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Provincia Sulcis – Pag. 49 8 ottobre 2007

IGLESIAS.PROVIENE DAL SULCIS LA MAGGIOR PARTE DEI RICERCATORI COSTRETTI A LASCIATRE L'ISOLA

La fuga degli “scienziati di ventura”

LA RICERCA DI DUE GIORNALISTI SULL'EMIGRAZIONE INTELLETTUALE

Ottengono una laurea brillante, ma devono fare le valigie, destinazione il mondo, biglietto di sola andata. È la fuga dei cervelli dal Sulcis.

Dalla Sardegna al mondo, viaggio di sola andata. Centinaia di ricercatori sardi continuano a lasciare l'Isola per sviluppare i propri percorsi di studio, ma quasi mai, una volta completata la loro formazione, vi ritornano. Tantomeno quando fanno della ricerca il proprio mestiere, diventando scienziati di professione. Delle cause e dei meccanismi sottesi dal fenomeno della cosiddetta “fuga di cervelli” si è parlato ieri all'Archivio storico di Iglesias, in occasione della presentazione del libro “Scienziati di ventura”, scritto a quattro mani da due giornalisti sardi, Andrea Mameli e Mauro Scanu.

SOLA ANDATA Il dibattito è stato l'occasione per riflettere, nello specifico, sui contorni che il problema della migrazione del sapere ha assunto nel Sulcis, territorio da cui provengono buona parte dei professionisti della scienza espatriati ma anche area che ambisce a diventare un punto di riferimento per la ricerca in Sardegna.

«Già da diversi decenni - ha ricordato nel suo intervento il direttore del Parco geominerario Luciano Ottelli - assistiamo alla migrazione di valenti tecnici dal territorio.

Specialmente quelli formatisi all'Istituto minerario di Iglesias erano e sono richiestissimi dalle società petrolifere o estrattive per la qualità della loro preparazione». A loro si sono nel tempo aggiunti decine di fisici, ingegneri, medici, che a Cagliari hanno trovato le porte chiuse ai loro progetti di ricerca, o che semplicemente hanno dovuto trasformare un'esperienza formativa all'estero in una necessaria permanenza.

SCIENZIATI DI VENTURA I motivi sono gli stessi scienziati di ventura a spiegarlo nel libro-intervista, e concernono le carenze storiche del sistema universitario nostrano, frenato da interessi non sempre inerenti alla scienza e dunque scarsamente attrattivo per gli studenti stranieri ma anche per eventuali investitori, il cui apporto è fondamentale per garantire stipendi dignitosi ai ricercatori e possibilità per loro di applicarsi con reale profitto. Per fortuna esistono lodevoli eccezioni a questo stato di cose, alcune delle quali proprio in Sardegna, come il Parco tecnologico di Pula e Porto Conte Ricerche; e anche il neonato Polo tecnologico del Sulcis punta a raggiungere livelli d'eccellenza nel campo delle tecnologie per il recupero dei materiali e in quello delle energie rinnovabili.

LE SPERANZE «Le potenzialità ci sono tutte - afferma Carlo Muntoni, membro del consorzio Forgea che si occupa di formazione nell'ambito del Polo suscitano -. Esiste una forte domanda di formazione da parte dei Paesi emergenti che il Polo, anche in virtù della storia produttiva del Sulcis, può a buon titolo soddisfare. Inoltre le stesse operazioni di bonifica che interesseranno tutto il territorio saranno di grande impulso all'innovazione».

La speranza è che, una volta entrato a regime, il Polo di Monteponi e Serbariu, come già quelli di Pula ed Alghero, sia in grado di richiamare anche i tanti scienziati sardi desiderosi di contribuire allo sviluppo della loro Isola.

Paolo Mocci

CONTROESODO

A volte (pochi) riescono anche a tornare

A volte ritornano. Pochi a dire il vero, e non sempre gratificati come altrove, ma alcuni cervelli sardi hanno trovato il modo di tornare nella loro Isola e limitare l'impoverimento di sapere e di professionalità causato dalla massiccia emigrazione di scienziati.

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Provincia Sulcis – Pag. 49 8 ottobre 2007

Tra i protagonisti del libro di Mameli e Scanu c'è Monica Mameli, neuroscienziata di Domusnovas, che dopo anni di ricerca in Svezia, è riuscita a tornare in Sardegna e lavora oggi a Pula per un'azienda che si occupa di diagnosi in vitro.

«Tra i tanti problemi da superare per la ricerca sarda - afferma la studiosa - c'è anche il freno psicologico di tanti ottimi cervelli che si ritraggono davanti a un mondo eccessivamente chiuso, e che spesso non garantisce spazio alla loro creatività». Anche Carla Pittalis ci è riuscita, e dopo aver ricoperto, a poco più di trent'anni, un ruolo di grande responsabilità per la Banca Mondiale in Turchia, è oggi a capo dell'agenzia regionale Sardegna Promozioni. È stato proprio nel corso del dibattito di Iglesias che Andreano Madeddu, presidente della Carbosulcis, ha annunciato di aver contattato l'iglesiente Andrea Cortis, attualmente scienziato a Berkley, per avviare una collaborazione con la società mineraria.

(p. m.)

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