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ANIMA SGR SPA

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Academic year: 2022

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ANIMA SGR SPA

Capitale Sociale: Euro 23.793.000,00 interamente sottoscritto e versato.

La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Claudio Bombonato (indipendente)

Amministratore Delegato Marco Carreri e Direttore Generale:

Consiglieri: Mara Caverni (indipendente) Alessandro Melzi D’Eril Antonio Nervi

Livio Raimondi (indipendente) Gianfranco Venuti

Collegio Sindacale

Presidente: Antonio Taverna

Sindaci effettivi: Marco Barassi Tiziana Di Vincenzo

Sindaci Supplenti: Bernardo Rocchi Carlotta Veneziani

Società di Revisione EY S.p.A.

Depositario BNP Paribas Securities Services S.C.A – Succursale di Milano

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INDICE

RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR ... 4 Anima Iniziativa Italia PMI ... 8

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Società di Gestione del Risparmio ANIMA SGR S.p.A.

 

RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR SULLA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2016

  Mercati finanziari

 

La volatilità, il sell-off, l’incremento dei premi per il rischio innescatisi dall’avvio del 2016 sulle classi di investimento di maggiore rischiosità, sono stati determinati dal crollo della propensione al rischio indotta dalla combinazione di timori legati al rallentamento della crescita globale (alla luce della pubblicazione di dati macroeconomici non particolarmente brillanti ovvero inferiori alle attese), al pregresso calo dei prezzi petroliferi, unitamente ad una situazione di protratta debolezza della dinamica inflativa in ambito Euro, a cui si sono aggiunte le tensioni relative al sistema finanziario europeo, e soprattutto italiano, connesse al tema della gestione delle sofferenze bancarie. In tale contesto non avevano giovato né la rinnovata politica di rialzo dei tassi avviata a dicembre 2015 dalla Fed (Federal Reserve) né l’emergere di alcuni fattori di incertezza a livello politico. Oltre ai listini europei, anche il mercato azionario nipponico ha segnato movimenti complessivamente flettenti caratterizzati da un’elevata volatilità e con andamenti particolarmente contrastati su cui ha gravato la tonicità dello Yen. Da marzo, le iniziative poste in campo dalla BCE (Banca Centrale Europea), l’approccio prudenziale ed attendista da parte della Fed a fronte dei rialzi sui tassi inizialmente previsti, la consistente risalita delle quotazioni petrolifere e più in generale delle materie prime hanno favorito un moderato ritorno della propensione al rischio, ed una parziale riduzione della volatilità. Una fase relativamente benevola per il comparto azionario e, in generale, per le asset class più rischiose, è stata poi interrotta dal riacutizzarsi delle criticità relative alle sofferenze del sistema bancario sia a livello europeo sia, in particolare, sul mercato domestico.

Il comparto obbligazionario ha fatto registrare da inizio 2016 risultati moderatamente ma complessivamente positivi, sensibilmente superiori a quelli della classe di investimento azionaria, sia per le emissioni governative sia per quelle corporate, complici le alterne fasi di restringimento del premio per il rischio trainato dalle azioni della BCE in area Euro e da livelli di tassi attraenti nelle aree ex-Euro.

Nel corso del mese di maggio alla lieve ripresa dei mercati azionari d’Oltreoceano si è contrapposta la debolezza dei listini azionari in area Euro ed in Giappone. In particolare a maggio il mercato azionario italiano è nuovamente sceso sui livelli di fine trimestre, caratterizzandosi per un’elevata volatilità ed una sensibile rotazione settoriale. Il settore finanziario rimane il tallone d’Achille di Piazza Affari. Nel mese di giugno gli esiti dei sondaggi sulle intenzioni di voto al referendum inglese avevano alternativamente riacutizzato e sopito i timori di “Brexit” inducendo nuovamente un’ampia volatilità sui mercati laddove, in una prima fase, è prevalsa una tendenza al contenimento del rischio da parte degli investitori. I listini azionari mondiali hanno registrato diffuse flessioni, di maggiore entità in Europa e Giappone rispetto agli USA. A queste si è accompagnato una flessione dei rendimenti governativi ritenuti maggiormente “sicuri” (Bund, US Treasury), con il temporaneo passaggio in territorio negativo per il rendimento del Bund decennale e con movimenti di segno opposto per i periferici dell’Eurozona tali da incrementare sensibilmente lo spread tra BTP/Bund. La divisa britannica ha ceduto sensibilmente nei confronti di dollaro Usa ed Euro e la cautela ha favorito il franco svizzero e lo yen. Il dollaro Usa, dopo aver continuato ad esprimere una protratta debolezza sia contro Euro sia vs Yen, a maggio ha innescato fasi alterne di ripresa contro le principali divise, giovandosi dell’impulso proveniente dalle dichiarazioni di J.Yellen (in direzione di un futuro rialzo dei tassi) e dell’incertezza in tema Brexit, segnando recuperi parziali e nuove flessioni. All’avvio del mese di giugno, l’employment report più debole del previsto e la situazione di incertezza internazionale ha indotto il Presidente della Fed ad esprimersi con una maggiore cautela in merito allo scenario prospettico e a possibili azioni del FOMC (Federal Open Market Committee) in direzione di un rialzo imminente: questo ha comportato una nuova flessione del biglietto verde (relazione EUR/USD mossa in area 1,2-1,4).

La fase di rialzo del prezzo del petrolio ha favorito il recupero del comparto energetico e le materie prime hanno tracciato un sentiero rialzista. Il greggio ha recuperato con alterni movimenti la soglia di 50 Usd/barile, anche in virtù di spunti indotti da riduzioni dell'offerta proveniente da alcuni paesi non OPEC.

Un certo aumento dell’avversione al rischio ha comunque prodotto correzioni che hanno interessato anche le quotazioni petrolifere.

Lo scenario macroeconomico rimane invariato, con timidi segnali di ripresa ma non ancora sufficientemente forti da indurre autonomamente un forte e deciso recupero degli utili e, conseguentemente, dei corsi azionari.

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Sul tema “Brexit”, Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea ha visto una vittoria (52%) delle posizioni contrarie. Un risultato inatteso rispetto agli ultimi sondaggi, che prevedevano invece una vittoria di misura della posizione favorevole alla permanenza nella UE, e che ha innescato una immediata e violenta reazione sui mercati valutari (con un netto indebolimento della sterlina), azionari (in forte calo tutti i listini europei) e obbligazionari (con un allargamento degli spread sulla periferia europea e i corporate bond). Ad essere maggiormente penalizzati, infatti, sono stati tutti i listini del Vecchio Continente, che hanno registrato da subito forti ribassi e poi un andamento altalenante, confidando nelle prossime mosse dei principali attori europei.

Scenario macroeconomico

Dalle recenti dichiarazioni di Yellen sullo scenario macroeconomico e sulla politica monetaria per gli Stati Uniti emerge un cauto ottimismo prospettico: la dinamica dell’attività economica segnala una crescita positiva seppure in rallentamento (con valutazioni fra “modesta e moderata”), la stima del PIL annualizzato a +0,8% t/t primo semestre 2016 appare in crescita lievemente sotto alle attese. Le condizioni del mercato del lavoro hanno espresso progressivi miglioramenti: il livello di disoccupazione è collocato al di sotto del 5% malgrado alcuni recenti dati deludenti per la debolezza dei dati sull’occupazione a maggio. La dinamica inflativa si colloca ancora inferiormente al sentiero preferenziale della Fed. I consumi esprimono ritmi modesti a fronte di un lieve incremento della spesa personale e delle vendite al dettaglio, mentre sussistono alcune incertezze sulla consistenza della domanda interna. Permangono fattori di incertezza globale derivanti dal rallentamento della crescita in Europa ed in Cina. I principali punti d’attenzione sull’orizzonte prospettico vertono sull’incertezza dei tempi di eventuali future mosse di rialzo della Fed e dell’evoluzione del sentiero dei tassi (in relazione alle variabili di crescita, inflazione, occupazione) e sul tema delle elezioni presidenziali alla luce dell’incertezza proveniente dai sondaggi di gradimento dei candidati e sulle stime del possibile esito.

In Area Euro la crescita evidenzia una dinamica da modesta a moderata sostenuta dalla domanda interna: le stime Eurostat sul PIL (Prodotto Interno Lordo) destagionalizzato appaiono sostanzialmente in linea con le previsioni poco superiori a 1,5% su base annua. L’inflazione permane debole, alla luce di una dinamica dei prezzi al consumo su base annua che mantiene un’intonazione flettente. Il tasso aggregato di disoccupazione appare mediamente stabile, collocato poco sopra a 10%. Gli indicatori di sentiment (PMI –Piccole Medie Imprese)) confermano una collocazione in area espansiva, in linea con il recente passato, tuttavia continua la perdurante debolezza dell’export. Di rilevanza l’azione della BCE che nell’ambito delle iniziative di stimolo monetario, ha avviato i previsti acquisti di corporate bond. I principali punti d’attenzione prospettica vertono sulla debole dinamica di crescita ed inflazione. Non vanno dimenticate alcune tensioni politiche con possibili implicazioni connesse ad un montante Euro- scetticismo, stante la debolezza della politica interna all’unione e la problematica gestione dei flussi migratori.

In Italia crescita (PIL nel primo semestre +1,0 su base annua), disoccupazione (su base trimestrale nel primo trimestre 2016 a 11,6%) ed inflazione (sostanzialmente piatta) si collocano in linea con le attese.

Le previsioni sull’andamento del debito pubblico vedono un calo in misura minima, mentre permane vivace il dibattito politico dopo l’esito dei ballottaggi amministrativi in attesa del referendum costituzionale di ottobre. I principali punti di attenzione prospettica insistono sui timori di rallentamento di una crescita peraltro moderata, sulla potenziale efficacia e sul supporto del fondo Atlante in relazione alle criticità e alle sofferenze del sistema bancario, sulla problematica flessibilità di bilancio stante l’ambizioso obiettivo di riduzione del debito, sulle riforme strutturali, e sul tema dell’immigrazione.

Dopo la vittoria del “Brexit” in Gran Bretagna è importante che da un lato l’Unione Europea ed i governi nazionali aderenti mostrino una posizione coesa e che dall’altro le banche centrali siano pronte ad intervenire per normalizzare la situazione, ad esempio attraverso ulteriori iniezioni di liquidità. Le autorità bancarie e governative, in particolare, hanno manifestato la volontà di intervenire per sostenere il sistema bancario, in specie quello italiano, anche con manovre straordinarie, qualora la situazione lo rendesse necessario.

In Giappone malgrado una lieve crescita della domanda interna, in virtù dei consumi privati, l’inflazione permane cedente. Sussiste lo spazio per possibili mosse future da parte Bank of Japan, tuttavia giocano un ruolo sfavorevole la forza dello yen e la debolezza della domanda estera unitamente ad una scarsa tonicità di quella interna.

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Società di Gestione del Risparmio ANIMA SGR S.p.A.

 

Relativamente ai Paesi Emergenti i principali punti d’attenzione riguardano il processo di reflazione, la stabilizzazione delle commodities con particolare attenzione alla sensibile risalita dei prezzi del petrolio. Il tema della decelerazione della crescita cinese ha potenzialmente riflessi a livello globale.

Prospettive per il 2016

Le previsioni sullo scenario economico globale mantengono connotazioni estremamente incerte.

Soprattutto dopo la consultazione referendaria sull'uscita della Gran Bretagna nell’Unione Europea che ha visto vincere il “Brexit”, dal 24 giugno si è aperta una fase di incertezza potenzialmente molto lunga che richiede necessariamente un approccio tattico e flessibile.

A ciò c'è da aggiungere che le recenti non brillanti rilevazioni di alcuni dati economici (con particolare riguardo a employment report USA) hanno costituito fattori di forte aleatorietà atti a condizionare la fiducia e la propensione al rischio. Alcune problematiche di medio-lungo periodo riscontrate nel recente passato non appaiono sostanzialmente mutate nella proiezione dei dubbi sull’accelerazione della crescita mondiale. La stabilizzazione della domanda delle materie prime e la ripresa delle relative quotazioni favoriscono in particolare le economie emergenti, configurando per quest’ultime un driver tendenzialmente positivo, in parte già espresso sulle dinamiche dei mercati globali. Al momento prevale una view neutrale sulla maggior parte delle asset class di investimento.

Sul comparto obbligazionario nel suo complesso viene espresso il mantenimento di una view tendenzialmente neutrale. Sui mercati obbligazionari governativi, in relazione al contesto attuale, nel breve periodo, viene espressa una view prudenzialmente neutrale sia globalmente sull’asset class obbligazionaria sia sulla duration in generale, tenuto conto del basso livello attuale dei tassi di interesse attesi, che si riflettono sui rendimenti obbligazionari.

Viene mantenuta una view neutrale sulle obbligazioni societarie investment grade. Punti chiave insistono su sottopeso di duration, ampia diversificazione, ed un sovrappeso di beta, favorendo emissioni con rendimenti più elevati, ma con scadenze su orizzonti temporali ravvicinati, con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana nel tempo.

Avendo riguardo alle emissioni high yield, si ritiene che i livelli di rendimento permangano interessanti e che sussistano ulteriori opportunità di crescita, inducendo a mantenere una view positiva. Va tuttavia considerato che alla luce dell’ampio rally già registrato (soprattutto in area USA) nel più recente periodo, s’impone una dovuta cautela nella modulazione dell’approccio tattico.

I mercati obbligazionari emergenti, complice un’elevata volatilità delle performance realizzate nei mesi scorsi, ed in particolare dall’inizio dell’anno, risultano particolarmente dislocati. Allo stesso tempo, alcuni elementi di carattere idiosincratico continuano ad avere un importante impatto in termini di spread. Complessivamente, appare ragionevole mantenere tatticamente una view positiva sulla base di considerazioni simili a quelle avanzate per il comparto corporate bond high yield.

Avendo riguardo alle principali divise non sussistono forti convinzioni direzionali. Le view attuali sono collocate neutralmente per le relazioni dollaro Usa, sterlina e yen contro Euro. L'elemento trainante per un'ulteriore forza del dollaro USA potrà provenire da un miglioramento sostenuto dei dati macroeconomici statunitensi. Con la ripresa del prezzo del petrolio le valute dei paesi esportatori di commodities hanno recuperato parte della pregressa svalutazione, esprimendo selettivamente performance positive.

Al tempo attuale, le valutazioni correnti sulle tematiche rilevanti afferenti al comparto azionario, e l’opportunità di adottare un adeguato bilanciamento ed una moderazione dei posizionamenti a livello tattico, connessa all’evoluzione della situazione economica e politica globale, inducono a confermare una visione tendenzialmente neutrale nel breve periodo per l’asset class azionaria in generale, anche alla luce di possibili picchi di volatilità.

A livello geografico la view espressa sull’area europea risulta neutrale. La situazione contestuale di medio periodo permane incerta, anche in relazione ad alcuni fattori di natura politica. Le pressioni sul settore finanziario impongono un approccio neutrale su Italia. Il principale fattore di criticità insiste sulla gestione delle sofferenze bancarie. I principali fattori oggetto di attenzione vertono su NPL, redditività prospettica compressa da bassi tassi di interesse e possibili azioni di ricapitalizzazione.

Gli indicatori economici statunitensi esprimono movimenti modesti ed al momento non si individuano driver particolarmente positivi. L’attuale inazione della Fed ha espresso un easing sostanziale per il ciclo statunitense, tuttavia sussistono incertezze in relazione allo stato di salute del mercato del lavoro, determinante nel breve periodo per le eventuali decisioni di tightening sui tassi, e, nel medio periodo, in relazione all’esito elettorale: entrambi costituiscono fattori di aleatorietà e di disturbo potenzialmente forieri di volatilità sui mercati finanziari.

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L’attuale forza dello yen mina la competitività delle imprese del Sol Levante, tuttavia emergono attese per possibili spinte di easing fiscale da parte del governo nipponico: eventuali azioni in questa direzione potrebbero costituire le premesse per un possibile ulteriore stimolo monetario.

Sussiste una view positiva sui Paesi Emergenti in virtù della fase di ripresa e stabilizzazione delle materie prime, petrolio in primis. Prospetticamente possibili fattori di criticità nel lungo periodo potrebbero provenire dalla decelerazione della crescita cinese, tuttavia va osservato che gli stimoli monetari e fiscali già adottati potrebbero produrre effetti costruttivi più prolungati del previsto.

 

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Società di Gestione del Risparmio ANIMA SGR S.p.A. ANIMA INIZIATIVA ITALIA

Anima Iniziativa Italia

Nel primo semestre 2016 il fondo ha conseguito una performance negativa in termini assoluti ma superiore rispetto al benchmark di riferimento.

Il mercato azionario italiano ha vissuto un prima parte dell’anno particolarmente negativa. Una serie di fattori ha generato i pesanti ribassi che si sono protratti fino alla metà di febbraio: le revisioni degli utili che sono state nel periodo generalmente negative; i significativi ribassi del settore finanziario italiano ed europeo, la cui redditività è messa sotto pressione dal livello eccezionalmente basso (e negativo sulla parte breve della curva) dei tassi, dove lo smaltimento dello stock di crediti deteriorati, voluto dalle banca BCE, appare tuttora una questione irrisolta; le crescenti preoccupazioni sugli squilibri sui cui si basa il modello di crescita Cinese con le invitabili ripercussioni che un rallentamento di questa economia avrebbe sulla crescita globale.

Anticipando un rallentamento del ciclo economico e la tendenza al ribasso delle aspettative di inflazione le Banche centrali si mostravano estremamente accomodanti: la Federale Reserve ritardava la traiettoria dei rialzi dei tassi, e la BCE annunciava un nuovo consistente pacchetto di stimolo monetario. Queste azioni hanno determinato un parziale recupero del mercato nella parte centrale del semestre. Nell’ultima parte del semestre a dominare l’attenzione degli investitori è stato il referendum sulla permanenza del Regno Unito all’interno dell’UE, il cui esito ha determinato una nuova fase di ribasso. Il mercato Italiano, percepito come più debole in situazioni di forti avversione al rischio, è stato tra i più colpiti dalle vendite e ha chiuso il semestre con considerevoli perdite.

Contributo positivo alla performance del fondo è arrivato dal settore delle utilities grazie sia all’allocazione settoriale in sovrappeso, sia alla selezione dei titoli volta a privilegiare le società ritenute maggiormente beneficiarie del processo di consolidamento tra le municipalizzate che gestiscono servizi di pubblica utilità. Positivo anche il contributo della “selezione titoli” sia nel settore dei titoli finanziari sia in quello energetico. È stato inoltre sempre mantenuta, in un contesto di tassi estremamente bassi, la positività e il sovrappeso sulle società caratterizzate da buoni flussi di cassa in grado di garantire un elevato dividend yield. Ha invece penalizzato l’andamento del fondo il settore dei consumi discrezionali (lusso/media), che non ha beneficiato quanto previsto della ripresa dei consumi interni. Hanno inoltre contribuito negativamente alla performance il settore farmaceutico e dei consumi di base. Sul finire del semestre, in particolare in ottica difensiva, è stato incrementato il settore delle utilities, mentre è stato ridotto il settore finanziario per la strutturale debolezza della redditività e la questione irrisolta dello smaltimento dello stock di crediti deteriorati. Nel corso del semestre non sono stati utilizzati strumenti derivati.

Il secondo semestre 2016 si apre con significative incertezze, soprattutto rispetto ai problemi che affliggono il settore bancario. Incertezza e volatilità potrà inoltre generare l’approssimarsi del referendum sulla riforma costituzionale per le inevitabili ripercussioni che potrebbe avere sulla stabilità politica e sulla capacità dell’Italia di proseguire nel percorso di riforme e risanamento dei conti pubblici. Sul fronte della crescita interna, nonostante qualche contraccolpo derivante dalla Brexit, rimaniamo confidenti sulla positiva dinamica dei consumi interni e su un graduale, per quanto contenuto, percorso di recupero del Pil.

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RELAZIONE SEMESTRALE DEL FONDO ANIMA INIZIATIVA ITALIA AL 30/6/2016

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVITA'

Situazione al Situazione a fine

30/06/2016 esercizio precedente

Valore In percentuale Valore In percentuale complessivo del totale attività complessivo del totale attività

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 22.573.524 94,849% 13.376.086 92,659%

A1. Titoli di debito 505.900 2,126% 508.000 3,519%

A1.1 Titoli di Stato 505.900 2,126% 508.000 3,519%

A1.2 Altri 0,000% 0,000%

A2. Titoli di capitale 22.067.624 92,723% 12.868.086 89,140%

A3. Parti di OICR 0,000% 0,000%

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI 0 0,000% 0 0,000%

B1. Titoli di debito 0,000% 0,000%

B2. Titoli di capitale 0,000% 0,000%

B3. Parti di OICR 0,000% 0,000%

C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 0 0,000% 0 0,000%

C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia 0,000% 0,000%

C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati 0,000% 0,000%

C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati 0,000% 0,000%

D. DEPOSITI BANCARI 0 0,000% 0 0,000%

D1. A vista 0,000% 0,000%

D2. Altri 0,000% 0,000%

E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE 0,000% 0,000%

F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 1.224.369 5,145% 1.058.898 7,336%

F1. Liquidità disponibile 1.184.675 4,978% 777.077 5,383%

F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 39.909 0,168% 392.437 2,719%

F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -215 -0,001% -110.616 -0,766%

G. ALTRE ATTIVITA' 1.423 0,006% 727 0,005%

G1. Ratei attivi 719 0,003% 727 0,005%

G2. Risparmio d'imposta 0,000% 0,000%

G3. Altre 704 0,003% 0,000%

TOTALE ATTIVITA' 23.799.316 100,000% 14.435.711 100,000%

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Società di Gestione del Risparmio ANIMA SGR S.p.A. ANIMA INIZIATIVA ITALIA

PASSIVITA' E NETTO

Situazione al Situazione a fine 30/06/2016 esercizio precedente Valore complessivo Valore complessivo

H. FINANZIAMENTI RICEVUTI

I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI 0 0

L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 0 0

M1. Rimborsi richiesti e non regolati

M2. Proventi da distribuire

M3. Altri

N. ALTRE PASSIVITA' 39.237 35.358

N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 39.106 35.358

N2. Debiti di imposta

N3. Altre 131

TOTALE PASSIVITA' 39.237 35.358

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 23.760.079 14.400.353

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE I 14.400.353

Numero delle quote in circolazione CLASSE I 2.426.880,429

Valore unitario delle quote CLASSE I 5,934

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE AD 8.880.276

Numero delle quote in circolazione CLASSE AD 1.779.448,231

Valore unitario delle quote CLASSE AD 4,990

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE YD 14.879.803

Numero delle quote in circolazione CLASSE YD 3.047.332,953

Valore unitario delle quote CLASSE YD 4,883

Movimenti delle quote nel semestre - Classe AD

Quote emesse 1.832.031,644

Quote rimborsate 52.583,413

Movimenti delle quote nel semestre - Classe I

Quote emesse 489.348,445

Quote rimborsate 2.916.228,874

Movimenti delle quote nel semestre - Classe YD

Quote emesse 3.049.772,569

Quote rimborsate 2.439,616

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Elenco analitico dei principali strumenti finanziari detenuti dal Fondo

Titoli Divisa Quantità Controvalore in

Euro % su Totale attività

FINECOBANK SPA EUR 284.858 1.666.419 7,002%

BANCO POPOLARE SC EUR 550.540 1.180.358 4,960%

MEDIASET SPA EUR 351.179 1.099.893 4,622%

SARAS SPA EUR 621.371 968.717 4,070%

BENI STABILI SPA EUR 1.611.612 896.862 3,768%

IREN SPA EUR 614.547 854.220 3,589%

INTESA SANPAOLO-RSP EUR 462.111 738.915 3,105%

VITTORIA ASSICURAZIONI SPA EUR 84.750 736.477 3,095%

SALVATORE FERRAGAMO SPA EUR 32.258 588.708 2,474%

ARNOLDO MONDADORI EDITORE EUR 601.977 574.888 2,416%

SESA SPA EUR 40.356 565.791 2,377%

MONCLER SPA EUR 39.000 551.460 2,317%

MEDIOBANCA SPA EUR 106.849 550.807 2,314%

ASTM SPA EUR 55.728 545.020 2,290%

ITALY BTPS 1.15% 14-15/05/2017 EUR 500.000 505.900 2,126%

IMMOBILIARE GRANDE DISTRIBUZ EUR 666.495 489.207 2,056%

FNM SPA EUR 1.090.517 482.554 2,028%

DANIELI & CO-RSP EUR 37.000 462.130 1,942%

BANCA MEDIOLANUM SPA EUR 70.000 429.450 1,804%

BUZZI UNICEM SPA-RSP EUR 47.510 427.590 1,797%

TELEVISION FRANCAISE (T.F.1) EUR 43.655 417.298 1,753%

TODS SPA EUR 8.258 398.283 1,674%

ITALMOBILIARE SPA-RSP EUR 14.462 370.950 1,559%

ZIGNAGO VETRO SPA EUR 66.429 364.031 1,530%

RENO DE MEDICI SPA EUR 1.103.198 327.209 1,375%

DELONGHI SPA EUR 14.300 305.734 1,285%

SAVE SPA EUR 22.882 296.322 1,245%

ACSM - AGAM SPA EUR 185.919 293.938 1,235%

ASSICURAZIONI GENERALI EUR 25.500 269.025 1,130%

BASICNET SPA EUR 86.904 243.157 1,022%

OPENJOBMETIS SPA AGENZIA PER EUR 33.027 233.666 0,982%

AUTOGRILL SPA EUR 31.000 224.750 0,944%

SIAS SPA EUR 28.000 216.860 0,911%

MAISONS DU MONDE SA EUR 11.000 206.360 0,867%

AMPLIFON SPA EUR 24.000 201.840 0,848%

RECORDATI SPA EUR 7.400 199.800 0,840%

BANCO DESIO E DELLA BRIANZA EUR 114.527 194.123 0,816%

BANCA POPOLARE DI MILANO EUR 523.000 192.621 0,809%

YOOX NET-A-PORTER GROUP EUR 9.000 187.110 0,786%

CALTAGIRONE EDITORE EUR 232.793 186.234 0,783%

DIASORIN SPA EUR 3.366 185.130 0,778%

RAI WAY SPA EUR 42.871 173.628 0,730%

A2A SPA EUR 140.000 164.920 0,693%

CATTOLICA ASSICURAZIONI SCRL EUR 29.000 164.430 0,691%

POSTE ITALIANE SPA EUR 26.385 157.255 0,661%

GRUPPO EDITORIALE LESPRESSO EUR 209.519 155.044 0,651%

CAIRO COMMUNICATIONS SPA EUR 34.218 153.981 0,647%

BANCA GENERALI SPA EUR 8.500 152.490 0,641%

ACEA SPA EUR 13.500 147.555 0,620%

ERG SPA EUR 12.000 122.880 0,516%

CREDITO VALTELLINESE SCARL EUR 290.636 119.422 0,502%

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