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Salute e Ambiente "Fonderie Pisano & C. S.p.a."

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Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano & C. S.p.a."

1. Premessa

La tutela della

della libertà, strettamente legata e consolidata ad essa, riconosciuta aldilà del dettato costituzionale, quale conquista conclamata di quella comunità che si fonda sul diritto dell’individuo e dell'intere

doveri imprescindibili di una civile democrazia.

Da questa acquisita coscienza, determinata dalle condizioni irrinunciabili di benessere dell’individuo e della collettività si lega la consapevolezza della tutela

tutti.

A Questa ben nota coscienza tanto acclamata e tanto dimenticata o ancora peggio ignorata che si vuole, ora, interpellare.

Il riconosciuto, annoso per pochi e fatale per tanti, l'inquinamento ambientale dramma di politiche imprenditoriali e affaristiche di ogni genere, originate da condotte di singoli che curano solo i propri interessi.

E qui, che si innesca l'incessante battaglia verso uno stabilimento industriale che da anni sta procurando danni ing

dell'ambiente.

Parliamo delle "Fonderie Pisano" collocate a Nord del Comune di Salerno, in località Fratte, esistenti dal 1961. Producono ghisa di seconda fusione, in un stabilimento di 180 mila mq di cui 30 mila mq co

Il contesto territoriale in cui opera la fabbrica è la Valle dell'Irno, caratterizzato dalla presenza di un bacino idrico (fiume Irno), da centri urbani consolidati, quali Pellezzano, Baronissi, e Salerno (località Matierno), distanti rispettivamente 498 mt, 3,80 km e 987 mt.

Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano & C. S.p.a."

La tutela della SALUTE è un valore assoluto, di pari dignità alla tutela della libertà, strettamente legata e consolidata ad essa, riconosciuta aldilà del dettato costituzionale, quale conquista conclamata di quella comunità che si fonda sul diritto dell’individuo e dell'interesse della collettività, appartenente a quei doveri imprescindibili di una civile democrazia.

Da questa acquisita coscienza, determinata dalle condizioni irrinunciabili di benessere dell’individuo e della collettività si lega la consapevolezza della tutela dell'AMBIENTE, bene indiscusso e patrimonio di

A Questa ben nota coscienza tanto acclamata e tanto dimenticata o ancora peggio ignorata che si vuole, ora, interpellare.

Il riconosciuto, annoso per pochi e fatale per tanti, l'inquinamento le dramma di politiche imprenditoriali e affaristiche di ogni genere, originate da condotte di singoli che curano solo i propri interessi.

E qui, che si innesca l'incessante battaglia verso uno stabilimento industriale che da anni sta procurando danni ingenti alla salute della popolazione e

Parliamo delle "Fonderie Pisano" collocate a Nord del Comune di Salerno, in località Fratte, esistenti dal 1961. Producono ghisa di seconda fusione, in un stabilimento di 180 mila mq di cui 30 mila mq coperti.

Il contesto territoriale in cui opera la fabbrica è la Valle dell'Irno, caratterizzato dalla presenza di un bacino idrico (fiume Irno), da centri urbani consolidati, quali Pellezzano, Baronissi, e Salerno (località Matierno), distanti

ente 498 mt, 3,80 km e 987 mt.

Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano & C. S.p.a."

è un valore assoluto, di pari dignità alla tutela della libertà, strettamente legata e consolidata ad essa, riconosciuta aldilà del dettato costituzionale, quale conquista conclamata di quella comunità che si fonda sse della collettività, appartenente a quei

Da questa acquisita coscienza, determinata dalle condizioni irrinunciabili di benessere dell’individuo e della collettività si lega la , bene indiscusso e patrimonio di

A Questa ben nota coscienza tanto acclamata e tanto dimenticata o

Il riconosciuto, annoso per pochi e fatale per tanti, l'inquinamento le dramma di politiche imprenditoriali e affaristiche di ogni genere,

E qui, che si innesca l'incessante battaglia verso uno stabilimento enti alla salute della popolazione e

Parliamo delle "Fonderie Pisano" collocate a Nord del Comune di Salerno, in località Fratte, esistenti dal 1961. Producono ghisa di seconda fusione,

Il contesto territoriale in cui opera la fabbrica è la Valle dell'Irno, caratterizzato dalla presenza di un bacino idrico (fiume Irno), da centri urbani consolidati, quali Pellezzano, Baronissi, e Salerno (località Matierno), distanti

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Vista aerea e delineazione dei punti d'interesse

L'area di ubicazione della fonderia e di altre fabbriche(quale MCM,Manifatture Cotoniere Meridionali,ad oggi delocalizzata) era adibita a zona di produzione e servizi; si tiene a precisare che nell'immediate vicinanze dello stabilimento vi erano, e ci sono tuttora, degli agglomerati urbani sparsi.

Difatti l'abitazione più vicina alla sorgente inquinante dista solamente 44 mt da essa. La suddetta area con la previsione del nuovo PUC di Salerno, entrato in vigore nel 2006, è stata convertita in zona residenziale.

In merito a questo punto, si vuole porre attenzione alla battaglia mediatica contro le fonderie Pisano del consigliere comunale Fausto Morrone, il quale, invita il sindaco di Salerno a «imporre la delocalizzazione rapida dell’impianto » e pone l'attenzione sui cittadini, i quali: «dovrebbero sopportare l’effetto di queste pestifere esalazioni e, magari, rischiare di morirne, nonostante il Comune, nella redazione del Puc, con una forzatura che a suo tempo denunciai già all’Autorità Giudiziaria, abbia trasformato l’area dove è ubicata la fabbrica, da “produzione e servizi” a “residenziale”, attraverso l’artificio di garantire una premialità e un incremento sostanzioso delle superfici edificabili laddove insistono attività inquinanti. In pratica nell’area della fabbrica potrebbero essere realizzate abitazioni atte ad ospitare 1.050 abitanti. La “nuova Salerno” che nasce premiando chi inquina di più! Tuttavia, evidentemente, l’imprenditore non si sente appagato e sta alzando ancora la posta, se non ha ancora traslocato in altro sito idoneo». (Fonte: il Mattino ediz. Salerno 09/11/08)

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Viste dello stabilimento "Fonderie Pisano & C. S.p.a.

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2. Cronistoria giudiziale

• ANNO 2003

Le contestazioni ambientali iniziano a fine Luglio 2003 con un esposto al Comune di Salerno, all'ARPAC e alla Procura della Repubblica Tribunale di Salerno, da parte di un cittadino salernitano, circa l'inquinamento ambientale.

Nel Dicembre dello stesso anno, il Comune di Salerno chiede una relazione tecnica giurata da parte di un tecnico sulla attività industriale della suddetta società e l'invia alle Fonderie Pisano e al Settore Provinciale Ecologia Campania.

• ANNO 2004

Ad un anno di distanza, in una lettera dell'assessore dell'Ambiente Avv. Dambrosio, si evince che la zona non è monitorata dai PM10. Nello specifico, i PM10 sono particelle con diametro aereodinamico minore di 10 micron, pericolose perché possono penetrare profondamente nel tratto respiratorio e raggiungere i polmoni.

In data 22 Settembre del 2004, dalla copia del verbale redatto dalla Polizia Municipale emergono diverse irregolarità riscontrate presso le Fonderie Pisano come il deposito di scorie, polveri provenienti dall’attività di fusione, all’aria aperta,la mancanza di VIA(Valutazione d’Impatto Ambientale), e sversamento di acque meteoriche di primo dilavamento, che avviene tramite caditoia sifonata, quindi senza pozzi di decantazione, nel fiume Irno.

Il nove Novembre del 2004, la Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Salerno, chiede l'emissione del decreto di sequestro preventivo avente per oggetto le Fonderie Pisano & C. S.p.a. Pochi giorni dopo, il Giudice dott.ssa Anita Mele, dispone il sequestro preventivo dello stabilimento. (vedi allegato n° 1)

• ANNO 2006

In data 16 Novembre 2006, il Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Salerno, ha richiesto alla Procura della Repubblica (PM Dott. Angelo Frattini) il sequestro preventivo dell'industria fondiaria, con informativa di reato circa la

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denuncia di stato di libertà a carico di Luigi Pisano, ritenuto responsabile di numerosi reati penali.

Successivamente, dopo solo 4 giorni dalla richiesta di sequestro, il 20.11.2006 il NOE di Salerno notifica il DISSEQUESTRO condizionato afferente il procedimento penale nr. 8281/2006/21.

(vedi allegato n°2 - Informativa di reato)

(vedi allegato n°3 - Annotazioni circa l'attività di indagine eseguita in data 15.11.2006)

(vedi allegato n° 4 - Verbale di dissequestro)

Inoltre, in questo stesso anno è entrato in vigore il nuovo Piano Urbanistico Comunale di Salerno, nel quale è emerso un fazioso artificio riguardante il cambio di destinazione d'uso (da industriale a residenziale) dell'area occupata da parte dello stabilimento, premiando chi inquina!

• ANNO 2007

Presso il Tribunale di Salerno, il 16 Gennaio 2007, il Giudice Dott.ssa Anita Mele, esaminata la richiesta di convalida del sequestro preventivo del PM Dott. Frattini (depositata 18.11.2006) e ritenuto che i termini prescritti per la convalida del sequestro siano scaduti, non convalida il sequestro preventivo operato dal PM in data 16.11.2006 e dispone l'emissione del Decreto di Sequestro di opere abusive. (vedi allegato n° 5)

Nel marzo 2007 il Tribunale di Salerno con la sentenza N.415/2007 condanna le Fonderie Pisano & C. per:

• l’abbandono di rifiuti speciali pericolosi,

• lo scarico di acque industriali nel fiume Irno e senza essere in possesso dell’autorizzazione

• il superamento dei limiti soglia per piombo, rame e zinco

• lo scarico sul suolo di acque meteoriche miste alle polveri derivanti dall’attività prodotta

• la realizzazioni di impianti produttori di fumi in atmosfera senza essere in possesso dell’autorizzazione prevista

• l'emissioni di gas e polveri atti a molestare le persone presenti in zona.

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Il Comune di Salerno costituitosi parte civile nel processo conclusosi nel marzo 2007 fino a giugno2008 non ha ancora chiesto il risarcimento del danno ambientale. (vedi allegato n° 6 - Sentenza n. 415/2007)

• ANNO 2008 (Fonte: il Mattino ediz. Salerno 16/05/08)

L’EMERGENZA AMBIENTALE Processo bis per le Fonderie Pisano

È stato ancora una volta rinviato a giudizio per reati ambientali Luigi Pisano, titolare delle

«Fonderie Pisano & C spa», difeso dall'avvocato Gugliemo Scarlato.

Si avvia così un nuovo processo per l'inquinamento prodotto dalle fonderie di via dei Greci, dopo le numerose denunce dei residenti, che continuano ad arrivare in procura negli ultimi anni.

Il decreto che dispone il giudizio è stato firmato dal sostituto procuratore Angelo Frattini, che ha condotto le indagini e l'inizio del dibattimento è fissato per il prossimo 16 ottobre. Sono varie le violazioni in materia ambientale rilevate a seguito delle capillari indagini, svolte dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico e dai tecnici di Arpac e Provincia e dopo un monitoraggio costante del ciclo produttivo. Anzitutto è stato contestato l'inquinamento delle acque, in quanto senza la prescritta autorizzazione veniva effettuato lo scarico delle acque reflue industriali nel fiume Irno, attraverso canalizzazioni interrate.

Sono state inoltre riscontrate immissioni nocive nell'atmosfera, provocate da un impianto di fusione, che produceva emissioni di fumi e polveri senza la prescritta autorizzazione, con conseguente danno per gli abitanti delle zone limitrofe, costretti a vivere in una zona caratterizzata da una spessa coltre di nebbia. Altra contestazione riguarda l'assenza del necessario atto autorizzativo per l'impianto di verniciatura dei prodotti realizzati dalla fusione.

Si tratta di una serie di reati accertati alla fine dell'anno 2006. Ma non è la prima volta e non è neppure l'ultima che le Fonderie Pisano finiscono nel mirino della magistratura penale. Già nel 2004 era stata avviata una precedente inchiesta che aveva portato alla fine di quell'anno al sequestro dello stabilimento. Da una serie di accertamenti tecnici era emerso che i possibili danni alla salute non sussistevano solo per gli abitanti della zona, ma anche e prima di tutto per i

Particolare più unico che raro

Come su citato la Costituzione tutela i diritti fondamentali dell’uomo: la vita, la salute, l’ambiente, la libertà.

Ma il legislatore europeo, riconosciuto dall’Italia, ha individuato dei principi di indirizzo anche per le politiche locali: principio di precauzione e principio chi inquina paga.

Come si è potuto testimoniare la polizia municipale nel 2004 controlla l’azienda Pisano e scopre varie irregolarità molti gravi. Quindi l’Ente Comune non poteva non sapere.

Nel novembre del 2006 il Consiglio Comunale di Salerno approva il nuovo piano regolatore generale (PUC Piano Urbanistico Comunale) e si evince che il Consiglio contraddice il principio dettato dall’Unione Europea chi inquina paga poiché addirittura il piano premia l’azienda Pisano, infatti viene previsto un cambio di destinazione d’uso dei suoli di proprietà di Pisano, da area industriale ad area edificabile.

(Tratto dalla relazione dell'Assemblea di zona 2008 - Peppe Carpentieri).

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lavoratori delle Fonderie Pisano, che comunque temevano di poter perdere il posto di lavoro a seguito dell'apposizione dei sigilli. Ora, dopo la conclusione di questa ulteriore inchiesta per violazioni accertate fino alla fine del 2006,sembra ne sia stata avviata un'altra lo scorso anno, affidata al sostituto procuratore Massimo Lo Mastro,a seguito della presentazione di ulteriori esposti e denunce per l'inquinamento prodotto dall'attività delle Fonderie Pisano, che continuano a essere quotidianamente monitorate dai tecnici, nominati dalla Procura.

• ANNO 2008 (Fonte: il Mattino ediz. Salerno 09/11/08)

Fonderie, allarme e nuova inchiesta

Grande allarme in città per l'inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano. Proprio l'altra notte una famiglia, che abita a circa tre chilometri dallo stabilimento, ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco per l'aria diventata irrespirabile a seguito delle continue immissioni provenienti dallo stabilimento. E così l'impianto è nuovamente nel mirino della Procura della Repubblica, al centro di ben due inchieste, che stanno verificando l'inquinamento denunciato dai residenti della zona. La situazione per coloro che abitano nelle zone limitrofe a via dei Greci è divenuta intollerabile, sono in tanti a effettuare quotidianamente segnalazioni sia all'assessorato all'ambiente del Comune, che a chiedere l'intervento dei vigili del fuoco, lamentando esalazioni che avrebbero provocato allergie e patologie delle vie respiratorie. Una situazione allarmante su cui la magistratura penale ha avviato due inchieste. Intanto l’assessore Calabrese dichiara: «Abbiamo avuto un incontro con l’ingegner Pisani, per delocalizzare l’impianto ha bisogno di un’area estesa ed è disponibile solo nella zona di Buccino».

articolo di Antonella Barone. (Fonte: il Mattino ediz. Salerno 09/11/08)

Grande allarme in città per l'inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano. Proprio l'altra notte una famiglia, che abita a circa tre chilometri dallo stabilimento, ha chiesto l'intervento dei vigili del fuoco per l'aria diventata irrespirabile a seguito delle continue immissioni provenienti dallo stabilimento. E così l'impianto è nuovamente nel mirino della Procura della Repubblica, al centro di ben due inchieste, che stanno verificando l'inquinamento denunciato dai residenti della zona. La situazione per coloro che abitano nelle zone limitrofe a via dei Greci è divenuta intollerabile, sono in tanti a effettuare quotidianamente segnalazioni sia all'assessorato all'ambiente del Comune, che a chiedere l'intervento dei vigili del fuoco, lamentando esalazioni che avrebbero provocato allergie e patologie delle vie respiratorie. Una situazione allarmante su cui la magistratura penale ha avviato due inchieste. Da una parte c'è l'indagine del sostituto procuratore Massimo Lo Mastro, in corso già da un anno con una serie di controlli sulle immissioni in atmosfera, che proprio nei giorni scorsi ha subito un'accelerazione con un'ampia delega, conferita ai carabinieri del Noe, del Nas e al personale del Servizio Ispettivo dell'Asl, per accertare l'entità delle esalazioni e il nesso di casualità tra le patologie denunciate dagli abitanti della zona e l'attività delle fonderie. Parallelamente di recente, a seguito di alcune dettagliate denunce da parte dei residenti nell'area circostante lo stabilimento, il sostituto procuratore Angelo Frattini ha avviato una ulteriore inchiesta e ha già conferito l'incarico a tecnici specializzati dell'Arpac per la misurazione e l'accertamento con apparecchiature sosfisticate delle immissioni nell'atmosfera. È la terza inchiesta del pm Frattini sulle fonderie Pisano in questi anni per l'inquinamento ambientale prodotto. La prima, nel corso della quale erano stati anche apposti i sigilli allo stabilimento il 18 novembre 2004, si è conclusa con la condanna del titolare dello stabilimento, l'ingegnere Luigi Pisano, che ha patteggiato la pena. La seconda inchiesta è stata chiusa con il rinvio a giudizio per Pisano nella primavera di quest'anno, dopo il nuovo sequestro avvenuto il 18 novembre 2006, a due anni esatti dal primo. È già iniziato il dibattimento e il pm Frattini proprio nel corso della recente udienza ha negato il consenso all'ulteriore richiesta di patteggiamento, anche perché vi sono diverse parti civili costituite, tra cui l'Amministrazione comunale. Numerose sono le violazioni, contestate di cui l'ingegnere Pisano deve rispondere nel giudizio attualmente pendente.

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Anzitutto l'inquinamento delle acque, in quanto senza la prescritta autorizzazione veniva effettuato lo scarico dei reflui industriali nel fiume Irno, attraverso canalizzazioni interrate. Altra contestazione riguarda le immissioni nell'atmosfera anche in questo caso senza la necessaria autorizzazione. Da un lungo monitoraggio effettuato dai militari del Noe, diretti dal maresciallo Giuseppe Recchimuzzi, si era giunti alla conclusione che le immissioni nocive nell'atmosfera erano provocate da un impianto di fusione, da cui derivavano fumi e polveri, che provocavano un fitta coltre di nebbia, con conseguenti ingenti danni per i residenti. Una ulteriore contestazione riguardava l'assenza del relativo atto autorizzativo per l'impianto di verniciatura dei prodotti realizzati dalla fusione. E mentre si sta celebrando il processo per i danni ambientali, nuove inchieste sono in corso perchè la situazione sembra immutata, nonostante gli interventi di manutenzione effettuati nello stabilimento di Fratte.

Alcuni articoli e lettere pubblicati su internet tra gli anni 2010 e 2013

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Conseguenze ambientali

Oggi, la maggior parte dell’inquinamento ambientale ed alimentare da polveri si deve ai motori a scoppio, alle fonderie, ai cementifici, agli inceneritori, spesso chiamati abusivamente termovalorizzatori, alle esplosioni in genere, e giù fino ad operazioni apparentemente più innocue come quelle di saldatura.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente diffuso le nuove linee guida sulla qualità dell’aria. Si tratta di indicazioni con le quali si individuano valori ottimali per la tutela della salute umana. Cioè valori di concentrazione degli inquinanti per i quali la popolazione in generale non manifesta nessun disturbo. Le normative europee e nazionali nel fissare gli standard da rispettare tengono conto di queste indicazioni, ma anche della situazione esistente e delle tecnologie disponibili. Le ricerche condotta dall’OMS si concentrano sulla diffusione “geografica” dell’inquinamento atmosferico, sui livelli che raggiunge nelle diverse aree del nostro pianeta - più di due milioni di morti premature ogni anno vengono attribuite a fattori di inquinamento urbano.

Tra i fattori inquinanti ne esistono quattro che procurano maggiori danni, e sono:

O3 (ozono)

NO2 (biossido di azoto)

SO2 (biossido di zolfo)

PM Le polveri fini: PM10, PM2.5, PM1

L'attenzione si pone maggiormente sui danni alla salute che può procurare il parametro PM (le cosiddette polveri sottili).

La media dei livelli di PM10 nelle città italiane nel periodo 2002-2004 è passato dai 26.3 ai 61.1 mg/m3. L'impatto dell'inquinamento dell'aria sulla salute umana è allarmante: 8220 decessi all'anno, in media, sono attribuibili alle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 mg/m3. Questo corrisponde al 9% della mortalità per tutte le cause (esclusi gli incidenti) in una popolazione sopra i 30 anni di età. L'impatto della mortalità a breve termine è di 1372 decessi, cioè 1.5%

della mortalità totale nell'intera popolazione.

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Estratti dalla carta geochimica ambientale, (redatte dal prof. Benedetto De Vivo, Università degli Studi di Napoli Federico II)

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Conclusioni

Attualmente è in corso un nuovo processo penale ai danni della Fonderia Pisano S.p.a., in particolare, si è in attesa del rinvio a giudizio da parte del Giudice, in quanto, si è in attesa dei dati delle rilevazioni dell'emissioni inquinanti da parte di società privata incaricata dallo stesso Tribunale.

Nonostante la sentenza N.415/2007, depositata nel marzo 2007 dal giudice

“X” del Tribunale di Salerno, con la quale le Fonderie Pisano & C. sono state condannate per:

• l’abbandono di rifiuti speciali pericolosi;

• per lo scarico di acque industriali nel fiume Irno e senza essere in possesso dell’autorizzazione;

• per superamento dei limiti soglia per piombo, rame e zinco;

• per scarico sul suolo di acque meteoriche miste alle polveri derivanti dall’attività prodotta;

• per la realizzazioni di impianti produttori di fumi in atmosfera senza essere in possesso dell’autorizzazione prevista;

• per emissioni di gas e polveri atti a molestare le persone presenti in zona.

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E per quanto la situazione ad oggi è rimasta immutata. Ci si chiede, perché ancora non si è provveduto alla delocalizzazione delle fonderie e soprattutto perché il Comune di Salerno, costituitosi parte civile nel processo, conclusosi nel marzo 2007, ad oggi non ha ancora chiesto il risarcimento del danno ambientale?

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Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano &C. S.p.a."

ALLEGATO 1

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Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano &C. S.p.a."

ALLEGATO 2

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Salute e Ambiente

"Fonderie Pisano &C. S.p.a."

ALLEGATO 3

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"Fonderie Pisano &C. S.p.a."

ALLEGATO 4

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"Fonderie Pisano &C. S.p.a."

ALLEGATO 5

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ALLEGATO 6

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Riferimenti

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