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IL PROGETTO DI RIUTILIZZO

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 8

IL PROGETTO DI RIUTILIZZO

In questo capitolo presenteremo il nostro piano per il convento di Nicosia e parleremo delle motivazioni e delle linee di pensiero seguite per arrivare alla stesura ultima del progetto di riqualificazione dell’edificio.

Questo percorso è stato compiuto in sinergia con i tecnici e gli amministratori del Comune di Calci, il tutto all’interno della redazione, ancora in fase di definizione, del programma di valorizzazione da produrre per la richiesta di acquisizione della proprietà del complesso monumentale e pertanto rappresenta una tappa, forse non definitiva, di tale percorso progettuale.

8.1 Motivazione delle scelte progettuali

Il progetto da noi elaborato per la rifunzionalizzazione del convento di Nicosia ha come scopo principale la riconquista di un patrimonio in pericolo e in condizione di non poter essere goduto da parte della popolazione della zona. Per individuare le attività che vi si potrebbero insediare è necessario innanzitutto esaminare il contesto all’interno del quale il manufatto si colloca e in cui si andrà ad inserire in modo attivo una volta restaurato.

Calci e la Valgraziosa costituiscono un luogo estremamente interessante dal punto di vista turistico; la vicinanza a Pisa, pur restando al di fuori dell’area urbana, e la facilità di spostamento verso le principali città della zona ne fanno, potenzialmente, una meta ambita dal punto di vista ricettivo. Inoltre, la Pieve e la Certosa1, con il Museo di Storia Naturale, costituiscono un’attrattiva che, se potenziata, potrebbe portare un notevole incremento di visitatori nell’area.

Il progetto di Nicosia non potrà non tener conto di questi aspetti. Esso si dovrà inserire nel panorama calcesano integrando e ampliando l’offerta turistico-culturale già presente sul territorio.

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Sul tema del Federalismo Demaniale, a oggi, solo il Comune di San Gimignano, in provincia di Siena, ha completato con successo l’iter burocratico che gli ha consentito di ottenere il passaggio di proprietà del bene. Le scelte progettuali elaborate dall’ente hanno seguito vari criteri, fra cui la valorizzazione delle tipicità e della cultura del luogo e la sostenibilità dell’intervento. Anche questi due aspetti indirizzeranno le nostre decisioni.

Quanto al primo, è opportuno evidenziare che il territorio di Calci e della “Valgraziosa” è sempre stato legato a tre tipi di attività: la molitura, grazie al grande numero di corsi d’acqua presenti nella zona, l’artigianato e la produzione dell’olio, quest’ultima ancora oggi di grande importanza e prestigio. L’inserimento di attività che possano richiamare o potenziare il settore produttivo locale sarà, indubbiamente, da privilegiare.

Rispetto, invece, alla sostenibilità economica dell’intervento, occorre tener presente che per garantire la fattibilità di un restauro di tale portata economica dovrà essere trovato un giusto compromesso fra ciò che potrà essere messo in campo dall’ente locale e i contributi dei privati, i quali potranno partecipare ai lavori e alla successiva gestione del complesso architettonico. Pertanto, il progetto sarà suddiviso in varie fasi puntando al raggiungimento di un autofinanziamento degli stadi successivi attraverso la riscossione dei canoni di locazione degli spazi già ultimati, nonché facendo affidamento ai fondi privati.

Si tenga infine presente che in un intervento di recupero e riutilizzo di un bene è possibile che, ove non sia rispettata la funzione per la quale l’edificio era stato costruito, esso sia sottoposto ad interventi strutturali che potrebbero comprometterne l’identità storico-architettonica. Si rivelerà essenziale, per tale ragione, individuare delle destinazioni d’uso quanto più vicine a quelle iniziali, in modo che i lavori di ristrutturazione non risultino troppo massicci.

Per stabilire quali attività prevedere nella stesura del progetto e quali criteri seguire per la scelta della loro ubicazione all’interno del manufatto, faremo riferimento a quanto affermato dalla “Carta del Restauro Italiana” nel punto 4, in riferimento ai monumenti “che possono dirsi viventi”2: “Siano ammesse solo quelle utilizzazioni non troppo lontane dalle destinazioni primitive, tali da non recare negli adattamenti necessari alterazioni essenziali all’edificio”. Nell’intento di rispettare questa

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raccomandazione adotteremo delle scelte che rispecchiano le antiche ed originarie funzioni degli ambienti3 del convento.

8.2 I criteri d’intervento

Avendo esaminato in modo attento e puntuale lo stato di fatto dell’edificio ed approfondito lo studio dell’evoluzione storica del complesso, siamo giunti alla conclusione che una proposta di riutilizzo del convento debba rispettare, il più possibile, le peculiarità dell’organismo architettonico in un’ottica di conservazione e valorizzazione degli spazi e delle rilevanze storico-artistiche.

A tale scopo, dovremo optare per una disposizione delle destinazioni d’uso dei locali tale da ridurre al minimo le trasformazioni dell’apparato edilizio preesistente. In tale prospettiva rientrano diversi tipi d’intervento.

8.2.1 Demolizioni e nuove edificazioni

Obiettivo principale del nostro progetto è quello di recuperare il convento di Nicosia, donando nuova vita a un complesso monumentale che vanta più di settecento anni di storia.

Al fine di mantenere intatto l’aspetto dell’edificio, così da rispettarne la conformazione, sottolinearne le caratteristiche artistico-architettoniche e renderne leggibili ed apprezzabili l’aspetto e le trasformazioni nel tempo, opteremo per limitare al minimo le demolizioni degli elementi strutturali esistenti.

Dall’analisi del quadro fessurativo è evidente che alcune pareti, in particolar modo quelle realizzate per sovrapposizione di un’unica fila di mezzane disposte di taglio4, dovranno essere obbligatoriamente sostituite e realizzate con tecniche costruttive differenti. Per le tramezzature in forati5, erette nel corso del XX secolo per rispondere alle esigenze funzionali in periodo bellico o per suddividere gli spazi dei magazzini, si prevede la loro demolizione solo qualora esse siano conseguenti ad un

3 Non in riferimento all’esercizio del culto, ma, piuttosto, alle funzioni della canonica: cucina, refettorio, dormitorio, ecc.

4 Molte delle quali sono già parzialmente collassate. 5

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eccessivo degrado e a condizione che quelle nuove, in loro sostituzione, ne conservino la conformazione.

I tamponamenti delle aperture fra le celle e fra i vani dell’ala nord al piano terra saranno rimossi allo scopo di ottimizzare la fruizione degli spazi e, al contempo, ripristinare la condizione originale (e in questo caso neppure troppo antica) degli ambienti.

Altre parziali demolizioni interesseranno i solai o le pareti interne per la realizzazione degli ascensori, i quali, al fine di garantire l’accessibilità della struttura anche ai diversamente abili, dovranno possedere adeguate caratteristiche impiantistiche e dimensionali. L’ubicazione scelta per l’installazione di questi elementi andrà ad intaccare parti moderne o che dovrebbero essere, in ogni caso, oggetto di sistemazione6 (ad esempio, i solai).

Per le nuove costruzioni opereremo in maniera da condurre interventi facilmente ripristinabili: sopra la pavimentazione delle celle e a contenimento degli impianti dei servizi igienici saranno collocate apposite pareti7 per ridurre, anche in questo caso, le trasformazioni della struttura nel processo di rifunzionalizzazione.

Tutti gli interventi di tamponamento delle aperture dovranno essere condotti in modo discreto, senza pregiudicare la futura possibilità di poter riaprire i passaggi chiusi.

8.2.2 Gli impianti

L’inserimento degli impianti moderni all’interno di un edificio storico come Nicosia rappresenta sempre una questione spinosa e priva di una soluzione “indolore” per il manufatto su cui si interviene.

Gli impianti maggiormente invasivi saranno quelli dei servizi nelle camere del piano primo. Come si è detto, al fine di limitare l’incidenza delle operazioni di inserimento dei nuovi impianti nelle strutture preesistenti, proponiamo la concentrazione dei servizi igienici[Fig.1] su pareti di nuova edificazione e provviste di sistemi di pompaggio per ridurre le pendenze e non dover intaccare i solai di piano. Per l’impiantistica si è quindi optato per una soluzione indirizzata, anche in questo caso, al minor impatto sulle strutture, consistente nell’inserimento dei cavi e delle tubazioni

6 Come nel caso della porzione tardo settecentesca/ottocentesca della superfetazione di nord-est. 7

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nelle numerose intercapedini presenti fra le volte del piano primo e le strutture lignee dei solai soprastanti. La realizzazione di questi interventi sarà contestuale alle operazioni di recupero dei solai lignei degradati.

Per il collegamento degli impianti fra i vari livelli della struttura andremo a sfruttare, ove presenti, le intercapedini già individuate e descritte nei capitoli precedenti8; ove ciò non sia possibile, valuteremo caso per caso l’intervento più adatto alla situazione concreta, privilegiando, ad ogni modo, quelle soluzioni che garantiranno la massima conservazione del manufatto.

Per gli impianti elettrici cercheremo, per quanto possibile, di inserirli in modo da non danneggiare l’organismo edilizio. Dovremo prevedere di utilizzare le intercapedini fra i solai e le volte sottostanti e sfruttare al massimo le pareti aggiunte. Il posizionamento degli impianti elettrici dovrà essere deciso a seguito di un’estesa campagna di saggi sulle murature in modo tale da non compromettere l’integrità di affreschi o decori attualmente nascosti.

Per gli impianti della cucina se ne prevede l’inserimento all’interno del locale già adibito a cucina ottocentesca; questa scelta ci permetterà, da un lato, di apportare tutte le migliorie necessarie alla struttura, soggetta ad importanti interventi di ripristino a seguito del pessimo stato di conservazione della superfetazione, e, dall’altro, di utilizzare la vecchia canna fumaria per inserirvi e nascondervi la nuova. Anche questo accorgimento verterà nella ricerca di una minor manifestazione possibile, specie all’esterno, degli interventi compiuti sull’edificio, senza considerare che danneggiare poco le preesistenze, oltre a garantire una minima modifica delle peculiarità artistico-architettoniche del complesso, scongiura l’insorgenza di eventuali fenomeni di destabilizzazione strutturale o di riduzione delle caratteristiche meccaniche degli elementi.

8.2.3 La distribuzione funzionale negli ambienti

Per stabilire la distribuzione delle varie funzioni nelle diverse aree e, più nello specifico, nei differenti vani del complesso architettonico, si è innanzitutto valutato

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l’aspetto funzionale, dando ampio valore alla massima fruibilità degli ambienti e all’efficiente interazione fra spazi pubblici e privati.

Un altro tema che ci ha guidato nella redazione del progetto di riqualificazione è quello della conservazione, per quanto possibile, delle funzioni originali dei locali. Tale scelta progettuale rientra in un più ampio quadro di studio filologico del complesso e tende a garantire una naturale adattabilità degli ambienti alle esigenze e alle peculiarità delle singole attività9.

Un ulteriore aspetto di cui si è tenuto conto in questa fase risiede nella volontà di garantire la valorizzazione e la visibilità degli elementi di pregio del complesso; pertanto, i vani particolarmente interessanti dal punto di vista storico-artistico saranno destinati a funzioni che ne permettano una visione ad un numero assai ampio di visitatori.

8.2.4 Gli accessi e i collegamenti verticali

Il convento di Nicosia presenta una certa disomogeneità di quote in corrispondenza delle differenti ali. Il primo problema di accessibilità che ci si trova ad affrontare consiste nella differenza di quote fra il sagrato della chiesa e l’interno del chiostro. È chiaro che, in un’ottica di conservazione, non possiamo prevedere l’inserimento di pedane o di altri accorgimenti in corrispondenza del portale di accesso, ma si dovrà scegliere una differente collocazione. Il nostro progetto prevede quindi l’aggiunta di un ingresso per i diversamente abili con l’apertura di una porta, oggi tamponata [Fig.2], posta oltre il muro a delimitazione dell’antico giardino del priore. La rampa per il superamento del dislivello sarà inserita internamente, a comunicazione del primo locale e del secondo [Fig.2].

La pulitura delle aree verdi intorno al convento consentirà il ripristino della vecchia viabilità (ancora presente nella cartografia tecnica regionale) che conduceva dalla via a sud, fino all’originario ingresso dei sotterranei del convento, a nord. Si potrà così ottenere un secondo accesso alla struttura in corrispondenza del piano seminterrato, utilizzabile dagli ospiti della struttura ricettiva, dai clienti delle attività previste per il

9 La localizzazione e la descrizione delle differenti funzioni sarà affrontata più dettagliatamente nel corso del paragrafo successivo.

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piano seminterrato10 e persino dai fornitori. Il collegamento del seminterrato con i piani superiori sarà garantito dalle due scale già presenti (di cui una, quella a sud, avente solo funzione di scala di emergenza o di servizio) e da un ascensore che raggiungerà tutti i livelli dell’edificio, che sarà collocato in corrispondenza dell’attuale apertura a nord [Fig.3].

Altri due ascensori saranno collocati invece nell’angolo nord-est del complesso, in corrispondenza dei vani risalenti all’ultima espansione della superfetazione ivi presente [Fig.4]. Essi, tuttavia, collegheranno esclusivamente il piano terra al piano primo, senza arrivare alla quota del seminterrato, che non si estende sotto tale area, ma termina più a ovest.

8.3 Le destinazioni d’uso previste

Viste le premesse fatte nei paragrafi precedenti, è possibile giungere alla definizione delle plurime funzioni che caratterizzano il progetto di riutilizzo del convento.

La Certosa di Calci è un importante monumento ancora oggi oggetto di studio e di ricerca da parte di studiosi e architetti provenienti da tutta Europa. Essa non riveste importanza solo sotto il profilo puramente artistico o architettonico, ma è pure un pregevole esempio per quanto riguarda gli orti dei frati. Per sfruttare questa potenzialità unica, su proposta del “Laboratorio del Paesaggio”11 si è pensato di fondare a Nicosia una “Scuola di arte dei giardini e del paesaggio”. Un’attività di questo tipo potrebbe essere strutturata in modo da poter sfruttare sia gli orti e i terreni di Nicosia sia quelli della Certosa, ottenendo, così, la riqualificazione di tali spazi unendovi un fine accademico.

La Certosa ha anche un museo al suo interno e, in adiacenza, nella parte di proprietà dell’Università di Pisa, è presente un importante museo di storia naturale. Questi elementi di attrattività turistica potrebbero essere affiancati da una foresteria o da un albergo; per tale ragione, in aggiunta alla necessità di avere locali dove far soggiornare gli allievi della “Scuola di arte dei giardini e del paesaggio”, si prevedrà la realizzazione di una struttura ricettiva all’interno del convento di Nicosia.

10 V. par.8.3.5.

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In ragione della destinazione accademica e della possibilità di alloggio, potranno anche essere realizzati locali per conferenze, riunioni e seminari.

Tutte queste attività richiederanno anche la previsione di locali dove poter mangiare e, pertanto si dovrà prevedere anche l’inserimento di un bar e di un ristorante. In base a quanto detto in precedenza circa la necessità di promuovere le tipicità dell’olio, si avrà cura di incentivare opportunamente tale prodotto. Sempre nell’ottica di conservazione delle tradizioni, si andrà a valorizzare anche la produzione del vino, sviluppatasi in tempi remoti al convento di Nicosia grazie ai possedimenti terrieri di cui si è parlato in questa tesi12.

Infine, la necessità di mantenere viva la memoria del complesso di Nicosia ci porta a dover prevedere la presenza di locali a destinazione museale o espositiva, nei quali poter rivivere la storia del convento e conoscere anche i particolari del lavoro di restauro, rispettando così la raccomandazione delle varie Carte13 circa la pubblicizzazione degli interventi di restauro effettuati su di un monumento.

8.3.1 La “Scuola dell’arte dei giardini e del paesaggio”

Vista la mole del progetto di restauro di Nicosia, l’attuazione del programma sarà suddivisa in più fasi. Nella prima si prevede il definitivo recupero dei locali della foresteria quattrocentesca (già lazzeretto). Considerando la destinazione che proponiamo di darle (ossia di sede della scuola) e vista la realizzazione dell’hotel14 soltanto in una fase più avanzata dei lavori, progetteremo questa struttura come una sorta di piccola foresteria15 in cui tenere i corsi e collocare gli uffici direzionali e amministrativi della scuola.

L’ingresso principale alla struttura sarà costituito dall’ampia porta ad arco affacciata sul lastricato che dal monumentale portale di accesso conduce al sagrato della chiesa e all’edificio conventuale, posta centralmente rispetto all’edificio. Una volta varcata la soglia si giungerà nella reception, dove si trovano le scale per scendere nel piano seminterrato, che ospiterà un ufficio direzionale, un magazzino e i locali degli

12 V. cap.2.4. 13

V. par.4.2. 14 V. par.8.3.4.

15 Ciò segue la direzione di un ripristino delle funzioni originali (anche se solo per la fase iniziale). Come si è affermato nei capitoli relativi alla storia di Nicosia, infatti, questi locali furono più volte nominati “foresteria parva”, piccola foresteria.

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impianti. Il suddetto elemento di collegamento verticale non è presente attualmente e per la sua realizzazione dovrà essere demolito, in parte, il solaio del piano terra. Per quanto un simile intervento possa risultare discutibile, è da considerare il fatto che i solai di questo edificio sono stati tutti ricostruiti recentemente a seguito di un discutibilissimo intervento di recupero conservativo [Fig.5].

Il piano terra [Fig.6] sarà suddiviso in due parti dai locali della reception: a sud di quest’ultima avremo un’ampia sala destinata alle attività didattiche e ricreative della scuola, preceduta da un bar munito di cucina; a nord, invece, sarà presente una sala comune dalla quale si avrà accesso all’ufficio direzionale (situato nell’attuale garage, oggetto di un consistente lavoro di riqualificazione), ai servizi e alla rampa della scale, la stessa presente attualmente, di accesso al piano primo.

Al livello superiore [Fig.7] sfrutteremo la conformazione attuale e, attraverso la realizzazione di tramezzi, realizzeremo un corridoio a ovest dell’edificio sul quale si affacceranno le tre camere previste. Nella parte terminale del corridoio sarà previsto un piccolo appartamento per il custode della struttura.

Interventi

In primo luogo si prevede la demolizione di una parte del solaio al piano terra per la realizzazione della rampa di scale di collegamento con il seminterrato. Tale intervento sarà attuabile senza particolari problematiche data la struttura dei solai, realizzati con longherine in acciaio e tavelloni con soletta armata.

Un’altra demolizione da effettuare sarà quella delle attuali scale di collegamento fra i due livelli di cui sopra, poiché di dimensioni ridotte ed insufficienti al futuro fabbisogno della struttura. Si prevede un simile intervento poiché anch’esse costituiscono una superfetazione, degli anni Novanta, in calcestruzzo armato; alla rimozione di questo elemento si accompagnerà la realizzazione di una nuova porzione di solaio per collegare i locali a sud con l’ufficio a nord; sarà inoltre ricavato lo spazio per un ripostiglio.

Fra le opere di nuova costruzione vi sono i nuovi tramezzi, posti a chiusura delle tre stanze, a formare un corridoio ad ovest. I locali saranno dotati di servizi privati che dovranno essere realizzati in modo da poter essere eliminati senza dover intervenire in maniera eccessiva sulla struttura; il che si rende utile, oltre che auspicabile, in vista della realizzazione dell’hotel all’interno del convento, che avverrà in una seconda fase.

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Altro lavoro da eseguire sarà la sistemazione interna dell’appartamento del custode a sud dell’edificio, con l’inserimento di servizi igienici ed una nuova ripartizione interna attuabile con tramezzi.

Infine, si considera necessario il restauro degli elementi strutturali lignei del piano terra e la risistemazione dei solai già realizzati.

Interventi di “aggiornamento” in corrispondenza della seconda fase dei lavori Gli interventi per riadattare l’ex infermeria quattrocentesca alla successiva fase costruttiva (nella quale si interverrà sul convento vero e proprio, ubicando al suo interno un hotel al piano primo e in alcuni locali del piano terra) saranno:

- l’eliminazione dei bagni al piano primo per permettere l’utilizzo delle tre stanze a fini didattici (per la Scuola dell’arte dei giardini e del paesaggio) o a fini associativi16;

- l’opzionale dismissione del bar al piano terra, con conseguente risistemazione dell’area comune, a seguito della realizzazione di altra caffetteria all’interno dell’edificio principale.

8.3.2 Il bar/caffetteria

Oltre all’ubicazione di un bar a servizio della Scuola del paesaggio, si prevede la presenza di un altro servizio di questo tipo17 anche all’interno del corpo principale del convento di Nicosia. Questo esercizio occuperà i locali del custode, l’atrio posto a sud dell’ambiente del refettorio e due locali accessori, ricavati da due stanze al pano terra un tempo parte degli appartamenti del priore [Fig.8]. Tale posizione garantirà tre differenti possibilità: l’accesso diretto dall’esterno18, così da consentire un utilizzo più agevole del bar da parte dei visitatori, o dei fedeli venuti ad assistere alle funzioni religiose; l’utilizzo dell’area dei giardini del priore per l’allestimento esterno in periodo estivo, in una zona con una magnifica vista sul vallino sottostante; la possibilità di accedervi direttamente dal chiostro del convento che, come vedremo, resterà alla collettività come spazio pubblico.

16 Si prevede, in questa fase successiva, che le tre stanze siano assegnate alle associazioni del luogo legate alla cultura e alla tradizione del paese di Calci e della Valgraziosa.

17 Sostitutivo al primo. 18

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L’ingresso principale del bar, lo dicevamo poc’anzi, sarà dal chiostro, nella seconda sala del porticato ovest, dove sarà installato il bancone per il servizio; le due sale più a sud saranno adibite alla consumazione e i quattro vani al piano terra, un tempo appartamento invernale del priore, saranno occupati dall’ingresso esterno, dal magazzino e dai servizi igienici.

Interventi

Per la realizzazione dei servizi del bar sarà necessaria la ricostruzione dei solai dell’ex casa del priore che, ad oggi, risultano crollati o irreparabilmente lesionati. Queste opere, resesi necessarie per oggettive esigenze strutturali, permetteranno l’inserimento, sia al piano terra che al piano primo, degli impianti occorrenti alle nuove destinazioni d’uso dei locali.

La posizione sopra descritta sarà ottima anche per gli scarichi, poiché al di sotto del piano terra, come si può vedere dal crollo del solaio, è presente un locale (posto a sud della cosiddetta “fossa della leonessa”) dal quale sarà possibile ricollegarsi alla rete fognaria19.

Un altro intervento da effettuare consisterà nella rimozione del tamponamento della porta esterna (che un tempo permetteva al priore l’accesso al giardino) e sarà realizzata una rampa interna per il superamento del dislivello presente [Fig.2].

8.3.3 Il centro congressuale20

All’interno di strutture alberghiere e in edifici storici restaurati, sempre più spesso si prevedono locali di media grandezza per l’attività congressuale; sale dove ospitare, in particolar modo, convegni di professionisti all’interno di strutture dove poter alloggiare per qualche giorno.

Con la previsione di inserire a Nicosia la sede della “Scuola dell’arte dei giardini e del paesaggio”, questi ambienti avranno grande importanza nell’attività della stessa: vi si potranno organizzare meeting e incontri su temi paesaggistici e architettonici, il tutto

19 La rete fognaria dovrà essere totalmente realizzata in quanto, per ovvie ragioni, è oggi inesistente. 20

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all’interno di un pregevole manufatto storico inserito in un contesto ambientale di eccezionale rilievo, come quello della Valgraziosa.

L’ingresso principale all’area dei congressi sarà consentito attraverso l’atrio a nord dell’attuale refettorio. Da qui si avrà accesso a varie zone nelle quali saranno svolte differenti funzioni. A sud, troverà spazio l’ampia sala convegni di circa cento posti, realizzata all’interno dell’antico refettorio del convento. Ad ovest dell’atrio sarà collocata l’area buffet, realizzata nei locali della cucina; questa ubicazione sarà ottimale dal punto di vista logistico, vista la vicinanza alla sala convegni, e, una volta rimossa la vegetazione che attualmente copre il locale determinandone il degrado, garantirà una splendida vista sulla collina circostante e sulle pendici della Verruca. Dalla porta ad est si potrà accedere ad una sala per convegni, meeting o seminari di più modeste dimensioni, realizzata all’interno della sala capitolare; ancor più ad est vi saranno una sala riunioni ed una sala relax ad uso dei partecipanti, alle quali si accederà direttamente dal chiostro passando attraverso il corridoio tutt’ora esistente. La zona per il relax si estenderà anche allo stanzone dell’angolo nord-est, dove, sotto le grandi arcate che lo caratterizzano, saranno disposte poltrone e divani. Da questo ambiente, così come dalla porta nord dell’atrio principale, si avrà accesso a due distinte zone per i servizi igienici ad uso dei partecipanti alle attività congressuali.

Interventi

La realizzazione di un centro di accoglienza nell’atrio dell’angolo nord-ovest (che, come vedremo, dovrà assolvere anche alla funzione di reception per l’albergo sovrastante) implicherà la rimozione della tamponatura che divide in due parti questo ambiente, al quale sarà restituita l’originaria ampiezza ed unitarietà.

In aggiunta a ciò e agli interventi già descritti nei capitoli precedenti, per poter adattare questi ambienti dell’edificio alle nuove funzioni previste ci si limiterà alla realizzazione dei servizi igienici e all’apertura di due porte, oggi tamponate con mattoni forati (e che quindi non costituiscono altro se non una semplice rimozione di barriere create nel più recente periodo, prive di qualsivoglia valore storico, artistico o architettonico).

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8.3.4 L’albergo

Il piano primo del convento [Fig.15] sarà interamente in uso all’esercizio alberghiero. Questa scelta è obbligata per garantire la riservatezza e la sicurezza degli ospiti. La disposizione delle camere si conformerà alla preesistenza, senza sconvolgimento delle strutture né “rivoluzione” dell’attuale articolazione interna degli spazi.

Le camere avranno differente ampiezza (da singola a quadrupla) e saranno tutte provviste di bagno privato e dei servizi in uso alle moderne strutture alberghiere, per un totale di 45 posti letto.

L’ala a sud del chiostro sarà adibita a sala comune, dove gli ospiti della struttura potranno leggere o conversare. L’aggiunta di un ambiente di questo tipo risponde alle esigenze connesse al potenziale utilizzo di questa struttura ricettiva da parte degli allievi della scuola e dei partecipanti a convegni o attività connesse con la Certosa e il Museo di Storia Naturale.

I locali dove sono collocati elementi di pregio, come la cella a sud del corridoio ad ovest del chiostro, dov’è presente un affresco risalente alla prima fase costruttiva dell’edificio, saranno lasciati sgombri e ad uso comune a tutti gli ospiti, così da valorizzare ulteriormente la valenza architettonica e artistica del complesso di Nicosia.

Gli accessi al piano saranno garantiti dalle due scalinate poste in prossimità delle intersezioni dei tre corridoi, nonché dagli ascensori da inserire nelle medesime zone.

L’ascensore a nord-ovest collegherà l’ingresso del ristorante con la reception [Fig.11] e il piano primo, quello a nord-est invece collegherà l’albergo al piano primo gli spazi relax e le sale d’attesa per gli uffici amministrativi e direzionali della struttura, che saranno interamente realizzati in questa parte del convento.

Interventi

Gli interventi più consistenti da effettuare per l’attuazione delle previsioni progettuali saranno quelli di inserimento dei bagni e degli impianti necessari. La realizzazione dei bagni privati delle varie camere rispetterà la scansione interna degli ambienti attuali. Più precisamente, lavoreremo su moduli di tre celle così strutturati: le due celle poste alle estremità saranno trasformate in altrettante camere, mentre la cella centrale, divisa in due da una parete di nuova costruzione perpendicolare al corridoio,

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sarà occupata da due locali più piccoli adibiti a servizi igienici, uno per ciascuna camera.

La realizzazione degli ascensori non comporterà grandi stravolgimenti o danni all’impianto storico, in quanto saranno inseriti, come dicevamo, all’interno delle parti di più recente costruzione, prive di elementi di pregio storico o artistico.

La normativa antincendio ci impone dei dimensionamenti delle vie di fuga in caso di incendio; pertanto, il nostro progetto prevederà l’inserimento di una scala per l’evacuazione della struttura, alla quale si potrà accedere dall’ampia portafinestra dell’angolo sud-est.

8.3.5 Il ristorante

Il ristorante sarà realizzato al piano seminterrato, con due sale corrispondenti all’ampio vano a nord (dove è presente il tino) [Fig.12] e al locale compreso fra la scala della ghiacciaia e quello chiuso fra muri più a nord. A questa sistemazione si potrà affiancare un allestimento sull’esterno, nella “fossa della leonessa”[Fig.13], con possibilità di accesso dal corridoio per i clienti e dalla cucina.

Nei vani interni del piano interrato saranno collocati il magazzino del ristorante ed i servizi igienici per gli ospiti e i dipendenti.

La cucina si troverà sotto al vano dove era collocata la cucina ottocentesca e, mediante l’installazione di un montacarichi, servirà sia il ristorante al piano seminterrato sia il servizio buffet al piano terra.

La scelta di collocare il ristorante nel seminterrato e non nel refettorio si riconduce a due distinte motivazioni: in primo luogo il refettorio, in quanto locale di pregio, ampio e centrale, si presta bene, a differenza di qualsiasi altro ambiente della canonica, ad accogliere la funzione di sala per congressi; in secondo luogo, ma non meno importante, l’ubicazione del ristorante nell’interrato permette una separazione più marcata di questo esercizio rispetto al resto dell’impianto e ne consente la collocazione nel contesto che più di ogni altro è legato alle tradizioni produttive del convento, come la produzione del vino e dell’olio.

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Interventi

Al fine di rendere realizzabile questo intervento, oltre alle attività di recupero e pulitura delle strutture dell’edificio e della zona circostante, dovranno essere compiuti alcuni ulteriori lavori.

Si dovranno innanzitutto eliminare due tamponature: la prima è quella sussistente tra i locali destinati la cucina ed il corridoio interno, per consentire il passaggio diretto delle pietanze; la seconda è quella presente sul corridoio che, una volta aperta, permetterà l’accesso diretto allo spazio esterno.

Un ultimo intervento21 sarà quello della demolizione di un tramezzo nel locale interno, a est della cucina, per la realizzazione di un magazzino.

8.3.6 Il chiostro, gli orti e i giardini esterni

Per qualsiasi convento, il chiostro è senz’altro uno degli elementi di maggior rilievo e caratterizzazione; per questo motivo, il nostro intento è quello di rendere quest’area aperta e fruibile da parte di tutta la popolazione. Il fascino del luogo e l’attaccamento ad esso manifestato dagli abitanti della zona fanno del chiostro di Nicosia un luogo perfetto per la celebrazione di matrimoni civili o per servizi fotografici; il che, non potrà che costituire un valore aggiunto per il ristorante, il bar e l’albergo.

Per quanto riguarda gli orti e i giardini ad est e a nord dell’edificio, questi saranno restaurati, nel corso del tempo, da parte della “Scuola dell’arte dei giardini e del paesaggio”, che, in un’ottica di rispetto e tutela delle caratteristiche storico-ambientali, porterà alla luce un bene oggi nascosto sotto cespugli di rovi e cumuli di macerie.

8.3.7 Lo spazio espositivo

Il vano dell’originaria sala capitolare, successivamente trasformata in lavanderia, è uno degli ambienti più importanti e caratteristici del complesso. La presenza degli affreschi sulla parete nord e delle aperture gotiche al di sotto dello strato di intonaco

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della facciata, nonché l’esistenza di elementi strutturali aggiunti in seguito, fanno di questo luogo la location ideale per inserirvi un piccolo spazio espositivo dedicato al convento di Nicosia, alla sua evoluzione e al suo restauro. Tramite questo spazio sarà ricostruita e narrata la storia del complesso architettonico, dalla fondazione sino ai giorni nostri, il tutto in una cornice che lascia trasparire quanto nette e profonde siano state le trasformazioni che la canonica di Nicosia ha subito nel corso dei secoli.

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Piante di progetto

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Dettagli di progetto

Fig. 1

Concentrazione dei servizi.

Fig. 2

Accessi alla struttura e rampa interna.

Fig. 3

Ascensore e montacarichi - angolo nord-ovest.

Fig. 4

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Fig. 5

Interventi sulla foresteria quattrocentesca.

Fig. 6

Piano terra della foresteria.

Fig. 7

Piano primo della foresteria.

Fig. 8

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Fig. 9

Centro congressi nelle aree nord e ovest del piano terra.

Fig. 10

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Fig. 11

Spazio buffet, reception e vani scala (angolo nord-ovest).

Fig. 12

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Fig. 13

Sala interna e spazio esterno, cucina e servizi del ristorante (piano seminterrato).

Fig. 14

Spazi espositivi, spogliatoi per dipendenti e servizi igienici (lato est del piano terra).

Fig. 15

Riferimenti

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