2) CATALOGO DEI RITROVAMENTI DI
LINGOTTI OXHIDE
Fig.2.1 Affresco raffigurante portatore di lingotto oxhide, dalla Tomba 119, Tebe (da
Bass 1967, pag.62, fig.62)
2.1 Prefazione
I lingotti oxhide sono la tipologia di manufatti che meglio di qualunque altra rappresenta il commercio, la produzione e la diffusione del rame nel Mediterraneo.
Il presente capitolo vuole essere una catalogazione sintetica e riassuntiva di tutti i siti di ritrovamento dei lingotti, dilungandosi in modo più o meno esaustivo dipendentemente dalla quantità di riferimenti bibliografici a disposizione e dall’importanza del singolo ritrovamento e del sito di provenienza.
La catalogazione, per seguire un certo ordine e linearità, è stata divisa in sezioni a carattere esclusivamente geografico, proponendo dapprima i ritrovamenti presenti nell’Egeo (con particolare attenzione ai numerosi ritrovamenti cretesi), poi quelli a Cipro e nelle coste del Mediterraneo orientale,
fino ad arrivare ai rinvenimenti effettuati nel Mediterraneo centrale, con attenzione particolare alla Sardegna nuragica, e nell’Europa centrale. Ne risulta un quadro di impressionante vastità, che sicuramente verrà ulteriormente allargato e aggiornato dagli archeologi specialisti in pubblicazioni future.
2.2 I lingotti oxhide
2.2.1 Tipologie di Lingotti
I lingotti sono da considerare il prodotto finale voluto dall’estrazione del metallo dal minerale, quando lo scopo è l’immagazzinamento o un’ulteriore raffinazione. Sono divisibili in due categorie: quelli che presentano una forma derivata dal fondo della fornace, e quelli forgiati volutamente in una particolare forma, versando il metallo fuori della fornace stessa. Nella fornace il metallo fuso tende a passare sul fondo, perché più pesante delle scorie liquide. Da questo processo si producono i lingotti piano-convessi. Versando invece il metallo fuori dalla fornace ogni forma voluta è possibile. Perché l’operazione avvenga al meglio, è necessario però che si ottenga un ottimale grado di fluidità, raggiungibile con abbondante immissione di aria e con una temperatura sufficientemente elevata. Qualora la tecnologia non raggiunga livelli abbastanza elevati, possono sorgere delle complicazioni, e il risultato finale potrebbe non essere ottimale: ad esempio, se si fallisce la coalescenza, il metallo può rimanere intrappolato in parte nella scoria, sotto forma di “gocce” di metallo; invece un’atmosfera troppo riducente può causare un contenuto elevato di ferro, che accompagna il rame, o ne è assorbito (fino a più di 20%, anziché l’usuale 2-3%). Sono perciò le caratteristiche metallografiche che possono fornire informazioni sulla storia del lingotto, più che la sua forma o la foggia. Ad esempio, se un lingotto presenta porosità e bollosità, come si nota negli oxhide, allora significa che il rame è stato versato in stampi dalla forma aperta.1
La maggioranza dei lingotti diffusi nell’Età del Bronzo sono fondamentalmente riconducibili a tre tipologie distinte: i bun ingots, o piano-convessi, panelle dal diametro medio di 20 cm e spesse in media 3-4 cm, gli slab
ingots, dalla forma allungata a barra di 20-30 cm e larga in media 6-8 cm, e gli
oxhide ingots.
Fig.2.2 Tipologie di lingotti oxhide (da Bass 1967, pag.53, fig.55)
Gli oxhide sono i lingotti più grandi, presentando un peso variabile da più di 10 Kg fino a quasi 40 Kg. Hanno una forma tipica, a cui si deve il nome “a pelle di bue”, a causa delle protuberanze più o meno pronunciate presenti ai quattro angoli. È ormai assodato che tali protuberanze, anziché simulare la pelle aperta di un animale in corrispondenza delle zampe, in realtà sono semplicemente un artificio voluto per facilitarne il trasporto. H.G. Buchholz2 ha ulteriormente suddiviso questa categoria di lingotto in tre gruppi, individuando delle differenze tipologiche nella forma, che poi G. Bass3 ha ulteriormente ampliato (Fig.2.2). Tali differenze non sono dettate dalla cronologia del manufatto, in quanto sono state riscontrate prove di contemporaneità tra tutti e tre i Tipi.4 Un’ulteriore quarta tipologia di oxhide, la quale presenta solo due manici lungo uno dei lati lunghi, è stata riscontrata tra i lingotti del carico del relitto di Ulu Burun (Fig.2.3).5
2 Buchholz 1959 3 Bass 1967
4 ad esempio nelle pitture parietali egizie, Bass 1967, e nel carico del relitto di Ulu Burun, Graziadio 1998;
comunque, in effetti si è riscontrato che il Tipo 1 è presente in contesti relativamente più antichi.
Fig.2.3 Tipologia di lingotto con due soli manici, dal relitto di Ulu Burun, KW5779 (dal
sito http://ina.tamu.edu)
Le due facce dei lingotti oxhide mostrano differenze sostanziali, con la superficie superiore resa più irregolare dalle bollosità create dal gas nella fornace, e il fondo che invece è più liscio, anche se comunque presenta qualche irregolarità di tipo più viscoso. I lati sono più lisci e si presentano sempre ispessiti rispetto al corpo del lingotto, e gli spigoli presentano un “bordo”, generato probabilmente da una solidificazione più rapida determinata dal contatto con le pareti della matrice.6
Attraverso indagini sperimentali si è cercato di definire la probabile conformazione delle fornaci che producevano il cui rame che veniva poi versato in matrici di pietra o arenaria a forma di oxhide.7 Una matrice in pietra, l’unica
finora ritrovata per i lingotti oxhide, è stata ritrovata a Ras Ibn Hani in Siria.8
I lingotti a volte mostrano dei contrassegni, impressi a caldo (i cosiddetti “marchi primari”) o incisi quando il rame è ormai solidificato del tutto o quasi (“marchi secondari”). Tali marchi non sono esattamente riconducibili a uno specifico sistema scrittorio, ma in molti casi presentano forti somiglianze con la cosiddetta scrittura “Cipro-Minoica”, diffusa a partire dal 1500 a.C. circa.9 Nonostante si sia cercata una corrispondenza tra determinati segni e il loro specifico significato, eventualmente legato ai luoghi di estrazione, di produzione, di commercializzazione o di destinazione, allo stato attuale degli
6 Buchholz 1959; Bass 1967 7 Tylecote 1992, 38, fig. 21 8 Lagarce e al. 1983 9 Bass 1967, fig.90
studi tali segni risultano essere indipendenti da fattori di tipo tecnologico, tipologico o commerciale.10
I limiti cronologici della diffusione dei lingotti oxhide vanno approssimativamente dal XVI secolo all’XI secolo a.C. I più antichi lingotti sono quelli ritrovati a Creta, in contesti TM I, nei siti di Ayia Triada, Tylissos, Kato Zakro e Gournia. I più recenti provengono da siti nuragici sardi, che non risalgono a oltre l’XI secolo, anche se l’esatta cronologia rimane un po’ incerta.11
Come vedremo successivamente nel dettaglio, la metodologia degli isotopi del piombo (LIA, Lead Isotope Analysis), ha fornito importanti risultati sulla determinazione della provenienza del rame dei lingotti oxhide, assegnando a Cipro un ruolo dominante nella produzione di rame del Tardo Bronzo. Ciò non contrasta con tutte quelle evidenze presenti sull’isola che testimoniano di un’economia fondata sull’industria metallurgica per tutto il TB, fino al XII secolo a.C.12
I lingotti sardi, presenti numerosamente in contesti relativamente tardi, hanno suscitato alcune perplessità sulla possibilità che fossero prodotti con rame cipriota. Alcuni hanno ritenuto infatti che, qualora Cipro fosse rimasta coinvolta del generale collasso economico che coinvolge il Mediterraneo orientale alla fine del TB, allora non sarebbe più stata in grado di produrre ed esportare rame in grandi quantità in un periodo così tardo.13 In una recente pubblicazione però V. Kassianidou ipotizza che Cipro non rimane in realtà coinvolta nel disfacimento della rete commerciale fino ad allora utilizzata, e sarebbe invece stata spinta, proprio a causa del collasso generale, a rivolgersi verso ovest, oltre gli abituali porti micenei.14
10 Graziadio 1998; Kassianidou 2003 11 Kassianidou 2005, 336 e Bibl. Cit. 12 Kassianidou 2005, 334
13 Muhly e Stech 1990, 206-207 14 Kassianidou 2005, 334 e segg.
Alcune informazioni sulla cronologia dei lingotti si possono ottenere anche dalle rappresentazioni nell’arte egiziana, principalmente nelle pitture parietali delle tombe dei faraoni, da Tutmosis III (1490-1436 a.C.) in poi, come risulta dagli studi compiuti da G.B. Bass.15 In alcune tombe del XV e XIV secolo a.C. si osservano delle figure dall’aspetto orientaleggiante, che potrebbero raffigurare uomini levantini o cretesi, trasportare dei lingotti in spalla. I lingotti rappresentati sono sia del Tipo 1 che del Tipo 2. I primi sono dipinti a Tebe, nella tomba 119, nel contesto tombale di Rekhmir e nella tomba di Useramon, riferibili alla prima metà del XV secolo. I lingotti di Tipo 2 invece compaiono invece in raffigurazioni più tarde, della prima metà del XIV secolo, a Tebe nella tomba di Penhet, e a Tell el Amarna, nelle tombe di Meryra I e Meryra II.16
2.2.2 Lingotti e Analisi metallografiche
La metallografia fornisce le informazioni che, insieme alle analisi elementari e alle analisi degli isotopi del piombo, consentono di ricostruire una “storia” completa degli oggetti.
Le analisi metallografiche condotte sui lingotti oxhide hanno confermato che essi venivano forgiati in matrici aperte (open moulds), versandovi il rame fuso dalla fornace. Osservando nella loro composizione la presenza o meno di alcuni elementi in traccia, è possibile farsi un’idea delle abilità metallurgiche dei forgiatori. Ad esempio la presenza di inclusi di ferro può essere indicativa della presenza di atmosfera riducente nel processo di estrazione dal minerale. L’assenza di silicati o di allumino indica invece che le tecniche estrattive erano abbastanza avanzate da permettere una completa separazione del rame da eventuali inclusi di scorie.17
Le analisi metallografiche sui lingotti hanno cercato di chiarire tutte le questioni ancora insolute inerenti la qualità del rame e le tecniche metallurgiche
15 Bass 1967, figg.62, 64 e 72
16 Bass 1967; Graziadio 1998, 194-195
utilizzate nell’Età del Bronzo. Si è ad esempio accertato che il rame trasportato in forma di lingotti sul carico del relitto di Ulu Burun, sia gli oxhide che i piano-convessi, era di qualità assai migliore del rame che circolava nel TB in altri contesti geografici, come ad esempio nel Caucaso, nella regione di Wadi Arabah, o in quella dell’Oman.18
Il capire con certezza se il rame dei lingotti oxhide provenisse esclusivamente da giacimenti minerari, oppure se venisse anche praticato riciclo di materiale di scarto nella loro produzione, è una questione di primaria importanza, anche nell’ottica dell’utilizzo delle analisi LIA nello studio della provenienza.19 Nel Mediterraneo sono note evidenze archeologiche di attività di riciclo del metallo20 ma, per quanto riguarda il rame dei lingotti, dalle ricerche
analitiche svolte sul carico del relitto di Ulu Burun risulta che “...the ingots
reflect the composition of “pure” copper ores that were smelted to produce the metal, and with but a few exceptions, we see few indications that bronze scrap
could have been added, as has been suggested”.21
Un’altra questione che può essere chiarita dalle analisi metallografiche è quella sulle eventuali relazioni esistenti tra i lingotti oxhide e i piano-convessi, che spesso sono stati trovati associati negli stessi contesti archeologici. Alcuni studiosi hanno sostenuto in passato che i lingotti piano-convessi erano il prodotto di una fusione primaria, e che gli oxhide erano invece un prodotto secondario, originato dalla fusione dei primi.22 Le conclusioni delle analisi compiute da A. Hauptmann sostengono invece, forse definitivamente chiarendo questo punto, che è altamente improbabile che gli oxhide siano prodotti con rame ottenuto dai piano-convessi, essendo la composizione in traccia delle due
18 Hauptmann e al. 2002, 13 e Bibl.Cit.; nel rame che circolava in queste regioni sono state riscontrate elevate
tracce di piombo, di arsenico e di nichel.
19 vd. Paragrafo 3.3.4
20 Knapp 2000; Knapp e al. 1988; vd. Paragrafo 3.3.4 21 Hauptmann e al. 2002, 13
tipologie troppo simile.23 Inoltre, per lo stesso motivo, si può anche concludere che entrambi fossero prodotti da rifusione secondaria.24
Dalle analisi metallografiche risulta inoltre comprovato che il rame dei lingotti oxhide è estratto da minerali solforati25, e ciò combacia con i risultati delle analisi LIA26, che assegnano a Cipro il ruolo di produttore quasi esclusivo
del rame dei lingotti, per lo meno dal XIV secolo a.C., in quanto l’isola è ricchissima proprio di giacimenti minerari di questo tipo.27
2.3 Diffusione dei lingotti oxhide
I lingotti oxhide sono una delle forme più utilizzate in cui veniva commerciato il metallo nell’età del Tardo Bronzo. La loro diffusione è testimoniata da ritrovamenti di lingotti, integri o frammentari, in numerosi siti presenti in una vasta area geografica, che si estende dalla costa della Bulgaria28, al Delta del Nilo29, dalla costa Sirio-Palestinese30 fino alla Sardegna e alla Corsica31.
La loro presenza caratterizza soprattutto i siti costieri, ma non raramente interessa siti di entroterra, comprendendo soprattutto tre delle isole maggiori del Mediterraneo, Cipro, Creta e Sardegna. Osservando la mappa dei ritrovamenti (Fig.2.4), è possibile apprezzare bene quanto fosse complessa questa rete commerciale di scambi e di contatti. È ormai certo che i lingotti venissero trasportati via mare, lungo rotte specifiche che sono state teorizzate sulla base delle correnti stagionali del Mediterraneo, e sulla base dei relitti rinvenuti. È chiara l’esistenza di una rotta che dall’Oriente, passando per Cipro, proseguiva
23 Hauptmann e al. 2002, 18 24
Maddin e Merkel 1990; Hauptmann e al. 2002, 18
25 Maddin e Merkel 1990, 172; Kassianodou 2005, 335 e Bibl. Cit. 26 vd. Capitolo 3
27 Kassianidou 2005, 334 e Bibl. Cit. 28 Dimitrov 1979,73
29 Pusch 1995, 123 30 Galili e al. 1986, 32 31 Lo Schiavo 2005; 2006
lungo le coste dell’Asia Minore e le isole dell’Egeo, e giungeva fino alla Sardegna e al Mediterraneo centrale.32
I due relitti di Capo Gelidonya33 e di Ulu Burun34, rinvenuti al largo della costa anatolica meridionale, per la loro unicità e ricchezza sono una fonte ricchissima di informazioni sulle rotte utilizzate nel trasporto dei lingotti oxhide. Rappresentano infatti la più grande concentrazione di lingotti finora ritrovata, e dimostrano che il rame nella Tarda Età del Bronzo veniva in massima parte commerciato in forma di lingotti oxhide e, in misura minore, anche in forma di lingotti piano-convessi.35
Fig. 2.4 Mappa dei ritrovamenti di lingotti oxhide nel Mediterraneo, aggiornata al 1999
(da Gale 1999, 111, fig.1)
32 Kassianidou 2005; Gale 1991 33 Bass 1967, 52
34 Bass 1986, 275-277; Pulak 1988, 6-8; 1997, 235 35 Kassianidou 2005; Hauptmann e al. 2002
Cipro è ritenuta essere la miglior candidata per l’origine di questa tipologia di lingotti, grazie soprattutto ai risultati delle indagini analitiche sugli isotopi del piombo36, anche se in realtà sono rari i casi di ritrovamento di oxhide integri sull’isola. Uno solo di questi proviene da Enkomi37 (CY1 nel Catalogo), a seguito degli scavi del British Museum nel 1896, mentre un lingotto quasi completo diviso in frammenti sembra che provenga da Mathiati (CY2).38
2.3.1 Creta
Come è stato già accennato precedentemente (Paragrafo 1.3.2), nel Tardo Bronzo Creta presenta numerose evidenze di attività metallurgica, sia in siti palaziali sia in contesti urbani. Anche i lingotti oxhide risultano relativamente comuni a Creta, ed è da sottolineare che alcuni di questi sono i più antichi oxhide finora ritrovati, in quanto riferibili al periodo Neopalaziale. Molti di questi sono stati trovati integri, nei tre siti di Ayia Triada (CR1 nel Catalogo), Tylissos (CR2) e Zakro (CR3).
CR1- Ayia Triada
All’interno del Vano 7 della Villa di Ayia Triada, distrutta nel TM IB, sono stati rinvenuti 19 lingotti oxhide integri. Il resoconto di scavo pubblicato nel 1903 da Paribeni presenta alcune incongruenze sull’esatta collocazione dei lingotti39, che ultimamente sono state chiarite grazie al confronto incrociato dei riferimenti relativi allo scavo e alle misurazioni dei lingotti. Risulta che essi fossero ordinati in tre pile lungo la parete merdionale, di 5 esemplari ognuna, più un gruppo di tre lingotti lungo quella settentrionale. Un ultimo lingotto era probabilmente disposto un po’ distante.40
36 vd. Capitolo 3
37 Buchholz 1959, 28-29; Catling 1964, 267-268 38 Bruce 1937, 641
39 Gale 1991, 202
Fig.2.5 La metà del lingotto da Ayia Triada, Piazzale dei Sacelli (da Gale 1991, Pl.1)
Altri due ritrovamenti, metà lingotto di Tipo 2 (Fig.2.5), e un quarto di lingotto, sono stati attribuiti alla suppellettile del santuario del piazzale dei Sacelli, nel settore orientale dell’area. Il santuario inizia ad essere frequentato dal TM IIIC, epoca alla quale vengono riferiti i due reperti, e rimane attivo fino ad epoca ellenistica.41 Il ritrovamento di lingotti oxhide anche in un contesto TM IIIC dimostra che Ayia Triada era ancora coinvolta in qualche modo nel traffico di rame, come sembra confermato anche dal vicino sito portuale di Kommos, dove sono stati rinvenuti altri frammenti databili al TM III.42
I lingotti trovati nel Vano 7 della Villa variano in dimensioni, concavità dei lati, e grado di curvatura del profilo, ma sono riferibili tutti al tipo più antico (Tipo 1, come definito da Bass43). Otto di essi hanno segni incisi, e alcuni hanno 3 o 4 concavità agli angoli.44
Le analisi in traccia evidenziano la relativa purezza dei lingotti, che presentano una composizione tra loro similare, con impurità solo occasionali.45
La provenienza del metallo di questi lingotti è stata studiata col metodo degli isotopi del piombo. Non è stato identificato il giacimento d’origine, ma è stato comunque possibile escludere quelli ciprioti, e si è ipotizzato che il rame potesse provenire da giacimenti afgani o del Vicino Oriente.46
41 Cucuzza e al. 2004, 143-144, Fig.7 e Bibl.Cit. 42 Cucuzza e al. 2004, 146-148 e Bibl.Cit. 43 Bass 1967
44 Evely 2000, 343
45 Buchholz 1959, 11, riportate anche in Evely 2000; Wheeler e al. 1975, 35; Gale e Stos-Gale 1986, 93 46 Gale e Stos-Gale 1986, Gale 1991, 225, fig.19
Il mezzo lingotto databile al TM IIIC invece risulta provenire da giacimenti ciprioti, come tutti i lingotti ritrovati a Creta databili dal TM II in poi.47
CR2- Tylissos
A Tylissos sono stati trovati tre lingotti oxhide.48 Uno (HM1763) presenta
una forma riferibile al Tipo 1, ed è caratterizzato da un foro ad ogni angolo. Gli altri due, anch’essi nell’Herakleion Museum (HM1763a-b), hanno una forma simile; uno presenta due macchie e un marchio inciso.49
Analisi metallografiche dei lingotti sono state pubblicate da H.G. Buchholz e T.S. Wheeler50, mentre le analisi degli isotopi del piombo, sono state realizzate dall’Isotrace Laboratory di Oxford51. La provenienza è probabilmente la stessa dei lingotti di Ayia Triada, e perciò dubbia.
CR3- Zakro
Dagli scavi compiuti fin dai primi anni ’70 da Platon52, risulta che nel palazzo vi era attivo almeno un laboratorio metallurgico, come testimoniato dalla presenza di oggetti in bronzo e di rame, tra i quali sei lingotti oxhide integri. I lingotti sono stati trovati nell’ala ovest, Room XI, vicino le stanze xxiv-xxvi, in un’area adibita a magazzino, anche se è indubbio che facevano parte di attività metallurgica, svolta altrove nel Palazzo.53
I lingotti (HM 2601-2606), risultano essere composti in rame quasi puro54, e la loro area di origine sembra ormai certo che non fosse rappresentata dai giacimenti ciprioti, analogamente ai lingotti di Tylissos e Ayia Triada55.
Dall’area dell’insediamento invece è stato trovato un frammento di oxhide, analizzato metallograficamente da H.G. Buchholz e R.C. Bosanquet.56
47 Cucuzza e al. 2004, 151 48
Hatzidakis 1912
49 Gale 1991, 202-203, Pl. 2, a-d
50 Buchholz 1959, 11; Wheeler e al. 1975, 35
51 Gale e Stos-Gale 1986, 94, fig.5; Gale 1991, 225, fig.19 52 Platon 1971; 1988
53 Hakulin 2000, Appendix I.4 54 Wheeler e al. 1975, 35 55 Gale e Stos-Gale 1986
CR4- Cnosso
A Cnosso sono state trovate numerose testimonianza di attività metallurgiche. In particolare la Unexplored Mansion, edificio riadattato nel TM II a laboratorio, presenta attività di lavorazione del metallo in cinque sale, e risulta il più grande laboratorio metallurgico finora attestato a Creta. La Mansion rivela l’importanza dell’attività di riciclo attuata nel periodo “miceneo”, almeno durante il TM II, forse a causa di rifornimenti non più continuativi di rame e stagno dal Mediterraneo.57
All’interno del palazzo, all’estremità meridionale del Lungo Corridoio nell’ala ovest, nell’area dei magazzini, è stato rinvenuto un frammento di lingotto durante gli scavi del 1902.58 Il terreno disturbato non ha permesso una datazione precisa, ma probabilmente il frammento (KN/1962) risale al TM I, oppure a un periodo più tardo (TM II-III).59
CR5- Palaikastro\Mochlos
Da questa vasta città costiera nella parte orientale dell’isola provengono tracce derivanti da fusione secondaria di rame e dalla produzione di oggetti su piccola scala.60
I due frammenti di oxhide ritrovati non derivano da un contesto sicuro, ma possono essere fatti risalire genericamente al TM.61
Le analisi metallografiche mostrano una composizione di rame quasi puro. Uno presenta qualche incluso minimale di Sn, Fe e Zn, l’altro, più puro, solo di Zn. L’argento è presente solo in traccia.62
56 Buchholz 1959, 11; Bosanquet 1902-03, 276 57 Hakulin 2004, Appendix I.6; Evely e Stos 2000 58 Evans 1928, 624
59 Mangou e Ioannou 2000, 208 60 Hakulin 2000, Appendix I.8
61 Evely 2000, 344, n.34; Bosanquet 1904-1905 62 Buchholz 1959, 11; Wheeler e al. 1975, 35
CR6- Mochlos
Nell’area scavata sulla costa opposta all’isola di Mochlos, nella regione orientale di Creta è stata rilevata la presenza di numerosi laboratori artigianali di vario genere, in cui, soprattutto nel Building A, si praticava la lavorazione del metallo e la produzione di oggetti in bronzo. I ritrovamenti metallici dal Quartiere degli Artigiani e da Chalinomouri sono un’opportunità unica per studiare la metallurgia del TM IB al di fuori di contesti palaziali.63
Dal Quartiere degli Artigiani provengono 19 frammenti di lingotti, ed è significativo che siano stati tutti rinvenuti, tranne uno (IC.242, nel Building B), nel Building A. Essi presentano spessori diversi, per cui possono essere attribuiti a lingotti originariamente di forme e dimensioni assai diverse tra loro. Ad esempio il frammento IC.226, presentando parte di un angolo, sembra appartenere ad un lingotto oxhide di Tipo 1, con le protuberanze corte. Altri due frammenti sembrerebbero appartenere a lingotti oxhide (IC.242 forse, IC.241), mentre un frammento è di forma piano-convessa, e uno di forma semi-circolare; tutti gli altri sono frammenti troppo piccoli per essere assegnati a qualche forma in particolare. Diciassette frammenti sono stati analizzati, sia tramite energy
dispersive X-Ray fluorescence (ED XRF), sia tramite analisi degli isotopi del
piombo, e sono risultati composti di rame puro, proveniente da miniere cipriote.64
Dei 19 lingotti, 15 appartengono ad uno stesso ripostiglio di fondazione costituito anche da una scodella di bronzo e comprendente anche del minerale e degli scarti di metallo, accumulato per essere per la realizzazione di manufatti. Altri due frammenti provengono da altre stanze all’interno del Building A, mentre altri due, compreso l’oxhide IC.242, erano collocati altrove nel Quartiere, e avevano probabilmente una finalità diversa.65
63 Hakulin 2000, Appendix I.3; Lo Schiavo 2006, 1322-23 64 Soles e Stos-Gale 2004, 45-47; vd. Capitolo 3
CR7- Sitia
Un frammento di oxhide proverrebbe da Sitia, a poca distanza da Palaikastro, nell’estremità orientale di Creta. Databile genericamente al TM, il frammento è in linea generale simile ad uno di quelli provenienti da Palaikastro. Viene citato da H.G. Buchholz, e menzionato ancora da R.D.G. Evely, ma sembra che comunque se ne siano perse le tracce.66
CR8- Gournia
A Gournia, dove una delle attività principali era sicuramente rappresentata dalla lavorazione del metallo, probabilmente si fabbricavano gli oggetti e gli strumenti in bronzo per la regione limitrofa. Quattro frammenti di lingotti oxhide sono stati rinvenuti in un contesto databile probabilmente al MM III-TM I, e potrebbero essere delle parti provenienti da due soli oxhide. Sono stati analizzati insieme ad altri oggetti in bronzo del sito, e non risulta alcuna connessione tra il metallo degli uni e degli altri, e quindi il rame dei lingotti non è quello utilizzato nel produrre i manufatti.67 Gli oggetti hanno una bassa percentuale di stagno, che potrebbe derivare dall’utilizzo di scarti di metallo nella loro fabbricazione.68
Per quanto riguarda la provenienza, secondo le analisi LIA il rame dei lingotti proviene dai giacimenti di Cipro, in particolare dalla regione di Apliki.69
CR9- Poros-Katsambas
Dalle indagini archeologiche effettuate negli anni ’90 da Dimopoulou70 risulta che il periodo di maggiore attività di questo centro, il porto principale del vicino palazzo di Cnosso, va dal periodo Prepalaziale al Postpalaziale, quando era il centro di produzione di ricche e pregiate manifatture di vario genere, tra
66 Buchholz 1959, 31, n.12; Evely 2000, 344, n.36; Evely lo menziona come confused already con quello di
Palaikastro.
67 Muhly e al. 1977, 360; Evely 2000, 344, n.37-38
68 Betancourt e al. 1978, 7-8; Evely 2000, 335-338; Hakulin 2000, Appendix I.2 69 Stos-Gale e al. 1997, 111-112
cui la produzione metallurgica. Le prime attività di lavorazione del bronzo risalgono comunque al contesto MM IIB (presso lo Skatzourakis plot). Successivamente, dal periodo Neopalaziale, i laboratori si estendono, occupando più aree della città, e l’industria metallurgica raggiunge una dimensione eccezionale. La maggior parte dei materiali riferiti ad attività metallurgica sono databili dal MM III- TM I, fino al TM III A2-B.71
Nelle vicinanze del Sanoudakis plot, tra le rovine di un edificio a due piani databile al MM IIIB- TM IA, sono stati trovati anche dei frammenti di lingotti di rame, insieme a frammenti di crogioli e tuyéres, a scorie, e ad altri materiali non lavorati e di scarto. Durante il periodo Neopalaziale e fino al Postpalaziale, le attività metallurgiche si estendono anche sulla Trypeti Hill, come confermato dal ritrovamento di un lingotto oxhide integro, insieme a dei crogioli frammentari, in un contesto confuso, databile dal TM al TM III.72
CR10- Kommos
La città portuale di Kommos è un punto nodale nella rete dei commerci a lunga distanza nel Mediterraneo, con collegamenti e testimonianze di contatti a lunga distanza, anche con la Sardegna e la Sicilia (ceramiche nuragiche e del sud Italia, sono riferibili a livelli del TM III A2 e TM III B).73 Con Cipro i contatti sono particolarmente evidenti e duraturi nel tempo, soprattutto per quanto riguarda documenti di attività metallurgica.74
Kommos ha mostrato tracce di attività metallurgica in due differenti fasi della storia del sito. Le attestazioni più antiche di lavorazione del rame e delle sue leghe sono concentrate nella zona sud, in un contesto MM III-TM I, nel cosiddetto Complesso Portuale (Edificio Gamma). In una fase successiva, TM
71 Dimopoulou 1997, 434
72 Hakulin 2000, Appendix I.5; Dimopoulou-Rethemiotaki 2004, 377, fig.31.28; Dimopoulou 1997, 435,
Pl.CLXXb
73 Gillis 1995, 72; Knapp 1990, 127-128 74 Shaw 1998; Lo Schiavo 2006, 1323 e Bibl.Cit.
II-III, il luogo di lavorazione si sposta dall’area portuale alla città attorno, con attività industriali su piccola scala.75
Un frammento di lingotto oxhide è stato trovato nella zona portuale, mentre altri cinque risalgono al periodo più recente.76 I lingotti sono stati analizzati metallograficamente, e la loro composizione risulta essere di rame puro.77 Da
rilevare comunque che, essendo relativamente più sottili degli altri lingotti oxhide ritrovati nell’Egeo, potrebbe anche trattarsi di frammenti di bun o slab
ingots.78
Le analisi LIA e le analisi in traccia INAA hanno indicato una provenienza cipriota, anche se sono stati pubblicati i dati analitici di un solo pezzo.79.
CR11- Khania, Kastelli
L’attività metallurgica a Khania durante il TB è testimoniata da crogioli, scorie e tre frammenti di rame puro. I tre frammenti sono stati interpretati come dei frammenti di oxhide80, e tale ipotesi sembrerebbe confermata dai risultati delle analisi degli isotopi del piombo, da cui risultano strettamente affini ai lingotti oxhide di Gournia (TM IB), in quanto aventi la stessa composizione isotopica e provenienti da Cipro.81
I tre frammenti sono databili ognuno a un periodo diverso, a partire dal TM IB fino al TM IIIA.82
CR12- Festòs
Dal catalogo redatto da Mangou e Ioannou, risulta il ritrovamento di un esemplare di oxhide integro a Festòs, già citato da Svoronos.83
75 Hakulin 2000, Appendix I.7 76
Lo Schiavo 2006, 1323; Blitzer 1995, 500
77 Muhly e al. 1988
78 Blitzer 1995, 500-501, Tab.8.3, campioni M1-M6
79 Blitzer 1995, 501, campione M5 n.82; Stos-Gale e al. 1997, 110 80 Gale 1991, 202; Mangou e Ioannou, 2000, 208
81 Stos-Gale e al. 2000, 207, n 4-5-8, 209; vd. Capitolo 3 82 idem
CR13- Kato Syme
Un frammento metallico ritrovato nel santuario minoico durante gli scavi di Angelike Lebessis, era stato ritenuto appartenere ad un lingotto oxhide,84 ma è stato poi provato che in realtà esso costituiva parte di un’ascia.85 Viene citato anche da J.D. Muhly e da H. Mangou e P.V. Ioannou.86
2.3.2 Altri ritrovamenti nell’Egeo
Oltre che nell’isola di Creta, altri ritrovamenti di lingotti oxhide sono stati riscontrati in quantità minore in altri siti dell’Egeo, sia nell’entroterra che nelle isole Cicladi. Un catalogo di tali reperti è stato redatto nel 2000 da H. Mangou e P.V. Ioannou87, dai quali ho preso parte dei miei riferimenti.
I due frammenti di oxhide rinvenuti ad Ayia Irini, nell’isola di Keos (E1 nel Catalogo Riassuntivo), sono databili al TM IA, e risultano essere prodotti con rame cipriota.88
Un frammento di lingotto oxhide del TE IIIC è stato rinvenuto ad Emporio (E2 nel Catalogo), nell’isola di Chios lungo la costa occidentale della penisola anatolica89, e anche questo risulta provenire da Cipro, in particolare dalla miniera di Apliki.90
La stessa provenienza risulta per gli esemplari di oxhide del Tipo I ritrovati in un relitto di fronte alle coste di Kyme, in Eubea (E3 nel Catalogo)91, che purtroppo non sono ben databili.92
Anche alcune città dell’entroterra hanno rivelato la presenza di lingotti oxhide di provenienza cipriota. Ad esempio a Micene (E4) sono stati rinvenuti un lingotto oxhide integro del Tipo 2b nell’Acropoli della città, durante gli scavi
84 Gale 1991, 202 85
Mangou e Ioannou 2000, 208
86 Muhly e al. 1988, Mangou e Ioannou 2000, 208 87 Mangou e Ioannou 2000
88 Gale 1991, 227, fig.19; Stos-Gale 1988, 282, fig.13; Gale 1989, 255-256, Tab.29:2; 265, Tab.29:7 89 Hood 1982
90 Gale e Stos-Gale 1986, 82; Gale 1991, 225, fig.19; Stos-Gale e al. 1997 91 Buchholz 1959, 35-37, Pl.5:3-4
di Tsountas,93 e 12 frammenti del TE III B-C, ritrovati insieme ad un lingotto piano-convesso, provenienti da tre differenti ripostigli (Poros Wall Hoards).94 Dieci di questi ultimi frammenti di oxhide sono composti di rame proveniente da Cipro, dalla miniera di Apliki, come confermato anche dalla composizione di Au\Ag. Gli altri due frammenti provengono invece da un altro giacimento, compatibile con quello di Tylissos e con tre dei lingotti da Ayia Triada.95
Altri 3 frammenti sono stati trovati a Tebe, in Beozia (E5)96, e un
frammento a Tirinto (E6)97.
Infine, dagli scavi condotti nella costa sud-occidentale dell’isola di Salamina (E7 nel Catalogo), è stato portato alla luce un grosso frammento di lingotto oxhide dal peso di 1.7 Kg.98 Il frammento è stato ritrovato nel pendio meridionale dell’Acropoli, e testimonia come anche questa città micenea, il cui splendore risale al XIII e all’inizio del XII secolo, fino alla sua distruzione avvenuta a circa la metà del XII secolo a.C, avesse concreti contatti con Cipro, infatti dalle analisi isotopiche compiute, risulta che il rame proviene da giacimenti ciprioti.99 Oltre al lingotto, anche altri oggetti, dalla Stanza 3 nel Settore Delta, contesto TE IIIC, consentono di collegare questo centro in particolar modo all’isola di Cipro. Ad esempio, il disegno decorativo che appare su una fuseruola incisa è attestato in contesti TC, e anche i marchi incisi dopo la cottura sulle anse di una stirrup jar, rimandano a dei modelli già documentati a Cipro.100
93
Gale 1991, 226-227, fig.20; Svoronos 1906; Iakovides 1974
94 Wace 1953; Gale 1991, 226, fig.20
95 Stos-Gale e al.1997, 110-114, Tab.6, fig.11; vd. anche Gale 1989, 255, fig. 29:16; 265, Tab. 29:7 96 Aravantinos 1991
97 vd. Knapp 1990, 122, nota 57 e Bibl.Cit. 98 Lolos 2003, 112, fig.22
99 analisi di Stos-Gale, citazione da Lolos 2003, 112 100 Lolos 2003, 113 e Bibl.Cit.
2.3.3 Cipro
Come già accennato (vd. Paragrafo 1.3.3), Cipro nel TC ha ormai acquisito un ruolo di primo piano nell’interazione tra Mediterraneo orientale e centrale, partecipando attivamente a scambi e contatti anche a lungo raggio. Nell’economia dell’isola assume importanza basilare l’industria metallurgica, come testimoniato dai ritrovamenti effettuati su tutta l’isola.
La stretta dipendenza di Cipro dalle sue ricchezze minerarie è ulteriormente sottolineata dal particolare legame esistente tra la metallurgia e i rituali religiosi, come è evidente ad esempio nell’Area II della zona sacra di Kition, dove sono presenti tracce di lavorazione del metallo risalenti al TC IIIA.101 Ad
Athienou-Bamboulari tis Koukouninas, sito di un tempio rurale florido dal XVI al XII
secolo, sono presenti le più antiche tracce di legami tra culto e industria metallurgica. In questa località venivano praticate attività di estrazione del rame, e in alcune fosse sono stati infatti trovati noduli di calcopirite depositati a scopo votivo.102
La connessione tra religione e industria metallurgica è anche evidente in due famose statuette bronzee, il Dio del Lingotto e la Bomford Goddess, poggianti su riproduzioni in miniatura di lingotti oxhide. Il Dio del Lingotto (XII sec.) proviene dagli scavi di C.F.A. Schaeffer103 ad Enkomi, ed è stato identificato come protettore del rame cipriota. Come afferma anche V. Kassianidou, il dio risulta essere infatti d’origine cipriota, anche se l’iconografia ha sicuramente subito influenze sia Levantine che Egee. Anche la Bomford
Goddess (XII sec.), acquistata da Mr. J. Bomford, sembrerebbe rappresentare
una divinità autoctona cipriota.104
Da notare anche le altre riproduzioni di lingotti oxhide, rinvenute in contesti religiosi nelle raffigurazioni dei pannelli dei carrelli bronzei. Ne sono un esempio i lingotti miniaturistici di Enkomi, del Tipo 2 e 3 (Fig.2.6), che spesso
101 Karageorghis e Demas 1985
102 Kassianidou 2005c; Graziadio 1998, 109 103 Schaeffer 1965, 56-57; 1971, 506-510
presentano brevi testi incisi, probabilmente a carattere votivo.105 Un lingotto oxhide del Tipo 2 è portato in spalla da un devoto, in una scena presente su un lato del carrello bronzeo databile al XII secolo a.C. trovato a Kourion e ora al British Museum.106
Fig.2.6 Lingotti miniaturistici ora al museo di Nicosia: a) probabilmente da Enkomi,
1936/VI-19-1, con segni incisi in scrittura cipro-minoica; b) Enkomi (missione francese) con iscrizione cipro-minoica (da Karageorghis 2002, pag.58, figg. 118-119)
Come risulta inoltre anche dalle fonti documentarie relative al regno di
Alashiya, identificato con Cipro, già dal XVIII secolo a.C. l’isola aveva un ruolo
di primo piano come crocevia del commercio dei metalli. Infatti i riferimenti più antichi provengono dagli archivi di Mari, databili al XVIII secolo, ma il regno di Alashiya viene citato soprattutto nei documenti ittiti, ritrovati nella capitale Hattusha, cioè Bogazköy, nel centro della penisola anatolica, e dagli archivi ugaritici ed egiziani.107
Negli archivi siriani in particolare, ritrovati a Ugarit\ Ras Shamra, Alalakh e Mari, spesso Alashiya viene citata come regione esportatrice di rame. Inoltre, alcune famiglie alasiote risiedevano proprio a Ugarit, a testimoniare uno stretto rapporto tra i due paesi, che troverebbe corrispondenza anche nelle evidenze di rapporti molto intensi tra Cipro e la costa Levantina. Anche gli archivi egiziani sono ricchi di riferimenti ad Alashiya: in alcune tavolette compare come un paese tributario dell’Egitto, soprattutto ai tempi di Tutmosis III, nel XV secolo a.C., e in altre come un paese il cui re è trattato in modo paritario dal faraone,
105 Catling 1964, 268
106 Kassianidou 2005c, 128, fig.1, Plate 19.3 107 Muhly 1972; Knapp 1996
nelle tavolette di Tell el Amarna del secondo quarto del XIV secolo a.C., nelle quali si parla anche di scambi di doni tra regnanti. Anche in questo caso il materiale di cui Alashiya risulta più ricca è il rame, insieme al legname per la costruzione delle navi. E anche in questo caso le testimonianze scritte e i dati archeologici che mostrano contatti tra Cipro ed Egitto trovano una certa corrispondenza.108
È indubbio che nel TC l’isola attraversa un periodo di opulenza, conseguenza di una ricca economia basata sulla diffusissima industria metallurgica. Ciò è evidente da centri come Enkomi109, che come vedremo è la città che presenta le maggiori attestazioni di attività metallurgiche, anche nei livelli abitativi, e Kition110, dove erano presenti laboratori di notevoli dimensioni, con tracce di fornaci che risalgono probabilmente al XII secolo a.C. Testimonianze che l’estrazione dai giacimenti fosse un’attività diffusa nel TC viene dal sito di Apliki-Karamallos111, villaggio situato nel centro del distretto minerario di Skouriotissa, dove sono stati rinvenuti grandi quantitativi di scorie estrattive e dove sono state trovate anche numerose tuyéres.112 Inoltre, a Politiko-Phorades è stato rinvenuto un centro di lavorazione primaria del minerale, l’unico finora scoperto a Cipro, che risale al periodo TC I. La sua scoperta è rilevante non solo per la quantità considerevole di scorie, pareti di fornaci, tuyéres e altro materiale riferibile ad attività estrattive, ma soprattutto perchè fa ipotizzare che altri siti simili fossero localizzati attorno sul massiccio del Troodos.113 Se ne deduce che in questo periodo la tecnologia metallurgica era molto più sviluppata di quanto si pensasse, e che la produzione era su larga scala, e finalizzata anche al commercio al di fuori di Cipro.114
A testimonianza del benessere raggiunto dalla società cipriota, nell’isola durante il TC IIC si avvia un processo di diffusa urbanizzazione, che oblitera
108 Graziadio 1998, 182-184 e Bibl. Cit.
109 Dikaios 1971; Knapp e al. 1988; Catling 1964 110 Karageorghis e Demas 1985
111 Taylor 1952 112 Muhly 1991, 183 113 Knapp e al. 1998; 1999 114 Lo Schiavo 2006, 1324
spesso le fasi abitative precedenti. Infatti, dal 1300 a.C. circa, in alcuni siti si assiste a una completa riorganizzazione dell’assetto urbano, con nuovi impianti regolari, e si assiste alla nascita di nuovi centri. Ad Enkomi l’impianto urbano viene completamente riorganizzato, e compare anche il primo edificio costruito in tecnica monumentale isodoma (l’Edificio 18, costruito nel tardo TC IIC), e viene eretta la cinta muraria (sempre durante il TC IIC).115 Anche Kition
presenta una riorganizzazione dell’assetto urbano, mentre nella costa meridionale nascono nuovi centri, come Kalavassos-Ayios Dhimitrios e
Maroni-Vournes, in cui sorgono edifici in tecnica isodoma aventi funzioni
amministrative e di storaggio.116
La diffusione dei lingotti oxhide nel Mediterraneo durante il Tardo Bronzo è presumibilmente connessa con Cipro, in quanto l’isola risulta a tutti gli effetti il luogo d’origine più probabile per tale manufatti.117 La presenza nell’isola di matrici per la produzione di lingotti oxhide sarebbe stata sicuramente una prova decisiva in questo senso, ma finora non è stata rinvenuta traccia di queste nell’isola. Comunque, si è verificato sperimentalmente che tali matrici potevano essere realizzate con la sabbia, non lasciando traccia di sé dopo la produzione del lingotto.118
Sono solo 3 i casi di ritrovamento di oxhide integri sull’isola di Cipro, e uno solo di questi proviene da una campagna di scavo, da Enkomi119. Frammenti di oxhide sono stati inoltre trovati a Mathiati, Kalavassos-Ayios Dhimitrios, Maroni-Vournes, Pyla-Kokkinokremos e Maa-Palaeokastro.
CY1- Enkomi
Il centro abitato di Enkomi si sviluppa nel tardo MC III. Durante il TC attraversa un periodo di particolare floridezza, testimoniato in primo luogo dalla
115 Graziadio 1998, 97-102
116 Graziadio 1998, 102-108; Karageorghis 2002, 64-66; vd. Bibl.Cit. 117 Kassianidou 2005, 334-335 e Bibl. Cit.
118 Kassianidou 2005, 334-335 e Bibl. Cit. 119 Buchholz 1959, 28-29; Catling 1964, 267.268
ricchezza dei corredi tombali, oltre che dal rinnovato impianto urbano regolare, in cui è presente anche un edificio in tecnica isodoma, l’Edificio 18, nel quale erano situati numerosi laboratori di bronzisti. La città presenta in tutta la sua estensione una stretta commistione tra ambienti abitativi e artigianali di lavorazione del metallo, a testimonianza del fatto che l’economia era basata fondamentalmente proprio sulle attività metallurgiche, in tutte le sue fasi di lavorazione.120
È infatti la città cipriota che in assoluto presenta il maggior numero di attestazioni di attività metallurgiche, anche nei livelli abitativi, evidenziate da scorie, tuyères, attrezzi, lingotti e residui metallici. Da sottolineare anche la frequenza di ripostigli di oggetti non più utilizzabili e destinati alla rifusione121, e la frequenza di oggetti di bronzo nei corredi funerari.122
Dagli scavi del British Museum nel 1896 ad Enkomi proviene uno dei primi lingotti oxhide mai ritrovati. Questo lingotto integro, che fa parte dell’”Enkomi Foundry Hoard”, è del Tipo 3 (Fig.2.7), e presenta un marchio impresso sulla superficie superiore.123 Purtroppo mancano informazioni precise sulla scoperta del ripostiglio, e la datazione può essere assegnata solo approssimativamente a circa il 1200 a.C124, o forse ad un periodo leggermente più antico, al XIII sec. a.C.125 Questo deposito comprende, oltre al suddetto lingotto e a numerosi oggetti bronzei, armi, utensili e piedistalli, anche altri frammenti di oxhide (1897/4-1, 12, 13, 14, 15, 33, 36), ai quali si riferiscono già Muhly126 e Catling127.
120
Graziadio 1998, 97-102; Catling 1964
121 Courtois e al. 1986
122 Dikaios 1971, 500-516; Knapp e al. 1988; Catling 1964
123 Murray e al. 1900, 15, 17, Pl. 1535; Buchholz 1959, 28-29; Catling 1964, 267-268, Pl. 49 c 124 Catling 1964, 267-268, 278-281
125 Bass 1991 126 Muhly 1991, 181
Fig.2.7 Lingotto rinvenuto nell’Enkomy Foundry Hoard, ora al British Museum,
1897/4-1, 1535 (dal sito www.thebritishmuseum.ac.uk)
Anche gli altri due oxhide integri da Cipro128 sembra siano stati ritrovati in
un ripostiglio, ma non possono essere assegnati ad un contesto sicuro di provenienza. Uno è conservato al Nicosia Museum, e l’altro nella collezione privata di H. Mudd, a Los Angeles.129
CY2- Mathiati e Skouriotissa
Al Museo di Nicosia sono custoditi altri frammenti di lingotti oxhide. Undici di questi proverrebbero da un ripostiglio situato nella regione mineraria di Mathiati (Fig.2.8)130, e almeno sette da Skouriotissa (1976-I-20)131. Non possono essere assegnati ad un contesto archeologico sicuro. I numerosi frammenti, tra i quali sono presenti degli apici, sembrerebbero appartenere ad almeno 2 lingotti oxhide. Dal ripostiglio di Mathiati provengono anche numerosi utensili bronzei e resti di lavorazione metallurgica, oltre ad un frammento di lingotto in miniatura.132
128 Catling 1964, 282, Pl. 49 a, b, d
129 Gale 1991, 201; Muhly e al. 1977, 359-360; Muhly e al. 1980 130 Catling 1964, 282-285, Pl.49 g
131 Gale 1991, 201; Stos-Gale e al. 1997, 107
132 Catling 1964, 268 e 284, Pl.49 f,g; Bruce 1937, 641, fig. 328; per le analisi metallografiche di questi
Fig.2.8 Frammenti da Mathiati, 1936/VII-17/9, ora al museo di Nicosia (da Catling
1964, Pl.49-f)
CY3- Kalavassos- Ayios Dhimitrios
La città sorge nel TC IIC in un’area già densamente abitata fin dal MC. Le campagne di scavo hanno mostrato che il centro ha avuto un periodo di attività relativamente breve, che interessa tutto il XIII secolo, e che finisce a causa delle distruzioni attorno al 1200 a.C.133
Il suo sviluppo probabilmente dipende dal progresso metallurgico dell’area, data anche la vicinanza con i distretti minerari sul massiccio del Troodos. Di particolare interesse è infatti l’Edificio IX, che presenta cospicue tracce di lavorazione metallurgica su piccola scala, come resti di fornace, scorie e cenere, e frammenti di lingotti. Il palazzo più grande dell’insediamento è comunque l’Edificio X, il quale aveva probabilmente funzioni amministrative e di immagazzinamento. Sono stati infatti trovati in gran quantità dei pithoi per contenere dell’olio, e dei cilindri con scritte in caratteri cipro-minoici. Questo edificio probabilmente è stato abbandonato prima della distruzione.134
I 3 frammenti di oxhide ritrovati nella Stanza A50 dell’Edificio IX provengono quindi da un contesto sicuro, riferibile al TC IIC.135
133 South 1982, 60-68;
134 Graziadio 1998 105-108; Karageorghis 2002, 64 135 South-Todd 1985, 119
CY4- Maroni-Vournes
Maroni-Vournes è strettamente correlata con il vicino centro di Kalavassos. Anche questo sito infatti raggiunge il culmine della sua importanza nel TC IIC, probabilmente grazie al progresso metallurgico dell’area. Alla fine del periodo viene coinvolto nelle distruzioni che affliggono Kalavassos, e anche Maroni viene abbandonata. La presenza di un ashlar building isodomo, avente funzione anche di magazzino, fanno di Maroni un altro centro commerciale e amministrativo della costa meridionale di Cipro.136
Dall’ ashlar building provengono 4 frammenti di lingotti oxhide, ritrovati in contesto databile archeologicamente al TC IIC.137
CY5- Pyla-Kokkinokremos
Pyla-Kokkinokremos è un sito che ha avuto una vita di breve durata, essendo attivo soltanto nella seconda metà del TC IIC, fino al 1200 a.C. Dalle indagini archeologiche risulta comunque essere stato un insediamento ricco, che ha restituito oggetti di pregio e ceramiche micenee d’importazione. Ripostigli sotterranei contengono bronzi e frammenti di lingotti. In particolare, i frammenti di un lingotto oxhide, che fanno parte degli apici, provengono da un contesto databile al tardo TC IIC.138
CY6- Maa-Palaeokastro
Questo sito a carattere prettamente difensivo sorge nella costa occidentale dell’isola, protetto sia dalla conformazione del terreno, sia da una cinta muraria in tecnica ciclopica. Alla fine del TC IIC viene distrutto, e poi ricostruito più modestamente nel TC III, ma senza raggiungere l’ampiezza precedente, e rimane abitato comunque per poco, prima del definitivo abbandono.139
136 Graziadio 1998, 108; Karageorghis 2002, 66 137 Cadogan 1985; 1987, 83
138 Karageorghis e Demas 1984, 38, 57, 63, 100-103, Pl. XXVI, 65 139 Karageorghis e Demas 1988
Dai livelli dell’Edificio IV provengono dei manufatti bronzei, insieme ad altre testimonianze che nel sito veniva praticata attività metallurgica. Tra queste sono stati trovati anche dei frammenti di lingotti oxhide, da un contesto sicuro riferibile alla fine del TC IIC.140
2.3.4 Relitti
UB- Ulu Burun
La nave naufragata al largo del promontorio di Kaş, lungo le coste meridionali della penisola Anatolica, e non lontano da Capo Gelidonya, era una nave mercantile che partendo dal Mediterraneo orientale si dirigeva in direzione dell’Egeo.141
Il suo scafo era lungo all’incirca 15 metri, e poteva contenere fino a 20 tonnellate di carico. Osservando gli scarabei di derivazione egizia che facevano parte del gruppo degli oggetti di prestigio rinvenuti a bordo, si è ritenuto probabile che il relitto fosse affondato alla fine del XIV o inizio del XIII sec. Con ulteriori indagini dendrocronologiche si è appurato poi più precisamente che la datazione della nave risale all’incirca al 1308 a.C.142
Il carico del relitto comprendeva merci semilavorate, oggetti di lusso e di prestigio, ceramiche fini e da trasporto. I reperti, tra i quali anche gli utensili in bronzo e le armi, presentano una provenienza assai varia da luoghi diversi del Mediterraneo. Ciò ha reso difficile stabilire con certezza quale fosse il porto di partenza della nave. Data l’abbondanza di elementi comunque “orientali”, più numerosi di quelli micenei, si è comunque ipotizzato che la nave avesse origini cipriote o levantine e che si dirigesse verso ovest. L’elemento che risulta essere ormai certo è che la nave abbia fatto scalo in qualche città cipriota, a imbarcare l’enorme quantitativo di rame riscontrato nel carico, come confermano le indagini LIA sull’origine del metallo dei lingotti.143
140 Muhly e Maddin 1988, 471 141 Bass 1986
142 Yalçin e al. 2005
La varietà dei reperti rinvenuti nel relitto conferma l’esistenza di comunicazioni a lunga distanza tra Mediterraneo orientale e centrale. Ad esempio, un rinvenimento ormai noto è quello della spada di tipo “Thapsos-Pertosa”, riconosciuta da L.Vagnetti, che conferma un coinvolgimento anche della lontana Sicilia negli scambi internazionali.144
La parte più consistente del carico è costituita dal più vasto complesso di metallo in lingotti finora rinvenuto dell’Età del Bronzo, sia di rame che di stagno. Le circa 10 tonnellate di rame hanno la forma perlopiù di oxhide, 354 lingotti in media di circa 24 Kg ma dal peso non standardizzato; inoltre è presente un considerevole numero di lingotti piano-convessi, 121 integri più forse altri nove in stato frammentario. I lingotti di stagno sono 120, e raggiungono una tonnellata di peso, in varie forme, tra le quali oxhide e piano-convessi; venivano tagliati praticamente tutti a metà o a quarti, a parte tre lingotti ritrovati integri. Sono i lingotti di stagno più antichi finora ritrovati che abbiano una datazione certa.145
Tra gli oxhide di rame sono presenti in maggioranza le forme di Tipo 2 e 3, ma alcuni esemplari appartengono al Tipo 1b (Fig.2.9). La coesistenza dei tre tipi è una ulteriore riprova che non sussiste una esatta successione cronologica nel loro utilizzo. Inoltre, il Tipo 3 risulta non essere così tardo come si immaginava in precedenza.146 Da notare la presenza di un’ulteriore variante nella tipologia di lingotti oxhide, con solo due maniglie a prolungare uno dei due lati lunghi. Nel relitto ne sono stati trovati più di 31 esemplari (Fig.2.3).147
Tra tutti i lingotti di rame è stato riscontrato che almeno metà dei lingotti oxhide presenta uno o più marchi, incisi principalmente sulla facciata superiore più ruvida, mentre per quanto riguarda i piano-convessi i marchi sono presenti in percentuale minore, e quasi sempre sulla facciata inferiore, più liscia.148
144 Lo Schiavo 2006, 1320 e Bibl. Cit.
145 Lo Schiavo 2006, 1320 e Bibl.Cit.; Hauptmann e al. 2002, 2; Pulak 1997, 235 146 Graziadio 1998, 221-228
147 Pulak 1997, 235, 237, Fig.5 148 Pulak 1997, 235
Fig.2.9 Due esemplari del Tipo 1b, dal relitto di Ulu Burun (dal sito http://ina.tamu.edu)
Altri materiali semi-lavorati, come dei pani di vetro, del legname pregiato egiziano, dell’avorio di elefante e ippopotamo, e dell’ambra, fanno del carico del relitto di Ulu Burun un ritrovamento eccezionale, forse di un vascello “regale”.149
Le ceramiche presenti confermano ulteriormente il carattere internazionale della nave. Sono state rinvenute infatti un centinaio di anfore cananee, ceramica cipriota e micenea, e in percentuale minore anche ceramica siriana. Inoltre erano presenti 10 pithoi, di fattura simile a quelli trovati a Nuraghe Antigori, Kalavassos, Maroni, Kommos e nel relitto di Capo Iria e ritenuti di origine cipriota, così come le ancore litiche, alcune delle quali sono di foggia tipicamente cipriota. Tali ritrovamenti aiutano ad individuare i legami commerciali tra diversi siti sparsi nel Mediterraneo, i quali partecipavano alla stessa rete di contatti.150
Le ipotesi più fondate sono che il carico rappresentasse un dono regale o un tributo da pagare, come è stato a lungo dibattuto, basandosi anche sulla
149 per il catalogo completo vd. Pulak 1988; 1997; Yalçin e al. 2005 e Bibl.Cit.; la maggior parte del carico,
compreso l’enorme quantitativo di metallo, è esposto in Turchia nel Museum of Underwater Archaeology a Bodrum, insieme al carico di Capo Gelidonya.
eccezionale somiglianza del carico con quello menzionato da un testo egizio, nel quale si elencavano gli oggetti di un tributo del regno di Alashiya al faraone.151
CG- Capo Gelidonya
Il relitto affondato al largo delle coste anatoliche meridionali, poco distante da Capo Gelidonya, è stato oggetto di studi e analisi fin dagli anni ’60.152
Il carico comprendeva materiali semilavorati, come rame e stagno, e numerosi oggetti in bronzo di varie tipologie, di frammenti di oggetti non rifiniti e di scorie di estrazione. I pezzi fusi non lavorati e gli scarti di fusione conferiscono al carico una caratteristica natura di tipo metallurgico, ed è plausibile supporre che essi facessero parte dell’equipaggiamento di un fabbro in viaggio sulla nave. Gli oggetti di bronzo non rifiniti presentano un alto tenore di stagno, e probabilmente servivano come fonte di metallo da rifondere per fabbricare bronzi in qualche città prevista come approdo. Per questa ragione il carico del relitto è stato anche considerato una prova tangibile del fatto che nell’Età del Bronzo si praticavano attività di riciclo del metallo.153
Tra i numerosi oggetti e attrezzi metallici non utilizzabili, la maggior parte trova i maggiori riscontri in ambito cipriota, così come per quanto concerne gli utensili bronzei da stagnino.154
Il rame si presentava stipato in forma di lingotti oxhide (44 più o meno completi), di lingotti piano-convessi (30, sia interi che a metà), e in forma frammentaria (più di 75 Kg). Lo stagno invece è presente in 19 lingotti a barra, più tre masse informi, forse residui di lingotti ormai quasi completamente corrosi. Tutti i lingotti oxhide di rame sono riferibili al Tipo 2 di H.G. Buchholz, ma sono ulteriormente divisibili in tre sottogruppi, come evidenziato da G.B. Bass.155 Inoltre, 24 di essi presentano dei marchi primari impressi sul metallo
151 Pulak 1997, 256; Bass 1991, 76 152 Bass 1967
153 Budd e al. 1995; Knapp e al. 1988 154 Bass 1967; 1991
ancora malleabile, sulla facciata superiore. In 4 casi sono presenti anche dei dei segni addizionali sulla facciata più liscia. Dei segni secondari, incisi a freddo, sono presenti in qualche caso, sempre sul lato liscio.156
Fig.2.10 I lingotti del carico, rinvenuti nell’area P del sito (da Bass 1967, pag.45,
fig.40; dal sito http://ina.tamu.edu)
La provenienza dei lingotti di rame risulta essere cipriota, come attestano le analisi LIA (vd. Capitolo 3). Invece i lingotti di stagno hanno provenienza sconosciuta.157
Tra i materiali e gli oggetti rinvenuti si contano anche ceramiche di varia origine, ovvero sirio-palestinese, cipriota e micenea, dei pesi utilizzati nelle transazione mercantili, in pietra e metallo, e degli scarabei di derivazione egiziana, databili al XIII secolo a.C. Questi ultimi sembrerebbero anche rappresentare il riferimento cronologico più tardo, e perciò sono stati considerati utili nella datazione del relitto.158
Per quanto riguarda la data di affondamento del relitto, le opinioni sono fondamentalmente due. Alcuni studiosi ritengono probabile che il relitto sia
156 idem 157 Bass 1991
affondato nel XIII secolo, e tra questi figura anche G.B. Bass, il quale ritiene che i lingotti non venissero più prodotti a Cipro nelle epoche successive a questo periodo, e sottolinea come tale datazione venga confermata da alcune giare del TE IIIB presenti a bordo.159 Altri invece sostengono che il relitto possa essere attribuito all’inizio del XII secolo, come ad esempio H.W. Catling160, che non
ritiene possibile che gli oxhide del carico possano essere più antichi di questo periodo. Le ceramiche non aiutano nello stabilire una data più precisa, in quanto indicano un intervallo che va dal tardo XIII sec. al primo XII sec.161
Si è cercato anche in questo caso di stabilire quale fosse la nazionalità della nave, o quale fosse il porto di partenza del viaggio, ma si sono riscontrate le tipiche difficoltà dello studio della provenienza di relitti il cui carico è costituito da materiali di provenienza tanto eterogenea. È stato sottolineato comunque che la nave presenta una forta “caratterizzazione semitica”, da tenere in considerazione anche se la nave dovesse in realtà risultare di origine cipriota, viste la provenienza del rame, la tipologia di molti utensili bronzei presenti a bordo, e la descrizione di una nave alasiota presente su un testo ugaritico. I materiali di tipo miceneo sono altresì rari, per cui, a parte due giare di derivazione egea, non ci sono elementi a favore di un’origine micenea della nave.162
2.3.5 Altri siti in Oriente
QP- Qantir, Piramesse, delta del Nilo
Appena a sud del villaggio di Qantir, sul Delta del Nilo, a soli 2 Km da Tell el Dab’a, sorge la grande capitale dei re Ramessidi, conosciuta in antichità come Piramesse. Nel contesto di un insediamento riferibile al TB, tra le numerose tracce di attività metallurgiche (in particolare di fusione primaria), rappresentate
159 Bass 1967; 1991, 71-72 160 Catling 1964, 270, 302 161 Bass 1991, 71-73 e Bibl.Cit. 162 Bass 1991, 69-70
da crogioli, materiali semi lavorati, e scarti di estrazione, è stato rinvenuto un frammento di oxhide di 200 grammi.163
La presenza di lingotti oxhide in Egitto è confermata inoltre dalle numerose pitture parietali ritrovate nelle tombe risalenti al XV-XII sec. (dal periodo di Tuthmosis III a quello di Ramses III) nei siti di Tebe, Karnak, Tell el Amarna e Medinet Habu.164
SA- Sarkoy, Mar di Marmara
Nella costa settentrionale del Mar di Marmara è stato rinvenuto un lingotto oxhide riferibile al XII-XI secolo a.C.165 Anche questo esemplare risulta essere fabbricato con rame proveniente dalle miniere di Apliki.166
BO- Bogazköy, Anatolia settentrionale
Nella antica capitale Ittita (Hattusha), situata nel cuore della penisola anatolica, è stato trovato un grande frammento di lingotto oxhide di 7 Kg, il cui rame proviene da Cipro, Apliki.167 Corrisponde a un quarto di lingotto del Tipo 2. Il contesto di riferimento è databile approssimativamente al 1275-1250 a.C.168
DK- Dur-Kurigalzu, Mesopotamia
Vicino alla moderna Baghdad sorgeva l’antica capitale Kassita Dur-Kurigalzu. Stando ad un riferimento di Brinkman, un frammento di lingotto oxhide è stato ritrovato qui, ed è databile al XII secolo a.C.169
163
Pusch 1990, Tab.V,b; 1995; Lo Schiavo 2005, 307
164 Bass 1967; vd. Paragrafo 2.2.1
165 Lo Schiavo 2005, 307; Harmankaya 1994 166 Stos-Gale e al. 1997, 110-111, Tab.6 167 Stos-Gale e al. 1997, 110-111, Tab.6
168 Lo Schiavo 2005, 307; Muller-Karpe 1980, Abb.22, 304; Gale (1991, 200) fa notare che il lingotto
proveniente da Bogazkoy citato da Buchholz (1959, 30, n.9) in realtà non è oxhide.
ANT- Baia di Antalya, costa anatolica
Due lingotti sembra che provengano dal largo della Baia di Antalya. Uno di questi è conservato a Berlino, l’altro al Metropolitan Museum di New York. Sono entrambi del Tipo 1, e sia per forma che per peso sono assai simili a quelli di Ayia Triada (CR1 nel Catalogo). Potrebbero rappresentare un indizio della presenza di un altro relitto di fronte alle coste anatoliche.170
La provenienza risulta anche in questo caso essere la miniera di Apliki.171
SIR- Ras Ibn Hani\ Ugarit, Siria
Dal palazzo di Ras Ibn Hani, a sud di Ugarit, proviene l’unica matrice in pietra finora ritrovata per la produzione di lingotti oxhide. Proviene dall’Atelier 17 del Palazzo Nord, da un contesto del TB. La presenza di fornaci e resti di lavorazione metallurgica lascia supporre che la produzione di rame fosse effettuata sotto il controllo reale. Attorno all’oggetto erano presenti dei grumi di metallo che sono stati analizzati dall’Isotrace Laboratory di Oxford, confermando che il rame è di origine cipriota.172
Da Ugarit stessa invece provengono due pezzi di rame, che forse erano dei frammenti di oxhide.173
2.3.6 I Ritrovamenti in Europa centro-orientale
EU1- Sozopol, Bulgaria
Presso Sozopol, l’antica Apollonia, è stato riferito di un ritrovamento di un frammento di lingotto oxhide, al largo della costa del Mar Nero. Peso (29 Kg) e forma rendono questo lingotto assai simile a quelli di Ayia Triada (CR1), e quindi riferibili al Tipo 1. Il lingotto porta inoltre un segno simile a quel lingotto proveniente da Enkomi (CY1) che ora è conservato al British Museum.174
170 Gale 1991, 201; il lingotto al Metropolitan è raffigurato in Richter 1915, n.1810, 457 (Cit. Bibl. Da Gale
1991)
171 Stos-Gale e al. 1997, 110-111, Tab.6
172 Lagarce e al. 1983, 277-290; Gale 1989, fig.29.19; vd. anche Gale 1991, 203-204; Lo Schiavo 2005, 307 173 Gale 1991, 203-204; Schaeffer 1956, 269, 260, fig.224:19, 262 fig.226
EU2- Tcherkovo, Bulgaria
Nella regione costiera del Mar Nero, vicino a Sozopol, altri lingotti oxhide sono stati rinvenuti a Tcherkovo, nell’area degli insediamenti relativi all’Età del Bronzo.175 Uno di questi (Fig.2.11) è inciso con un marchio in scrittura cipro-minoica176, ed è stato analizzato secondo la metodologia LIA, risultando
composto dal rame della miniera di Apliki, a Cipro.177
Fig. 2.11 Il lingotto di Tcherkovo (EU2) (da Hiller 1991, Pl. LV, b)
EU3- Oberwilflingen, Baden-Württemberg
Quattro frammenti di lingotto oxhide provengono da un ripostiglio di Oberwilflingen, nel sud della Germania. Sebbene fossero noti già dagli scavi compiuti nel 1932, sono stati riconosciuti solo recentemente. Sembra che facciano parte di almeno 2 lingotti oxhide, della forma 1b di H.G. Buchholz.178
Il ripostiglio è databile a non oltre il XIV secolo a.C, grazie alla tipologia delle asce in bronzo che vi sono state trovate in associazione ai lingotti, le quali sono tipiche del periodo di transizione tra media e tarda Età del Bronzo.179
Oltre alle analisi metallurgiche compiute nel 1968, che rilevano come il rame avesse una composizione quasi pura180, recentemente sono state compiute analisi LIA che hanno attestato per i frammenti una provenienza cipriota.181 175 Karaitov 1978; Lo Schiavo 2005, 307 176 Hiller 1991, 209-210, Pl. LV, b 177 Stos-Gale et al. 1997 178 Primas 1997, 125-126, fig.4.2 179 Lo Schiavo 2005, 308 180 SAM 1968, Tab.3, n.235, 239, 240 e 241 181 Primas, Pernicka 1998
2.3.7 Sardegna
La Sardegna è una regione di particolare interesse nello studio dei lingotti oxhide e delle relative questioni archeologiche, a causa della notevole quantità dei ritrovamenti effettuati in contesti nuragici equamente sparsi sia sulla costa che nell’entroterra (Fig.2.12).. Attualmente i siti sardi nei quali sono stati rinvenuti lingotti oxhide risultano essere più di trenta, senza contare quelli di cui manca ancora un’adeguata pubblicazione.182 I lingotti sardi a consentono di
definire il limite cronologico ante quem per la diffusione degli oxhide, in quanto sono i ritrovamenti più recenti, risalenti a non oltre l’XI secolo a.C.183
I contesti di ritrovamento più frequenti dei lingotti (quando si tratta di contesti certi) sono rappresentati dai ripostigli, nei quali spesso essi sono associati ad altro materiale di tipo metallurgico, come rame semilavorato in frammenti dalla forma difficilmente riconoscibile, lingotti piano-convessi o frammenti di manufatti e scarti di lavorazione. Sia il contenuto dei ripostigli, sia il fatto che alcuni siano stati ritrovati in siti definibili come officine metallurgiche, consentono di identificare i depositi di rinvenimento come
founders hoards, contenenti cioè materiali raggruppati per il loro valore di
oggetto metallico, e non per il loro valore intrinseco.184
In tutta la Sardegna sono solo due i ritrovamenti di lingotti oxhide integri, a Serra Ilixi -Nuragus (vedi in seguito, S22) e a S. Antioco di Bisarcio-Ozieri (S6). Possono essere tutti attribuiti, genericamente, alla forma 2 distinta da Buchholz e Bass185, ma non sono identici tra loro.186 Tutti gli altri ritrovamenti sono in prevalenza costituiti da frammenti per lo più piccoli, provenienti spesso da ripostigli situati in villaggi e nuraghi, e più raramente in santuari e templi. Per i lingotti integri non si hanno elementi certi di cronologia, ad eccezione forse del lingotto di Bisarcio-Ozieri, in quanto potrebbero essere stato obliterato come
182 Lo Schiavo 2006; 1998; 1999, Lo Schiavo e al. 1990 183 Lo Schiavo 2006
184 Kassianidou 2005, 336 185 vd. Paragrafo 2.2.1