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L’IMPORTANZA DEL RUOLO SOCIALE DELL’ASSICURATORE

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TAGETE 2 - 2017 Year XXIII ISSN 2035 – 1046

L’IMPORTANZA DEL RUOLO SOCIALE DELL’ASSICURATORE

Giovanni Pirovano 1

PREMESSA

Le società contemporanee affrontano oggi sfide inedite: la crescente domanda di servizi da parte delle fasce più povere della società, la crescita e l’invecchiamento della popolazione, i cambiamenti climatici ed il degrado degli ecosistemi, il lavoro minorile e la corruzione.

Questi temi, da una parte, evidenziano l’obsolescenza di molti degli strumenti e delle strategie su cui è stato costruito il modello europeo di protezione sociale, dall’altra, la necessità di nuove forme di intervento che declinino in misura diversa il concetto di sussidiarietà disegnando nuove forme di cooperazione tra sistema istituzionale ed attori socio economici impegnati ad offrire risposte a nuovi e sempre più impellenti bisogni di welfare e servizi alla persona.

Il settore assicurativo per sua stessa natura si è sempre occupato di aspetti sociali, ambientali, ed, in qualche misura, anche “etici”. Fare assicurazione, vuol dire infatti fare mutualità: fare mutualità, significa partire dai rischi individuali per arrivare ad una comunione di rischi, nella quale i rischi individuali diventano rischi collettivi, il tutto in un bilanciamento reciproco.

In alcuni campi, come si vedrà in seguito, il ruolo sociale degli assicuratori è andato via via sempre più ampliandosi ed è destinato a rafforzarsi e ad integrarsi con quello dello Stato, soprattutto in quelle aree in cui si assiste ad una progressiva diminuzione delle prestazioni pubbliche.

Se l’assicuratore riesce a fare bene il proprio mestiere, svolge già per definizione un importante ruolo di “responsabilità sociale”.

1 Giovanni Pirovano - Deputy Chairman di Banca Mediolanum Spa, Componente del Comitato di Presidenza e del Comitato Esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI)

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Si tratta in sostanza di intercettare la crescente domanda di servizi a sostegno del sistema di welfare pubblico che è destinato a ridursi sviluppando le competenze e le caratteristiche dell’assicurazione.

Tutto ciò non significa che l’assicuratore dovrà sostituirsi all’intervento pubblico che deve rimanere un riferimento fermo. Non si può chiedere al settore assicurativo di diventare un ammortizzatore sociale con il rischio di indebolire il principio di “sana e prudente” gestione che caratterizza l’attività assicurativa.

Gli assicuratori sono chiamati più di recente a rivestire un ruolo importante anche in termini di allocazione dei fondi in investimenti ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, Governance – ESG).

L’evoluzione degli strumenti e delle stesse istituzioni finanziarie verso questa tipologia di finanza (a impatto sociale) è spinta anche dalla difficoltà con cui i tradizionali sistemi di welfare pubblico rispondono ai crescenti bisogni sociali.

In questo senso, la prospettiva impact può contribuire a diffondere negli interventi pubblici un approccio centrato sulla misurazione dell’impatto.

Il potenziale di crescita degli investimenti ad impatto sociale può offrire un contributo al percorso di ammodernamento delle politiche per l’inclusione sociale e per l’ambiente nei Paesi industrializzati e nelle economie emergenti.

Per l’imprenditorialità sociale, un nuovo flusso di capitali, investiti secondo la logica impact, può rappresentare un’occasione importante per perfezionare gli standard di trasparenza, sia finanziaria sia sociale, e per sviluppare nuove competenze.

Solo attraverso un sistema accurato di metriche è possibile costruire modelli di finanziamento degli interventi strutturati sul principio della remunerazione in base ai risultati e della partnership pubblico/privato.

Gli investimenti ad impatto sociale infatti, da un punto di vista di politiche pubbliche, possono avere la funzione di attrarre capitali privati utili a rafforzare i servizi di welfare, e migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa pubblica.

L’attività delle assicurazioni in alcuni settori:

a) Sanità

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L’SSN (il servizio sanitario nazionale) è un impianto complesso, fondato sulla centralità pubblica e su principi di universalità, articolato su diversi livelli di responsabilità e di governo tra Stato e regioni, con un’accentuata differenziazione territoriale, anche in termini di qualità ed efficienza delle prestazioni. Gli operatori privati rivestono una funzione importante ma ancora relativamente poco sviluppata.

Appare necessario, come già accaduto in altri paesi europei, definire un framework che garantisca le prestazioni indispensabili e incondizionate per determinate fasce di popolazione rispetto alle quali il ruolo e l’ambito di intervento dello Stato devono rimanere centrali, ampliando il ruolo e l’ambito di intervento delle forme sanitarie integrative.

Esiste infatti una correlazione positiva tra condizioni economico sociali (reddito, ricchezza, istruzione) e propensione a sottoscrivere contratti assicurativi, e tale propensione decresce uniformemente con l’età (ad eccezione degli strati di popolazione con più alta istruzione) ed è maggiore per i lavoratori autonomi.

Tra i vari tipi di spesa sanitaria, quella per assistenza di lungo termine (LongTermCare) è destinata a crescere per l’invecchiamento della popolazione.

In tale ambito occorrerebbe introdurre una gradualità tra coloro ai quali è necessario garantire incondizionatamente prestazioni adeguate e le classi più abbienti, per le quali tale garanzia è prestata a condizione di una compartecipazione via via più significativa a seconda del reddito.

E’ importante altresì un’azione di sensibilizzazione dei cittadini sull'importanza della prevenzione e sui rischi legati alla longevità e alla perdita di autosufficienza.

b) Impact investing

Il settore assicurativo svolge un ruolo fondamentale nell’identificazione e nella gestione del rischio, proponendo soluzioni di carattere operativo all’insorgere di nuovi elementi di criticità per la società.

Oggi, come accennato, tra i fattori di rischio emergenti rientrano anche fattori ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, Governance - ESG).

L’integrazione dei fattori ESG nel business delle imprese assicuratrici può intervenire su due fronti: da una parte, nell’attività di gestione assicurativa e, dall’altra, nell’attività di gestione degli investimenti.

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Nella gestione assicurativa, la tendenza è di incorporare i rischi ESG nei prodotti esistenti piuttosto che creare nuovi prodotti focalizzati su tematiche specifiche.

Nella gestione degli investimenti, le imprese assicuratrici, quali investitori istituzionali, potrebbero in futuro orientare maggiormente lo sviluppo del sistema finanziario verso la sostenibilità: dopo i fondi pensione e le società di gestione del risparmio, sono i maggiori investitori al mondo in termini di masse gestite.

A livello internazionale si sta pertanto diffondendo la consapevolezza del ruolo delle imprese assicuratrici nella transizione verso un’economia e una società sostenibili.

Ne è dimostrazione il lancio dei Principles for Sustainable Insurance in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile Rio +20 del 2012. In Europa, i maggiori progressi sul tema si sono registrati in Francia, Olanda e Inghilterra.

Nei paesi più sviluppati le imprese assicuratrici non solo gestiscono una fetta importante degli investimenti sostenibili e responsabili, ma hanno messo in atto dei processi considerati all’avanguardia.

In Italia si registra una crescente consapevolezza del ruolo di investitore sostenibile e responsabile da parte delle imprese assicuratrici. L’adozione di una politica di investimento sostenibile e responsabile, di una metodologia di analisi ESG e la rendicontazione agli stakeholder - sia relativamente agli asset proprietari sia a specifici prodotti di investimento - sono gli argomenti su cui si stanno mobilitando i maggiori player del settore.

Il settore assicurativo italiano ha anche avviato una riflessione su questi temi, in particolare sul concetto di valore sociale dell’attività assicurativa.

Nell’intento di creare un’opportunità di approfondimento sull’investimento sostenibile e responsabile nel settore assicurativo, il Forum per la Finanza Sostenibile e ANIA hanno promosso la costituzione di un Gruppo di Lavoro ad esso dedicato.

E’ importante al riguardo evidenziare che negli studi e nelle proposte di policy legate alla necessità di nuovi modelli di welfare, i grandi cambiamenti della società non sono visti solo come un problema, ma anche come occasione per il rilancio di uno sviluppo di lungo termine dell’economia.

Tra gli strumenti finanziari rientranti nell’ambito dell’impact investing meritano attenzione i social bond. Nella loro versione più radicale di derivazione anglosassone, i social bond sono titoli di raccolta del risparmio privato il cui rendimento è in tutto o in

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parte legato al raggiungimento dei risultati sociali dell'iniziativa in relazione alla quale sono emessi.

In pratica, i social bond sono titoli con un rendimento ridotto (che in alcuni può essere anche nullo), destinati ad essere acquistati da soggetti interessati a sostenere specifiche iniziative a impatto sociale.

I sottoscrittori dei social bond, oltre al rendimento prefissato, potranno ottenere a scadenza una remunerazione aggiuntiva, qualora il progetto finanziato raggiunga gli obiettivi sociali predeterminati sulla base degli accordi sottoscritti tra i promotori privati e il soggetto pubblico interessato alla realizzazione delle finalità sociali dell'iniziativa.

Rispetto ai tradizionali sistemi di agevolazione esistenti, in questo caso l’incentivo (vale dire la remunerazione aggiuntiva per i sottoscrittori dei social bond) è corrisposto ex post dal soggetto pubblico solo nel caso sia verificato il raggiungimento degli obiettivi sociali prefissati e in proporzione alla misura degli stessi.

Cardine dello strumento è quindi la definizione di una metrica condivisa, tra promotore e soggetto pubblico, per la misurazione dei risultati sociali raggiunti.

L’utilizzo dei social bond consente di raggiungere una serie di vantaggi:

1) definire ex ante gli obiettivi sociali che le diverse iniziative intendono soddisfare;

2) stabilire ex ante i criteri di misurazione dei risultati sociali ottenuti;

3) utilizzare le risorse pubbliche esclusivamente su progetti che riescono a raggiungere i risultati programmati, evitando una dispersione di risorse su iniziative che non producono reali vantaggi per la collettività;

4) selezionare i promotori delle iniziative ad impatto sociale sulla base della loro credibilità anche nei confronti della comunità di riferimento e dei risultati raggiunti nel tempo.

5) favorire il controllo delle iniziative sociali finanziate da parte degli stessi investitori in social bond, il cui rendimento è legato in buona misura al raggiungimento dei risultati sociali programmati.

In Gran Bretagna, i social bond sono stati utilizzati per finanziare progetti sociali in diversi settori; tra questi si segnala, ad esempio, quelli dell'abbandono scolastico e del reinserimento dei carcerati.

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La tecnica dei social bond potrebbe trovare applicazione anche in relazione a iniziative promosse da enti pubblici; in questo caso si migliorerebbe la distribuzione delle risorse pubbliche in favore delle diverse amministrazioni impegnate nella realizzazione di progetti a impatto sociale.

Rispetto ai paesi anglosassoni, in Italia lo sviluppo dei social bond è ancora in una fase embrionale e non esistono dati statistici.

Nella maggior parte dei casi, il social bond è finalizzato alla raccolta di risorse finanziarie da parte di banche - attraverso obbligazioni – destinate al sostegno di imprese sociali

Infrastrutture

Il settore delle infrastrutture ha, come noto, evidenti ricadute nell’ambito sociale ma anche un rilevante impatto per l’attività delle assicurazioni. Nell’ambito della riforma del codice dei contratti pubblici, l’ABI e l’ANIA hanno partecipato alla definizione di proposte per la riforma della disciplina del sistema delle garanzie bancarie e assicurative che supportano le operazioni di appalto, in attuazione della Legge Delega n. 11 del 28 gennaio 2016 che prevede il riassetto, la revisione e la semplificazione dei sistemi di garanzia.

Tra le novità più rilevanti introdotte dal D.Lgs. 18.04/2016 n. 50, si segnala in particolare il superamento del sistema della garanzia globale di esecuzione (riconducibile al modello anglosassone del performance bond), sostituita da due diverse garanzie che devono essere rilasciate contestualmente: la “garanzia di buon adempimento” che permane fino alla conclusione dell’opera e una garanzia di conclusione dell'opera nei casi di risoluzione del contratto previsti dal codice civile e dal citato codice, denominata “garanzia per la risoluzione”, che copre il costo del nuovo affidamento in tutti i casi in cui l’affidatario viene meno e il maggior costo che viene praticato dal subentrante.

La garanzia per la risoluzione rappresenta la vera novità del nuovo Codice in quanto la prestazione di “fare” rappresentata dalla garanzia del subentro prevista dalla precedente garanzia globale di esecuzione viene sostituita con quella risarcitoria volta a coprire, nei limiti dei danni effettivamente subiti, i costi per le procedure di riaffidamento sopportati dalla stazione appaltante e l’eventuale maggior costo tra l’importo contrattuale risultante dall’aggiudicazione originaria dei lavori e l’importo

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contrattuale del riaffidamento a cui sono sommati gli importi dei pagamenti già effettuati o da effettuare in base agli stati di avanzamento dei lavori.

Riguardo all’ambito di applicazione di questo nuovo meccanismo, lo stesso riguarda gli affidamenti a contraente generale di qualunque ammontare e, ove prevista dal bando o dall’avviso di gara, gli appalti di sola esecuzione di ammontare a base d’asta superiore a 100 milioni di euro.

CONCLUSIONI

A conclusione di questo intervento ritengo che, sia personalmente che anche come vice presidente della Banca Mediolanum e membro del comitato di presidenza dell’Associazione Bancaria Italiana, possiamo fare nostra l'esortazione di papa Francesco nell'enciclica Laudato Si’ affinché ogni persona abbia riconosciuto il diritto naturale a lavorare e a possedere una stabile abitazione per il sostentamento della propria famiglia, con la garanzia dell'accesso anche ai servizi bancari e assicurativi (Laudato Si’, capitolo 94).

Riferimenti

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