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2. Un paesaggio caratteristico

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Academic year: 2021

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2. Un paesaggio caratteristico

Questo territorio “artificiale” si è creato grazie all’abilità dei viticoltori e al loro impegno tramandati di generazione in generazione. A causa dell’inclinazione del suolo, dei sentieri eccessivamente stretti anche l’utilizzo di animali da lavoro o da trasporto era impossibile, ancora più problematico era l’uso di qualsiasi attrezzatura meccanico-agraria. Ai giorni d’oggi il territorio ligure, secondo uno studio della Regione Liguria (Regione Liguria –Dipartimento Pianificazione Territoriale, ed Università degli Studi di Genova, 2000), risulta terrazzato per circa il 30% della sua totalità, anche se una buona parte delle zone terrazzate non viene rilevata per vari motivi (principalmente per la difficoltà di riconoscere, tramite il rilevamento dall’alto, queste aree nelle zone boschive, dove le chiome degli alberi coprono i terrazzamenti). Il sistema dei terrazzamenti è stato costruito, a partire dall’anno Mille, di sole pietre e terra. Nulla è stato importato. Il materiale costitutivo dei muretti è principalmente arenaria, scavata sul posto e spezzata solo se troppo grande. La poca terra reperibile in loco è stata accuratamente setacciata e accumulata nelle terrazze, sopra ad uno strato di vegetazione interrata al fine di rendere il suolo più ricco. Un tale sistema di livellatura del suolo, oltre a permettere di ottenere strette strisce di terra coltivabili, definiti nell’uso dialettale ciàn, ha permesso per anni di regolarizzare i flussi idrogeologici e il naturale corso delle acque meteoriche. L’area terrazzata nel corso dei secoli ha interessato una fascia costiera fino all’altezza di 450-500 metri sul livello del mare, partendo a volte da pochi metri dalla riva. Nonostante le vaste porzioni interessate dalla sistemazione a terrazze poste in essere alle Cinque Terre, le condizioni di lavoro a cui sono stati sottoposti i contadini della zona sono state estremamente dure, a causa anche della difficile, e spesso impossibile meccanizzazione del lavoro agricolo (Gaulin J.L., Grieco A.J. 1994). La vite, l’ulivo e gli agrumi, principali colture dell’area in questione, con una netta prevalenza della viticoltura, sono state coltivate con gli antichi saperi di secoli fa, con pochissime modifiche rispetto alle innovazioni tecnologiche che hanno invece dominato settori agricoli di altre aree d’Italia .

Questa monumentale opera dell’uomo, che ha modellato la verticalità dei pendii in un numero enorme di piccoli e minuscoli appezzamenti di terra sostenuti ognuno da un muretto a secco, è ad oggi minacciata dall’abbandono. Un sistema come questo, se non viene costantemente tenuto in efficienza e mantenuto, subisce un rapido degrado, spesso irreversibile.

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13 Per contrastare questo declino il Parco Nazionale delle Cinque Terre, dal momento della sua fondazione, ha avviato una fitta rete di interventi volti alla tutela e conservazione di questa testimonianza storico-culturale (Girani A., Galletti C. 1990).

La trasformazione è avvenuta in modo esteso e intensivo nell’arco di lunghi periodi, allontanando l’ecosistema naturale ai margini di questo nuovo agroecosistema basato su rigide pratiche agronomiche. Le acque piovane erano canalizzate per ridurre al minimo i danni alle colture per dilavamento ed erosione, i muretti caduti dovevano essere rapidamente ricostruiti per evitare ulteriori danni o il cedimenti di quelli limitrofi, mentre la boscaglia attigua era costantemente controllata e contenuta dall’intervento costante dell’uomo. Chiunque abbia costruito per la prima volta un terrazzamento in questi luoghi, non avrebbe mai potuto immaginare quanto questo gesto avrebbe potuto segnare il destino delle generazioni future e del territorio. Il lavoro della costruzione dei muretti a secco non è stato un processo lineare, ma ha avuto un andamento ciclico in funzione del prezzo del vino sui mercati (Faggioni P.E. 1983).

Secondo l'Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria(2001), la costa delle Cinque Terre costituisce una delle quattro zone morfologicamente distinguibili della provincia della Spezia, in un quadro complessivo in cui è evidente la complessità geografica, da cui ne deriva la complessità morfologica caratterizzata dalla presenza di allineamenti montuosi disposti longitudinalmente in cui versanti digradano rapidamente in prossimità del mare e dall'interposizione di aree più depresse con andamento collinare o scarsamente pianeggiante (Gaione P. 2000).

All'origine del quadro morfologico vi è una complessa genesi e struttura geologica in cui emerge che nelle Cinque Terre sono presenti due grandi unità strutturali: le unità toscane e le unità liguri. Le unità toscane, a seguito di movimenti tettonici, si sono sovrapposte al nucleo apuano di base e, attraverso fenomeni di scorrimento, sono state a loro volta ricoperte dalle falde liguri. In seguito, fenomeni di erosione e movimenti tettonici successivi, hanno condotto all'affioramento localizzato delle falde toscane sotto le unità liguri. Il complesso meglio definito dell'Insieme ligure è L'unità di Canetolo (età compresa tra 65 e 16 milioni di anni) che affiora come un corridoio obliquo nel tratto compreso tra Corniglia-Manarola e la Madonna di Soviore. Correnti di torbida sono alla base del processo sedimentario che ha dato luogo alla sua deposizione sulla falda toscana. Le unità toscane sono costituite da numerose formazioni carbonatiche. Il Macigno fa parte delle Arenarie zonate di Riomaggiore, ha avuto origine da frane sottomarine ed è costituito dall'alternanza di strati arenacei.

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14 Le caratteristiche geologiche, quali composizione, scistosità, stratificazione, tendenza all'erosione sono alla base della particolare morfologia dell'area costiera. Gli agenti esterni come il moto ondoso del mare, incidono in modo diverso in relazione alla diversa natura litologica del substrato: le formazioni scistose-argillose e marnose sono più facilmente erodibili e danno luogo a versanti con minore pendenza e ricchi di depositi detritici, mentre le formazioni carbonatiche, più resistenti, danno luogo a pendii più ripidi (Gaulin J.L., Grieco A.J. 1994).

Fig.5 La costa

Per ciò che riguarda l'ambiente marino, le caratteristiche dei fondali e l'intensità e qualità della luce, che varia in relazione alla profondità, influenzano in modo determinante le presenze animali e vegetali dell'ambiente marino, la cui popolazione stabiliscono tra varie specie strette relazioni di interdipendenza dando luogo a diverse biocenosi marine. L'area marina del Parco nazionale delle Cinque Terre è caratterizzata da fondali costieri essenzialmente di tipo roccioso ad esclusione delle spiagge di Monterosso e Corniglia, caratterizzata da una significativa ricchezza di specie, sia floristiche sia faunistiche tutelate con l'istituzione dell'Area marina protetta, suddivisa in tre zone di tutela: riserva integrale, riserva generale e riserva parziale. A partire dal piano sopralitorale, compreso tra il livello superiore delle maree e il più alto livello raggiunto continuamente dagli schizzi dell'acqua marina, si rileva la presenza di licheni. Nelle spiagge più incontaminate, con substrato sabbioso, si trovano pulci di mare, crostacei, numerosi insetti, ragni e i resti della poseidonia depositati sulla spiaggia dalle onde. Tra il livello di alta e bassa marea, nel piano mesolitorale, si incontrano i cirripedi, noti comunemente come "denti di cane" (Balanus perforatus, Chthamalus stellatus, ecc.), i mitili (Mytilus galloprovincialis) e la Patella coerulea. Il piano infralitorale, costantemente sommerso, che va da una profondità di 40 a 50 metri, è caratterizzato da un gradiente di luminosità decrescente cui si accompagna la presenza di specie diversamente sensibili alla luce: nella zona più superficiale si incontrano alghe brune tra le quali la Padina pavonica.

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15 Molto variegata la componente animale: Echinodermi, Celenterati, Spugne. Tra i vertebrati, la cernia (Epinephelus guaza), le orate (Sparus aurata), le occhiate (Oblada

melanura) e numerose specie appartenenti alla famiglia dei Labridi. L'area marina

fornisce un ulteriore ricchezza faunistica. In una superficie di fondale relativamente ridotta, condividono lo spazio vitale numerosissime specie, alcune poco frequenti in altre località del mar Mediterraneo, come per esempio, le gorgonie Eunicella verrucosa e Paramuricea clavata e il mollusco Luria lurida.

Fig. 6 Posidonia oceanica

Nell'ambiente marino è presente una vasta gamma di specie vegetali tipiche della zona tra cui la Cymodocea nodosa e la Posidonia oceanica. Le prateria di Posidonia oceanica, diffuse soprattutto, ma non esclusivamente, su zone sabbiose, contribuiscono a creare microambienti molto ricchi di vita, grazie alla elevata produzione di ossigeno e di materia organica, assolvendo ad alcune importanti funzioni quali: il consolidamento dei fondali, proteggendoli dall'erosione provocata dal moto ondoso, e rifugio a numerose specie animali che si nascondono tra le sue foglie e radici. Per queste ragioni è favorita la formazione di ecosistemi particolarmente ricchi di vita nei quali si annovera la presenza di numerose specie, tra cui il cavalluccio marino (Hippocampus

hippocampus). La Posidonia mostra grande sensibilità nei confronti di diversi agenti

esterni, inquinamento, torbidità dell'acqua, pesca a strascico, sottrazione di substrato per edificazione, competizione con altri vegetali (Caulerpa taxifolia) (Celsi N. 2007). La particolarità del territorio è da ricercarsi soprattutto nella natura agricola delle Cinque Terre, e nell'esigenza di ovviare alla mancanza di spazi adeguati per l'esercizio dell'agricoltura e la produzione di prodotti che anticamente servivano per il sostentamento delle popolazioni locali. Sulle terrazze a picco sul mare le popolazioni rivierasche coltivano vitigni, sostanzialmente uve bianche come bosco, albarola, trebbiano e vermentino, da cui si ottiene produzioni vinicole di qualità come il vino DOC delle Cinque Terre ed il famoso vino liquoroso Sciachetrà.

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16 Un'altra produzione agricola particolare della zona è sicuramente l'ulivo, con conseguente produzione di olio d'oliva. Sulla strada "Litoranea" è facile inoltrarsi in veri e propri boschi di ulivo che si trovano anche ai bordi della strada. La produzione legata alla coltivazione arborea produce anche alcuni agrumi come i limoni, da cui viene prodotta una tipica marmellata della zona. Piuttosto sviluppata è anche l'apicoltura con la produzione di miele di castagno, di acacia e millefiori. Da alcuni anni, grazie alla collaborazione con il Consorzio del Biologico della Val di Vara, sono state sperimentate forme di formaggio stagionato nelle vinacce dello Sciachetrà, e la commercializzazione della farina di castagne della Val di Vara e c'è pure grande interesse per il gallo nero gigante (Castaldo M. 1965).

Il turismo è una delle fonti più redditizie dell'economia delle Cinque Terre. Si tratta di forme di turismo molto varie e particolari, che vanno dal classico turismo balneare soprattutto nella località di Monterosso, Manarola, Vernazza e Riomaggiore, in cui vi è la possibilità materiale di accessibilità al mare, a forme di turismo sempre più nuove legate alla cultura locale e alla possibilità di praticare sport in un territorio abbondante di ricchezze naturali. Monterosso in primis ha una strutturalità recettiva molto attrezzata per l'accoglienza del turismo balneare, ma lungo la costa sono presenti tipiche spiaggette sul fondo di piccole insenature naturali; una di queste è la spiaggia di Guvano. Per via dell'afflusso turistico, particolarmente forte nel periodo estivo, il numero degli abitanti delle Cinque Terre moltiplica anche di 10 volte. I paesi (tranne Monterosso) non sono muniti di depuratore: una tubazione via mare scarica i liquami delle case ad 1-2 chilometri dalla costa. La distanza dello scarico e le forti correnti della zona sembrano sufficienti, quantomeno nella stagione invernale, a non alterare la qualità di uno dei mari più puliti. Molto sviluppato anche il turismo enogastronomico, in virtù delle produzioni tipiche della terra locale e della pesca, ma recentemente sono sviluppate possibilità turistiche legate alle attività sportive come la pesca subacquea, il trekking e le escursioni in mountain bike(Busetti F.M., Costa M.G. 1980).

Il turismo di natura culturale è stato sviluppato grazie alle molteplici iniziative attuate nelle singole località. Recentemente è stata organizzato l'Aria Festival, una rassegna internazionale di artisti di strada svoltasi anche nelle vicine località di Porto Venere e sull'isola Palmaria. Nel 2007 a Manarola è stato costruito il presepe più grande del mondo, composto di circa 300 personaggi realizzati con materiali di recupero, distribuiti su 4.000 metri quadrati tra i vigneti, illuminato da 15.000 lampadine collegate da 8 chilometri di cavi.

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17 La Guida Blu di Legambiente ha conferito al territorio delle Cinque Terre le Cinque Vele, (1999-2005) e nel 2006 la stessa Guida Blu Legambiente "incorona" come regina "del mare di qualità" (Gaione P. 2000).

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