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La valutazione dei postumi di danni materiali in Francia.
Le tabelle: referenze per indennizzi equi ed uniformi?
di
Pierre H. Muller*
Esistono in Francia tre categorie di danno materiale in funzione della loro origine: le pensioni militari, gli incidenti sul lavoro e le altre che chiamiamo, di conseguenza, gli incidenti di diritto comune.
Le leggi delle pensioni militari
Queste leggi sono state le prime ad imporre delle tabelle. Ci sono state tre tabelle successive. La prima era la scala di gravità del 1857 grazie alla quale le pensioni dei militari erano proporzionali al quantum d’infermità postuma. Seguivano le tabelle del 1915 e del 1919. La tabella del 1919, riesaminata, si applica ai funzionari.
La tabella di incidenti sul lavoro
Dal 1939 è stata questa l’unica tabella dettagliata ed è stata molto usata dagli esperti giudiziari.
D’altronde questi non sempre sapevano che essa era prevista solo per la legislazione particolare degli incidenti sul lavoro. Questa tabella è stata diffusa grazie alle edizioni successive del libro di Mathieu, Rey, e poi Padovani. L’edizione del 1983 di questo libro teneva conto del decreto del 23.12.1982 sempre applicabile agli incidenti sul lavoro e costituisce il testo ufficiale di referenza in questa legislazione.
L’ultima edizione del libro di Padovani, ripresa da Roberto Miranda nel 1992, è l’edizione attuale.
Sebbene destinata ad una legislazione particolare, la tabella compresa nel libro di Padovani, è utilmente consultata ancora oggi dai periti giudiziari. Tuttavia, affinché le loro proposte siano uniformi nel paese e paragonabili alle valutazioni fatte in funzione delle altre tabelle, i periti devono tener conto delle particolarità della legislazione degli incidenti sul lavoro: i tassi che propone sono dei tassi di prima valutazione e in questa legislazione questi tassi vengono sempre riesaminati, in media ogni due anni, il più spesso diminuendoli. Peraltro, lo stato anteriore non è detratto allo stesso modo del diritto comune, e infine, e soprattutto, le definizioni di incapacità permanente parziale non sono le stesse. Nell’insieme, i tassi proposti in seguito agli incidenti sul lavoro sono sempre sensibilmente più elevati di quelli nel diritto comune.
Le tabelle proposte nel diritto comune
Il giornale Le Concours Médical ha pubblicato nel 1959 e nel 1971 uno studio delle fasce di percentuali di incapacità definitive derivanti dalla giurisprudenza. Questi studi sono stati effettuati dal Dr. Pierre Arrivot.
Lo stesso giornale ha pubblicato, nel 1980, una tabella redatta dal Dr. Claude Rousseau (medico fiduciario di compagnia d’assicurazione) che tiene conto della risoluzione 75-7 del comitato dei ministri del Consiglio Europeo. Nel 1982 poi, sei medici (due medici fiduciari di compagnia d’assicurazione, tre periti giudiziari, due professionisti di medicina legale, di cui il professor Roche
* Professore emerito di Medicina Legale dell’Università di Lille, Francia
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ed il sottoscritto) hanno ripreso questi testi del Concours Médical per proporre un documento di lavoro.
Infine, e proseguendo per la stessa strada, la Società di Medicina Legale della Francia ha organizzato la sua guida nel 1991. Si trattava di una guida di valutazione medico legale delle incapacità permanenti in diritto comune. Questo libro è stato pubblicato dalla Casa Editrice Lacassagne del professor Roche, e dal Concours Médical.
Si tratta di un lavoro grosso al quale hanno partecipato circa 45 periti medici, medici fiduciari di compagnie assicuratrici, specialisti e insegnanti del danno fisico. Sebbene questo testo sia stato presentato dal professor Marin insieme al sottoscritto, a titolo della Società di Medicina Legale, bisogna infatti dire che il professor Louis Cotte di Besançon è stato l’anima della redazione. Esso ha voluto che questo lavoro non sia una dura enumerazione di infermità ma una guida di valutazione della semiologia postuma funzionale. Infine, questa tabella della Società di Medicina Legale è stata riassunta nel 1993 dal Concours Médical sotto forma di opuscolo di una trentina di pagine.
Le incapacità definitive
Tutte queste tabelle propongono di valutare le conseguenze traumatiche in percentuale di un tutto: l’individuo sano, senza handicap. Prevale l’abitudine di parlare così di percentuale d’incapacità permanente parziale, I.P.P., che però in questi termini non è giusto. Il termine I.P.P., inventato dalle leggi degli incidenti sul lavoro, dovrebbe rimanere limitato nel suo utilizzo agli incidenti di lavoro. Da parte mia, nei miei rapporti scritti di diritto comune, parlavo sempre di “riduzione delle possibilità fisiche e psichiche”. Invece nelle conversazioni è più facile conservare la sigla I.P.P. E’ senza dubbio una cattiva abitudine perché per uniformare i tassi, ciò che tutti desiderano, bisogna essere d’accordo su ciò che rappresentano le percentuali proposte.
In diritto comune questa I.P.P. rappresentava qualche anno fa, diciamo ad esempio verso il 1960, (ma continua a rappresentare per quelli che non si tengono informati) al tempo stesso una diminuzione delle possibilità funzionali e professionali in una professione semplice, ed una diminuzione parallela delle attività umane di tutti. Poteva aggiungersi per certe professioni particolari, ad esempio un famoso violinista, una ripercussione professionale particolare, allora valutata dai liquidatori, in concreto, in più che incapacità permanenti. Poteva ugualmente aggiungervisi, se esistevano delle attività di distensione inabituale, un danno di consenso che era in definitiva raro a quel momento delle nostre abitudini.
Ma queste nozioni sono evolute progressivamente sotto svariate influssi, e sotto due in particolare: la legge del 1973 ha limitato l’azione appellatoria degli organismi della Previdenza Sociale, ma ha per la prima volta ufficializzato il danno di consenso, separandolo dall’incapacità permanente. Gli organismi della Previdenza Sociale non possono avere un’azione appellatoria su questo danno di consenso. Questo disagio dell’attività umana, non professionale, derivante dall’I.P.P., la diminuisce ancor di più e diventa danno quasi costante appena esiste un disagio funzionale. Diventa danno banale quasi quotidiano.
Ma soprattutto, il secondo elemento che ha provocato l’evoluzione dei risarcimenti è il fatto che i magistrati tendono sempre più a staccare, dall’incapacità permanente, la ripercussione economica.
Questo è dovuto all’evoluzione del mercato del lavoro con, da una parte, l’evoluzione delle professioni (esistono sempre meno “professioni semplici”), ed è dovuto ugualmente al fatto che la risonanza economica non è più legata in maniera semplice all’importanza dell’incapacità permanente a causa della disoccupazione e di questa evoluzione del mercato del lavoro. Ciò porta a considerare non più un coefficiente professionale ma un danno economico, separatamente, trascendendolo dall’incapacità permanente che diminuisce ancor di più. In virtù di questa evoluzione, avremmo tendenza in futuro a trovare almeno due dei tre gradi di risarcimento: l’incapacità permanente che corrisponde al disturbo funzionale, banale, di tutti, che comprende oppure no il danno di consenso, molto frequente, e il danno economico valutato in concreto.
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Bisogna ancora dire che le perizie vengono affidate in Francia abitualmente a dei periti medici giudiziari o a dei medici di assicurazione, tutti perfettamente competenti, esperti, e che conoscono le regole della perizia e ne seguono l’evoluzione.
A volte, tuttavia, queste perizie possono essere affidate a dei medici specializzati che possono essere molto competenti nella loro specializzazione ma che possono altrettanto essere ignoranti delle regole della perizia, e che propongono a questo punto dei tassi a volte fantasiosi, senza nesso con le abitudini, senza tener conto dell’evoluzione delle idee. Con ciò, è necessario ricercare un’armonizzazione e mettere a disposizione di tutti delle tabelle o dei tentativi di utilizzo delle tabelle. Bisogna tuttavia dire fin da adesso che mai, né oggi né domani, si potrà, come certi lo desiderano, poter premere un tasto e leggere sullo schermo: frattura del polso = 8%. Questo è evidente per tutti. Le parole “frattura del polso” corrispondono ad una diagnosi poco precisa che ricopre una moltitudine di lesioni: a volte molto diverse, lesioni che evolvono differentemente su degli individui che non si somigliano. Ed è altrettanto vero che i trattamenti applicati possono ugualmente essere molto variabili, come la loro efficacia.
Meccanismo di valutazione dei postumi
Allorché l’esperto si trova di fronte ad un danneggiato, esso inizia con il cercare di definire nella maniera più esatta possibile la natura delle lesioni iniziali create dall’incidente e con il descriverle in maniera dettagliata. Si applica in seguito a descrivere il risultato delle terapie effettuate, e questo paragrafo è a volte difficile poiché l’esperto non deve meditare, nel caso generale, sull’opportunità di queste terapie.
Ogni lesione non lascia necessariamente delle menomazioni, ma se il danneggiato si lamenta, il perito dovrà analizzare le lamentele, e se esse sono la conseguenza diretta delle lesioni, dovrà stabilire come sono imputabili all’incidente.
A questo punto interviene un esame clinico completo, dovendo l’esperto notare l’età, il sesso, lo stato generale, il livello sociale ed intellettuale, e cercare di approfondire questa menomazione nei dettagli e completamente. E’ a questo punto che è talvolta indispensabile chiedere esami complementari da altri esperti. Ciò che deve in ogni caso valutare per l’indennizzo è il risultato funzionale, consequenziale e definitivo, descrivendone senza dubbio l’analisi dei movimenti, la loro ripercussione muscolare, ma soprattutto il fastidio nei movimenti quotidiani (vestirsi, fare dei gesti, ecc.). E’ questa valutazione dettagliata che permette di proporre un tasso d’incapacità, base del risarcimento.
Il ruolo delle tabelle
Tutti pensiamo in Francia che l’esistenza di una tabella sia indispensabile. Questa deve poter evolvere in funzione dell’evoluzione delle tecniche mediche e in funzione anche dei dati giuridici del risarcimento del danno fisico.
Non può dunque trattarsi di una tabella fissa, ufficiale, ma di una guida.
Tutti gli esperti hanno bisogno di questa guida, anche se hanno grande esperienza. Tuttavia è ancor più evidente che sarà nell’interesse dei giovani periti, o dei medici specialisti che non hanno l’abitudine della perizia, di consultare tale guida.
La tabella è la soluzione per ottenere delle valutazioni eque ed uniformi?
E’ senza dubbio uno degli elementi che permette valutazioni equi ed uniformi. Ma pensiamo, in maniera molto precisa, che niente può sostituire la perizia e l’esperto. Per questo è necessario innanzitutto disporre di esperti competenti e che questi vengano in seguito designati.
Esistono qui ancora troppo spesso delle nomine “amichevoli” di colleghi che accettano delle perizie al di fuori della loro specializzazione o senza conoscerne le regole. Tuttavia, la prima
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necessità per ottenere dei risarcimenti equi ed uniformi è proprio la formazione di medici esperti di qualità e della loro specializzazione.
In Francia deploriamo i meccanismi attuali di specializzazione nel corso degli studi di medicina che non considerano la formazione medico legale. Tuttavia questa formazione esiste nella maggior parte delle nostre università e constatiamo che è intorno ad esse che i tassi proposti dai periti sono le più uniformi ed equi.
A questo scopo la vera risposta è la qualità dei periti ben formati che sapranno utilizzare, a ragion veduta, le tabelle che un’intesa generale ha accettate.
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