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A Integrazione sociale dei pazienti affetti da schizofrenia

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M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 7 - ottobre 2016 27

A ggiornAmenti

A

ffrontare il tema della schizofrenia vuol dire fare una fotografia delle oltre 250.000 persone che ne sono af- fette nel nostro Paese. I dati più aggiornati segnalano una prevalen- za pari allo 0.8-1%, con una mag- gior incidenza per gli uomini (15 casi/100.000/anno) rispetto alle donne (13 casi/100.000/anno).

“La schizofrenia è una condizione disabilitante, con un andamento cronico, che dipende anche dalla lentezza e dalla difficoltà di poter effettuare una diagnosi precoce - afferma Claudio Mencacci, Presi- dente Società Italiana di Psichiatria (SIP). Dati recenti segnalano che questi pazienti arrivano nei Diparti- menti Salute Mentale (DSM) con un’età media di 27/28 anni e dopo un periodo medio di 7 anni dalla comparsa dei primi sintomi. Trop- pi, se consideriamo che in un pe- riodo così lungo la malattia peg- giora notevolmente, con conse- guenze sulle condizioni e sulla qualità di vita del paziente stesso e della sua famiglia. Inoltre, un in- tervento efficace dovrebbe essere coordinato e integrato tra tutti gli attori coinvolti: solo così può por- tare a una reale riabilitazione e al reinserimento nella società di que-

ste persone. È importante garanti- re loro il diritto alle cure, soprattut- to quelle più innovative, per poter impostare sin dall’inizio un tratta- mento adeguato”.

¼

¼ Il progetto “Triathlon”

È all’interno di questo contesto che negli scorsi mesi è stato lan- ciato il progetto Triathlon, pro- mosso da Janssen, in partner- ship con Società Italiana di Psi- chiatria, Società Italiana di Psi- chiatria Biologica, Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, Fon- dazione Progetto ITACA, Osser- vatorio Nazionale sulla salute del- la donna, e Federazione Italiana Triathlon.

Un programma innovativo per promuovere il recupero e il rein- serimento dei pazienti attraverso un approccio integrato, basato sul coinvolgimento di tutte le figure chiave dell’assistenza, lungo tre dimensioni fondamentali - clinica, organizzativa e sociale - che da febbraio ad oggi ha già coinvolto numerosi DSM sul territorio.

La dimensione clinica del proget- to prevede eventi formativi orien- tati in primo luogo all’importanza di una diagnosi e di un intervento

precoce e ai requisiti del tratta- mento farmacologico, oltre ad al- tri aspetti quali la riabilitazione cognitiva e la psicoeducazione.

“Il progetto prevede anche l’attua- zione di procedure diagnostico-te- rapeutiche consolidate da forti evi- denze scientifiche - commenta Mencacci, tra cui anche la possibi- lità di una riabilitazione cognitiva che può consentire a queste per- sone di recuperare le competenze per riprendere, o cominciare, rap- porti di tipo professionale, lavorati- vo, relazionale.

Per diversi motivi queste persone (stili di vita, effetti collaterali dei farmaci) presentano dismetaboli- smi importanti, che possono ri- durre di 12/15 anni la loro aspetta- tiva di vita rispetto alla popolazio- ne generale. In questa dimensio- ne è importante anche riconosce- re gli effetti positivi e i benefici dell’attività fisica.

L’inserimento del Triathlon come disciplina sportiva nel progetto, inteso come esercizio regolare e costante, consentirà di ridurre i sintomi tipici delle psicosi, mi- gliorare le performance cognitive e il benessere complessivo del paziente - conclude il Presidente SIP.

Integrazione sociale dei pazienti affetti da schizofrenia

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