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Clima, il Papa: agire senza indugi MONDO

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Academic year: 2022

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Germania. «Reclutò jihadisti»

Gruppo salafita è fuorilegge

Cuba. «Misericordia» per 787 detenuti

Il governo di Raúl Castro ha accolto l’invito di Francesco

per il Giubileo Per il viaggio papale,

nel 2015, erano stati

liberati in 3.522

Raúl Castro (Ansa/Ap)

L’Avana. Una risposta all’appel- lo rivolto da papa Francesco ai leader internazionali in occasio- ne dell’Anno Santo della Miseri- cordia. Così il quotidiano ufficia- le Granma ha definito la scelta del governo cubano di un maxi indulto. Nei prossimi giorni, sa- ranno rilasciati 787 detenuti. Il Consiglio di Stato non ha dato ul- teriori dettagli sull’identità dei beneficiati. Viene solo specifica-

to che, «per ragioni umanitarie», il provvedimento include «don- ne, giovani, malati e altre catego- rie». Una definizione quest’ulti- ma volutamente ambigua in cui potrebbero rientrare anche alcu- ni condannati per reati d’opinio- ne. I cosiddetti prigionieri politi- ci che Cuba non riconosce come tali. Nel settembre 2015, in occa- sione del viaggio di papa France- sco, il governo di Raúl Castro a-

veva disposto una “grazia collet- tiva” per 3.522 carcerati. Maxi-in- dulti erano stati previsti anche in occasione dei due precedenti pellegrinaggi papali. Nel 1998, per l’arrivo di Giovanni Paolo II, Fidel Castro aveva ordinato 200 rilasci. Quattordici anni dopo, per la visita di Benedetto XVI, furono liberati in 400. Stavolta, però, la liberazione di massa avviene in relazione al Giubileo. (Lu.C.)

FRANCIA

«Fondi libici a Sarkozy»

alla vigilia delle primarie

Parigi. Una nuova polemica, an- cora sulla Libia, travolge l’ex pre- sidente Nicolas Sarkozy a 5 gior- ni dalle primarie del centro-de- stra. Un uomo d’affari franco-li- banese, Ziad Takieddine, ha det- to di aver consegnato 5 milioni di euro in contanti di provenienza li- bica al leader ai tempi della cam- pagna elettorale presidenziale del 2007. Takieddine sostiene di aver consegnato le valige con il dena- ro direttamente nell’ufficio di Claude Gueant, braccio destro di Sarkozy, all’epoca ministro del- l’Interno. I fondi gli sarebbero sta- ti consegnati a Tripoli dal capo dei servizi segreti di Gheddafi.

Sarkozy, che si è candidato per un nuovo mandato alle presidenzia- li del prossimo anno, ha sempre respinto le accuse aver ricevuto finanziamenti illeciti da Tripoli.

Anche le indagini condotte dalla magistratura d’oltralpe non han- no portato finora all’acquisizione di prove concrete contro Sarkozy.

EGITTO

Stop alla pena di morte per l’ex presidente Morsi

Il Cairo. La Corte di Cassazione ha accolto l’appello della difesa e cancellato la sentenza di morte dell’ex presidente Mohammed Morsi e di altri 21 leader dei Fra- telli musulmani, condannati nel maxi processo del gennaio del- l’anno scorso. Il tribunale ha or- dinato la ripetizione del processo legato ai fatti accaduti durante la rivoluzione che depose l’ex lea- der. La stessa Corte di Cassazio- ne ha anche deciso il rilascio di Alaa e Gamal Mubarak, per aver già scontato i tre anni di pena.

GRAN BRETAGNA

«Altri sei mesi per Brexit»

Ma Londra smentisce

Londra. Il governo britannico non ha «un piano sulla Brexit» ed è di- viso al suo interno, al punto che

«potrebbero essere necessari al- tri sei mesi» affinché possa «de- cidere sulle sue priorità». È quan- to afferma un documento segre- to, ottenuto dalTimes.Il memo sa- rebbe stato preparato per l’ese- cutivo di Theresa May, quest’ul- timo si è affrettato a respingerlo come «non richiesto». «Non lo ri- conosciamo», ha sottolineato un portavoce di Downing Street.

Clima, il Papa: agire senza indugi

Messaggio alla Cop22: «Liberi da pressioni»

Hollande: l’intesa di Parigi è «irreversibile»

DANIELEZAPPALÀ PARIGI

minare e spianare in fretta il cam- mino della diplomazia climatica, con un forte incoraggiamento giun- to anche da papa Francesco che invita la comunità internazionale riunita in Ma- rocco ad avanzare «senza indugio».

A Marrakesh, questo senso d’urgenza ha dominato ieri le prime ore di plenaria po- litica della Cop 22, il nuovo summit sul cli- ma (7-18 novembre) sotto l’egida dell’O- nu annunciato come la «conferenza del- l’azione», tanto più dopo l’entrata in vigo- re, il 4 novembre, dell’accordo di Parigi vol- to a contenere entro il 2100 l’aumento del- la temperatura media planetaria sotto i 2 gradi centigradi (se possibile, recita il testo, sotto 1,5 gradi). L’arrivo di un “climato- scettico” alla Casa Bianca ha suscitato u- na sorta di levata di scudi preventiva, da- to anche il luogo dell’incontro: un Paese se- gnato dal deserto e simbolo di quel Sud mondiale che chiede aiuto patendo già sulla propria pelle i costi più alti della mi- naccia climatica. Lo stesso Sud dove un quarto di secolo fa, al Vertice della Terra di Rio de Janeiro (1992), la comunità inter- nazionale dovette ammettere per la prima volta che sì, gli sconvolgimenti climatici (come il nuovo record assoluto di calura previsto nel 2016) sono in gran parte cau- sati dall’umanità e in primo luogo dagli ec- cessi della civiltà industriale nata nel Nord.

Il processo di Parigi è «inarrestabile», ha detto Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Onu in chiusura di mandato, evocan- do il nodo americano: «La nostra speran- za è che il neoeletto presidente Trump a- scolti e comprenda la gravità e l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici come presidente degli Stati Uniti». L’alto diplo- matico si è detto «sicuro» che saranno ret- tificate «le posizioni assunte durante la campagna elettorale», anche grazie al fiu- to per gli affari di un imprenditore che non resterà insensibile al decollo dell’econo- mia “verde”. In modo analogo, il presiden- te francese François Hollande ha parlato di processo «irreversibile», esortando Wa- shington a «rispettare l’accordo».

In giornata, ha trovato ampia eco il mes- saggio che papa Francesco ha indirizzato al presidente della conferenza, il ministro degli Esteri marocchino Salaheddine Me- zouar, auspicando lavori «animati dallo stesso spirito collaborativo e propositivo manifestato durante la Cop 21». Rinvian- do più volte a passaggi salienti dell’Enci- clica Laudato si’, il Papa ha sottolineato la necessità di un deciso passaggio di testi-

S

mone fra i vertici in Francia e Marocco:

«L’accordo di Parigi ha tracciato una chia- ra strada sulla quale l’intera comunità in- ternazionale è chiamata ad impegnarsi; la Cop 22 rappresenta una tappa centrale di questo percorso». Francesco ha ricordato

che il patto siglato in Francia «incide su tutta l’umanità, in particolare sui più po- veri e sulle generazioni future, che rap- presentano la componente più vulnerabi- le al preoccupante impatto dei cambia-

menti climatici e ci richiama alla grave re- sponsabilità etica e morale di agire senza indugio, in maniera quanto più libera possibile da pressioni politiche ed eco- nomiche, superando gli interessi e i com- portamenti particolaristici». Il Papa in- vita pure la comunità internazionale a non adottare un atteggiamento mera- mente tecnicistico, poiché «le soluzioni tecniche sono necessarie ma non suffi- cienti; è essenziale e doveroso tenere at- tentamente in considerazione anche gli aspetti etici e sociali del nuovo paradig- ma di sviluppo e di progresso».

Sulla futura rotta, l’inviato speciale Usa Jo- nathan Pershing si è detto «sicuro» che verrà mantenuto «uno sforzo duraturo», al di là degli avvicendamenti al potere. In- tanto, gli 8mila delegati della società civi- le giunti in Marocco chiedono che la «con- ferenza dell’azione» rispetti le promesse: a- vallare prima di venerdì meccanismi fi- nanziari e piani d’azione concreti per tra- sformare la sfida climatica anche in un va- sto slancio Nord-Sud di solidarietà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA IL SEGRETARIO ONU. Ban Ki-moon a Marrakech (Ansa/Ap)

La campagna. È partita «Divest»:

fermiamo le energie fossili

LUCAGERONICO

isinvestire, e al più presto, dalle fonti ener- getiche fossili per favorire lo sviluppo di quelle rinnovabili. La campagna #DivestI- taly, edizione italiana di quella mondiale lanciata lo scorso 4 ottobre dal Global catholic climate move- ment, è un passo concreto per attuare i programmi della Cop22 e l’Accordo. Divest nasce da un cartel- lo internazionale nato sullo slancio della Laudato Si’

di cui Focsiv – Federazione organismi cristiani ser- vizio internazionale volontario – vuole essere il pun- to di riferimento in Italia.

Una analisi realizzata da vari organismi tra cui Cid- se (coordinamento internazionale di ong cattoli- che) e Focsiv «mostra come per limitare l’aumento della temperatura a 1,5° centigradi sia indispensa- bile da subito passare dalle fonti fossili a quelle rin- novabili. Ciò implica disinvestire dalle esplorazio- ni e infrastrutture legate al petrolio e al gas e passa- re a investimenti nelle rinnovabili», spiega Andrea Stocchiero responsabile policy di Focsiv. Una tran- sizione che, aggiunge Stocchiero, «deve essere giu- sta ed equa: sono soprattutto i Paesi ricchi, più re- sponsabili nella emissione di carbonio, a dover tra-

sformare le loro economie senza far ricadere i costi sui lavoratori, e a sostenere finanziariamente i Pae- si più poveri nell’accedere all’energia pulita».

Focsiv, che con le sue circa 80 organizzazioni socie, sta già realizzando progetti con energie pulite e pro- muove modelli di economia circolare ha annun- ciato il proprio disinvestimento e la diffusione di programmi. Un «disinvestimento» dal fossile a van- taggio delle rinnovabili che la campagna Divest propone in primo luogo a tutti i grandi investito- ri istituzionali del mondo cattolico: Chiesa statu- nitense, Ior, Chiesa inglese, Chiesa tedesca in pri- ma fila, ma che riguarda idealemte tutte le co- munità fino alle parrocchie. In Italia hanno già a- derito a Divest le Figlie di Maria ausiliatrice del- l’ispettoria lombarda e di quella di La Spezia, co- me la rivista Aggiornamenti sociali. Un convegno promosso da Focsiv, in programma a Roma a fine gennaio, illustrerà Divest agli economi degli ordi- ni religiosi e delle diocesi italiane.

A gennaio, come esito di Cop22, le Nazioni Unite lanceranno pure la campagna «One for All», per chi, invece, vorrà investire direttamente in energie rin- novabili a vantaggio del sud del mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

D

Focsiv capofila in Italia del cartello che chiede di spostare

le risorse sulle fonti rinnovabili Stocchiero: «Si deve disinvestire

dalle infrastrutture legate a petrolio e gas e puntare

sull’energia rinnovabile»

Russia. L’Economia trema: ministro in manette

Alexeij Ulyukayev (Ansa/Ap)

Alexeij Ulyukayev avrebbe intascato tangenti per un’operazione tra colossi

petroliferi. Si rischia un

«terremoto nel governo»

Marrakech

Bergoglio: l’accordo del 2015 incide «in particolare sui più

poveri e sulle generazioni future». Ban Ki-moon: speriamo

che gli Usa comprendano

«la gravità» della situazione

Siria. Pioggia di bombe su Aleppo est Ora i caccia colpiscono dalla portaerei

Damasco. L’aviazione militare del go- verno siriano ha ripreso i bombarda- menti nelle aree residenziali nella par- te orientale di Aleppo ancora sotto il controllo dei ribelli. A riferirlo è stato l’Osservatorio siriano per i diritti u- mani, Ong con sede a Londra vicina al- l’opposizione: secondo l’organizza- zione, nei raid sarebbe rimasta uccisa una bimba. La notizia è stata, poi, con- fermata dalla tv di Stato siriana. Poco dopo, è arrivata la smentita da Mo-

sca. Il portavoce del ministero della Difesa, Igor Konashenkov, ha detto che, da 28 giorni, il governo di Bashar al-Assad e la Russia hanno sospeso le azioni sulla città martire.

Al contrario, Mosca avrebbe effettua- to dei raid sulle province di Idlib e Homs. I caccia sono partiti dalla por- taerei Admiral Kuznetsov: nel mirino postazioni del Daesh e dell’ex fronte al- Nusra, in particolare i depositi di mu- nizioni e i campi di addestramento.

MOSCA

l ministro russo dell’Economia, Alexeij Ulyukayev, è stato ac- cusato di avere intascato una tangente da 2 milioni di dollari e quindi sottoposto agli arresti do- miciliari. Gli inquirenti sostengo- no che Ulyukayev avrebbe ricevu- to la tangente in cambio di una se- rie di favori che hanno consentito l’acquisto della società petrolifera Bashneft da parte del colosso pe- trolifero di Stato Rosneft.

In particolare, Ulyukayev avrebbe fatto in modo che il ministero eco- nomico desse una valutazione po- sitiva dell’operazione – osteggiata da una parte del governo, caldeg- giata invece da Putin – in modo da finalizzare l’accordo. L’acquisizio- ne, realizzata il mese scorso, era sta-

ta valutata intorno ai 5,2 miliardi di dollari. Ulyukayev, 60 anni, in cari- ca da giugno 2013, è il funzionario russo di più alto livello a venire ar- restato nel pieno del suo incarico dal 1991, anno del collasso dell’U- nione Sovietica.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che «si tratta di gra- vi accuse» e che «solo un tribuna- le è in grado di fornire un verdet- to». Il presidente Vladimir Putin l’ha rimosso dall’incarico «a causa del- la perdita di fiducia». Non si sa ora se l’episodio porterà a una revisio- ne dell’acquisizione di Bashneft. Si sa, però, che l’operazione è stata (ed è) pericoloso terreno di scon- tro negli ambienti del Cremlino. Il capo di Rosneft, Igor Sechin, uno degli uomini più potenti di Russia, molto vicino a Putin, aveva spinto

fortemente per dare luce verde al- l’acquisto. Ad esso tuttavia si erano opposte le figure più liberali del go- verno, alcune delle quali vicine al primo ministro Medvedev. Inizial- mente Ulyukayev si era opposto al- l’operazione, ma alla fine ha cedu- to, firmando l’accordo.

Così, da ex numero uno della Ban- ca centrale, poi diventato mini- stro, e dopo 16 anni ai vertici del- lo Stato, perfettamente incardina- to nel sistema, ora Ulyukayev è di- ventato agli occhi di gran parte dell’opinione pubblica, il «burat- tino», di cui Putin si vuole libera- re (forse approfittando anche del- l’ascesa di Donald Trump alla Ca- sa Bianca). Il caso sembra assu- mere tutti i contorni dell’intrigo.

Ed è destinato ad avere effetti di- rompenti. Anton Pominov, diret-

tore del ramo russo della Ong an- ti-corruzione “Transparency In- ternational”, sostiene che l’arresto di Ulyukayev «non può essere av- venuto senza il sostegno del pre- sidente Vladimir Putin».

Della stessa opinione il professore di Economia Nikita Krichevsky:

«L’arresto è avvenuto con l’auto- rizzazione non formale di Putin. O- ra ci saranno spostamenti tettoni- ci in tutta la gestione del sistema statale dell’economia e delle fi- nanze». A suo dire, Ulyukayev «non rimarrà in silenzio, ma rivelerà molti dettagli della vita economica del Paese». Medvedev ha parlato di

«un fatto grave per la leadership del Paese». Ma, ha aggiunto, «dimostra che nessuno è immune di fronte alla corruzione». (A.E.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

M O N D O 15

Mercoledì

16 Novembre 2016

BERLINO

etata antisalafita in tutta la Germania. Smantellata un’or- ganizzazione che reclutava jihadisti. All’alba di ieri la polizia tedesca ha perquisito appartamenti e uffici in dieci diversi Länder legati all’organizzazione salafita “Die wah- re Religion” (La Vera Religione), fondamentalisti islamici noti per l’azione «Lies!», durante la quale hanno distribuito il Corano per le strade: sono sospettati di aver inviato in Siria e Iraq 140 jihadisti. La polizia avrebbe sequestrato materiali, tra l’altro, a Berlino, Francoforte, Brema, Amburgo, Baden-Württeberg, Ba- viera e in altri Länder ma secondo i media non ci sarebbero sta- te perquisizioni nei Länder della vecchia Germania Est.

Il ministro degli Interni Thomas De Maizière, non intende col- pire il diritto dei musulmani a fare proselitismo ma ha deciso di vietare sia l’organizzazione Dwr, sia la distribuzione del Co- rano Lies!, ritenendo entrambe anticostituzionali. Secondo i servizi segreti sarebbero ormai 9.200 i salafiti in Germania e cir- ca 1.200 potrebbero essere potenziali terroristi. Ad ottobre so- no 870 le persone partite dalla Germania per la Siria e l’Iraq, un quinto sono donne. (V.Sav.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

R

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