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Che l arte italiana abbia slancio nell 800, sull onda di quella realista francese non ce lo dimostrano solo gli Hayez e i Podesti.

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Academic year: 2022

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Che l’arte italiana abbia slancio nell’800, sull’onda di quella realista francese non ce lo dimostrano solo gli Hayez e i Podesti. Ci furono anzi artisti più tecnicamente freschi e innovativi di questi ultimi, lo si vide a Firenze, dove dal 1850 al Caffè Michelangelo si ritrovavano per discutere di pittura diversi artisti, non solo toscani, che di lì a qualche anno si sarebbero riuniti nel gruppo dei Macchiaioli (dal 1859).

In quelle lunghe serate di discussioni stavano sviluppando una tecnica pittorica nuova: la teoria della macchia, che non era solo un discorso tecnico, infatti come dirà Giovanni Fattori era che «una nuova ricerca di verismo, il quale si era andato presentemente svolgendo, che rende la realtà della vera impressione del vero». Parole verismo e realismo ricorrevano infatti spesso nelle loro discussioni.

E infatti ciò a cui tendevano i macchiaioli era appunto soprattutto questo: sincerità di espressione, verità, aderenza alla cose. Infatti i temi sono spesso scene agricole e della campagna toscana, scorci urbani o di vita piccolo borghese, così come evocazioni delle battaglie risorgimentali: l’indagine della realtà a tutto campo. Per questo possiamo quindi dire che le sperimentazioni di questo movimento italiano sono state molto avanzate e aggiornatissime, perché ben sintonizzate (negli anni giusti: 60’ e ’70) con le ricerche artistiche e culturali dell’arte europea, francese in primis. Cioè un’arte

democratica, vivamente innestata ai problemi, alla vita, alle preoccupazioni della storia in atto. Se non ci furono gli stessi potenti esiti e sviluppi successivi delle loro

sperimentazioni, così come invece ci saranno per il Realismo francese e l’Impressionismo, è da imputare ai limiti stessi del nostro Risorgimento, che non ha avuto né la profondità, né la consequenzialità del processo storico francese.

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E in questo piccolo olio di Giovanni Fattori, quali delle caratteristiche che abbiamo visto ci fanno dire che è opera di un artista macchiaiolo?

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Le macchie sono tasselli a incastro, formano pure forme geometriche piatte, accordate per precisi accordi tonali. Ma quello che appare evidente è la volontà di DARE UN’IMMEDIATA PERCEZIONE OTTICA E VISIVA DELLA SCENA. SEMBRA QUASI IMPROVVISATO, tanta è fresca e rapida la percezione che trasmette. Al contrario richiese tanti tentativi e ripensamenti. QUELLO CHE SORPRENDE è ANCHE CHE QUI IL COLORE NON E’ un accessorio della forma, un suo attributo ma E’ LA FORMA

STESSA.

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Qui non c’è racconto, solo la purezza e il rigore delle forme, delle masse plastiche degli edifici. C’E’ VOLUTA SEMPLICITA’ E STILIZZAZIONE e su tutto domina la luce naturale forte e chiarissima.

Ricordiamo questa precoce sperimentazione (1861) sulla geometrizzazione degli elementi attraverso forme cromatiche compatte, perché le rivedremo solo tra una decina d’anni (1873) con le novità proposte da Paul Cézanne, quelle sì capaci di dare frutti e aprire le porte al Novecento di Picasso e dei Cubisti.

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Ecco la ripartenza del Cézanne più rivoluzionario (cioè post impressionista), anche lui ideatore di scene costruite per grandi volumi di colore. Però effettivamente «in ritardo» rispetto i macchiaioli: siamo nel 1873.

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Ecco un altro esempio del macchiaiolo Giuseppe Abbati del 1861: anche qui si assiste a una grande semplificazione formale. Molto studiati i rapporti cromatici tra i volumi dei blocchi di marmo, su cui la luce produce contrasti di colore e chiaroscuro.

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Con quest’opera siamo nel 1870 ed è un esempio di come le sperimentazioni più innovative dei macchiaioli dopo questa data sembrano già concludersi, riassorbirsi. Lo vediamo dalla tecnica a macchia che sembra affievolirsi, in realtà anche questo

paesaggio è definito da fasce cromatiche sovrapposte.

Se lentamente, nel corso degli anni ‘70 la loro forza innovativa e sperimentale andrà normalizzandosi, possiamo dire che in definitiva i macchiaioli non solo anticipano gli impressionisti con la tecnica delle macchie (attenzione: non influenzandoli) ma attuano uno svecchiamento dell’arte italiana in direzione del REALISMO e della VERITA’ OTTICA.

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