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ERCOLE, VENERE E MINERVA: IL PERCORSO INIZIATICO

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Academic year: 2022

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MASSONERIA UNIVERSALE - COMUNIONE ITALIANA

GRANDE ORIENTE D’ITALIA

PALAZZO GIUSTINIANI

RLVALDINIEVOLE 1912 N° 1014 ORdi Montecatini Terme (PT)

Fondata in data 22 Marzo 2018

Gemellata con la R:.L:. Virtude e Conoscenza n. 1098 Or:. di Roma

ERCOLE, VENERE E MINERVA: IL PERCORSO INIZIATICO

Tre. Un numero ricorrente e perfetto, infinitamente declinabile in ogni campo ed in ogni credo, come ci ricorda Arturo Reghini trattando dell'esoterismo pitagorico nell'opera “Dei Numeri Pitagorici”.

Per i pitagorici il tre è il numero attraverso il quale si raggiunge la perfezione, nell'accezione degli antichi di “compiuto”, portato a ter-minae. Il numero tre è perfetto, perchè se il numero 1 è il primo dispari e il due il primo numero pari, il tre è il numero che li sintetizza, li racchiude ed arriva a formare una figura geometrica compiuta.

Tre. Come il numero dell'apprendista, che in prima istanza deve capire come tesi, antitesi e sintesi siano le fondamenta del percorso che ci si accinge a seguire.

Tre. Come il trinomio Libertà, Uguaglianza, Fratellanza.

Tre. Come II° Sorvegliante, I° Sorvegliante e Maestro Venerabile, Luci del nostro cammino.

Tre. Come, la Forza di Ercole, la Bellezza di Venere e la Saggezza di Minerva.

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“Si era già quasi all’anno terzo dopo il Mille quando nel mondo intero, ma specialmente in Italia e nelle Gallie, si ebbe un rinnovamento delle chiese basilicali … Pareva che la terra stessa, come scrollandosi e liberandosi della vecchiaia, si rivestisse tutta in un fulgido manto di chiese.”

Rodolfo il Glabro – “Cronache dell’anno mille”.

Il cantiere di una Gilda medievale

L'innalzamento di un Tempio, di una cattedrale, nel medioevo rappresentava un vero e proprio vanto per i comuni cittadini, che vedevano l'Opera come una occasione di crescita materiale: di fronte al cantiere si sarebbe sviluppato anche un mercato che avrebbe dato impulso al prestigio e all'economia della civitas o del villaggio prescelti per la costruzione. Per questo motivo contadini e commercianti mettevano delle ore di lavoro giornaliero a disposizione gratuitamente, per i compiti più comuni, come il trasporto dei materiali dalla cava al cantiere. Era anche un modo di partecipare, di rendere un servizio che il clero locale avrebbe sicuramente apprezzato...

Il lavoro del popolo non si confondeva però con quello dei costruttori, le competenze erano diverse e ben separate.

La realizzazione vera e propria era affidata al Caput Magister che, insieme alla sua squadra di costruttori, doveva seguire un progetto redatto dall'Architetto, completo di quei calcoli così complessi che avrebbero permesso all'Opera stessa di diventare Immortale.

La squadra di costruttori era composta dagli apprendisti, che con forza e sudore squadravano le pietre, dai muratori e dagli scalpellini che adornavano le stesse appena sgrossate, compiendo un lavoro di abbellimento fondamentale e appunto dal Caput Magister che dirigeva l'Opera, dispensando direttive, consigli ed insegnamenti agli operai più inesperti.

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In questi passaggi così semplicemente ricordati, mi sembra di leggere la cronaca di un vero e proprio viaggio, che parte dall'oscurità della terra dove vengono posate le fondamenta che devono essere forti, in grado di sostenere un progressivo innalzamento dell'Opera verso il cielo, alla ricerca della Luce.

Il cammino infinito dell'Iniziato prende il via: durerà per tutta la vita, ma avrà sempre come scopo ultimo il miglioramento, il tentativo incessante di raggiungere la Sapienza illuminata, anche essendo consapevoli che l'onniscienza è prerogativa unica del Grande Architetto dell'Universo.

La Forza che ci viene richiesta per poter iniziare a partecipare ad un lavoro condiviso atto alla costruzione del Tempio è simboleggiata in diversi modi, ed è trasposta nel mito di Eracle/Ercole, archetipo dell'Iniziato.

Frutto di una relazione fra Zeus e Alcmena, bellissima moglie del re Anfitrione, Eracle nacque come semidio, ma venne sempre osteggiato dal proverbiale furore di Era/Giunone: la prima impresa di Eracle infatti fu quella di strozzare il serpente a due teste che Era gli aveva fatto trovare nella culla.

In giovinezza Eracle, che nel frattempo aveva ricevuto dal maestro Chirone una grande istruzione sia nelle scienze che nella morale, fu avvicinato da due donne affascinanti: Vizio e Virtù. Entrambe perorarono la loro causa, ma Eracle non dubitò e scelse di affrontare il cammino più difficile ed impervio sulla strada della Virtù, mettendo le sue capacità al servizio degli altri, compiendo molteplici imprese.

Niccolò Soggi, prima metà del XVI sec. – Ercole al Bivio – Bode Museum – Berlino

Il matrimonio e la nascita dei figli permisero ad Eracle di vivere alcuni anni di spensieratezza, fino a che Era, mai doma, tramite la Rabbia gli annebbiò la

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mente, e gli fece uccidere la moglie ed i figli con le proprie mani. Tornato in sé, Eracle si rese conto di essere un uomo distrutto, senza futuro.

Per cercare una purificazione, un cambiamento che portasse ad un nuovo inizio, l'oracolo di Delfi gli suggerì di mettersi al servizio di Euristeo, re sciocco e pavido, il quale fece compiere ad Eracle le dodici fatiche, simbolo del percorso iniziatico verso la Luce, che vennero compiute sempre con l'uso di ogni dote speciale insita in Eracle, con una forza completa, accompagnata ed integrata dall'intelligenza; una sintesi perfetta che permise ad Eracle di avere sempre un piano di azione preciso che lo portasse al superamento della prova da affrontare.

L'uccisione del leone nemeo rappresenta il primo passo dell'iniziato, la consapevolezza di dover dominare la personalità della bestia, la sua fierezza ed il suo orgoglio. Eracle scuoierà il leone e ne indosserà la pelle come monito, come una corazza di protezione per non ripetere gli errori del passato, che può essere un nemico difficile da contrastare.

Il mito di Eracle simboleggia esattamente ciò che ogni Iniziato dovrebbe avere chiaro: dedicarsi ad un lavoro incessante e faticoso su noi stessi è più difficile che lasciar scorrere la vita in modo piatto, ma è l'unico modo per godere della grande opportunità di trovare un miglioramento personale, contribuendo di conseguenza al miglioramento dell'Ordine e dell'Umanità. La classica goccia nel mare, potrebbe essere l'affrettato commento, ma ogni oceano è composto da un insieme di gocce legate indissolubilmente da un unico scopo.

Eracle rappresenta la giusta aspirazione di ogni uomo a progredire verso la Sapienza, con costanza, forza e determinazione, ogni minuto, ogni giorno, senza timore di commettere errori, consapevole che anche un fallimento può servire a raggiungere una migliore comprensione del percorso verso la Luce.

L'abbellimento dell'Opera era assegnato nel Medioevo a coloro che già avevano una esperienza maggiore, i muratori qualificati.

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Nel Tempio odierno possiamo vedere la raffigurazione di Afrodite/Venere in corrispondenza dello scranno del I° Sorvegliante, a simboleggiare la Bellezza data dall'equilibrio e dall'armonia che solo usando una livella, un archipendolo, si possono ottenere.

Nel poema mitologico di Esiodo “La Teogonia”, che racconta storia e genealogia degli dei greci, la nascita di Afrodite è raccontata come la nascita di una nuova speranza alla fine di una notte buia e tempestosa: un fortunale era imperversato sulle coste dell'isola di Cipro, e la notte oscura sembrava non avere fine.

Poi il vento ed il mare si erano improvvisamente calmati [“...il mondo ora giaceva avvolto da un attonito stupore, come preso dal panico per un nuovo, ignoto evento, di qualche cosa che dovesse scatenarsi con più orrenda veemenza a compiere la rovina della bufera da poco cessata, oppure dovesse sopravvenire a cambiare la faccia delle cose e la ragione e il modo stesso dell’essere...”] un timido chiarore era apparso: nella prima alba [“... La luce avanzava gradatamente dall’oriente...”].

In un trionfo di effetti scenici, con il sole che prende il sopravvento sulla notte, Esiodo racconta che dalla spuma del mare [“... ritta in una conchiglia di madreperla, ammantata da un’onda di capelli d’oro e da una nube di morbidi veli, tessuti d’oro, d’argento, di perle e di diamanti, emerse Afrodite tutta bella, dagli occhi azzurri, dalla dolce voce e dal sorriso pieno d’incanto...”].

Esiodo spiega che l'umanità intera, che fino a quel momento non aveva conosciuto la bellezza e la gioia, fu pervasa dalla speranza[“...E sulla terra finì l’orrido inverno e venne la dolce primavera...”].

Sandro Botticelli, 1485– Nascita di Venere – Galleria degli Uffizi – Firenze

Il racconto fa riflettere inevitabilmente sul potere immenso della Luce, che squarcia il buio portando Bellezza, speranza e felicità, che armonizzano la vita dell'Umanità.

E solo la coniugazione fra conoscenza e coscienza porteranno alla scoperta della Bellezza.

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Ma il coordinamento per la realizzazione dell'Opera era responsabilità unica del Caput Magister, il Maestro Muratore, responsabile indiscusso di ogni aspetto del cantiere medievale.

Come allora, oggi è il Maestro Venerabile che ha la responsabilità dei Lavori di Loggia e solo Atena/Minerva, dea della saggezza poteva rappresentarlo.

I miti raccontano che Zeus giacque con Metis, dea della ragione, ma fu preso dalla paura e decise di inghiottire la dea, senza sapere che nel rapporto aveva comunque concepito. Al termine del periodo di gestazione, fu colto da malori alla testa indicibili, tanto da implorare Efesto/Vulcano perchè usasse la sua sua ascia per aprire il capo. Così fu, e dalla ferita sorse Atena, già fanciulla, che divenne dea della sapienza, delle arti e della guerra giusta, protettrice della pace e delle città.

Ella protesse ogni giusta causa, favorì il proliferare delle arti e dei grandi pensatori e filosofi, fondò la capitale dell'Attica, Atene, dove fu protagonista di una competizione con Poseidone. Gli dei dovevano fare un dono ed il popolo doveva scegliere il migliore: la dea donò una pianta di olivo, simbolo di pace, che venne scelto dal popolo, e la città divenne nei secoli il simbolo della democrazia e dello sviluppo di ogni arte. Sulla collina teatro della disfida, nacque l'Acropoli, con templi dedicati ai due dei come il Partenone e l'Eretteo, che ancora oggi dominano il panorama dell'Attica.

La saggezza di Atena, che indica al popolo una via di tolleranza, di pace e di sviluppo, una via prudente verso l'illuminazione, non può non ricordare ciò che il Maestro Venerabile indica a tutti i fratelli per la costruzione del Tempio.

Origine di Atena – Decorazione su anfora greca -

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Riassumendo, il nostro infinito percorso interiore volto alla ricerca dell'Illuminazione, deve essere intrapreso con Forza e perseveranza, deve essere perfezionato con Bellezza ed equilibrio e deve avere come indirizzo la Saggezza e la sapienza.

In assenza di anche uno dei requisiti necessari, la costruzione del nostro Tempio interiore, che deve servire a contenere il miglioramento personale, sarà senz'altro incompleta e, di conseguenza, preclusa.

Ho detto.

III° Giorno, 5° Mese, Anno 6021 V.: L.:

03 Maggio 2021 E.V.

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