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Una sindrome miastenica congenita

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Academic year: 2021

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Ferrara G. Medico e Bambino Pagine Elettroniche 2020;23(2):36 https://www.medicoebambino.com/?id=PSR2002_10.html

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MeB - Pagine Elettroniche

Volume XXIII

Febbraio 2020

numero 2

I POSTER DEGLI SPECIALIZZANDI

UNA SINDROME MIASTENICA CONGENITA

Giovanna Ferrara

Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Trieste Indirizzo per corrispondenza: [email protected]

Un bambino di 8 mesi giunge alla nostra attenzione per sospetta encefalite in corso di infezione da rotavirus, complicata da polmonite ab ingestis. Il piccolo aveva ini-ziato a presentare vomito, diarrea e febbre due giorni pri-ma del ricovero. Condotto in Pronto Soccorso per ipoto-nia, cianosi e sguardo fisso insorti dopo un episodio di vomito, era stata eseguita una radiografia del torace sug-gestiva per polmonite ab ingestis bilaterale, per cui era stata avviata terapia antibiotica ev. Gli esami ematici ini-zialmente mostravano un aumento degli indici di flogosi (PCR 8 mg/dl), delle transaminasi (AST 210 U/l, ALT 323 U/l) con GGT e bilirubina nella norma, e lieve au-mento di LDH (1548 U/l) e CPK (634 U/l) con ammonio ai limiti (96 μmol/l), ma sono rapidamente migliorati. Per persistenza di uno stato neurologico alterato, con ipotonia marcata, irritabilità e pianto flebile abbiamo eseguito RM encefalo ed elettroencefalogramma che sono risultati ne-gativi. Nell’ipotesi di una malattia metabolica, slatentiz-zata dall’infezione intercorrente, sono stati comunque eseguiti una emogas-analisi (nella norma), e il dosaggio degli amminoacidi plasmatici e gli acidi organici urinari (in corso). Tuttavia, in coda all’episodio infettivo, abbia-mo notato una importante disfagia con incoordinazione nella deglutizione e impossibilità ad alimentarsi per os, e una ptosi palpebrale ingravescente durante le ore della giornata. Tali elementi clinici, supportati dal fatto che ap-profondendo l’anamnesi i genitori riferivano un ritardo motorio (a 8 mesi non stava seduto) e la presenza della ptosi già prima dell’episodio acuto, ci hanno indotto a considerare l’ipotesi di miastenia congenita. Abbiamo pertanto eseguito un’elettromiografia in sedazione che ha

mostrato un decremento del potenziale di azione alle bas-se frequenze e un iniziale decremento con successivo ra-pido recupero alle alte frequenze. Tale reperto, compatibi-le con un difetto post-sinaptico della placca neuro-muscolare, supportando la diagnosi di miastenia congeni-ta, ci ha indotto ad avviare prova farmacologica ex

juvan-tibus con piridostigmina. Il farmaco è stato introdotto

gradualmente e quindi portato al dosaggio terapeutico, senza effetti collaterali, ottenendo un significativo benefi-cio dal punto di vista clinico, con bambino più attivo e ptosi meno evidente. A completamento diagnostico ab-biamo richiesto la genetica per le forme miasteniche e il dosaggio degli anticorpi anti-AChR (in corso).

Le sindromi miasteniche congenite sono un gruppo di malattie rare caratterizzate da debolezza muscolare che interessa i muscoli assiali e degli arti, i muscoli oculari (con ptosi e oftalmoplegia) e la muscolatura bulbare e facciale (che interessa la suzione e la deglutizione e evol-ve in disfonia). Esistono dievol-verse forme, dovute a muta-zioni di geni diversi, ma le più frequenti sono quelle post-sinaptiche che rispondono agli inibitori delle acetilcoline-sterasi come la piridostigmina. La prognosi è variabile caso per caso.

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