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Analisi urbanistica

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Academic year: 2021

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Analisi urbanistica

3.1. Gli strumenti urbanistici vigenti a Pisa

Il Comune di Pisa è il terzo comune per estensione della Provincia omonima, e ricopre il 7,57% del territorio, esten- dendosi su una superficie territoriale di circa 185,18 kmq ad una altitudine media di 4 m s.l.m. La popolazione resi- dente risulta di 86.263 abitanti definendo quindi una den- sità di 466 abitanti per kmq1.

Per il governo e la gestione del territorio in materia urbani- stica ed edilizia, la Legge Urbanistica Nazionale 1150/19422 prevede una serie di strumenti di pianificazione, la cui reda- zione ed approvazione spetta alle amministrazioni pubbli- che. La Regione si occupa della programmazione urbanisti- ca attraverso lo strumento direttore del Piano Territoriale di Coordinamento PTC, che possiede le finalità di orientare ed indirizzare la pianificazione degli enti iposcalari e di co- ordinare l’attività di più enti, in modo da evitare il sorgere di contrasti. Alla Provincia compete il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP3, che deve fornire indica- zioni per la pianificazione comunale. I Comuni, per definire l’assetto del territorio, possiedono gli strumenti regolatori, il principale dei quali è il Piano Regolatore Generale.

Il PRG è lo strumento quadro di disegno, controllo e gestione della crescita urbana e dello sviluppo territoria- le. I suoi contenuti principali riguardano la rete delle infra- strutture, la zonizzazione comunale, ossia l’individuazione

delle classi di destinazione cui è soggetto il territorio e l’in- dicazione delle aree e dei fabbricati destinati ad uso pub- blico.

La Legge Urbanistica Regionale Toscana4 individua e de- finisce i compiti, le prerogative e gli opportuni strumenti a disposizione dei vari organi e livelli ammistrativo-isti- tuzionale, dalla Regione alle Province, fino ai Comuni. In particolare recepisce la L.U.N. ridisegnando i caratteri e le funzioni del PRG, e quindi declinandolo in tre distinti stru- menti urbanistici quali il Piano Strutturale, il Regolamento Urbanistico e il Piano Integrato di Intervento5 che, insieme, tracciano le strategie per la mitigazione dei rischi, per la tutela dell’identità culturale e per la riqualificazione degli insediamenti. Il primo è il mezzo con il quale vengono for- nite le indicazioni strategiche per il governo del territorio dettando gli obiettivi principali da perseguire nella gestio- ne comunale e valutando gli effetti ambientali degli inter- venti previsti.

Il Regolamento Urbanistico è lo strumento mediante cui il Comune disciplina gli insediamenti esistenti e la realizza- zione di quelli nuovi previsti mentre il Programma Integra- to di Intervento è l’unico strumento regolatore facoltati- vo: si tratta di un mezzo mediante cui l’Amministrazione Comunale, in attuazione del Piano Strutturale, individua le trasformazioni del territorio da realizzare nel periodo cor- rispondente al proprio mandato amministrativo, di cui il Comune di Pisa ne è privo.

CAPIT OL O 03

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3.1.1. Il Piano strutturale

Il Piano Strutturale del Comune di Pisa è stato approva- to nel settembre del 1997. Secondo quanto indicato dalla L.U.R. Toscana, il PS definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio comunale, in collegamento ed in coerenza con le politiche territoriali e di settore provincia- li e regionali, ponendo notevole attenzione nei confronti dei delicati temi della tutela e dell’equilibrio ambientale e delle risorse peculiari di un ambito urbano fortemente caratterizzato come quello pisano. Il PS riveste il ruolo di piano-quadro che detta le linee guida della pianificazione comunale, i suoi grandi obbiettivi, gli indirizzi di sviluppo sostenibile del territorio compreso entro la circoscrizione amministrativa del Comune di Pisa:

- individua l’articolazione del territorio interessato in siste- mi ed unità territoriali organiche elementari;

- definisce le invarianti strutturali del medesimo territorio, e le modalità di tutela delle sue risorse essenziali;

- enuncia gli elementi da considerare per la valutazione de- gli effetti ambientali delle trasformazioni previste o preve- dibili;

- stabilisce le direttive, anche di carattere quantitativo, da osservare dal regolamento urbanistico nel definire le tra- sformazioni fisiche e funzionali consentite e prescritte;

- detta gli indirizzi programmatici da osservare dai pro- grammi integrati d’intervento.

La riqualificazione ed il riequilibrio sono gli obiettivi primari del piano, perseguibili attraverso una strategia di ridistribu- zione territoriale delle funzioni, assumendo il centro storico quale luogo privilegiato per le attività culturali e di socializ- zazione, e attraverso una politica di tutela del territorio e di conservazione dei beni culturali esistenti, per mezzo di misure volte a garantire il carattere perenne del patrimonio culturale ed immobiliare pisano. Ulteriore obiettivo è quel- lo di completare e rinnovare le reti tecnologiche, il sistema delle infrastrutture e le opere di urbanizzazione.

3.1.2. I Sistemi territoriali

Il Comune di Pisa è individuato all’interno del Sistema Terri- toriale della pianura dell’Arno, che, estendendosi in direzione est-ovest, occupa la parte settentrionale del territorio di tutta la Provincia di Pisa. All’interno di tale sistema il PS individua i sistemi ambientale, insediativo e infrastrutturale, ed i relativi sub sistemi.

In particolare il sistema insediativo comprende i seguenti sub- sistemi:

- Aree Residenziali6. Si intendono le porzioni di territorio ur- bano che presentano, o sono destinati ad assumere, un as- setto morfologico conseguente alla utilizzazione residenziale prevalente. Sono comprese in questa categoria utilizzazioni, complessivamente minoritarie rispetto a quella residenziale, di servizio, in particolare i servizi complementari alla residen- za, standard urbanistici compresi, non escludendo anche fun- zioni, e relativi assetti fisico-morfologici, di natura artigianale, commerciale, ricettiva e servizi pubblici o privati che non costi- tuiscano comparti omogenei, e quindi a forte concentrazione, che sono classificati nella categoria successiva.

- Aree per servizi urbani e territoriali7. Si intendono le porzioni del sistema insediativo che presentano (o sono destinate ad assumere) un assetto morfologico corrispondente a una pre- valente utilizzazione per servizi pubblici e privati di scala urba- na e/o territoriale e che comprendono utilizzazioni e relativi assetti morfologici complementari, ivi compresi gli standard di verde e parcheggi, nonché le quote residenziali funzionali alla gestione delle aree interessate.

- Aree per la produzione di beni e servizi8.Si intendono le por- zioni del sistema insediativo che presentano (o sono destina- te ad assumere) un assetto morfologico corrispondente a una prevalente utilizzazione per la produzione di beni e servizi di- versi da quelli legati alla residenza, nonché a quelli che conno- tano la categoria destinata a servizi urbani e territoriali. Sono comprese le utilizzazioni e i corrispondenti assetti morfologici di natura complementare alla funzione produttiva, quali servizi

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Figura 3.1 Tavola dei sistemi

e dei sub sistemi territoriali, PS Pisa

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amministrativi, ricettivi, per il tempo libero, nonché una quota residenziale funzionale alla gestione delle aree interessate.

- Parchi urbani9. Sono le porzioni di territorio utilizzabili ai fini della fruizione collettiva. In tale classe sono comprese: utiliz- zazioni agricole di tipo non aziendale, aree destinate a verde pubblico, a verde sportivo, attrezzature per il tempo libero e ricettive di natura pubblica o privata.

Il Piano Strutturale del Comune di Pisa fornisce quindi le linee guida entro le quali mantenersi durante la redazione del pro- getto e con le quali confrontarsi durante tutta la fase proget- tuale. Dall’analisi dell’estratto della Tavola dei sistemi e subsi- stemi territoriali del Piano Strutturale si nota immediatamente come l’area di progetto sia individuata all’interno del sistema insediativo come subsistema funzionale parco urbano nella parte sud della città, inserito in un ampio contesto residenziale ma al tempo stesso connesso con sub sistemi di servizi urbani e territoriali più centrici, come la Piazza Vittorio Emanuele e annessi.

3.1.3. Le UTOE, Unità Territoriali Organiche Elementari

Il Piano Strutturale definisce, e distintamente individua e pe- rimetra, all’interno dei sistemi suddetti, le UTOE, quali porzio- ni minime di territorio in riferimento alle quali si è ritenuto possano essere unitariamente considerate e risolte, in termini sistemici, pluralità di problemi di natura urbanistica ma anche di natura geologico-idraulica ed ambientale.

Le disposizioni riferite alle UTOE, pertanto, specificano ed inte- grano, con riferimento alle caratteristiche individuate dei luo- ghi compresi nelle porzioni di territorio considerate, nonché in considerazione delle interdipendenze e delle interrelazioni tra episodi ed elementi territoriali, e tra tematismi specifici, le disposizioni riferite alle articolazioni dei sistemi territoriali.

Ognuna delle UTOE è individuata mediante un numero pro- gressivo, e ad ognuna corrisponde una scheda norma specifi- ca, parte integrante delle Norme Tecniche di Attuazione, che

contiene:

- l’indicazione dei dati identificativi (numero, denominazione, superficie territoriale totale) dell’ UTOE;

- una sintetica descrizione di Processo di formazione e conno- tati attuali dell’UTOE;

- l’indicazione delle Invarianti strutturali riconosciute nell’U- TOE;

- l’indicazione degli Obiettivi qualitativi e funzionali afferenti

Figura 3.2

Estratto Tavola dei Sistemi e Sub sistemi territoriali, PS Pisa (in tratteggio rosso l’area di intervento)

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95 l’UTOE;

- l’indicazione degli Obiettivi qualitativi e funzionali locali, rife- riti a specifici siti od elementi ricadenti nell’UTOE;

- l’indicazione delle dimensioni massime ammissibili dei cari-

chi insediativi nell’UTOE;

- le disposizioni afferenti le Salvaguardie, espresse mediante l’indicazione delle disposizioni dei vigenti strumenti di pianifi- cazione, interessanti immobili ricadenti nell’UOTE.

Figura 3.3 Tavola delle perimetrazioni delle UTOE, UTOE litorale (sinistra), UTOE Pisa (destra), PS Pisa

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L’area presa in esame risulta appartenente all’UTOE n°1 del centro storico sud, di cui la seguente scheda-norma:

UTOE N°1 CENTRO STORICO - SUD Sup. tot. mq 667.275 PROCESSO DI FORMAZIONE E CONNOTATI ATTUALI:

Porzione corrispondente al recinto delle mura urbane a sud dell’Arno. Il processo di formazione urbana, dopo alcuni secoli di lento assestamento, prende un nuovo sviluppo nella seconda metà del secolo XIX , in conseguenza della costruzione della sta- zione ferroviaria centrale, e del nuovo collegamento tra le due sponde dell’Arno legato alla creazione del ponte Solferino. Sui quartieri residenziali di urbanizzazione ottocentesca, che saturano le aree ortive interne al recinto delle mura, nella porzione ovest, e travolgono le mura stesse, nella porzione sud-est si abbattono le distruzioni dovute ai bombardamenti bellici. La ri- costruzione, pur confermando le destinazioni residenziali o di servizio preesistenti, determina un generalizzato aumento della densità edilizia. Si consolidano, nel tempo, l’asse commerciale centrale (Corso Italia) e i poli di servizio: degli uffici territoriali in piazza Vittorio Emanuele, degli uffici comunali in prossimità del ponte di mezzo, dell’istruzione nella zona di via Benedetto Croce.

INVARIANTI STRUTTURALI: Il sistema delle mura e relative fortificazioni. Tutto il tessuto urbano di impianto fino al XIX secolo incluso (morfologia e manufatti). Le aree libere interne ai lotti. Le sistemazioni a giardino.

VINCOLI E CONDIZIONI AMBIENTALI: Per gli insediamenti esistenti e per gli interventi di trasformazione si prescrive la preventiva realizzazione, nell’ambito del bacino di bonifica S. Giusto e delle Venticinque, di uno o più impianti di depurazione commisurati ai fabbisogni di depurazione attuali e derivanti dagli interventi di trasformazione. Si prescrive di localizzare gli impianti di depu- razione anche in funzione del potenziale reimpiego delle acque depurate. Per gli insediamenti esistenti e per gli interventi di trasformazione si prescrive la realizzazione del sistema fognario e l’allacciamento ai nuovi impianti di depurazione. Si prescrive la non ammissibilità di nuove aziende a rischio di incidente rilevante, insalubri di classe I, o che comportano emissioni in atmo- sfera, nell’ambito di questa UTOE.

OBIETTIVI QUALITATIVI E FUNZIONALI: Blocco di qualsiasi incremento delle funzioni urbane attrattive. Trasferimento delle fun- zioni impropriamente localizzate (industriali) e militari. Miglioramento dell’accessibilità tramite la creazione di parcheggi peri- metrali; recupero di aree a verde sia perimetrali (porzione sud del progetto-Mura) che interne, attraverso la riappropriazione all’uso pubblico di aree finora impropriamente utilizzate. Restauro delle porzioni urbane storiche, con particolare riferimento al ripristino di giardini storici occlusi da costruzioni recenti e qualificazione di quelle recenti. Qualificazione dello spazio pubblico.

OBIETTIVI QUALITATIVI E FUNZIONALI LOCALI: Recupero/riuso del complesso produttivo Gentili, per residenza ordinaria o spe- ciale (per studenti). Progetto Sangallo di liberazione delle aree adiacenti alle mura, oggi impegnate dal servizio di trasporto pubblico. Razionalizzazione e stabilizzazione delle sedi comunali. Recupero area ex Distretto per servizi pubblici ed abitazioni speciali.

Salvaguardie: Nessuna

Dotazione minima di Standard: 9 mq./ab.

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97 La struttura insediativa urbana [PS Pisa, capo 3.4]

La struttura insediativa pisana si compone in realtà di due sistemi distinti e tuttora spazialmente separati:

- l’aggregato urbano - il sistema litoraneo

Per quanto riguarda l’aggregato urbano il PS sottolinea come i pro- cessi di espansione urbana che hanno particolarmente contrasse- gnato gli anni Cinquanta-Settanta hanno prodotto una configura- zione urbana così caratterizzata:

· consistente permanenza della città storica racchiusa dalle mura seppur intasata negli spazi interni;

· incompiutezza dell›anello di circonvallazione con una viabilità che cinge il centro, in prossimità del recinto storico, solo su tre lati;

· barriera allo sviluppo urbanistico nel quadrante sud-ovest della città rappresentata dalla ferrovia tirrenica disposta tangenzial- mente al centro storico che ha condizionato, in termini di configu- razione spaziale, uno spostamento di peso dell’aggregato urbano verso est;

· gli sviluppi extra-moenia si sono diretti in primo luogo a ovest e a sud fino a raggiungere il tracciato ferroviario; successivamente verso nord (quartiere di Porta a Lucca), e più recentemente a est del centro storico, assumendo caratteri morfologici progressiva- mente diversi.

In termini di configurazione spaziale complessiva, l’aggregato ur- bano presenta uno spostamento di peso verso est, contraddetto da contrappesi sia a nord (Porta a Lucca) che a sud (quartieri quasi senza soluzione di continuità da Porta a Mare a Putignano). Condi- zioni di minore addensamento all’intorno del nucleo storico sono presenti sia a ovest (zona dal viale delle Cascine all’Arno, e zona a ovest della darsena, a sud del fiume) che a nord-est (zona di via del Brennero-via di Pratale).

Distribuzione territoriale delle funzioni urbane [PS Pisa, capo 3.4]

L’analisi della distribuzione spaziale delle grandi funzioni pub- bliche urbane rivela come queste si concentrino soprattutto

all’interno del recinto storico. In particolare la funzione sani- taria è ancora fortemente presente nell’insediamento storico del Santa Chiara, nonostante sia da tempo previsto il suo com- pleto trasferimento, in parte già realizzato, nell’area periferica di Cisanello. Il PS segnala l’importanza strategica della ricon- versione dell’intera area del S. Chiara per la sua importanza all’interno del centro storico e la sua particolare localizzazione a ridosso della piazza dei Miracoli, demandando al RU la defi- nizione delle modalità trasformative e le funzioni insediabili.

L’università si è diffusa nel centro urbano attraverso diversi in- sediamenti, dalla prima periferia est alla prima periferia ovest, a nord dell’Arno, con la sua massima concentrazione nel cen- tro storico, comparto Santa Maria.

Sempre nel centro storico sono localizzate, senza che ci sia una specifica loro necessità di centralità, alcune sedi di aziende di pubblici servizi, come l’azienda dei trasporti pubblici, del gas e dell’igiene urbana. È già stata avviata una precisa iniziativa di trasferimento di queste municipalizzate al di fuori del centro urbano, in località Ospedaletto, che avrà come conseguenza la liberazione di importanti aree centrali.

L’accessibilità [PS Pisa, capo 3.5]

Il PS individua una molteplicità di problematiche inerenti l’ef- fettiva capacità della rete viaria cittadina ad assolvere al com- plesso delle diverse funzioni di scorrimento, di collegamento interquartiere e di penetrazione verso il centro.

La stessa classificazione tecnico-funzionale delle strade esi- stenti è resa ardua da una serie di carenze riconducibili:

- all’incompletezza delle maglie viarie relative a ciascuna fun- zione;

- all’inadeguatezza strutturale delle sezioni stradali in molte tratte rispetto alle componenti di traffico che dovrebbero es- sere ammesse;

- al conseguente congestionamento derivante da capacità spesso insufficienti anche in relazione alla eterogeneità di funzioni che le strade esistenti devono sopportare.

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Per quanto riguarda la dotazione di parcheggi ed aree di so- sta il PS rileva una ulteriore criticità legata alla insufficiente disponibilità di stalli in strade e piazze interne al centro sto- rico rispetto alla domanda prodotta dai veicoli in ingresso.

3.1.4. Estratto delle Norme Tecniche di Attuazione del PS in riferimento al progetto

Elementi di interesse storico documentale: siti archeologici13 Dei siti archeologici sono definite e prescritte, ovvero dichia- rate ammissibili, le trasformazioni e le utilizzazioni volte alla tutela ed alla valorizzazione sia dei singoli beni archeologici che del relativo sistema di relazioni, nonché di altri valori eventualmente presenti, ed alla regolamentata pubblica fru- izione di tali beni e valori.

Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione dei siti archeologici, nonché gli interventi funzionali allo studio e alla pubblica fruizione dei beni e dei valori tutelati, devo- no essere disposti sia definiti da piani o progetti pubblici di contenuto esecutivo, formati dagli enti competenti, d’inte- sa con la competente Soprintendenza. Tali piani o progetti possono prevedere la realizzazione di attrezzature culturali e di servizio alle attività di ricerca, studio, osservazione delle presenze archeologiche e degli eventuali altri beni e valori tutelati, nonché di posti di ristoro e percorsi e spazi di sosta, ed altresì la realizzazione di infrastrutture tecniche e di di- fesa del suolo, nonché di impianti tecnici di modesta entità.

Individuazione e disciplina [NTA PS Pisa, Art. 28]

Il Regolamento Urbanistico è tenuto ad individuare, nel ri- spetto delle disposizioni riferite alle unità territoriali organi- che elementari:

- gli insediamenti di interesse storico, intesi come le parti del sistema insediativo che conservano, nelle caratteristiche dell’organizzazione territoriale, dell’assetto urbano, dell’im-

pianto fondiario, nonché nelle caratteristiche tipologiche e formali sia dei manufatti edilizi che degli spazi scoperti, i se- gni delle regole che hanno presieduto alla vicenda storica della loro conformazione;

- le altre unità di spazio di interesse storico, intese come le singole unità edilizie, i complessi edilizi, gli altri manufatti, gli spazi scoperti, ricadenti in ogni parte del territorio di- versa dagli insediamenti di interesse storico, aventi un rico- noscibile interesse storico-artistico, storico-architettonico, storico-testimoniale, e di cui vanno conservate le caratteri- stiche morfologiche, strutturali, tipologiche e formali.

Relativamente agli insediamenti di interesse storico il RU de- finisce una disciplina volta sia a prescrivere la conservazione delle individuate caratteristiche, mediante la manutenzione, il restauro ed il risanamento conservativo degli elementi fisi- ci in cui, e per quanto, esse siano riconoscibili e significative;

sia a prescrivere il ripristino delle predette caratteristiche, mediante trasformazioni degli elementi fisici, in cui esse siano state alterate. Quindi il RU detta disposizioni volte a disciplinare le trasformazioni fisiche ammissibili e le utiliz- zazioni compatibili della totalità delle singole unità di spazio che compongono gli insediamenti di interesse storico.

Ove le altre unità di spazio di interesse storico si configurino quali unità edilizie, o complessi edilizi, od altri manufatti, isolati, il RU definisce altresì idonee fasce di rispetto, dispo- ste attorno a tali elementi territoriali, nonché ogni altra op- portuna disposizione volta a preservarne la predetta qualità di unità edilizie, o di complessi edilizi, o di altri manufatti, isolati, e le specifiche caratteristiche morfologiche nei loro rapporti con il circostante territorio.

Parchi urbani [NTA PS Pisa, Art. 34]

I parchi urbani sono definiti come porzioni di territorio la cui complessiva configurazione risponde ad una loro coerente utilizzabilità a fini di fruizione collettiva, potendo essere sia pubblica che privata la proprietà e/o la gestione dei relativi

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99 spazi, considerando per fruizione collettiva principalmente quella

a fini ricreativi, che condiziona l’organizzazione degli spazi, ma in possibile integrazione con altre utilizzazioni.

Gli spazi scoperti ricadenti nei parchi urbani possono essere de- finiti compatibili con utilizzazioni come orticoltura, giardinaggio, punti di ristoro, strutture ricreative. Così come gli edifici e gli altri manufatti esistenti nei parchi urbani possono essere definiti com- patibili con utilizzazioni come strutture ricreative, attività ricetti- ve, strutture culturali, strutture religiose, strutture per la mobilità, quali parcheggi coperti ed autorimesse, attrezzature tecnologiche.

Viabilità interna ai sistemi locali [NTA PS Pisa, Art. 47]

Nelle superfici interessate dalle infrastrutture viarie definite quali viabilità interna ai sistemi locali, possono essere definite ammissi- bili:

- le trasformazioni di manutenzione, riqualificazione, ristruttura- zione, ampliamento delle carreggiate, nonché le trasformazioni di manutenzione, riqualificazione, ristrutturazione, ampliamento, nuova costruzione, degli impianti e delle attrezzature tecnologiche di servizio complementari e connesse;

- le trasformazioni di nuova costruzione delle predette infrastrut- ture viarie, secondo le indicazioni date dalle schede norma relative alle unità territoriali organiche elementari;

- le trasformazioni di manutenzione, riqualificazione, ristruttura- zione, ampliamento, nuova costruzione, di strutture per il com- mercio al dettaglio di carburanti, nonché per il commercio al dettaglio di altri generi di consumo e per pubblici esercizi svolti mediante chioschi, edicole od altre installazioni amovibili, ove con- formi ad ogni pertinente disposizione delle leggi e dei conseguenti atti amministrativi.

Direttive relative alla classificazione ed alle caratteristiche delle li- nee di comunicazione viaria carrabile [NTA PS Pisa, Art. 48]

Salvo che nei nuclei urbani storici e negli insediamenti non ur-

bani di interesse storico, nonché relativamente agli elementi viari per i quali ostino preminenti obiettivi di conservazione o ripristino di specifici assetti morfologici e formali, le strade urbane di distribuzione secondarie da ristrutturare e di nuova costruzione può essere disposto che siano sistemate con una sola corsia carrabile, con curve o strettoie, anche in connessio- ne con punti attrezzati con verde e panchine, senza marciapie- di o altri dislivelli, ma con pavimentazioni differenti a secon- da che gli usi consentiti (carrabile, pedonale, ciclabile) siano esclusivi o promiscui.

Le strade extraurbane principali, le strade extraurbane secon- darie, le strade urbane di scorrimento e le strade urbane di quartiere, di nuovo impianto o da ristrutturare, ove corrano lungo il limite del territorio urbano, deve essere disposto che siano realizzate secondo una delle seguenti soluzioni:

- in galleria od in trincea coperta;

- secondo un tracciato semi-incassato con bordi rialzati;

- secondo un tracciato a raso affiancato da dune rinverdite con strato arboreo/arbustivo, ovvero, nei casi di adiacenza ad esi- stenti edifici, e di accelerata impossibile o difficile praticabili- tà di diverse soluzioni, affiancato, dal lato verso tali edifici, da pannelli fonoassorbenti.

Piste ciclabili e/o pedonali[NTA PS Pisa, Art. 49]

Le piste ciclabili e/o pedonali devono essere condotte a com- porre, nel loro insieme, una pluralità di “itinerari ciclabili e/o pedonali”, i quali devono servire, con continuità e con un effi- cace grado di protezione dei ciclisti, l’intero ambito territoriale degli insediamenti o quantomeno ambiti significativamente estesi e significativi dal punto di vista funzionale e urbanistico.

Gli “itinerari ciclabili e/o pedonali” sono sequenze organiche di più tipi di infrastrutture, monodirezionali o bidirezionali, de- stinate in via esclusiva o prevalente ai ciclisti, ovvero ai pedoni o altre categorie di utenti della strada con ammissione dei ci- clisti.

Pur diversificati per tipo e costituzione, devono soddisfare in

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modo omogeneo i requisiti di sicurezza, affidabilità, funziona- lità, comfort e amenità dello spostamento, posti a base del di- segno di rete generale e del progetto di ogni itinerario nel suo intero sviluppo.

Il riuso (manutenzione, ristrutturazione, completamento e ampliamento) di infrastrutture viarie esistenti, e di spazi già a destinazione pubblica o d’uso pubblico, è criterio prevalente per il disegno della rete e la progettazione dei singoli “itinerari ciclabili e/o pedonali”, riservando alle nuove realizzazioni i trat- ti di completamento, integrazione ed estensione del sistema, e l’eventuale formazione di opere d’arte e manufatti speciali destinate a risolvere nodi critici o complessi. La realizzazione di tali reti si deve svolgere secondo un programma di attuazione per stralci funzionali a servizio di ambiti significativi dell’inse- diamento e che consentano di attivare un itinerario completo o una parte cospicua di esso. Nelle prime attuazioni sono da favorire i completamenti e la riorganica riconnessione alla rete di eventuali realizzazioni isolate esistenti o già appaltate di cui si riconosca l’effettivo utilizzo.

I progetti degli “itinerari ciclabili e/o pedonali” devono risolve- re con accurati studi i problemi di sicurezza e fluidità del traf- fico ciclistico e veicolare nelle intersezioni interessate da tali itinerari.

3.1.5. Il Regolamento Urbanistico

Il Regolamento Urbanistico, approvato dal Comune di Pisa nel novembre 2001, traduce in scelte operative la gran parte delle indicazioni sia strategiche che locali del Piano Strutturale, in particolare riferimento agli obbiettivi espressi nelle schede- norma delle UTOE.

Il RU applica dunque gli indirizzi del PS su di una realtà inse- diativa, funzionale, infrastrutturale, ambientale, ampiamen- te nota messa a punto nel quadro conoscitivo inserito nel PS stesso; contiene quindi in dettaglio la prescrizione delle desti- nazioni d’uso del suolo, gli indici urbanistici, le misure di tutela e di recupero:

- individua definitivamente (rispetto alla selezione operata dal PS) le preesistenze da conservare (invarianti) e disciplinare nel RU;

- indica gli interventi strutturali o sovrastrutturali necessari per la ricontestualizzazione delle preesistenze da conservare;

- individua gli elementi strutturali da trasformare per raggiun- gere obbiettivi di rimessa in congruenza morfologica locale, nonché le modalità operative efficaci allo scopo;

- individua gli elementi strutturali da trasformare per introdur- re o aumentare la gerarchia e l’ordine degli spazi pubbli- ci, ed in particolare prevede la realizzazione, tramite in- terventi di trasformazione strutturale, ove necessario, o di riqualificazione, ove sufficiente, di luoghi urbani centrali, intesi come spazi di identificazione sociale, dotati insieme di opportunità funzionali dirette allo scambio interperso- nale e di coerenti assetti fisici e formali;

- utilizza le quantità edificatorie rese disponibili dal PS per ottenere sempre miglioramenti degli elementi di qualità morfologica (ordine, gerarchizzazione, coerenza).

In particolare, tra le scelte generali in attuazione delle indi- cazioni del Piano, vanno segnalate:

- il mantenimento nel centro storico di un mix funziona- le complesso, con significative presenze di servizi privati e pubblici, residenza ordinaria, sviluppo dell’offerta turistica sia in termini di attrezzature che di valorizzazione dei beni artistici e museali e complessiva azione di riqualificazione dello spazio urbano;

- l’incentivazione alla realizzazione di strutture ricettive or- dinarie e specialistiche in maniera diffusa nell’intero corpo urbano;

- la qualificazione e valorizzazione dell’offerta turistica at- traverso adeguati interventi di protezione degli itinerari turistici e riqualificazione e pedonalizzazione di spazi pub- blici centrali.

In riferimento alla zona del centro storico, gli obiettivi dello strumento prevedono l’incentivazione dell’offerta turisti- ca, sia in termini di strutture ricettive, sia di beni artistici e museali. Su questa scia si pongono il recupero di aree di va- lore storico ed anche l’allontanamento dal centro cittadino

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101 di funzioni non compatibili, con conseguente liberazione

di spazio da destinare, in un secondo momento, ad ambiti congeniali all’attività turistica. A livello normativo, il Rego- lamento Urbanistico, per prima cosa, opera

l’individuazione delle aree che presentano interesse sto- rico e, su di queste, viene successivamente individuato l’ambito dell’intervento previsto (conservazione, qualifica- zione, trasformazione). A sua volta, ciascun ambito viene ulteriormente spiegato in dettaglio e differenziato a secon- da che si tratti di tessuto a prevalente utilizzo residenziale, insediamenti produttivi oppure aree specialistiche per la produzione. Gli ambiti soggetti a trasformazione urbana vengono disciplinati attraverso le schede norma, che con- tengono gli indirizzi e le prescrizioni di dimensionamento e di articolazione funzionale e morfologica ritenuti neces- sari.

Tale Regolamento, dall’approvazione del 2001, ha subito negli anni alcune varianti relative a diversi ambiti; in par- ticolare per la redazione del progetto di riqualificazione dell’area in esame, verranno analizzate e adottate le Nor- me Tecniche di Attuazione della Variante del RU del centro storico di Pisa, approvata con deliberazione del Consiglio Comunale n° 32 del 28/05/2009, finalizzata proprio alla semplificazione, razionalizzazione ed adeguamento delle Norme Tecniche di Attuazione.

3.1.6. Estratto delle Norme Tecniche di Attuazione del RU in riferimento al progetto

Aree scoperte [NTA RU Pisa, Art. 04.4]

La sistemazione esterna è costituita da un insieme coordi- nato di interventi, non determinanti volumi né superficie coperta, esteso alle aree scoperte di pertinenza delle co- struzioni (lotti fondiari) che ne definisce l’assetto fisico e le utilizzazioni. Tale sistemazione include la realizzazione

di manufatti secondo le indicazioni del RU e/o di specifi- co regolamento comunale tra i quali gli arredi da giardino compreso i pergolati.

Per tutte le trasformazioni fisiche, ad esclusione di quelle fino alla sostituzione edilizia senza incremento della su- perficie coperta, è prescritta la riqualificazione delle aree scoperte pertinenziali tramite un progetto di sistemazione, comprensivo dei manufatti accessori legittimi, alle seguen- ti condizioni:

- la superficie a verde comunque utilizzata non deve essere inferiore al 30% del lotto;

- la superficie a verde di corredo, quali aiuole divisorie e/o elementi di separazione di carreggiate o di altri spazi, albe- rature dei parcheggi e simili, non può essere superiore al 20% delle superficie totale a verde minima prescritta;

- la messa a dimora di alberature/arbusti/vegetazione pre- valentemente tipiche del luogo con un indice minimo, per superfici superiori a mq. 100, di n. 100 alberi/ha.

Destinazioni d’uso e utilizzazioni[NTA RU Pisa, Art. 04.13]

Le destinazioni d’uso dei nuovi edifici e degli spazi scoperti o le variazioni di destinazione d’uso e di utilizzo devono essere compatibili con il piano comunale di classificazione acustica. Sono considerati cambio della destinazione d’uso i passaggi tra le diverse categorie, definite anche dal pre- sente strumento di pianificazione, tra le quali sono presenti:

- musei, sedi espositive - strutture associative

- impianti scoperti e coperti per la pratica sportiva non a scopo commerciale, maneggi

- impianti per attività ricreative ed espositive temporanee - parchi urbani

- mobilità pedonale: percorsi pedonali, percorsi ciclabili - mobilità acquea: percorsi acquei, spazi d’ormeggio, spazi d’ormeggio attrezzati, impianti portuali marittimi.

Nei mutamenti d’uso in assenza di opere, la nuova destina-

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102

zione d’uso dovrà essere conforme alle destinazioni urba- nistiche compatibili secondo il vigente RU tra quelle possi- bili senza la predisposizione di piano attuativo.

Le zone omogenee[DM 2 Aprile 1968 n°1444, Art. 2 - NTA RU Pisa, Art. 04.14]

Il territorio del Comune di Pisa è articolato dal RU in zone omo- genee di diverso tipo, nello specifico l’articolo 17 della legge n°

765/1967:

Zone A - le parti del territorio interessate da agglomerati ur- bani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree cir- costanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi;

Zone B - le parti del territorio totalmente o parzialmente edifi- cate, diverse dalle zone A: si considerano parzialmente edifica- te le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (1/8) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq;

Zone C - le parti del territorio destinate a nuovi complessi in- sediativi, che risultino inedificate o nelle quali la edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alla precedente lettera B;

Zone D - le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati;

Zone E - le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui - fermo restando il carattere agricolo delle stes- se - il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C;

Zone F - le parti del territorio destinate ad attrezzature ed im- pianti di interesse generale.

In particolare il RU individua all’interno della zona omogenea A:

Centro Storico

Ambiti di impianto pre-urbano originari (C1a)

Ambiti di impianto pre-urbano morfologicamente alterati (C1b)

Ambiti di impianto urbano storico originario con tessuto com- patto (C2aA)

Ambiti di impianto urbano storico originario a villaggio unita- rio (C2aB)

Ambiti di impianto urbano storico originario con tessuto rado (C2aC)

Ambiti di impianto urbano storico originario a case a schie- ra (C2aD)

Ambiti di impianto urbano storico morfologicamente alte- rati (C2b)

L’area di progetto, trovandosi al margine del centro storico di Pisa, include al suo interno vari ambiti sopra riportati, secondo le definizioni del Regolamento Urbanistico:

C1a - Ambiti di impianto pre-urbano originari

Si intendono i complessi insediativi caratterizzati in prevalenza da edificato costituito da nuclei di case coloniche, aggregati edilizi lineari, ville. Tali complessi sono composti da unità edi- lizie e da unità di spazio scoperto concluso, di impianto pre- urbano, che hanno conservato prevalentemente le originarie caratteristiche morfologiche. Per tali ambiti è prescritta la con- servazione o, compatibilmente con i necessari adeguamenti ai nuovi requisiti delle diverse destinazioni d’uso ammesse, il ripristino per quanto alterato, dell’assetto morfologico origi- nario complessivo, delle unità edilizie e del sistema degli spazi liberi che li compongono, con particolare riferimento alle loro caratteristiche dimensionali e formali, ai materiali e ai colori originari e alla presenza di corti, aie, e simili. Tra gli obiettivi sopra indicati rientra l’eliminazione e/o la riqualificazione di ogni elemento incongruo che non rivesta alcun interesse sto- rico e/o artistico in sé, néper la lettura filologica dell’unità di spazio interessata.

C1b - Ambiti di impianto pre-urbano morfologicamente alterati Si intendono i complessi insediativi anch’essi caratterizzati in prevalenza da edificato costituito da nuclei di case coloniche, aggregati edilizi lineari, ville. Sono composti da unità edilizie e da unità di spazio scoperto concluso, di impianto pre-urbano, le cui originarie caratteristiche morfologiche, pure ancora ri- conoscibili nei loro tratti essenziali, sono state variamente, e

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103 profondamente, alterate e contraddette, in particolare con lo

stravolgimento dei rapporti tra spazi coperti e spazi scoperti, attraverso nuove edificazioni in termini difformi dalle regole conformative originarie. L’obbiettivo di tali ambiti, compati- bilmente con i necessari adeguamenti ai nuovi requisiti delle diverse destinazioni d’uso ammesse, è la ricostituzione dell’as- setto morfologico complessivo, e peculiarmente del sistema degli spazi liberi, e delle relative caratteristiche dimensionali e formali, mediante anche la demolizione e/o riorganizzazio- ne di ogni edificio, od altro manufatto edilizio, incoerente con le regole conformative originarie, ed incongruo rispetto all’as- setto delle unità di spazio scoperto che si intende ricostituire, nonché di ogni elemento di divisione interna.

C2a - Ambiti di impianto urbano storico originario

Sono caratterizzati da un impianto storico, le cui originarie caratteristiche morfologiche sono state conservate. Per lo più edificato costituito da tessuto compatto, villaggio unita- rio, tessuto rado, case a schiera. L’ obiettivo di tale ambito è il mantenimento dell’assetto urbano od il ripristino per quanto alterato, e la conservazione della unità edilizie originarie e del sistema degli spazi liberi che li compongono, con particolare riferimento alle loro caratteristiche dimensionali e formali ai materiali e ai colori originari e agli elementi identificativi pre- senti, in particolare:

- della maglia insediativa;

- della giacitura e della larghezza degli elementi viari, salva espressa diversa disposizione del presente strumento di piani- ficazione urbanistica;

- dell’impianto fondiario come conformato dall’originaria ur- banizzazione,

- del sistema degli spazi scoperti, nonché dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati;

- delle essenziali caratteristiche dimensionali e formali delle unità di spazio;

- della consistenza delle sistemazioni a verde e delle eventuali piantumazioni arboree ed arbustive.

Rientrano tra gli obiettivi anche la eventuale eliminazione e riqualificazione di ogni elemento incongruo e che non rivesta

alcun interesse storico e/o artistico in sé, né per la lettura fi- lologica dell’unità di spazio interessata. Deve garantire la con- servazione integrale degli elementi di arredo caratteristici e la sostituzione, loro o di loro parti, ove irrecuperabili, con gli stessi materiali. E’ altresì prescritta la conservazione integrale ed il restauro scientifico, dei manufatti e dei reperti di valore storico-artistico o storico-testimoniale, quali cisterne, vere da pozzo, forni, fontane, lapidi, sculture, rilievi, edicole, dipinti e simili;

C2b - Ambiti di impianto urbano storico morfologicamente al- terati

Si intendono gli ambiti urbani, di impianto storico, le cui ori- ginarie caratteristiche morfologiche sono state variamente, e profondamente, alterate e contraddette con interventi suc- cessivi. Per lo più edificato costituito da tessuto compatto, villaggio unitario, tessuto rado, case a schiera. Degli ambiti di impianto urbano storico morfologicamente alterati è obietti- vo il ripristino delle regole caratterizzanti l’impianto storico, come desumibili dalla cartografia storica, dalla lettura critica del tracciato dei lotti, degli isolati, della rete stradale e degli al- tri elementi testimoniali superstiti, mediante interventi mirati alla conservazione e/o alla eventuale modifica:

- della maglia insediativa,

- della giacitura e della larghezza degli elementi viari, - dell’impianto fondiario,

- del sistema degli spazi scoperti, nonché dei rapporti tra spazi scoperti, spazi coperti e volumi edificati,

- degli edifici esistenti, ovvero di quote rilevanti degli stessi.

Standard urbanistici [DM 2 Aprile 1968, n°1444, Art.3]

Per gli insediamenti residenziali sono fissati standard ur- banistici in misura tale da assicurare per ogni abitante -in- sediato o da insediare- la dotazione minima, inderogabile, di mq. 18 per spazi pubblici o riservati alle attività collet- tive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie.

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104

Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo indicato:

a) mq. 4,50 di aree per l’istruzione: asili nido, scuole ma- terne e scuole dell’obbligo;

b) mq. 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune:

religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, ammini- strative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre;

c) mq. 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;

d) mq. 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall’art. 18 della legge n. 765): tali aree in casi speciali potranno essere distribuite su diversi livelli.

Ai fini dell’osservanza dei rapporti su indicati nella for- mazione degli strumenti urbanistici, si assume che, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da in- sediare corrispondano mediamente 25 mq. di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc. vuoto per pieno), even- tualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq.

(pari a circa 20 mc. vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi colletti- vi per le abitazioni, studi professionali, ecc.).

Zona omogenea A

Quantità minima di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali

La quantità minima di spazi sopra definita, è soggetta, per le diverse zone territoriali omogenee, alle articolazioni e variazioni in rapporto alla diversità di situazioni obiettive.

In particolare nella zona omogenea A, costituente l’area di progetto, l’Amministrazione comunale, qualora dimostri

l’impossibilità, per mancata disponibilità di aree idonee, ovvero per ragioni di rispetto ambientale e di salvaguardia delle caratteristiche, della conformazione e delle funzioni della zona stessa, di raggiungere le quantità minime richie- ste dall’art 3 del DM 2 Aprile 1968 n°1444, deve precisare come siano altrimenti soddisfatti i fabbisogni dei relativi servizi ed attrezzature10.

Limiti di densità edilizia [DM 2 Aprile 1968, n°1444, Art.7]

I limiti inderogabili di densità edilizia per la zona territoria- le omogenea A sono stabiliti come segue:

- per le operazioni di risanamento conservativo ed altre trasformazioni conservative, le densità edilizie di zona e fondiarie non debbono superare quelle preesistenti, com- putate senza tener conto delle soprastrutture di epoca re- cente prive di valore storico-artistico;

- per le eventuali nuove costruzioni ammesse, la densità fondiaria non deve superare il 50% della densità fondiaria media della zona e, in nessun caso, 5 mc/mq.

Figura 3.4 Gli standard

urbanistici relativi ad ogni zona omogenea

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105 Limiti di altezza degli edifici [DM 2 Aprile 1968, n°1444, Art.8]

Le altezze massime degli edifici per la zona territoriale omo- genea A sono stabilite come segue:

- per le operazioni di risanamento conservativo non è con- sentito superare le altezze degli

edifici preesistenti, computate senza tener conto di sopra- strutture o di sopraelevazioni aggiunte alle antiche strutture;

- per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni che ri- sultino ammissibili, l’altezza massima di ogni edificio non può superare l’altezza degli edifici circostanti di carattere storico- artistico.

Limiti di distanza tra i fabbricati [DM 2 Aprile 1968, n°1444, Art.9]

Le distanze minime tra fabbricati per la zona territoriale omogenea A per le operazioni di risanamento conservativo e per le eventuali ristrutturazioni, non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, com- putati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale.

Edifici di interesse storico [NTA RU Pisa, Art. 05.1]

Gli interventi per gli edifici di interesse storico sono regolamen- tati da precise disposizioni al fine di assicurarne l’immagine ur- bana, la conservazione fisica, i caratteri e le tipologie tipiche delle epoche cui l’edificato di interesse storico afferisce. Tutto ciò implica che gli interventi devono avere come obiettivo la conservazione, il restauro, la riqualificazione e la riduzione del contrasto morfologico comunque determinatosi.

Sono identificati:

- edifici/manufatti monumentali (vincolati ai sensi del codice dei beni culturali) ;

- edifici/manufatti prenovecenteschi;

- edifici/manufatti novecenteschi;

- edifici/manufatti morfologici.

Aree a verde attrezzato [NTA RU Pisa, Art. 1.3.1.2]

Si intendono gli spazi scoperti sistemati prevalentemente a giardino, al servizio di un quartiere. Non meno del 70% del- la superficie deve essere sistemata a verde, con coperture erbacee, od arbustive, od arboree, delle quali è prescritta la costante manutenzione. La restante superficie può esse- re interessata da piccoli impianti scoperti ricreativi e per la pratica sportiva, da percorsi pedonali, pavimentati con ghiaino, da parcheggi scoperti.

Gli eventuali parcheggi scoperti possono essere previsti soltanto in posizione perimetrale, essendo preclusa la pre- visione di percorsi di penetrazione per mezzi motorizzati.

E’ prescritta la realizzazione di siti, adeguatamente protet- ti, ed attrezzati, per il gioco dei minori, nonché di altre zone protette destinate al riposo ed alla ricreazione degli utenti.

Nelle aree a verde attrezzato di superficie complessiva su- periore a mq. 2.500 è ammissibile, nei limiti di un indice di copertura non superiore al 1%, la realizzazione di manufat- ti edilizi, di non più di un piano fuoriterra, destinati alle at- tività di cura del verde e alle attività di fruizione collettiva e per il tempo libero, ivi comprese la vendita e la sommini- strazione di cibi e bevande.

La realizzazione di elementi di divisione interna è ammessa solamente ove rivolta a proteggere le zone destinate al ri- poso ed alla ricreazione degli utenti, ovvero i siti attrezzati per il gioco dei minori.

E’ ammessa la realizzazione di parcheggi di superficie, in- tegrati nel verde, nella misura massima del 20% della su- perficie e la realizzazione di parcheggi interrati nel rispetto delle seguenti condizioni:

- non si determini una riduzione della consistenza del ver- de di alto fusto esistente;

- non siano interessati giardini di pregio sia per il loro dise-

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106

gno e/o per la vegetazione presente;

- sia verificata la fattibilità geologico-idraulica e archeolo- gica.

In ogni caso alla realizzazione di parcheggi interrati deve accompagnarsi la compiuta sistemazione della superficie di copertura degli stessi ad uso pedonale pubblico, fatte salve le esigenze di accesso.

Altre attrezzature [NTA RU Pisa, Art. 1.3.1.4]

La destinazione ad utilizzazioni esclusive per altre attrez- zature, attribuita dal presente strumento di pianificazione urbanistica, e dallo stesso distinta in attrezzature pubbli- che e in attrezzature private di interesse generale, com- prende, tra le altre, le seguenti utilizzazioni:

associazionismo, tempo libero e spettacolo - strutture associative;

- strutture ricreative:

- teatri;

- cinematografi;

- locali di spettacolo;

- sale di ritrovo e da gioco.

Disposizioni applicative relative alle Infrastrutture per la Mobilità [NTA RU Pisa, Art. 1.4.0]

Nel presente RU sono indicate le seguenti infrastrutture per la mobilità:

a) ambito aeroportuale;

b) ambito portuale;

c) canali navigabili;

d) resede ferroviario;

e) stazioni/fermate ferroviarie;

f) viabilità carrabile esistente;

g) viabilità carrabile prevista;

h) parcheggi esistenti;

i) parcheggi previsti;

l) piazze;

m) nodi infrastrutturali da ristrutturare;

n) strade alberate;

o) percorsi ciclabili.

Nelle aree suscettibili di ristrutturazione urbanistica i trac- ciati delle infrastrutture per la mobilità definite viabilità carrabile, e appartenenti alle categorie delle strade urba- ne di quartiere e delle strade urbane locali possono esse- re variati dai relativi piani attuativi, i quali possono altresì definire i tracciati di ulteriori infrastrutture per la mobilità appartenenti alle medesime categorie, e definire in ogni caso altre specifiche caratteristiche delle predette infra- strutture per la mobilità.

Piazze [NTA RU Pisa, Art. 1.4.8]

La realizzazione di nuove piazze o la ristrutturazione di quelle esistenti sono soggette ad un progetto unitario a cura della Amministrazione Comunale, che potrà prevede- re anche l’inserimento di modeste strutture quali edicole, chioschi, strutture temporanee e simili da destinare alle diverse funzioni nel rispetto di ogni altro piano e norma vigente.

Nella realizzazione e trasformazioni delle piazze, ogniqual- volta non sia impossibile od incongruo in relazione alle lo- calizzazioni e/o alle specifiche funzioni, deve essere privi- legiata, per la pavimentazione, l’utilizzazione di materiali lapidei, ed evitata l’utilizzazione di materiali e di tecniche comportanti la totale impermeabilizzazione dei suoli. La definizione degli assetti delle piazze deve eliminare, o ri- durre al minimo, le parti utilizzabili per la mobilità mec- canizzata, le quali, ove presenti, devono essere preferibil- mente separate dalle altre parti delle piazze mediante cor- donature o piccoli dislivelli di quota, e comunque distinte mediante pavimentazioni diversificate per materiali e per disegno. Nelle piazze è inoltre ammissibile la realizzazio-

(17)

107 ne di piani interrati, da destinare a parcheggi pertinenziali

e di relazione, e a funzioni commerciali e di servizio per iniziativa sia di soggetti pubblici che, di soggetti privati se convenzionati.

Percorsi ciclabili [NTA RU Pisa, Art. 1.4.10]

I percorsi ciclabili e le relative attrezzature complementari sono costituiti sulla base di progetti unitari redatti dalla Amministrazione Comunale o da soggetti da essa incarica- ti e/o dagli atti di intesa sottoscritti con l’Amministrazione Comunale.

I Piani Attuativi devono prevedere la realizzazione di per- corsi (o tratti di percorsi) ciclabili pubblici e/o di uso pub- blico sulla base dei tracciati individuati e stabiliti dalla Am- ministrazione Comunale.

Delimitazione e qualificazione del Centro Storico [NTA RU Pisa, Art. 4.1]

Il centro storico è limitato a nord dalle vie Contessa Ma- tilde e Dell’Abetone e del Brennero; ad est dalle vie Vit- torio Veneto; Emanuele Filiberto, Don Bosco, Donadoni delle Trincere, Gioberti, Luschi, del Borghetto a sud dalla spalletta del lungarno Fibonacci ; via Don Minzoni, piazza Guerrazzi, viale Bonaini, via Puccini, via Cesare Battisti, via di Porta a Mare, spalletta a mare del ponte della Cittadella;

ad ovest dal bordo est del resede ferroviario, via Bonanno, piazza Manin, via G.B. Niccolini.

La delimitazione sopradescritta è riportata nella tavola di Regolamento Urbanistico.

Il centro storico, corrispondendo alla zona territoriale omo- genea A, è classificato zona di recupero ai sensi dell’art.27 della L.457/’78, e presenta ambiti oggetto di vincoli pae- saggistici ex L.1497/’39 e di vincolo archeologico ai sensi del D.Lgs. 42/04.

Classificazione del tessuto edificato compreso nel centro stori- co [NTA RU Pisa, Art. 4.2]

Il tessuto edificato esistente (edifici ed aree libere da costru- zioni) nella zona centro storico del R.U. è distinto, con riferi- mento agli interventi ammessi, nelle seguenti classi:

1. Edifici e manufatti di interesse storico oggetto di vincolo ai sensi del D.Lgs. 42/04, corrispondenti agli edifici inclusi nel 1°

elenco di cui all’art.7 L.R. 21.5.1980, n.59, distinti in:

1.1 Edifici e manufatti monumentali 1.2 Edifici notificati

1.3 Edifici di ricostruzione post-bellica su aree vincolate 1.4 Edifici di proprietà pubblica di età superiore a 50 anni 2. Edifici di interesse storico assimilati agli edifici di cui al punto 1.3 ed inclusi nel 2° elenco di cui all’art.7L.R. 21.5.1980, n.59 3. Edifici di interesse storico inclusi nel 3° elenco di cui all’art.7 L.R. 21.5.1980, n.59.

4. Edifici di interesse ambientale

5. Edificato d’interesse tipo-morfologico 6. Insediamenti unitari

7. Altri edifici non compresi nelle categorie precedenti 8. Manufatti soggetti a demolizione obbligatoria 9. Costruzioni accessorie

10. Aree scoperte distinte in:

10.1 giardini di pregio storico-architettonico od ambientale 10.2 aree verdi di pertinenza dell’edificato

10.3 spazi privati da sottoporre a riqualificazione

10.4 aree di pertinenza, passibili di trasformazione a parcheggi 11. Spazi pubblici di circolazione e sosta, classificati in rappor- to ai diversi gradi di interesse.

12. Ambiti soggetti obbligatoriamente a piano di recupero.

Interventi ammessi/prescritti [NTA RU Pisa, Art. 4.3]

Con riferimento alle definizioni di cui all’art.4.2, agli edifici ed aree sopra elencati si applicano le seguenti disposizioni:

1. Su tutti gli edifici e manufatti compresi nella prima classe, gli

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108

interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria devono essere condotti secondo i principi del restauro conservativo.

Si distinguono le seguenti sottoclassi:

1.1 Per gli edifici e manufatti monumentali si ammettono e prevedono esclusivamente interventi conservativi di manu-

tenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e restauro scientifico. Sono compresi nella dizione le mura urbane e le relative fortificazioni (torri, bastioni), che sono assoggettati ad interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordi- naria e restauro scientifico, comprensivi delle necessarie ope-

Figura 3.5 Regolamento Urbanistico di Pisa, 2001, centro storico

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109 Figura 3.6

Estratto del Regolamento Urbanistico di Pisa, variante 2009, centro storico

Riferimenti

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