PROCESSI ORGANIZZATIVI E COMPLIANCE AZIENDALE
Modello 231 e Sistemi di Gestione
Dott. Andrea Berni
Università degli Studi di Pavia
INTRODUZIONE:
Le aree di integrazione
ISO 9001
Sistema di Gestione ex D.
Lgs. 231/2001
ISO 14001 EMAS III Reati in materia
ambientale
OHSAS 18001 Reati in materia
di salute e sicurezza
(L. 123/07; D.lgs 81/08
Corruzione in atti pubblici
ISO 27001 (Legge n.48/2008)
Reati ambientali e di sicurezza e corruzione in atti pubblici.
Reati societari, in materia di terrorismo, transnazionali, market abuse, omessa comunicazione del conflitto di interesse, riciclaggio e ricettazione, delitti contro: P.A., patrimonio mediante frode, Pubblica Fede e personalità individuale.
Reati in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e reati informatici.
Parte 1:
Modello Organizzativo ex D.lgs 231/01 e ISO 9001:2008
ISO 9001
Sistema di Gestione ex D.
Lgs. 231/2001
Reati societari, in materia di terrorismo, transnazionali, market abuse, omessa comunicazione del conflitto di interesse, riciclaggio e ricettazione, delitti contro: P.A., patrimonio mediante frode, Pubblica Fede e personalità individuale.
I cardini qualitativi di gestione della Qualità - EDWARD DEMING
4
I PROCESSI E IL MIGLIORAMENTO CONTINUO
Schema di processo
Processo
Trasformazione che da valore aggiunto e coinvolge personale
ed altre risorse
Entità in ingresso Entità in in uscita
Esempio:
Erogazione del servizio
PROCESSI:
Insieme di risorse ed attività che trasformano delle entità in ingresso in entità in uscita.
LA RETE DEI PROCESSI: In ciascuna organizzazione convivono diversi processi che si interfacciano fra di loro.
Capacità del fornitore di soddisfare i requisiti richiesti in termini di erogazione del servizio e di soddisfazione del cliente/Utente. (Qualità del servizio erogato)
PDCA e Modello 231
L’analisi effettuata,
utilizzando principalmente lo strumento del
“brainstorming”, ha portato alla identificazione delle attività che costituiscono le 4 fasi della metodologia PDCA
6
PDCA e Miglioramento continuo
Studio Berni Corso "La Qualità ed il Sistema di Certificazione"
7
IL MIGLIORAMENTO CONTINUO
Studio Berni Corso "La Qualità ed il Sistema di Certificazione"
8
Fonte: Venturi, Pieradolfo, Guida alla preparazione del manuale della qualità, Milano, Il Sole 24 Ore Pirola S.p.A., 1996, p 5.
UNI EN ISO 9OO1: LA CERTIFICAZIONE
Dimensione basilare della Qualità: punto di partenza necessario su cui costruire il miglioramento continuo
A P C D
QUALITA’ COMPETITIVA SEMPRE AL MEGLIO
Metodo PDCA P = Plan - Pianificare D = Do - Eseguire C = Check - Controllare A = Act - Agire
Miglioramento a piccoli passi
TOTAL QUALITY
PLAN
Definire tracciabilità e trasparenza di ogni attività
Identificare i processi e le attività sensibili intesi quali processi/attività nel cui ambito possono essere commessi reati/illeciti rilevanti ex DLgs 231/01
Valutare, per ogni processo le attività a potenziale pericolo di reato/illecito nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazione ed il livello di rischio di
commissione dei reati/illeciti in base ai criteri e alle metodologie di gestione in essere
Predisporre le azioni necessarie per conseguire i risultati pianificati e l’ottimizzazione del Sistema di Gestione
Identificare i processi tramite i quali l’organizzazione svolge la sua attività Stabilire la sequenza e l’interazione tra i processi..
9
DO
Garantire tracciabilità e trasparenza di qualsiasi attività
Formalizzare in un “Codice Etico” i principi d’autoregolazione dell’organizzazione al suo interno e dei rapporti con i terzi
Adottare, diffondere e dare concreta attuazione al Codice Etico di cui al precedente punto
Definire idonei mansionari che prevedano modalità di conferimento e revoca di responsabilità, deleghe e procure, facoltà e compiti nonché di attribuzione
delle specifiche mansioni
Eseguire corsi di Formazione, Informazione e Comunicazione Assicurare l’adeguata disponibilità di Risorse
Creare l’Organismo di Vigilanza
Redigere l’analisi dei rischi
Definire le procedure di Controllo Interno
10
CHECK
Affidare all’Organismo di Vigilanza il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Sistema di Gestione e di verificarne il costante
aggiornamento ed adeguamento, sulla base dell’evoluzione della
legislazione, oltre che sulla base dell’evoluzione dell’organizzazione stessa;
Implementazione del Programma di Audit Interni per verificare che le azioni pianificate ed implementate sono atte a prevenire la commissione dei reati ed in caso negativo reiterazione del processo PDCA.
11
ACT
Aggiornare il Sistema di Gestione con l’evoluzione legislativa, con i risultati dell’Analisi dei Rischi e con l’attività dell’organizzazione
Attuazione del Sistema Disciplinare e Sanzionatorio
Standardizzare delle azioni pianificate, implementate e controllate
Il passaggio da una fase PDCA alla successiva è formalizzato in una riunione aziendale, presieduta dalla Direzione, cui partecipano tutte le funzioni dell’organizzazione.
Qualora si constati la necessità di adeguamento alle azioni intraprese al fine di prevenire i reati, è necessario promuovere la reiterazione del ciclo PDCA.
12
Gli obbiettivi dei due sistemi per gli enti di formazione professionale e di orientamento al lavoro
13
Fonte: Certiquality -Froio
MAPPATURA DELLE AREE DI RISCHIO
14
Processo \ attività – rischio corrispondente
GAP ANALYSIS
15
I Protocolli ed il Sistema Qualità
16
Due esempi concreti di integrazione delle procedure
17
Responsabilità della Direzione
18
L’Organizzazione
19
La comunicazione verso l’O.d.V.
20
Attività di reporting e follow up
21
Risorse -Formazione
22
Realizzazione dell’Attività
23
Il Monitoraggio
24
Parte 2:
Modello Organizzativo ex D.lgs 231/01 e OHSAS 18001
Sistema di Gestione ex D.
Lgs. 231/2001
OHSAS 18001 Reati in materia
di salute e sicurezza
(L. 123/07; D.lgs 81/08
Corruzione in atti pubblci
Reati in materia di SSLL e
corruzione in atti privati.
Reati in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
D.Lgs 81/08 Art. 16 (Delega di funzioni)
3. La delega di funzioni non esclude l’obbligo di vigilanza in capo al
datore di lavoroin ordine al corretto espletamento da parte del delegato delle
funzioni trasferite. La vigilanza si esplica anche attraverso i sistemi di
verifica e controllo di cui all’art. 30 comma 4.
Previsioni normative del D.Lgs. 81/08 direttamente correlabili con SGSL
Art. 30 (Modelli di organizzazione e di gestione).
1.Il modello organizzativo……. idoneo ad avere efficacia
esimente dalla responsabilità amministrativa …..a) Rispetto di standard tecnico-strutturali relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;
b) Valutazione rischi e misure prevenzione e protezione
c) Emergenze, primo soccorso, appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazione di RLS;
d) Sorveglianza sanitaria
e) Informazione e formazione
f) Vigilanza sul rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
g) Documentazione
h) Verifica periodica di applicazione ed efficacia delle procedure
Previsioni normative del D.Lgs. 81/08 direttamente correlabili con SGSL
Art. 30 (Modelli di organizzazione e di gestione)
4. Il modello organizzativo…….
idoneo sistema di controllo sull’attuazione….mantenimento… delle condizioni di idoneità delle misure adottate.
5. ….. i modelli di organizzazione….. conformi alle
Linee Guida UNI – INAIL ….. o al British Standard OHSAS 18001:2007si presumono
conformi …….
QUALE E’ L’INDIRIZZO DEL NUOVO D.LGS.?
La gestione della sicurezza, intesa come un
elemento imprescindibile su cui sviluppare le
decisioni strategiche delle imprese, richiede
l’adozione di un approccio sistemico per
l’identificazione dei pericoli e la valutazione e
controllo dei rischi connessi a tutte le attività
aziendali, in modo da fornire ad una
organizzazione la garanzia non soltanto di essere
conforme oggi a determinati requisiti specificati,
ma anche di continuare ad esserlo in futuro.
D.LGS 81/08 E SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA
−ANALISI RISCHI “231”
−ASPETTI ECONOMICO FINANZIARI (POTERI DI FIRMA E CONTROLLO DI GESTIONE)
−SISTEMA DISCIPLINARE SANZIONATORIO INTERNO
−ORGANISMO DI VIGILANZA
- CODICE ETICO/POLITICA - SIST. ORGANIZZATIVO - PROCEDURE
- COMUNICAZIONE INTERNA
- FORMAZIONE
SISTEMI DI GESTIONE D.LGS. 231 / L. 123
CORRISPONDENZA PER MACRO AREE (1/5)
Requisiti
Modello Organizzativo
Requisiti
OHSAS 18001:07
L’Organizzazione ha individuato i processi/attività sensibili esposti al rischio di commissione di reati?
4.3.1, 4.3.2
L'Organizzazione deve definire e attuare procedure per individuare i pericoli per il Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SG SSL) connessi ai propri
processi/attività e valutarne i rischi.
L’Organizzazione ha preparato, divulgato e tenuto aggiornato un codice etico che abbia come obiettivo la promozione di
comportamenti positivi basati sul principio di legalità individuando rispetto a ciascuna area di rischio la condotta raccomandata?
4.2
L'Alta Direzione dell'Organizzazione deve definire, documentare e sottoscrivere la Politica per la Salute
e la Sicurezza (parziale)
A
B
CORRISPONDENZA PER MACRO AREE (2/5)
Requisiti
Modello Organizzativo
Requisiti
OHSAS 18001:07
L’Organo Dirigente ha assicurato che i protocolli del Modello
Organizzativo siano definiti allo scopo di programmare la
formazione?
4.4.2
L'Organizzazione deve assicurare la competenza delle persone sulla base di istruzione, addestramento ed
esperienza, e deve mantenere registrazioni.
C
CORRISPONDENZA PER MACRO AREE (3/5)
Requisiti
Modello Organizzativo
Requisiti
OHSAS 18001:07
L’Organo Dirigente ha assicurato che i protocolli del Modello Organizzativo siano definiti allo scopo di attuare le decisioni in relazione ai reati da
prevenire?
4.3.3
L'Organizzazione deve stabilire attuare e mantenere attivi obiettivi documentati e programmi per la loro realizzazione.
4.4
4.4.1 Struttura e responsabilità
4.4.2 Formazione consapevolezza e competenza
4.4.3 Consultazione e comunicazione 4.4.4 Documentazione
4.4.5 Controllo dei dati e della documentazione
4.4.6 Controllo operativo
4.4.7 Preparazione per l’emergenza e risposta
4.6
Riesame della Direzione
D
CORRISPONDENZA PER MACRO AREE (4/5)
Requisiti
Modello Organizzativo
Requisiti
OHSAS 18001:07
L’Organizzazione ha determinato, fornito e mantenuto attive procedure necessarie per assicurare la gestione delle risorse finanziarie idonee a
prevenire la commissione dei reati?
---
L'Organizzazione ha previsto l'obbligo di informazione nei
confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e
l'osservanza dei modelli?
4.5, - 4.4.3
Con riferimento ai propri pericoli ed al proprio SGSSL, l’organizzazione
deve definire, attuare e mantenere attive procedure per controllare e
misurare le prestazioni SSL, L’Organizzazione deve definire, attuare e mantenere attive procedure per la comunicazione interna e con le
parti interessate, per la
partecipazione e la consultazione.
(parziale: no OdV)
E
F
ELEMENTI DI RACCORDO TRA OHSAS 18001 E MODELLO ORGANIZZATIVO 231
ANALISI RISCHI “231”
Analisi dei reati ipotizzabili nella struttura in essere all’interno delle attività/processi a rischio (identificazione pericoli e
valutazione dei rischi).
Prevedere una chiara attribuzione delle responsabilità
Prevedere una chiara descrizione dei compiti.
Il sistema delle deleghe e procure deve essere coerente con le responsabilità organizzative e gestionali.
(NB: data certa delle deleghe e del DVR)
ELEMENTI DI RACCORDO TRA OHSAS 18001 E MODELLO ORGANIZZATIVO 231
SISTEMA DISCIPLINARE SANZIONATORIO INTERNO
Riguarda, anche per la sicurezza, sia i soggetti apicali sia i soggetti sottoposti all’altrui
direzione.
E’ opportuno fare riferimento allo statuto dei
lavoratori e ai vigenti CCNL per i lavoratori
dipendenti.
ELEMENTI DI RACCORDO TRA OHSAS 18001 E MODELLO ORGANIZZATIVO 231
ASPETTI ECONOMICO FINANZIARI
(procedure necessarie per assicurare la gestione delle risorse finanziarie idonee a prevenire la commissione dei reati)
Tracciabilità dell’attribuzione di risorse per la prevenzione e controllo dei rischi e del loro concreto e reale utilizzo (presupposto
dell’interesse-vantaggio).
Le aree di integrazione
Sistema di Gestione ex D.
Lgs. 231/2001
ISO 14001 EMAS III Reati in materia
ambientale
Corruzione in atti pubblici
Reati ambientali e di sicurezza e corruzione in atti pubblici.
.
Premessa
Pur non avendo, il Legislatore, esplicitato criteri per
l’implementazione dei modelli organizzativi esimenti in materia
ambientale, né definito i requisiti minimi di idoneità dei modelli
organizzativi conformemente alla norma UNI EN ISO 14001 o
EMAS III (a differenza di quanto invece è stato previsto in
materia di Sicurezza sul Lavoro con riferimento alle Linee
guida UNI-INAIL SGLS e allo Standard OHSAS 18001:2007),
è comunque prassi consolidata e riconosciuta dagli Enti Pubblici
di controllo che l’adozione di un sistema aziendale di gestione
ambientale garantisca l’adempimento di tutti gli obblighi
normativi e delle prescrizioni autorizzative in materia
ambientale.
Sintesi Integrazione
Sistemi di Gestione Ambientale Modello ex. Dlgs 231/01 Campo di applicazione Attività sensibili
Analisi Ambientale Iniziale Mappatura Aree di Rischio-Reato e Valutazione (Gap Analysis)
Politica Ambientale e obiettivi Codice Etico
Conformità Legislativa Reati Ambientali art. 25-undecies D.lgs 231/01
Programmi Ambientali / Riesame della Direzione
Gestione del Rischio (Action Plan) Controllo Operativo e prevenzione
emergenze
Protocolli e Controlli di linea
Comunicazione Flussi Informativi e Segnalazioni
Formazione Formazione
Monitoraggio delle performance ambientali ed efficacia dei controlli /Audit Ambientali
Vigilanza O.d.V .
Politica – Codice Etico
Politica Ambientale e obiettivi Codice Etico
La politica ambientale è il documento tramite il quale vengono definiti gli obiettivi e i traguardi ambientali. La direzione dell’organizzazione deve definire la propria politica ambientale in modo che possieda le seguenti caratteristiche:
Adeguatezza alla natura, alla dimensione e agli impatti della sua attività
Impegno alla prevenzione dell’inquinamento e al miglioramento continuo
Rispetto della normativa ambientale vigente Riferire ad obiettivi e traguardi misurabili Documentare attuazione e diffusione a tutti i livelli organizzativi e agli stakeholder
L’applicazione del Modello ex D.lgs 23101, presuppone l’adozione di un Codice di comportamento ambientale, con il quale l’azienda sancisce il proprio impegno nel rispetto dell’ambiente e delle leggi in materia di protezione ambientali applicabili alla propria realtà.
Nel codice Etico dovranno essere riassunti i principi di gestione degli aspetti legati all’ambiente. Se si e` già provveduto a predisporre un Codice Etico esso dovrà essere integrato inserendo una sezione dedicata all’ambiente.
Conformità legislativa – Reati Ambientali
Conformità Legislativa Reati Ambientali art. 25-undecies D.lgs 231/01
Coerentemente con il proprio impegno al rispetto delle prescrizioni, ivi incluse le prescrizioni legali, sancito nella Politica Ambientale, l’organizzazione deve stabilire, attuare e mantenere attive una o più procedure per la valutazione periodica del rispetto delle prescrizioni legali applicabili.
L’organizzazione deve conservare le registrazioni dei risultati delle valutazioni periodiche e valutare il rispetto delle altre prescrizioni che essa sottoscrive.
L’organizzazione deve conservare le registrazioni dei risultati delle valutazioni periodiche.
Tutte le fattispecie di reato contemplate nell’
art. 25-undecies dovranno essere prese in considerazione , tra gli altri, dal danneggiamento dell’habitat, passando per la falsificazione dei certificati, fino all’inquinamento colposo.
Tale analisi dovrà rilevare il grado di conformità legislativa rispetto alle “aree sensibili” ex art. 25-undecies D.lgs 231/01
Conformità legislativa – Reati Ambientali
AREE DI ATTENZIONE – CONFORMITA’ LEGISLATIVA Autorizzazioni
- installazione o esercizio di uno stabilimento in assenza della prescritta autorizzazione ovvero continuazione dell'esercizio con l'autorizzazione scaduta, decaduta, sospesa o revocata
Tag List:
p.to 4.3.1 4.3.2 – ISO 14001
Analisi Ambientale Iniziale
Valutazione degli aspetti ambientali significativi
Evidenza di compliance normativa e elenco autorizzazioni e stato di conformità ( aggiornata)
Eventuale Piano di Adeguamento – per CPI ( vedi RT 09 Accredia)
Programma –Action Plan
Programmi Ambientali / Riesame della Direzione
Gestione del Rischio (Action Plan) Nella fase di pianificazione, l’organizzazione
elabora in piano per la realizzazione della propria politica ambientale, individuando i propri aspetti ambientali significativi.
In questa fase si considerano oltre alle condizioni operative normali, anche quelle eccezionali e di emergenza, o che possono essere conseguenze di attività pregresse e future
Il riesame della direzione è l’operazione che chiude il processo gestionale, dove vengono appunto riesaminati tutti i risultati della gestione ambientale di un dato periodo, e vengono poi formulati gli obiettivi ambientali e la politica per il periodo successivo,
garantendo così un efficace miglioramento continuo del sistema di gestione ambientale.
La mappatura delle attività a rischio di reato (Risk Assessment 231) dovrà considerare anche le nuove fattispecie di reato previste.
Per quel che concerne la gap analysis, come esprime il termine stesso, si tratta di cogliere per ogni processo ritenuto sensibile i gap, le
"carenze", che possono portare al compimento di reati.
Dalla mappatura del rischio si passa ad individuare le azioni di miglioramento del Sistema di Controllo Interno e dei requisiti organizzativi essenziali per la definizione di un Modello specifico d'organizzazione, gestione e monitoraggio.
Controllo Operativo -Protocolli
Controllo Operativo e prevenzione emergenze Protocolli e Controlli di linea L’applicazione di requisiti del “controllo
operativo” viene formalizzata da procedure che descrivono le modalità di gestione e monitoraggio degli “aspetti ambientali significativi”. Poiché essi riguardano le aree più disparate, sarà certamente opportuno scrivere una o più procedure/istruzioni operative per ciascuna degli aspetti ambientali considerati,consentendo una “omogeneità “ gestionale ed evitando sovrapposizioni documentali.
Elemento focale consisterà quindi nell’identificare quali aree di controllo operativo sono effettivamente applicabili all’organizzazione. Ciò risulterà dall’analisi iniziale,
In funzione delle evidenze emerse , sia in termini di aree di rischio significative , che in termini di presidio dei requisiti gestionali in materia ambientale , l’azienda dovrà dotarsi di una parte speciale del Modello Organizzativo , caratterizzata in protocolli e controlli di linea:
Tali protocolli dovranno prevedere programmi per il monitoraggio e la misurazione delle prestazioni ambientali .
Tali programmi di monitoraggio e misurazione dovranno riscontrarsi sia ai limiti di legge, sia ai requisiti gestionali cogenti, finalizzati alla prevenzione dei reati ambientali.
Controllo Operativo -Protocolli
•
Rifiuti
- traffico illecito di rifiuti
- violazione degli obblighi di comunicazione, di tenuta dei registri obbligatori e dei formulari:
Tag List:
p.to 4.3.2 – p.to 4.4.6
ISO 14001
Evidenza di compliance normativa, elenco autorizzazioni ditte e stato di conformità
Per rifiuti speciali:
Albo gestori rifiuti
Autorizzazioni al trasporto rifiuti Registri rifiuti
Formulario rifiuti Iscrizione SISTRI.
Evidenza controllo operativo gestione rifiuti:
Catasto rifiuti
Gestione stoccaggio intermedio –
Evidenze monitoraggio quantitativo rifiuti per tipologia pericolosa e non pericolosa
Comunicazione- Flussi Informativi
Comunicazione Flussi Informativi e Segnalazioni
Per quanto riguarda le comunicazioni esterne, la ISO 14001 prescrive di “ricevere,
documentare e rispondere alle richieste
pertinenti provenienti dalle parti interessate esterne”; per il resto la direzione può adottare le scelte che ritiene più opportune, a
condizione che siano frutto di un processo decisionale esplicito e documentato
Infine, una prescrizione specifica che riguarda sia l’interno sia l’esterno si trova nella clausola 4.2 (“Politica ambientale”) che prescrive che la politica ambientale sia “comunicata a tutte le persone che lavorano per l’organizzazione o per conto di essa” e sia “disponibile al
pubblico”.
Per quanto riguarda La gestione delle
comunicazioni con l’esterno, soprattutto con le Autorità di vigilanza in materia
ambientale,parrebbe opportuno formalizzare:
sia i flussi di comunicazione esterno- interno- con particolare riferimento a
prescrizioni o verbalizzazioni di ente terzo;
sia gli scadenzari e agli obblighi di comunicazione verso enti e soggetti terzi istruttori.
Formazione
Formazione Formazione
Tutti i dipendenti devono venir addestrati sia sui principi-guida dell’azienda che sui requisiti operativi legati alle loro mansioni specifiche.
Partendo dall’analisi dei fabbisogni formativi alla luce degli aspetti ambientali significativi correlati alle mansioni e` possibile pianificare al meglio la formazione da erogare per colmare eventuali carenze riscontrate. Accanto ad una pianificazione delle attività formative e` inoltre necessario prevedere strumenti per valutare l’efficacia della formazione erogata sia attraverso strumenti di valutazione delle conoscenze, che attraverso valutazioni in termini di ricaduta “on the job” di quanto appreso.
I requisiti di analisi del fabbisogno formativo, pianificazione della formazione, effettuazione e verifica dell’efficacia formativa , sono elementi pregiudiziali all’efficacia anche rispetto all’applicazione del Modello di organizzazione e gestione 231.
Audit – Vigilanza O.d.V.
Monitoraggio delle performance ambientali ed efficacia dei controlli /Audit Ambientali
Vigilanza OdV La fase di controllo consiste in una serie di
interventi tramite i quali l’organizzazione valuta le principali caratteristiche delle attività che possono avere un impatto significativo sull’ambiente. Gli strumenti interni che vengono utilizzati dall’organizzazione per monitorare i propri risultati ambientali sono delle verifiche ispettive dette “audit periodici” tramite i quali, si può valutare se il sistema è conforme a quanto pianificato.
Le azioni correttive vengono fatte quando si registrano delle “non conformità”, al fine di evitare il ripetersi degli eventi verificatisi.
Pregiudiziale un Organismo di Vigilanza dotato di adeguati poteri e risorse,
funzionali ai potenziali rischi reato rilevati.
Tale elemento , mette in luce ed evidenzia la necessità:
di costruire un raccordo tra i referenti ambientali aziendali, le attività di audit ( di prima , seconda e terza parte) già programmate e le evidenze di tali verifiche.
di consentire all’OdV stesso di eseguire o di delegare verifiche sull’efficienza del modello nella prevenzione di reati ambientali.
50