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E partito l assalto finale alla classe lavoratrice e ai diritti del lavoro: chi pensava che i capital

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Academic year: 2022

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(1)

di Franco Turigliatto

da Sinistra   Anticapitalista

E’ partito l’assalto finale alla classe lavoratrice e ai diritti del lavoro: chi pensava che i capital

isti pot

essero

accontentarsi del Jobs Act e deitanti

regali chehanno avuto nelcorso degli anni, sisbagliava digrosso . Aveva dimenticato le dure

regole della lotta diclasse : la borghesia , di

fronte alla

(2)

crisi

economica e alla

crisi storica del movimento operaio , sceglie dinon fare prigionieri . Aveva dimenticato anche l’elementare principio chese daiun ditoai padroni questi siprendono la mano , poi ilbraccio e tutto quello cheserve loroper

aumentare a dismisura lo

(3)

sfruttamento del lavoro

.

Siamo di fronte a un vero e proprio complotto contro la classe lavoratrice, orchestrato in mo docongiunto

e concordato tragoverno e Confindustria .

Renzi muove tre pedine in contemporanea: punta a colpire il diritto di sciopero, già limitato d amolte

norme nelsettore pubblico , con unasua drastica limitazione e togliendone la titolarità ailavoratori , per

“lasciarlo”

solo nelle manidegli apparati burocratici

(4)

sindacali , sulla base diuna loropresunta soglia

dirappresentatività

; lavora per stabilire per legge un nuovo sistema

dicontrattazione colpretesto cheConfindustria e direzioni sindacali hanno difficoltà a trovare un accordo

; fa balenare l’introduzione del salario

minimo per legge (per altro a un

(5)

livello infimo ) come misura democratica e sociale difronte al dilagare deisalari difame indotti dalle varie forme del lavoro precario , nero e grigio . Ma anche qui, ilsuo obiettivo difondo èquello difar saltare l’ultima trincea deilavoratori , cioè il

(6)

contratto nazionale dilavoro .

Dopo il blocco diretto nel pubblico impiego e lo svilimento dei contenuti economici e normati

vi del co

ntratto nazionale , il

padronato e il

governo pensano checi siano i rapporti diforza

per smantellare questo pilastro diunità deilavoratori siaa

livello nazionale chegenerazionale . Dal

secondo dopoguerra in poi questo

(7)

istituto ha segnato la forza delle lavoratrici e dei

lavoratori , la difesa disalari e diritti , il sentirsi tutti uniti dalNord al Sud

. A contrattare ilsalario e le norme non si andava piùognuno per conto suo, ma uniti come classe , consapevoli che

(8)

solo cosìfosse possibile fronteggiare la forza

soverchiante dell’avversario .

Marchionne già 4 anni fa aveva scelto di rompere il tabù dell’unità contrattuale dei metalmec

canici , us

cendo dalla

Confindustria e ingaggiando unaprova

diforza vittoriosa con i lavoratori Fiat cheha aperto unalarga breccia nelfronte unitario diclasse .

Oggi i padroni pensano di poter sfondare completamente l’organizzazione dei lavoratori e di decidere

livelli

(9)

salariali e condizioni

normative non solo azienda

per azienda , ma addirittura , come ègià in molti casi, a livello individuale .

Squinzi ha radunato le categorie padronali aderenti alla Confindustria per affermare una line

a c

henon lascia adito a dubbi : “sui contratti ilcapitolo èchiuso”

: Nel casoin cuici fosse ancora qualche

(10)

categoria padronale disponibile a qualche forma ditrattativa minimamente accomodante (come

sperano molti dirigenti sindacali ), le mette in riga : certo esiste l’autonomia formale delle categorie e la loropossibilità dicontinuare le trattative aperte , ma la Confindustria detterà un decalogo preciso diquel chesi

puòfare e non fare. E

(11)

gioca

apertamente disponda colgoverno , lasciando intendere chequesti potrebbe intervenire e definire per legge i nuovi assetti contrattuali .

I dirigenti sindacali da sempre speranzosi sull’autolimitazione dei padroni sono serviti.

Tanto più che le organizzazioni sindacali sono alle corde e fortemente indebolite da quando sonoentrati

neltunnel ( almeno 25 anni fa) dei

cedimenti e dei

compromessi a perdere ,

(12)

neltentativo dilimitare i danni e di

preservare la sopravvivenza dell’apparato burocratico .

Passo dopo passo hanno dilapidato le conquiste e la forza della classe lavoratrice ed oggi si ritrovano

strutturalmente a terra, sotto l’incalzare dell’iniziativa padronale . L’illusione cheevitando lo scontro diretto edessendo estremamente accomodanti fosse

possibile spingere i padroni ad essere menoviolenti e più

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disponibili a vaghe forme

dicompromesso , è

svanita

; così come la speranza direalizzare un accordo con la

Confindustria sulnuovo

modello contrattuale per non lasciare chefosse Renzi a imporlo per legge

, preservando in questo modoalmeno lo status simbolico dicontroparte sociale con un peso nella

vita

(14)

politica italiana . Illusione cheha

attraversato la stessa direzione Fiom. Era evidente invece l’esistenza diuna

piena intesa traRenzi e Squinzi , a cui vaaggiunto Marchionne : una

versione italiana della troika.

E’ difficile per le organizzazioni sindacali rispondere all’aggressione della Confindustria e del governo

, dopo aver rinunciato per anni a

(15)

unareale

mobilitazione deilavoratori . E’

improbabile chei

dirigenti del sindacato diCisl e Uil possano reagire seriamente

; ma

èimprobabile chelo

facciano anche i dirigenti della CGIL, che, purcriticando le diverse misure del governo , nei fatti hanno sempre dipiù

(16)

seguito la strada delle altre

due confederazioni .

Ma oggi siamo alla resa dei conti. Non battersi sarebbe il segno della fine e sindacati trasfor

mati in

apuntini str finiscono per essere abbastanza inutili…

.

La battaglia va fatta a tutto campo, anche per chiedere un cambio di indirizzo alla CGIL, una verae

propria rivoluzione culturale per recuperare la forza

combattendo seriamente padroni e governo .

Le correnti sindacali di classe, sia interne alla CGIL, che esterne, i sindacati di base, posson

o e de

vono

(17)

essere capaci diuna

campagna unitaria per denunciare in tutti i luoghi dilavoro quello chesta

per succedere , per

coinvolgere finoin

fondo le lavoratrici e i lavoratori , per fare assemblee , per provare a trascinarli fuori dalla

rassegnazione e dalla

rabbia priva disbocchi , per costruire mobilitazioni e lotte

(18)

. Bisogna costruire la barricate contro le direzioni aziendali , i manager, i padroni del vapore chevogliono un mondo in cui contano solo i loroprofitti

; con  cinismo totale , per garantirsi lo sfruttamento del capitale sullavoro , licenziano e ricattano , distruggendo la vita e ilfuturo delle lavoratrici e

(19)

deilavoratori .

Come le vicende recenti della lotta all’Air France confermano, costoro cercano di presentarsi come

persone per bene

, volgarmente assalite dailavoratori , quando sonoloro

i protagonisti della

piùviolenta e feroce aggressione alleclassi

lavoratrici e popolari . Si deveagire come i lavoratori dell’Air

France: dire con chiarezza

chenon lasceremo piùfare

(20)

aipadroni i loro comodi : che i violenti sonoloro e che per difendere i nostri diritti siamo pronti a strappargli quella camicia dipotere e alterigia con cui

pretendono diessere nati.

 

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