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L Una risorsa per nutrire il pianeta

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o spreco alimentare come una risorsa. L’apparente para- dosso stimola una riflessione attorno al concetto di soste- nibilità in un mondo che nell’arco di pochi decenni sarà popolato da nove miliardi di persone.

Lo spreco alimentare ha assunto negli ultimi anni rilevanza non solo economica, ma anche culturale rappresentando, in un mondo dove ogni giorno migliaia di persone muoiono per mancanza di cibo, un problema etico e di sostenibilità del nostro presente e del nostro futuro. Il rapporto State of Food Insecurity in the World 2013, pubblicato dalla FAO, stima che nel periodo 2011-2013 sono state afflitte da fame cronica (la carenza di cibo tale da non poter vivere una vita attiva) 842 milioni di persone.

Lo spreco alimentare è un tema, o meglio un’emergenza, alla quale da alcuni anni le maggior organizzazioni internazionali (FAO, Commissione europea ecc.) dedicano una particolare attenzione. Ogni anno nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancora perfettamente commestibile (elabo- razione BCFN da FAO 2011), un terzo di quanto prodotto e 4 volte la quantità necessaria per sfamare circa un miliardo di persone nel mondo a rischio di denutrizione. Solo in Italia, 76 kg/pro capite di cibo commestibile viene buttato ogni anno.

Considerare lo spreco come una risorsa è un modo intelligente di affrontare il tema della disponibilità alimentare per l’uma- nità oggi; ragionare sull’ossimoro spreco-risorsa significa porsi la domanda: come nutrire il pianeta se tra pochi decenni sali- remo da 7 a 9 miliardi e molti nuovi Paesi emergenti aumen- teranno le loro richieste di alimenti nobili? Occorre, oggi più che mai, mettere a confronto competenze, professionalità, ruoli e settori economici diversi, ma cointeressati. Porsi l’obiet- tivo concreto di ridurre lo spreco di alimenti vuol dire inter- rogarsi sul modello economico, sullo spreco di fattori limitanti quali l’acqua, le superfici coltivabili, la salubrità dell’ambiente.

La sfida della disponibilità di cibo sufficiente dipende in molti casi anche da una forte azione veterinaria preventiva.

Anche la debolezza dei sistemi di epidemio-sorveglianza e di prevenzione della salute animale, sicurezza alimentare e del- l’ambiente costa sprechi enormi. Occorre arrivare a Expo 2015 con un progetto corale tra tutti gli attori della preven- zione, gli Osa, l’industria, i consumatori e, naturalmente, la politica. Prevenire lo spreco delle materie prime è la prima fase, la più strategica, ricollocare le eccedenze produttive è la seconda fase caratterizzata dall’interesse comune con le im- prese alimentari ed eliminare lo spreco nel momento distri- butivo o di consumo è la terza fase, in cui giocano un ruolo decisivo la cultura alimentare e le informazioni sanitarie dei consumatori. I dati relativi all’importanza del fenomeno dello spreco alimentare sono spesso contrastanti, ma al di là della sua esatta stima esso rappresenta un aspetto della filiera agro alimentare che non può essere ignorato e una sfida per tutti i suoi protagonisti.

L’incontro organizzato da SIMeVeP -“Lo spreco come risorsa:

strategie e tecnologie per la riduzione delle eccedenze e dello spreco nella filiera alimentare”, in collaborazione con AICQ Triveneta, Confindustria Venezia e Ordine dei Tecnologi Ali- mentari della Regione Veneto e del Trentino Alto Adige - si in- serisce nell’ambito delle iniziative previste in occasione di EXPO 2015, l’Esposizione universale che il prossimo anno si svolgerà in Italia, a Milano, e che avrà come tema portante

“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, costituendo un mo- mento di riflessione globale sulle tematiche legate all’alimen- tazione e all’utilizzo consapevole delle risorse del pianeta. I professionisti che operano ogni giorno a vario titolo nell’ambito agro alimentare sono consapevoli dell’importanza di portare un contributo, promuovendo un ampio confronto anche in questo settore. Il fenomeno dello spreco alimentare non può essere contrastato esclusivamente attraverso la vendita delle eccedenze a mercati secondari o la cessione a food bank ed enti caritativi, ma necessita di una forte azione sinergica anche di tutti gli attori della filiera agroalimentare.

Una risorsa per nutrire il pianeta

SPRECO ALIMENTARE

Numero 2 - Luglio 2014

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