UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE
CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN
ANALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO DONGHI DELL’UNIVERSIT
STUDIO GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI
RELATORE: Ch.mo Prof.
CORRELATORI: Ing. G IULIA Ing. M ICHELE
1
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE
ORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN
I NGEGNERIA C IVILE
TESI DI LAUREA
NALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO DONGHI DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA
GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI MACROELEMENTI
Ch.mo Prof. C LAUDIO M ODENA IULIA B ETTIOL
ICHELE F AVA
LAUREANDO: M ATTIELLO E LENA
ANNO ACCADEMICO 2012/2013
PADOVA
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE
ORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN
NALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO À DI PADOVA:
GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI
LENA N° 1014584
2
INDICE
INTRODUZIONE ... 6
CAPITOLO I - ANALISI STORICO CRITICA ... 7
1.1 Inquadramento geografico dell’edificio ... 7
1.2 Inquadramento geologico del sito ... 9
1.3 Inquadramento sismico ... 12
1.3.1 Il rischio sismico ... 12
1.3.2 Storia sismica ... 13
1.4 Analisi storico – critica ... 16
1.4.1 Cenni storici ... 16
1.4.2 Evoluzione dell’edificio ... 21
CAPITOLO II - RILIEVO FOTOGRAFICO ... 29
2.1 Descrizione generale ... 29
2.2 Destinazione d’uso e spazi interni ... 33
CAPITOLO III - RILIEVO GEOMETRICO DEL MANUFATTO ... 39
3.1 Inquadramento Generale... 39
3.1.1 Analisi dell’edificio ... 41
CAPITOLO IV - DIAGNOSI SUL CAMPO ... 55
4.1 Il rilievo materico costruttivo ... 55
4.1.1 Prove soniche ... 55
4.1.1.1 Esecuzione delle prove in situ ... 57
4.1.1.2 Risultati della campagna di Indagini ... 59
4.1.2 La prova magnetometrica ... 78
4.1.2.1 Premessa ... 78
4.1.2.2 Esecuzione delle prove magnetometriche in situ ... 79
4.1.3 Prove sclerometriche ... 98
4.1.3.1 Premessa ... 98
4.1.3.2 Esecuzione delle prove sclerometriche sulla struttura ... 99
4.1.3.3 Elaborazione dei risultati ... 102
CAPITOLO V - ANALISI DELLO STATO DI FATTO E DEL COMPORTAMENTO STRUTTURALE CON
INDICAZIONE DEI DANNI ... 103
3
5.1 Analisi degli elementi strutturali ... 103
5.2 Rilievo critico ... 119
5.3 Impianti Tecnologici ... 126
CAPITOLO VI – VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA ... 129
6.1 Normativa di riferimento ... 129
6.2 Analisi dei carichi ... 131
6.2.1 Caratteristiche meccaniche ed analisi dei carichi ... 131
6.2.2 Valutazione dell’azione sismica ... 133
6.3 Modellazione locale – Analisi per Macroelementi ... 134
6.3.1 Schemi generali di calcolo dei meccanismi di collasso ... 134
6.3.1.1 Meccanismo 1 – Ribaltamento semplice di parete ... 136
6.3.1.2 Meccanismo 2 – Ribaltamento semplice di parete monolitica – Parte alta ... 138
6.3.1.3 Meccanismo 3 – Flessione verticale di parete monolitica a più piani ... 139
6.3.1.4 Meccanismo 4 – Ribaltamento del cantonale ... 141
6.3.2 Approccio cinematico ... 142
6.3.3 Stato limite di salvaguardia della vita ... 144
6.3.3.1 Verifica semplificata con fattore di struttura q (analisi cinematica lineare) ... 144
6.3.3.2 Verifica mediante spettro di capacità (analisi cinematica non lineare) ... 145
6.3.4 Verifica dei Macroelementi ... 146
Verifica dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita con analisi lineare: ... 151
Verifica dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita con analisi non lineare: ... 151
Calcolo dei tiranti ... 156
Verifica dei tiranti ... 157
6.4 Modellazione globale – Meccanismi d’insieme ... 202
6.4.1 Realizzazione del modello di calcolo ... 202
6.4.2 Verifiche dei meccanismi d’insieme ... 217
6.5 Analisi statica dei solai ... 232
6.5.1 Analisi e verifica di un solaio tipo ... 234
6.5.1.1 Analisi dei carichi ... 234
6.5.1.2 Combinazione delle azioni ... 238
6.5.1.3 Verifiche agli Stati Limite Ultimi ... 243
6.5.1.4 Verifiche agli Stati Limite di Esercizio ... 246
6.5.2 Analisi e verifica del solaio presso il laboratorio di processi chimici per l’ingegneria . 252
6.5.2.1 Analisi dei carichi ... 252
4
CAPITOLO VII - INTERVENTI ... 265
7.1 Caratteri generali ... 265
7.2 Progetto dell’intervento ... 267
7.2.1 Stima dei costi ... 274
7.3 Riqualificazione e messa a norma dell’ala ex DPCI – Primo piano ... 277
7.3.1 Ipotesi generali e nuovo impianto distributivo ... 277
7.3.2 Modellazione ... 278
7.3.3 Analisi globale dell’edificio ... 279
7.3.4 Risultati dell’analisi ... 280
7.4 Intervento per il nuovo utilizzo dell’ala sud dell’edificio – Ipotesi alternativa ... 282
7.4.1 Ipotesi generali ... 282
7.4.2 Progettazione dell’area ... 282
7.4.3 Analisi dei carichi... 286
7.4.4 Analisi globale dell’edificio – Ipotesi alternativa ... 287
7.4.5 Analisi globale dell’edificio – Ipotesi con massimizzazione dei carichi ... 291
7.5 Piano di monitoraggio dell’opera... 294
CONCLUSIONI ... 295
BIBLIOGRAFIA ... 299
NORMATIVA ... 301
SITI WEB CONSULTATI ... 301
REPORT... 303
5
6
INTRODUZIONE
Promossa dall’Università degli Studi di Padova in seguito al sisma del 29 maggio 2012 e finalizzata allo studio e all’analisi di sicurezza strutturale degli edifici di Ateneo, è stata avviata una campagna di indagini per la valutazione della vulnerabilità sismica. Palazzo Donghi, sede del Dipartimento ICEA e DPCI di Ingegneria, è l’oggetto di studio di questa tesi.
La struttura dell’elaborato consisterà pertanto in una prima fase di inquadramento geografico, geologico e sismico del sito in cui sorge l’edificio, seguita dallo studio della formazione e dell’evoluzione storico-critica del manufatto. Saranno condotte delle indagini che permettano di delineare il quadro conoscitivo dell’oggetto di studio attraverso una documentazione fotografica ed un rilievo geometrico.
Sulla base delle informazioni acquisite e della valutazione dell’impatto degli impianti tecnologici sulla struttura per evidenziare eventuali criticità, sarà possibile compiere un’analisi generale dello stato di fatto degli elementi strutturali. Quantificando poi i carichi agenti e valutando l’azione sismica di progetto si svolgerà uno studio della vulnerabilità sismica attraverso una modellazione sia locale che globale, come previsto dalla vigente normativa per gli edifici esistenti in muratura. Nella prima si svolgerà un’analisi per macroelementi, adottando più meccanismi cinematici fuori piano e compiendo la verifica allo SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita) con analisi “lineare” e, nel caso in cui questa non sia verificata, con analisi “non lineare”. Nella modellazione globale si compirà invece un’analisi dei meccanismi d’insieme mediante l’ausilio del programma di calcolo “3Muri”, il quale permette di costruire il modello tridimensionale dell’edificio, di assegnare le proprietà dei materiali ai diversi elementi strutturali, di applicare i carichi ed i vincoli ed infine di compiere l’analisi statica non lineare e le verifiche richieste dalle NTC.
Laddove siano riscontrate delle vulnerabilità, a seguito dell’esito negativo di alcune verifiche, saranno progettati degli interventi di miglioramento sismico volti a ridurle, seguiti da una pianificazione degli stessi e da una stima dei costi. Come richiesto dallo schema di capitolato prestazionale per le verifiche sismiche contenuto nelle Linee Guida sarà necessario compilare la
“Scheda di sintesi della verifica sismica di edifici sensibili ai fini della mitigazione del rischio
sismico” e nel caso in cui sia stato necessario progettare degli interventi di miglioramento
sismico si dovrà redigere anche il piano di monitoraggio dell’opera al fine di avere un controllo
periodico del manufatto oggetto di studio.
CAPITOLO I
1.1 Inquadramento geografico dell’edificio
Palazzo Donghi, oggetto dell’analisi della
Padova in via Marzolo e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria
Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si sviluppa lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza
Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica rispetto all’assetto cittadino dell’epoca. Alla sua
centro della città è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di espansione edilizia che l’Ateneo intraprese agli inizi del XX secolo.
7
CAPITOLO I - ANALISI STORICO CRITICA
Inquadramento geografico dell’edificio
, oggetto dell’analisi della vulnerabilità sismica scopo di questa tesi e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria
Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza
fig. 1.01: Inquadramento area
Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica rispetto all’assetto cittadino dell’epoca. Alla sua scarsa edificazione e alla relativa vicinanza con il è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di espansione edilizia che l’Ateneo intraprese agli inizi del XX secolo.
Analisi storico - critica
à sismica scopo di questa tesi, è situato a e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria.
Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza.
Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il canale
Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la
navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica
e alla relativa vicinanza con il
è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di
fig. 1.02: Giovanni
L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che all’epoca della costruzione era ancora via Paolotti mentr
La porzione di Palazzo Donghi analizzata al fine della verifica antisismica evidenziata in figura, corrisponde al corpo occidentale del complesso
fig. 1.03: Inquadramento area e identificazione porzione oggetto di studio
8
02: Giovanni Valle, Pianta della città di Padova, 1784 – Estratto
L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che all’epoca della costruzione era ancora via Paolotti mentre oggi è un passaggio pedonale.
La porzione di Palazzo Donghi analizzata al fine della verifica antisismica nel presente lavoro, , corrisponde al corpo occidentale del complesso.
fig. 1.03: Inquadramento area e identificazione porzione oggetto di studio
L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che
e oggi è un passaggio pedonale.
nel presente lavoro,
1.2 Inquadramento geologico del sito
Per fornire un primo quadro conoscitivo de consultate la Carta Litostratigrafica
Veneto.
Individuata l’area di interesse si vede come questa risulti dal punto di vista litostratigrafico
fig. 1.04-05: Inquadramento area
Nella Carta del Suolo l’area viene identificata si riferisce all’area classificata come
risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini (Olocene)”
1mentre il numero 3 la inserisce più specificatamente nel
pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di carbonati in profondità”
2(fig.
1
Allegato esplicativo relativo ai codici PTA
2
ibidem, pag. 71.
9
1.2 Inquadramento geologico del sito
e un primo quadro conoscitivo del suolo su cui sorge l’edificio oggetto di analisi si sono Litostratigrafica – scala 1:250.000 e la Carta del Suolo –
Individuata l’area di interesse si vede come questa risulti caratterizzata da depositi limo argillosi unto di vista litostratigrafico (fig. 1.04-05)
nquadramento area – Estratto Carta Litostratigrafica del Veneto (scala 1:250000) con legenda
Nella Carta del Suolo l’area viene identificata dal codice PTA BR3 dove con la classificazione BR classificata come “Bassa Pianura recente calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini
mentre il numero 3 la inserisce più specificatamente nel sistema di suoli
pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di
fig. 1.06-07).
Allegato esplicativo relativo ai codici PTA in ARPAV, Carta dei suoli del Veneto - 1:250000 4-
Analisi storico - critica
l suolo su cui sorge l’edificio oggetto di analisi si sono – scala 1.250.000 del
caratterizzata da depositi limo argillosi
Estratto Carta Litostratigrafica del Veneto (scala 1:250000) con legenda
dove con la classificazione BR ci
“Bassa Pianura recente calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini sistema di suoli “ […] della pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di
1:250000, pag. 69.
-c: limi e argille
fig. 1.06-07: Inquadramento area
Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di Ingegneria in data 29/05/2012 si
caratterizzazione geotecnica e sismica dell’area allo studio
I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente fino ad una profondità di 20 e 30 m
10
nquadramento area – Estratto Carta del Suolo del Veneto (scala 1:250000) con legenda
Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di Ingegneria in data 29/05/2012 si sono ricavate infine dettagliate informazioni sulla caratterizzazione geotecnica e sismica dell’area allo studio.
I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente fino ad una profondità di 20 e 30 m nei punti riportati in figura 1.08.
fig. 1.08: localizzazione prove C.P.T.
eto (scala 1:250000) con legenda
Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di dettagliate informazioni sulla
I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente
Analisi storico - critica
11
La stratigrafia appare omogenea in senso orizzontale, con delle differenze nei primi metri di spessore costituiti da terreno di riporto; in senso verticale, al di sotto di questo strato iniziale di profondità variabile rispetto alle due prove (-1.0 m in C.P.T. 1, -1.8 m in C.P.T. 2), sono presenti terreni argilloso con scarse caratteristiche meccaniche fino ad una profondità di -2.2 m. A partire da questa profondità si trovano sedimenti argillosi mediamente compatti e argilloso-limosi passanti, a quota -3.0/-3.5 m a limi sabbiosi e/o sabbie limose. Da -8.0 m circa si individuano terreni sabbiosi da mediamente a ben addensati attraversati da delle lenti limose a circa -9.5 m e argillose tra -11.5 m e -13 m. A partire da -14.5 m si ha invece uno strato di terreno argilloso limoso e limoso argilloso che a -16 m diventato sabbie poco addensate a tratti limose. A -17.5/- 18 m si riscontra la presenza di un banco sabbioso ben addensato che si estende fino a -30 m, profondità di indagine raggiunta dalla C.P.T. 2.
A partire dal livello del piano campagna risulta individuata la seguente stratigrafia:
PROFONDITA’ [m] INTERPRETAZIONE LITOLOGICA SECONDO BEGEMANN
Da A
0.00 1.00 – 1.80 Terreno superficiale 1.00 – 1.80 1.50 – 2.20 Argilla molle
1.50 – 2.20 3.00 – 3.40 Argilla mediamente compatta e argilla limosa 3.00 – 3.40 7.80 – 8.00 Limo sabbioso e/o sabbia limosa
7.80 – 8.00 14.50 Sabbia da mediamente a ben addensata 14.50 16.00 Argilla limosa e limi argillosi
16.00 17.40 – 18.00 Sabbia poco addensata a tratti limosa 17.40 – 18.00 30.00 Sabbia ben addensata
tab.1.01: Stratigrafia area di indagine
Il livello di falda risulta ad una profondità di -3.9 m per la C.P.T. 1 e a -3.5 m per la C.P.T. 2.
Il terreno, ai fini della progettazione sismica e con riferimento a quanto indicato nell’indagine eseguita, è ascrivibile alla categoria C corrispondente a “Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fine mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V
s30compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < N
SPT 30< 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu
30< 250 kPa nei terreni a grana fine)”
3. Nell’indagine viene infine assunta la categoria topografica T1 per l’area oggetto di indagine
4.
Si riporta in allegato (Allegato 1) l’intera documentazione relativa all’indagine realizzata.
3
cfr. Tab. 3.2.II, D.M. 14/01/2008.
4
cfr. Tab. 3.2.VI, D.M. 14/01/2008.
12
1.3 Inquadramento sismico
1.3.1 Il rischio sismico
L’Italia, essendo situata nella zona in cui la zolla africana e quella euroasiatica convergono, è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. Il rischio sismico è un concetto che in sé comprende sia la probabilità di avvenimento di un certo evento sismico sia le conseguenze che questo potrebbe produrre: esprime infatti una valutazione del danno che si potrebbe attendere in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione che caratterizzano un territorio. Esso è definito dalla combinazione di tre fattori:
pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.
La pericolosità sismica in particolare misura la probabilità che in una data area e in un certo intervallo di tempo si verifichi un terremoto che superi una certa soglia di intensità, magnitudo o accelerazione di picco; dipende dal tipo di terremoto, dalla distanza dall’epicentro nonché dalle condizioni geomorfologiche ma non dal costruito. Il territorio italiano è stato classificato in funzione della pericolosità sismica per definire le azioni di riferimento in ogni zona: si riporta in fig. 1.09 la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale espressa in termini di accelerazione massima al suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.
fig. 1.09: Mappa pericolosità sismica del territorio nazionale (INGV – www.zonesismiche.mi.ingv.it)
Analisi storico - critica
13
Al fine della progettazione sismica nelle Norme Tecniche per le Costruzioni 14/01/2008 si impone l’uso della micro-zonazione sismica con lo scopo di riconoscere ad una scala sufficientemente grande le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso.
Si riporta a tal fine la mappa di pericolosità sismica relativa alla regione Veneto con valori PGA espressi su una griglia con passo 0,05°. Si può vedere come al comune di Padova sia associato un valore di accelerazione di picco compreso tra 0.075 e 0.100 (fig. 1.10).
fig. 1.10: Mappa pericolosità sismica relativa alla regione Veneto (INGV – www.zonesismiche.mi.ingv.it)
1.3.2 Storia sismica
Per ricostruire la storia sismica dell’area si è consultato il Database Macrosismico dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia.
La tabella sottostante riporta un elenco degli eventi sismici che a partire dall’anno 1000 d.C.
sono stati percepiti a Padova. A ciascun evento sono associate:
- intensità percepita nel luogo esaminato;
- data (AAAA/MM/GG) e ora;
- parametri epicentrali (epicentro e Mw);
14 - intensità epicentrale.
Si sono riportati, nella tabella seguente e nel grafico seguente (fig. 1.11), gli eventi caratterizzati da un’intensità (I) > 4-5.
Seismic history of Padova [45.407, 11.876]
Total number of earthquakes: 146
Effects Earthquake occurred:
Is Data Ax Np Io Mw
8 1117 01 03 15:15 Veronese 55 9-10 6.69 ±0.20
6 1222 12 25 12:30 Basso Bresciano 18 7-8 5.84 ±0.56
5 1268 11 04 Trevigiano 4 7-8 5.35 ±0.34
7 1348 01 25 15:30 Carinzia 58 9-10 7.02 ±0.18
5 1365 03 04 Ferrara 4 5 4.79 ±0.72
5-6 1485 09 01 PADOVA 4 5 4.30 ±0.87
5 1504 12 31 04:00 Bolognese 15
6-7 1511 03 26 14:40 Slovenia 66 9 6.98 ±0.17
5 1511 03 28 12:15 Slovenia 8
7 1695 02 25 05:30 Asolano 82 10 6.48 ±0.18
5 1717 03 31 Padova 1 5 4.30 ±0.34
4-5 1780 05 25 RAVENNA 5 5-6 4.51 ±0.34
4-5 1789 08 04 TRAMONTI 5 4-5 4.09 ±0.34
5 1794 06 07 00:45 Prealpi carniche 19 8-9 6.04 ±0.57
5 1796 10 22 04:00 Emilia orientale 27 7 5.61 ±0.36
4-5 1806 02 12 NOVELLARA 28 7 5.19 ±0.39
4-5 1811 07 15 22:44 SASSUOLO 21 6-7 5.25 ±0.40
4-5 1836 06 12 02:30 BASSANO 26 8 5.50 ±0.32
5 1873 06 29 03:58 Bellunese 199 9-10 6.32 ±0.11
4-5 1875 03 17 23:51 Romagna sud-orientale 144 5.93 ±0.16
5 1885 02 26 20:48 SCANDIANO 78 6 5.19 ±0.15
5-6 1885 12 29 VITTORIO VENETO 47 6 5.18 ±0.19
5-6 1901 10 30 14:49:58 Salò 190 8 5.70 ±0.10
5 1909 01 13 00:45 BASSA PADANA 799 6-7 5.53 ±0.09
5 1914 10 27 09:22:36 Garfagnana 618 7 5.76 ±0.09
4-5 1920 09 07 05:55:40 Garfagnana 756 10 6.48 ±0.09
5 1926 01 01 18:04:06 Slovenia 63 7-8 5.85 ±0.18
4-5 1929 04 20 01:09:46 Bolognese 109 7 5.34 ±0.13
5 1936 10 18 03:10:12 BOSCO CANSIGLIO 267 9 6.12 ±0.09
5 1967 12 30 04:19:20 BASSA PADANA 40 6 5.24 ±0.19
4-5 1971 07 15 01:33:23 Parmense 229 8 5.64 ±0.09
5-6 1976 05 06 20:00:12 Friuli 770 9-10 6.46 ±0.09
5 1976 09 11 16:35:02 Friuli 40 5.63 ±0.09
6 1976 09 15 09:21:19 Friuli 54 5.98 ±0.15
5 1989 09 13 21:54:01 PASUBIO 779 6-7 4.88 ±0.09
4-5 2004 11 24 22:59:38 Lago di Garda 176 7-8 5.06 ±0.09
tab. 1.02: Storia sismica di Padova (INGV – www.emidius.mi.ingv.it) - estratto
Analisi storico - critica
15
fig. 1.11: Storia sismica di Padova – diagramma eventi di intensità superiore a 4-5 (INGV – www.emidius.mi.ingv.it)
16
1.4 Analisi storico – critica
1.4.1 Cenni storici
Nel 1910, il direttore dell’allora Scuola di Applicazione degli Ingegneri, Ferdinando Lori, affidò a Daniele Donghi, in quegli anni ordinario di Architettura Tecnica, l’incarico di predisporre il progetto della nuova sede che sarebbe dovuta sorgere tra via Marzolo e via Loredan.
Il progetto di una nuova sede si inseriva nel piano di espansione e riqualificazione edilizia dell’Ateneo intrapreso da Raffaele Nasini, rettore dell’Università di Padova tra il 1900 e il 1905, e portato avanti dai suoi successori negli anni a seguire; rispondeva inoltre all’esigenza di nuovi spazi per gabinetti e laboratori che si era creata a seguito di un aumento delle iscrizioni e per via delle nuove disposizioni emerse dal riordino della legislazione in merito all’insegnamento delle discipline idrauliche
5. La scuola, che nei primi anni della sua esistenza non disponeva di una propria sede, dal 1895 era ospitata presso Palazzo Cavalli ma, nonostante l’ampliamento del 1905, non disponeva di sufficiente spazio per ospitare i laboratori di Idraulica mentre per quelli di Elettrotecnica non erano stati predisposti spazi
6.
L’edificio, che oggi si presenta come un unico complesso a due cortili, venne concepito in fasi successive tra il 1911 e il 1919. L’idea iniziale di un complesso a padiglioni
7venne abbandonata quasi immediatamente quando nel 1910, a seguito di un finanziamento stanziato per la realizzazione di un istituto per le discipline idrauliche, si avviò la progettazione per un primo edificio destinato appunto agli Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica
8.
5
cfr. Del Negro Piero, La storia istituzionale, dal 1866 al 2000, in L’università di Padova, Otto secoli di storia, a cura di Pietro Del Negro, Limena , Signum Padova Editrice, 2001
6
cfr. Adami Attilio, , Ingegneria, in L’università di Padova, Otto secoli di storia, a cura di Pietro Del Negro, Limena , Signum Padova Editrice, 2001
7
cfr. Mazzi Giuliana, Da “compartimento” per l’Idraulica e l’Elettrotecnica a Scuola di Ingegneria e Architettura: un progetto e un cantiere con molte vicissitudini, in Daniele Donghi. I molti aspetti di un ingegnere totale. Atti del convegno nazionale. Padova 10-12 febbraio 2005, a cura di Giuliana Mazzi e Guido Zucconi, Venezia, Marsilio, 2006.
8
ibidem.
fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del
Il progetto prevedeva un unico corpo ad ali, con ri
centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due ali disposte perpendicolarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica.
fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con annotazioni e appunti. 12 maggio 1913
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fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del quotidiano “Il Veneto”,21 marzo 1910
Il progetto prevedeva un unico corpo ad ali, con risalti centrali e agli estremi; nella parte centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due olarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed
fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con annotazioni e appunti. 12 maggio 1913 (Archivio dell’Università di Padova)
Analisi storico - critica
fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del
salti centrali e agli estremi; nella parte centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due olarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed
fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con
(Archivio dell’Università di Padova)
fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)
Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai calcestruzzo armato, mentre per le decorazioni dei prospetti e l’intonaco
cementizia a graniglia marmorea.
I lavori relativi a questa porzione, iniziati nel 1912, terminarono nel 1915.
Contemporaneamente all’avvio dei cantieri e contrariamente
trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede all’intera scuola di Ingegneria. In
fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia altezza per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale destinato a ingresso e ufficio
9.
9
cfr. Zaggia Stefano, Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Dani in Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi
Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).
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fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)
Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai mentre per le decorazioni dei prospetti e l’intonaco,
cementizia a graniglia marmorea.
ativi a questa porzione, iniziati nel 1912, terminarono nel 1915.
Contemporaneamente all’avvio dei cantieri e contrariamente all’idea iniziale, venne deciso di trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede all’intera scuola di Ingegneria. In questo progetto, al blocco di Idraulica, si aggiungevano un fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia za per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale
Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Dani
Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi, a cura di Andrea Giordano e Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).
fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)
Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai pietra artificiale
all’idea iniziale, venne deciso di trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede questo progetto, al blocco di Idraulica, si aggiungevano un fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia za per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale
Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Donghi,
, a cura di Andrea Giordano e
fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da
fig. 1.16: Scuola di Ingegneria di Padova, veduta prospettica (da
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fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da Donghi, 1919)
fig. 1.16: Scuola di Ingegneria di Padova, veduta prospettica (da Donghi, 1919)
Analisi storico - critica
fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da
fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo, 1915 (Archivio dell’Università di
I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre per le esercitazioni di topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli istituti di Architettura, Fisica tecnica e Chimica, che sarà costruito nel 1930.
20
fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo, 1915 (Archivio dell’Università di Padova, Archivio Consorti b.37)
I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre i topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli istituti di Architettura, Fisica tecnica e Chimica, che sarà costruito nel 1930.
fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo,
I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli
eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre
i topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà
realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli
Analisi storico - critica
21 1.4.2 Evoluzione dell’edificio
Come evidenziato nel paragrafo 1.1 del presente capitolo, la porzione analizzata in questo lavoro coincide con il blocco occidentale del complesso per la nuova sede della Facoltà di Ingegneria progettato da Daniele Donghi tra il 1910 e il 1919: allo stato attuale questa porzione di edificio si presenta diversa da quanto originariamente previsto e realizzato.
L’edificio su via Paolotti che doveva ospitare gli Istituti di Chimica e Architettura (rispettivamente i corpi C e D in fig. 1.19) e gli uffici oltreché fungere da ingresso all’intero complesso, fu costruito in più fasi: vennero infatti realizzati tra il 1919 e il 1927 circa i due fabbricati destinati agli Istituti, mentre il corpo di collegamento tra essi venne costruito nei primi anni Trenta.
fig. 1.19: Daniele Donghi; Planimetria Generale del Complesso di Ingegneria e Collocazione degli Istituti.
(Archivio dell’Università di Padova)
I due edifici presentavano originariamente le ali nord e sud staccate dagli altri fabbricati del complesso e, per non limitarne l’illuminazione
10, i loro tratti terminali presentavano al momento della costruzione una copertura a terrazza al di sopra del piano terra (vedi figg. 1.20, 1.21, 1.22, 1.23).
10
cfr. Mazzi Giuliana, Da “compartimento” per l’Idraulica e l’Elettrotecnica a Scuola di Ingegneria e
Architettura: un progetto e un cantiere con molte vicissitudini, in Daniele Donghi. I molti aspetti di un
ingegnere totale. Atti del convegno nazionale. Padova 10-12 febbraio 2005, a cura di Giuliana Mazzi e
Guido Zucconi, Venezia, Marsilio, 2006.
22
fig. 1.20: Daniele Donghi; Pianta Piano Terra - Lato lungo Via Loredan (Archivio dell’Università di Padova)
fig. 1.21: Daniele Donghi; Pianta Piano Primo - Lato lungo Via Loredan (Archivio dell’Università di Padova)
fig.1.22:
(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)
fig.1.23: Veduta del complesso su via Marzolo, 1927 ca.
(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)
La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare essere stata sopraelevata già negli anni Trenta come si può notare
dell’epoca (figg. 1.24-25).
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fig.1.22: Veduta del complesso su via Loredan, 1927 ca.
(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)
fig.1.23: Veduta del complesso su via Marzolo, 1927 ca.
(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)
La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare essere stata sopraelevata già negli anni Trenta come si può notare dalle fotografie e dalle piante Analisi storico - critica
La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare
dalle fotografie e dalle piante
fig. 1.24: Veduta aerea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca
fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)
Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale, destinata a rifugio antiaereo, venne c
bomba
11. La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e quegli anni che la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura sopraelevata raggiungendo anche qui i d
11
cfr. Zaggia Stefano, Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Donghi, in Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi
Giordano e Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).
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ea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)
fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)
Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale, destinata a rifugio antiaereo, venne colpita e danneggiata da una
. La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura sopraelevata raggiungendo anche qui i due piani di altezza fuori terra. Osservando gli elaborati
Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi, a cura di Andrea
Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).
ea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca
fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)
Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra olpita e danneggiata da una . La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e fu in la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura ue piani di altezza fuori terra. Osservando gli elaborati
Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele
, a cura di Andrea
Analisi storico - critica
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progettuali relativi a questo intervento (fig. 1.26) si può notare come anche l’avancorpo a due piani addossato al fronte interno, sia stato costruito in questa occasione.
fig. 1.26: Pianta ampliamento Piano Primo - Lato lungo Via Loredan.
(Archivio dell’Università di Padova)
Per quanto riguarda le modifiche relative alla distribuzione interna si rimanda alle tavole dell’Allegato 2 in cui, dal confronto tra le piante reperite in archivio, si sono raffigurate tutte le demolizioni e le nuove costruzioni che hanno interessato l’edificio analizzato nel corso degli anni. Gli interventi più significativi dal punto di vista strutturale sono quelli che hanno interessato i corpi scala: i collegamenti verticali attuali non coincidono infatti con quelli originali.
Sono state inoltre costruite scale di emergenza per l’evacuazione del piano interrato.
Nel 2012 l’ex-DAUR, al primo piano del fabbricato che originariamente era destinato all’Istituto
di Architettura, è stato oggetto di lavori di restauro che hanno comportato variazioni nel layout
distributivo degli uffici realizzate attraverso tramezzature e senza interventi significativi da un
punto di vista strutturale, la realizzazione di lucernari nel corridoio di ingresso e di una nuova
controsoffittatura.
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fig. 1.27: Lucernari.
Durante il sopralluogo si è potuto constatare che in adiacenza al locale 00130 00 026
12, al piano terra dell’Istituto di Architettura, dove oggi si trova uno dei laboratori del Dipartimento di Processi Chimici Industriali, è stato realizzato un soppalco che si sviluppa al di sopra del locali 00130 00 015-0116
13destinato a uffici.
fig. 1.28: Immagine in cui si possono notare le putrelle in acciaio applicate per ricavare nella doppia altezza un mezzanino destinato ad uffici.
12
notazione utilizzata per individuare i locali di un edificio dell’università: 00xxx (identificativo edificio) xx (piano) xxx (numero vano).
13