Medicina del Lavoro
Prof. Francesco S. Violante – Prof. Stefano Mattioli
Concetti generali
Evoluzione delle condizioni di lavoro, Infortuni e malattie da lavoro,
Lavoro e salute,
Classificazione dei fattori di rischio
Cos’è la Medicina del Lavoro
Si ritiene fondata nel 1700 con il trattato “De Morbis Artificum Diatriba” del Prof. Bernardino Ramazzini (Carpi – Padova)
Per molto tempo è stata identificata come la specializzazione medica che si occupava della
diagnostica, terapia e prevenzione delle malattie da lavoro
Si sviluppa in Europa a partire dalla prima metà del 1800
Agli inizi del 1900 viene fondata a Milano la prima
“Cinica del Lavoro” nel mondo e nel 1906 la
International Commission on Occupational Health
Cos’è la Medicina del Lavoro
È la specializzazione medica che si occupa della protezione e promozione della salute della popolazione che lavora
Non è una specializzazione “anatomica”
È titolo richiesto dalla legge per l’esercizio di alcune attività professionali (Medico
Competente e Autorizzato)
Ha sviluppato e utilizza tecniche peculiari, anch’esse diventate specializzazioni
operative
Specializzazioni della Medicina del Lavoro
Igiene del Lavoro
Tossicologia occupazionale
Epidemiologia occupazionale
Ergonomia
Radioprotezione medica (Medico Autorizzato)
Medicina aziendale (Medico Competente, attualmente occupa buona parte degli
specialisti della materia)
Evoluzione delle condizioni di lavoro
Come molti aspetti della vita umana le condizioni di lavoro sono rimaste
pressoché immutate per molti secoli
Il lavoro organizzato, come lo conosciamo oggi, è principalmente un prodotto della
“Rivoluzione Industriale” (XVIII secolo)
Attualmente viviamo in quella che viene definita una “società post-industriale”
Condizioni di lavoro e di vita prima della Rivoluzione Industriale
Gli aspetti dominanti della vita nei secoli passati sono stati sottoalimentazione, pessime condizioni igieniche, mancanza di cure mediche efficaci
La speranza di vita (oggi in Italia 77-83 anni) era nel medio evo di circa 50 anni per chi riusciva a raggiungere l’età adulta
La disponibilità di cibo e le grandi epidemie modulano la popolazione mondiale:
- 1000: 300.000.000
- 1500: 500.000.000
- 1800: 1.000.000.000
- 1930: 2.000.000.000
- 1975: 4.000.000.000
- 2000: 6.000.000.000
Sviluppo della popolazione mondiale
Condizioni di lavoro prima della Rivoluzione Industriale
La maggior parte della popolazione era occupata in agricoltura e zootecnia, pochi lavoravano come artigiani, ancor meno nei servizi
La vita lavorativa ha inizio non appena i bimbi hanno il minimo della forza necessaria
Si usa la forza di braccia, animali e macchine semplici (leve, paranchi)
La giornata lavorativa dura dall’alba al tramonto
Le cure mediche (per la maggior parte inefficaci o pericolose) sono fornite a pagamento o su base caritatevole (da organizzazioni religiose)
Salute e Lavoro prima del Medio Evo
Ippocrate (460-377 a.C.): minatori, artigiani dei metalli, tintori, contadini
Lucrezio (100-55 a.C.): De Rerum Natura, minatori
Plinio il vecchio (23-79): minatori
Galeno (129-200): minatori, gladiatori
Al-Razi (850-923): filatura del cotone
Dal Medio Evo alla rivoluzione industriale
1242: Roger Bacon pubblica la formula della polvere da sparo, che cambierà nei secoli
successivi la tecnologia di militare (e di scavo)
1492: scoperta dell’America
Ellenbog (1440-1499): lavoratori dei metalli
Paracelso (1493-1541): minatori e smaltatori
1455: Johann Gutenberg mette in vendita il primo libro stampato, una Bibbia
George Bauer, detto Agricola (1494-1555): De Re Metallica, metallurgia dell’oro e dell’argento
1677: van Leeuwenhoek sviluppa il microscopio
La Rivoluzione Industriale
Collocata in Inghilterra tra il 1760 e il
1830, preceduta dalla rivoluzione agricola
1712: Macchina a vapore di Newcomen
GA Scopoli (1723-1788): medico delle miniere di Idria per 16 anni, scrive De
Hydroargyro Idriensi Tentamina, trattato sull’avvelenamento da mercurio nei
minatori
1768: Arkwright brevetta il filatoio meccanico per il cotone
Il lavoro nella storia:Filanda (1815)
Il lavoro nella storia: ’800
Il lavoro della filanda: i bachi
Fonte: http://www.provincia.venezia.it/medea/est/frulli/filanda/filande.htm
Il lavoro nella storia: ’800
Il lavoro della filanda: i bachi
Fonte: http://spazioinwind.libero.it/filandeonline/images/7%20Bachi.jpg
La Rivoluzione Industriale
1786: Battello a vapore di John Fitch
1810: Krupp migliora il processo di produzione
dell’acciaio (sviluppato nel 1740 da Huntsmann, a Sheffield) poi innovato da Bessemer (1854) e da Martin e dai Siemens nel 1866 e da Thomas
(1875)
1825: La Locomotion 1 di Robert Stephenson
traina il primo treno commerciale della storia tra Stockton on Tees e Darlington
1840: Samuel Cunard inaugura un servizio
transatlantico regolare tra Gran Bretagna e Stati Uniti
Condizioni di lavoro durante la Rivoluzione Industriale
Le condizioni di lavoro sono del molto precarie per quanto riguarda la sicurezza e l’igiene del lavoro
Le condizioni igieniche e di nutrizione in cui vive la popolazione sono anch’esse precarie (ma in via di miglioramento)
Non esiste assistenza sanitaria generalizzata
Le prime leggi in materia di sicurezza del lavoro vietano il lavoro dei minori e ne limitano la durata (tra 12 e 8 ore in base all’età)
Il lavoro nella storia: ’800
Donne e bambini nella filanda
Fonte:
http://www.bibliolab.it/donne_web/pic/galleria1/1800_Donne%20e%20bambini%20in%20filanda.jpg
Il lavoro nella storia: ~1900
Operaie al lavoro nella filanda Rasica di Osio Sotto
Fonte: http://www.lomb.cgil.it/sedi/bg/cdl/2006/8marzo/sommario_foto.htm
Il lavoro nella storia:~1900
Fonte: http://www.cgil.it/sardegna/foto345.html
I minatori dell'Argentiera (Sassari) alla fine del 1800
Lo sviluppo industriale in Italia
Alla vigilia della prima guerra mondiale l’Italia è ancora un paese agricolo con poche industrie
La prima fase di espansione industriale si ha negli anni a cavallo tra le due guerre mondiali
Dopo la seconda guerra mondiale l’Italia si sviluppa come economia industriale prima e post-industriale (dopo il 1980)
Il lavoro nella storia: ~1940
Telai della Legler negli anni Quaranta
Fonte: http://www.lomb.cgil.it/sedi/bg/cdl/2006/8marzo/sommario_foto.htm
Il lavoro nella storia: 1950
Fabbrica Weber: operaia addetta alla foratura su macchina al trapano multiplo
Fonte: Regione Emilia Romagna http://www.form-azione.it/pariopportunita/donnedellaltrosecolo.htm
Il lavoro nella storia: 1950
Operaia che confeziona a mano scatole di caramelle
Fonte: Regione Emilia Romagna http://www.form-azione.it/pariopportunita/donnedellaltrosecolo.htm
Il lavoro nella storia: 1950
Operaia Ducati
Fonte: Regione Emilia Romagna http://www.form-azione.it/pariopportunita/donnedellaltrosecolo_06.htm
Il lavoro nella storia: 1960
Fonte:http://www.stava1985.it/intranet/stava1985_it/www/wo_albums/Index/20050718_152739/20050718 _162011/PhotoFolder?display=medium
Minatori al lavoro nella miniera di Prestavel (filoni fluoritici)
Il lavoro nella storia: 1965
Minatore in posizione di lavoro con servosostegno - miniera in Valle Vedra
Fonte: http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=252&pagina=9&project=0
Prime norme sulla sicurezza del lavoro in Italia
1886 Divieto di lavoro per i bambini fino a nove anni e di lavoro notturno fino a 12 anni
1902 Età minima per il lavoro 12 anni 1904 Età minima per il lavoro 14 anni
1899-1913 Regolamenti di prevenzione generali e specifici per alcuni settori
1898-1934 Norme per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e (poi) le malattie professionali
Composizione della forza lavoro in
Italia tra il 1881 e il 2000 (dati INAIL)
Anno Agricoltura Industria Servizi
1881 65,4% 20,2% 14,4%
1936 52,0% 25,6% 22,4%
1951 43,0% 29,9% 27,1%
1981 11,1% 41,5% 47,4%
2000 5,3% 32,1% 62,6%
Popolazione attiva per settore in Italia (Dati Istat 2001)
Maschi Femmine Totale
Industria 5.316.779 1.712.202 7.028.981
Commercio 2.298.682 1.687.856 3.986.538
Credito e assicurazioni,
servizi alle imprese 1.168.507 884.174 2.052.681
Agricoltura 739.903 413.775 1.153.678
Trasporti e comunicazioni 780.240 198.789 979.029 Altre attività 2.537.860 3.254.965 5.792.825 Totale 12.841.971 8.151.761 20.993.732
Il rapporto tra lavoro e salute
Il lavoro può avere sulla salute
conseguenze sia negative che positive
Le conseguenze negative sono infortuni e malattie da lavoro, riduzione della
speranza di vita
Il lavoro “sano”, tuttavia, è un importante fattore di promozione della salute
Infortuni e malattie da lavoro
Infortunio sul lavoro: lesione dell’integrità
psicofisica di un individuo che avviene per azione di un fattore causale violento che agisce in modo concentrato nel tempo, durante l’attività
lavorativa
Malattia da lavoro: lesione dell’integrità
psicofisica di un individuo che avviene per azione di un fattore causale che agisce in modo diluito nel tempo, durante l’attività lavorativa
Infortuni e malattie da lavoro sono, per definizione, eventi prevenibili
Lavorare fa bene alla salute
Non sono noti con certezza i fattori collegati al lavoro che determinano un miglioramento dello stato di salute
Reddito, rapporti sociali, identità
Attività fisica
Astensione dal fumo (in alcuni settori)
Controlli medici regolari (forse)
Effetto del lavoratore sano: effetto descritto in Epidemiologia per cui lo stato di salute di una popolazione di lavoratori è in genere migliore di quello di chi non lavora.
Mortalità e lavoro (Torino 1991-96)
Condizione lavorativa Rischio relativo
Occupati stabilmente 1,00
Occupati in modo intermittente 1,52 Disoccupati (in precedenza
occupati)
2,29
Disoccupati stabilmente 2,61
Stabilmente fuori dalla forza lavoro
4,81
Speranza di vita per occupazione a 35 a.
(Torino, uomini, occupazione al 1991)
Addetti a pulizie, raccolta
rifiuti 34,4 Forze Armate 37,9
Portalettere 34,8 Medici, dentisti,
psicologi, farmacisti 37,6
Facchini 34,9 Avvocati, magistrati,
commercialisti, notai 37,5
Alimentaristi 35,0 Insegnanti 37,4
Carpentieri 35,2 Professioni tecniche 37,2
Speranza di vita per occupazione a 35 a.
(Torino, donne, occupazione al 1991)
Avvocati, magistrati,
commercialiste, notai 36,3 Medici, dentiste,
psicologhe, farmaciste 38,9
Cameriere, cuoche e
bariste 37,5 Professioni tecniche 38,5
Addette a macchine
utensili, meccaniche 37,8 Insegnanti 38,5
Lavoratrici dello
spettacolo e giornaliste 38,0 Conduttrici di mezzi di
trasporto 38,4
Infermiere e tecniche
sanitarie 38,0 Addette alla pulizia e
raccolta rifiuti 38,4
Popolazione italiana:
ripartizione per sesso ed età - (2005)
Nati 285.697 268.325 554.022
Morti 279.849 287.455 567.304 Classi di
età (anni)
Maschi Femmine Totale
0-19 5.726.890 5.418.081 11.144.971 20-64 17.932.744 18.005.319 35.938.063 65 e oltre 4.717.170 6.662.171 11.379.341 Totale 28.376.804 30.085.571 58.462.375
Morti per classe di età e sesso – Italia, Anno 2002
Classi di età (anni)
Maschi Femmine Totale
Meno di 1 1.320 1.017 2.337
1-14 720 469 1.189
15-29 4.257 1.345 5.602
30-44 8.579 4.148 12.727
45-59 24.445 13.591 38.036
60-69 45.516 24.432 69.948
70-79 88.331 64.105 152.436
80-89 79.272 105.664 184.936
90 e oltre 26.856 66.323 93.179
Totale 279.296 281.094 560.390
Morti per gruppo di cause – Italia, Anno 2002
Causa Maschi Femmine Totale
Malattie del sistema circolatorio 105.726 131.472 237.198
Tumori 93.398 69.672 163.070
Malattie dell’apparato respiratorio 20.617 15.324 35.941 Traumatismi e avvelenamenti 16.026 10.667 26.693 Malattie dell’apparato digerente 12.485 12.234 24.719 Malattie psichiche, del sistema
nervoso e degli organi di senso 9.552 14.765 24.317 Malattie infettive e parassitarie 2.145 2.147 4.292
Altri stati morbosi … … …
Totale 279.296 281.094 560.390
Morti per cause esterne dei traumatismi e avvelenamenti – Italia, 2000
Causa Maschi Femmine Totale
Cadute accidentali 3.800 5.956 9.756
Incidenti stradali 5.523 1.739 7.262
Suicidi 3.062 1.046 4.108
Annegamento e soffocamento 542 189 731
Omicidio o lesioni provocate
intenzionalmente da altri 450 149 599
Incendi 189 140 329
Complicanze di operazioni
chirurgiche 147 101 248
Avvelenamento da gas 98 52 150
Altri incidenti … … …
Totale 11.725 8.817 20.542
Principali tumori maligni causa di morte, per sesso – Italia, 2002
Sede Maschi Femmine Totale
Trachea, bronchi e polmoni 25.765 6.528 32.293
Colon, retto e ano 9.164 8.072 17.236
Mammella (nella donna) ― 11.309 11.309
Stomaco 6.266 4.686 10.952
Fegato e dotti biliari intraepatici 6.661 3.604 10.265 Tessuti linfatici ed emopoietici 3.887 3.724 7.611
Prostata 7.132 ― 7.132
Leucemie 3.022 2.533 5.555
Infortuni sul lavoro
Cause degli infortuni
Gli infortuni dipendono da fattori causali tecnico/strutturali ed umani
I fattori umani comprendono il
comportamento del lavoratore o di suoi colleghi (condizionato anche dalle
informazioni e dalla formazione ricevuta) e le modalità di organizzazione del lavoro
Il contributo dei fattori organizzativi è sempre presente e spesso più rilevante rispetto a quello dei fattori tecnici
Infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL (2011)
Tutti Mortali
Agricoltura 46.963 115
Industria e servizi 647.602 792
Dipendenti pubblici 30.609 13
Totale 725.174 920
Infortuni sul lavoro nell’UE (2003)
Attività economica Tutti Mortali
Industria manifatturiera 1.074.249 837
Costruzioni 754.739 1.236
Commercio 516.593 372
Trasporti 315.502 701
Agricoltura 270.445 4.153
Alberghi e ristoranti 197.314 61
Elettricità, gas e acqua 21.029 53
Altro … …
TOTALE 4.180.836 4.664
Infortuni: tassi di incidenza UE (2003)
Infortuni MORTALI:
tassi di incidenza UE (2003)
Ambienti ed attrezzature pericolose
Ambienti ed attrezzature pericolose
Ambienti ed attrezzature pericolose
Sega circolare a banco
Mola flessibile elettrica
Caratteristiche degli infortuni
Età inferiore a 30
Prime ore lavorative
Mansione svolta da meno di 5 anni
Svolgimento di compiti inusuali
Inesperienza
Distrazione
Disturbi del sonno
Determinanti sociali degli infortuni
Livello di scolarizzazione
Condizioni occupazionali
(posizione ed attività lavorativa)
Fattori psico-sociali
(stress lavorativo, rapporti con i colleghi)
Fumo, alcool, carenza di sonno
Infortuni ripetuti
il secondo infortunio è di solito meno grave del primo
Più frequenti negli uomini e nei lavoratori più giovani
la frequenza è maggiore nelle aziende di maggiori dimensioni.
L’individuazione di un profilo di rischio può suggerire strategie preventive.
Percezione del rischio
L’attitudine all’agire in sicurezza è connessa alla maggiore o minore percezione del
rischio da parte del lavoratore.
Fattori che influenzano la percezione del rischio
+ (aumentano) — (riducono)
Gravità degli effetti Esposizione volontaria al rischio
Irreversibilità degli effetti Controllabilità del rischio
Attenzione dei mass-media Familiarità con l’agente
Coinvolgimento personale Riconosciuto rapporto rischio/beneficio
Precedenti incidenti Origine naturale del rischio
Malattie da lavoro
Raccomandazioni dell'UE sulla classificazione delle MP
La raccomandazione della commissione europea del 19/09/2003 sull’elenco
europeo delle malattie professionali,
introduce importanti misure per garantire un’uniformità nelle normative degli stati europei in materia di malattie
professionali.
Allegato I:
elenco europeo delle malattie professionali
Malattie provocate da agenti chimici
Acrilonitrile
Arsenico o suoi composti
…
Malattie della pelle causate da sostanze e agenti non compresi sotto altre voci:
-Affezioni cutanee e cancri cutanei dovuti:
Alla fuliggine Al catrame
…
Malattie provocate dall’inalazione di sostanze ed agenti non compresi sotto altre voci:
-Malattie dell’apparato respiratorio e cancri Silicosi
Silicosi associata alla tubercolosi polmonare ...
Malattie infettive e parassitarie
Malattie infettive o parassitarie trasmesse all’uomo da animali o da resti di animali Tetano
Malattie provocate da agenti fisici
Cataratta provocata dalle radiazioni termiche
Affezioni congiuntivali provocate dall’esposizione ai raggi ultravioletti
ALLEGATO II: elenco complementare delle malattie di sospetta origine professionale che dovrebbero formare
oggetto di una dichiarazione e che potrebbero essere inserite in futuro nell’allegato I dell’elenco europeo 2.1
Malattie provocate dai seguenti agenti chimici
Ozono
Idrocarburi alifatici diversi da quelli di cui alla voce dell’allegato I
…
Malattie infettive e parassitarie non descritte nell’allegato I
Malattie parassitarie Malattie tropicali
…
Malattie Professionali riconosciute:
confronto fra nazioni Europee
Su 100.000 lavoratori assicurati, ogni anno,vengono riconosciute
29 malattie professionali in Italia
40 malattie professionali in Germania
86 malattie professionali in Danimarca
109 malattie professionali in Francia
113 malattie professionali in Spagna
128 malattie professionali in Svizzera
143 malattie professionali in Belgio
D’Amico F, Mochi S, Salvati A: Le malattie professionali in Italia: evoluzione storica, tendenze in atto e prospettive future. Riv Inf Mal Prof 2002; (1-2): 119-134
Classificazione delle Malattie Professionali (MP) in Italia
Le malattie professionali riconosciute in Italia, sono quelle contratte nell'esercizio ed a causa delle lavorazioni specificate e riportate nelle tabelle del D.P.R. numero 336 del 13/4/1994.
Nelle tabelle sono indicate le malattie professionali, le esposizioni e le
lavorazioni che possono determinarle.
D.P.R. 336 del 13/4/1994: Nuova tabella delle malattie professionali dell'industria
(Allegato 01) e dell’agricoltura (Allegato 02)
Malattie causate da:
Agenti chimici
Agenti fisici
Agenti biologici
MP, incluse nelle tabelle, denunciate
all’INAIL (2011) (I)
MP, incluse nelle tabelle, denunciate
all’INAIL (2011) (II)
MP, incluse nelle tabelle, denunciate
all’INAIL (2011) (III)
Dati epidemiologici
L' I.N.A.I.L. riceve ogni anno circa 45.000 denunce di Malattia Professionale
Quarta inchiesta sulla salute dei lavoratori
(Fondazione Europea Dublino, 2005) :
24,7% riferisce mal di schiena
22,8% riferisce dolori muscolari
22,3% riferisce disturbi da stress
MP manifestatesi nel periodo
2002 - 2006 e denunciate all'INAIL
(INDUSTRIA E SERVIZI)
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000
42-MALATTIE CUTANEE 50-IPOACUSIA E SORDITA' 52- MALAT.OSTEOART ICOLARI 56-NEOPLASIE DA ASBESTO 90-SILICOSI 91-ASBESTOSI TOTALE MALATTIE TABELLATE
2002 2003 2004 2005 2006
MP manifestatesi nel periodo
2002 - 2006 e denunciate all'INAIL
(INDUSTRIA E SERVIZI)
2.0000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000 16.000 18.000 20.000
TOTALE MALATTIE NON TABELLATE - ipoacusia - tendiniti - malattie dell'apparato respiratorio - affezioni dei dischi intervertebrali - sindrome del tunnel carpale INDETERMINATA
2002 2003 2004 2005 2006
Confronto tra MP non incluse nelle tabelle, manifestatesi e indennizzate nel periodo
1999 - 2002 dati INAIL
(INDUSTRIA E SERVIZI)
Denunciate
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000
1999 2000 2001 2002
ipoacusie Tendiniti neoplasie
mal. app. respiratorio STC
Indennizzate
0 100 200 300 400 500 600
1999 2000 2001 2002
ipoacusie tendiniti neoplasie
mal. app. respiratorio STC
MP indennizzate nel periodo 1999 - 2002 dati INAIL
(INDUSTRIA E SERVIZI)
Malattie professionali indennizate
- 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000
1998 1999 2000 2001 2002
Tabellate Non tabellate Totale
Lombalgia: dati INAIL (1999)
Tra le malattie professionali indennizzate
dall’INAIL, le malattie muscolo-scheletriche sono al 10° posto (18,1%).
Tra le malattie muscoloscheletriche non tabellate accolte dall’INAIL (circa 1000),le discopatie del rachide sono il 7%.
Ma…
Il 10% degli infortuni sul lavoro interessa la colonna
vertebrale (56000 eventi annui): di questi il 38% riguarda il rachide lombare.
Il 93% degli infortuni sul lavoro al rachide lombare avviene movimentando carichi pesanti o compiendo movimenti scorretti.
(Giuseppe Campo, ISPESL: relazione congressuale 2002)
Malattie da lavoro
Nel 1981 Doll e Peto stimarono che il 4%
dei decessi avvenuti ogni anno per tutte le neoplasie fossero legati ad esposizioni
professionali
in molti Paesi sono stati sviluppati sistemi di sorveglianza per incrementare il
numero di malattie da lavoro la cui origine è correttamente identificata
Sistemi di sorveglianza (GB)
THOR (The Health and Occupational Reporting Network)
L’Health and Safety Executive ha stimato
(dati di prevalenza), nel periodo 2003-2004:
2.223.000 persone affette da malattie le cui cause sono riconducibili al lavoro
5.200 malattie professionali ogni 100.000 lavoratori
6.000 morti/anno, a causa di malattie dovute a fattori di rischio presenti sul lavoro
HSE. Health and Safety Statistics Highlights 2003/2004.
National Statistics, 2004.
Sistemi di sorveglianza (USA)
SENSOR (Sentinel Event Notification
System for Occupational Risks)
Dati epidemiologici USA
ha stimato, partendo dai dati di mortalità del 1997:
49.000 decessi/anno
(range 26.000 - 72.000)per malattie da lavoro
6.238
decessi/anno
per Infortuni
55.200 decessi/anno
(range 32.200 -78.200)per causa lavorativa
Steenland K, Burnett C, Lalich N, Ward E, Hurrell J. Dying for work: The
magnitude of US mortality from selected causes of death associated with occupation. Am J Ind Med. 2003 May;43(5):461-82.
Dati epidemiologici USA
la frazione attribuibile (FA) al lavoro:
Pneumoconiosi (Asbestosi/Silicosi/Berilliosi)
FA 100%
1.087 morti/anno
Asma
FA 15%
784 morti per asma occupazionale (range 575 - 1.099)
BPCO
FA 14%
14.257 morti (range 5.092 - 24.440)
Dati epidemiologici USA
Tubercolosi
FA 5%
60 morti
Disturbi cardiovascolari (CHD)
FA 6,3-18% soggetti tra i 20 e 69 anni
range 4.500-12.900 morti
Dati epidemiologici USA
Tumori
Polmone: FA 6,3-13% (>incidenza ♂)
= 9.677-19.901 morti/anno
Vescica: FA 5,6-19%
= 651-2191 morti/anno
Mesotelioma: FA ♂ 85-90%, FA ♀23-90%
=1.895-2.366 morti/anno
Rene: FA 0-2,3%
=57 morti/anno
Pelle: FA 1,2-6%
=24-92 morti/anno
Dati epidemiologici USA
Leucemia: FA 0,8-2%
= 152-533 morti/anno
Laringe: FA 1-20%
= 30-603 morti/anno
Naso: FA 31-43%
= 231-322 morti/anno
Fegato: FA 0,4-0,11%
= 29-80 morti/anno
Dati epidemiologici USA
Lo studio mostra l’enorme peso delle le patologie e dei decessi legati all’attività lavorativa, sia in termini di vite umane che di costi economici.
Una nuova metrica nella misura del danno da lavoro
1996, OMS crea una nuova unità operativa, dedicata ad occuparsi del “Global
Programme on Evidence for Health Policy”
(GPE), con l’obiettivo di migliorare le
metodiche di pianificazione e allocazione di risorse sanitarie.
Parallelamente viene costituito
l’”International Burden of Disease Network”, di cui fa parte il GPE, che riunisce vari
paesi. Creare una base razionale di
valutazione costo-efficacia alle politiche sanitarie.
Quattro criteri per la pianificazione e l’allocazione di risorse sanitarie
Il problema è sufficientemente
importante? (Quanti individui interessa;
quanti anni di vita sana sono stati persi a causa di questo problema?).
Abbiamo già degli strumenti efficaci per affrontare il problema?
La conoscenza di base del problema è buona?
Nelle nazioni sviluppate ci sono già molti sforzi in questa direzione?
Il Global Burden of Diseases (GBD)
The burden of disease measures the gap between the current health status and an ideal situation where everyone lives into old age free of disease and disability
L’unità di misura del GBD è il tempo.
Questo permette facilmente di combinare il tempo vissuto in stato di disabilità con il tempo perduto a causa di una morte
prematura.
Gli indicatori di salute (OMS)
QALY = Quality-adjusted Life Years
Anni di vita vissuti aggiustati per qualità della vita (anni da vivere in buona salute)
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Gli indicatori di salute (OMS)
Gli indicatori di salute (OMS)
DALY = Death and Disability Adjusted Life Years Anni di vita vissuti al netto della disabilità (e della morte prematura)
Il DALY
DALY= YLL + YLD
YLL = anni di vita persi a causa della morte prematura
YLL = N (numero di morti) x L (aspettativa di vita media standardizzata per età)
YLD = anni di vita sana persi a causa della disabilità
YLD = I (casi incidenti di malattia) x DW (il peso determinato dalla disabilità) x L (durata media della malattia dalla comparsa alla remissione o alla morte)
Il DALY
Il DALY è l’unità di misura scelta dall’OMS per
misurare il Global Burden of Diseases (l’impatto sullo stato di salute di una determinata patologia)
Tale misura considera a livello di popolazioni il peso, espresso in anni:
della mortalità “precoce” (quella al di sotto di un traguardo convenzionale raggiungibile da tutti qualora siano controllate le variabili di rischio)
delle conseguenze non fatali di patologie ed incidenti.
Il DALY
un DALY può essere pensato come la misura in anni di vita sana persi a causa di una certa condizione
↓
carico di malattia attribuibile a tale condizione
↓
misura dell’impatto di una determinata patologia in una popolazione
Grafico che rappresenta la situazione di un
soggetto che muore alla stessa età del
precedente, dopo aver aver subito un
progressivo deteriorarsi della propria salute.
Grafico che rappresenta la situazione di un soggetto che muoia
improvvisamente dopo aver vissuto in ottima salute.
L’uso del DALY consente un confronto
oltre che geografico e temporale, anche
tra fattori di rischio
consente il confronto del peso relativo che lo stesso fattore di rischio assume su diversi
fenomeni avversi per la salute
Global Deaths (000s) due to Selected Occupational Exposures (2000)
Risk Factor Outcome Males Females Total % of occup deaths
Agents leading to COPD COPD 240 78 318 37
Risk factors for injuries Unintentional
injuries 293 19 312 37
Beryllium, cadmium,
chromium, diesel exhaust, nickel, arsenic, asbestos, silica
Trachea, bronchus, or lung cancer
88 14 102 12
Asbestos Mesothelioma 28 15 43 5
Asthmamagens Asthma 23 15 38 4
Coal Coal workers’
pneumoconiosis 14 14 2
Silica Silicosis 9 9 1
Asbestos Asbestosis 7 7 1
Benzene, ethylene oxide,
ionizing radiation Leukemia 4 3 7 1
Ergonomic stressors Low back pain 0 0 0 0
Noise Hearing loss 0 0 0 0
Total 706 144 850 100
Global DALYs (000s) due to Selected Occupational Exposures (2000)
Risk Factor Outcome Males Females Total % of occup DALYS Risk factors for injuries Unintentional
Injuries 9.778 733 10.511 44
Noise Hearing loss 2.788 1.362 4.150 18
Agents leading to COPD COPD 3.020 713 3.733 16
Asthmamagens Asthma 1.110 511 1.621 7
Beryllium, cadmium, chromium, diesel exhaust, nickel, arsenic, asbestos, silica
Trachea, bronchus, or lung cancer
825 144 969 4
Ergonomic stressors Low back pain 485 333 818 3
Asbestos Mesothelioma 356 207 563 2
Silica Silicosis 486 ― 486 2
Asbestos Asbestosis 376 ― 376 2
Coal Coal workers’
pneumoconiosis 366 ― 366 2
Benzene, ethylene oxide,
ionizing radiation Leukemia 66 35 101 0.4
Total 19.656 4.038 23.694 100
Attributable Fractions (%) for Mortality and Morbidity (DALYs) due to Selected Occupational Exposures for the Global Burden of Occupational Disease and Injury
Risk Factor Outcome Males Females Total
Ergonomic stressors Low back pain 41 32 37
Noise Hearing loss 22 11 16
Agents leading to COPD COPD 18 6 13
Asthmagens Asthma 14 7 11
Risk factors for injuries Unintentional
Injuries 12 2 8
Beryllium, cadmium,
chromium, diesel exhaust, nickel, arsenic, asbestos, silica
Trachea,
bronchus, or lung cancer
10 5 9
Benzene, ethylene oxide,
ionizing radiation Leukemia 2 2 2
Classificazione dei fattori di rischio:
agenti fisici, chimici, biologici, fattori biomeccanici e relazionali
Classificazione dei rischi
Pericolo
Caratteristica intrinseca di un’attività, o di una sostanza, o di un fattore fisico di poter provocare una lesione dell’integrità fisica
Rischio
Possibilità che un’attività, o una sostanza, o un fattore fisico pericolosi determinino una lesione dell’integrità fisica nelle specifiche situazioni lavorative.
I rischi per la sicurezza si possono classificare in rischi derivanti da:
Carenze strutturali dell’ambiente di lavoro
Carenze di sicurezza su macchine e apparecchiature
Manipolazione di sostanze pericolose
Carenza di sicurezza elettrica
Incendio e/o esplosione
Classificazione dei rischi
Classificazione dei rischi
I rischi per la salute si possono classificare in rischi derivanti da:
Agenti fisici
Agenti chimici
Agenti biologici
Fattori biomeccanici
Fattori relazionali
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Agenti fisici
Forme di energia che hanno come unità di misura una grandezza fisica.
Rumore
Vibrazioni
Radiazioni ionizzanti
Radiazioni non ionizzanti
Elettricità
Pressione barometrica
Microclima
Rumore
Successione di variazioni di pressione in un mezzo, che possono essere percepite dall’ orecchio umano come sensazione sonora.
Esposizione professionale
edilizia, agricoltura,industria siderurgica, etc.
Vibrazioni
Oscillazioni di un corpo attorno ad un punto di riferimento, caratterizzate da:
frequenza, ampiezza ed accelerazione.
Vibrazioni trasmesse al corpo intero
(trattoristi, camionisti, autisti bus, conducenti treni, metropolitana, gruisti)
Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (utilizzo di utensili vibranti azionati ad aria
compressa o elettricamente, ad es. muratori, boscaioli)
Radiazioni Ionizzanti
Radiazioni che interagiscono con la
materia producendo fenomeni di ionizzazione.
Corpuscolate
(raggi alfa, raggi beta, neutroni)
Non corpuscolate (raggi X, raggi gamma)
Radiazioni Ionizzanti
Esposizione professionale
Applicazioni mediche
(diagnostica radiologica, impiego di isotopi radioattivi, radioterapia)
Applicazioni industriali
(estrazione, produzione, trasformazione, trattamento, trasporto)
Laboratori di ricerca
Radiazioni non ionizzanti
Radiazioni che non possiedono l’energia sufficiente per modificare atomi e molecole, costituiscono una parte dello spettro
elettromagnetico e sono caratterizzate in frequenza da diversi sottointervalli
Campi Statici e Frequenze Estremamente Basse (ELF)
0Hz-30kHz
Basse Frequenze (LF) 30kHz-300kHz
Radio Frequenze (RF) 300kHz-300MHz
Microonde (MW) 300 MHz-300GHz
Radiazione Ottica (IR-VIS- UV)
300GHz-3*106GHz
Radiazioni non ionizzanti
Radiazioni non ionizzanti
Esposizione professionale
Radiazioni ultraviolette
(sterilizzazione, fotoinattivazione di virus,
batteri in sangue ed emoderivati, fotobiologia, fotochimica, terapia)
Radiazioni visibili e infrarosse
(es: tecniche analitiche, terapia, industria del vetro)
Radiofrequenze e microonde
(es: saldatura, forni a induzione, fusione, fornaci elettriche, RMN, comunicazioni marine ed
areonautiche, trattamento cibi,disinfezione)
Campi elettromagnatici a bassa frequenza o campi magnetici statici
(es: apparecchiature elettriche in genere)
Elettricità
Esposizione professionale Elettricisti, elettrotecnici.
Pressione barometrica
Esposizione professionale
Lavori in quota, lavoro subacqueo.
Microclima
Stress termico da alte o da basse temperature
Esposizione professionale
es:attività all’aperto, industria alimentare, industria siderurgica, etc.
Agenti chimici
Qualsiasi sostanza chimica utilizzata o
presente in un ciclo produttivo da sola o in miscela
(es: solventi, metalli, pesticidi, resine, etc.)
Polveri
Nebbie
Gas
Vapori
Modalità di esposizione e vie di assorbimento
Via respiratoria
Via cutanea per contatto
Per ingestione
Esposizione professionale
Molteplici comparti di tutti i settori lavorativi quali agricoltura, industria, servizi.
Agenti chimici
Agenti biologici
Rischi connessi con l’esposizione ad
organismi e microrganismi patogeni e non.
Virus
Batteri
Funghi e miceti
Protozoi
Parassiti
Agenti biologici
Esposizione professionale
Personale sanitario e addetti ai laboratori clinici e di ricerca, agricoltori, allevatori, addetti ai macelli, personale addetto alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti.
Agenti biologici
Modalità di trasmissione
Via parenterale
(es: epatite B,C, HIV)
Via aerea
(es:TBC, influenza, meningite meningococcica,rosolia)
Trasmissione per contatto
(es: scabbia)
Trasmissione per via alimentare
(es: epatite A)
Fattori biomeccanici
Forze applicate all’organismo (o sviluppate dallo stesso) che agiscono su muscoli,
tendini, nervi periferici e vasi sanguigni.
Forze applicate sull’organismo
Movimenti ripetitivi
Postura
Movimentazione manuale di carichi
Fattori biomeccanici
Esposizione professionale Addetti in catena di montaggio,
confezionamento, addetti a data-entry,
assistenza ai malati, magazzinieri, facchini, edili, etc.
Forze applicate sull’organismo
Forze esterne
Carico che si esercita sulla superficie corporea quando compiamo un lavoro (spingere un
oggetto o afferrarlo per sollevarlo)
Forze interne
Tensione che si genera all’interno delle
strutture muscolari, tendinee e legamentose quando si compie uno sforzo
Movimenti ripetitivi
Movimenti identici o molto simili eseguiti ad elevata frequenza.
Postura
posture statiche Fisse e prolungate
posture incongrue
Allontanamento dell’articolazione all’area ottimale nell’ambito della quale è possibile compiere uno sforzo con il minimo
sovraccarico dei tessuti
Movimentazione manuale di carichi
Operazioni di trasporto o di sostegno di un carico comprese le operazioni di:
Sollevare
Deporre
Spingere
Tirare
Portare
Spostare un carico
che per le loro caratteristiche comportano rischi di lesioni dorso lombari.
Fattori relazionali
Fattori legati all’organizzazione del lavoro ed alle relazioni umane che possono
incidere sulla salute psicofisica del lavoratore.
Relazione tra il lavoratore e l’attività lavorativa (stress, burn out)
Relazione tra persona e persona nell’ambiente di lavoro (mobbing)
Fattori relazionali
Relazioni tra il lavoratore e l’attività lavorativa
Contenuto del lavoro:
Caratteristiche della mansione
(mancanza di varietà, brevi cicli di lavoro, mancata o sottoutilizzazione delle capacità, elevata incertezza).
Carico di lavoro, ritmo di lavoro, orario di lavoro (sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancato
controllo sui ritmi, time pressure, lavoro in turno, mancanza di flessibilità nell’orario, straordinari).
Fattori relazionali
Relazioni tra persone nell’ambiente di lavoro
Contesto del lavoro:
Cultura e funzione organizzativa ruolo nella organizzazione, sviluppo carriera, interfaccia
lavoro/famiglia, autoritarismo, mobbing, molestie sessuali