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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’analisi del dibattito parlamentare che ha portato, dopo cinquanta anni dalle disposizioni costituzionali, alla legge 482/1999, mette in luce le forti implicazioni politico-ideologiche che sono state alla base dell’azione dei vari gruppi politici che hanno partecipato alla discussione.
Studiando nel dettaglio gli scontri in parlamento risulta evidente la netta contrapposizione esistente tra i partiti della maggioranza di centro-sinistra e quelli dell’opposizione di centro- destra.
In linea generale e salvo poche eccezioni sono stati fortemente favorevoli alla legge i partiti della sinistra e in particolar modo quelli più estremi di Rifondazione Comunista, dei Comunisti Italiani e dei Verdi. Anche gli esponenti dei Democratici di Sinistra erano fortemente orientati a mantenere l’ossatura di base della legge il più simile possibile al P.d.l. 169, Corleone.
Naturali sostenitori della legge sono stati i partiti espressione delle minoranze linguistiche come la SVP, il Partito Sardo d’Azione, e l’Union Valdôtaine, che hanno cercato, se pur nei limiti imposti dalle loro esigue rappresentanze parlamentari, di spingere in direzione di una più ampia tutela.
L’appoggio dei partiti centristi della coalizione di maggioranza, come l’UDEUR, è stato dovuto più a obblighi politici che a vere e proprie convinzioni ideologiche, e questo è testimoniato dalla scarsa partecipazione alle discussioni in assemblea.
Per quanto riguarda i partiti di opposizione, il forte attaccamento all’unità della nazione di Alleanza Nazionale ha fatto si che i membri di questo gruppo fossero fortemente contrari ad una legge che a loro avviso rischiava di mettere a repentaglio l’identità italiana. Questo ha portato ad un forte ostruzionismo in sede di approvazione e al voto contrario alla legge, in ogni fase dell’iter legislativo. I parlamentari di AN sono stati, durante tutta la discussione sostenitori di una legge più blanda, che valorizzasse le culture e le tradizioni locali, fermo restando la posizione dominante della lingua italiana.
Una posizione analoga a quella di AN è stata quella di Forza Italia e dei partiti di centro (CCD/CDU) che hanno contrastato il provvedimento cercando di rallentarne il passaggio in aula con l’obiettivo di bloccarne l’iter.
L’unico partito di opposizione che ha votato favorevolmente al testo di legge in esame è stato quello della Lega Nord che nonostante non fosse pienamente soddisfatto delle disposizioni, ritenute minimaliste e esclusive, ha appoggiato la maggioranza ritenendo
78 questa legge un punto di partenza per un successivo ampliamento alla tutela di tutte le parlate regionali.
E’ necessario infine fare un appunto particolare per tutti quei parlamentari, di diverse fedi politiche, che, essendo nativi o essendo stati eletti in zone di minoranze linguistiche, tutelate o meno dalla legge in esame, hanno spinto per ottenere l’inserimento delle proprie popolazioni nelle legge o per il potenziamento delle misure di salvaguardia linguistico- culturale all’interno della stessa legge.
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BIBLIOGRAFIA
LIBRI:
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• Rusconi Gian Enrico, (1993) Se cessiamo di essere una nazione, Bologna, Società Editrice Il Mulino
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• http://www.parlamento.it