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Academic year: 2021

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La risorsa FUNGO in Alta Valle del Vara

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Amanita

verna (Bull.) Lam. var. decipiens Trimbach

Famiglia: Amanitaceae Sinonimi: //.

Etimologia: il genere origina dal gr. amanîtai (cfr. Amanita

caesarea). L'epiteto specifico deriva dal lt. vernus, ‘primaverile’, per il suo periodo di crescita.

Nomi comuni: tignosa di primavera, agarico di primavera. Nomi popolari liguri: buèi gianchi. Alta Valle del Vara: manita, crepa-gatti.

Periodo di crescita: primaverile.

Caratteristiche morfologiche: cappello fino a 10 cm, emisferico poi da convesso a quasi piatto, da bianco a crema pallido, liscio, glabro e viscidulo. Lamelle bianche, abbastanza fitte. Margine intero o vagamente eroso. Gambo 12x2 cm, cilindrico-clavato bulboso, bianco, da liscio a setoso. Anello bianco, membranoso. Volva a sacco, bianca, a volte appressata al gambo. Carne bianca. Odore e sapore insignificanti. Sporata bianca.

Habitat: boschi di varia tipologia, anche se in Alta Valle del Vara sembra prediligere i querceti (Quercus sp.pl.).

Commestibilità: velenoso mortale! Responsabile di una sindrome a lunga latenza con sintomi iniziali a carico dell'apparato gastroenterico; frequenti sono i danni al fegato e ai reni (cfr. sindromi tardive). Le sostanze implicate in questa sindrome citotossica si individuano nelle amanitine che bloccano in modo irreversibile un enzima, l’RNA polimerasi, portando alla necrosi cellulare.

Osservazioni: possibili confusione con forme chiare di Amanita phalloides, oppure anche con specie di medie dimensioni bianche o con colori prevalenti molto chiari come Bovista plumbea, Tricholoma

columbetta, Agaricus arvensis e A. campestris (questi ultimi due nello stadio giovanile). Amanita verna var. decipiens è comunque un fungo tipicamente primaverile ed ha la presenza contemporanea di una

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93 volva a sacco e di un anello sul gambo.

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Armillaria mellea

(Vahl.: Fr.) P. Kummer

Famiglia: Tricholomataceae

Sinonimi: Agaricus melleus Vahl; Agaricus sulphureus Weinm;

Armillariella mellea (Vahl) P. Karst.

Etimologia: il genere deriva dal lt. armilla, ‘braccialetto’, in riferimento al caratteristico anello presente sul gambo e dal lt. mel, ‘miele’, per il colore del cappello.

Nomi comuni: agarico color miele, chiodino, famigliola buona. Nomi popolari liguri: fungo de sarxio, fonzo de sarxo, funzo de l'anello. Alta Valle del Vara: famijeé.

Periodo di crescita: estivo-autunnale.

Caratteristiche morfologiche: micelio (rizomorfe) nero,

brillante, tra il legno e la corteccia. Cespitoso. Cappello fino a 10 cm, da bruno oliva a giallo, con fini squame brunastre, labili.

Margine esile con residui di velo. Imenio con lamelle

subdecorrenti, biancastre, rapidamente macchiate di bruno. Gambo fino a 20x1,5 cm, cilindraceo, ocra-giallo abbastanza pallido, glabro o appena fioccoso. Anello membranoso. Carne biancastra. Odore fungino. Sapore amaro e astringente. Sporata bianca.

Habitat: lignicolo, su tronchi o radici per lo più di latifoglie. Normative per la raccolta e/o commercializzazione: specie ammessa al commercio sul territorio nazionale come fungo fresco e conservato (allegati I e II D.P.R. 376/95); non vi sono limiti di peso per la raccolta di questa specie (art. 3, L.R. Liguria 27/2007). Commestibilità: commestibile dopo cottura, previa eliminazione dei gambi, negli esemplari sviluppati. Da consumarsi preferibilmente da giovane. Se crudo o non ben cotto provoca intossicazioni con sintomi gastrointestinali. A volte è confuso con

Hypholoma fascicolare (cfr. scheda) e H. sublateritium (Fr.) Quelet; questi però sono immangiabili a causa del loro sapore amarissimo.

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95 Utilizzazioni: dopo cottura, sott’olio (cfr. note etnomicologiche). Osservazioni: è specie parassita di piante arboree. Questa specie risulta utilizzata nella medicina tradizionale cinese (Ferri et al., 2007). Armillaria ostoyae (Romagn.) Herink e A. lutea Gillet sono entità simili, di analoga commestibilità e di difficile riconoscimento senza l'ausilio di caratteri microscopici.

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