscono nella lontananza.
Andrea Pozzo, cupola, Chiesa di S. Ignazio di Loyola a Roma , 1685-1694
Nella stessa chiesa si occupa anche della cupola utilizza la stessa tecnica anamorfica utilizzata a Mondovì: la prospettiva, accuratamente studiata nella sua costruzione geometrica per un punto di vista non assiale, mostra un tamburo e una calotta inesistenti dipinti su tela circolare.
Il soffitto all’incrocio tra navata e transetto, infatti è perfettamente piano, in quanto la cupola prevista non era stata edificata.
Andrea Pozzo, catino absidale, Chiesa di S. Ignazio di Loyola a Roma , 1685-1694
Nell’affresco del catino absidale riesce a dare, sopra una superficie concava, l’illusione che la struttura architettonica sottostante continui Anche sopra la cornice mantenendo lo stesso andamento verticale.
La curvatura viene completamente annullata con un sapiente calcolo del punto di vista dell’osservatore
