L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, F I N A N Z A , COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V I E , INTERESSI P R I V A T I
Aimo XXXY Voi. XXXIX Firenze, 16 Agosto 1908 N. 1789
SOMMARIO: L ' e v o l u z i o n e della giustizia — Troppo v i n o ! come si f a ? — La fortuna immobiliare del l ' E g i t t o e il suo debito ipotecario — L a Cassa di Risparmio di Firenze nel 1907 — RIVISTA B I B L I O G R A F I C A : Prof. Biagio Carlo De Rossi, L ' ordinamento del Credito Fondiario in Europa e particolarmente in Italia — R I V I S T A E C O N O M I C A E F I N A N Z I A R I A : Il regolamento intorno ai mutui da stipularsi colla Cassa depositi e prestiti - Una statistica sulla coltivazione delle barbabietole da zucchero in Europa - La situazione economica delle Banche inglesi all' estero - Il Congresso inter-nazionale per il Ubero scambio — R A S S E G N A B E L C O M M E R C I O I N T E R N A Z I O N A L E : Il commercio della Russia — Il commercio della Costa francese dei S o m a l i — I l commercio dell'Austria-Ungheria — Il commercio della Spagna — Per la navigazione interna — L e entrate gabellarle nell'esercizio 1906-07 — Camere di commercio — Rivista delle Borse — Società industriali e commerciali — Notizie commerciali.L' evoluzione dello giustizia
Diamo un titolo un poco altisonante alle con-siderazioni che ci sono suggerite dagli ultimi fatti, perchè il vero titolo adatto potrebbe sembrare eccessivamente ingiurioso per coloro che pur me-riterebbero di esser pienamente colpiti dalle più aspre censure.Si può immaginare il Governo di un grande paese come l'Italia posto nell'imbarazzo quasi senza uscita, per punir alcuni funzionari dello Stato che non hanno compiuto il loro dovere ed hanno tradita la loro missione? Si può immagi-nare che sia veramente un fatto ehe mentre il paese nauseato per le accuse ufficialmente formu-late contro detti funzionari, attende giustizia, si oppongono cavilli di procedura che impediscono il corso della giustizia stessa?
Siamo appena usciti da un enorme scandalo che si riepilogava col nome di « processo Nasi » e sul quale le diverse autorità giudiziale si pal-leggiavano la incompetenza schive come si mo-stravano di render giustizia e sul quale pure la suprema autorità giudiziaria, l'Alta Corte di giu-stizia, ha saputo operare in modo da escludere una parte, la più cospicua, delle accuse, quella dei sussidi, mentre tutti erano convinti ohe la mag-giore gravità dei fatti stesse appunto in questa parte dell'Amministrazione; e già si preparano altre e più scandolose incertezze, altri e più coir-plica ti intrighi procedurali affine di rimandare e forse non pronunciare la sentenza.
Una Commissione d'inchiesta soionnemente nominata dal Re con l'ufficio di investigare sullla Amministrazione del Ministero della pubblica istru zione, compie una prima parte della sua missione e designa alcuni funzionari come degni di puni-zione. Ma ecco che si oppone al proseguimento della faccenda una nuova legge la quale
assog-getta gli impiegati incriminati al giudizio degli alti funzionari del Ministero stesso. Così i giu-dizi della Commissione di inchiesta sarebbero sog-getti alla revisione dei Direttori Generali del Ministero della Pubblica Istruzione, mentre gli stessi Direttori Generali potrebbero ancora essere incriminati dalla Commissione di inchiesta.
Si giustifica questo vero e proprio pasticcio asserendo che non si è pensato che la legge sullo stato giuridico degli impiegati avrebbe portato queste conseguenze. Ma è concepibile che Governo, Parlamento, Amministrazione non abbiano potuto pensare all'imbarazzo che andavano creando ed alle difficoltà nelle quali avrebbero messa la Com-missione di inchiesta? Non crediamo affatto a tanta ingenuità, ma anche se si volesse ammet-terla possibile, in verità il concetto che dobbiamo formarci per una negligenza simile non può essere se non quello di una miserevole confusione, re-gnante nelle sfere governative. Che fiducia può avere il pubblico sul modo col quale vengono trat-tati gli alti interessi dello Stato se in un tema intorno a cui da tanto tempo si discute si arriva a giustificare l'erroneo operare dei poteri dello Stato dicendo: — non ci si era pensato? Chi è che non sospetterà trattarsi invece di tentativi di salvataggio per mezzo delle lungaggini di una procedura complicata e cavillosa? — Chi è che non concluderà davanti a questi strani procedi-menti che la giustizia in Italia non sa cammi-nare come dovrebbe ?
Nò meno tristi considerazioni ispira l'esito dell'altro processo che prende il nome da Acciarito.
E' apparso chiaro e lampante dal dibatti-mento che tanto la Direzione Generale delleCarceri, coinè quella della Polizia, come pure i magistrati I e perfino Ministri avevano od approvato o non
Tuttociò è apparso durante il processo che si chiuse con una sentenza assolutoria; si osserva è vero che l'accusa era quella di subbornazione dei testimoni e questa accusa non fu provata, d'onde la assoluzione. Ma il pubblico si domanda: però il reato di falso è apparso ben chiaro e nes-suno dei tanti pubblici funzionari è insorto ad incriminare i colpevoli; e se tale reato, come al-cuno afferma, nella forma con cui si è svolto, non ha carattere penale ma solo morale, come mai non sono venute fulminee a sodisfare la pubblica opi-nione, la destituzione di tutti i moralmente col-pevoli ?
Nessuno insegnamento è peggiore per le moltitudini come quello che deriva dalla ingenuità di chi ha commessi atti biasimevoli o dalla evi-dente difficoltà in cui si mostra la giustizia a procedere sicura e indipendente dagli altri poteri. Nulla più serve a indebolire le istituzioni che reggono un paese quanto la giustificata mancanza di fiducia nella rigorosità e nella indipendenza della giustizia.
Pian piano in questo modo il concetto di giustizia va subendo una dolorosa evoluzione: il Codice penale non ha efficacia se non per coloro che non sanno esercitare sufficiente influenza per evitarne la applicazione.
Noi crediamo che facciano più male alla com-pagine sociale i casi come quelli del Nasi, del Doria e della Minerva, che non i conflitti pro-vocati dai sindacalisti o dagli anarchici. Non sono più le classi sociali nel senso economico che si andranno trovando di fronte, ma due classi so-ciali di fronte alla impunità. E ciò è estrema-mente pericoloso.
TROPPO VINO! COME SI FA?
Qualche momento sembra perfino incredibile; eppure è un fatto che ogni tanto succede. Ai tempi nostri gli interessi della società civile sono siffattamente congegnati, che le orisi economiche vengono determinate non soltanto dalla penuria, ma anche dall'abbondanza.Adesso per esempio v ' è in Italia la crisi del vino. Il prodotto dell'anno scorso, che fu abbon-dantissimo, non è ancora tutto collocato; ed ecco che il prossimo raccolto dell' uva promette, anzi minaccia un prodotto anche più abbondante, che non si saprà dove mettere.
Come sempre, anche questa volta gli inte-ressati invocano 1' aiuto dello Stato : sistema vi-zioso per l'abuso che se ne fa. E' certo però che, trattandosi d' una delle produzioni più ricche e più largamente esercitate in tutto il nostro paese, questo non può rimanere indifferente alle sue vi-cende. E poiché rimedi iuteri, completi, non ve ne sono, il problema si presenta così : Che cosa si può fare che sia insieme abbastanza efficace e non eccessivo, ossia che lenisca il male senza produrre inconvenienti troppo grandi per un al-tro verso?
Una Commissione nominata dal Governo per condurre un' inchiesta sulla presente crisi enolo-gica ha presentato al Governo stesso alquante
proposte di provvedimenti, che nel loro semplice testo furono da noi pubblicate nel fascicolo del 2 agosto. Ve ne sono, a nostro modo di vedere, delle sane e delle grame. Esaminiamole un poco a una a una.
1° che venga prorogato a tutto dicem-bre 1909 l'abbuono per la distillazione dei vini, e che la notizia venga subito resa di pubblica ra-gione. — In massima a proposte di questo genere siamo favorevoli, come quelle che applicano un più mite regime fiscale. Alla distillazione dei vini sono già state concesse agevolezze. Ci mancano i dati per calcolare, come lo può il Ministro delle Finanze, a quanto ascenderebbe il probabile sa-crifizio dell'erario se la proposta venisse accolta. Ci sembra che se non potesse esserlo per intero,. ossia fino al termine suindicato, il quale poi con-terebbe l'incognita del raccolto del 1909, lo po-trebbe per un periodo più breve, ma pur sempre di parecchi mesi. In quanto al dare immediata notizia della deliberazione che su ciò venisse presa, non può esservi dubbio sulla sua neces-sità. Il peggiore stato per l'industria e per il commercio è quello dell' incertezza.
2° che per il periodo di un anno si con-ceda un premio di L. 2 per ogni ettolitro di vino da taglio o da pasto che si mandi all'estero. — Qui la nostra opinione, per quel che può valere, è recisa, e il nostro voto può esprimersi in due parole : assolutamente no! Untai provvedimento avrebbe tutti i difetti. In primo luogo è assai difficile prevedere quale spesa importerebbe. Di certo una molto forte, se ai produttori capitasse la fortuna d'avere richieste abbastanza conside-revoli. Forse non sarà, ma se tra l'esportazione consueta e quella maggiore che si effettuasse quasi a qualunque prezzo, tanto perchè il pro-dotto non resti invenduto, si giungesse ai due milioni di ettolitri, eccoti subito una spesa di quattro milioni di lire! E l'anno seguente, se l'abbondanza perdurasse? Guai a cominciare! In secondo luogo vi sarebbe poca equità. Perchè pre-miare per l'appunto chi è riuscito a vendere? Gaso mai, dato il sistema storto della protezione, chi non vi è riuscito. Non si dica che è un pre-mio alla solerzia, al coraggio intelligente: nelle presenti circostanze sono pregi Qhe da sè soli non bastano, mentre se bastassero, il pungolo dell'in-teresse, anzi della necessità, li determinerebbe, li susciterebbe, senza bisogno di premi. In terzo luogo sarebbe un favorire i più abbienti e non lasciare a bocca asciutta i meno abbienti, giac-ché è certo che per l'esportazione sono più atti e più apparecchiati i grandi produttori che non i piccoli ; e mentre in tempi normali quelli sono spesso incettatori del prodotto di questi, non lo sarebbero questa volta, avendone già troppo del proprio da collocare.
16 agosto 1908 L' ECONOMISTA 623
pronto, già ottenuto senza loro incomodo, è me-glio assai avvezzarli, con qualche sussidio, a un più progredito tecnicismo del loro mestiere. Dei premi, che intanto costano, il benefizio passa, ma i vasi vinari almeno restano. Il vino che raccol-gono, se anche non si può vender subito, non va a male. Possono anche servire di impulso indi-retto, di circostanza favorevole, per la buona pratica del ridurre i troppi e troppo variabili tipi di vino a un minor numero di tipi più costanti. Per altro vorremmo che siffatti sussidi si dessero non ai Comuni o alle Ass'ociazioni. ma alle As-sociazioni soltanto. Ai Comuni no. Che cosa c'en-trano? Pensino a sbrigare a dovere il proprio compito, a amministrar bene. Diano buoni consi-gli alle rispettive popolazioni, diffondano tra consi-gli ignari notizie utili in quest'ordine di cose, lar-giscano magari i locali occorrenti se ne hanno, ma non si mettano a fare l'enologo o il vinaio. D'altronde le associazioni di produttori in molti luoghi non mancano. Dove mancano, è il caso di imitare l'altrui esempio. Quelle moltitudini d'in-teressati che non volessero o non sapessero fare neanche tanto, peggio per loro.
4° che si autorizzino gli Istituti che eser-citano il credito agrario a fare su questi vini anticipazioni fino a 2j3 del valore alcooUco che contengono. — Qui la materia è un po' troppo tecnica perchè da noi si possa pretendere d'in-terloquire. La questione ci sembra meriti d'essere studiata. I detti Istituti sono i più competenti, se non i soli, a dare un parere in proposito : fra essi primissimo il Banco di Napoli, che esercita il credito agrario nelle provincie meridionali. Ci vieh fatto anzi di ricordare che nel! ultima Re-lazione annua presentata dal suo Direttore Ge-nerale al Governo, si trovano interessanti par-ticolari sulle anticipazioni contro deposito di vino.
5° che nei limiti del bilancio sia aumen-tata ai soldati di terra e di marina la razione del vino, e possibilmente che nella nutrizione de-gli stessi sia somministrata l'uva da tavola. — Questa a noi fa ! effetto d' una proposta presen-tata.... tanto per fare. Alludiamo specialmente alla seconda parte, che merita un sorriso e nulla più. Se l'alimentazione del nostro soldato fosse analoga a quella delle famiglie modestamente agiate o degli studenti di provincia che stanno a dozzina, si potrebbe dare anche un po' di posto all' uva, che in fondo è nutritiva. Ma mentre è noto che oggi il rancio resta inferiore a quella misura di alimentazione che gli igienisti reputano necessaria per un uomo sano, vigoroso e desti-nato a una vita attiva, dato che si propendesse ad aumentarlo e migliorarlo, ci vorrebbe altro che uva da tavola. Iu quanto all'aumento della ra-zione del vino, che oggi è assai moderata, di per sè stessa sarebbe buona cosa. Ne godrebbero i soldati e anche, data la grande estensione della famiglia militare, i produttori di vini ordinari. I proponenti hanno usato con prudenza le parole nei limiti del bilancio. Forse credono non ci sia molto da sperare, e così crediamo anche noi. Certo, se vi fosse modo, senza chiedere nuovi fondi al Parlamento, di destinare a una più larga distribuzione di vino alcune economie che si po-tessero realizzare su qualche altro capitolo del bilancio della guerra, il suggerimento dovrebbe
approvarsi. Ma allora, probabilmente, si avrebbero disponibili somme non grandi, ottenendo perciò un resultato piccolo.
6" che nella tariffa del 1903 per il tra-sporto dei vini da destinarsi alla distillazione o alla fabbricazione di aceto, sia tolto il limite mi-nimo dì percorrenza di 600 chilometri. — La richiesta non è indiscreta, il secondarla è facile, può giovare agli uni, non danneggia gli altri. Noi non siamo certo tra coloro che credono, o si re-golano come se lo credessero, che l'esercizio ferro viario, dopo ohe lo Stato lo ha assunto debba essere una specie di cuccagna per tutti. Ma poiché adesso le istanze dei viticultori si indirizzano allo Stato, che è disposto a fare qualche cosa in loro favore, e poiché quella delle strade ferrate, si chiami un' industria o un pubblico servizio, è un'azienda sua, sembra naturale e ragionevole ch'esso prima di tutto disponga del suo, aiuti col suo. Eppoi non farebbe còsa nuova: ne estenderebbe una che ha già fatta. Fu a suo tempo una agevolezza 1' introdurre una tariffa per le spedizioni oltre i 600 chilometri. Agevolezza per agevolezza, per-chè fermarsi a quel preciso limite? Coloro che furono primi a goderne hanno forse acquistato un titolo di privilegio? Nè l'Amministrazione ferro-viaria può averne danno. Se le spedizioni su tratti più brevi di 600 chilometri saranno poche, l'ap-plicazione della tariffa ridotta darà una perdita non sensibile ; se saranno molte, la quantità po-trà compensare la bassa tariffa o esattamente, o fors' anco esuberantemente, o ad ogni modo suf-ficientemente.
7° che nel futuro trattato di commercio col Brasile si cerchi di ottenere un più favorevole trattamento doganale per i nostri vini. — Scopo desiderabile forse più d'ogni altro, se non per l'entità de' suoi risultati, certo non dispregevoli, per la sua perfetta ragionevolezza. Produrre per consumare, ma anche per vendere quel tanto che eccede i bisogni del consumo. E per poter ven-dere, bisogna anche essere disposti a comprare. Do ut des. In questo caso si sa benissimo quale può e deve essere la merce da servire di con-traccambio: il caffè. Il Brasile, che ne ha dotto troppo, ha bisogno di venderne di più, pro-prio come succede all' Italia per i vini. E un ulteriore mitigazione del dazio sul caffè brasiliano non deve impensierire i nostri finanzieri, come li impensieriva la prima volta, perchè l'esperienza, ha mostrato che 1' importazione cresce col calar del dazio e che la dogana italiana, invece di ri-metterci un tanto, incassa più di prima.
8° che si aprano- trattative con gli Stati Uniti affinchè le agevolezze accordate ai vini spu-manti francesi e tedeschi vengano estese anche agli spumanti italiani. — Perchè no? E qui si potrebbero ripetere alcune delle osservazioni svolte poc'anzi. Il caso però è ia parte diverso: non tanto perchè in trattative di questo genere gli Stati Uniti sono forse un osso più duro che il Brasile, quanto perchè lo spaccio dei vini spu-manti ha minore importanza che quello del vino comune. Non già che non meriti incoraggiamento e facilitazioni, ma gli spumanti costituiscono un coefficiente secondario nella pletora del vino che oggi si deplora.
concessi più larghi fondi per l'applicazione della legge contro le frodi nel vino. — Giusta richie-sta. Indipendentemente da ogni crisi, è sempre doveroso e necessario che le leggi siano fatte osser-vare, che la loro infrazione sia repressa; e oggi, riguardo al vino, più che mai.... D'altronde la maggiore spesa, che indirettamente risparmia forse la necessità di altre, non può esser tale da sgo montare. La repressione essendo già organizzata, un qualche aumento di fondi per esercitarla, an-che se non grandissimo, fa prò.
10° che sia favorita la fabbricazione dei vini dolci per V esportazione, concedendo il Drawback per l'alcool sulla base di gradi 6 fino a 16, e che sia favorita dal Drawback la fabbricazione dei vini tipici in genere, come si usa per il ver-mouth, il marsala e pel tipo di Porto. -— Senza potere in questo momento esprimere un parere sulla misura del Drawback che viene chiesta, opi-niamo che qualche agevolezza in questo senso sa-rebbe opportuna. Versa-rebbe ad essere un provve-dimento non nuovo, preso altre volte in circostanze più o meno simili. Rappresenta un certo sacri-tìzio per la pubblica finanza? Ma questa è pur costretta a farne qualche volta, quasi in espia-zione di quella avidità che determina il suo con-tegno più consueto. Il regime fiscale relativo al-l' alcool è dei più rigorosi : bisogna pure che in qualche circostanza contradica sè stesso. Noi pre-feriremmo che tutto pagasse, ma pagasse poco, che ogni prodotto e ogni forma d'attività economica fossero sottoposti a tributi, ma tributi leggieri, e che poi noh si facessero mai eccezioni, mai de-duzioni, mai rimborsi. Ma poiché a tutt'oggi così non è....
Il Governo può dunque tare qualcosa di utile. Ma, come sempre, sono gli interessati che devono saper fare il più, non tanto per il momento che corre, quanto per l'avvenire. Occorre in primo luogo che imparino a produrre meglio, comin-ciando dal coltivare la vigna soltanto nei terreni
più adatti, in modo che la merce riesca sempre la migliore possibile. Occorre in secondo luogo che si intendano, si uniscano, si associno, per co-stituire grandi imprese produttrici.all'interno e grandi rappresentanze commerciali all'estero, in modo che i vini italiani acquistino da per tutto riputazione di bontà e di durata, notorietà di tipi genuini e costanti. Se a tutto ciò avviasse gra-datamente il presente disagio, negli anni venturi si potrebbe dire, guardando indietro, che il male non è venuto soltanto per nuocere.
La fortuna immobiliare dell'Egitto
e il suo debito ipotecario
L' analisi del debito ipotecario — scrive il dott. Eid nella terza parte del suo libro, desti-stinata appunto al debito ipotecario ili Egitto — apparisce come il complemento indispensabile di ogni studio serio della ricchezza immobiliare di
un paese.
Non si possiede, attualmente, che un solo documento ufficiale sul debito ipotecario egiziano, che è il rilievo delle iscrizioni ipotecarie prese ai
tribunali misti, che in Egitto, tengono luogo degli uffici, di conservazione d' ipoteca.
Questo rilievo è incompleto e dà globalmente ogni anno il numero delle iscrizioni solamente.
L' organizzazione de! debito ipotecario in Egitto risale solamente a venticinque anni, e re-stata per lungo tempo quasi stazionaria, è en-trato in un periodo veramente attivo soltanto dopo cinque anni.
Si contano in Egitto cinque stabilimenti ipo-tecari :
Il Credito Fondiario, egiziano il più antico e il più possente, risiede nel Cairo; il suo capi-tale in seguito ad aumenti successivi, è oggi di 200 milioni di franchi divisi in 400 mila azioni. La Land, and Mortage Company of Fgypt ha nn capitale di circa 23 milioni di cui un sesto è versato. La Cassa, ipotecarla d'Egitto, risiede al Cairo ; fu fondata con un capitale di 5 mi-lioni di (rauchi, che dopo un anno fu raddop-piato e diviso in 20 mila azioni di 500 franchi. The land Bank of Egypt ha un capitale di 3.646.500 lire egiziane, interamente versate, oltre 2 milioni e mezzo di obbligazioni. Questa banca viene in aiuto ai piccoli coltivatori, consentendo loro anticipazioni sotto forma, di prestiti ipote-cari, il cui ammontare va da 10 a 100 lire egi-ziane e sotto forma di semplici prestiti (credito agricolo) garantiti dalle raccolte.
Si ha pure che il debito ipotecario contrat-tato dalle Banche egiziane è passato da 5.500.000 lire egiziane al 1 gennaio 1901 a 20.50d.000 al 31 dicembre 1905 ossia a un aumento di circa 400 per cento in cinque anni.
Nel medesimo periodo il numero delle iscri-zioni, senza tener conto di quello de.ì\' Agricultural Bank è passato da 2.840 a 5.319, cioè è quasi raddoppiato.
D'altra parte, l'ammontare dei prestiti con-sentiti per esercizio che era di 1.703.311 lire egi-ziane nel 1901 salì a 4.881.475 lire nel 1905: e l'aumento non è dovuto solo all'accrescimento del numero dei mutuanti, ma anche alla maggiore importanza della cifra dei prestiti, della quale la media per i quattro stabilimenti di credito riuniti è passata da 2.840 lire egiziane nel 1902 a 3.690 lire egiziane nel 1905.
Dopo alcune speciali tavole, nelle quali si studia il debito ipotecario egiziano, ripartendo i diversi prestiti secondo la loro natura, la loro durata, la loro importanza, l'Autore studia i pre-stiti contrattati al di fuori delle Banche e cioè dalle Compagnie di assicurazione o dai partico-lari, i quali andarono sempre crescendo, risul-tando per esempio dal 1905 in poi un insieme di 7.645.000 lire egiziane di prestiti, delle quali, 2.200.000 dalle Compagnie di assicurazione e 5.445.000 dai particolari.
Studia ancora le somme dovute per i terreni acquistati a termine: ed ecco una tabella rias-suntiva di questi prestiti.
1901 1906 Lire egiziane
Somme dovute dai debitori
ipotecari alle Banche 5,185,240 30,600,000 Somme dovute alle Società
diverse e ai particolari — 7,645,000 Somme dovute sui terreni
16 agosto 1908 L' ECONOMISTA 623 L'Autore, espone ancora una Targa, e dotta
storia del debito ipotecario egiziano, che troppo lungo sarebbe riassumere; indi studia l'influenza del debito ipotecario sullo sviluppo economico del paese, affermando a questo riguardo che questa influenza non può non essere benefica ; e dimostra a base di cifre quanti lavori e quanti migliora-menti furori potuti applicare ai terreni dai pri-vati che, per mezzo del debito ipotecario, ebbero possibilità di rendersene acquirenti dalle Ammi-nistrazioni dello Stato e di altre Società.
Esamina ancora l'Autore gli oneri pagati dall'Egitto per il suo debito ipotecario, e risolve la non facile questione se questi oneri resultanti ali' Egitto dai suoi prestiti sorpassino o meno il vantaggio che il paese ne ha risentito: riportiamo un interessante tabella che l'Autore ha raccolto e diligentemente formato a questo proposito.
Capitale Tasso Òneri L. eg. °/0 L. eg.
Prestiti contratti
dal-le Banche '20,600,000 6.2 1,277,200 Prestiti 'contratti
dal-le Compagnie d'assi
curazione e capitali- ' stieliè d'Europa _ 2.400,000 53/4 126,500
Prestiti contratti dai
particolari 5,415,000 8 Pio,600 Somme dovute sulle >
vendite a termine 1.0,752,720 5 »/» 591,360 2,430,680
Lo Cassa ili fìspmo di Firenze
nei 1907
Totale 88,997:720
Dopo avere parlato ancora del debito ipote-cario urbano che ammonta (quello contrattato dalle Banche sugli immobili dal 1° gennaio 1906) a lire, egiziane 2.955.432, l'Autore si porta alla conclusione del suo studio sul debito ipotecario egiziano.
Malgrado il suo accrescimento rapido, questo debito è lungi ancora da quello dei principali paesi dell'Europa e dell'America.
Ma devesi riflettere che l'Egitto entra in un periodo di forte movimento delle sue rie-^ chezze; esso viene a modernizzare il suo regime' economico, con una lunga serie di riforme giu-ridiche e sociali, il cui principio rimonta a un secolo circa.
Questo lungo lavoro, di preparazione, benché lento, è reale ; e poiché il programma di riforme è ben chiaro e ben deciso lo scopo cui mira, così osso è raggiunto ed eseguito metodicamente.
I lavori di miglioramento del terreno si vanno- e et mando su larga scala e noi troviamo di più in più l'acqua prima deficiente e neces-sarissima per le coltivazioni.
« In queste condizioni — così termina l'Autore l'opera sua dotta e chiarissima cui, seguono splen-' dide tavole comparative contenenti la superficie col-tivata dell'Egitto, la ripartizione della proprietà rurale tra i grandi e piccoli proprietari, il com-mercio estero, il debito ipotecario, ecc. — in que-ste condizioni non si potrebbe fare questione in questo momonto d' un rallentamento del credito; e il giorno in cui questi lavori e progetti sa-ranno divenuti realtà, l'Egitto potrà vedere il suo debito ipotecario raddoppiare e triplicare senza concepirne là minima inquietudine ».
Ohi gatti uno sguardo, sia pur fugace, sul bilancio consuntivo dell'anno 1907 (così comincia la Relazione del Direttore Niccolò Martelli) non po-trà a meno di notare uno straordinario affluire di risparmi durante quell'anno tanto alla Cassa
Cen-trale quanto alle Casse Affiliate. Al chiudersi dal bilancio del 1906 il loro totale si presentava in lire 99 716,397.98: al chiudere di quello del 1907 lo si trova di lire, 105,280,094,30 cioè cresciuto di oltre 5 milioni e mezzo: cifra una o due volte soltanto raggiunta dacché la Cassa ebbe origine. Questo fatto, mentre dovrà rallegrare chi vi riconosce un espandersi dei benefici che l'Istituzione procaccia, dimostrerà in modo evidente l'efficacia dei mezzi che in questi ultimi anni siamo venuti esco-gitando ed attuando per allettare al risparmio e renderne facile e spedita la pratica. E giova sperare che l'impulso non si arresti mercè le più recenti creazioni di nuove categorie di li-bretti, la istituzione delle Agenzie Succursali, insomma tutte quelle disposizioni che il nuovo Statuto ha sancite e che solo dall'Agosto del 1907 han preso vigore. . .
E dopo aver accennato alle due rinnovazioni più importanti, la istituzione cioè di una sezione di verifica e la sostituzione delle schede _ ai vo-lumi per la scritturazione dei conti individuali dei depositanti di qualsivoglia categor a di libretti, passa il Direttore all'esame del bilancio. Circa l'at-tivo, al chiudere déll'anno troviamo un residuo presso la Cassa Centrale di L. 894,431.66 presso gli Uffici Succursali nessun
residuo, giacché, per meglio proce-dere alle regolamentari verifiche del giorno 31 Dicembre è stabi-lito che essi debbano :u quel giorno tutto versare presso la Cassa ,
Centrale ;
presso le Casse affiliate L. 562,562.56 Totale residuo L. 1,456,994.16 Non soltanto nel 31 Dicembre del 1907 tro-viamo minor giacenza che nel 31 Dicembre prece-dente e la differenza è di L. 44,503.84 : ma nella media giornaliera altresì, giacché se nel 1906 fu di L. 750,331 nel 1906 fu di sole L. 619.191. Né è certo possibile ridurla, a minor cifra, come ognuno comprende; anzi neppure a questa sarebbe pru-dente ridurla se non fosse che assai agevolmente potremmo al bisogno provvedere coi conti correnti, che per quanto,poco rimunerativi pur conserviamo presso la Banca d'Italia e il Banco di Napoli e coli'incasso dei buoni del tesoro che a tal effetto pur veniamo di quando in quando acquistando e le cui scadenze abbiamo cura distribuire . nei vari mesi dell'anno.
Di L. 3,082,619.63 cresce col 1907 l'ammon-tare totale delle somme impiegate in mutui, giac-ché si eleva alla cifra di L. 34,948.009.88 da quella cui giungeva al 31
I mutui a privati anziché crescere diminuivano di L. 339,404,85. Durante l'anno ben pochi furono quelli contratti di nuovo per cifra rilevante, mentre altri ne furono estinti. Le migliori condizioni che sul principiare dell'esercizio si offrivano da alcuni crediti fondiari allettarono a rivolgersi ad essi ; e fu questa la principal causa di quella estinzione d'imprestiti. E in maggior cifra avremmo potuto temerla — dice il cav. Martelli — se le vicende dei valori che tanto ne agitarono il mercato nel-l'anno non avessero anche delle cartelle fondiarie fatto discendere il prezzo, sicché invece di un lu-cro sia uno scapito il trattare con quegli Istituti anziché colla Cassa nostra e così taluni che sape-vamo disposti ad abbandonarci ne dimessero il pensiero ed anzi altri ne vennero di nuovi. E val-sero a procurarceli, anche le nuove disposizioni delio Statuto, ohe prolungando il tempo dello ammortamento lo fanno meno gravoso, anzi addi-rittura possiamo dirlo leggiero. Infatti spinto ai 35 anni quel tempo la corresponsione semestrale colla quale si viene soddisfacendo all'interesse, alla tassa di ricchezza mobile e alla rata dovuta in conto di capitale non eccede le L. 5.78 per cento all'anno.
Se i mutui a privati, come già si è detto, nell'anno scorso diminuirono, crebbero invece quelli ordinari ad Enti
Mo-rali di L. 1,268,21122 crebbero quelli speciali pure ad
Enti Morali di » 216,348.37 quelli agrari, ma di sole » 5,591.38 i conti correnti con garanzie
ipotecarie di » 568,639.29 e pur crebbero le anticipazioni
in c/c contro garanzia di pegno
della bella cifra di » 1.363,234.22 Così in totale gli aumenti
fu-rono per L. 3,422,024.47 detratta la diminuzione dei
mutui a privati in » 339,40485 resta l'aumento del capitolo di L. 3,082,619.62
Circa i crediti acquistati mediante sconto, dalla cifra di L. 1,158,304.01 che offriva il Bilancio del 1906
siamo discesi nel Bilancio del
1907 a quella di » 733,580.90 ossia a meno L. 724,723.11
Alcuni anni or sono si offersero occasioni propizie di acquistare, scontandoli, alcuni crediti di accollatari di lavori sia contro il Governo, sia contro Provincie e Comuni, sia contro Enti Mo-rali. Nel Bilancio del 1898 ne troviamo scontati per oltre i tre milioni. Questi crediti rateai mente sono venuti estinguendosi e già nel Bilancio del 1906 lo erano del tutto e nessun nuovo credito si è presentato allo sconto dell' esercizio 1907. Quindi 1' unica cifra cha apparisce in questo ca-pitolo al 31 Dicembre 1907 è quella delle cam-biali che si trovavano nel nostro portafoglio ri-scontate ad Istituti di Credito. Benché durante l'anno tali operazioni siano state molteplici e rilevanti, e ce ne darà la prova il conto degli utili al 31 Dicembre, noi troviamo il loro importo minore quasi della metà, come si è visto, di quello che trovammo un anno avanti.
E' inutile che io ricordi, prosegue il Direttore, che l'anno 1902 dette luogo a notevoli ribassi nei pubblici valori e non solo in quelli industriali taluni dei quali ne subirono di straordinari, ma in generale tutti quanti e che furono cagione di guai gravissimi in varie piazze d'Italia. Non si offerse quindi occasione veruna di alienazioni ; né del resto ne sentimmo il bisogno per provve-dere alla nostra gestione. Effettuammo invece al-cuni acquisti profittando dei prezzi vantaggiosi ; benché neppur negli acquisti ci parve prudente spingerci a grosse cifre, sia perchè già assai ele-vata è quella per la quale questo impiego ci ap-parisce fra le nostre attività, sia perchè quelle stesse incertezze ci facevano esitanti, sia infine perchè quantunque ne fosse ribassato il prezzo, non lo era tanto da offrire tal beneficio, dar far sostituire ad altro 1' impiego in valori. L'aumento dunque che il capitolo ci presenta è di lire 2,799,920.94.
E lo troviamo per L. 2,118,479.71 in titoli garantiti dallo Stato; » 646,567.71 in Cartelle Fondiarie; » 43,248.74 in titoli emessi dallo Stato.
Così il totale degli aumenti
è stato di » 2,808,296.16 Deducendone » 8,375.22 di che diminuiscono i titoli
co-munali rimborsatici per estraz.
resta l'aumento annuziato di L. 2,799,920.94 Infine, dopo parlato dei valori a riporto che si mantennero elevati più che nell'anno 1906, dei buoni del Tesoro, dei Conti correnti attivi, dei Crediti diversi, dei beni immobili, ed altro, la Relazione chiude quanto riguarda 1' attivo della Cassa.
Eccoci ora a parlare del passivo.
Il debito per depositi si è fatto maggiore nel 1907 di una assai grossa cifra.
E tale aumento si è verificato quasi in eguali proporzioni presso la Cassa Centrale e presso le Casse filiali.
Infatti mentre presso la prima i depositi si sono elevati
alla cifra di L. 83,315,745. 72 da quella di » 81,211,917.84
crescendo cioè L. 2,003,827. 88 L. 2,003,827. 88 che aggiunte a L. 1,117,550,86 le quali rappresentano l'aumento
resultato presso gli Uffici Suc-cursali, i cui depositi sono giunti a . . L. 3,349,313, 11 da . . . . » 2,231,762.25
L. 1.117,550.86
16 agosto 1908 L' ECONOMISTA 623 Nel rapporto di un anno fa intorno al
bi-lancio dell'esercizio 1906, compiacendoci in levare il costante progresso nel crescer dei ri-sparmi si osservava che più rapido assai si di-mostrava in questi ultimi anni cioè dal 1905 in poi e mentre si confessava esser diffìcile poter dire se la creazione degli Uffici Succursali Comu-nali e le Cassette di Risparmio a domicilio aves-sero parte in questo progresso, non potevasi a meno di constatare che quel farsi più rapido coincideva appunto colla loro istituzione. I resultati dell'anno corrente non contradicono per certo all'ipotesi: ad ogni modo le cifre ci dicono che tanto gli Uffici Succursali quanto le Cassette, di quei risparmi ne hanno raccolta gran parte. Invero al 31 Di-cembre 1907 presso quelli si erano versati, come si è visto, quasi tre milioni e mezzo e le Cassette avevano raccolto L. 483,590.97, frutto di versa-menti tenuissimi che senza di esse probabilmente non sarebbero stati fatti o in misura minore assai. Rileva il Direttore che lo scorso anno co-stante si dimostrò il progressivo crescer dei de-positi presso le Casse Affiliate. Il bilancio del 1907 conferma quelle osservazioni, ed incoraggia nel pro-posito di estendere il benefizio delle Casse di Ri-sparmio, siano esse Casse filiali, siano Agenzie Succursali, più largamente ancora. Intanto di tre di tali Agenzie fino dall'anno decorso fu deliberata la istituzione in Comuni limitrofi al nostro e già vennero inaugurate. Nel rapporto dell' anno ven-turo vedremo quali resultati se ne ebbero.
Il Direttore parla poi delle singole categorie del passivo. E così circa i depositi speciali, dice che se questo titolo presenta una differenza in meno di lire 139,464.51 devesi solo al minore am-montare dei capitali mutuati ma ancora non pa-gati al 31 Dicembre 1907 ai mutuatari, perchè trattenuti in attesa delle giustificazioni promesse nell' atto di mutuo. Tale differenza in meno p r quanto rilevante, giacché ascende a L. 339,011 non ha economicamente importanza alcuna.
Parla ancora dei debiti diversi, e del fondo pensioni agli impiegati della Cassa.
Venendo poscia a parlare delle perdite e depo-siti, il primo conto che incontriamo, dice la Rela-zione, è quello degli interessi lucrati sulle varie categorie dei prestiti. Per quanto l'ammontare complessivo dei capitali così impiegati ci sia resul-tato di ben tre milioni e più cresciuto al finire dell' anno posto a confronto di quello che era al principio, tuttavia il totale degli interessi non si trova maggiore che di L. 33,488.
Così limitato progresso trova la sua ragione nella notevole diminuzione dei frutti dei mutui ordinari a privati.
Questa categoria di mutui si fece, durante il 1907, minore di L. 339,404.85. La minor cifra di frutti pertanto va d'accordo con
quella dei capitali e ascende a L. 15,733. 90 E' questa peraltro la sola
dif-ferenza in meno che presenta il capitolo, dappoiché gli interessi per mutui ordinari ad Enti Morali cre-scono di. . . . L. 10,917.26 quelli speciali pure a
Da riportarsi L. 10,917.26 L. 15,733.90
Diporto L. 10,917.26 L. 15,733.90 Enti Morali di » 5,635.47
dei mutui agrari di » 156, 06 dei conti correnti con
garanzia di . . . » 5,858.57 e infine delle
antici-pazioni con garanzia di
pegno su valori di ben » 26,636. 54
Totale delle differenze — ——' in più » 49,221. 90 L. 15,733. 90
dedotta la differenza
in meno » 15,753.90 Resto netto in più L. 33,488. —
Il rilevate beneficio ricavato dalle anticipa-zioni garantite da oppignorazione di valori al portatore che nel 1906 era di lire 19,343. 18 e nel 1907 è giunto a lire 45,979. 72, sta a riprova l'opportunità di tener bene in vista questo modo di impiego e di estenderne 1' applicazione a quanto maggior numero di valori, compatibilmente ai dettami della prudenza e alle norme statutarie, sia possibile e a diffonderne la notizia e renderne se pur si possa più facile l'attuazione.
La cifra totale degli interessi per imprestiti è ascesa nel 1907 a lire 1,261,701. 82.
Circa gli sconti afferma il Direttore che uno solo è il conto che offre un beneficio d'importanza e quasi può dirsi assorbe intero il totale del titolo : li conto delle cambiali ordinarie.
In-fatti mentre le cambiali agrarie non
ci danno che L. 207. 30 e i pagamenti anticipati . . . . » 5,916.30 le cambiali ordinarie ei danno . . » 36,847.42 E così l'utile totale è stato nel 1907 di L . 42,971. 02 e poiché nel 1906 si era limitato a » 36.507. 98 si è ottenuto nel 1907 maggiore di » 6,463. 04 Parlato ancora degli utili da fondi pubblici degli interessi ed utili diversi, degli utili da beni immobili, il Direttore entra nel Capitolo delle spese e perdite. Circa gli interessi di risparmi e depositi, dice che di oltre cinque milioni e mezzo s'accrebbero nell'anno 1907 i depositi affidati : è naturale trovare qui di lire 154,980. 48 cresciuti gli interessi relativi.
Essi hanno infatti raggiunto
un totale di . . . L . 3,022,513. 81 laddove un anno prima si erano
limitati a » 2,867,533. 33 L . 154,980.48 I conti correnti speciali
im-portarono per i loro interessi L. 21,978. 33 gli altri depositi fruttiferi . . » 10,052. 11
Totale L . 32,030.44 Un anno prima il loro
to-tale era stato di » 27,516.95 si è perciò verificato maggiore
Al maggior reddito dei beni provenienti dal Comune di Firenze non fa riscontro una spesa maggiore occorsa per essi, che anzi a confronto di quella che risulta nel bilancio dell'esercizio precedente di si offre minore di lire 4,934. 86 e vuoisi attribuire a minori acconcimi occorsi in quelli stabili, a minor imposta,pagata e a minori spese legali incontrate per sfratti e disdette. Te-nuto conto dell'incremento di rendita
che quei fondi ci hanno dato in. . L. 1,604.81 e della minore spesa che ci han
cau-sato in , » 4,934. 86 si ha un benefizio maggiore retratto in L 6,539. 67
Il contrario si deve dire pei heni di diversa provenienza i quali han dato luogo a una spesa che supera quella dell'anno 1906
di . . . L. 25,492.04 la quale dedottone il
maggior reddito offerto
in ' » 8,444. 84 resta maggiore
sol-tanto di L. 17,047.20
» 6,539.67 6,539. 67 L'utile netto
quin-di complessivo risul tato dai beni immobili anziché maggiore
ri-ducesi minore di . . L. 10,507.53
Poscia si parla delle imposte e sovrimposte, delle indennità stipendi ed assegni personali, delle pensioni ed elargizioni delle spese d'amministra-zione, delle spese di residenza e di altri capitoli meno interessanti.
Infine il Dirette-re Niccolò Martelli — cui facciamo i più vivi elogi — così conclude la sua relazione :
« Adempiuto il mio dovere di esporvi le condi-zioni presenti dell'Istituto e le vicende della sua storia economica nell'anno decorso, • un altro ne sento restarmi ancora da compiere, quello di ri-volgere a Voi la parola dell'animo grato pel con-forto zelante ed amico di cui mi foste larghi nel governo di questa Gassa non facile sempre.
E alla sincera testimonianza della ricono-scenza non può disgiungersi il più caldo augurio che l'aiuto e il presidio del vostro consiglio au-torevole duri ancor lungamente; augurio del quale non saprei far altro migliore per la Gasse e per me».
RiYISTd BlPLlOQMFICfl
Prof. Biagio Carlo De Rossi. - L'ordinamentodel Credito Fondiario in Europa e partico-larmente in Italia- — Torino, Unione Tip. Edit. Torinese, 1907, pag. 781. (L. 16).. La materia del Credito Fondiario non è an-cora abbastanza nota in Italia perchè non sia lo-devole un lavoro che tenda a renderne facile la inielligenza, tanto più se tale lavoro abbia, come
quello che presentiamo ai nostri lettori, notevoli qualità di chiarezza e di ponderata distribuzione della materia.
In Italia il legislatore è così timido ed in-certo nel concretare le linee generali di qualsi-voglia argomento, che appena promulgate le leggi organiche, si sente su aito la necessità di nuove modificazioni, anche radicali. Così agli studiosi riesce difficile esporre sistematicamente i,principi fondamentali che regolano una data materia ed ordinarli in modo che il pubblico possa formarsi un esatto concetto delle disposizioni legislative.
.L'Autore, competente senza dubbio sull'ar-gomento del Credito Fondiario, ha saputo compier questo sforzo e raggiungere lo scopo.
Il lavoro è diviso in tre libri; il primo tratta del Credito Fondiario in generale e degli istituti che esercitano tal forma di credito; ed in questa parte l'Autore, pur astenendosi da ogni polemica, espone lo stato della dottrina, le diverse idee pre-valenti, gli argomenti che vanno in appoggio di questa o di quella soluzione dei punti controversi. Ma sopratutto l'Autore, con cura speciale, e quasi sempre con. esito felice, analizza, distingue, clas-sifica le diverse questioni attinenti al Credito Fondiario, i modi diversi con cui può essere eser-citato, le forme che conseguentemente afferma. Né mancano i confronti tra i diversi paesi ed i risultati che se ne sono ottenuti.
Il secondo libro tratta più specialmente del Credito Fondiario in Italia; l'Autore fa la storia della istituzione e spiega per quali intendimenti, non raggiunti, sia stato affidato 1' esercizio del Credito Fondiario ad Istituti pii. Segue mano a mano la evoluzione formatasi in Italia sopra tale argomento, sino ad esaminare le creazioni in mo-menti difficili, dell'Istituto italiano di Credito Fondiario, e ad analizzare Te ultime leggi che hanno modificato molti punti sulla garanzia ipo-tecaria.
Il terzo libro, nel quale si palesa più efficace la attitudine dell'Autore alla analisi delle leggi, contiene commentate con gli atti preliminari, le leggi italiane che governano il Credito Fondiario. Nel complesso, ripetiamo, un lavoro degno di attenzione, sia dal lato teorico che da quello pratico.
RIVISTA ECONOMICA £ FINANZIARIA
E' stato approvato con regio decreto il
regolamento intorno ai mutui da stipularsi eolla Cassa depositi e prestiti.
16 agosto 1908
alle stazioni ferroviarie ed ai porti, per l'assun-zione diretta dei pubblici servizi da parte dei Co-muni e per l'esecuzione di opere pubbliche.
— B' stata fatta, recentemente, una
stati-stica sulla coltivazione delle barbabietole da zucchero in Europa, ed i resultati di essa rive-stono una grandissima importanza per il mercato italiano: ne diamo quindi i dati principali.
Ecco le cifre più importanti :
Francia Germania Austria-Uni: Belgio Olanda Russia Svezia Danimarca Italia Spagna Romania Svizzera Fabbriche attive. 1907 1908 255 254 365 361 ria 201 201 82 82 28 27 277 275 20 20 7 7 33 33 33 33 5 5 4 1 1 1307 1299
Superficie seminate per le fabbriche.
1907 1908 (ettari) Francia Germania '212,000 448,UDO Austria-Ungheria 336,3t J Belgio ' Olanda Russia Svezia Danimarca Italia Spagna Romania Svizzera 59,300 45,9; io 621,127 31,000 15,000 38,eoa 39,700 10,000 900 '204,400 432,430 330,400 56,020 48,450 561,300 32,800 15,000 44,000 30,000 12,500 950 1,768,250
Ha le tariffe di protezione dell'agricoltura hanno limitato direttamente e indirettamente, sia in Ita-lia che all'estero, il commercio dei prodotti agri-coli italiani, alcuni dei quali sono in uno stato di crisi profonda.
Anche il delegato tedesco Arndt ha sostenuto che il recente progresso economico della Gernia non è dovuto al protezionismo, ma si è ma-nifestato malgrado il protezionismo, in seguito allo sviluppo delle organizzazioni industriali, al-l'applicazione delle scienze, ai problemi tecnici, oltreché alle condizioni della politica favorevoli ed al grande aumento della popolazione.
" Hanno preso parte alla discussione anche varii delegati danesi, belgi, ungheresi, americani che hanno dimostrato tutti i vantaggi del libero scambio in opposizione al protezionismo^
Soprattutto hanno prodotto impressione ì di-scorsi dei delegati americani, i quali hanno dimo-strato come il più splendido esempio dei vantaggi del libero scambio sia fornito dagli Stati Uniti, dove prosperano 46 Sfati indipendenti senza che fra essi vi sia un solo ufficiale doganale.
1,858,727 , . I corsi dello zucchero sone stati cari ir. que-sti giorni. Causa del rialzo è 1' incertezza del rac-colto prossimo, un deficit del 9 per cento nelle seminagioni delle barbabietole in Russia, nonché una dimuzione degli arrivi da Cuba.
— Ecco la situazione economica delle
Banche inglesi all'estero.
Queste banche, in numero di 13, possedevano al 31 dicembre ultimo, un capitale versato di 11,549,700 lire sterline, di cui il valore in borsa al 'SO aprile ultimo, era di '29,109,000 1. st. con un aumento del 152 per cento. Nell'anno prece-dente alla stessa epeca si aveva per le 13 ban-che un capitale versato di 10.149.900 di cui il valore in borsa è di 28,407,100 1. st.
L'aumento del capitale versato è dunque stato di 14 per cento. Quello dei profitti netti tra il 1906 e il 1907 non è stato che del 10 per cento: questi benefici sono stati in effetto, di 2,290,113 1. st. nel 1907 contro 2,075,273 1. st. cioè un aumento di soltanto 214.810 1. st.
La più importante di queste banche è la National of Egypt che ha 3 milioni di 1. st. di capitale, il cui valore di borsa è di 5,550,000.
— Vi è stato a Londra il Congresso
in-ternazionale per il libero scambio.
Si è discusso lungamente sul tema dell in-fluenza della politica commerciale di ciascun Stato nel progresso dell'agricoltura e dell'industria.
Uno dei delegati italiani l'avv. Giretti, si è dichiarato contrario alla politica protezionista, ed a sostegno della sua tesi ha affermato che in
Ita-Biffili IL COMMERCIO ÌIMZI01E
11 commercio della Russia. — Durante il primo semestre dell'anno in corso comparati-vamente al periodo corrispondente del 1907 1' e-sportazione dalla Russia fu di 332,738,000 rubli contro 375,919,000 in diminuzione quindi di rubli 43,181,000. L'importazione fu di 304,481,000 rubli, contro 315,378,000 pure in diminuzione di 10,392,000 rubli. L'eccedenza dell' importazione sull'esportazione è di 28,252,000 contro 60,241,000 rubli.
Il movimento commerciale alle frontiere asia-tiche per il periodo rispettivo dal 1° gennaio al 15 giugno presenta le cifre seguenti : esporta-zione 31,323.000 rubli, contro 31,796,400.
Eccedenza dell'importazione sull'esportazione 24,926,000 contro 7,093,000 rubli.
Il commercio della Costa francese dei Somali. — Secondo il Giornale Ufficiale della Colonia, il movimento del commercio generale della Costa Francese dei Somali durante l'anno 1907, si è elevato (importazioni ed esportazioni riunite) a una somma totale di 38,946,605 franchi. Vi è un aumento di 4,697,122 franchi sull'anno precedente e di 13,709,432 franchi sulla media quinquennale 1902-1906.
Alla importazione, i valori hanno raggiunto la cifra di 15,855,647 : essi sono superiori di 1,878,818 franchi a quelli dell'anno precedente e di 5,570,217 franchi alla media quinquennale.
Le esportazioni hanno raggiunto la cifra di 23,091,018 franchi in aumento di fr. -2,818,304 sull'anno precedette e di 8,139,215 franchi sulla media quinqueunale.
La parte della Francia in questo movimento commerciale è 'stata di 5,990,501 franchi di cui 3,950,218 alla importazione e 2,042,283 franchi alla esportazione.
alla importazione e 665,855 franchi alla espor-tazione.
Il commercio colle altre colonie francesi rap-presenta 406,159 franchi di cui 6,605 franchi alla esportazione. V i è in rapporto al 1906 un aumento totale di 117,016 franchi, una diminu-zione di 8.578 franchi alla importadiminu-zione e un aumento di 125,594 franchi alla esportazione.
Gli scambi con i paesi esteri si sono elevati a 32,548,005 franchi di cui 11,898821 franchi alla importazione e 20,648,184 franchi alla esporta-zione. In rapporto all'anno precedente si ha un aumento totale di 2,149,247 fr. di cui 112,392 alla importazione e 2,036,855 alla esportazione.
Il c o m m e r c i o d e l l ' A u s t r i a U n g h e r i a . —
D u r a n t e il mese di maggio, le importazioni hanno raggiunto il valore di 213,700,000 corone, cioè un aumento di 10,700,000 corone sul mese di maggio 1907, e le esportazioni il valore di 200,200,000 co-rone, cioè una diminuzione di 2,500,000 corone sullo stesso mese.
D a gennaio a maggio le importazioni hanno raggiunto il valore di 1,057,500,000 corone, cioè un aumento di 46 milioni 100,000 corone sul pe-riodo corrispondente del 1907, e le esportazioni il valore di 930,600,000 corone cioè una diminuzione di 1,600,000 corone sullo stesso periodo.
D u r a n t e il mese di m a g g i o il movimento commerciale austriaco-ungherese si salda con un bilancio favorevole di 30 milioni 1[2 corone in luogo di un bilancio di 300,000 corone, nello stesso senso, nel medesimo mese del 1907.
Da gennaio a maggio 1908 il bilancio favo-revole è di 126,900,000 corone, in luogo di corone 79,200,000 del 1907, stesso periodo.
Queste cifre non comprendono i metalli pre-ziosi, che han dato questi resultati : nel maggio 1908 : importazioni di 2,600,000 corone, cioè co-rone 2,400,000 meno che nel maggio 1907, e le esportazioni di 13 milioni di corone, cioè un au-mento di 9400,300 sul maggio 1907. D a gennaio a maggio 1908 ; l'importazione è di 14,900,000 corone, cioè 3,700,000 di meno che dal gennaio a m a g g i o 1907 e l'esportazione di 40,500,000, cioè una diminuzione di 10,400,000 sullo stesso periodo del 1907.
Il c o m m e r c i o della S p a g n a . — E c c o come si scompone il commercio spagnolo durante i cin-qne mesi del 1 9 0 8 :
Materie prime Artic. fabbr. Proci, alim. Oro Argento Materie prime Artic. fabbr. Prod. alim. Importazioni. (pesetes) 1907 1908 203,721,600 206.755,055 115,560,011 138,666,395 73,005,675 59,679,485 392,290,346 496,400 1,559,124 405,052,885 86,400 1,545,424 Oro Argento 394,295,470 406,684,709 Esportazioni. (pesetes) 1907 1908 138,782,223 135,530,265 88,457,442 111,943,562 118,270,000 141,626,087 365,509,675 389,099,910 19,520 3,177,280 1,161,383 6,992,180
Per la navigazione interna
366,690,578 399.199,320
Ecco lo stato degli studi sulla navigazione interna dopo la Relazione testé pubblicata dalla Commissione incaricata di studiare tale questione nei principali Stati d' Europa :
Due furono le Commissioni istituite dal Ministero dei Lavori Pubblici, la prima con Decreto 20 marzo 1900 del Ministro Lacava, fu presieduta dall'ori. Romanin Jacur ed ebbe l'incarico di studiare i provvedimenti atti a promuovere la navigazione interna nella valle del Po. Essa esaurì il suo compito nel 1903 e presentò le sue proposte svolgendole in una relazione generale del Presidente ed in 8 Relazioni speciali che portano i seguenti titoli :
1. Canali e fiumi di friulana e trevisana navi-gazione (Relatore Ing. A. Torri).
2. Canali e fiumi di padovana e vicentina navi-gazione (Relatore Ing. A. Moschini).
3. Da Venezia al P o : canali e fiumi del Polesine e del Veronese (Relatore Ing. A. Torri).
4. Il Po da Torino al mare (Relatore Ing. E. Ce-saroni).
5. Canali e fiumi navigabili nella bassa pianura Emiliana (Relatore Ing. U. Gioppi).
6. Piume Mincio e lago di Garda (Relatore Ing. P. Piola Daverio).
7. Canali fiumi e laghi navigabili di Lombardia (Relatore Ing. P. Piola Daverio).
8. Cenni sulla navigazione interna all' estero (Re-latore Ing. A. Moschini).
La seconda Commissione, nominata dal Ministro Balenzano con Decreto 14 ottobre 1903, dovette invece estendere gli studi a tutta l'Italia coordinandoli a quelli in precedenza compiuti
Questa Commissione, presieduta dallo stesso Mini-stro rappresentato in sua assenza dall'on. Senatore Ca-sana, si suddivise in due Comitati 1' uno Tecnico-Ese-cutivo con a capo l'on. Romanin Jacur, l'altro Eco-nomico-Amministrativo sotto la presidenza dell'on. Conte Giusso, il quale iniziò i lavori ma, chiamato poi ad occuparsi della inchiesta sulla Marina, cedette la presidenza al generale Bigotti.
Ai lavori di questa seconda Commissione si inte-ressarono successivamente i Ministri Balenzano, Tede-sco, Ferraris, Carmine, Gianturco e Bertolini.
Essa esaurì il suo compito nell'aprile ultimo scorso. Parte del lavoro venne già pubblicato in occasione del Congresso Internazionale di Navigazione tenutosi a Milano nel 1905, inaugurato con grande solennità da S. M. i! Re ; il rimanente è ora in corso di stampa.
Tutti gli studi compiuti risulteranno raccolti nei seguenti volumi :
Relazione Generale (in corso di pubblicazione). In essa il Presidente del Comitato Tecnico, on. Romain Jacur, riassume tutto il lavoro fatto e presenta le pro-poste di indole tecnica ed il preventivo della spesa per sistemare la navigazione interna nel Regno. Avvi pure uno studio sui vantaggi che verranno dal collega-mento della navigazione interna con la navigazione del mare facilitando cioè i traffici con l'aggiungere lungo il littorale marittimo ai porti già esistenti altri piccoli porti ed approdi sussidiari per richiamare a novella ed importante vita il cabottaggio. Il problema della vigazione interna assume così carattere veramente na-zionale.
La Valle del Po comprende sei volumi : 1° Il Delta del Po. Canali navigabili dal Po
al-l'Adriatico (già pubblicato). Comprende una relazione del Commissario Ing. A. Salmoiraghi ed una delCommis-sario ammiraglio G. Astuto sui caratteri idrografici e meteorologioi dell'Adriatico superiore, seguite da studi sul delta, sulle difese litoranee e sui canali del Po a Venezia ed a Ravenna.
16 agosto 1908 L' ECONOMISTA 623
3° Sistemazione del Po in regolare- alveo dimagra.
Canali laterali (in corso di pubblicazione). Alia rela-zione stesa dal Commissario Ing. I. Pelleri sulU alveo di magra del Po da Casal Monferrato al Ticino e sui provvedimenti per migliorare la navigabilità del Po dal Ticino a Cavanella, fa riscontro quella del Com-missario Ing. C. Mazzini sui canali laterali a! fiume fatti studiare dalla Deputazione Provinciale di Torino.
4° Navigazione da Casal Monferrato a Torino (già pubblicato). Il Commissario Ing. C. Mazzini riferisce sugli studi compiuti per iniziativa della Deputazione Provinciale di Torino al fine di unire con canale la-terale al Po questa città con Casal Monferrato e quindi con Pavia.
5° Lìnee di collegamento alla rete di navigazione pa
dana (in corso di pubblicazione). Vari Commissari ren-dono conto in questo volume delle nuove vie che di-scendono da Alessandria, Vigevano, Parma e Colorno, Udine, Mezzano e che si inoltrano nelle Bonifiche Ra-vennate e Bolognesi.
6° Linee di penetrazione al Lago Maggiore ed al
Lago di Como (in corso di pubblicazione). Il Commis-sario Ing. Piola Daverio riassume gli studi per le li-nee che dal Po per Milano fanno capo ai detti laghi, mentre il Commissario Ing. C. Mazzini tratta della linea studiata dai Comitati Locali di Torino e Novara per la linea Mare Ligure, Torino Lago Maggiore.
E' inoltre degno di rilievo il fatto che per cura e spese degli Enti morali (Dep. Prov. di Torino, Novara e Pavia; Municipi di Torino e Casale e Camere di Com-mercio di Torino ed Alessandria) e dai Comitati Lo-cali Piemontesi siano stati compiuti importanti e pre-gevoli studi per dotare quella regione di nuove vie navigabili.
Tali studi, pienamente accolti dalla Commissione, furono redatti da tecnici valorosi, conoscitori dei luo-ghi e quindi i meglio adatti a compierli e sono riu-sciti a facilitare ed affrettare grandemente il compito della Commissione poggiato nel resto alla sola coope-razione degli uffici del Genio Civile.
Valle d'Amo ed altre n. Ila Toscana (già pubblicato). In questo volume il Commissario Ing. P. Orlando tratta delle vie navigabili esistenti e di quelle che possono venire aperte e sistemate nella regione Toscana.
Valle del Tevere e della Nera (in corso di pubblica-zione). Il Commissario Prof. G. Bruno rende conto di tutti gli studi fatti in questi ultimi tempi e di quelli predisposti dal Comitato Tecnico ed eseguiti dal R. Uf-ficio del Genio Civile per migliorare la navigabilità del Tevere da Roma ai mare e per spingere la navi-gazione fino a Terni. Pa seguito uno studio sul profitto che potrà trarsi dai Canali di bonificazione nelle Pa-ludi Pontine e di Pondi.
Linee di navigazione interna nell'Italia meridionale e Sardegna (in corso di pubblicazione). Vari Commissari danno ragione delle ricerche e degli studi compiuti ih tutte le provincie del Mezzogiorno ed in Sardegna. Si presentano i progetti per una bella ed importantissima rete navigabile alimentate dalle acque del Volturno, Garigliano e Sarno, rete che risulta collegata con ! porti di Napoli e Torre Annunziata ; si riferisce poi sopra una buona ed opportuna sistemazione del Pe-scara e sopra taluni canali che si potranno stabilire nelle bonifiche delle Calabrie e della Basilicata; per la Sardegna su un Canale nel Campidano di Cagliari.
Il vasto programma svolto dalla Commissione, meno per la ricordata eccezione che riguarda/a re-gione Piemontese, si basa tutto sopra studi originali commessi agli Uffici del Genio Civile, che dettero alla Commissione efficacissima cooperazione.
Il Comitato Economico Amministrativo della Com-missione per la Navigazione Interna, sotto la direzione del Generale Bigotti, estese i suoi studi a tutto quanto di non tecnico si riferisce alla navigazione interna, ma ohe vi si trova in intima correlazione per il buon fun-zionamento di questo mezzo di trasporto.
Tali studi riguardano la parte legislativa del ser-vizio, quella amministrativa, la regolamentare, quella economica e commerciale, nonché la parte statistica ecc. I lavori del Comitato si svolsero non senza difficoltà sia perchè si trattava di argomenti sui quali in Italia non erano stati fatti in addietto degli studi speciali, sia per la conseguente mancanza di personale pratico della materia; ma, avviati su buona strada e corro-borati dalla pratica, tali studi andranno man mano perfezionandosi e gli effetti salutari non tarderanno a manifestarsi.
Il Comitato Economico Amministrativo ha raccolto i propri studi in tre relazioni :
Nella prima relazione pubblicata nel 1905 viene esposta la suddivisione ideata dal Presidente Generale Bigotti per organizzare il lavoro sulla base degli studi da esso compinti al"estero e precisamente:
1. Studi sulle varie leggi e regolamenti in vigore riferentisi alla navigazione interna.
2. Ricerche sul traffico attuale delle vie navigate quantunque, esse si trovino ancora allo stato di primo impianto che rimonta a qualche secolo; tali ricerche sono state affidate al personale del Genio Civile.
3. Disposizioni per l'impianto dell'inchiesta sul traffico probabile nelle zone comprendenti vie ferrate e vie d' acqua per ricercare quali materie povere, pe-santi, ingombranti o quali generi agricoli potrebbero passare dalle ferrovie alla navigazione interna qualora le varie linee fossero riordinate e ciò perchè attratte dal minor prezzo di trasporto. Una simile investiga-zione dovrebbe servire di norma; come si pratica al-l'estero, per commisurare le spese da farsi sui vari corsi d'acqua al prodotto del traffico probabile che si svilupperebbe sui medesimi.
Tale inchiesta venne affidata al Museo Indu-striale di Torino (ora scuola Politecnica superiore) sotto la presidenza dell'on. Boselli.
4. Ricerche per gli occorrenti controlli e raf-fronti delle merci che le ferrovie rimetterebbero alle linee d'acqua perchè di loro competenza, liberando le ferrovie di molti ingombri ed assicurando cosi ad esse un servizio molto più sollecito ed esatto sia per le merci celeri che per i viaggiatori.
La ricerca di questa specie di traffico venne affi-data alla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato.
La detta relazione termina con l'accennare a vari provvedimenti indispensabili e non molto costosi per curare la manutenzione delle attuali vie d'acqua e per migliorarne le condizioni di navigabilità in attesa di maggiori provvedimenti ; raccomanda pure come con-dizione essenzialissima per la rapida continuità dei trasporti l'intimo coordinamento delle ferrovie con le linee d'acqua
Una seconda relazione, che verrà pubblicata pros-simamente, rende conto del lavoro eseguito dal Comi-tato Economico Amministrativo nel 1906 e cioè :
Esame e parere sulla legge per la navigazione in-terna nel Regno innanzi che questa venisse presentata al Parlamento nonché sui regolamenti per la polizia fluviale, stazzatura ed immatricolazione dei galleg-gianti che sono tra i più urgenti.
Raccolta dei dati relativi al traffico attuale per l'anno 1906meglio curata ed ampliata della precedente; questa ricerca diede risultati assai soddisfacenti come si rileva dalle seguenti cifre riassuntive che si citano quale eloquente comprova :
Navigazione sui fiumi e canali Navigazione a vapore sui laghi
Maggiore, di Como e di Garda Navigazione sul lago d'Iseo
(va-pori e barche)
2,315,040 138,203 300,000 Totale T. 2,753,243 Per il traffico probabile, lavoro di lunga lena ed irto di molteplici difficoltà, vennero già raccolti molti elementi per talune Provincie registrati in speciali carte industriali che saranno successivamente pubbli-cate assieme ad apposite monografie illustrative.
Il lavoro affidato alla Direzione Generale delle Fer-rovie dello Stato dovette procedere più lentamente a cagione dell'assetto cui le medesime dovettero atten-dere per la loro sistemazione.
A cura del Comitato Economico sta infine per esl sere pubblicata una terza relazione comprendente la raccolta dei dati relativi al traffico attuale per l'anno 1907 dalla quale apparirà il progressivo aumento de:
Le entrate gabellarle ne!!' esercizio 1906-07.
' . . . • .Continuiamo a pubblicare questa interessante relazione :
A C C E R T A M E N T I
1897-98 1898-99 1899-900 1900-0.1 1901-02 1902-03 1903-04 1904-05 1905-06 1906-07
Migliaia di Lire 1
Dogane e diritti marittimi.
33.797 27.342 40.532 74.296 69.756 93.999 59.744 64,740 92.688 85.043 Spirito (dazio e soprattassa). 1.861 2.086 1.523 1.677 5.521 9.579 1.666 1.183 1.230 1.203 Petrolio 33.256 34.652 33.999 34.573 33.604 32.791 32.910 32.710 31.516 28.459 Caffè 21.079 18.958 20.895 20.204 20.881 .22.253 22.696 23.815 25.437 28.005
Zucchero 65.346 66.374 51.521 35.237 22.247 9.291 3.211 358 9.629 14.319
Cotone greggio 3.9^4 3.977 3.958 3.509 4.502 4.561 4.707 4.714 5.314 6.317 Altri prodotti 69.346 73.905 77.058 76.549 80.205 83.080 92.878 88.088 104.235 132.566 Soprattasse (meno quelle
de-gli spiriti) 1.596 1.634 1.912 2(220 1.595 1.638 1.586 2.616 2.395 2.216
Diritto di statistica 2.441 2.060 1.969 2.520 2.530 3.052 2.659 2.533 3.294 3.292
1.098 1.043 952 832 996 1.161 974 977 1.058 .742
Tassa speciale sugli zolfi di
Sicilia 453 446 530 540 440. 506 526 475 422 353
7.151 7.114 7.Ó53 7.897 8.639 9.181 9.629 10.069 10.977 11.673 1.715 1.776 1.795 1.731 1.910 1.936 2.199 2.126 2.523 2.854 Tassa speciale di
esporta-zione sugli oggetti di
an-tichità e belle arti 59 107 112 81 87 107
Diritti per visita sanitaria
, 276 360 311 283 263
TOTALE dogane e -diritti
marittimi 243.073 241.367 243.697 261.785 252.885 273.411 235.857 234.796 291.088 317.412 Tasse di fabbricazione. 28.869 27.475 30.706 30.782 29.186 26.415 32.930 42.484 35.041 38.900 Birra 1.606 1.940 2.119 2.387 2.371 2.572 3.163 3.188 4.459 5.295 494 514 524 543 560 302 228 118 114 107 1.169 1.032 1.161 1.199 989 1.577 1.844 1.968 2.353 2.546 1.365 1.441 1.493 1.494 1.702 1.546 1.682 1.746 1.921 2.084 2.605 4.013 15.534 40.455 49.952 64.115 52.558 73.975 74.514 75.604 760 846 778 821 871 896 797 994 1.171 1.079 52 46 50 30 18 31 17
_
7.215 7.390 7.357 7.421 8.007 7.901 8.398 8.604 9.346 . 8.905 196 187 196 201 243 301 333 335 684 537Gas-luce ed energia elettrica. 31545 3.919 4.372 4.807 5.310 5.976 6.667 7.358 8.393 .
9.479
TOTALE tasse di fabbricaz. 47.876 40.073 1 64.290 90.090 99.209
Dazi di 111.634 consumo ! 108.617 1 140.770 137.996 144.536 13.449 13.693 13.667 13.347 13.305 12.492 11.738 | 10.957 10.271 10.016 16.288 16.590 17.088 17.379 17.719 17.502 16.923 16.670 17.401 17.584 50.230 50.245 50.242 50.208 50.218 50.224 50.189 50.199 49.867 49.540 50.230 50.245 •
TOTALE dazi di consumo 79.967 80.528 80.997 80.934 81.242 80.218 78.850 77.826 77.539 77.140 TOTALE GENERALE 370.916 370.968 388.084 432.809 433.336 465.263 423.324 453.392
1 506.623 539.088
ZZI-16 agosto 1908 L' ECONOMISTA 623 I dati di fatto fin qui esposti pongono dunque in chiara luce la notevole importanza ohe in quest ultimo quarto di secolo i redditi derivanti dalle imposte sui consumi sono andati assumendo nel bilancio italiano e il modo tutto speciale col quale, così in assoluto come in relazione all' assegnamento su di essi tatto via via dalla nostra finanza, nel bilancio stesso si comportarono; modo tutto speciale, determinato da cause molte-plici e diverse, come ad esempio, per dire delle principali, l'influenza che sui detti redditi esercitano in vario senso, la vicenda di alcuni raccolti, la maggiore o minore attività delle industrie e dei commerci, io oscilla-zioni del mercato, la potenzialità dei consumi, i frequenti mutamenti dei nostri ordini finanziari, quando non sia da tener conto anche delle alterazioni del corso dei eambi con l'estero. . _
Secondo questi risultati, le dogane dimostrano di conservare pur sempre, rispetto agli altri due rami la speciale antica loro importanza, per quanto l'evoluzione del consumo degli z u c c h e r i dal prodotto straniero
verso l'indigeno le abbia private di una notevole somma di reddito per trasferirla alle tasse di
laDDri-°a Z 1DaT canto loro, le tasse di fabbricazione che da meno di 25 milioni erano già salite a più di 30 prima che
crescessero di numero, oggi, tenendo da esse disgiunta quella degli zuccheri, si trovano non molto al di sotto
1 e l I d a z / d i ' c o n s u m o interno, continUamante oscillanti nel decennio attorno agli 80 milioni, sono ora ili
leg-gerissima diminuzione. „ . , .. r,„„n,
1 risultati della gestione gabellarla dell'ultimo esercizio, vengono fissati, confrontandoli con quelli degli anni finanziari precedenti nel quadro riportato a pag. 168. Se ora si prendono come termini di confronto 1 soli due esercizi 1906-07 e 1905-06, appare clic il vantaggio di L. 32,465,000 conseguito in quello, ò dovuto, per ordine d' importanza, ai seguenti eespiti.
Migliaia di lire Altri prodotti (dazi di confine) 28. lo2 Zucchero (dazio doganale) 4- 690
Spiriti (tassa di fabbricazione) 359
Caffè (dazio doganale) 2- 567
Zucchero (tassa di fabbricazione) 1.090 Gas-luce (tassa di fabbricazione). 086
Cotone greggio (dazio doganale) »
Birra (tassa di fabbricazione) 836 796
Tassa d'ancoraggio
Proventi doganali vari 331 Polveri (tassa di fabbricazione) '93
183
Dazio consumo di 0 0
Cicoria (tassa di fabbricazione) ' " 3 Tassa speciale sugli oggetti d'antichità 20
To t a l e 44.899
A questi aumenti dcvonsi contrapporre lo Seguenti diminuzioni :
Migliaia di lire
Grano (dazio doganale) 7.644 Petrolio (dazio doganale) , 3.057
Fiammiferi (tassa di fabbricazione) H I Dazi di consumo (altri comuni) 326
Dazi d' esportazione 316 Dazi di consumo (Comune Napoli). 255
Raffinazione oli minerali (tassa) 147 Glucosio (tassa di fabbricazione) 32 Tassa sugli zolfi, di Sicilia
Diritti marittimi (altri) 30 Spiriti (dazio e sopratassa) 27 Diritti visita Sanitaria animali 20
Gassose (tassa di fabbricazione) 7
Diritto di statistica : 2
TOTALE 1 2 . 4 3 3
Da queste cifre è lecito dedurre, che la diminuzione dell' entrata gabellarla è dovuta quasi completamente al orano e al petrolio, del primo prodotto è nota l'aleatorietà nei rapporti dell'entrate doganali, del secondo venne dimezzato il dazio con la logge 29 marzo 1907.
Se le entrate doganali erano un tempo in gran parte costituite dal grano e dallo zucchero ; ora non io sono più che dal primo, perchè il prodotto di zucchero forestiero è quasi scomparso dal nostro mercato, per quanto 1' anno preso in considerazione superi il precedente di L. 4,690,000.