La catena di sicurezza
nell’ arrampicata su ghiaccio
1
NELLE MONTAGNE TROVERETE IL
CORAGGIO PER SFIDARE I PERICOLI, MA IMPARERETE PURE LA PRUDENZA E LA
PREVIDENZA PER SUPERARLI CON INCOLUMITA
Quintino Sella
2
Cos’è la SICUREZZA
Nel caso dell’alpinista, è strettamente rapportata alla conoscenza e all’uso corretto
dei materiali. Che, insieme concorrono ad attenuare la portata delle potenziali conseguenze nefaste di una caduta.
3
Primo passo: Comprendere quello che capita durante una caduta
Il primo di cordata si alza e si allontana dall’ultimo ancoraggio, aumenta il proprio carico di energia potenziale, come fosse un serbatoio sempre più carico d’acqua.
Eventuale caduta il serbatoio si apre di colpo trasformando l’energia potenziale in cinetica, cioè in movimento.
Lo scopo della catena di sicurezza è di arrestare la caduta meno traumatica possibile per la cordata. L’arresto della caduta si ha nel momento in cui il corpo che cade viene privato totalmente
dell’energia cinetica accumulata.
Ma se l’energia né si crea né si distrugge dove va?
Viene trasferita alla catena di sicurezza, tramite la creazione di calore e deformazione degli elementi interessati, quali
allungamento della corda, e deformazioni di moschettoni, freni e punti di assicurazione.
Quindi ogni elemento ha la funzione sia di tenuta che di dissipazione.
4
Catena di sicurezza nell’ arrampicata su ghiaccio.
Cosa valuteremo
* Le Forze
* La Corda
* L’imbragatura
* I Moschettoni
* I Freni
* Le Soste
* L’ Assicurazione dinamica
* L’ultima protezione
* I Dissipatori
* I Chiodi
* Le Piccozze
* I Ramponi
5IL CONCETTO DI FORZA
È la grandezza fisica che applicata ad un corpo, ne modifica lo stato di moto o la forma . L’ unita di misura utilizzata è il Newton.
N NEWTON: forza che applicata alla massa di 1kg, le imprime un’accelerazione di 1 m/s
21daN deca Newton cioè 10 N; spesso usato perché equivale a circa 1,02 kg peso.
1kN kilo Newton cioè 1000 N 1 kN Kilo Newton cioè 100 kg
LE UNITÀ DI MISURA
6
QUALE E’ LA MASSIMA DECELERAZIONE CHE IL
CORPO UMANO PUO’
SOPPORTARE
15 x g
15 volte l’accelerazione gravitazionale
g = 9,81 m/s 2
7
80 kg: massa di riferimento (alpinista medio) F = m·a = [kg] [m] [s -2 ] =
FA max = 80 [kg] · 15 · 9,81 [m/s 2 ] ≈
≈ 1200 daN (1200 kg peso)
FORZA D’ARRESTO (FA)
8
Durante la caduta la corda entra in tensione, si allunga e inizia a decelerale il corpo dell’assicurato imprimendogli quindi una forza che viene appunto detta forza d’arresto. Più la corda è capace di deformarsi e assorbire energia più l’entità
della decelerazione sarà ridotta e la forza impressa al corpo ridotta ma il volo più lungo.
FORZA (FATTORE) D’ARRESTO (FA)
9
LA CORDA E’
IL PARACADUTE DELL’ ALPINISTA
10
UNA DOMANDA MOLTO FREQUENTE:
‘’QUANTO TIENE QUESTA CORDA ? ’’
Il concetto di corda dinamica : La corda dinamica per l’alpinismo ha il compito di assorbire energia ,di frenare la
caduta dell’alpinista.
Assorbimento di energia che avviene attraverso:
Allungamento della corda
Produzione di calore assorbimento mediante attriti
11
12
FATTORE DI CADUTA
Il fattore di caduta è semplicemente il rapporto tra la lunghezza del volo e la lunghezza della corda interessata. Il caso peggiore si ha con il valore di fattore 2, cioè nel caso di caduta
direttamente sulla sosta o in via ferrata (caso in cui può essere anche >2).
Questo valore, a parità di corda utilizzata e di dinamicità
dell’assicurazione, determina l'impatto della caduta: più questo è elevato più la caduta è «dura».
Il FC varia da 0 a 2. La pericolosità della caduta per quanto riguarda le possibili rotture dell’attrezzatura non dipende dall’altezza della caduta ma da questo fattore. In arrampicata nei
calcoli delle forze in gioco per valutare i massimi carichi di rottura si
considerano sempre le situazioni
peggiori possibili, quindi per testare le corde si considera il caso limite di
fattore di caduta pari a
2. 13La forza d’arresto è correlata al fattore di caduta ma non solo: dipende molto anche dalla capacità di dinamizzare e controllare la caduta di colui che assicura.
Posso cioè avere una caduta a fattore 2 ma con forza d’arresto molto bassa nel caso di sicura molto dinamica e viceversa una caduta con fattore di caduta molto basso ma con
forza d’arresto elevata se ad esempio bloccassimo la corda in sosta e utilizzassimo una corda statica.
A parità di corda utilizzata e di dinamicità dell’assicurazione, il fattore di caduta è correlato con la forza d’arresto.
FATTORE D’ARRESTO (FA) E FATTORRE DI CADUTA
14
15
La corda EN 892
La corda quindi è il «paracadute dell’alpinista. Il miglior paracadute è una buona corda. Non tanto (non solo)
perché ci impedisce di piombare al suolo arrestando la nostra caduta quanto per come la arresta. Tenuto
conto che il corpo umano può sopportare sino ad un valore di frenata al massimo pari a 15 g le corde sono state studiate in modo di
poter garantire la trattenuta delle cadute all’ interno di ambiti senza
rischi per la salute.
Tutte le caratteristiche della corda sono espresse su un cartellino allegato
ad essa all’ atto dell’ acquisto. Tale cartellino è la vera e propria carta di
identità della corda
.16
Modello
Diametro. ...11 mm Numero di cadute...8 Forza d'arresto...1200 daN Peso utilizzato...80 kg Allungamento con 80 kg... ..7,6 % Flessibilità sul nodo...0,8 K Scorrimento della calza...0±1 mm Peso al metro... .60 g Lunghezza... Metri 60 CE 970183
EN 892
L’etichetta.
Quando acquistate una corda per fare la scelta del tipo di prodotto e della Marca ritenuta più idonea alle vostre necessità oltre al consiglio del rivenditore di fiducia ogni casa mette a disposizione un
cartellino tecnico che accompagna il prodotto sul quale sono evidenziati chiaramente tutti i dati salienti della corda. Questa è una delle operazioni da fare con la massima attenzione in quanto oltre alla spesa errata potreste acquistare un prodotto non aderente alle vostre
esigenze. Di seguito illustrato vediamo un cartellino tecnico “ Tipo “ con evidenziate
tutte le voci che devono apparirvi. Quale è il dato più importante da valutare
La forza d’arresto che in caso di caduta è la forza che agisce sulla Corda, sugli ancoraggi, sull’ arrampicatore e sull’ assicuratore.
La corda è una molla che più è rigida più trasmetterà questa forza alle componenti sopra esposte.
Meno è rigida e più dissiperà lungo il tratto di corda impegnato questa forza.
17
Le Corde Bagnate
La resistenza dinamica delle corde, intesa come numero di cadute sopportate al Dodero decade vistosamente fino al 70% in meno del valore iniziale quando esse sono
imbevute d'acqua, sia che si tratti di corde nuove che usate ed indipendentemente dalla presenza o meno di additivi idrorepellenti
Dopo imbibizione con acqua, la corda si allunga del 4-5%.
Quindi cosa succede ?
Questo allarmante comportamento che permane fintanto che la corda è bagnata sembra essere determinato da fenomeni di interazione dell'acqua - sulla struttura cristallina delle macromolecole del nylon con cui le corde sono costruite.
Dopo essiccamento cosa avverrà?
Avremo un aumento del 5-10% della forza d'arresto.
La corda recupererà completamente (o quasi) le sue caratteristiche .
18
Le Corde Ghiacciate
Contrariamente a quanto si è portati a pensare per quanto riguarda le corde ghiacciate, nei test i risultati sono stati decisamente migliori rispetto a quelli delle corde bagnate.
Infatti è stato rilevato un decadimento (ca. il 50%) delle prestazioni dinamiche e la forza di arresto dato che la corda si accorcia del 4% cosa fa ?.
Dobbiamo però precisare che durante l’esecuzione del test si è potuto disporre di corde ghiacciate solo nella fase iniziale, mentre nella parte finale è stato giocoforza operare con corde bagnate. Ossia con corde che si sono scongelate sia per effetto del calore sviluppato ad ogni caduta, sia per l’effetto della temperatura dell’ambiente circostante (20°C).
Alla luce di queste considerazioni, possiamo ipotizzare che, riuscendo a mantenerle congelate per tutta la durata del test, le prestazioni delle corde ghiacciate sarebbero forse state ancora migliori, se non addirittura su livelli analoghi a quelli delle stesse corde asciutte.
Diminuisce
19
I Freni EN 567
Molti dei parametri di costruzione di una corda sono da riferirsi ad un valore che è puramente teorico ( tranne in casi di sfortuna estrema ) del “ Fattore di Caduta”: i test sulle corde sono effettuati con FC=2, cioè con la corda bloccata. Nell’ arrampicata
o nell’ alpinismo, tranne appunto nel caso di corda bloccata, interviene, nell’azione di arresto della caduta del nostro compagno, un freno.
20
I Freni
Utilizzare un freno non efficace o in modo errato fa sì che gli effetti di una caduta si ripercuotano su :
•Sulla Corda. (
Dopo una caduta importante è bene far riposare la corda)
• Sull’ ultimo ancoraggio. (
effetto carrucola)
• Sull’ arrampicatore.
• Su chi assicura o sulla sosta
21
Quale freno dovremo quindi preferire su Ghiaccio ?
I freni possono essere di vari tipi tra cui :
Il secchiello o tuber.- Piastrina Stick.
- Il reverso - l’ otto
- Mezzo barcaiolo
Questi freni, a seconda della rispettiva efficacia, moltiplicano la forza della mano da 3 a 8 volte ed in caso di caduta vedono un certo scorrimento della
corda al loro interno, con un conseguente aumento della dinamicità della caduta
22
Freno dinamico in vita
( Reverso, Tuber, Atc )
Vantaggi Svantaggi
Frena poco e quindi la bassa FA sollecita poco alcune
parti della catena di sicurezza Frenando poco la corda scorre e può bruciare le mani oltre che aumentare il rischio di urti da parte del primo
Si possono usare due corde e sfalsarle sui i rinvii riducendo la FA e l’effetto carrucola sull’ ultimo
ancoraggio In caso di caduta chi assicura può essere sollevato
L’operazione di frenata è istantanea in quanto non deve
ribaltarsi la sosta Bisogna prestare attenzione a come utilizzarlo affinchè funzioni
Non sollecita mai la sosta
In caso di incidente l’ assicuratore oltre a bloccare il compagno deve porre in essere alcune manovre per
svincolarsi dal freno
Funziona anche come discensore ed è di uso più preciso nel dare o recuperare corda al compagno su lunghezze
difficili
Richiede generalmente un secondo strumento (autobloccante) per assicurare il secondo
Attorciglia poco le corde
Non utilizzeremo quindi il Mezzo barcaiolo in sosta perché ?
23Mezzo barcaiolo in sosta
Vantaggi Svantaggi
Nodo semplice, di veloce esecuzione.
Frena molto, sviluppa un notevole attrito ed è un potente moltiplicatore della forza applicata dalla mano
che trattiene la caduta.
Frena molto quindi ha un’ alta forza di arresto ed aumenta l’ effetto carrucola sull’ ultimo ancoraggio
In caso di caduta chi assicura non può essere sollevato L’operazione di frenata non è istantanea in quanto deve ribaltarsi la sosta
Non bisogna prestare attenzione a come utilizzarlo affinché funzioni e senza bisogno di accorgimenti supplementari, sia per assicurare il primo di cordata sia
per assicurare il secondo di cordata.
Sollecita, (ribaltandola) solo la sosta compromettendone la soliditàl
Funziona sempre, indipendentemente dal diametro della corda, dalle condizioni della corda (bagnata o
ghiacciata).
Non funziona come discensore attorciglia troppo le corde
Non si possono usare due corde e sfalsarle sui i rinvii riducendo la FA e l’effetto carrucola sull’ ultimo
ancoraggio
Richiede generalmente un secondo strumento (auto bloccante) per assicurare il secondo
24
Le soste
Dobbiamo innanzitutto individuare il luogo corretto dove realizzare un ancoraggio di sosta che è basilare per la sicurezza della cordata stessa.
Si dovrà valutare:
1- La qualità del ghiaccio per garantire il massimo della tenuta dell'ancoraggio
2- Il posizionamento della sosta in funzione di eventuali pericoli oggettivi (caduta neve o ghiaccio) ed in funzione della linea di salita del tiro successivo.
3- Per velocizzare le operazioni di costruzione della sosta è utile preparare due spezzoni di corda dinamica da 8,5 o mezza corda dinamica (anelli chiusi) da portare a tracolla, già predisposti con moschettoni. No cordini/fettucce in Kevlar, Dynema o Nylon perché sono statici.
Come chiodi di sosta è preferibile usarne alcuni senza le fettucce da rinvio pre infilate
Una buona sosta sarà su ghiaccio compatto, ai margini della cascata e decentrata rispetto al tiro seguente per essere al riparo dal ghiaccio che potrà essere staccato dal nostro
compagno.
Lo schema da seguire per attrezzare una sosta su ghiaccio è lo stesso che utilizziamo per attrezzare le soste su roccia su terreno precario, quindi sapendo che possiamo disporre dei seguenti tre tipi di sosta quale prediligeremo ?
• Sosta Mobile
• Sosta Semimobile
• Sosta Fissa Bilanciata 25
La sosta Mobile
In questo tipo di sosta il carico applicato viene distribuito in modo uniforme su tutti gli ancoraggi indipendentemente dalla direzione di carico.
Questo tipo di allestimento però non è adatto nei casi in cui c'è pericolo di caduta di sassi o ghiaccio che possono lesionare il cordino dinamico di sosta e pregiudicare la sicurezza o quando dovesse fuoriuscire un punto di ancoraggio, in quanto l'altro, in seguito allo
spostamento (e quindi effetto dinamico!) del vertice della sosta, subirebbe uno strappo di elevata intensità.
Ne consegue che su ghiaccio è meglio evitare l’utilizzo di questo tipo di sosta
26
La sosta Semimobile
E’ una soluzione decisamente migliore rispetto alla sosta mobile in quanto, grazie ai due nodi (delle guide) posti sul cordino dinamico, riduce al minimo lo spostamento del vertice della sosta nel caso di fuoriuscita di uno dei due chiodi. Il posizionamento degli ancoraggi
quasi in verticale (angolo di sosta chiuso) permette di distribuire il carico sui chiodi in
modo ottimale. 27
La sosta Fissa Bilanciata
E’ un ottima soluzione come tipo di sosta sulle cascate in quanto se fuoriesce un punto di ancoraggio lo strappo sul punto rimanente è nullo. Inoltre la sosta non
viene compromessa se si rompe un punto qualunque del cordino dinamico.
Costruzione: Portare la parte superiore del cordino dinamico vicino a quella inferiore ed effettuare un nodo vicino al vertice con entrambe le parti. Il nodo al centro va effettuato tenendo conto della direzione delle corde ed eventuale loro strappo.
Svantaggi: In posizioni diverse da quella stabilita nel pre-tensionamento verrà sollecitato un solo ancoraggio.
28
Ancoraggi di SOSTA
Diagrammi degli sforzi in base all’angolo. Più l’angolo di posa dei chiodi è aperto e maggiore sarà la sollecitazione imposta ad ogni ancoraggio sino ad arrivare a
situazioni di grave pericolo
29
Le Abalakov
Con un chiodo tubolare si ricava un primo foro orizzontale con un angolo di
ingresso di 45° rispetto alla superficie del ghiaccio. Si pratica poi un secondo foro sempre orizzontale e con un angolo che permetta di intersecare il primo foro alla sua estremità'.
Una volta levati i chiodi si introduce in uno dei due fori l'apposito gancio e nell'altro il cordino di sosta (min. 8 mm oppure un Kevlar), estraendo poi il
cordino grazie all'uso dell'apposito gancio. L'ultima operazione sarà quella di annodare il cordino da abbandono ottenendo così un buon ancoraggio
per la calata in corda doppia
30
La distanza tra i due fori deve essere pari alla lunghezza di un chiodo da ghiaccio (circa 20 cm). In tal caso si ha una tenuta dell'ancoraggio con ghiaccio compatto di circa 12 Kn, mentre diminuendo questa distanza la
tenuta cala progressivamente.
Le Abalakov
31
Come realizzare una sosta su ghiaccio
La sosta deve essere costruita con almeno due punti che possono essere rappresentati da
• due viti da ghiaccio;
• una vite ed una clessidra;
• una abalakov ed una vite;
• una vite e due friend, e così via…
32
Come realizzare una sosta su ghiaccio
Scegliere se utilizzare una sosta a due o più punti di ancoraggio dipende dalle caratteristiche di tenuta ed
affidabilità di ogni singolo materiale utilizzato, che a sua volta dipende soprattutto dalla compattezza del ghiaccio.
Nel realizzare la sosta le viti andrebbero posizionate possibilmente in verticale una sull’altra (ricordiamoci il
diagramma delle forze!), distanziate tra loro di almeno 40 cm per poi essere unite da cordone dinamico.
Scegliere se creare una sosta fissa bilanciata (in genere, da preferire) o semi-mobile è anche in questo caso qualcosa che deve essere dettato dall’esperienza.
Se le due viti sono posizionate in maniera corretta, l’angolo formato dai due rami di cordino provenienti dalle due viti sarà molto piccolo, quindi il carico applicato al vertice del triangolo sarà diviso in parti uguali su ogni ancoraggio senza sollecitare inutilmente gli ancoraggi stessi con componenti orizzontali di forza troppo elevate (ricordiamoci il diagramma
delle forze!). 33
Assicurazione dinamica su cascata
34
Quindi l’obbiettivo primario dell’assicuratore è (arrestando in uno spazio ragionevole la caduta del primo di cordata) quello di ridurre al minimo le forze in
gioco e quindi di evitare il cedimento dei punti di assicurazione , soprattutto del più importante di questi:
La sosta!
Sulle cascate è attualmente il miglior sistema da adottare in quanto offre le più alte garanzie di sicurezza. I vari test effettuati dalla Commissione
Tecniche e Materiali del CAI, recentemente pubblicate lo consigliano, di fatto sui terreni “cosiddetti precari”, vale a dire quelli con protezioni
insicure.
Cosa consideriamo come terreni precari ?
Ogni via non protetta a spit o chiodi cementati deve essere considerata “terreno precario”, in quanto non si ha nessun dato certo sulla tenuta delle protezioni, sia che si tratti di chiodi trovati già infissi, sia che si tratti di dadi o friends collocati dall’arrampicatore. Pertanto trova
come terreno d’elezione quello delle cascate di ghiaccio
35
Perché posizioniamo un rinvio sul vertice della sosta ?
• Per il fattore di caduta ?
• Per far funzionare il freno
?
36
37
38
Posizionamento dei rinvii
L’ errato utilizzo della corda e l’ errato posizionamento dei rinvii fanno si che questa non possa espletare al meglio la sua funzione di ammortizzatore elastico e quindi cosa
succede ?
Succede che il tratto di corda che deve dissipare l’ energia prodotta dalla
caduta è molto corto e che quindi questa andrà a ripercuotersi
negativamente sull’ ultimo ancoraggio, sull’arrampicatore e sulla corda che
subirà un stress molto intenso.
39
In questo modo la corda espleta al meglio la sua funzione di
ammortizzatore ma noi dobbiamo ove possibile ancora ridurre la Forza di arresto. Quindi come possiamo fare ?
Posizionamento dei rinvii
Il corretto utilizzo della corda ed il corretto posizionamento dei rinvii fanno si che questa possa espletare al meglio la sua funzione creando un effetto di allungamento
lungo tutto il ramo di corda impegnato.
40
Passare le corde sfalsate nei rinvii
41
Perché?
• Perché passando le corde sfalsate le forze di arresto delle due corde invece di assommarsi restano divise e quindi molto elastiche
(8kn) = molto elastico
(8Kn) + (8kn) = Molto meno elastico
• Perché possiamo posizionare sequenze di protezioni più ravvicinate in modo di gestire tatticamente al meglio la lunghezza di corda.
42
43
Dissipatori d’energia EN 958
Questo chock absorber resiste ad un carico statico di 22 kN
Alcune cuciture sono concepite per aprirsi a partire da una forza di 2,5 kN (1
kN = 100 kg), diminuendo in tal modo la forza di arresto.
Fonte Petzl Charlet Moser Informazioni
Sui primi ancoraggi piazzati, dove il fattore di caduta è molto elevato, o su quelle protezioni che a causa della qualità del ghiaccio non danno molto affidamento, si consigliva l’uso dei dissipatori o degli shock absober.
Gli shock absorber, sono rinvii di fettuccia cucita che in caso di forte sollecitazione (volo) si comportano come dei normali dissipatori favorendo con lo strappo progressivo delle cuciture con cui sono assemblati l’assorbimento di parte dell’ energia prodotta dalla caduta.
Normalmente questi attrezzi iniziano a funzionare dai 300 kg in su. (Per gli shock absorber, fonte Chalet Moser)
Nota : In realtà da prove fatte dalla CCMT, i risultati ottenuti con l’uso di shock absorber sono nettamente inferiori a quanto dichiarato dai produttori. In taluni casi addirittura non si sono riscontrati miglioramenti.
44
45
Le viti da ghiaccio EN 568
La definizione ufficiale lo chiama: Ancoraggio inseribile nel ghiaccio mediante avvitamento o per mezzo di un martello e che sia rimovibile.
L’interno della vite deve essere ben levigato e la leva deve essere di dimensioni generose per consentire un rapporto di penetrazione ottimale in funzione dei giri dati alla vite.
La lunghezza varia dai 10 cm ai 25 cm ed il diametro dai 18 ai 22 m/m. Chiaramente lunghezze e diametri diversi avranno applicazioni specifiche differenti in funzione della difficoltà, dello spessore e delle qualità del ghiaccio. Ad eccezione delle versioni S da 10 cm (viti di progressione che non proteggono dalle cadute dall’alto).
Sono generalmente costruite in Acciaio Cromo molibdeno
46
Posizionamento delle viti da ghiaccio
I valori di tenuta dei chiodi sono da riferirsi ad un loro corretto posizionamento che prevede di inserirli con un angolo aperto di circa 10/ 15° inferiore alla perpendicolare in modo di interessare una porzione di ghiaccio che si proietta verso l’interno della massa glaciale.
• Angolo zero
– Situazione intermedia, sempre la migliore in caso di
dubbio!!!
– Da usare sulle soste (direzione variabile)
• Angolo positivo
– Lavora l’asse della vite, utile su strutture esili o appese
• Angolo negativo
– Lavora (radialmente) il tubo, utile dove c’è il rischio che la
vite si “scolli”
– Rompe il ghiaccio sottostante
se è questo è fragile 47
Posizionamento delle viti da ghiaccio
I dati di tenuta vanno a decrescere sensibilmente in condizioni di errato utilizzo del chiodo. Come potete facilmente evincere dal disegno che illustra un chiodo posizionato con un angolo chiuso e cioè di circa 10/15° superiore alla perpendicolare
48
Al fine di fornire alcuni dati puramente teorici sulla sicurezza data dalle protezioni su ghiaccio riportiamo uno specchietto utile per capire quale può essere la tenuta dei vari ancoraggi.
I valori si riferiscono ad ancoraggi posizionati in modo ottimale su ghiaccio compatto e di buona qualità.
Tipo di ancoraggio Tenuta
vite conica es. warth dog Kg. 400 – 600
Piccozza con lama piantata al massimo Kg. 300
Vite tubolare a percussione. Es. Snarg Kg. 1000 – 1400
Vite tubolare Kg. 1200 – 2500
Clessidra nel ghiaccio (cordino 9 mm) Kg. 1000 – 2500
49
I valori precedentemente elencati sono come ben specificato
assolutamente teorici ed in caso di caduta il chiodo può subire dei danni irreversibili che impongono la sua sostituzione. Gli esempi che possiamo vedere sono il risultato di test effettuati con un fattore di caduta 2
Il Chiodo in seguito ad una violenta sollecitazione può rompersi nella linea di separazione tra i due tipi di ghiaccio Il Chiodo in seguito ad
una violenta
sollecitazione può
piegarsi e magari anche fuoriuscire dal suo
alloggiamento senza però rompersi
50
Dobbiamo precisare che una casa produttrice di materiali da alpinismo la GRIVEL produce un chiodo da ghiaccio con il filetto inverso questa
caratteristica fa sì che la proiezione delle forze messe in gioco con l’estrazione interessi una porzione di ghiaccio decisamente superiore a quella interessata
dai chiodi di altre case. Pertanto il valori di tenuta testati da tale marca risultano essere molto superiori alla media.
CHIODO con filetto tradizionale CHIODO GRIVEL con filetto inverso
51
52
Le Piccozze EN 13089
La definizione ufficiale la qualifica come : Utensile da portare a mano concepito per
muoversi sulla neve e/o sul ghiaccio, che può essere utilizzato come punto di ancoraggio.
Ne esistono di varie fogge ed ognuna ha un suo specifico utilizzo ma per quanto riguarda gli attrezzi trattati in questo testo ci riferiamo solo alle Piccozze per Piolet Traction
Caratteristiche Tecniche
Tipo Tenuta
Lama Tipo B 400 Kg
Manico Tipo T 350 Kg
Dragonne Easy clip 150 Kg
Non scaldate mai le parti in acciaio di una piccozza per nessun motivo, il trattamento termico ne risulterebbe danneggiato e con lui la resistenza e
la durata della piccozza. 53
Attualmente, tutte le case produttrici di piccozze dotano i loro attrezzi per la Piolet Traction di un elsa terminale che permette all’
arrampicatore di riposare la mano e di arrampicare senza le Dragonnes.
Talune marche fanno sì che questa parte possa essere amovibile in modo di permettere, in un utilizzo più classico dell’ attrezzo, di affondarlo nella neve ed utilizzarlo come ancoraggio.
54
Il Resting sulle piccozze
Al di là di motivazioni etiche è tecnicamente una prassi da assolutamente
condannare ma se talvolta dovesse succedere di dover utilizzare questa tecnica è
bene farlo seguendo dei minimi accorgimenti che sono :
• Ancorare un attrezzo perfettamente sulla vostra verticale in modo di non sollecitare torcendo la becca e quindi inserito un moschettone nell’ asola del manico della piccozza, auto assicurarsi
con un barcaiolo o con un FiFi.
• Non passare mai la corda di cordata sulla testa della piccozza anche se anni
addietro alcune case avevano predisposto una gola apposta per
alloggiare la corda in questi casi.
Altrettanto non bisogna appendersi ad un attrezzo facendosi mettere in tiro dal compagno che assicura perché:
Effetto Carrucola
56
57
Ramponi EN 893
Trattasi di dispositivo provvisto di punte che ricopre la suola di uno scarpone , dalla punta al tacco, garantendo la presa su neve, ghiaccio e terreno misto , nonché dotato di un sistema di aggancio allo scarpone.
Il rampone da cascata si differenzia da quelli da ghiacciaio in quanto sono più rigidi di questi ed in quanto le punte frontali hanno un angolo di incidenza superiore a quello degli altri modelli.
58
Conclusioni
La catena di sicurezza come avrete capito è un sistema che tende a far si che tutte le attrezzature messe in gioco all’ interno
dell’arrampicata garantiscano un margine di sicurezza che si
attesti attorno ai 1200 daN. Ne consegue che certamente tutte le attrezzature usate grazie alle varie certificazioni sono pari a
questo standard. Non dimenticatevi però che sulle cascate di ghiaccio i fattori di riduzione sono molteplici e quindi una volta posti in essere tutti gli accorgimenti del caso ed utilizzate tutte le migliori attrezzature, l’anello più importante della catena di sicurezza siete voi stessi.
Ah ancora un piccolo consiglio.
Buone arrampicate a tutti
Le immagini di questo power point sono tratte da archivi personali del redattore e dai cataloghi in linea delle case Petzl Charlet Moser, Grivel, Camp, Cassin
59