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2022_02_21_V.Inc.A. - All. E - Relazione (1374 KB)

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COMUNE DI RONCADE Provincia di Treviso

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE

PROPONENTE: SUINAL DI MERLO LUIGI

PROGETTO: AMPLIAMENTO ALLEVAMENTO SUINICOLO

Stre nghetto Ilaria Dottore Agronom o Via Dello Sport 1 Loreggia (PD) Cel. 3498373165 – Mail: [email protected]

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giunta regionale – 9^ legislatura

ALLEGATO E alla DGR n. 2299 del 09 dicembre 2014

Informativa sull'autocertificazione ai del D.P.R. 28/12/2000 n. 445 e ss.mm.ii.

Il sottoscritto dichiara inoltre di essere a conoscenza che il rilascio di dichiarazioni false o mendaci è punito ai sensi dell'art. 76 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445 e ss.mm.ii., dal Codice Penale e dalle leggi speciali in materia. Tutte le dichiarazioni contenute nel presente documento, anche ove non esplicitamente indicato, sono rese ai sensi, e producono gli effetti degli artt. 47 e 76 del DPR 445/2000 e ss.mm.ii.

Ai sensi dell'art. 38 del DPR 445/2000 ss.mm.ii., la dichiarazione è sottoscritta dall'interessato in presenza del dipendente addetto ovvero sottoscritta o inviata insieme alla fotocopia, non autenticata di un documento d'identità del dichiarante, all'ufficio competente via fax, tramite un incaricato, oppure mezzo posta.

DATA Febbraio 2022 Il DICHIARANTE

Informativa sul trattamento dei dati personali ai sensi dell'art. 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003 n. 196

I dati da Lei forniti saranno trattati - con modalità cartacee e informatizzate - per l'archiviazione delle istanze presentate nell'ambito del procedimento per il quale la presente dichiarazione viene resa e non costituiranno oggetto di comunicazione o di diffusione. I dati raccolti potranno essere trattati anche per finalità statistiche. Il Titolare del trattamento dei dati è l'Ufficio competente.

Le competono tutti i diritti previsti dall'articolo 7 del D.Lgs. n.196/2003. Lei potrà quindi chiedere al Responsabile del trattamento la correzione e l'integrazione dei propri dati e, ricorrendone gli estremi, la cancellazione o il blocco.

DATA Febbraio 2022 Il DICHIARANTE

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Relazione tecnica per l’esclusione dalla valutazione d’incidenza

INTRODUZIONE

La presente relazione, allegata alla documentazione progettuale, è volta a verificare che l'intervento in oggetto si trova nelle condizioni previste dalla DGRV n. 1400 del 29 Agosto 2017 Allegato A, paragrafo 2.2 e punto 23: "piani, progetti e interventi per i quali non è necessaria la procedura di Valutazione di Incidenza".

I riferimenti normativi e le motivazioni per cui l'intervento in esame non è da assoggettare a Valutazione di Incidenza Ambientale saranno riportate nei paragrafi successivi.

INQUADRAMENTO NORMATIVO La Rete Natura 2000

La Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Il S.I.C. è un sito che contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale o una specie in uno stato di conservazione soddisfacente.

Le Z.P.S. invece hanno il fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie contenute nell'allegato 1 della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli".

La Valutazione di Incidenza Ambientale

La Valutazione di Incidenza rappresenta uno strumento di prevenzione atto a garantire la coerenza complessiva e la funzionalità dei siti della rete Natura 2000, a vari livelli (locale, nazionale e comunitario). Introdotta dall'articolo 6, comma 3, della direttiva "Habitat", recepito con l'art. 5 del D.P.R. n. 357/97 e s.m.i., consente l'esame delle interferenze di piani, progetti e interventi che, non essendo

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direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie caratterizzanti i siti stessi, possono condizionarne l'equilibrio ambientale. La valutazione di incidenza quindi permette di verificare la sussistenza e la significatività di incidenze negative a carico di habitat o specie di interesse comunitario.

A livello regionale gli aspetti procedurali e le linee di indirizzo per la stesura dello studio per la Valutazione di Incidenza erano disciplinati con la D.G.R. 3173/06.

La normativa regionale è stata recentemente aggiornata con D.G.R. n. 1400 del 29 agosto 2017 "Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92143/Cee e D.P.R. 357/1997 e s.s.mm.ii. Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative" nonché altri sussidi operativi e revoca della D.G.R. n. 2299 del 9.12.2014..

La citata DGR individua al paragrafo 2.2 dell'Allegato A i piani, i progetti e gli interventi, puntualmente elencati, per i quali non è necessaria la procedura di Valutazione di Incidenza, ed in particolare al punto 23) sancisce che: "la valutazione di incidenza non è necessaria per i piani, i progetti e gli interventi per i quali non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000".

Di seguito si procederà a descrivere l'intervento ed i siti della Rete Natura 2000 più prossimi al fine di dare evidenza dell'impossibilità di creare impatti su di essi.

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DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO

L'allevamento è ubicato in area agricola nel Comune di Roncade (TV) in Via Principe n.139 dove insiste il centro aziendale con i fabbricati adibiti ad allevamento di suini da riproduzione.

Le strutture di allevamento risultano distanti dai centri abitati e dalle case sparse.

L’allevamento risulta attivo dagli anni ‘60 con una diversa compagine sociale, acquisito dall’attuale gestore nel 1996 che dal 2015 ha intrapreso un percorso di ristrutturazione ed ampliamento dei fabbricati ad uso allevamento.

Il sito produttivo risulta caratterizzato da una buona viabilità e da un facile collegamento con la rete stradale comunale e sovracomunale.

L'indirizzo produttivo principale è l'allevamento di suini da riproduzione collegato all'attività di coltivazione di terreni agricoli che determina un nesso funzionale tra le due attività, ovvero un adeguato rapporto tra i reflui zootecnici prodotti in allevamento e il loro utilizzo agronomico.

Descrizione delle strutture di allevamento allo stato attuale

Di seguito si riporta la visualizzazione delle strutture di allevamento con immagine di Google Earth:

La freccia indica il sito di allevamento relativo alla zona di fecondazione, gestazione e sala parto delle scrofe, inoltre è presente il settore di svezzamento dei suinetti e il settore verri, individuato.

L’immagine seguente evidenzia la planimetria dello stato di fatto:

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La superficie pertinenziale ammonta a 25154,00 mq, mentre la superficie coperta esistente delle strutture di allevamento ammonta a 10.918,33 mq.

La superficie scoperta pavimentata ammonta a 2.071,00 mq.

L’allevamento è costituito da tre fabbricati raggruppati a formare un’unica struttura, le principali caratteristiche sono rinvenibili nella documentazione progettuale allegata.

La tabella seguente riporta la ripartizione delle superfici utili di allevamento per categoria di allevamento, evidenziando la potenzialità massima e la presenza media:

La tabella seguente riporta il sistema di stabulazione per categoria animale:

Per i dettagli ed i particolari degli utilizzi delle singole strutture si rimanda alle tavole

Box/posteSuperficie utile

Superficie per capo

Potenzialità massima

Presenza media

numero mq mq numero capi numero capi

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (701) 1 151 2,025 75 75

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (702-703-704-713) 4 764 2,025 377 377

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (714-715) 2 596 0,300 1.987 1.700

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (878-865) 14 235 0,300 783 600

Suinetti 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento (864-858) 7 168 0,300 infermeria

Gestazione in Branco - infermeria Sala (911-962) 621 2,025 infermeria

Scrofette: 110 - 130 Kg - infermeriaSala (911-962) 315 1,000 infermeria

Scrofette: 110 - 130 kg Sala (911-962) 902 1,000 902 582

Scrofe: Gestione in Gabbia Gestazione Fecondazione Gabbia Singola 420 420 420

Scrofe: in lattazione Sala Parto vecchia (601-622) 188 188 188

Scrofe: in lattazione Sala Parto centrale (6192-6111) 216 216 216

Verri Verri (856-857) 2 12 6,000 2 2

Suinetti: 7 - 30 kg Svezzamento vecchio (1001-1010) 10 1.794 0,300 5.980 5.500

Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1011-1012) 2 168 0,300 infermeria

Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1013) 1 101 0,300 infermeria

STATO DI FATTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE Categoria Riferimento alla planimetria stato di fatto

Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (701) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofe: Gestione in Branco Gestazione Ovest lungo strada (702-703-704-713) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: Svezzamento Svezzamento (714-715) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Suinetti: Svezzamento Svezzamento (878-865) Libera in box

Suinetti 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento (864-858) Libera in box

Gestazione in Branco - infermeria Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofette: 110 - 130 Kg - infermeria Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofette: 110 - 130 kg Sala (911-962) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Scrofe: Gestione in Gabbia Gestazione Fecondazione Gabbia Singola In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem Scrofe: in lattazione Sala Parto vecchia (601-622) In gabbia singola - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Soglia di tracimazione Scrofe: in lattazione Sala Parto centrale (6192-6111) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaschetta svuotamento a

fine ciclo a 28 gg

Verri Verri (856-857) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Soglia tracimazione

Suinetti: 7 - 30 kg Svezzamento vecchio (1001-1010) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1011-1012) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem Suinetti: 7 - 30 kg - infermeria Svezzamento vecchio (1013) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

STATO DI FATTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE

Categoria Riferimento alla planimetria stato di fatto Tipo stabulazione

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Di seguito viene sintetizzata la potenzialità massima e la presenza media dei capi nel complesso aziendale:

Descrizione degli impianti presenti in allevamento I principali impianti presenti in allevamento sono:

a) Silos stoccaggio materie prime;

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio;

c) Sistema di ventilazione;

d) Sistema di riscaldamento;

e) Cella dei morti;

f) Stoccaggio rifiuti.

a) Silos stoccaggio materie prime

Nel sito di allevamento sono presenti 4 silos nell’area identificata nelle tavole planimetriche come “Area S4”, ed altri 9 silos nell’area identificata come “Area S5”.

Nell’area identificata come “Area S3 cucina” sono presenti n. 2 vasche di alimentazione in questa area viene preparata la “broda” che viene fornita come alimentazione agli animali.

Nell’area identificata come “Area S6” sono presenti n. 2 silos utilizzati per la miscelazione della broda e sono stoccate altre materie prime su bancali.

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio L’impianto di alimentazione è distinto per:

- suinetti fino ai 30 kg: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos alle strutture di ricovero degli animali. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, non esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente. La distribuzione avviene sostanzialmente mediante il riempimento di cassoni in acciaio con blocco automatico del sistema al termine dell’operazione di carico per l’alimentazione a volontà degli animali;

- scrofe in sala gestazione con gabbia singola e sala parto: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento a liquido, la distribuzione della “broda” quale miscelazione del mangime solido con la fase liquida (acqua); vi è una vasca di miscelazione e la

Potenzialità massima

Presenza media numero capi numero capi

TOTALE SCROFE 1.276 1.276

TOTALE SCROFETTE 902 582

TOTALE SUINETTI 7 - 30 Kg 8.750 7.800

TOTALE VERRI 2 2

STATO DI FATTO - RIEPILOGO NUMERO CAPI

Categoria

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tubazione in acciaio per la distribuzione nei box di allevamento e nei truogoli multipli nel reparto di gestazione a gabbia singola, a mezzo di calate coordinate da elettrovalvole. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente;

- scrofe in gestazione in branco: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali in apposite postazioni “autoalimentatori” che attraverso il riconoscimento del singolo animale, distribuiscono la razione. L’impianto di distribuzione è di tipo continuo, non esercita in pressione ed esercita a temperatura ambiente.

Per quanto riguarda l’abbeveraggio degli animali, l’acqua dopo essere stata prelevata da pozzo artesiano, viene convogliata in autoclavi che attraverso la rete di distribuzione porta l’acqua ai singoli abbeveratoi di tipo antispreco. La fornitura di acqua viene garantita in continuo.

c) Sistema di ventilazione Il sistema di ventilazione è di due tipi:

- ventilazione naturale: sistema presente esclusivamente nell’area di gestazione in box e verri, dove lungo le pareti sono presenti le aperture a vasistas il cui funzionamento viene gestito da centraline elettroniche;

- ventilazione forzata: sistema presente nelle aree destinate alle sale parto, allo svezzamento, ed alla gestazione in gabbia singola; viene eseguita con estrattori posizionati a soffitto azionati da una centralina elettronica che ne controlla la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di allevamento.

d) Sistema di riscaldamento

Il sistema di riscaldamento, nelle sale parto e negli ambienti di svezzamento, è costituito da tubi radianti nei quali scorre acqua riscaldata tramite dei bruciatori a gas GPL.

Nelle sale parto, inoltre, sono utilizzate lampade radianti per consentire il massimo confort dei suinetti.

Il controllo della temperatura interna agli ambienti viene effettuato tramite apposite centraline elettroniche poste nei corridoi esterni di ogni singola stanza.

e) Cella dei morti

L’allevamento è dotato di due celle frigorifere destinate allo stoccaggio dei capi morti. La dimensione risulta opportunamente adeguata alle esigenze

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dell’allevamento. Le due celle sono posizionate nell’area identificata nelle tavole planimetriche come “Area S1”.

I capi morti sono periodicamente ritirati da ditte specializzate ed autorizzate che provvedono a rilasciare l’opportuna documentazione attestante il ritiro.

f) Stoccaggio rifiuti

Il sito è dotato di un’area dedicata allo stoccaggio temporaneo dei rifiuti generati dall’attività di allevamento, tale area è identificata nelle tavole planimetriche come

“Area S2”.

Descrizione delle strutture di stoccaggio dei reflui zootecnici

Nel sito di allevamento è presente una vasca scoperta per lo stoccaggio dei liquami, di forma ovale, realizzata con struttura prefabbricata in calcestruzzo a perfetta tenuta, con capacità volumetrica complessiva pari a mc 11.650 e con un volume utile di invaso pari a mc 11.000. La struttura è divisa da un setto divisorio in due parti di uguale dimensione volumetrica, pari a mc 5.500 ciascuna.

Al fine di dimostrare la congruità della capacità di stoccaggio totale rispetto alla normativa vigente relativa allo stoccaggio dei liquami zootecnici l’allevamento deve dimostrare di avere un volume minimo di stoccaggio pari al volume dei reflui (liquame + acqua piovana) prodotto in 180 giorni, suddiviso in almeno due sezioni.

La produzione annuale di reflui zootecnici ammonta a 16.543 mc mentre la quantità di acqua piovana che intercetta la superficie scoperta della vasca è calcolata in 1.407 mc annui. Pertanto il volume totale di effluente non palabile è pari a 17.950 mc annui, ovvero la quantità prodotta in 180 giorni è pari a circa 8.975 mc da suddividere in almeno due sezioni.

Dai conteggi sopra riportati si evidenzia che la disponibilità complessiva di stoccaggio è nettamente superiore al fabbisogno necessario, con una ulteriore disponibilità di stoccaggio pari a 2.025 mc ovvero un surplus pari al 22%.

Di seguito si riportano alcune immagini della struttura di stoccaggio:

1 2 3 4

Foto 1: immagine tratta da Google Earth, si evidenzia la vasca di stoccaggio con il settore divisorio centrale Foto 2: Particolare della vasca interna durante un intervento di verifica dello stato di tenuta

Foto 3 e 4: Particolare della condizione attuale delle giunture

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Descrizione dell’attività di allevamento

L’attività di allevamento consiste nell’allevamento di suini da riproduzione a ciclo aperto, ovvero i suinetti nati, vengono allevati per circa tre mesi fino al raggiungimento del peso 25 - 30 kg, successivamente sono venduti ad allevamenti da ingrasso.

Il ciclo produttivo relativo a questo tipo di allevamento prevede le seguenti fasi:

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore;

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette;

c) Parto;

d) Svezzamento suinetti fino al peso di 25 - 30 kg;

e) Gestione dei reflui zootecnici.

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore

Le scrofette da rimonta vengono acquistate da allevamenti specializzati nella selezione di animali riproduttori. Giungono in azienda tramite autocarri e sono destinate ad un fabbricato ad uso quarantena. Trascorsa la quarantena le scrofette sono trasferite nel sito in esame e precisamente nel settore gestazione in box multipli in attesa del primo calore. In tale locale dedicato alle scrofette, gli animali sono liberi di muoversi avendo a disposizione una superficie non inferiore a 1 mq/capo. In questa zona viene effettuata giornalmente la stimolazione con il verro, il quale ha una importante funzione nello stimolare il calore.

Al raggiungimento del primo calore utile, la scrofetta viene fecondata, tale periodo normalmente corrisponde all’età di 7 - 8 mesi.

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette

La fecondazione delle scrofe e delle scrofette è di tipo artificiale, ovvero si utilizza del seme, acquistato da centri specializzati.

Le scrofette vengono inseminate in box e vi permangono fino alla prossimità del parto. Le scrofe dopo il parto, vengono fecondate in gabbia nel reparto fecondazione/gestazione e successivamente, accertata la gravidanza, vengono trasferite nel reparto gestazione in box multipli, dove permangono fino alla prossimità del parto. La gestazione dura 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni, ossia 114 giorni, la scrofa entra in calore dopo 5 - 7 giorni dallo svezzamento.

c) Parto

Il parto avviene in un locale attrezzato con diverse gabbie in grado di ospitare le scrofe con la relativa nidiata fino al termine del periodo di allattamento che è di circa 28 giorni.

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La scrofa partorisce solitamente senza bisogno di assistenza da parte dell’operatore, che interviene solo in caso di parto problematico.

La scrofa in questa fase è particolarmente aggressiva e protettiva della nidiata per cui ogni eventuale intervento da parte dell’operatore per assistenza alla scrofa o ai suinetti può costituire un fattore di rischio. In questa zona dell’allevamento viene attuata una accurata pratica igienica con pulizia e disinfezione delle strutture della sala parto.

d) Svezzamento dei suinetti fino al peso di 25 - 30 kg

Dopo la fase di allattamento che termina a circa 28 giorni, i suinetti sono allontanati dalla madre e trasferiti nell’area svezzamento dove sono allevati in box fino al peso di 25 - 30 kg che viene raggiunto a circa 90 giorni di età.

Successivamente i suinetti vengono venduti ad altri allevamenti specializzati nell’attività di ingrasso.

e) Gestione dei reflui zootecnici

L'azienda per quanto riguarda la gestione dei reflui di allevamento ha deciso di farne uso diretto nei terreni aziendali ed in asservimento nel rispetto a quanto previsto dal DM 25/02/2016 e dalla DGR 1835 del 07 agosto 2007 e s.m.i. (DGR 813 del 22 giugno 2021).

L’azienda provvede annualmente alla presentazione della Comunicazione Nitrati, del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) e alla presentazione del registro delle concimazioni azotate, che sono predisposti tramite applicativo regionale.

Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT)

La gestione dell’allevamento prevede l’adozione delle migliori tecnologie disponibili (BAT) riportate nelle BAT Conclusions pubblicate nel febbraio del 2017 sulla Gazzetta Ufficiale UE di seguito riassunte:

1) Controllo della temperatura interna e l'umidità degli ambienti di stabulazione con sistemi computerizzati;

2) Controllo della riduzione di azoto escreto con le deiezioni attraverso adeguate strategie nutrizionali;

3) Controllo delle emissioni di odori: normativamente per questa tipologia di impianti non sono obbligatori sistemi di abbattimento in quanto economicamente non sostenibili. L’azienda ha adottato tutte le migliori tecniche di gestione al fine di ridurre le emissioni;

4) Controllo delle emissioni delle polveri: per il contenimento delle polveri l’azienda ha adottato gli accorgimenti gestionali indicati nella documentazione AIA;

5) Controllo delle emissioni rumorose: gli elementi generatori di rumore sono a ridotta emissione e contenuti in ambienti confinati. L’azienda nel Sistema di

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Gestione Ambientale allegato alla Documentazione AIA, ha previsto un piano di gestione del rumore;

6) Controllo delle emissioni dallo stoccaggio degli effluenti; internamente alle strutture di allevamento le deiezioni (liquami) sono periodicamente rimosse riducendo i fattori emissivi. Nel sito è presente una vasca ovale attualmente scoperta con utilizzo di paglia flottante che riduce le emissioni in aria;

7) Controllo delle emissioni dallo spandimento degli effluenti: per ridurre le emissioni odorigene nella fase di distribuzione dei reflui si provvede ad immediato incorporamento degli stessi al suolo.

Verifica della congruità urbanistica

Considerando la potenzialità media dei capi allevati riportata nel presente capitolo i sistemi di stabulazione e di stoccaggio delle deiezioni, rispetto alla normativa delle distanze urbanistiche e nello specifico i criteri definiti con la DGR 856/2012, si identifica il sito come di seguito: allevamento connesso al fondo (non intensivo) in classe 3 fascia 2 con punti 41.

Di seguito si riporta la visualizzazione delle distanze urbanistiche su CTR:

Con riferimento alla normativa relativa alla compatibilità ambientale e sanitaria viene garantito il rispetto delle distanze di 1.000 metri da allevamenti suinicoli intensivi (DGR 751 del 04 giugno 2019). Nella pagina seguente si riporta l’immagine Google Earth con il buffer relativo alla distanza sopra indicata:

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All’interno del buffer di 1.000 metri non sono presenti altri allevamenti intensivi di suini.

Identificazione catastale

Catastalmente le strutture di allevamento interessano i mappali 22 - 240 - 257 del foglio 51 del Comune di Roncade (TV) visibili nella tavola seguente riportata di seguito:

Stato di progetto - Descrizione della proposta progettuale

Con la proposta progettuale non viene variato l’indirizzo produttivo aziendale che permane quello di allevamento di suini da riproduzione collegato all'attività di coltivazione di terreni agricoli.

Il progetto prevede:

1. un ampliamento delle strutture di allevamento con un incremento dei capi allevati,

2. la realizzazione di cinque nuove vasche di stoccaggio dei liquami;

3. la copertura della vasca di stoccaggio dei liquami esistente.

Descrizione delle modifiche strutturali

Di seguito si riporta la visualizzazione del sito oggetto di modifiche strutturali in ampliamento con immagine di Google Earth:

La freccia indica l’ambito dove avviene l’ampliamento.

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L’immagine seguente evidenzia la planimetria dello stato di progetto:

La superficie coperta post ampliamento delle strutture di allevamento risulta la seguente:

superficie di pertinenza 59.160,00 mq

superficie coperta autorizzata 1.481,80 mq superficie coperta esistente 10.918,33 mq superficie coperta in ampliamento 23.640,67 mq superficie coperta di progetto 35.122,47 mq

superficie pavimentata 2.010,00 mq

superficie scoperta di pertinenza 22.027,53 mq

La tabella seguente riporta la ripartizione delle superfici utili di allevamento per categoria, evidenziando la potenzialità massima e la presenza media nella situazione post ampliamento:

La tabella seguente riporta il sistema di stabulazione per categoria di allevamento:

Box/poste Superficie utile

Superficie per capo

Potenzialità massima

numero mq mq numero capi

Scrofette: Gestazione in Branco Settore box scrofette (702-705) 4 1.108 1,476 751

Scrofe: Gestazione in Gabbia Singola Box (101…..-…. 584) 420 420

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 1 (701-712-713-714-715) 5 1.342 2,025 663

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 2 (706-707-708-709-710-711-716-717-718-

719-720-721-722-723-724) 15 4.356 2,025 2.151

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 3 (911-912-921-922-931-932-941-942-951-

952-961-962) 6 1.837 2,025 907

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 4 (858…-…878) 21 403 2,250 179

Scrofe: Parto in gabbia Settore 5 (6011... -…. 6302) 30 720

Scrofe: Parto in gabbia Settore 6 (6311... -…. 6402) 10 200

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (601... -…. 614) 14 140

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (614... -…. 622) 4 48

Verri Verri (856-857) 2 12 6 2

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 8 (1001-1013) 13 2.074 0,3 6.914

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 9 (1101-1130) 30 6.932 0,3 23.107

STATO DI PROGETTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE INTERNE Categoria Riferimento alla planimetria stato di progetto

Scrofette: Gestazione in Branco Settore box scrofette (702-705) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Gabbia Singola Box (101…..-…. 584) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - soglia di tracimazione equiparrata al Vacuum

sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 1 (701-712-713-714-715) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 2 (706-707-708-709-710-711-716-717-718- 719-720-721-722-723-724)

Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 3 (911-912-921-922-931-932-941-942-951- 952-961-962)

Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Gestazione in Branco Settore 4 (858…-…878) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 5 (6011... -…. 6302) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem Scrofe: Parto in gabbia Settore 6 (6311... -…. 6402) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato

(PTF) - Vacuum sistem Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (601... -…. 614) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato

(PTF) - svuotamento a fine ciclo equiparrato a Vacuum sistem

Scrofe: Parto in gabbia Settore 7 (614... -…. 622) In gabbia singola - Pavimento Totalemente Fessurato (PTF) - Vacuum sistem

Verri Verri (856-857) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) -

Soglia tracimazione Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 8 (1001-1013) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) -

Vaccum sistem

Suinetti: Svezzamento 7 - 30 kg Settore 9 (1101-1130) Libera in box - Pavimento Totalmente Fessurato (PTF) - Vaccum sistem

Tipo stabulazione STATO DI PROGETTO - CARATTERIZZAZIONE DELLE STRUTTURE INTERNE Categoria Riferimento alla planimetria stato di progetto

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Per i dettagli ed i particolari degli utilizzi delle singole strutture si rimanda alle tavole di progetto.

Di seguito viene sintetizzata la potenzialità massima e la presenza media dei capi nel complesso aziendale post ampliamento:

Descrizione degli impianti post ampliamento I principali impianti presenti in allevamento sono:

a) Silos stoccaggio materie prime;

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio;

c) Sistema di ventilazione;

d) Sistema di riscaldamento;

e) Cella dei morti;

f) Stoccaggio rifiuti.

a) Silos stoccaggio materie prime

Nella situazione di progetto è prevista la realizzazione di una “area S7” nella quale sono installati 4 nuovi silos di stoccaggio dei mangimi. Qualora si rendesse necessario si prevede l’installazione di ulteriori silos sempre in tale area.

b) Impianto di alimentazione ed abbeveraggio

Nella situazione di progetto il sistema di alimentazione ed abbeveraggio non varia rispetto alla condizione attuale, pertanto l’impianto di alimentazione è distinto per:

- suinetti fino ai 30 kg: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos alle strutture di ricovero degli animali. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, non esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente. La distribuzione avviene sostanzialmente mediante il riempimento di cassoni in acciaio con blocco automatico del sistema al termine dell’operazione di carico per l’alimentazione a volontà degli animali;

Potenzialità massima numero capi

TOTALE SCROFE 5.428

TOTALE SCROFETTE 751

TOTALE SUINETTI 7 - 30 Kg 30.020

TOTALE VERRI 2

STATO DI PROGETTO - RIEPILOGO NUMERO CAPI Categoria

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- scrofe in sala gestazione con gabbia singola e sala parto: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento a liquido, la distribuzione della “broda” quale miscelazione del mangime solido con la fase liquida (acqua); vi è una vasca di miscelazione e la tubazione in acciaio per la distribuzione nei box di allevamento e nei truogoli multipli nel reparto di gestazione a gabbia singola, a mezzo di calate coordinate da elettrovalvole. L’impianto di distribuzione è di tipo discontinuo, è operativo ogni giorno per circa due ore, esercita in pressione e lavora a temperatura ambiente;

- scrofe in gestazione in branco: il sistema prevede una distribuzione dell’alimento tal quale tramite catenaria di anelli di plastica a mezzo di una catena di acciaio che corrono in un tubo di acciaio (distribuzione di mangime finito secco) dai silos verticali alle strutture di ricovero degli animali in apposite postazioni “autoalimentatori” che attraverso il riconoscimento del singolo animale, distribuiscono la razione. L’impianto di distribuzione è di tipo continuo, non esercita in pressione ed esercita a temperatura ambiente.

Per quanto riguarda l’abbeveraggio degli animali, l’acqua dopo essere stata prelevata da pozzo artesiano, viene convogliata in autoclavi che attraverso la rete di distribuzione porta l’acqua ai singoli abbeveratoi di tipo antispreco. La fornitura di acqua viene garantita in continuo.

c) Sistema di ventilazione

Nella situazione di progetto è prevista esclusivamente un sistema di ventilazione di tipo forzata eseguita con estrattori posizionati a soffitto azionati da una centralina elettronica che ne controlla la velocità in relazione alla temperatura richiesta in ambiente di allevamento.

d) Sistema di riscaldamento

Il sistema di riscaldamento, negli ambienti di svezzamento è costituito da tubi radianti nei quali scorre acqua riscaldata tramite dei bruciatori a gas GPL.

Nelle zone parto, il nido è riscaldato tramite l’utilizzo di appositi tappetini riscaldati ad acqua calda, e tramite utilizzo di lampade elettriche ad infrarosso consentendo il massimo confort per gli animali.

Il controllo della temperatura interna agli ambienti viene effettuato tramite apposite centraline elettroniche poste nei corridoi esterni di ogni singola stanza.

e) Cella dei morti

La Ditta ritiene sufficiente l’attuale dimensionamento delle due celle frigorifere destinate allo stoccaggio dei capi morti, verrà mantenuta la stessa posizione

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nell’area identificata nelle tavole planimetriche come “Area S1”. In tale area, all’occorrenza sarà possibile ampliare il numero delle celle frigorifere.

f) Stoccaggio rifiuti

La Ditta ritiene sufficiente il dimensionamento dell’attuale area dedicata allo stoccaggio temporaneo dei rifiuti generati dall’attività di allevamento, tale area rimane identificata nelle tavole planimetriche come “Area S2”.

Descrizione della nuova struttura di stoccaggio dei reflui zootecnici

La Ditta prevede la realizzazione di cinque nuove vasche coperte di stoccaggio per liquami della capacità volumetrica complessiva di 23.868,29 mc ed un volume utile di invaso di 24.691,33 mc.

Le vasche saranno realizzate in struttura prefabbricata in calcestruzzo e saranno a perfetta tenuta.

I nuovi volumi sommati a quelli del vascone esistenti di 11.000 mc, consentiranno uno stoccaggio complessivo di 35.691,33 mc.

Tenuto conto che la produzione annuale di reflui zootecnici nella situazione di progetto ammonta a 54.454 mc, al fine di dimostrare la congruità della capacità di stoccaggio delle strutture rispetto alla normativa vigente relativa allo stoccaggio dei liquami zootecnici, l’allevamento deve disporre di uno stoccaggio minimo pari a 26.854 mc, ovvero al volume di reflui prodotti in 180 giorni.

Nella situazione di progetto tutte le vasche di stoccaggio reflui saranno coperte pertanto non saranno presenti acque piovane da stoccare.

Dai conteggi sopra riportati si evidenzia che la disponibilità complessiva di stoccaggio è nettamente superiore al fabbisogno definito di 8.837,33 mc.

Descrizione dell’attività di allevamento

L’attività di allevamento consiste nell’allevamento di suini da riproduzione a ciclo aperto, ovvero i suinetti nati, vengono allevati per circa tre mesi fino al raggiungimento del peso 25 - 30 kg, successivamente sono venduti ad allevamenti da ingrasso.

Il ciclo produttivo relativo a questo tipo di allevamento prevede le seguenti fasi:

a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore;

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette;

c) Parto;

d) Svezzamento suinetti fino al peso di 25 - 30 kg;

e) Gestione dei reflui zootecnici.

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a) Ricevimento scrofette, attesa del primo calore

Le scrofette da rimonta vengono acquistate da allevamenti specializzati nella selezione di animali riproduttori. Giungono in azienda tramite autocarri e sono destinate ad un fabbricato ad uso quarantena. Trascorsa la quarantena le scrofette sono trasferite nel sito in esame e precisamente nel settore gestazione in box multipli in attesa del primo calore. In tale locale dedicato alle scrofette, gli animali sono liberi di muoversi avendo a disposizione una superficie non inferiore a 1 mq/capo.

In questa zona viene effettuata giornalmente la stimolazione con il verro, il quale ha una importante funzione nello stimolare il calore negli animali grazie alla grande quantità di feromoni prodotti.

Al raggiungimento del primo calore utile la scrofetta viene fecondata, tale periodo normalmente corrisponde all’età di 7 - 8 mesi.

b) Fecondazione e gestazione delle scrofe e delle scrofette

La fecondazione delle scrofe e delle scrofette è di tipo artificiale, ovvero si utilizza del seme, acquistato da centri specializzati.

Le scrofette vengono inseminate in box e vi permangono fino alla prossimità del parto. Le scrofe dopo il parto, vengono fecondate in gabbia nel reparto fecondazione/gestazione e successivamente, accertata la gravidanza, vengono trasferite nel reparto gestazione in box multipli, dove permangono fino alla prossimità del parto. La gestazione dura 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni, ossia 114 giorni, la scrofa entra in calore dopo 5 - 7 giorni dallo svezzamento.

c) Parto

Il parto avviene in un locale attrezzato con diverse gabbie in grado di ospitare le scrofe con la relativa nidiata fino al termine del periodo di allattamento che è di circa 28 giorni.

La scrofa partorisce solitamente senza bisogno di assistenza da parte dell’operatore, che interviene solo in caso di parto problematico.

La scrofa in questa fase è particolarmente aggressiva e protettiva della nidiata per cui ogni eventuale intervento da parte dell’operatore per assistenza alla scrofa o ai suinetti può costituire un fattore di rischio. In questa zona dell’allevamento viene attuata una accurata pratica igienica con pulizia e disinfezione delle strutture della sala parto.

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d) Svezzamento dei suinetti fino al peso di 25 - 30 kg

Dopo la fase di allattamento che termina a circa 28 giorni, i suinetti sono allontanati dalla madre e trasferiti nell’area svezzamento dove sono allevati in box fino al peso di 25 - 30 kg che viene raggiunto a circa 90 giorni di età.

Successivamente i suinetti vengono venduti ad altri allevamenti specializzati nell’attività di ingrasso.

e) Gestione dei reflui zootecnici

L'azienda per quanto riguarda la gestione dei reflui di allevamento ha deciso di farne uso diretto nei terreni aziendali ed in asservimento nel rispetto a quanto previsto dal DM 25/02/2016 e dalla DGR 1835 del 07 agosto 2007 e s.m.i. (DGR 813 del 22 giugno 2021).

L’azienda provvede annualmente alla presentazione della Comunicazione Nitrati, del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) e alla presentazione del registro delle concimazioni azotate, che sono predisposti tramite applicativo regionale.

Adozione delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT)

Nella condizione di progetto la Ditta continuerà ad applicare le migliori tecnologie disponibili (BAT) ad oggi già in uso e descritte nella situazione dello stato di fatto.

Si evidenzia che rispetto alla condizione dello stato di fatto, la percentuale di effluente zootecnico in stoccaggio in ambiente coperto sarà pari a circa 100% del volume totale prodotto.

Verifica della congruità urbanistica

Considerando la potenzialità media dei capi allevati riportata nel presente capitolo i sistemi di stabulazione e di stoccaggio delle deiezioni, rispetto alla normativa delle distanze urbanistiche e nello specifico i criteri definiti con la DGR 856/2012, si identifica il sito come di seguito: allevamento in classe 3 con un punteggio compreso nella prima fascia di punti 30.

Di seguito si riporta la visualizzazione delle distanze urbanistiche su CTR:

Con riferimento alla normativa relativa alla compatibilità ambientale e sanitaria anche nella situazione di progetto viene garantito il rispetto delle distanze di 1.000

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metri da allevamenti suinicoli intensivi (DGR 751 del 04 giugno 2019). Nella pagina seguente si riporta l’immagine Google Earth con il buffer relativo alla distanza sopra indicata:

All’interno del buffer di 1000 metri non sono presenti altri allevamenti intensivi di suini.

Identificazione catastale

A seguito dell’ampliamento i mappali interessati sono: 21 – 22 – 88 – 89 – 240 - 257 del foglio 51, del Comune di Roncade (TV) visibili nella tavola riportata di seguito:

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VALUTAZIONE DELL'AMBITO TERRITORIALE Situazione ambientale dell'area

Il contesto territoriale - ambientale dove si inserisce la proposta progettuale viene reso leggibile e concretamente contestualizzabile rispetto agli aspetti naturalistici e la reale situazione dei luoghi attraverso le immagini fotografiche tratte dal Piano Ambientale del Parco Regionale del Sile:

Uso del Suolo Tavola dell’Attitudine dei Suoli

Aziende Agricole con allevamento Grado di Vulnerabilità del territorio

L'ambito territoriale si presenta con i seguenti elementi:

1) presenza di terreno agricolo coltivato;

2) un centro abitato a ovest a circa 2.000 metri ed edificazione sparsa, viabilità stradale di varia natura con presenza di fossi e scoline di poco pregio;

3) in vicinanza del Territorio del Parco Regionale del Sile che identifica l’area vasta come “Zona a prevalente vocazione agricola”;

4) il Piano Ambientale identifica la presenza di Aziende Agricole con allevamenti, tra le quali compare quella in esame;

5) il Piano Ambientale identifica l’ambito dell’allevamento in esame in Zona con grado di Vulnerabilità bassissimo o nullo.

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Ambiti naturalistici: Rete Natura 2000 e Habitat Prioritari

Fonte: sito web Regione Veneto

La proposta progettuale è esterna alla Rete Natura 2000 e dista dagli Habitat Prioritari oltre 3 km.

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Carta degli Habitat

Fonte: sito web Regione Veneto

La carta degli Habitat rappresenta il territorio, secondo caratteri ecologici, utilizzando come riferimento gli habitat previsti dal sistema di Classificazione CORINE Biotopes adattati alla realtà italiana: ogni porzione del territorio risulta racchiusa in un poligono rappresentante un particolare habitat a cui è stato associato un codice CORINE Biotopes.

Le strutture di allevamento si inseriscono in un contesto definito dai seguenti habitat:

1) Seminativi intensivi e continui localizzati in tutto l'ambito territoriale,

Nell'ambito non si rilevano altri elementi caratterizzanti l'ambiente come biotopi particolari.

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Tavola della copertura del suolo

Fonte: sito web Regione Veneto

Le strutture di allevamento sono identificate dal colore retinato giallo - arancio inserite in un contesto di colore verde acqua che identifica i "Terreni arabili in area agricola".

Ad ovest a circa 2 km dalle strutture di allevamento è presente un tessuto urbano - residenziale mentre a sud, lungo l’argine del fiume Sile, è presente l’edificazione diffusa.

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Tavola della fragilità ecologica

Fonte: sito web Regione Veneto

Le strutture di allevamento si collocano, rispetto alla fragilità ecologica, in un ambito definito di bassa fragilità.

Tavola della sensibilità ecologica

Fonte: sito web Regione Veneto

Le strutture di allevamento si collocano, rispetto alla sensibilità ecologica, in un ambito definito di molto bassa sensibilità.

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Tavola del valore ecologico

Fonte: sito web Regione Veneto

Le strutture di allevamento si collocano, rispetto al valore ecologico, in un ambito definito molto basso.

Tavola della pressione antropica

Fonte: sito web Regione Veneto

Le strutture di allevamento in quanto esistenti non modificano la condizione attuale relativa alla pressione antropica che corrisponde al livello di Media - Alta pressione.

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VALUTAZIONE DELL’AREALE E DELL’INTENSITA’ POTENZIALE DEGLI IMPATTI SULLE MATRICI AMBIENTALI

La definizione dei limiti spaziali all’interno dei quali l’analisi di incidenza deve essere inserita rappresenta di fatto uno dei nodi cruciali di tutta la procedura di valutazione, dalla verifica di assoggettabilità (per la verifica di eventuali aree impattate all’interno di Z.S.C./S.I.C. o Z.P.S.) all’eventuale fase di screening, in quanto la scelta dell’areale di studio può di fatto influenzare significativamente il risultato della stessa.

L’area di analisi deve pertanto coincidere con tutta la porzione di territorio all’interno del quale sono prevedibili degli effetti prodotti dal progetto, positivi e negativi, nelle fasi di realizzazione e di esercizio (anche in combinazione con eventuali ulteriori progetti).

Tra gli elementi da analizzare per la definizione dei limiti spaziali dello studio vanno considerate:

Ø la natura e le dimensioni del progetto e i suoi possibili effetti;

Ø la disponibilità di dati e informazioni sul progetto e sui suoi effetti ambientali;

Ø le dimensioni, le tipologie e gli effetti sull’ambiente interessato da attività passate, presenti e di progetti futuri;

Ø le caratteristiche e la sensibilità dell’ambiente ricevente;

Ø la presenza di confini ecologici rilevanti e le principali caratteristiche del paesaggio.

Rispetto alla proposta progettuale, anche in relazione alle finalità della presente relazione tecnica che prevede la verifica dell’eventuale interessamento di aree Z.S.C./S.I.C./Z.P.S da parte degli impatti generati dal progetto, per la definizione dell’area di analisi sono stati considerati i seguenti fattori:

Ø localizzazione dell’intervento rispetto ai siti Natura 2000;

Ø tipologia delle alterazioni legate alla realizzazione ed all’esercizio delle opere in progetto;

Ø tipologia ambientale dei luoghi potenzialmente interessati dagli effetti dalle opere in progetto. L’obiettivo è quindi quello di individuare un areale entro il quale gli eventuali effetti di incidenza a carico degli elementi della Rete Natura 2000 si potranno propagare, considerando che l’entità di tali effetti tende naturalmente ad attenuarsi procedendo in distanza dall’area direttamente interessata dal progetto.

Alcuni degli effetti, come quelli eventualmente connessi alla perdita di habitat, si esauriscono infatti nell’area di effettiva manifestazione, mentre fenomeni perturbativi a carico di habitat o specie, ad esempio legate ad emissioni che hanno tendenza a propagarsi nello spazio, si possono manifestare anche a distanza.

Sulla base dell’analisi preventiva delle perturbazioni prodotte dal progetto, si stima che lo stesso possa potenzialmente produrre soprattutto impatti sul clima acustico in

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relazione alla rumorosità degli impianti e sulla qualità dell’aria dovute alle immissioni prodotto dall’allevamento. Per l’intervento in oggetto, l’analisi delle pressioni ambientali, condotta anche con ausilio di apposita modellazione previsionale, porta a prevedere almeno i seguenti effetti principali, tra quelli elencati all’Allegato B della D.G.R.V n.1400/2017, codificati sulla base del documento “Reference list of Threats, Pressures and Activities (final version)” pubblicato dalla Divisione Ambiente della Comunità Europea sulla base della decisione di esecuzione della Commissione 2011/484/UE:

Fase di cantiere

E05: Aree per lo stoccaggio di materiali, merci, prodotti H04.02: Immissioni di azoto e composti dell’azoto H04.03: Altri inquinanti dell’aria

H05.01: Presenza di immondizia ed altri rifiuti solidi.

H06.01.01 Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari

Fase di esercizio

E05: Aree per lo stoccaggio di materiali, merci, prodotti H04.03: Altri inquinanti dell’aria

H05.01 Presenza di immondizia ed altri rifiuti solidi.

H06.01.01: Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari H06.02: Inquinamento luminoso

La maggior parte degli effetti sopra citati una portata spaziale assai contenuta e sostanzialmente limitata all’area di intervento.

Gli unici effetti che possono identificare un’areale di azione più esteso sono connessi alle emissioni in atmosfera e rumorose.

Atmosfera (effetti H04.02 ed H04.03)

Per quanto riguarda gli ossidi di azoto (H04.02):

Ø l’impiego di mezzi di cantiere sarà fortemente limitato, sia in termini di numero ed attivazione dei mezzi, sia in termini di durata temporale dell’emissione, tanto che non si stima alcuna variazione significativa della qualità dell’aria legata al parametro specific;

Ø in fase di esercizio le emissioni risultano contenute rispetto all’ambiente circostante.

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Per quanto riguarda le polveri:

Ø in fase di cantiere le buone prassi volte soprattutto ad evitare la formazione di pennacchi polverulenti permetteranno di contenere l’impatto ad un livello di non significatività, ulteriormente considerando il carattere temporaneo e reversibile degli effetti indotti dalle fasi di lavorazione;

Ø in fase di esercizio richiamando l’analisi modellistica svolta nel paragrafo dedicato alle emissioni in aria, si verifica che non si presentano condizioni di potenziale criticità per la qualità dell’aria, inoltre, l’impatto specifico ha un’intensità e una portata spaziale trascurabili in fase di esercizio.

L’analisi delle emissioni prodotte dall’allevamento ha dimostrato che gli eventuali effetti si esauriscono in un ambito circoscritto in un buffer molto limitato intorno alle strutture di allevamento senza mai raggiungere le aree della Rete natura 2000.

Rumore (effetto H06.01.01)

Gli effetti da rumore in fase di realizzazione sono considerati sostanzialmente puntuali e transitori (H06.01.01), in virtù della temporaneità della sorgente. Per quanto riguarda le operazioni di cantiere, le buone pratiche di intervento saranno volte alla minimizzazione degli impatti, concentrando le attività rumorose in periodi della giornata che non si sovrappongono con quelli generalmente utilizzati per il riposo. L’impatto sarà inoltre e comunque di carattere transitorio e completamente reversibile.

In fase di esercizio la rumorosità prodotta dai vari impianti tecnologici a servizio dell’allevamento avrà carattere maggiormente continuo sulle 24 ore, pur con una riduzione legata alla stagionalità.

L’analisi del rumore ha dimostrato che gli eventuali effetti si esauriscono in un ambito circoscritto in un buffer molto limitato intorno alle strutture di allevamento senza mai raggiungere le aree della Rete natura 2000.

VERIFICA DELLA PRESENZA DI HABITAT, HABITAT DI SPECIE E SPECIE L’ambito in cui si esauriscono gli effetti delle emission e del rumore risulta essere completamente non sovrapponibile alla perimetrazione dei siti Natura 2000, verificando quindi il requisito di cui al punto 23 del paragrafo 2.2 dell’Allegato A alla D.G.R.V. n.1400/2017 per “i piani, i progetti e gli interventi per i quali non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000”, almeno per

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quanto riguarda le aree e le strutture fisicamente comprese all’interno del perimetro di Rete Natura 2000.

Tenuto comunque in considerazione che, almeno per la componente faunistica, la perimetrazione dei siti Natura 2000 rappresenta di fatto un limite meramente cartografico, stante la naturale tendenza degli animali a potersi disperdere (soprattutto in considerazione di specie migratrici che utilizzano alcuni habitat idonei unicamente durante il passo), e nell’ottica di verificare che il progetto non comporti incidenze tali da poter compromettere l’interconnessione naturalistica tra i siti della Rete Natura 2000 a livello provinciale e regionale, si amplia lo spettro di analisi anche alle aree esterne alla Rete Natura 2000 con l’obiettivo di verificare la presenza, all’interno del buffer di impatto, di eventuali habitat e/o habitat di specie idonei alla presenza, anche temporanea, di specie animali di cui all’Allegato I della direttiva 2009/147/CE e di cui agli Allegati II e IV della Direttiva 92/43/CEE, la presenza delle quali risulta potenzialmente indicata dall’Atlante Distributivo delle Specie della Regione Veneto.

L’ambito di intervento viene classificato, rispetto all’uso del suolo, come terreno agricolo. Le aree a maggior grado di naturalità e di conservazione non sono in alcun modo interessate dalle opere in progetto, che si realizzano unicamente nella porzione antropizzata del territorio, senza caratteri biologici di particolare pregio naturalistica e/o di significativa valenza conservazionistica.

Valutata la componente legata ad habitat e ad habitat di specie, l’analisi si rivolge alla probabile presenza di specie di interesse comunitario, la quale viene indagata incrociando i dati i distribuzione potenziale di cui alla Cartografia Distributiva delle specie della Regione Veneto, con i dati riferiti all’uso del suolo ed alla relativa idoneità delle specie stesse ai vari codici compresi nel buffer di analisi.

In prima analisi, per quanto riguarda la distribuzione faunistica, l’area in esame risulta essere compresa all’interno della tavoletta con codice 10kmE450N253. Si riporta pertanto alla seguente Tabella l’elenco complessivo delle specie di interesse comunitario indicate nella tavoletta suddetta.

Riferimenti

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