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CAPITOLO 7 CONCLUSIONI
A conclusione del presente lavoro, si procede ad una valutazione generale dell’efficacia del metodo GPR allo studio dei depositi glaciali di Campocatino. In particolare si valuterà se il Georadar abbia o meno contribuito ad una maggiore conoscenza del sito e della sua ricostruzione paleoambientale. Come affermato nella parte introduttiva, in questa Tesi di Laurea vengono riportati i risultati della prima indagine GPR condotta nel sito in questione.
È necessario premettere che il Ground Penetrating Radar si è dimostrata una tecnica geofisica poco dispendiosa, sia in termini economici che in termini pratici, soprattutto se comparata ad altri metodi di studio del sottosuolo. Esso fornisce immagini limitatamente ai primi metri di sottosuperficie, tuttavia il suo utilizzo risulta particolarmente efficace se combinato con altri metodi di indagine (si veda paragrafo 6.2) e può offrire interessanti spunti di ricerca.
A Campocatino il Georadar ha portato alla luce le strutture dei depositi attese all’atto della pianificazione della campagna di rilevamento.
In particolare nella piana ha consentito l’individuazione di paleocanali e la differenziazione di zone a deposizione fluviale e a deposizione lacuo- palustre. La griglia di profili, sebbene potesse essere disegnata con uno spacing minore che permettesse l’individuazione di obiettivi di dimensioni inferiori, ha comunque portato alla luce una struttura interpretabile come un dosso o un argine di materiale grossolano e diversi possibili canali. Infine lungo i pendii morenici, i profili corretti topograficamente hanno evidenziato discordanze nelle riflessioni che potrebbero essere dovute
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all’accumulo di materiale morenico depositato dalla massa di ghiaccio in tempi diversi.
L’individuazione di paleocanali e zone a diversa sedimentazione all’interno dei radargrammi avvalora la ricostruzione paleoambientale attesa all’interno del contesto e riportata nel terzo Capitolo. Essa ipotizza che nella conca glaciale si siano alternate fasi diverse di sedimentazione: di tipo fluviale, presumibilmente ad opera di un corso d’acqua di tipo braided, e di tipo palustre in zone di ristagno o in seguito alla formazione di un vero e proprio bacino lacustre. La presenza, nelle immagini radar, di superfici di discontinuità lungo i pendii morenici può fornire la prova di quanto ipotizzabile, ossia che il deposito morenico possa aver registrato al suo interno la sovrapposizione in tempi diversi di materiale, dovuta alle pulsazioni della massa di ghiaccio.
Nel caso di Campocatino, quindi, l’uso del GPR ha fornito immagini la cui interpretazione può contribuire a confermare le ricostruzioni paleoambientali ipotizzate per l’area.
Si può aggiungere che quanto emerso da questo studio e riportato sulla presente Tesi di Laurea potrebbe fare da base per ricerche specialistiche nel sito in questione. In particolare potrebbe essere interessante compiere carotaggi negli strati palustri alla ricerca di materiale organico databile ed analizzabile. Grazie al GPR tali carotaggi sarebbero effettuati in aree precise, individuate sui radargrammi, con notevole risparmio di tempo ed energie.