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Le Aft per il coordinatore della Sisac rappresenterebbero l’asso nella manica per risolvere il problema del super affollamento dei Pronto Soccorso dai codici bianchi. Ma il problema è più complesso

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C O N T R A P P U N T O

M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIII numero 3 - aprile 2016 17

I

n una recente intervista inerente al rinnovo dell’ACN per la medici- na cinvenzionata, il coordinatore Sisac Vincenzo Pomo ha affermato che il Pronto Soccorso (PS) è obera- to di codici bianco/verdi perché la gente non trova un medico dalle 10 alle 14. La soluzione del problema per Pomo è nelle Aft “organizzate in modo che ogni cittadino, territorio per territorio, saprà cosa c’è di di- sponibile dalle 8 alle 20 con la turna- zione degli studi dei medici che do- vranno obbligatoriamente integrarsi fra loro, non come succede oggi”.

Nella realtà, evidentemente scono- sciuta al coordinatore della Sisac, in alcune Regioni già ora la medicina in associazione prevede il coordina- mento degli orari degli studi medici in modo da coprire tutta la giornata e per consentire agli assistiti di trovare sempre un medico disponibile. L’e- sperienza dimostra però che la solu- zione non funziona, come possono testimoniare i colleghi della associa- zioni, specie nelle piccole realtà do- ve la gente preferisce andare al PS piuttosto che vagare alla ricerca di uno studio aperto a quell’ora, magari in paese vicini. Più che le Aft sareb- bero le Uccp ben organizzate, rico- noscibili e dotate di adeguate strut-

ture e personale ad attrarre poten- zialmente una piccola parte di codici bianchi in cerca di una risposta al proprio bisogno di salute.

 Il gap tra domanda e offerta A fare la differenza è il gap tra domanda ed offerta di prestazioni tecno-specialistiche dei PS e non saranno certo le Aft o il coordina- mento degli orari di studi medici dispersi sul territorio a colmare tale crescente divario. Il Pronto Soccorso è il luogo organizzativo dove sono dispensate in tempo (quasi) reale e ad libitum tecnolo- gia biomedica e/o prestazioni spe- cialistiche, tant’è che il cittadino si rivolge alle strutture di emer- genza non nel fi ne settimana, quando il generalista è “a riposo”, ma proprio nelle fasce orarie della settimana quando lo stesso è in attività.

Il PS mette a disposizione tutta la sua potenza tecnologica di fuo- co. La tecnologia biomedica infatti ha sconvolto il tradizionale metodo di approccio e risoluzione dei pro- blemi, marca la differenza tra terri- torio ed ospedale ed attrae in mo- do irresistibile gli utenti del Ssn

verso il Pronto soccorso.

Il PS è divenuto il luogo elettivo in cui si palesano gli effetti psicologi- ci e pratici, per non dire antropolo- gici, della rivoluzione tecnologica che scorre ormai sotto i nostri occhi da almeno trent’anni. Non è un caso che abbia subito negli ul- timi decenni, sotto la spinta siner- gica della ristrutturazione econo- mico-organizzativa del sistema (DRG e riduzione dei posti letto) e dell’impatto dell’evoluzione tecno- logica, la più radicale metamorfosi e ristrutturazione di un servizio pubblico: da semplice stazione di smistamento ai reparti a comples- so sistema organizzativo che at- tua un rigido fi ltro diagnostico-te- rapeutico all’accesso, offrendo prestazioni diagnostico-terapeuti- che concentrate nel tempo e nello spazio come nessun altro servizio.

Da questa offerta illimitata deriva l’attrattività nei confronti di una domanda che fatica a trovare altre risposte su percorsi organizzativi ordinari (liste d’attesa, incomben- ze burocratiche, problemi econo- mici ecc..).

Articolo integrale pubblicato su http//curprim.blogspot.it

Aggregazioni Funzionali Territoriali, tecnologia e codici bianchi

Le Aft per il coordinatore della Sisac rappresenterebbero l’asso nella manica per risolvere il problema del super affollamento dei Pronto Soccorso dai codici bianchi. Ma il problema è più complesso

Giuseppe Belleri Medicina Generale, Flero (BS)

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