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Noi esuli di prima, seconda e terza generazione

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Academic year: 2022

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Fondata a Pola il 29.07.1945 – Mensile di attualità, storia e cultura giuliano-dalmata – Organo dell’Associazione Italiani di Pola e Istria - Libero Comune di Pola in Esilio Direttore responsabile: Viviana Facchinetti – Redazione: Via Malaspina 1, 34147 Trieste – Cell. (0039) 388 8580593 – redazione.arena@yahoo.it - www.arenadipola.it Quote associative annuali: Italia ed Europa € 35,00, Americhe € 40,00, Australia € 40,00, da versare sul conto corrente postale n. 38407722 intestato a L’Arena di Pola, Via Malaspina 1, 34147 Trieste, o tramite bonifico bancario intestato a Libero Comune di Pola in Esilio, Via Malaspina 1, 34147 Trieste; IBAN dell’UniCredit Agenzia Milano P.le Loreto

IT 51 I 02008 01622 000010056393; codice BIC UNCRITM1222 – Le copie non recapitate vanno restituite al CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi L’ARENA DI POLA – Registrata presso il Tribunale di Trieste n. 1.061 del 21.12.2002 Anno LXXV 3.428 – Mensile n. 4 del 30 APRILE 2019

TAXE PERÇUE TRIESTE

TASSA RISCOSSA ITALY

Iniziativa realizzata

con il contributo del Governo italiano ai sensi della Legge 72/2001 e successive proroghe

Ormai

POSTE ITALIANE SPA spedizione inabbonamentopostale D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004

n° 46), art. 1, comma 2, DCB Trieste

Il dolore non conosce calendario

Osimo 44 anni dopo

E

state 1975. Nella dolcezza del ponentino romano, una rilassante passeggiata permetteva a chi scrive di scaricare l'adrenalina, accumulata fino a qualche ora pri- ma per la preparazione di impegnative prove d'esame in un concorso nazionale. Resta indimenticabile quella se- renità, inaspettatamente scossa dai titoli cubitali scorti nella locandina di un giornale, esposta davanti un'edico- la. Quale fulmine a ciel sereno, si leggeva che l'Italia (Presidente del Consiglio Aldo Moro, Ministro degli Affari Esteri Mariano Rumor n.d.r.) rinunciava ai territori della zona B. Ma nel nostro “cantonzin del mondo” dove finisce l'Adriatico, se ne era al corrente? Grande fu la riservatez- za che aleggiò intorno a quello che sarebbe poi passato alla storia come il Trattato di Osimo, mettendo la parola fine alla sovranità giuridica italiana sui territori fino ad al- lora amministrativamente asse-

gnati alla Jugoslavia. A margine del convegno organizzato dall'As- sociazione Coordinamento Adria- tico, abbiamo scambiato qualche riflessione con il presidente, prof.

Giuseppe de Vergottini.

All'epoca, in un certo qual mo-

do con funzione di consulenza, vennero preventiva- mente contattati i rappresentanti della classe politica locale, a conoscenza della realtà di queste terre.

In questa vicenda come del resto in tutta la storia del no- stro dopoguerra, purtroppo la decisione della politica è stata condizionata da tutte le vicende interne della picco- la politica italiana; non ha mai guardato in modo priorita- rio agli interessi delle popolazioni della zona interessata e quindi non si è partiti dal problema del confine - in questo caso della zona b – per affrontare i problemi, ma si sono utilizzati argomenti a favore o contro solamente quando facevano comodo ai politici del momento. È stato tutto troppo strumentale e, purtroppo, in questo modo le nostre posizioni sono state molto deboli. Ne derivò che tutte quelle modifiche sul confine, che si sperava di poter ave- re per i comuni del capodistriano, in realtà sono state completamente pretermesse, perché qualcuno ha avuto l'infelice idea di buttarsi sul-

le compensazioni di tipo economico locale (v. zona

franca a cavallo del confine), che avrebbero dovuto es- sere una specie di trionfo, di successo per Trieste. Cosa che invece si è rivelata un bluff colossale.

Molti di quei firmatari oggi mancano all'appello co- me conseguenza anagrafica, ma pensa che ci sia qualcuno che oggi si rimangi quell'appoggio di allo- ra? Quel voto istituzionale favorevole espresso allo- ra in varie situazioni?

Non lo so proprio, ma temo che la maggior parte di quei firmatari in realtà, un po' per ignoranza, un po' per disin- teresse, non abbiano nulla da dire, aggiungere o chiari- re. Trovo che quello che fa soprattutto un po' tristezza sia la povertà culturale e politica, il disinteresse, la stru- mentalità delle posizioni perché pochi hanno dato la precedenza ad un problema che per me è un problema nazionale. Quello che spesso si dimentica e si trascura è che si affrontano le questioni del confi- ne orientale come se fossero lo- calistiche, che interessano sola- mente il ristretto numero di per- sone che vivono sul confine, mentre sono questioni che inte- ressano tutta la nazione.

Quindi a tutte le nostre genti oltreoceano non pos- siamo che confermare un dato di fatto? Loro sanno e non dimenticano...

Infatti, nel nostro lavoro come associazione, cerchiamo di tenere viva la questione soprattutto chiarendo i profili storici, perché conoscendo la storia speriamo sia più difficile fare errori simili in futuro. Non dico cerchiamo di salvare il salvabile, ma almeno di cercare di avere le idee chiare su quello che è successo; sulle responsabili- tà storiche su quello che avrebbe dovuto essere forse una politica diversa. Mi rendo però conto che si passa da quella che è un'analisi oggettiva della realtà, anche ad impressioni od opinioni soggettive, che valgono quel- lo che valgono.

Viviana Facchinetti

N

oi esuli di prima, seconda e terza generazio- ne da Venezia Giulia, Fiume e Dalmazia portiamo la nostra testimonianza di ciò che abbiamo vissuto e tuttora viviamo, di ciò che ci è stato tramandato dai nostri padri e nonni, di ciò che abbiamo imparato dai monumenti che abbiamo lasciato nella nostra terra avita.

Da molti anni riferiamo a chi ci vuole ascoltare i fatti e le esperienze di cui siamo stati e siamo protagonisti, riguardo l’esodo, cioè all’abbandono della nostra ter- ra, riguardo le tragedie che hanno causato ed accom- pagnato tale abbandono, riguardo la vita quotidiana che dopo oltre settant’anni ancora ci riserva incom- prensioni e insulti per tale abbandono.

Non ci stanchiamo di testimoniare che la nostra terra fu per ventuno secoli romana, veneziana, italica, asburgica e poi, per soli ventinove anni, italiana; e che la convivenza con altri popoli, sulla stessa terra e con la stessa religione cristiana, fu nei secoli complessa, talvolta difficile, ma mai impossibile, fino a quando un editto imperiale mise i vari popoli l’uno contro l’altro, tanto da causare ripetuti esodi dalla costa dalmata; e, più avanti nel tempo, fino a quando la seconda guerra mondiale, dopo gli sconvolgimenti della prima, diede modo ad alcuni criminali di scatenarsi con il benepla- cito e con l’istigazione dei vari governi, financo a guer- ra terminata.

È assurdo parlare di foibe ed esodo iniziando soltanto dal periodo italiano, al quale da generazioni il nostro popolo anelava; poi identificare tale periodo solamen- te con gli eccessi nazionalistici del governo fascista, eccessi simili a quelli messi in atto da vari governi de- mocratici europei dell’epoca; infine concludere con foibe ed esodo, come fossero conseguenza logica, ovvia. Ciò imiterebbe quanto fece in passato una in- fausta esibizione di tavole illustrate, vivamente conte- stata da tutti gli esuli. È assurdo e lo rifiutiamo, perché impostare l’esposizione dei fatti in tale modo non è fa- re Storia, ma fare offesa alla realtà storica.

Stiamo assistendo ad un’affannosa offensiva su larga scala contro il mondo degli esuli giuliani, fiumani e dalmati, la quale intende forse combattere le prese di posizione sempre più esplicite della massima parte dei Parlamentari e della Presidenza della Repubblica, in particolare del Presidente Napolitano prima e del Presidente Mattarella ora.

A questo proposito ricordiamo un motto dei Fiumani che va esteso a tutti gli esuli: “Nihil de nobis sine no- bis” – “Nulla riguardo a noi senza di noi”. Ebbene, non accettiamo atti, convegni, eventi che trattino di noi esuli, senza che noi possiamo intervenire ed espri- merci liberamente come la Costituzione stabilisce.

Testimonianza Storia e

Tito Sidari

ATTENDIAMO CON LA MASSIMA URGENZA LE VOSTRE ISCRIZIONI.

Mettetevi in contatto con Anna Maria Crasti Fragiacomo:

cell. 3335796311 - 3921700956 (anche WhatsApp) dalle 18 alle 22 o tramite e-mail: claufragia@gmail.com.

Oltre il 15 maggio sarà difficile garantire la disponibilità delle camere riservate presso l’Hotel Brioni di Verudella (Pola). A pagina 2 trovate il programma dettagliato, con i costi, gli sconti per giovani e giovanissimi, i riferimenti per versare gli anticipi, il servi-

zio pullman privato. Fra i tanti eventi in programma, segnaliamo una gita a Cherso, una serata con ospiti, speciali visite (con belle sorprese) al Tempio di Augusto e a Monte Ghiro, una serata musicale con le nostre canzoni, la presentazione del libro

“Alida Valli” di Alessandro Cuk e del libro “Maria Peschle e il suo giardino di vetro” di Piero Tarticchio. Telefonate subito!

L'Appuntamento a Pola 14 - 17 giugno un programma assolutamente imperdibile

PAGINA 2

... in questo numero

Questioni che interessano tutta la nazione, spesso trattate come localistiche

Incontriamoci a Pola

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L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2019

sorte dei beni abbandonati dagli esuli istriani, fiumani e dalmati: benché tutelati dal Trattato di Pace, essi sono stati usati da Roma per pagare le riparazioni di guerra nei confronti del regime di Josip Broz “Tito” e l’indennizzo nei confronti dei legittimi proprietari non è stato adegua- to. Senza dimenticare che nei confronti dei beni abban- donati nella zona B del TLT gli stati successori della Ju- goslavia, Slovenia e Croazia, hanno dilazionato tempi e modi del risarcimento senza che l’Italia esprimesse il suo punto di vista. Ha ampliato tali questioni il prof. Attila Tan- zi (Università di Bologna), riscontrando come l’Italia sia addivenuta nel dopoguerra a soluzioni forfettarie con ri- ferimento ai beni abbandonati dai propri cittadini nelle ex colonie e addirittura in Tunisia, mentre con il confinante stato comunista il pieno ristoro non si è concretizzato molto probabilmente causa una partita di giro: crediti e debiti si sono compensati lasciando insoddisfatti coloro i quali si son visti nazionalizzare case, terreni ed attività.

Un interessante excursus storico è stato fornito dal prof.

Igor Pellicciari (Università di Urbino), il quale ha eviden-

S

i è svolto a cura dell’asso- ciazione Coordinamento Adriatico sabato 6 aprile il con- vegno “Prima e dopo il Trattato di Osimo: riflessioni” proprio nella lo- calità marchigiana in cui nel 1975 Italia e Jugoslavia conclusero una trattativa bilaterale durata oltre vent’anni, ma portata a termine al di fuori dei consueti canali diplo- matici e con modalità che fanno ancor oggi discutere. Presenti nel pubblico Renzo Codarin (presi- dente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), David Di Paoli Paulovich (presidente dell’Associazione delle Comunità

Istriane), Franco Luxardo (presidente dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio), Maria Rita Cosliani (vicepresidente Associazio- ne Italiani dell’Istria e di Pola – Libero Comune di Pola in Esilio), Franco Papetti (Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio) ed Anto- nio Ballarin (presidente della Federazione delle Asso- ciazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati), nonché una rappresentanza della comunità giuliano-dalmata locale. Introducendo l’incontro, il prof. Giuseppe de Ver- gottini, presidente di Coordinamento Adriatico, ha ricor- dato l’atteggiamento rinunciatario con cui i governi ita- liani affrontarono la trattativa sulla sorte del mai costitu- ito Territorio Libero di Trieste, la cui Zona A (Trieste) dal 1954 era amministrata dall’Italia e la B (Capodistria e Buie) dalla Jugoslavia, nonostante una sentenza della Corte Costituzionale del 1964 ritenesse mai cessata la sovranità italiana su entrambe le zone. La prof.ssa Ida Caracciolo (Università della Campania) ha ripercorso l’iter con cui l’Italia ha mercanteggiato con Belgrado la

COSTI E SCONTI Camera singola 360 €/pers Camera doppia 580 € (290 €/pers)

Camera tripla 800 € (267€/pers) Tariffa per giovanissimi (fino a 16 anni compiuti entro il 14 giugno 2019)

150 €/pers.

Tariffa per giovani (da 16 a 30 anni compiuti

entro il 14 giugno 2019) 180 €/pers.

Le adesioni vanno indirizzate ad Anna Maria Crasti Fragiacomo: cell. 333.5796211 - 392.1700956 (anche WhatsApp) dalle 18.00 alle 22.00 o tramite e-mail:

claufragia@gmail.com

Il versamento dell’acconto di € 100 a perso- na, deve essere versato a favore del conto corrente postale de L’Arena di Pola 38407722 o sul conto bancario presso UNI- CREDIT Agenzia Loreto MILANO dell’AIPI- LCPE IBAN: IT 51 I 02008 01622

000010056393.

Causale:

partecipazione Pola 2019 e n° persone Il saldo relativo alla prenotazione può essere consegnato in contanti al momento dell’arri- vo (escluse carte di credito ed assegni) Il servizio Pullman personalizzato da Trie- ste a Pola e ritorno potrà essere organizzato solo a raggiungimento di un minimo di 10 persone che aderiranno al viaggio privato.

C

onclusa ad Osimo la tavola rotonda sull'omonimo Trattato, non si poteva non approfittare della cordiale disponibilità di Giusep- pe Severini, presidente della Quinta sezione del Consiglio di Stato, per una breve intervista di analisi sul generale rasse- gnato Ormai, consegnato dalla politica alla gente comune, che ne ha subito le conseguenze.

“Se non ci fosse stata la riunificazione tedesca, se non ci fos- se stato il problema dei confini orientali della Germania, defi- niti con l'accordo di Varsavia entrato in vigore dopo il memo- randum d'intesa per la revisione degli accordi di Osimo firmati dalla Croazia, forse allora la storia della vicenda giuridica del- la Zona B e della revisione degli accordi di Osimo, sotto quel profilo avrebbe potuto prendere una piega diversa, ma parlia- mo del 1992; contestualizzando anche con lo smembramento della Jugoslavia dell'estate 1991. Il tema revisione degli ac- cordi di Osimo è stato occasionato non solo dall'insorgere del

confine nella Zona B, ma è stato anche ampiamente condizionato da tutto il contesto, sia balcanico jugoslavo sia europeo tedesco. Fu una revisione parecchio appesantita da tale contestualizzazione. Nondimeno io mi rallegro con i componenti di quella Com- missione, fra i quali mi permetto di dire c'ero anch'io. C'erano personaggi come l'amba- sciatore Manno, il professor Ronzitti, il mio collega Giuseppe Pasqua. Siamo riusciti a spuntare l'accordo del 5 novembre 1996 sui diritti di minoranza; un traguardo molto importante, perché riconosce che la minoranza italiana deve avere un trattamento uni- tario su tutto il territorio croato, indipendentemente dalla configurazione giuridica della sua storia; quindi anche al di là di dove non c'era mai stata sovranità italiana. Ricono- sce che è autoctona e di antichissimo insediamento. Il massimo che si poté ottenere fu

di estendere il regime di tutela minoritaria della Zona B a tutto il ter- ritorio di tradizionale insediamento. Importantissimo, perché erano

cose negate. C'era un urto di mentalità - che voi ahimè ben conoscete e che ha dato luogo alle ben note atrocità - che continuava; parlare di diritti dell'uomo – altra grande leva che ci ha fatto raggiungere il traguardo – era un qualcosa di stra- ordinariamente innovatore. Probabilmente oggi, ad un quarto di secolo di distanza e con le nuove generazioni, questo ra- gionamento sarebbe un pochino più moderato di allora. Però qualcosa l'abbiamo portato a casa. Mi dispiace per i beni, ma lì era impossibile. Io ho lavorato per rivederlo l'accordo, non certo per giustificarlo. So che mi son trovato di fronte ad un prodotto definito, di cui non riuscivo a capire il perché. Com'è stato giustamente detto, non si capisce per quale ragione bi- sognava rinunciare ad una sovranità seppure simbolica. Ef- fettivamente venuta meno la Jugoslavia, una volta inseritosi questo nuovo confine, che non c'era mai stato nella storia, in base alla regola del sic stantibus si poteva fondatamente argomentare che veniva meno la clausola principale dell'accordo di Osimo, quella sul riconoscimento della sovranità jugoslava. La Jugosla- via non c'era più, c'erano due nuove realtà. Non di meno c'è il principio di effettività che regge il diritto internazionale, cioè si ha quello che si riesce ad avere. Non c'era un'au- torità superiore che ti da quello che non hai: è un negoziato. Io gli esuli li comprendo perfettamente, ma quello che si poteva ottenere, sul piano di effettività, l'abbiamo otte- nuto; ed è un tema molto importante sul tema dei diritti delle minoranze. Sono però convinto che andando avanti negli anni tutto questo si stempererà, anche con la citata diplomazia culturale e commerciale. Abbiamo delle buone speranze”. (VF)

ziato come alla dissoluzione della Jugoslavia negli anni Novanta abbia corrisposto in Italia per effetto di Mani Pulite un avvicendamento di classe diri- gente, la quale non era più inte- ressata alla politica estera, ma solo a quella interna. Dopo Gian- ni De Michelis, insomma, l’Italia non è stata in grado di capitaliz- zare la potenza commerciale e culturale che esercita nel mondo balcanico, laddove le giovani re- pubbliche di Lubiana e di Zaga- bria hanno voluto dimostrare la propria autorevolezza. Nelle conclusioni del convegno Giu- seppe Severini, presidente della Quinta sezione del Con- siglio di Stato, ha acutamente notato come il trattato di Osimo abbia rappresentato la tappa finale di un percorso secolare ed una sua ridiscussione una volta implosa la Jugoslavia è stata resa impossibile dalle ingerenze della Germania riunificata che, una volta definito ufficialmente il proprio confine con la Polonia, aveva chiuso le porte alle revisioni confinarie nell’Europa centro-orientale usci- ta dalla dominazione sovietica. Davide Rossi (Università di Trieste) ha, infine, presentato il volume da lui curato assieme a Davide Lo Presti “Quarant’anni da Osimo”

(Wolter Kluwer – Cedam, Milano – Padova 2018), che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno organizzato da Coordinamento Adriatico presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale ed altri contributi che meglio delineano il profilo storico, politico e giuridico del trattato con cui l’Italia rinunciò in cambio di nulla di con- creto alle sue legittime rivendicazioni nei confronti di un lembo d’Istria.

Lorenzo Salimbeni

Incontriamoci a Pola

Osimo, un trattato che fa ancora discutere Ormai

Ore 17.00: accoglienza dei partecipanti; consegna del pacchetto di “Benvenuto” con le istruzioni e la documentazione per lo svolgimento dell’Evento.

Ore 18.30: dopo l’arrivo e la sistemazione, apertura ufficiale con l’intervento del Sindaco, un brindisi e due ciacole.

Ore 20.00: cena ed a seguire, tempo libero per stare insieme.

Ore 21.30: solo per i Consiglieri

e gli Assessori in saletta riunioni dell’albergo, seduta di Giunta e Consiglio Comunale.

Ore 08.00: chi volesse potrà partecipare con mezzi propri, alla premiazione annuale che si terrò in Abbazia, del Concorso Letterario Mailing List Histria (MLH) , accordarsi con la Signora Cosliani Ore 09.00 Gli altri Ospiti potranno avere la mattinata libera od aggregarsi alla “posa di un fiore sulle tombe abbandonate” al Cimitero di Monte Ghiro (un solo pullman previsto per il trasporto di gruppo).

Ore 12.30: pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 17.30: Partita amichevole di calcio nel campo a 5 di Verudella : AIPI-LCPE Vs Compagine Comunità di Dignano.

Ore 19.00: ricevimento degli Ospiti per la cena in Hotel.

Ore 21.00: nella Sala Meeting dell’Hotel Brioni consegna della targa “Istria Terra Amata” alla Memoria di Leonardo Bellaspiga, rappresentato dalla figlia Lucia.

Ore 09.00: partenza collettiva dall’Hotel verso il centro della città. Visita al Tampio d’Augusto e Roma.

Ore 11.30: S.Messa nel Duomo di Pola celebrata in italiano da Mons. Desiderio Staver..

Ore 13.00: rientro con pullman per pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 15.00: inizio, in sala convegni, dell’Assemblea Generale dei Soci con il seguente ordine del giorno:

1. Saluto del Sindaco.

2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea.

3. Approvazione del verbale dell’Assemblea dell’10 giugno 2018 svoltasi a Pola.

4. Illustrazione sintetica della relazione del Sindaco (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

5. Relazione dei Revisori dei Conti e approvazione dei bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019 (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

6. Orientamenti per il 64° Incontro Culturale degli Esuli da Pola per il 2020.

7. Dibattito assembleare ed interventi dei Soci;

8. Varie ed eventuali..

Tutti i Soci sono caldamente invitati a partecipare.

. Ore 19.00: trasferimento con pullman alla C.I. di Pola per per Presentazione del libro “Alida Valli” di Alessandro Cuk.

La serata prosegue in allegria con

“Rebechin serale” ed il Gruppo

“VAL” per intrattenimento musicale e canti.

Ore 23.00: Pullman per rientro in hotel

(non scordate di portare il testo delle canzoni che vi abbiamo inserito nel pacchetto accoglienza)

Ore 07.45: gita collettiva all’isola di Cherso con pullman e passaggio in traghetto.

Ore 13.00: ci troviamo al Ristorante “Riva” per il pranzo.

Ore 15.00: rientro verso Pola.

Ore 19.00-20.30: cena in hotel.

Ore 21.00: in Hotel Lucia Bellaspiga presenta il libro di Piero Tarticchio “Maria Peschle e il suo giardino di vetro”.

Ore 6.45: Partenza per TRIESTE per coloro che rientrano con il pullman messo a disposizione dall’AIPI-LCPE.

Per tutti gli altri che ci lasciano, per raggiungere le proprie case, la calda raccomandazione di lasciare le stanze occupate prima delle ore 10.00

Ore 17.00: accoglienza dei partecipanti; consegna del pacchetto di “Benvenuto” con le istruzioni e la documentazione per lo svolgimento dell’Evento.

Ore 18.30: dopo l’arrivo e la sistemazione, apertura ufficiale con l’intervento del Sindaco, un brindisi e due ciacole.

Ore 20.00: cena ed a seguire, tempo libero per stare insieme.

Ore 21.30: solo per i Consiglieri

e gli Assessori in saletta riunioni dell’albergo, seduta di Giunta e Consiglio Comunale.

Ore 08.00: chi volesse potrà partecipare con mezzi propri, alla premiazione annuale che si terrò in Abbazia, del Concorso Letterario Mailing List Histria (MLH) , accordarsi con la Signora Cosliani Ore 09.00 Gli altri Ospiti potranno avere la mattinata libera od aggregarsi alla “posa di un fiore sulle tombe abbandonate” al Cimitero di Monte Ghiro (un solo pullman previsto per il trasporto di gruppo).

Ore 12.30: pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 17.30: Partita amichevole di calcio nel campo a 5 di Verudella : AIPI-LCPE Vs Compagine Comunità di Dignano.

Ore 19.00: ricevimento degli Ospiti per la cena in Hotel.

Ore 21.00: nella Sala Meeting dell’Hotel Brioni consegna della targa “Istria Terra Amata” alla Memoria di Leonardo Bellaspiga, rappresentato dalla figlia Lucia.

Ore 09.00: partenza collettiva dall’Hotel verso il centro della città. Visita al Tampio d’Augusto e Roma.

Ore 11.30: S.Messa nel Duomo di Pola celebrata in italiano da Mons. Desiderio Staver..

Ore 13.00: rientro con pullman per pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 15.00: inizio, in sala convegni, dell’Assemblea Generale dei Soci con il seguente ordine del giorno:

1. Saluto del Sindaco.

2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea.

3. Approvazione del verbale dell’Assemblea dell’10 giugno 2018 svoltasi a Pola.

4. Illustrazione sintetica della relazione del Sindaco (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

5. Relazione dei Revisori dei Conti e approvazione dei bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019 (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

6. Orientamenti per il 64° Incontro Culturale degli Esuli da Pola per il 2020.

7. Dibattito assembleare ed interventi dei Soci;

8. Varie ed eventuali..

Tutti i Soci sono caldamente invitati a partecipare.

. Ore 19.00: trasferimento con pullman alla C.I. di Pola per per Presentazione del libro “Alida Valli” di Alessandro Cuk.

La serata prosegue in allegria con

“Rebechin serale” ed il Gruppo

“VAL” per intrattenimento musicale e canti.

Ore 23.00: Pullman per rientro in hotel

(non scordate di portare il testo delle canzoni che vi abbiamo inserito nel pacchetto accoglienza)

Ore 07.45: gita collettiva all’isola di Cherso con pullman e passaggio in traghetto.

Ore 13.00: ci troviamo al Ristorante “Riva” per il pranzo.

Ore 15.00: rientro verso Pola.

Ore 19.00-20.30: cena in hotel.

Ore 21.00: in Hotel Lucia Bellaspiga presenta il libro di Piero Tarticchio “Maria Peschle e il suo giardino di vetro”.

Ore 6.45: Partenza per TRIESTE per coloro che rientrano con il pullman messo a disposizione dall’AIPI-LCPE.

Per tutti gli altri che ci lasciano, per raggiungere le proprie case, la calda raccomandazione di lasciare le stanze occupate prima delle ore 10.00

Ore 17.00: accoglienza dei partecipanti; consegna del pacchetto di “Benvenuto” con le istruzioni e la documentazione per lo svolgimento dell’Evento.

Ore 18.30: dopo l’arrivo e la sistemazione, apertura ufficiale con l’intervento del Sindaco, un brindisi e due ciacole.

Ore 20.00: cena ed a seguire, tempo libero per stare insieme.

Ore 21.30: solo per i Consiglieri

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Ore 08.00: chi volesse potrà partecipare con mezzi propri, alla premiazione annuale che si terrò in Abbazia, del Concorso Letterario Mailing List Histria (MLH) , accordarsi con la Signora Cosliani Ore 09.00 Gli altri Ospiti potranno avere la mattinata libera od aggregarsi alla “posa di un fiore sulle tombe abbandonate” al Cimitero di Monte Ghiro (un solo pullman previsto per il trasporto di gruppo).

Ore 12.30: pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 17.30: Partita amichevole di calcio nel campo a 5 di Verudella : AIPI-LCPE Vs Compagine Comunità di Dignano.

Ore 19.00: ricevimento degli Ospiti per la cena in Hotel.

Ore 21.00: nella Sala Meeting dell’Hotel Brioni consegna della targa “Istria Terra Amata” alla Memoria di Leonardo Bellaspiga, rappresentato dalla figlia Lucia.

Ore 09.00: partenza collettiva dall’Hotel verso il centro della città. Visita al Tampio d’Augusto e Roma.

Ore 11.30: S.Messa nel Duomo di Pola celebrata in italiano da Mons. Desiderio Staver..

Ore 13.00: rientro con pullman per pranzo al ristorante dell’hotel.

Ore 15.00: inizio, in sala convegni, dell’Assemblea Generale dei Soci con il seguente ordine del giorno:

1. Saluto del Sindaco.

2. Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea.

3. Approvazione del verbale dell’Assemblea dell’10 giugno 2018 svoltasi a Pola.

4. Illustrazione sintetica della relazione del Sindaco (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

5. Relazione dei Revisori dei Conti e approvazione dei bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019 (inserita nel pacchetto di

“Benvenuto”).

6. Orientamenti per il 64° Incontro Culturale degli Esuli da Pola per il 2020.

7. Dibattito assembleare ed interventi dei Soci;

8. Varie ed eventuali..

Tutti i Soci sono caldamente invitati a partecipare.

. Ore 19.00: trasferimento con pullman alla C.I. di Pola per per Presentazione del libro “Alida Valli” di Alessandro Cuk.

La serata prosegue in allegria con

“Rebechin serale” ed il Gruppo

“VAL” per intrattenimento musicale e canti.

Ore 23.00: Pullman per rientro in hotel

(non scordate di portare il testo delle canzoni che vi abbiamo inserito nel pacchetto accoglienza)

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Ore 15.00: rientro verso Pola.

Ore 19.00-20.30: cena in hotel.

Ore 21.00: in Hotel Lucia Bellaspiga presenta il libro di Piero Tarticchio “Maria Peschle e il suo giardino di vetro”.

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Per tutti gli altri che ci lasciano, per raggiungere le proprie case, la calda raccomandazione di lasciare le stanze occupate prima delle ore 10.00

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L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2019

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A

i nostalgici delle dittature e dell’intangibilità della storia fa paura la storia di Norma Cossetto, violen- tata e uccisa da partigiani jugoslavi ed alla cui memo- ria il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Norma, una giovane istriana che assieme a centinaia di altri giuliani, fiumani e dalmati morì nell’abisso di una foiba o nell’arcipelago concentrazionario creato dal dittatore comunista Josip Broz “Tito”. Una studentessa universitaria la cui tragedia in questi ultimi anni è stata prima al centro di un fumetto distribuito in decine di scuole in tutta Italia e quindi portata sul grande scher- mo ed in prima serata in televisione nel film “Red land –Rosso Istria”. Si tratta di due progetti sostenuti dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalma- zia e dalla FederEsuli e capaci di raggiungere ed im- pressionare migliaia di giovani lettori e di spettatori.

In questa maniera tale vicenda emerge dall’orrore del- le foibe e si inserisce nella storia italiana e non più solo locale diventando patrimonio sempre più condiviso dalla comunità nazionale. Di fronte a questo delicato percorso di conoscenza storica, le reazioni sempre più scomposte dimostrano che è stato scoperchiato un vaso di Pandora. Riduzionisti e giustificazionisti, già sbugiardati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo 2019, non possono darsi pace vedendo questa storia finalmente uscire dal silenzio e cercano

pretestuosamente di ridicolizzarla, minimizzarla o conti- nuare a negarla. Spiace riscontrare che anche taluni do- centi si siano prestati a questa battaglia di retroguardia, mentre il mondo della diaspora adriatica è sempre più determinato a far conoscere attraverso il martirio di Nor- ma il clima di terrore e di violenza che avrebbe condotto all’esodo in più ondate 350.000 istriani, fiumani e dalma- ti.La scena dell’infoibamento e l’angoscia rappresentata dagli attori sono spezzoni di “Red land – Rosso Istria”

che hanno avuto l’efficacia, ben più di centinaia di pagine scritte, di esprimere attraverso un mezzo di comunica- zione moderno che cosa avvenne al confine orientale italiano nella fase finale della Seconda guerra mondiale.

Rivendichiamo a questo film, che non vuole essere un documentario con pretese di scientificità, il merito di rap- presentare uno strumento di divulgazione storica di grande valore da affiancare a lavori di ricerca storiografi- ca che vogliano aprire nuovi archivi e far luce sulle com- plesse dinamiche lunghe quasi un secolo che condusse- ro alle foibe ed all’esodo.

Renzo Codarin Presidente ANVGD David di Paoli Paulovich Vicepresidente FederEsuli Presidente Associazione Comunità Istriane

degli Esuli istriani, fiuma- ni e dalmati di istituire una commissione d’in- chiesta parlamentare sulle stragi avvenute a guerra finita, per mano dell’esercito partigiano di Tito, e l’appello effettuato presso il Parlamento europeo affinché si possano vagliare i documenti negli archivi degli Stati successori della Jugoslavia, rappresentano le prossime tappe necessarie a delineare metodi e modalità della poli- tica annessionista ed anti italiana attuata dalla nascente Jugoslavia comunista.

Ogni tentativo di polemica e speculazione ed ogni dichia- razione incauta su questi temi può rischiare solo di pregiu- dicare il lavoro fatto e di riportare tristemente indietro le lancette della storia.

Renzo Codarin Presidente dell’ANVGD

L

a posizione dello Stato italiano in me- rito ai tentativi di giusti- ficazionismo o nega- zionismo delle stragi

delle foibe è già stata enunciata con autorevolezza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della recente celebrazione al Quirinale del Giorno del Ricordo.

Il Presidente Mattarella, infatti, in tale occasione, con- dannando fermamente ogni tentativo di revisionismo storico, ha ben evidenziato la matrice criminale legata in minima parte alle ritorsioni contro i crimini del fascismo di frontiera o delle occupazioni italiane in Jugoslavia:

non si spiegherebbe altrimenti lo stillicidio di omicidi e di violenze che proseguì negli anni successivi alla fine del conflitto e addirittura alla firma del Trattato di Pace.

Quanto riconosciuto da Mattarella rappresenta il coro- namento di un percorso che l’associazionismo della

diaspora adriatica ha avviato sotto la saggia guida di Lu- cio Toth, nostro indimenticato Presidente, trovando comu- ni sentimenti e un sinergico impegno nell’operazione cul- turale condotta dal prof. Stelio Spadaro a nome della sini- stra democratica e patriottica.

Le foibe e l’esodo sono ormai pagine di una storia italiana di cui tutta la comunità nazionale è consapevole, mentre a livello europeo devono continuare ad essere un argomen- to di ricerca condivisa e non di contrapposizione politica, nello spirito del “Concerto dei Tre Presidenti” (l’italiano Napolitano, lo sloveno Türk ed il croato Josipović) in Piaz- za Unità d’Italia a Trieste nel luglio 2010 che abbiamo te- nacemente perseguito.

La richiesta da parte della Federazione delle Associazioni

Esodo e Foibe, la posizione dello Stato italiano è stata tracciata da Mattarella

L

a sezione di Pola dell’International Federation of Business and Professional Women (BPW), dopo aver preso parte a Benevento ai lavori della seconda conferenza internazionale dell’organizzazione, alla quale in Italia afferisce la Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari (FIDAPA), ha avuto una serie di appuntamenti anche a Roma. Grazie alla collaborazio- ne del Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con le sezioni Fi- dapa di Roma e Roma Campidoglio, la prima giornata romana ha intrecciato argomenti di carattere storico, culturale ed imprenditoriale da cui è emersa la capacità femminile di operare in questi ed altri settori, con parti- colare riferimento al contesto adriatico.

Nel corso della mattinata di venerdì 22 marzo si è svol- to un incontro presso il I Municipio, ove Alida Perkov, Presidente della sezione BPW polesana, ha annuncia- to che è in fase di avvio il “Progetto delle due Arene”, finalizzato ad implementare la cooperazione imprendi- toriale femminile tra le due città. La segretaria dell’Ese- cutivo del comitato Anvgd di Roma, Anna Maria De Sa- vorgnani, attraverso la sua vicenda di esule dalla Vene- zia Giulia, ha ricordato l’importanza del ruolo delle donne in un contesto come quello della sua infanzia, in cui gli uomini erano impegnati nel conflitto. Una comu- ne matrice tra le esuli e le discendenti di esuli e le ospiti polesane è stata evidenziata dalla Prof.ssa Donatella Schürzel (Università La Sapienza di Roma e presiden- te del comitato ANVGD), la quale ha poi ripercorso la storia del Quartiere giuliano-dalmata. Lorena Fiorini, Presidente del Concorso letterario Donne tra ricordi e futuro, ribadendo l’importanza della memoria storica, ha segnalato come tra le concorrenti del suo concorso vi sia stata anche Rita Muscardin, la quale ha portato alla luce una storia famigliare proveniente dal tumultuo- so confine orientale italiano negli anni della Seconda guerra mondiale; una carrellata sulle donne giuliane nell’arte e per l’arte è stata quindi esposta dalla Prof.

ssa Maria Grazia Chiappori (Università La Sapienza di Roma).

Nel pomeriggio si è svolta una visita istituzionale al Se- nato della Repubblica, terminata con il riconoscimento dell’importanza dell’imprenditoria femminile da parte di

Mauro Proietti, collaboratore parlamentare del Senato- re Maurizio Gasparri, costretto da appuntamenti eletto- rali in Basilicata a non partecipare. Tale incontro nasce- va anche grazie alla funzionaria parlamentare Serena Ziliotto (Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Li- bero Comune di Zara in Esilio), ed ha visto il coinvolgi- mento di Lorenzo Salimbeni (Responsabile comunica- zione Anvgd) e del Prof. Damir Grubiša (American Uni- versity di Roma), i quali hanno evidenziato le potenzia- lità di sviluppo per le donne che il nuovo contesto euro- peo fornisce loro nel contesto adriatico. Alida Perkov ha fra l’altro contribuito a fondare AdrionNet, un pro- gramma di collaborazione imprenditoriale femminile af- ferente alle progettualità della macroregione adriatico- ionica.

Ultima tappa alla Casa del Ricordo, in cui le ospiti han- no ricevuto il saluto del vice presidente della Commis- sione Cultura di Roma Capitale, Andrea De Priamo, mentre Bettina Giordani, referente romano di FIDAPA, ha apprezzato i contenuti culturali e propositivi emersi nel corso della giornata. Lorenzo Salimbeni ha spiega- to il crescente ruolo che la Casa del Ricordo, concessa dal Comune di Roma in gestione al Comitato provincia- le Anvgd ed alla Società di Studi Fiumani, sta assu- mendo nell’offerta culturale capitolina. Storia, cultura e ruolo delle donne nella società giuliano-dalmata sono stati gli argomenti esposti da Marino Micich, Direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, mentre la summa dei lavori è stata svolta da Donatella Schürzel, che ha auspicato il consolidarsi della partnership tra le donne esuli di seconda e terza generazione, le istituzioni ro- mane e le imprenditrici istriane, attive nel settore turisti- co, agricolo ed alimentare, che hanno fatto parte di questa delegazione.

Il comitato romano dell’Anvgd, dopo aver allacciato ne- gli anni Novanta del secolo scorso i contatti con la co- munità italiana di Rovigno, inaugurando una nuova fa- se nei rapporti tra esuli e “rimasti”, adesso si dimostra il primo in assoluto nella capacità di dare un risvolto im- prenditoriale e non solo culturale alle relazioni tra italia- ni della diaspora ed autoctoni dell’Adriatico orientale.

Lorenzo Salimbeni

Imprenditoria e cultura femminile tra le due sponde dell'Adriatico

Non dimenticare!

A chi non avesse ancora provveduto invitiamo a rin- novare l’iscrizione alla nostra associazione AIPI- LCPE.

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Al porto di Ancona una lapide, collocata al tempo del 12° raduno degli Zaratini, ricorda l’esodo da Zara.

In occasione del recente convegno ad Osimo, una corona è stata apposta da una delegazione di esuli

istrodalmatiquarnerini.

Red land – Rosso Istria

spaventa chi si ostina a negare

Il video del mese

A Osimo 44 anni dopo è dedicato il video di questo mese. Per visionarlo cliccare su

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Convegno a Roma

Nel primo fine settimana di maggio avrà luogo nella sala del Senato, presso l'Istituto Santa Maria in Aqui- ro, un convegno dedicato al ricordo dei Senatori di Fiume Riccardo Gigante ed Icilio Bacci, a cura della Società di Studi Fiumani. Saranno ricordate le figure dei due senatori fiumani, vittime della polizia segreta jugoslava dopo il 3 maggio 1945, giorno dell’occupa- zione militare di Fiume da parte delle truppe del Movi- mento Popolare di Liberazione Jugoslavo.

Al convegno, che sarà moderato da Marino Micich Segretario Generale Società di Studi Fiumani ed in cui è previsto un contributo musicale del maestro Francesco Squarcia, porteranno il loro saluto Antonio Ballarin Presidente di Federesuli e Guido Brazzoduro Presidente dell'Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – LCFE. Al tavolo dei relatori saranno presenti Giuseppe Parlato Presidente della Fondazione Ugo Spirito - Renzo De Felice, Amleto Ballarini Presidente Emerito della Società di Studi Fiumani, Giovanni Stel- li Presidente della Società di Studi Fiumani. Conclu- derà l'incontro il suo senatore Maurizio Gasparri.

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L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2019 nobile e doveroso” – ha proseguito - “ricer- care un continuo rapporto tra le due sponde dell’Adriatico, perché esso costituisce la ve- ra fucina di cultura e tradizione per le nuove generazioni”. Definita festa la partecipazio- ne degli allievi delle scuole elementari e medie superiori di Antivari e Cattaro, che hanno ricevuto premi in denaro offerti dall'Associazione Dalmati Italiani nel Mon- do, presieduta da Franco Luxardo.

A conclusione dell'incontro, i ragazzi sono stati invitati ad aderire numerosi al Concor- so dell’anno corrente, sottolineando come per loro la ricerca del sapere e della cono- scenza debba diventare dovere e piacere, nella consapevolezza dello “spirito multietni- co” dei nostri tempi e in un precipuo “spirito europeistico”. A questo proposito è stato an- che rilevato come sia stato interessante l'entusiasmo stimolato nei giovani, abbinato all'importanza da loro data al proseguimen- to del percorso di studio in un'università co- me quella di Roma. Infine, nella generale soddisfazione di organizzatori e presenti, durante lo scambio di indirizzi, i ragazzi si sono compiaciuti della grande opportunità offerta dalla Mailing List Histria, nel contem- po rinforzando l’incontro tra le due sponde adriatiche. www.adriaticounisce.it

I

l 27 marzo, nella bella cornice di Cattaro, in una delle sue più prestigiose dimore, palazzo Bisanti, si è svolta la premiazione dei ragazzi, sezione del Montenegro, che hanno partecipato al XVI Concorso della Mailing List Histria.

I giovani, accompagnati da genitori, inse- gnanti e dalla rappresentante della Comu- nità degli Italiani, sono stati accolti dall’in- stancabile Martina Palomar Saulacic, che anno dopo anno si conferma preziosa col- laboratrice. Per la Mailing List Histria erano presenti la presidente Mariarita Cosliani e Mirella Tribioli, membro della commissione giudicatrice del concorso, che ha anche condotto l'evento. Dopo i saluti introduttivi ed i ringraziamenti per la fattiva partecipa- zione ai Dirigenti scolastici, agli insegnanti, ad Aleksandar Dender presidente della Comunità degli Italiani e ad Andro Saula- cic. rappresentante della società Dante Alighieri, la parola è passata a Mariarita Cosliani. Ricordato il diciannovesimo anni- versario dalla fondazione della Mailing Li- st, la signora si è dichiarata orgogliosa per quanto è nello spirito dell'Associazione,

“proiettata sempre più nella volontà di sol- lecitare i ragazzi ad un approfondimento ed appropriamento delle loro radici”. “È

Pola città di Santi

La copertina della pubblicazione curata da Mariarita Cosliani, presidente della Mailing Histria e vice presi- dente dell'AIPI-LCPE, dedicata ai tre Venerabili reli- giosi, nativi di Pola. L'opuscolo, realizzato in occasio- ne del 90° anniversario della morte di Egidio Bullesi, è stato distribuito nel corso della duegiorni commemo- rativa organizzata dal comitato sostenitore della beati- ficazione di Egidio Bullesi. Al pellegrinaggio, svoltosi nei giorni 25 e 26 aprile a Barbana e Pola, daremo ampio spazio nel numero di maggio de L'Arena di Po- la.

C

ome ampiamente riportato da La Voce del Popolo, durante un importante incontro alla scuola media superiore Dante Alighieri di Pola, la professoressa Bruna Rodriguez Canevari dell'Associazione Italiani di Pola e Istria-LCPE, accompagnata da Mariarita Cosliani, presidente della Mailing List Histria, ha fatto dono alla preside Debora Radolovic di un prezioso volume (curato da Luciana Sitran Rea e Giuliano Piccoli, edito nel 2006 dall'archivio storico dell'Università di Padova), riportante l'elen- co completo di tutti gli studenti e dei laureati presso ì'ateneo patavino, provenienti da Pola, dall'Istria e da Fiume fra il 1601 ed il 1974. Due sono gli indici consultabili in quelle pagine di pregio: uno in dettagliato ordine alfabetico e l'altro stilato secon- do la località di provenienza. Per un totale di 517 iscritti. Sottoli- neata anche la presenza di vari rettori istriani ai vertici dell'istitu- zione accademica padovana, la signora Canevari ha ricordato in tale veste la figura del professor Bernardo da Pola, investito dell'incarico nel 1441.

Una preziosa raccolta

Da Padova a Pola

È

una c ontinua scoperta la gal- leria di figure di origi- ni giuliano dalmate, che hanno saputo

affermarsi in vari campi e un po' in tutto il mondo. Fra i nostri più recenti incontri c'è stato quello con il coman- dante Dino Sagani, “dalle radici istriane/lussignane” - come precisa il nostro intervistato durante una sosta quasi fugace a Trieste, dove sono nati lui e la sorella Elisabetta, e dove vivono i genitori, puntualizzando:

“Istriane per parte di mamma, lussi- gnane per parte di papà”. Ultima- mente media nazionali ed internazio- nali si sono interessati a lui e alla na- ve affidata al suo comando, la Maje- stic Princess, un gigante del mare capolavoro di design, in cui elegan- temente si fondono avanzata tecno-

logia e prestigiosa ingegneria navale: è l'ammiraglia del- la flotta Princess Cruises, compagnia per cui Sagani la- vora da oltre 24 anni, dopo studi ed esperienze non da poco.

Il suo affascinante cammino umano e professionale in- fatti, è stato da sempre vissuto in simbiosi con il mare.

“Per tutta l'infanzia ho trascorso la maggior parte delle mie vacanze scolastiche fra Portorose con i nonni mater- ni e a Lussino con quelli paterni” - esordisce, spiegando che entrambi i nuclei familiari di provenienza avevano continuato a vivere nei luoghi nativi, membri della Comu- nità Italiana. Da buon lussignano e come da tradizione di famiglia, fin da subito la scelta di Dino era stata per un percorso di e sul mare. Già

piccolino infatti, con la mamma, signora Graziella, aveva viaggiato a bordo della nave al cui comando c'era papà Giuseppe, capi- tano di lungo corso. Stu- dente dell'Istituto Nautico, durante i mesi liberi dagli impegni scolastici si imbar- cava come mozzo con pa- pà, seguendo il giusto pen- siero del genitore per cui “la carriera incomincia dalla gavetta”. A conferma che

buon sangue lussi- gnano non mente, racconta di essere per lo meno il quarto di una generazione di naviganti, iniziata con il bisnonno Peppo, e continuata con nonno Cle- mente e papà Giuseppe. Da Corelli invece, paesino fra Pinguente e Cer- reto, che aveva anche dato il nome ad un ramo della famiglia materna, i genitori della mamma si erano tra- sferiti sulla costa dopo il rientro del nonno Rodolfo dalla prigionia in Rus- sia. E a Pirano c'era stato il colpo di fulmine fra i suoi genitori, poi traslo- cati a Trieste. A proposito di casualità della vita, nel menzionare Corelli, Sagani ricorda il villaggio tutto ab- bandonato in cui, durante una visita di tanto tempo fa, davanti alla fine- stra rotta in una casa diroccata ave- va trovato uno specchio, sotto la cui cornice era rimasta conservata una tessera GIL del 1932, intestata alla sua prozia Dina Corelli. Impegnativo ma quasi un eden, è l'affascinante universo delle crociere in cui oggi esercita il nostro comandante, ma vi è arrivato dopo esperienze piuttosto “vivaci”, quali ad esempio un servizio di leva che scelse di prolungare con una ferma nella Marina Mi- litare e che lo portò per 9 mesi su un cacciamine durante la prima guerra del Golfo; o il conseguimento del brevet- to di paracadutista. Deciso a non far condizionare dal suo lavoro un'ulteriore unione sentimentale, dopo che la pendolarità operativa aveva intaccato il primo matrimo- nio, due anni e mezzo fa, a bordo ebbe l'incontro fatale

con Alissia, passeggera russa. Felicemente sposati, hanno l'opportunità di viag- giare insieme alla loro pic- cola di 10 mesi, sulle rotte della Majestic Princess, fra splendide metropoli e siti di sogno, fra Asia, Nuova Ze- landa e Australia, dove c'è la frequente e felice riunio- ne di famiglia con il primo- genito Giulio, che vive a Sydney. Buon vento e avan- ti così comandante!

Viviana Facchinetti

Un'altra storia di successo dal profumo adriatico XVI concorso Mailing List Histria

Premiati i vincitori della sezione del Montenegro

due momenti del pellegrinaggio a Barbana e Pola nel nome di Egidio Bullesi

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L’ARENA DI POLA n. 4 del 30 APRILE 2019

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C

o’ iero picio mi sta- vo a Pola, in Via Medolin. La parti- va del mercato ma quela che mi me ricordo de più la scominciava dopo el bivio con Via Ariosto. Passà

‘sto bivio, la strada la fasse- va una curva e dopo la fila- va drita fina a Medolin. Lun- go la strada iera de le case- te basse, a uno o due piani

massimo e sui marciapiedi cresseva dei pici albereti. Tra le case, ogni tanto, ghe iera un orto o una campagneta, dove che noi muleti andavimo a giogar. La prima costruzion su la destra iera una fabricheta, la fonderia del sior Fonda, dove in origine i fasseva campane. Du- rante la guera però, la fabrica iera stada bom- bardada e el paron se gaveva trasferì in Italia.

I druzi i gaveva riparà un poco i muri e el teto e i gaveva scominzià a lavorar de novo. Ma i gaveva poco lavor, perché no ghe iera tanta richiesta de campane ne la Jugoslavia comu- nista. Mi me ricordo ‘sta fonderia per una ra- gion tuta diversa, per quela volta che Toni L., comunemente conossudo come Toni Piria, dopo gaver fato el pien al buffet de la Zadru- ga, el se gaveva desmentigà de sterzar in curva e, sfondado el muro, el iera andado zò con el trattor de un altessa de dieci metri in te la corte de la fonderia. El trattor, de fabrica- zion russa, el iera andà in tochi ma Toni, gras- sie a la fortuna dei imbriaghi, nol se gaveva fato gnente. El iera però cascado visin a la fornace, con le fiame che squasi lo brusava e, vedendose intorno i mati de la fonderia, tuti neri de fumo come diavoli, el gaveva pensà de esser zà in inferno e el gaveva scomincià a pianser e a pregar de perdonarghe i sui peca- ti. I operai de la fonderia lo gaveva perdonà ma no cussì el referente politico che lo gaveva fato condanar per sabotagio.

Un poco più avanti, ma de l’altra parte de la strada, iera la casa e l’orto de mio nono Gio- vanni. In origine, ‘sta casa iera un’osteria, una de le tante a Pola ai tempi de la Defonta, cioè de l’Austria, dove i operai del Cantier e de l'Ar- senal i se trovava dopo el lavoro per farse un meso de quel bon o, d'estate, un per de bire.

Al principio del secolo, Pola iera el primo porto militar de l’Impero e i giovani de la campagna iera atiradi in città per lavorar in Cantier o in Arsenal. Mio nono vigniva de una famiglia de fabri e carradori, e el saveva lavorar ben el fero e el legno. El pensava de trovar una si- stemassion in Cantier, invese el iera finì a in- governar el tramway elettrico. Sì, perché a

Pola l’Austria gaveva messo el tramway che andava per tuta la riva fin a dove che xe la Fabbrica Cementi. Mio nono el contava sem- pre un fato che ghe iera suceso in gioventù: el se gaveva desmentigà de tirar el fren, el slaif, in rimessa e un vagon iera andado zò per el rato, fin a dentro el boteghin de fruti e verdura de la siora Bepina. Per fortuna la siora, che la passava i settanta e la gaveva anche una gamba slossa, vedendo rivar ‘sto tram a tuta velocità, la gaveva ritrovà l’agilità dei venti ani e, con un salto acrobatico, la gaveva schivà el bolide. Però ghe iera stà dani grossi al bote- ghin e el gendarmo Fischer gaveva portà el nono dal giudice. Qua el nono el se infervora- va a contar: “al processo la siora Bepina la parlava par talian, el gendarmo Fischer par tedesco e el testimonio, quel mona de Pizda- ric, par croato. Mi rispondevo in tute tre le lin- gue!” El giudice el se gaveva stupido e, a un certo punto, el ghe gaveva domandà al nono:

“Foi come parlatte tante lingue, che sqvuole afete fato?” E el nono: “Le scuole popolari sior giudice”. “Bravo! Assolto!”, iera stada la sen- tenza del giudice. Non so se questa storia iera vera ma me piasi pensar che la fussi. Iera bei tempi quei e Pola iera una cità tolerante e co- smopolita.

Andando avanti, de la parte sinistra de la stra- da, dopo la campagneta, iera la botega de Bepi Barbier. El iera un personagio per noi muli e la sua bottega iera el nostro posto de ritrovo. El gaveva i bafeti come Errol Flynn, el ator de Hollywood, e el se petinava con la riga in meso a la Gabetto, el giogador del grande Torino. A l’epoca, el gaverà avù un quaranta ani e no’l iera sposà. El iera continuamente in lotta con la parona de casa, “Siora Marieta Rossa” e el ghe gaveva dedicà una canson:

“La cercan di qua, La cercan di là, Che trovar non si possa, Questa benedetta Marieta Ros-

sa”. A la fin del mese dove- vo sercarla mi, dato che Bepi me dava l’incarico de portarghe i soldi de l’afito e de ritirar la ricevuta. Bepi gaveva la passion de la motocicletta e el se gaveva fato una in casa. El telaio iera de un vecio masinin dei bersaglieri, dove che Bepi ghe gaveva montà un mo- tor Puch. Con questo trabi- colo, Bepi se butava zò del rato, peda- lando a tuta forsa per meter in moto el motor e dopo el andava avanti beato fin a la prossima salita, dove che el doveva pedalar ancora, perché el motor no ghe la fasseva. Bepi iera anche un bravo pescador, ma solo de tera, perché no'l gaveva mai imparà a nudar e el gaveva teror de l’acqua.

Più avanti, stava el sior Francesco, anche lui barbier ma ormai in pension. D'estate, quan- do che fasseva assai caldo, de sera se senta- vimo fora de la porta a ciapar el fresco e el sior Francesco, acompagnandose con la chi- tara, el intonava con vose tremula: “Io fò la serenata a chi mi pare… e chi mi pare la do- vrà sentire”. I diseva che sua fia, una signori- na ormai avanti coi ani ma ancora vistosa e elegante, la iera stada l’amante de un grande nobile austriaco. Purtropo, la storia iera finida mal e la signorina, de una belessa ormai sfio- rida, la passava el tempo in finestra, spetando un improbabile principe azzurro. In Via Medo- lin stava anche due taxisti o, come che i li cia- mava quela volta, autisti de piazza. Sior Nini, conossudo de tuti per la sua personalità e simpatia, oltre a esser un bravo autista el fas- seva anche el veterinario e el trovava l’acqua soto tera con un fero storto che ghe se girava in te le mani. Tuti ghe domandava piaseri e ghe voleva ben. Sior Bilucaglia, con i baffi a manubrio e la vecia auto Ansaldo. In inverno, de note, le falische che vigniva fora del tubo de scarico de la vecia Ansaldo le girava per Via Medolin strassinade de la bora, anche dopo che l’auto iera in rimessa e sior Biluca- glia iera andà a dormir.

Più avanti ancora ghe iera la “Corte Berne- tich” con le case a ringhiera e le scuderie dei cavai de tiro. Qua stava le famiglie più povere e quele che iera vignude de poco de la cam- pagna. A suo tempo, ghe iera stadi anche mio nono e mio papà.

Dopo, la strada andava avanti fra orti e cam- pagne e per mi iera un teritorio poco conossu- do e proibido, “Hic sunt leones” gavessi dito el nostro erudito Bepi Barbier.

Via Medolin

Roberto Stanich

L’ARENA DI POLA

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EL CANTONZIN DEL NOSTRO DIALETO

El caro idraulico

El sior idraulico mi speto, xe tre giorni che spandi el bidè e in bagno go quasi un lagheto.

El xe ‘rivà, per fortuna, che iera le sete, stamatina.

Serada xe l’aqua fina a la una.

Po el me disi con aria contenta

”el guasto go individuà”,

‘desso vado, go sugo e polenta, ma torno ‘pena magnà e per stassera, la staghi tranquila

sarà de sicuro za governà”.

Xe sera, l’ometo ga giusto finì, in bagno xe come passada la guera.

Po vedo el conto e casco per tera.

La piova

La piova xe fata - i me contava de picia –

co’ tute e lagrime del mondo svaporade in alto che dopo torna zo.

“Mi no pianzarò mai - disevo – bagnarme

no me piasi”, E inveze no go ancora

finido de sugarme.

Graziella Semacchi Gliubich In casseta go trovà una letera

a mi indirizada

‘a la poetessa’

e in quel momento me go fato una bela ridada.

Cariga de borse iero, stanca, afanada e persuasa che in boteghin i me gaveva, sul peso, imbroiada.

Co son ‘rivada casa go trovà el desìo:

le camere per aria e i fioi che sbarufava;

mio marì pacifico in quela confusion i sui dischi scoltava.

No savevo de dove cominciar a far ordine, a disbratar.

“ciò –me ga dito el sposo

che la posta sfoiava- te ga vinto un premio de poesia.

Una copa i te dà. Un’altra!

Dove la metaremo?

Ma no sarìa ora, ‘desso, che ma- gnemo?”

Me go tirado su le manighe e son partida come un treno.

Prima roba in cusìna.

Col laverno ciolto pe’l brasà me go fato un serto ligà coi steca-

denti e me go incoronà.

Po go fato i leti, go netà per tera, go spolverà, go fato taser i fioi

che xe un’impresa vera e go messo in tola

in punto a la una.

Son una poetessa, che fortuna!

Anche questo mese completano el cantonzin del nostro dialeto tre poesie di Graziella Semacchi Gliubich che, per la sua quarantennale atti- vità di giornalista, poetessa e scrittrice, proprio in questi giorni è stata festeggiata al “Salotto dei poeti”. L'autrice inoltre, in concomitanza con il periodo pasquale, ha tenuto una conferenza sulle antiche tradizioni pasquali triestine all’annuale manifestazione ‘Horti tergestini’ presso il parco di San Giovanni a Trieste.

La poetessa

(6)

Gli Italiani della Venezia Giulia

di LUIGI BARZINI

di ROMANA DE CARLI  SZABADOS

L’Arena di Pola:“Come eravamo” - Cultura, Arte, Fatti e Tradizioni

a cura di Piero Tarticchio

In questo numero L’Arena pubblica il quattordicesimo

dei 15 articoli di Luigi Barzini sulla

“Questione giuliana”

apparsi sul Corriere della Sera nel 1913.

I

l trattamento fatto ai cittadini d’Italia in Austria è inammis- sibile. Il sistema di espulsioni in massa, sul quale abbiamo dato cifre al disotto del vero, e che in- fierisce «senza riguardo alla vita incensurata dei colpiti, alla loro posizione sociale, alla lunga dura- ta del loro domicilio nello Stato austriaco - sul quale talvolta sono nati, - senza riguardo allo svilup- po dei loro affari, al non avere essi parenti, amici, occupazioni fuori dello Stato, nel quale lasciano fa- miglia, consanguinei e patrimo- nio, senza pietà infine per gli am- malati e i minorenni contro i quali si è pure inesorabili» (sono parole di un deputato italiano alla Ca- mera austriaca), questo sistema di bandi, diciamo, non è concepibile fra due paesi in stato di pace, e tanto meno fra due alleati.

Se si pensa anche agli arresti di re- gnicoli, alle balorde accuse di spionaggio elevate comunemente contro di loro e che non reggono neppure davanti al giudizio dei magistrati sloveni, se si pensa alle

inquisizioni, alle perquisizioni, al carcere preventivo che accompa- gnano ogni equivoco, se si può di- re equivoco, della polizia, se si pensa al sistematico, costante ri- fiuto di patenti per l’esercizio di qualsiasi professione, fatto contro le leggi dell’umanità e contro quelle internazionali, se si pensa ai “motivi di speciale considera- zione” che impediscono a mi- gliaia di concittadini di lavorare, di vivere, di esistere in Austria dove li conduce il naturale flusso dei loro affari, noi ci sentiamo of- fesi nella dignità, nel diritto, nel- l’interesse.

La suscettibilità giapponese s’im- penna contro gli Stati Uniti per fatti che hanno meno valore di questi. La California non tratta l’e- migrazione gialla come sono trat-

tati i sudditi d’Italia oltre i confini orientali. Perché si fa questa guer- ra feroce alla italianità? La ragio- ne non si trova facilmente, il pre- testo sì. Un giornale conservatore viennese ha stampato che «nessu- no dei nove popoli che abitano lo Stato austriaco gode meno simpa- tie oneste e sincere degli italiani, perché il loro passato nella storia e nella politica rispetto alla mo- narchia continua ad esercitare ta- le influsso da non permettere che si applichino per essi le teorie del- l’equiparazione civile e linguistica come per gli altri cittadini dello Stato».

La posizione degli italiani nella Monarchia austro-ungarica vi è fedelmente descritta; essi non hanno i diritti degli altri popoli per colpa dell’influsso della loro storia. Ecco la grande, perenne ac- cusa, che si ripete contro di loro, e che li pone al bando. In altre paro- le essi sono imputabili d’irreden- tismo.

Sennonché l’ostilità del Governo contro l’italianità nelle provincie italiane dell’Impero è cominciata assai prima di ogni possibilità d’irredentismo. Quando l’Austria sopprimeva le scuole italiane aperte da Napoleone e le sostitui- va con scuole tedesche, quando proibiva a quelle popolazioni di mandare i loro figliuoli alle uni- versità di Padova e di Pavia, che pure erano università austriache, quando dal 1824 al 1834 respinge- va sei domande per l’istituzione di un ginnasio italiano a Trieste, quando dal 1830 al 1838 rifiutò di spendere a Trieste i denari del fondo scolastico triestino, quando alle domande ripetute di scuole italiane fatte nel 1838, 1839, 1840, rispondeva erigendo il ginnasio tedesco ed obbligando la città a contribuire alla spesa, l’Austria faceva già una politica anti-italia- na, e l’irredentismo era al di là di ogni profezia.

E anche dopo, per lunghi anni, non c’è sacrificio che Trieste non abbia fatto per disperdere le pre- venzioni ostili del governo, per vivere in pace; esagerava il gesto come chi sa di essere sospettato, decretava la cittadinanza d’onore a Radezski, erogava fondi pubbli- ci a sollievo delle finanze dello Stato, faceva manifestazioni pub- bliche di fedeltà all’impero. A che cosa le giovò? Venne il 66 e la po- litica slavizzatrice s’iniziò, piena di rancore fresco contro l’italia- nità.

Domandiamo la parola (14)

Mayerlig

130 anni dopo

Pola, piazza foro 1903

I

l 30 gen- naio 1889 moriva il principe eredi- tario Rodolfo d’Absburgo, metafora della dissoluzione dell’impero austro-ungari- co

130 anni fa si compiva quella an- gosciosa tragedia, intesa quale suicidio non solo dell’erede al trono ma dell’Impero stesso.

La fine di Rodolfo non significa- va infatti il crollo della Monar- chia absburgica, ma egli moriva perché questo regno era destina- to alla morte. La tragedia dunque non è solo esistenziale, ma dina- stica.

Pertanto in un rapporto di causa ed effetto Mayerling sembra il frutto di un fatiscente impero e, nel contempo, la causa del suo crollo inevitabile causato dall’im- possibilità di coesistenza non so- lo di nazioni diverse, ma di idee opposte.

Ecco Rodolfo: prende dalla ma- dre il carattere incline alla fanta- sia, il temperamento fatto di slan- ci ed abbandoni, anticonformista ed anticlericale, sposa Stefania senza amarla, che non gli dà un erede maschio, coltivando av- venture galanti, in un processo di autodistruzione culminato con l’epilogo di Mayerling, ora per volontà di Francesco Giuseppe convento carmelitano. Rimane il più imperscrutabile e sconvol- gente atto d’amore nella storia absburgica, la storia romantica di

Rodolfo e Ma- ria Vetzera, as- surta a simbo- lo e divenuta leggenda.

Si sa, i misteri della vita spes- so si calano nel silenzio d'a- more.

Ma il patto di morte con Mary aveva radici più profonde. Egli non si uccise perché non poteva sposare la baronessina, ma per- ché considerava se stesso un falli- to e sentiva mancare le forze per la battaglia della vita.

Nella lettera alla madre Sissi, su- bito distrutta: ”muoio con lei ma non per lei”. Comunque di un doppio suicidio si tratta…

Alla fin fine non si sa il come, non si sa il perché e forse non si sa esattamente nulla. Tanto più ci si addentra nella tetra vicenda, tan- to più si rimane sconvolti e per le conseguenze immediate e per gli strascichi. Immenso lo stupore nella gente semplice, incredula fi- no allo spasimo. Rudy si sedeva nelle osterie per sentir zufolare e bere Riesling in compagnia, ca- valcava al Prater, si faceva vedere elegante all’Opera e ai balli di Corte.

I viennesi si avvicinavano a lui in quanto, per un certo intuito, sen- tivano che il loro beniamino era perdutamente infelice. In conclu- sione, ogni tesi può essere confu- tata, rovesciata, per farci ripiom- bare nella più cupa atmosfera con il rammarico di non aver po- tuto decifrare ancora una volta la notte più nera dell’Austria, causa della sua fine.

Senza Mayerling niente Sarajevo e niente fine dell’impero…

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