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4.3 Regulatory Affair

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Academic year: 2021

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4.3 Regulatory Affair

La percezione avuta dalle interviste alle case farmaceutiche è quella di imprese che si sentono fortemente regolate e controllate ed in misura molto maggiore rispetto a qualsiasi altro settore aziendale. L'addetta al Marketing operativo di Bama-Geve parlava dell'ambiente non molto competitivo che secondo lei rappresenta quello in cui lavorano, ma “appesantito” dai problemi che crea il Ministero di Sanità – si pensi, per esempio, alla rigida regolamentazione che riguarda la tipologia di gadget da offrire al medico -. Mi fa notare che in Italia tutto ciò già succede da anni, mentre per la Spagna si tratta piuttosto di un cambiamento recente. La responsabile dei Regulatory Affair, mi assicura che la Bama-Geve Wassermann segue totalmente le normative europee, in particolare l'Ordinamento dell'Industria Farmaceutica del 2006: «nel '65 fu approvata la prima norma di armonizzazione del mercato europeo della Legge del Medicinale, ma l'ultima versione, quella del 2006, è molto più moderna, meno lunga e meglio consultabile».

Poi, è ovvio, vengono seguiti anche regolamenti locali come la legge di Catalogna cui accennavo poco sopra, che, nel pieno rispetto delle caratteristiche antropologico-sociali dei nativi catalani, è più esigente e rigida rispetto alle leggi locali delle altre zone di Spagna. Come ricorda la persona che ho intervistato alla Menarini, sono le stesse Comunità Autonome che pagano le medicine passate dal Sistema Sanitario Nazionale e questo spiega il loro essere così scrupolose nel verificare le caratteristiche dei nuovi farmaci. «In realtà», fa presente la dottoressa, «ognuno fa poi quel che vuole, nel senso che le decisioni sono prese spesso in modo molto diverso da una zona all'altra». Un ottimo esempio arriva proprio dalla recente applicazione in Spagna della Direttiva Europea che riguarda il vaccino contro l'HPV, il papilloma virus, causa di numerose malattie trasmissibili per via sessuale. Nella Comunità Autonoma di Murcia il vaccino, anche grazie allo scarso numero di adolescenti lì residenti, è stato offerto gratuitamente alle bambine fino ai 14 anni compiuti, mentre in Catalogna solamente fino ai 12 anni. Con, evidenti, lamentele da parte dei genitori delle bambine di 13 e 14 anni non rientrate nel ciclo dei vaccini. Le questioni politico-geografiche-linguistiche vanno ben oltre, fino ai casi, citati

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ancora dalla dirigente di Menarini, delle ricette scritte in catalano e non accettate dai farmacisti a Madrid.

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