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ANALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO DONGHI DELL’UNIVERSIT

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(1)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE

CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN

ANALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO DONGHI DELL’UNIVERSIT

STUDIO GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI

RELATORE: Ch.mo Prof.

CORRELATORI: Ing. G IULIA Ing. M ICHELE

1

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE

ORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN

I NGEGNERIA C IVILE

TESI DI LAUREA

NALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO DONGHI DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA

GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI MACROELEMENTI

Ch.mo Prof. C LAUDIO M ODENA IULIA B ETTIOL

ICHELE F AVA

LAUREANDO: M ATTIELLO E LENA

ANNO ACCADEMICO 2012/2013

PADOVA

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, EDILE ED AMBIENTALE

ORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN

NALISI DI VULNERABILITÀ SISMICA DI PALAZZO À DI PADOVA:

GLOBALE E VERIFICA LOCALE DEI

LENA N° 1014584

(2)

2

INDICE

INTRODUZIONE ... 6

CAPITOLO I - ANALISI STORICO CRITICA ... 7

1.1 Inquadramento geografico dell’edificio ... 7

1.2 Inquadramento geologico del sito ... 9

1.3 Inquadramento sismico ... 12

1.3.1 Il rischio sismico ... 12

1.3.2 Storia sismica ... 13

1.4 Analisi storico – critica ... 16

1.4.1 Cenni storici ... 16

1.4.2 Evoluzione dell’edificio ... 21

CAPITOLO II - RILIEVO FOTOGRAFICO ... 29

2.1 Descrizione generale ... 29

2.2 Destinazione d’uso e spazi interni ... 33

CAPITOLO III - RILIEVO GEOMETRICO DEL MANUFATTO ... 39

3.1 Inquadramento Generale... 39

3.1.1 Analisi dell’edificio ... 41

CAPITOLO IV - DIAGNOSI SUL CAMPO ... 55

4.1 Il rilievo materico costruttivo ... 55

4.1.1 Prove soniche ... 55

4.1.1.1 Esecuzione delle prove in situ ... 57

4.1.1.2 Risultati della campagna di Indagini ... 59

4.1.2 La prova magnetometrica ... 78

4.1.2.1 Premessa ... 78

4.1.2.2 Esecuzione delle prove magnetometriche in situ ... 79

4.1.3 Prove sclerometriche ... 98

4.1.3.1 Premessa ... 98

4.1.3.2 Esecuzione delle prove sclerometriche sulla struttura ... 99

4.1.3.3 Elaborazione dei risultati ... 102

CAPITOLO V - ANALISI DELLO STATO DI FATTO E DEL COMPORTAMENTO STRUTTURALE CON

INDICAZIONE DEI DANNI ... 103

(3)

3

5.1 Analisi degli elementi strutturali ... 103

5.2 Rilievo critico ... 119

5.3 Impianti Tecnologici ... 126

CAPITOLO VI – VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA ... 129

6.1 Normativa di riferimento ... 129

6.2 Analisi dei carichi ... 131

6.2.1 Caratteristiche meccaniche ed analisi dei carichi ... 131

6.2.2 Valutazione dell’azione sismica ... 133

6.3 Modellazione locale – Analisi per Macroelementi ... 134

6.3.1 Schemi generali di calcolo dei meccanismi di collasso ... 134

6.3.1.1 Meccanismo 1 – Ribaltamento semplice di parete ... 136

6.3.1.2 Meccanismo 2 – Ribaltamento semplice di parete monolitica – Parte alta ... 138

6.3.1.3 Meccanismo 3 – Flessione verticale di parete monolitica a più piani ... 139

6.3.1.4 Meccanismo 4 – Ribaltamento del cantonale ... 141

6.3.2 Approccio cinematico ... 142

6.3.3 Stato limite di salvaguardia della vita ... 144

6.3.3.1 Verifica semplificata con fattore di struttura q (analisi cinematica lineare) ... 144

6.3.3.2 Verifica mediante spettro di capacità (analisi cinematica non lineare) ... 145

6.3.4 Verifica dei Macroelementi ... 146

Verifica dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita con analisi lineare: ... 151

Verifica dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita con analisi non lineare: ... 151

Calcolo dei tiranti ... 156

Verifica dei tiranti ... 157

6.4 Modellazione globale – Meccanismi d’insieme ... 202

6.4.1 Realizzazione del modello di calcolo ... 202

6.4.2 Verifiche dei meccanismi d’insieme ... 217

6.5 Analisi statica dei solai ... 232

6.5.1 Analisi e verifica di un solaio tipo ... 234

6.5.1.1 Analisi dei carichi ... 234

6.5.1.2 Combinazione delle azioni ... 238

6.5.1.3 Verifiche agli Stati Limite Ultimi ... 243

6.5.1.4 Verifiche agli Stati Limite di Esercizio ... 246

6.5.2 Analisi e verifica del solaio presso il laboratorio di processi chimici per l’ingegneria . 252

6.5.2.1 Analisi dei carichi ... 252

(4)

4

CAPITOLO VII - INTERVENTI ... 265

7.1 Caratteri generali ... 265

7.2 Progetto dell’intervento ... 267

7.2.1 Stima dei costi ... 274

7.3 Riqualificazione e messa a norma dell’ala ex DPCI – Primo piano ... 277

7.3.1 Ipotesi generali e nuovo impianto distributivo ... 277

7.3.2 Modellazione ... 278

7.3.3 Analisi globale dell’edificio ... 279

7.3.4 Risultati dell’analisi ... 280

7.4 Intervento per il nuovo utilizzo dell’ala sud dell’edificio – Ipotesi alternativa ... 282

7.4.1 Ipotesi generali ... 282

7.4.2 Progettazione dell’area ... 282

7.4.3 Analisi dei carichi... 286

7.4.4 Analisi globale dell’edificio – Ipotesi alternativa ... 287

7.4.5 Analisi globale dell’edificio – Ipotesi con massimizzazione dei carichi ... 291

7.5 Piano di monitoraggio dell’opera... 294

CONCLUSIONI ... 295

BIBLIOGRAFIA ... 299

NORMATIVA ... 301

SITI WEB CONSULTATI ... 301

REPORT... 303

(5)

5

(6)

6

INTRODUZIONE

Promossa dall’Università degli Studi di Padova in seguito al sisma del 29 maggio 2012 e finalizzata allo studio e all’analisi di sicurezza strutturale degli edifici di Ateneo, è stata avviata una campagna di indagini per la valutazione della vulnerabilità sismica. Palazzo Donghi, sede del Dipartimento ICEA e DPCI di Ingegneria, è l’oggetto di studio di questa tesi.

La struttura dell’elaborato consisterà pertanto in una prima fase di inquadramento geografico, geologico e sismico del sito in cui sorge l’edificio, seguita dallo studio della formazione e dell’evoluzione storico-critica del manufatto. Saranno condotte delle indagini che permettano di delineare il quadro conoscitivo dell’oggetto di studio attraverso una documentazione fotografica ed un rilievo geometrico.

Sulla base delle informazioni acquisite e della valutazione dell’impatto degli impianti tecnologici sulla struttura per evidenziare eventuali criticità, sarà possibile compiere un’analisi generale dello stato di fatto degli elementi strutturali. Quantificando poi i carichi agenti e valutando l’azione sismica di progetto si svolgerà uno studio della vulnerabilità sismica attraverso una modellazione sia locale che globale, come previsto dalla vigente normativa per gli edifici esistenti in muratura. Nella prima si svolgerà un’analisi per macroelementi, adottando più meccanismi cinematici fuori piano e compiendo la verifica allo SLV (Stato Limite di salvaguardia della Vita) con analisi “lineare” e, nel caso in cui questa non sia verificata, con analisi “non lineare”. Nella modellazione globale si compirà invece un’analisi dei meccanismi d’insieme mediante l’ausilio del programma di calcolo “3Muri”, il quale permette di costruire il modello tridimensionale dell’edificio, di assegnare le proprietà dei materiali ai diversi elementi strutturali, di applicare i carichi ed i vincoli ed infine di compiere l’analisi statica non lineare e le verifiche richieste dalle NTC.

Laddove siano riscontrate delle vulnerabilità, a seguito dell’esito negativo di alcune verifiche, saranno progettati degli interventi di miglioramento sismico volti a ridurle, seguiti da una pianificazione degli stessi e da una stima dei costi. Come richiesto dallo schema di capitolato prestazionale per le verifiche sismiche contenuto nelle Linee Guida sarà necessario compilare la

“Scheda di sintesi della verifica sismica di edifici sensibili ai fini della mitigazione del rischio

sismico” e nel caso in cui sia stato necessario progettare degli interventi di miglioramento

sismico si dovrà redigere anche il piano di monitoraggio dell’opera al fine di avere un controllo

periodico del manufatto oggetto di studio.

(7)

CAPITOLO I

1.1 Inquadramento geografico dell’edificio

Palazzo Donghi, oggetto dell’analisi della

Padova in via Marzolo e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria

Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si sviluppa lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza

Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica rispetto all’assetto cittadino dell’epoca. Alla sua

centro della città è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di espansione edilizia che l’Ateneo intraprese agli inizi del XX secolo.

7

CAPITOLO I - ANALISI STORICO CRITICA

Inquadramento geografico dell’edificio

, oggetto dell’analisi della vulnerabilità sismica scopo di questa tesi e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria

Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza

fig. 1.01: Inquadramento area

Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica rispetto all’assetto cittadino dell’epoca. Alla sua scarsa edificazione e alla relativa vicinanza con il è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di espansione edilizia che l’Ateneo intraprese agli inizi del XX secolo.

Analisi storico - critica

à sismica scopo di questa tesi, è situato a e attualmente ospita una delle sedi della Facoltà di Ingegneria.

Il quartiere Portello, in cui sorge l’edificio, si trova a ridosso del centro storico cittadino e si lungo via Belzoni e via Ognissanti a nelle zone a ridosso dell’omonima porta e piazza.

Lo sviluppo di questa zona di Padova è stato sin da subito legato alla vicinanza con il canale

Piovego: sotto il dominio della Repubblica Veneziana i barcaroli del Portello curavano infatti la

navigazione fra Padova e Venezia e il quartiere iniziò a svilupparsi come zona popolare periferica

e alla relativa vicinanza con il

è legata la scelta dell’Università di Padova di sviluppare al Portello il piano di

(8)

fig. 1.02: Giovanni

L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che all’epoca della costruzione era ancora via Paolotti mentr

La porzione di Palazzo Donghi analizzata al fine della verifica antisismica evidenziata in figura, corrisponde al corpo occidentale del complesso

fig. 1.03: Inquadramento area e identificazione porzione oggetto di studio

8

02: Giovanni Valle, Pianta della città di Padova, 1784 – Estratto

L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che all’epoca della costruzione era ancora via Paolotti mentre oggi è un passaggio pedonale.

La porzione di Palazzo Donghi analizzata al fine della verifica antisismica nel presente lavoro, , corrisponde al corpo occidentale del complesso.

fig. 1.03: Inquadramento area e identificazione porzione oggetto di studio

L’edificio in esame, tra i primi interventi del suddetto piano di espansione, sorge nell’area delimitata a sud da via Marzolo, a est da via Poleni, a nord da via Loredan e a ovest da quella che

e oggi è un passaggio pedonale.

nel presente lavoro,

(9)

1.2 Inquadramento geologico del sito

Per fornire un primo quadro conoscitivo de consultate la Carta Litostratigrafica

Veneto.

Individuata l’area di interesse si vede come questa risulti dal punto di vista litostratigrafico

fig. 1.04-05: Inquadramento area

Nella Carta del Suolo l’area viene identificata si riferisce all’area classificata come

risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini (Olocene)”

1

mentre il numero 3 la inserisce più specificatamente nel

pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di carbonati in profondità”

2

(fig.

1

Allegato esplicativo relativo ai codici PTA

2

ibidem, pag. 71.

9

1.2 Inquadramento geologico del sito

e un primo quadro conoscitivo del suolo su cui sorge l’edificio oggetto di analisi si sono Litostratigrafica – scala 1:250.000 e la Carta del Suolo –

Individuata l’area di interesse si vede come questa risulti caratterizzata da depositi limo argillosi unto di vista litostratigrafico (fig. 1.04-05)

nquadramento area – Estratto Carta Litostratigrafica del Veneto (scala 1:250000) con legenda

Nella Carta del Suolo l’area viene identificata dal codice PTA BR3 dove con la classificazione BR classificata come “Bassa Pianura recente calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini

mentre il numero 3 la inserisce più specificatamente nel sistema di suoli

pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di

fig. 1.06-07).

Allegato esplicativo relativo ai codici PTA in ARPAV, Carta dei suoli del Veneto - 1:250000 4-

Analisi storico - critica

l suolo su cui sorge l’edificio oggetto di analisi si sono – scala 1.250.000 del

caratterizzata da depositi limo argillosi

Estratto Carta Litostratigrafica del Veneto (scala 1:250000) con legenda

dove con la classificazione BR ci

“Bassa Pianura recente calcarea, a valle della linea delle risorgive, con modello de posizionale a dossi sabbiosi e piane e depressioni a depositi fini sistema di suoli “ […] della pianura alluvionale indifferenziata, formatisi da limi da molto a estremamente calcarei, profondi, a moderata differenziazione del profilo, parziale decarbonatazione, con iniziale accumulo di

1:250000, pag. 69.

-c: limi e argille

(10)

fig. 1.06-07: Inquadramento area

Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di Ingegneria in data 29/05/2012 si

caratterizzazione geotecnica e sismica dell’area allo studio

I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente fino ad una profondità di 20 e 30 m

10

nquadramento area – Estratto Carta del Suolo del Veneto (scala 1:250000) con legenda

Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di Ingegneria in data 29/05/2012 si sono ricavate infine dettagliate informazioni sulla caratterizzazione geotecnica e sismica dell’area allo studio.

I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente fino ad una profondità di 20 e 30 m nei punti riportati in figura 1.08.

fig. 1.08: localizzazione prove C.P.T.

eto (scala 1:250000) con legenda

Dalla consultazione dei risultati della campagna geognostica realizzata presso la facoltà di dettagliate informazioni sulla

I dati riportati sono relativi a due prove penetrometriche statiche (CPT) eseguite rispettivamente

(11)

Analisi storico - critica

11

La stratigrafia appare omogenea in senso orizzontale, con delle differenze nei primi metri di spessore costituiti da terreno di riporto; in senso verticale, al di sotto di questo strato iniziale di profondità variabile rispetto alle due prove (-1.0 m in C.P.T. 1, -1.8 m in C.P.T. 2), sono presenti terreni argilloso con scarse caratteristiche meccaniche fino ad una profondità di -2.2 m. A partire da questa profondità si trovano sedimenti argillosi mediamente compatti e argilloso-limosi passanti, a quota -3.0/-3.5 m a limi sabbiosi e/o sabbie limose. Da -8.0 m circa si individuano terreni sabbiosi da mediamente a ben addensati attraversati da delle lenti limose a circa -9.5 m e argillose tra -11.5 m e -13 m. A partire da -14.5 m si ha invece uno strato di terreno argilloso limoso e limoso argilloso che a -16 m diventato sabbie poco addensate a tratti limose. A -17.5/- 18 m si riscontra la presenza di un banco sabbioso ben addensato che si estende fino a -30 m, profondità di indagine raggiunta dalla C.P.T. 2.

A partire dal livello del piano campagna risulta individuata la seguente stratigrafia:

PROFONDITA’ [m] INTERPRETAZIONE LITOLOGICA SECONDO BEGEMANN

Da A

0.00 1.00 – 1.80 Terreno superficiale 1.00 – 1.80 1.50 – 2.20 Argilla molle

1.50 – 2.20 3.00 – 3.40 Argilla mediamente compatta e argilla limosa 3.00 – 3.40 7.80 – 8.00 Limo sabbioso e/o sabbia limosa

7.80 – 8.00 14.50 Sabbia da mediamente a ben addensata 14.50 16.00 Argilla limosa e limi argillosi

16.00 17.40 – 18.00 Sabbia poco addensata a tratti limosa 17.40 – 18.00 30.00 Sabbia ben addensata

tab.1.01: Stratigrafia area di indagine

Il livello di falda risulta ad una profondità di -3.9 m per la C.P.T. 1 e a -3.5 m per la C.P.T. 2.

Il terreno, ai fini della progettazione sismica e con riferimento a quanto indicato nell’indagine eseguita, è ascrivibile alla categoria C corrispondente a “Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fine mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V

s30

compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < N

SPT 30

< 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu

30

< 250 kPa nei terreni a grana fine)”

3

. Nell’indagine viene infine assunta la categoria topografica T1 per l’area oggetto di indagine

4

.

Si riporta in allegato (Allegato 1) l’intera documentazione relativa all’indagine realizzata.

3

cfr. Tab. 3.2.II, D.M. 14/01/2008.

4

cfr. Tab. 3.2.VI, D.M. 14/01/2008.

(12)

12

1.3 Inquadramento sismico

1.3.1 Il rischio sismico

L’Italia, essendo situata nella zona in cui la zolla africana e quella euroasiatica convergono, è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo. Il rischio sismico è un concetto che in sé comprende sia la probabilità di avvenimento di un certo evento sismico sia le conseguenze che questo potrebbe produrre: esprime infatti una valutazione del danno che si potrebbe attendere in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione che caratterizzano un territorio. Esso è definito dalla combinazione di tre fattori:

pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.

La pericolosità sismica in particolare misura la probabilità che in una data area e in un certo intervallo di tempo si verifichi un terremoto che superi una certa soglia di intensità, magnitudo o accelerazione di picco; dipende dal tipo di terremoto, dalla distanza dall’epicentro nonché dalle condizioni geomorfologiche ma non dal costruito. Il territorio italiano è stato classificato in funzione della pericolosità sismica per definire le azioni di riferimento in ogni zona: si riporta in fig. 1.09 la mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale espressa in termini di accelerazione massima al suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni.

fig. 1.09: Mappa pericolosità sismica del territorio nazionale (INGV – www.zonesismiche.mi.ingv.it)

(13)

Analisi storico - critica

13

Al fine della progettazione sismica nelle Norme Tecniche per le Costruzioni 14/01/2008 si impone l’uso della micro-zonazione sismica con lo scopo di riconoscere ad una scala sufficientemente grande le condizioni locali che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto sismico atteso.

Si riporta a tal fine la mappa di pericolosità sismica relativa alla regione Veneto con valori PGA espressi su una griglia con passo 0,05°. Si può vedere come al comune di Padova sia associato un valore di accelerazione di picco compreso tra 0.075 e 0.100 (fig. 1.10).

fig. 1.10: Mappa pericolosità sismica relativa alla regione Veneto (INGV – www.zonesismiche.mi.ingv.it)

1.3.2 Storia sismica

Per ricostruire la storia sismica dell’area si è consultato il Database Macrosismico dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia.

La tabella sottostante riporta un elenco degli eventi sismici che a partire dall’anno 1000 d.C.

sono stati percepiti a Padova. A ciascun evento sono associate:

- intensità percepita nel luogo esaminato;

- data (AAAA/MM/GG) e ora;

- parametri epicentrali (epicentro e Mw);

(14)

14 - intensità epicentrale.

Si sono riportati, nella tabella seguente e nel grafico seguente (fig. 1.11), gli eventi caratterizzati da un’intensità (I) > 4-5.

Seismic history of Padova [45.407, 11.876]

Total number of earthquakes: 146

Effects Earthquake occurred:

Is Data Ax Np Io Mw

8 1117 01 03 15:15 Veronese 55 9-10 6.69 ±0.20

6 1222 12 25 12:30 Basso Bresciano 18 7-8 5.84 ±0.56

5 1268 11 04 Trevigiano 4 7-8 5.35 ±0.34

7 1348 01 25 15:30 Carinzia 58 9-10 7.02 ±0.18

5 1365 03 04 Ferrara 4 5 4.79 ±0.72

5-6 1485 09 01 PADOVA 4 5 4.30 ±0.87

5 1504 12 31 04:00 Bolognese 15

6-7 1511 03 26 14:40 Slovenia 66 9 6.98 ±0.17

5 1511 03 28 12:15 Slovenia 8

7 1695 02 25 05:30 Asolano 82 10 6.48 ±0.18

5 1717 03 31 Padova 1 5 4.30 ±0.34

4-5 1780 05 25 RAVENNA 5 5-6 4.51 ±0.34

4-5 1789 08 04 TRAMONTI 5 4-5 4.09 ±0.34

5 1794 06 07 00:45 Prealpi carniche 19 8-9 6.04 ±0.57

5 1796 10 22 04:00 Emilia orientale 27 7 5.61 ±0.36

4-5 1806 02 12 NOVELLARA 28 7 5.19 ±0.39

4-5 1811 07 15 22:44 SASSUOLO 21 6-7 5.25 ±0.40

4-5 1836 06 12 02:30 BASSANO 26 8 5.50 ±0.32

5 1873 06 29 03:58 Bellunese 199 9-10 6.32 ±0.11

4-5 1875 03 17 23:51 Romagna sud-orientale 144 5.93 ±0.16

5 1885 02 26 20:48 SCANDIANO 78 6 5.19 ±0.15

5-6 1885 12 29 VITTORIO VENETO 47 6 5.18 ±0.19

5-6 1901 10 30 14:49:58 Salò 190 8 5.70 ±0.10

5 1909 01 13 00:45 BASSA PADANA 799 6-7 5.53 ±0.09

5 1914 10 27 09:22:36 Garfagnana 618 7 5.76 ±0.09

4-5 1920 09 07 05:55:40 Garfagnana 756 10 6.48 ±0.09

5 1926 01 01 18:04:06 Slovenia 63 7-8 5.85 ±0.18

4-5 1929 04 20 01:09:46 Bolognese 109 7 5.34 ±0.13

5 1936 10 18 03:10:12 BOSCO CANSIGLIO 267 9 6.12 ±0.09

5 1967 12 30 04:19:20 BASSA PADANA 40 6 5.24 ±0.19

4-5 1971 07 15 01:33:23 Parmense 229 8 5.64 ±0.09

5-6 1976 05 06 20:00:12 Friuli 770 9-10 6.46 ±0.09

5 1976 09 11 16:35:02 Friuli 40 5.63 ±0.09

6 1976 09 15 09:21:19 Friuli 54 5.98 ±0.15

5 1989 09 13 21:54:01 PASUBIO 779 6-7 4.88 ±0.09

4-5 2004 11 24 22:59:38 Lago di Garda 176 7-8 5.06 ±0.09

tab. 1.02: Storia sismica di Padova (INGV – www.emidius.mi.ingv.it) - estratto

(15)

Analisi storico - critica

15

fig. 1.11: Storia sismica di Padova – diagramma eventi di intensità superiore a 4-5 (INGV – www.emidius.mi.ingv.it)

(16)

16

1.4 Analisi storico – critica

1.4.1 Cenni storici

Nel 1910, il direttore dell’allora Scuola di Applicazione degli Ingegneri, Ferdinando Lori, affidò a Daniele Donghi, in quegli anni ordinario di Architettura Tecnica, l’incarico di predisporre il progetto della nuova sede che sarebbe dovuta sorgere tra via Marzolo e via Loredan.

Il progetto di una nuova sede si inseriva nel piano di espansione e riqualificazione edilizia dell’Ateneo intrapreso da Raffaele Nasini, rettore dell’Università di Padova tra il 1900 e il 1905, e portato avanti dai suoi successori negli anni a seguire; rispondeva inoltre all’esigenza di nuovi spazi per gabinetti e laboratori che si era creata a seguito di un aumento delle iscrizioni e per via delle nuove disposizioni emerse dal riordino della legislazione in merito all’insegnamento delle discipline idrauliche

5

. La scuola, che nei primi anni della sua esistenza non disponeva di una propria sede, dal 1895 era ospitata presso Palazzo Cavalli ma, nonostante l’ampliamento del 1905, non disponeva di sufficiente spazio per ospitare i laboratori di Idraulica mentre per quelli di Elettrotecnica non erano stati predisposti spazi

6

.

L’edificio, che oggi si presenta come un unico complesso a due cortili, venne concepito in fasi successive tra il 1911 e il 1919. L’idea iniziale di un complesso a padiglioni

7

venne abbandonata quasi immediatamente quando nel 1910, a seguito di un finanziamento stanziato per la realizzazione di un istituto per le discipline idrauliche, si avviò la progettazione per un primo edificio destinato appunto agli Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica

8

.

5

cfr. Del Negro Piero, La storia istituzionale, dal 1866 al 2000, in L’università di Padova, Otto secoli di storia, a cura di Pietro Del Negro, Limena , Signum Padova Editrice, 2001

6

cfr. Adami Attilio, , Ingegneria, in L’università di Padova, Otto secoli di storia, a cura di Pietro Del Negro, Limena , Signum Padova Editrice, 2001

7

cfr. Mazzi Giuliana, Da “compartimento” per l’Idraulica e l’Elettrotecnica a Scuola di Ingegneria e Architettura: un progetto e un cantiere con molte vicissitudini, in Daniele Donghi. I molti aspetti di un ingegnere totale. Atti del convegno nazionale. Padova 10-12 febbraio 2005, a cura di Giuliana Mazzi e Guido Zucconi, Venezia, Marsilio, 2006.

8

ibidem.

(17)

fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del

Il progetto prevedeva un unico corpo ad ali, con ri

centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due ali disposte perpendicolarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica.

fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con annotazioni e appunti. 12 maggio 1913

17

fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del quotidiano “Il Veneto”,21 marzo 1910

Il progetto prevedeva un unico corpo ad ali, con risalti centrali e agli estremi; nella parte centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due olarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed

fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con annotazioni e appunti. 12 maggio 1913 (Archivio dell’Università di Padova)

Analisi storico - critica

fig. 1.12: Proposta progettuale di Daniele Donghi per la regia scuola di Ingegneria pubblicata nella prima pagina del

salti centrali e agli estremi; nella parte centrale, affacciata su via Loredan, si trovava la grande scala e l’attuale aula magna, allora destinata a sala conferenze, mentre i due bracci , organizzati in due piani con mezzanino e due olarmente a un piano, erano destinati agli Istituti di Idraulica ed

fig. 1.13: Daniele Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, pianta del piano terra del lato su via Loredan con

(Archivio dell’Università di Padova)

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fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)

Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai calcestruzzo armato, mentre per le decorazioni dei prospetti e l’intonaco

cementizia a graniglia marmorea.

I lavori relativi a questa porzione, iniziati nel 1912, terminarono nel 1915.

Contemporaneamente all’avvio dei cantieri e contrariamente

trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede all’intera scuola di Ingegneria. In

fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia altezza per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale destinato a ingresso e ufficio

9

.

9

cfr. Zaggia Stefano, Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Dani in Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi

Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).

18

fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)

Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai mentre per le decorazioni dei prospetti e l’intonaco,

cementizia a graniglia marmorea.

ativi a questa porzione, iniziati nel 1912, terminarono nel 1915.

Contemporaneamente all’avvio dei cantieri e contrariamente all’idea iniziale, venne deciso di trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede all’intera scuola di Ingegneria. In questo progetto, al blocco di Idraulica, si aggiungevano un fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia za per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale

Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Dani

Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi, a cura di Andrea Giordano e Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).

fig. 1.14: Istituti di Idraulica ed Elettrotecnica, fronte su via Loredan (da Donghi, 1919)

Per la realizzazione vennero impiegati per le strutture murarie laterizio e pietrame, per i solai pietra artificiale

all’idea iniziale, venne deciso di trasferire nella nuova area tutta la scuola: a tal fine nel 1915 Donghi elaborò un progetto complessivo che, basandosi su quanto era già stato progettato e costruito, fornisse una sede questo progetto, al blocco di Idraulica, si aggiungevano un fabbricato gemello al primo con affaccio su via Marzolo che avrebbe ospitato gli Istituti di Meccanica Applicata e Macchine, mentre verso Ovest, su via Paolotti, altri 2 fabbricati a doppia za per gli Istituti di Architettura, Fisica Tecnica e Chimica, collegati da un corpo centrale

Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Donghi,

, a cura di Andrea Giordano e

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fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da

fig. 1.16: Scuola di Ingegneria di Padova, veduta prospettica (da

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fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da Donghi, 1919)

fig. 1.16: Scuola di Ingegneria di Padova, veduta prospettica (da Donghi, 1919)

Analisi storico - critica

fig. 1.15: Scuola di Ingegneria di Padova, pianta del pianto terra (da

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fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo, 1915 (Archivio dell’Università di

I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre per le esercitazioni di topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli istituti di Architettura, Fisica tecnica e Chimica, che sarà costruito nel 1930.

20

fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo, 1915 (Archivio dell’Università di Padova, Archivio Consorti b.37)

I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre i topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli istituti di Architettura, Fisica tecnica e Chimica, che sarà costruito nel 1930.

fig. 1.17: Daniele e Mario Felice Donghi, progetto per il complesso di Ingegneria, prospetto dell’ala su via Marzolo,

I lavori per i nuovi edifici ripresero nel 1915 e, a seguito di un’interruzione nel 1917 a causa degli

eventi bellici di quegli anni, continuarono nel 1919 pur avendo deciso di non realizzare la torre

i topografia al centro del blocco intermedio tra i due cortili, che sarà

realizzata nel 1929, e il corpo di collegamento del blocco ovest, ingresso del complesso e degli

(21)

Analisi storico - critica

21 1.4.2 Evoluzione dell’edificio

Come evidenziato nel paragrafo 1.1 del presente capitolo, la porzione analizzata in questo lavoro coincide con il blocco occidentale del complesso per la nuova sede della Facoltà di Ingegneria progettato da Daniele Donghi tra il 1910 e il 1919: allo stato attuale questa porzione di edificio si presenta diversa da quanto originariamente previsto e realizzato.

L’edificio su via Paolotti che doveva ospitare gli Istituti di Chimica e Architettura (rispettivamente i corpi C e D in fig. 1.19) e gli uffici oltreché fungere da ingresso all’intero complesso, fu costruito in più fasi: vennero infatti realizzati tra il 1919 e il 1927 circa i due fabbricati destinati agli Istituti, mentre il corpo di collegamento tra essi venne costruito nei primi anni Trenta.

fig. 1.19: Daniele Donghi; Planimetria Generale del Complesso di Ingegneria e Collocazione degli Istituti.

(Archivio dell’Università di Padova)

I due edifici presentavano originariamente le ali nord e sud staccate dagli altri fabbricati del complesso e, per non limitarne l’illuminazione

10

, i loro tratti terminali presentavano al momento della costruzione una copertura a terrazza al di sopra del piano terra (vedi figg. 1.20, 1.21, 1.22, 1.23).

10

cfr. Mazzi Giuliana, Da “compartimento” per l’Idraulica e l’Elettrotecnica a Scuola di Ingegneria e

Architettura: un progetto e un cantiere con molte vicissitudini, in Daniele Donghi. I molti aspetti di un

ingegnere totale. Atti del convegno nazionale. Padova 10-12 febbraio 2005, a cura di Giuliana Mazzi e

Guido Zucconi, Venezia, Marsilio, 2006.

(22)

22

fig. 1.20: Daniele Donghi; Pianta Piano Terra - Lato lungo Via Loredan (Archivio dell’Università di Padova)

fig. 1.21: Daniele Donghi; Pianta Piano Primo - Lato lungo Via Loredan (Archivio dell’Università di Padova)

(23)

fig.1.22:

(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)

fig.1.23: Veduta del complesso su via Marzolo, 1927 ca.

(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)

La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare essere stata sopraelevata già negli anni Trenta come si può notare

dell’epoca (figg. 1.24-25).

23

fig.1.22: Veduta del complesso su via Loredan, 1927 ca.

(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)

fig.1.23: Veduta del complesso su via Marzolo, 1927 ca.

(Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)

La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare essere stata sopraelevata già negli anni Trenta come si può notare dalle fotografie e dalle piante Analisi storico - critica

La parte sommitale del corpo che originariamente era destinato all’Istituto di Chimica, appare

dalle fotografie e dalle piante

(24)

fig. 1.24: Veduta aerea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca

fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)

Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale, destinata a rifugio antiaereo, venne c

bomba

11

. La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e quegli anni che la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura sopraelevata raggiungendo anche qui i d

11

cfr. Zaggia Stefano, Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Donghi, in Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi

Giordano e Stefano Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).

24

ea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca Consorzi)

fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)

Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale, destinata a rifugio antiaereo, venne colpita e danneggiata da una

. La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura sopraelevata raggiungendo anche qui i due piani di altezza fuori terra. Osservando gli elaborati

Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele Il rilievo per la conoscenza: il complesso di Ingegneria di Daniele Donghi, a cura di Andrea

Zaggia , Padova, Cleup, 2011 (Collana DAUR Quaderni, 03/2011).

ea del complesso negli anni Trenta del Novecento (Archivio dell’Università di Padova, Fototeca

fig. 1.25: Piante dell’Istituto Superiore D’Ingegneria, 1933 (Archivio dell’Università di Padova)

Per quanto riguarda invece l’altro fabbricato, la sopraelevazione dell’ala settentrionale è riconducibile alla ricostruzione che interessò questa porzione di edificio dopo la Seconda Guerra olpita e danneggiata da una . La ricostruzione interessò il fronte settentrionale e parte di quello occidentale e fu in la copertura a terrazza del tratto terminale venne coperta e la struttura ue piani di altezza fuori terra. Osservando gli elaborati

Una sede per la Scuola di Ingegneria: dai primi progetti all’edificio di Daniele

, a cura di Andrea

(25)

Analisi storico - critica

25

progettuali relativi a questo intervento (fig. 1.26) si può notare come anche l’avancorpo a due piani addossato al fronte interno, sia stato costruito in questa occasione.

fig. 1.26: Pianta ampliamento Piano Primo - Lato lungo Via Loredan.

(Archivio dell’Università di Padova)

Per quanto riguarda le modifiche relative alla distribuzione interna si rimanda alle tavole dell’Allegato 2 in cui, dal confronto tra le piante reperite in archivio, si sono raffigurate tutte le demolizioni e le nuove costruzioni che hanno interessato l’edificio analizzato nel corso degli anni. Gli interventi più significativi dal punto di vista strutturale sono quelli che hanno interessato i corpi scala: i collegamenti verticali attuali non coincidono infatti con quelli originali.

Sono state inoltre costruite scale di emergenza per l’evacuazione del piano interrato.

Nel 2012 l’ex-DAUR, al primo piano del fabbricato che originariamente era destinato all’Istituto

di Architettura, è stato oggetto di lavori di restauro che hanno comportato variazioni nel layout

distributivo degli uffici realizzate attraverso tramezzature e senza interventi significativi da un

punto di vista strutturale, la realizzazione di lucernari nel corridoio di ingresso e di una nuova

controsoffittatura.

(26)

26

fig. 1.27: Lucernari.

Durante il sopralluogo si è potuto constatare che in adiacenza al locale 00130 00 026

12

, al piano terra dell’Istituto di Architettura, dove oggi si trova uno dei laboratori del Dipartimento di Processi Chimici Industriali, è stato realizzato un soppalco che si sviluppa al di sopra del locali 00130 00 015-0116

13

destinato a uffici.

fig. 1.28: Immagine in cui si possono notare le putrelle in acciaio applicate per ricavare nella doppia altezza un mezzanino destinato ad uffici.

12

notazione utilizzata per individuare i locali di un edificio dell’università: 00xxx (identificativo edificio) xx (piano) xxx (numero vano).

13

vedi nota precedente.

(27)

Analisi storico - critica

27

fig. 1.29: Mezzanino ricavato nella doppia altezza, mediante applicazione di putrelle in acciaio (vedi fig. 1.28).

Infine nell’interrato dell’Istituto di Chimica si è riscontrata la presenza di putrelle in acciaio al di sotto dei solai che supponiamo essere state messe in opera come rinforzo degli stessi.

fig. 1.30: Immagine in cui si possono notare le putrelle in acciaio, applicate all’intradosso delle travi in calcestruzzo,

presumibilmente come rinforzo della struttura portante.

(28)
(29)

Rilievo fotografico

29

CAPITOLO II - RILIEVO FOTOGRAFICO

2.1 Descrizione generale

Durante la prima fase di indagini conoscitive, è stato realizzato un rilievo fotografico dettagliato al fine di contribuire ad una accurata conoscenza del corpo di fabbrica analizzato nel suo insieme. Le immagini riportate, consentono di identificare univocamente l’edificio nel complesso e nelle sue singole parti. Per un’identificazione più precisa si rimanda alle tavole di rilievo fotografico riportate nell’ Allegato 3, contenenti la localizzazione di ogni singola foto, riportata in pianta, sezione e prospetto, per mezzo dei coni ottici.

Nelle pagine seguenti sono invece riportate le immagini ritenute più significative per restituire un quadro generale del contesto in cui è inserito l’edificio e indicare quali sono le sue parti principali, i suoi accessi e il suo aspetto architettonico.

Il corpo di fabbrica preso in esame presenta una forma a C con tre fronti principali esterni e un cortile interno. Esso è situato tra via Marzolo e via Loredan, con il prospetto principale lungo su quella che una volta era la prosecuzione di via Paolotti, oggi adibita a zona pedonale antistante l’edificio e a parcheggio auto.

fig. 2.01 Corpo Principale Prospetto Ovest

(30)

30

Il fronte principale dell’edificio, ingresso al cortile interno della Facoltà di Ingegneria è situato in corrispondenza del prospetto Ovest, parallelo a via Paolotti. Il corpo di fabbrica dell’ingresso, costituito da un colonnato che copre l’altezza di tutto il primo piano fuori terra dell’edificio, presenta delle discontinuità sotto forma di lesioni verticali correnti lungo tutta l’altezza della costruzione. Queste lesioni, da una prima analisi visiva, non sembrano essere significative per l’integrità strutturale del corpo di fabbrica considerato ma sono presumibilmente da ricondursi alla discontinuità materica conseguente alla costruzione successiva del blocco di ingresso.

Il disegno del prospetto principale risulta abbastanza elaborato: esso presenta infatti diverse decorazioni come i cornicioni delle finestre che, nel blocco centrale e lungo tutto il primo piano fuori terra, vanno a formare degli archi nella loro parte sommitale. Questi archi, sembrano finire sui maschi murari a loro volta decorati con una cornice sul bordo superiore. Nella parte centrale vi è inoltre una fascia di decorazione lungo il cornicione alla base del primo piano.

Il prospetto Sud, parallelo a via Marzolo, come il prospetto Ovest, si sviluppa su due piani fuori terra.

Esso presenta forometrie regolari ed elementi di decorazione come il cornicione che corre lungo tutto il perimetro dell’edificio e, in alcune parti dello stesso, elementi decorativi che richiamano particolari presenti anche nel prospetto Ovest. Le aperture quindi si alternano regolarmente a maschi murari ma presentano una forma diversa a seconda della loro posizione nel prospetto. Le finestre più a ovest nel primo piano fuori terra culminano con un arco mentre le finestre più a est sono rettangolari.

fig. 2.02 - 03 Dettagli decorazioni. Prospetto Sud

(31)

Rilievo fotografico

31

Come per il prospetto Sud, anche quello a Nord, presenta un’alternanza regolare di finestre e maschi murari con le relative decorazioni. Le forometrie risultano di dimensioni maggiori rispetto agli altri prospetti e presentano forme differenti come si può notare dalla fig. 2.04.

Questo prospetto si trova lungo via Loredan e se si percorre la strada interna che lo costeggia si arriva all’altra parte dell’Edificio Progettata da Donghi dove risiede il vecchio Dipartimento di Costruzioni e Trasporti oggi accorpato al DICEA.

I prospetti che danno sul cortile evidenziano lo sviluppo su tre livelli della porzione centrale: un piano mezzanino infatti è presente ai lati del colonnato centrale. Caratteristica che differenzia i prospetti interni da quelli esterni principali, è l’uso di intonaco (di recente fattura).

fig. 2.04 Prospetto Nord lungo via Loredan

fig. 2.05 Prospetto Est interno- Mezzanino

(32)

32

Su entrambi i lati (Nord e Sud) del cortile sono presenti avancorpi costruiti a posteriori rispetto la costruzione originaria (la differenza la si può leggere anche solo dall’assenza di ordini in facciata e dal diverso tipo di intonaco utilizzato), sul lato Sud il blocco è su un unico livello fuori terra ed ospita ambienti adibiti a locali tecnici, mentre il lato Nord si sviluppa su due livelli fuori terra (leggermente più bassi rispetto al costruito originario) e, all’interno ospitano due vani scala e uffici per il personale.

fig.2.06 Prospetto Nord Blocco Sud – Volume costruito a posteriori

fig. 2.07 Prospetto Sud Blocco Nord – Volume costruito a posteriori

(33)

Rilievo fotografico

33

2.2 Destinazione d’uso e spazi interni

Per quanto riguarda invece la destinazione d’uso delle varie parti dell’edificio bisogna distinguere gli ambienti a seconda del dipartimento e quindi del lato nord o sud della costruzione.

La parte nord del complesso è occupata, per una parte, dal Dipartimento d Processi Chimici per l’Ingegneria e per l’altra dal DICEA (Dipartimento di Ingegneria Civile Edile Ambientale).

L’ingresso alla prima parte è situato sotto il colonnato centrale del prospetto ovest. Si accede dunque ad un lungo corridoio che percorre l’intera ala dell’edificio e che presenta l’accesso ai diversi Uffici dei Professori del Dipartimento, ad alcuni Laboratori di Calcolo, ad un’aula per le lezioni e ad un ampio laboratorio.

Sempre sul lato nord, circa a metà del corridoio che percorre tutto il complesso, è presente una scala a chiocciola che permette l’accesso ad un mezzanino che si affaccia sul cortile interno (Prospetto Est) adibito ad uffici e una scala che porta nel piano interrato, dove possiamo trovare principalmente vecchi depositi di attrezzature , locali tecnici e laboratori ancora in funzione.

fig. 2 .08 Interno di un ufficio fig. 2.09 Corridoio principale dipartimento processi chimici

(34)

34

A fianco all’ingresso del Dipartimento di Processi Chimici, sempre al di sotto del colonnato, si trova l’ingresso principale del dipartimento DICEA, recentemente restaurato. Attraverso un ampio vano scala si accede a un gran numero di uffici, alla segreteria del dipartimento e ad un’

aula, il cui ingresso è raggiungibile dal prospetto sud che si affaccia sul cortile interno. Esso inoltre permette l’accesso diretto al laboratorio e alle aule del Dipartimento di Processi Chimici senza usufruire dell’ingresso principale.

L’aula in questione fu costruita conseguentemente alla parte nord del complesso ed è stata posizionata al di sopra del laboratorio di Chimica presente al piano terra: alla conseguente discontinuità materica è da ricondurre la formazione di una ampia fessura longitudinale alla base della muratura perimetrale del locale al primo piano.

fig. 2.10 Vano scale che conduce al DICEA

(35)

Rilievo fotografico

35

fig. 2.11 Aula D, situata al Primo Piano del blocco Nord

La porzione sud del complesso presenta anch’essa l’ingresso sotto il colonnato sul prospetto

ovest dell’edificio. Al piano terra la maggior parte degli ambienti è occupata da laboratori e da

uffici. Attraverso un vano scala si accede al primo piano, dove, oltre ad una esigua parte

occupata da uffici, la rimanente parte appare completamente abbandonato. Diversi laboratori

presenti al primo piano infatti sono stati smantellati lasciando cosi una buona parte dell’edificio

in balia di diversi agenti degradanti come infiltrazioni e umidità.

(36)

36

fig. 2.12 Laboratorio abbandonato al primo piano del blocco Sud

L’accesso alla copertura è possibile solo dall’ala nord del complesso. Nel sottotetto è stato

montata una passerella attraverso la quale si può percorrere, districandosi tra le capriate a vista,

l’intero sottotetto del blocco nord. Da qui si possono parzialmente vedere le strutture

costituenti i solai del soffitto del primo piano e le strutture che sorreggono i lucernari presenti

nel corridoio del DICEA.

(37)

Rilievo fotografico

37

fig. 2.13 Passerella presente nel sottotetto

Vi è anche la possibilità di accedere all’esterno della copertura, esattamente su una spazio su cui è stata posizionata una centrale di ricambio aria. Da questa posizione è possibile distinguere la complessa rete di falde che costituiscono la copertura.

fig. 2.14 Vista dal pianerottolo presente sulla

copertura

(38)
(39)

Rilievo geometrico del manufatto

39

CAPITOLO III - RILIEVO GEOMETRICO DEL MANUFATTO

3.1 Inquadramento Generale

Il rilievo geometrico si è dimostrato necessario al fine di verificare la congruenza tra la documentazione raccolta e la reale condizione dello stato di fatto, dato soprattutto il susseguirsi di varianti al progetto originale e i lavori di ristrutturazione effettuati nel Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento - ex DAUR di Ingegneria.

Gli strumenti utilizzati per il rilievo geometrico della sede di Ingegneria dell’Università di Padova sono distanziometri laser e cordelle metriche, pertanto le misure sono affette da un grado di incertezza dell’ordine del centimetro, il quale può essere ritenuto non rilevante ai fini dello studio del comportamento nei confronti dell’azione sismica. Il rilievo geometrico dello stato di fatto è stato quindi condotto mediante un controllo delle misure per verificare la corrispondenza fra dati progettuali e costruzione realizzata. Tale rilievo è stato quindi restituito e quotato in scala 1:100 ed è interamente riportato nelle Tavole in allegato; nelle pagine che seguono è invece presente un sunto fondamentale, nel quale i diversi elaborati identificano univocamente l’edificio nel complesso e nelle singole parti interne.

L’edificio ha, nel complesso una struttura regolare sia in pianta che in altezza. Con l’intento di rendere maggiormente chiara la comprensione degli ambienti in cui è sviluppato, di seguito sono riportate le piante dei vari piani, i prospetti e le sezioni in scala adeguata.

fig. 3.01: Inquadramento area e identificazione oggetto di studio

(40)

40

L’edificio in esame è realizzato su tre livelli principali (due fuori terra e uno interrato) e solamente in una porzione di esso, è presente un livello ammezzato. Nel complesso, l’edificio trattato in questa tesi, presenta una pianta a “C”, suddivisa in due porzioni, ognuna delle quali a sua volta presenta forma ad “L” (Figura 3.02). In particolare, dalle piante dei diversi piani si evince che la costruzione si sviluppa attorno ad uno spazio centrale aperto a corte che incornicia l’ingresso alla Facoltà di Ingegneria.

Di seguito vengono riportate le piante fuori scala dei vari piani dell’edificio. Ognuna della quali seguita dalla pianta con le destinazioni d’uso.

fig. 3.02: Planimetria della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova

(41)

Rilievo geometrico del manufatto

41 3.1.1 Analisi dell’edificio

Il Piano Interrato (Figura 3.03) non si estende per tutta l’ampiezza degli altri piani; la porzione a nord (a destra dell’immagine sottostante) è costituita esclusivamente da un corridoio che conduce alla parte est della Facoltà, mentre la porzione sud si interrompe circa a metà rispetto al Piano Terra.

Nonostante la continuità visiva in pianta, ci si accorge che le parti nord e sud dell’edificio sono nettamente suddivise dalla presenza di un setto murario posto in posizione quasi centrale al complesso (Figura 3.04).

fig. 3.03: Pianta del piano interrato

fig. 3.04: Dettaglio in pianta della suddivisione tra le due porzioni di edificio

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Quasi la totalità degli ambienti a sud-est, e verso il cortile interno, risultano dotati di finestre e uscite di sicurezza. L’unico versante dell’edificio che ne risulta privo è il corridoio a nord usato come deposito-magazzino. La distribuzione in pianta risulta regolare, con tre file di muri portanti nella direzione ortogonale alla facciata principale e quattro file nella direzione opposta, parallela ad essa.

Al Piano Interrato possiamo trovare ambienti adibiti a laboratori di ricerca, spazi tecnici, sala pompe idrauliche, magazzini e un’aula (Figura 3.05). Allo stato attuale sono inoltre solamente due le stanze occupate da uffici per il personale, mentre ben cinque ambienti, tutti dotati di aperture che apportano luce naturale, risultano essere inutilizzati.

Il Piano Terra (Figura 3.06), presenta innanzitutto una divisione che al Piano Interrato non era così nettamente visibile: le porzioni nord e sud dell’edificio sono infatti separate da un doppio colonnato, posto nel mezzo, che funge da atrio ai tre ingressi principali dei Dipartimenti. Per il resto, le due porzioni di edificio risultano quasi totalmente simmetriche, anche per quanto riguarda la distribuzione degli ambienti interni. Unica differenza tra le due distribuzioni sta nel fatto che nella porzione nord, sono presenti due ingressi e due rampe di scale: questa differenza non è casuale; la scalinata adiacente l’ingresso porta al dipartimento di Architettura Urbanistica e Rilevamento, presente al piano superiore; la scala a metà del corridoio invece (raggiungibile dall’ingresso centrale sul colonnato) porta al piano Interrato che fa sempre parte del Dipartimento di Processi Chimici per l’Ingegneria.

fig. 3.05: Destinazioni d’uso piano interrato

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Rilievo geometrico del manufatto

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Da entrambi i lati del piano in questione sono presenti per lo più uffici per il personale e laboratori di ricerca. Su ciascun lato non mancano inoltre locali adibiti a spazio tecnico, biblioteca, aule e servizi igienici (Figura 3.07).

fig. 3.06: Pianta piano terra

fig. 3.07: Destinazioni d’uso piano terra

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Il Primo Piano (Figura 3.08) riunisce nuovamente le due porzioni che risultavano divise dal colonnato al Piano Terreno; i Dipartimenti rimangono comunque separati dallo stesso setto murario presente al Piano Interrato e non sono in nessun modo collegati da porte o corridoi (Figura 3.09).

fig. 3.08: Pianta primo piano

fig. 3.09: Dettaglio in pianta della suddivisione tra le due porzioni di edificio

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Rilievo geometrico del manufatto

45

Mentre nella porzione nord dell’edificio la maggior parte degli ambienti sono occupati da uffici per il personale docente del dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento, nella porzione a sud, quasi tutti gli ambienti sono inutilizzati e in completo stato di abbandono (Figura 3.10).

Qui di seguito vengono riportate, fuori scala, tutte le sezioni dell’edificio (Figura 3.11).

fig. 3.10: Destinazioni d’uso primo piano

fig. 3.11: Pianta sezioni

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46

La sezione A-A (Figura 3.12), che prende parte del Prospetto est sul cortile interno della facoltà, mostra gli ambienti presenti sulle due ali dell’edificio: nella porzione sud (a sinistra dell’immagine riportata sotto, Figura 3.12), si notano l’assenza del piano interrato e la parte di edificio che si estende unicamente al piano terreno ed ospita locali tecnici, mentre, nella porzione a nord, la sezione viene fatta in corrispondenza del percorso verticale che porta al Dipartimento di Architettura.

In particolare, si vede come, al di sopra del corridoio al piano terreno, sia presente un volume le cui caratteristiche non sono state misurate con esattezza nel rilievo a causa della presenza di un controsoffitto (Figura 3.13).

fig. 3.12: Sezione A-A

fig. 3.13: Dettaglio sezione A-A

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Rilievo geometrico del manufatto

47

La sezione B-B (Figura 3.14) taglia la porzione sud dell’edificio. Anche in questo caso, come per la sezione precedente, non è stato possibile rilevare con esattezza alcuni passaggi a causa della presenza di parti controsoffittate. Nel complesso viene confermato quanto letto precedentemente nelle piante: la regolarità degli ambienti e la presenza del piano interrato solo fino a circa metà dell’intera lunghezza dell’”ala”.

Le sezioni C-C, D-D, E-E, F-F e G-G vengono fatte in corrispondenza del blocco centrale dell’edificio, tutte in direzione nord.

Per quanto riguarda la sezione C-C (Figura 3.15), vengono intersecati anche gli ambienti del piano Mezzanino affacciati sulla corte interna ad est.

fig. 3.14: Sezione B-B

fig. 3.15: Sezione C-C

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La sezione D-D (Figura 3.16) mostra la rampa di scale che porta al Primo Piano del Dipartimento di Processi Chimici per l’Ingegneria.

Analogamente, la sezione E-E (Figura 3.17), riprende lo scalone che porta al piano occupato dal Dipartimento ex Daur.

fig. 3.16: Sezione D-D

fig. 3.17: Sezione E-E

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Rilievo geometrico del manufatto

49

Nella sezione F-F (Figura 3.18) si può vedere il piano ammezzato che si sviluppa verso il cortile interno della facoltà occupato da tre uffici del personale docente del Dipartimento di Processi Chimici per l’Ingegneria.

La Sezione G-G (Figura 3.19), oltre a sezionare la parte centrale dell’edificio, prende anche parte della porzione nord di esso occupato da uffici posti ad un piano intermedio rispetto al resto del complesso. Vengono inoltre sezionate entrambe le rampe di scale presenti nel volume di edificio rivolto al cortile interno.

fig. 3.18: Sezione F-F

fig. 3.19: Sezione G-G

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La sezione H-H (Figura 3.20) seziona l’intera ala nord del complesso e mostra il doppio volume del laboratorio di Processi Chimici al piano terreno. La sezione evidenzia la regolarità nella disposizione delle aperture sul prospetto e la presenza di un controsoffitto che ricopre il solaio del piano terreno negli ambienti ad ovest.

L’ultima sezione, la I-I (Figura 3.21), viene fatta parallelamente alla facciata principale dell’edificio in direzione ovest. Anche in questo caso vengono evidenziati la regolarità nella distribuzione degli ambienti interni, la presenza di ampie zone controsoffittate, sia al piano terreno, sia al primo piano e la divisione netta tra i due edifici.

fig. 3.20: Sezione H-H

fig. 3.21: Sezione I-I

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Rilievo geometrico del manufatto

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Al piano terreno essa è dovuta alla presenza del doppio colonnato mentre negli altri piani dalla presenza di un setto murario posto a sud di esso.

Il Prospetto Ovest (Figura 3.24), è quello di ingresso al cortile della Facoltà e si estende parallelamente a via Paolotti. Esattamente al centro di esso è presente il doppio colonnato che funge da atrio all’intero complesso di edifici della Facoltà di Ingegneria. Le due porzioni di cui è costituito l’edificio, anche se costruite in anni diversi, risultano assolutamente identiche e simmetriche rispetto al blocco centrale. L’intera facciata è caratterizzata da una distribuzione regolare delle aperture e degli ordini.

A differenza del Prospetto Ovest, il Prospetto Est (Figura 3.25), rivolto al cortile interno, è caratterizzato dalla presenza di aperture che fanno intuire la presenza di un piano ammezzato tra il piano terra ed il primo piano, rispettivamente a destra ed a sinistra del colonnato. Anche questo prospetto è caratterizzato da regolarità e simmetria. Unico elemento presente nella

fig. 3.24: Prospetto Est sul Cortile interno fig. 3.22: Dettaglio del colonnato al Piano Terra nella

sezione I-I

fig. 3.23: Dettaglio della divisione tra i due

dipartimenti

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