LA MOSTRA “IL GIOCO PER LA PACE”:
una esposizione anche per i nostri lavori, la nostra coperta e non solo
In via S. Stefano, presso l’omonimo quartiere, dal 21/04 al 01/05, è stata allestita la mostra “IL GIOCO PER LA PACE”, dove sono stati esposti i lavori di varie scuole, tra cui la coperta, l’acchiappasogni, il video, le frasi e i pensieri della classe 1BM dell’IISS Keynes. Sono intervenuti i ragazzi ambasciatori all’ONU e alcuni nostri compagni – Virginia, Federico, Emma e Nicole – hanno presenziato all’inaugurazione presentando il lavoro svolto. Nei giorni successivi tutta la classe 1BM ha partecipato ad un incontro sui temi della migrazione e della violenza di guerra contro le donne.
È stato un incontro in cui abbiamo imparato molto sulla violenza contro le donne in guerra, in particolare sui crimini avvenuti in Ex-Jugoslavia e sul significato di chi dichiara di essere un rifugiato e richiede asilo. Mentre eravamo alla mostra, sul tema della pace e della guerra, sono stati proiettati molti video, frasi e immagini. Una frase ci ha molto colpito: “LE CAUSE DELLA GUERRA SONO DENTRO DI NOI”.
Patricia, esponente dell’associazione Donne in Nero, ci ha parlato del Tribunale delle Donne in Ex-Jugoslavia, istituito nel 2015 a Sarajevo dal 7 al 10 maggio. Non è un tribunale “normale”, bensì un luogo dove le donne hanno potuto raccontarsi e denunciare le violenze di vario tipo – militari, economiche, sessuali, ecc. – subite durante la guerra. “Tra le donne non ci devono essere muri ma ponti”, e questo tribunale ha cercato di dare voce alle donne perché non si costruissero muri tra loro.
Esistono circa 40 Tribunali delle Donne in Asia e in Africa, ma quello in Ex- Jugoslavia è stato il primo. “Tutte le donne nascono principesse, è la vita che le rende guerriere”. Nei tribunali “normali” sono presi in considerazione fatti concreti e non le emozioni, i dolori, le lacrime; il Tribunale delle Donne, al contrario, dà loro la possibilità di raccontare il proprio dolore con l’anima e con il cuore.
Anche i migranti vivono una “guerra” quotidiana. Nel 2014, 42500 persone al giorno hanno abbandonato il proprio paese per motivi legati prevalentemente alla guerra e alla povertà. Nel 2016, 4733 persone sono morte nel Mediterraneo mentre cercavano di arrivare sulle coste italiane. Venivano principalmente dalla Nigeria, Somalia, Guinea, Senegal, Sudan, Gambia ed Eritrea.
La nostra Costituzione, all’art. 11, “ripudia la guerra come strumento di offesa” e, all’art. 10, riconosce il diritto di asilo per gli stranieri. La Convenzione di Ginevra stabilisce degli obblighi internazionali a favore dei rifugiati. Nonostante ciò gli Stati costituiscono barriere e muri. In Italia ogni 1000 abitanti ci sono due rifugiati. Le persone che vengono in Italia sono accolte in centri di smistamento e poi in centri di accoglienza dove si cerca di “fare un lavoro sulla persona”. Un video ci ha fatto conoscere l’esperienza dell’accoglienza in Valsamoggia.
Un dibattito ha seguito questi interventi dimostrando quanto desiderio c’è di capire e comprendere cosa è la guerra e quali sono le sue conseguenze.
PACE LIBERA TUTTI!