Informazioni legali
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che agiscono per conto dell’Istituto non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo manuale.
ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, 48 – 00144 Roma
www.isprambiente.gov.it
ISPRA, Manuali e Linee Guida n. 162/2017 ISBN 978-88-448-0846-4
Riproduzione autorizzata citando la fonte: Siniscalco C., Cocchi L., Vescovi L., Floccia F., Campana L.
(Eds.), 2017. Contributo alla conoscenza degli elementi chimici determinati nei funghi. Raccolta delle schede storiche pubblicate sul periodico “Il Fungo”. Da Russula vesca Fr. a Lyophyllum decastes (Fr.) Singer.
ISPRA, Manuali e linee guida n. 162/2017.
Elaborazione grafica ISPRA
Grafica di copertina: Franco Iozzoli Foto di copertina:
Immagine tratta da Design & Interface Copyright © 1997 Michael Dayah: Tavola periodica degli elementi.
Immagine tratta da Wikipedia: Dmitrij Ivanovič Mendeleev.
Foto di Carmine Lavorato: Agaricus urinascens (Jul. Schäff. & F.H. Møller) Singer.
Coordinamento pubblicazione on line Daria Mazzella
ISPRA – Area Comunicazione
Settembre 2017
Molto tempo fa la pioggia cadde sul fango
ed esso divenne roccia, intrappolando i resti degli esseri viventi presenti tra i suoi strati.
Tra questi vi erano anche i funghi, che stanno aspettando da circa mezzo miliardo di anni
di raccontarci la loro storia ed i loro segreti più nascosti.
di Carmine Siniscalco (Manuale 162/2017)
i Comitato Scientifico del “Progetto Speciale Funghi” di ISPRA
Carmine Siniscalco (ISPRA - Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità) – Presidente
Anna Benedetti (CREA - Relazioni tra Pianta e Suolo) Gian Luigi Parrettini (Associazione Micologica Bresadola)
Pietro Massimiliano Bianco (ISPRA - Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità)
Luigi Cocchi (Associazione Micologica Bresadola) Manuela Giovannetti (Università degli Studi di Pisa)
Carlo Jacomini (ISPRA – Centro Nazionale per la rete nazionale dei laboratori) Lucio Montecchio (Università degli Studi di Padova)
Luigi Villa (Associazione Micologica Bresadola)
Gianfranco Visentin (Associazione Micologica Bresadola).
Segreteria Scientifica
Stefano Bedini (Università degli Studi di Pisa) Cristina Menta (Università degli Studi di Parma).
Segreteria Tecnica e Operativa
Luca Campana (ISPRA - Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità)
Francesca Floccia (ISPRA - Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione
della biodiversità).
ii Autori del volume
Il volume è a cura di:
Carmine Siniscalco (ISPRA – Dipartimento per il Monitoraggio e la Tutela dell'Ambiente e per la Conservazione della Biodiversità – Servizio per la Sostenibilità della Pianificazione Territoriale, per le Aree Protette e la Tutela del Paesaggio, della Natura e dei Servizi Ecosistemici Terrestri – Responsabile del Progetto Speciale Funghi e Presidente del relativo Comitato Scientifico; Direttore del “Centro di Eccellenza” ISPRA presso il Centro Studi per la Biodiversità del Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB;
Associazione Accademia Kronos; Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB) Luigi Cocchi (Componente del Comitato Scientifico del Progetto Speciale Funghi; Coordinatore del
“Centro di Eccellenza” ISPRA presso il Gruppo Micologico e Naturalistico “R.
Franchi”-AMB di Reggio Emilia; Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi”- AMB di Reggio Emilia)
Luciano Vescovi (IREN Laboratori S.p.A. – Reggio Emilia; Gruppo Micologico e Naturalistico “R.
Franchi”-AMB di Reggio Emilia)
Francesca Floccia (ISPRA – Dipartimento per il Monitoraggio e la Tutela dell'Ambiente e per la Conservazione della Biodiversità – Servizio per la Sostenibilità della Pianificazione Territoriale, per le Aree Protette e la Tutela del Paesaggio, della Natura e dei Servizi Ecosistemici Terrestri – Segreteria Tecnica e Operativa del Progetto Speciale Funghi;
Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB)
Luca Campana (ISPRA – Dipartimento per il Monitoraggio e la Tutela dell'Ambiente e per la Conservazione della Biodiversità – Servizio per la Sostenibilità della Pianificazione Territoriale, per le Aree Protette e la Tutela del Paesaggio, della Natura e dei Servizi Ecosistemici Terrestri – Segreteria Tecnica e Operativa del Progetto Speciale Funghi;
Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB).
iii Autori delle 15 schede pubblicate sul periodico “Il Fungo” raccolte in questo volume
Luigi Cocchi (Predetto) Luciano Vescovi (Predetto)
Hanno collaborato con gli autori del volume
Adriano Mattioli (Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi” – AMB di Reggio Emilia);
Andrea Vennari (ISPRA – Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità – Settore Supporto Amministrativo alla Direzione BIO – “Progetto Speciale Funghi”);
Arturo Baglivo (Forum APB, Gruppo Micologico e Naturalistico di Mesagne – AMB; Gruppo
Micologico di Lecce – AMB);
Carmine Lavorato (Coordinatore operativo del “Centro di Eccellenza” ISPRA presso la Confederazione Micologica Calabrese; Gruppo Micologico Sila Greca – AMB);
Cristina Luperi (Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB);
Gian Luigi Parrettini (Componente del Comitato Scientifico del “Progetto Speciale Funghi”; Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB);
Mauro Comuzzi (Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi” – AMB di Reggio Emilia);
Rosalba Mattiozzi (ISPRA – Dipartimento per il monitoraggio e la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità – Settore Supporto Amministrativo alla Direzione BIO – “Progetto Speciale Funghi”).
Hanno collaborato con gli autori le seguenti strutture del “Progetto Speciale Funghi”
“Centro di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del “Progetto Speciale Funghi” presso il “Gruppo Micologico Etruria Meridionale – AMB” (Lazio – Abruzzo);
“Centro di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del “Progetto Speciale Funghi” presso il “Gruppo Micologico e Naturalistico “R. Franchi” – AMB di Reggio Emilia” (Emilia Romagna);
“Centro di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del “Progetto Speciale
Funghi” presso la “Confederazione Micologica Calabrese” (Calabria).
1
INDICE
Premessa ... 5
Introduzione ... 6
Scheda 1 ... 7
Russula vesca Fr. e Russula heterophylla (Fr.) Fr. ... 7
Scheda 2 ... 14
Boletus luridus Sch.:Fr. ... 14
Scheda 3 ... 20
Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke ... 20
Scheda 4 ... 24
Agrocybe aegerita (Brig.) Fayod ... 24
Scheda 5 ... 28
Agaricus campestris L.:Fr. ... 28
Scheda 6 ... 32
Calvatia utriformis (Bosc) Morgan ... 32
Scheda 7 ... 35
Hygrophorus russula (Sch.:Fr.) Quélet ... 35
Scheda 8 ... 38
Amanita rubescens (Pers.:Fr.) S.F.Gray ... 38
Scheda 9 ... 41
Clitopilus prunulus (Scop.:Fr.) Quélet ... 41
Scheda 10 ... 44
Agaricus xanthodermus Génevier ... 44
Scheda 11 ... 47
Clitocybe geotropa (Bull.:Fr.) Quélet ... 47
Scheda 12 ... 54
Calocybe gambosa (Fr.:Fr.) Singer ... 54
Scheda 13 ... 59
Agaricus sylvicola (Vitt.) Sacc. ... 59
Scheda 14 ... 65
Suillus luteus (L.: Fr.) Roussel. ... 65
Scheda 15 ... 69
Lyophyllum decastes (Fr.:Fr.) Singer ... 69
Bibliografia ... 77
Sitografia ... 78
2
INDICE DI FIGURE, TABELLE E GRAFICI
Figura 1. Russula vesca Fr. ... 9
Figura 2. Russula heterophylla (Fr.) Fr. ... 10
Tabella 1. Tutti i campioni ... 11
Tabella 2. Genere Russula ... 11
Tabella 3. Russula vesca ... 12
Tabella 4. Russula heterophylla ... 12
Figura 3. Boletus luridus Sch.:Fr. ... 15
Tabella 5. Tutti i campioni ... 16
Tabella 6. Ordine Boletales ... 16
Tabella 7. Genere Boletus ... 17
Tabella 8. Boletus luridus ... 17
Grafico 1. Concentrazione del cadmio in funzione della quota in B. luridus ... 18
Grafico 2. Concentrazione del mercurio in funzione della quota in B. luridus ... 19
Grafico 3. Concentrazione del piombo in funzione della quota in B. luridus ... 19
Figura 4. Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke ... 21
Tabella 9. Ordine Tricholomatales ... 22
Tabella 10. Genere Lepista ... 22
Tabella 11. Lepista nuda ... 22
Figura 5. Agrocybe aegerita (Brig.) Fayod ... 26
Tabella 12. Tutti i campioni ... 27
Tabella 13. Ordine Cortinariales ... 27
Tabella 14. Agrocybe aegerita ... 27
Figura 6. Agaricus campestris L.:Fr. ... 30
Tabella 15. Tutti i campioni ... 31
Tabella 16. Genere Agaricus ... 31
Tabella 17. Agaricus campestris ... 31
Figura 7. Calvatia utriformis (Bosc) Morgan ... 33
Tabella 18. Tutti i campioni ... 34
Tabella 19. Ordine Lycoperdales ... 34
Tabella 20. Calvatia utriformis ... 34
Figura 8. Hygrophorus russula (Sch.:Fr.) Quélet ... 36
Tabella 21. Tutti i campioni ... 37
Tabella 22. Famiglia Hygrophoraceae ... 37
Tabella 23. Hygrophorus russula ... 37
Figura 9. Amanita rubescens (Pers.:Fr.) S.F.Gray ... 39
Tabella 24. Tutti i campioni ... 40
3
Tabella 25. Genere Amanita ... 40
Tabella 26. Amanita rubescens ... 40
Figura 10. Clitopilus prunulus (Scop.:Fr.) Quélet ... 42
Tabella 27. Tutti i campioni ... 43
Tabella 28. Ordine Entolomatales ... 43
Tabella 29. Clitopilus prunulus ... 43
Figura 11. Agaricus xanthodermus Génevier ... 45
Tabella 30. Tutti i campioni ... 46
Tabella 31. Genere Agaricus ... 46
Tabella 32. Agaricus xanthodermus ... 46
Figura 12. Clitocybe geotropa (Bull.:Fr.) Quélet ... 49
Tabella 33. Tutti i campioni ... 50
Tabella 34. Ordine Tricholomatales ... 50
Tabella 35. Genere Clitocybe... 51
Tabella 36. Clitocybe geotropa... 51
Grafico 4. Argento in funzione della quota in C. geotropa ... 52
Grafico 5. Cadmio in funzione della quota in C. geotropa ... 52
Grafico 6. Piombo in funzione della quota in C. geotropa ... 53
Grafico 7. Mercurio in funzione della quota in C. geotropa ... 53
Figura 13. Calocybe gambosa (Fr.:Fr.) Singer ... 56
Tabella 37. Tutti i campioni ... 57
Tabella 38. Ordine Tricholomatales ... 57
Tabella 39. Calocybe gambosa... 57
Tabella 40. Metalli pesanti nei funghi per sito di raccolta ... 58
Figura 14. Agaricus sylvicola (Vitt.) Sacc. ... 61
Tabella 41. Tutti i campioni ... 62
Tabella 42. Genere Agaricus ... 62
Tabella 43. Agaricus sylvicola ... 62
Grafico 8. Cadmio in funzione della quota in A. sylvicola ... 63
Grafico 9. Argento in funzione della quota in A. sylvicola ... 63
Grafico 10. Piombo in funzione della quota in A. sylvicola ... 64
Grafico 11. Mercurio in funzione della quota in A. sylvicola ... 64
Figura 15. Suillus luteus (L.: Fr.) Roussel. ... 66
Tabella 44. Tutti i campioni ... 67
Tabella 45. Ordine Boletales ... 67
Tabella 46. Genere Suillus ... 68
Tabella 47. Suillus luteus ... 68
Figura 16. Lyophyllum decastes (Fr.:Fr.) Singer ... 71
4
Tabella 48. Tutti i campioni ... 72
Tabella 49. Ordine Tricholomatales ... 72
Tabella 50. Lyophyllum decastes ... 72
Tabella 51. Concentrazioni di Cd, Hg, Pb in L. decastes e nei terreni ... 73
Grafico 12. Chemical fingerprint di Lyophyllum decastes ... 73
Grafico 13. Lyophyllum decastes VE ... 74
Grafico 14. L. decastes Adda 1 (CR) ... 74
Grafico 15. Argento in funzione della quota in L. decastes ... 75
Grafico 16. L. decastes Adda 2 (CR) ... 75
Grafico 17. Piombo in funzione della quota in L. decastes ... 76
Grafico 18. Mercurio in funzione della quota in L. decastes ... 76
5
P REMESSA
Il presente lavoro s’inquadra in una delle attività istituzionali dell’ISPRA, ovvero quella di sollecitare e coordinare i processi di definizione di strumenti, anche non convenzionali, per una corretta applicazione delle Convenzioni internazionali e delle Direttive europee. Attività, questa, che viene svolta anche attraverso accordi e convenzioni con Enti, Istituti e Associazioni, finalizzati altresì a veicolare opportunamente le conoscenze e i flussi informativi.
Nell’ambito del Dipartimento “per il monitoraggio, la tutela dell'ambiente e la conservazione della biodiversità”, le attività del Servizio “per la sostenibilità della pianificazione territoriale, per le aree protette e la tutela del paesaggio, della natura e dei servizi eco-sistemici terrestri” vedono il “Progetto Speciale Funghi”
promuovere sia studi micologici finalizzati all’individuazione della qualità ambientale e alla conservazione della diversità biologica sia all’organizzazione, sviluppo e coordinamento di organismi e strutture scientifiche, naturalistiche, ecologiche e micologiche atte a costituire un sistema a largo spettro preposto alla divulgazione, informazione e formazione a vari livelli.
I temi di ricerca del “Progetto Speciale Funghi” prevedono anche l’organizzazione e lo sviluppo di procedure di riferimento come Manuali e Linee guida per il rilevamento, l’acquisizione e la diffusione dei dati, con particolare riferimento a quelli storici, disponibili presso collezioni, erbari, musei, ecc. In quest’ottica è compreso anche il monitoraggio biologico delle conoscenze micotossicologiche, comprensive anche dei fenomeni di bioaccumulo e bioconcentrazione di metalli pesanti e sostanze xenobiotiche nei funghi, per facilitare sia eventuali piani di biorisanamento sia studi riguardanti gli aspetti igienico-sanitari legati al consumo alimentare dei funghi.
Il lavoro esposto nel presente volume è frutto di un apposito Gruppo di Lavoro, istituito all’interno del
“Progetto Speciale Funghi” di ISPRA nel 2012 in collaborazione con il “Gruppo Micologico e Naturalistico R. Franchi” di Reggio Emilia – AMB, a seguito della progettazione e realizzazione dei “Centri di Eccellenza” per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo.
L’azione di concerto tra più “Unità Operative” e “Progetto Speciale Funghi” ha permesso di recuperare e avviare alla pubblicazione oltre sessanta schede storiche, descrittive di diciotto elementi chimici determinati nei funghi in oltre 25 anni di studi, pubblicate sul periodico “Il Fungo”, organo informativo del gruppo reggiano.
Questo nuovo prodotto del “Progetto Speciale Funghi” permette di sviluppare e divulgare in tempo reale un’informazione corretta e aggiornata anche per gli aspetti micotossicologici e rappresenta sia l’ennesima conferma della capacità di ISPRA di dialogare e confrontarsi su percorsi compartecipati e rispettosi delle condizione specifica di ciascuno, sia lo stimolo indispensabile per ulteriori attività future in un ambito di difficile diffusione delle conoscenze.
Luciano Bonci
Dirigente del Servizio per la sostenibilità della pianificazione
territoriale, per le aree protette e la tutela del paesaggio,
della natura e dei servizi eco-sistemici terrestri
6
I NTRODUZIONE
Il suolo è considerato una risorsa naturale fondamentale, in quanto fornisce all’uomo i “beni ecosistemici” e tutta una serie di servizi che assicurano la sostenibilità dell’ecosistema, come ad esempio il ciclo dei nutrienti, la decomposizione della sostanza organica, ecc.
Tutte queste funzioni sono il risultato di processi biologici messi in atto da una grande varietà di organismi che vivono nei primi centimetri del suolo.
In questo contesto, le componenti micologiche sono tra i principali agenti dei cicli biogeochimici e provvedono anche alla degradazione della sostanza organica morta. Esse dipendono, in alcuni casi, dalla fauna edafica per la dispersione e diffusione delle spore fungine e rappresentano una significativa risorsa di cibo per le altre componenti. Inoltre, costituiscono un valido rifugio per gli organismi edafici e possono alterare la composizione biochimica del terreno, operando cambiamenti nelle comunità di microartropodi e influenzandone le scelte alimentari e il successo riproduttivo.
Nonostante la grande varietà di studi sugli effetti delle relazioni tra componenti micologiche e gli altri organismi del suolo, le interazioni che intercorrono tra i vari costituenti sono ancora poco conosciute.
Lo studio dell’ecologia del suolo e, in particolare, l’utilizzo delle componenti micologiche per arrivare a capire lo stato di salute degli ecosistemi terrestri appare ad oggi una cosa ancora difficile da realizzare, sia per le scarse conoscenze sia per le difficoltà oggettive dovute alla formulazione di un modello unico di
“lettura del suolo”.
In questo contesto, i quattro volumi che raccolgono le oltre sessanta schede storiche prodotte dal “Gruppo Micologico e Naturalistico R. Franchi” di Reggio Emilia – AMB mettono a disposizione della comunità scientifica, nonché della cittadinanza e dei tecnici micologi sia del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) sia delle Aziende ASL o per la Tutela della Salute sul territorio nazionale, un’imponente quantità di dati analitici di elementi chimici nei funghi analizzati.
Questo archivio di dati è fondamentale per i futuri studi sulla biodiversità e la bioindicazione, senza trascurare il loro reale ruolo di strumenti diagnostici per meglio comprendere la qualità e la salute dei suoli e degli ecosistemi terrestri a essi collegati.
L’aver raggiunto livelli di conoscenza che permettono, in determinate specie fungine, di distinguere tra la naturale concentrazione di particolari elementi chimici e quella indotta dall’attività antropica evidenzia un naturale e conseguente significato scientifico e tassonomico, che allarga gli orizzonti della ricerca anche in campi dove le caratteristiche “specie–specifiche” di certe componenti assumono uno o più ruoli fondamentali nella bioindicazione degli ecosistemi terrestri.
Quindi, oltre ad avere un impiego futuro come efficaci bioindicatori di contaminazione ambientale, le componenti micologiche si candidano al ruolo di strumenti atti alla conoscenza del percorso della contaminazione delle reti trofiche del suolo, anche tramite le variazioni temporali delle concentrazioni degli elementi chimici, radioattivi e non, in determinate specie.
I valori degli elementi chimici nei funghi analizzati costituiscono, inoltre, un’importante e fondamentale linea guida per coloro che si occupano dei molteplici aspetti dell’utilizzo dei funghi in campo alimentare e terapeutico. In un’economia mondiale fortemente globalizzata, le componenti micologiche entrano a far parte di molti alimenti e prodotti terapeutici scambiati e commercializzati anche “on-line”, pertanto avere a disposizione una così vasta platea di dati aiuta molto gli organi preposti alla prevenzione e alla repressione delle frodi nel rendere disponibili alla cittadinanza informazioni più chiare e liste di prodotti ritenuti, conseguentemente, più salutari.
Carmine Siniscalco
Responsabile “Progetto Speciale Funghi” di ISPRA
7 Presentazione
Intendiamo iniziare, con questa prima scheda su Russula vesca Fr. e Russula heterophylla (Fr.) Fr., la pubblicazione di una serie di schede, una per ogni specie, o gruppo di specie, tassonomicamente vicine, contenenti i dati da noi raccolti in questi anni sul contenuto di elementi chimici e di isotopi radioattivi nei funghi della nostra provincia.
È nostra intenzione aprire così, per il nostro periodico “Il Fungo”, una nuova rubrica che, speriamo, possa interessare molti soci e amici appassionati, dai semplici raccoglitori agli studiosi di Micologia.
Qualcuno dirà: “Finalmente, era ora!”; invece la nostra preoccupazione è che sia ancora un po’ troppo presto.
È vero che in questi anni (ormai dieci, da quando ci siamo impegnati in questa impresa sotto la spinta, anche emotiva, dell’incidente di Chernobyl avvenuto alla fine di aprile del 1986) abbiamo “rotto le scatole” a tanti amici (chiedendo il sacrificio di darci parte dei funghi raccolti, chiedendo informazioni “riservate” sugli habitat e sui luoghi di raccolta, chiedendo aiuto per la determinazione ai Micologi del nostro Gruppo, facendo vere e proprie razzie alle Mostre) riuscendo così a cumulare una banca dati che, pensiamo, non abbia pari almeno in Italia: è allora comprensibile che siamo sollecitati a far vedere a che punto siamo arrivati e quali indicazioni siamo in grado di dare, per esempio, sulle conseguenze della nostra ricerca in riferimento alla commestibilità dei funghi più ricercati per il consumo.
La nostra cautela è dovuta al fatto che, soprattutto in un campo di ricerca come il nostro, bisogna ben guardarsi dal fare le facili “sparate” a sensazione (è molto facile avere grossi titoli di giornale “ad effetto”, come purtroppo ci è successo): se si vogliono dire cose serie e con un minimo di ponderazione bisogna considerare le regole della Statistica che consentono di ragionare soltanto se si hanno a disposizione numerosi (cioè in quantità statisticamente significativa) dati per un numero significativo di esemplari.
Ovviamente tutto ciò richiede tempo e non solo, e il timore di dire sciocchezze è sempre presente.
Dobbiamo ricordare anche in questa sede che la nostra ricerca, che ha ottenuto nel 1994 il patrocinio e un contributo in danaro dalla Giunta Provinciale di Reggio Emilia (RE), avviene al di fuori di strutture universitarie e ha potuto decollare grazie alle convenzioni che il Gruppo Micologico ha stipulato, nel 1991, con il Servizio di Igiene Pubblica dell'U.S.L. di Reggio Emilia e il Presidio Multizonale di Prevenzione (P.M.P.) di Reggio Emilia e, nel 1994, con l'Azienda Gas Acqua Consorziale (A.G.A.C.) di Reggio Emilia:
tutto ciò ci ha permesso di accumulare, in questi anni, dati per oltre cento generi e per circa cinquecento specie di funghi provenienti, è importante sottolinearlo, dal territorio della nostra provincia.
Ricordiamo anche che la nostra ricerca si basa sulle seguenti tre ipotesi fondamentali di lavoro:
1. valutazione della possibilità di utilizzare i funghi come efficaci bioindicatori di contaminazione ambientale e studio dei percorsi che la contaminazione può seguire per introdursi nelle catene alimentari;
2. studio delle concentrazioni degli elementi chimici, radioattivi e non, nei funghi per verificare la loro utilità al fine di chiarire problematiche biologiche (es. effettivo ruolo svolto da una certa specie in natura) e tassonomiche (es. differenze chiarificatrici in riferimento a specie a delimitazione critica);
3. impatto igienico-sanitario da consumo di funghi contenenti eccessive concentrazioni di radioattività e di sostanze pericolose (metalli pesanti) per la salute umana.
L’impostazione delle schede della rubrica, per il metodo e per il contenuto, non si discosta (per ora) da quella degli articoli che abbiamo già pubblicato (sul genere Agaricus) o abbiamo in corso di pubblicazione (sull’ordine Boletales), anche se in esse faremo riferimento soprattutto alla terza ipotesi; tuttavia non trascureremo, quando lo riterremo importante, di dare informazioni, seppur in modo semplice, anche rispetto alle altre due.
Il Fungo N. 2 Anno 1997
Rubrica “Funghi, Metalli e Radioattività”
S CHEDA 1
Russula vesca Fr. e Russula heterophylla (Fr.) Fr.
8 Naturalmente tutte le nostre considerazioni sono suscettibili di verifiche ulteriori, cioè, in altre parole, sono tutte provvisorie.
Infatti, il problema più difficile che stiamo cercando di risolvere è quello di individuare un metodo standardizzato di campionamento che consenta di abbattere il più possibile gli alti valori delle deviazioni standard (perciò dei Coefficienti di Variazione, indicati nelle tabelle con il simbolo %): gli elevati valori dei Coefficienti di Variazione sono, infatti, indicativi della molteplicità delle variabili che determinano le concentrazioni dei vari elementi (dimensione ed età dei carpofori; struttura, pH e concentrazione degli elementi nei terreni di crescita; ruolo biologico delle varie specie; inquinamento delle zone di crescita, ecc.).
È in ogni caso da segnalare il fatto che i Coefficienti di Variazione diminuiscono nettamente, pur rimanendo spesso alquanto elevati, passando dai dati generali a quelli delle singole specie: ciò può essere indicativo del significato specie-specifico delle concentrazioni.
Il riferimento costante per le nostre considerazioni è costituito dai dati contenuti nelle seguenti tabelle che rappresentano, per i diciotto elementi (El.) che per ora stiamo studiando, il Valore Medio (VM), il Valore Minimo (Min), il 1° Quartile (1°Q), la Mediana (Med), il 3° Quartile (3°Q), il Valore Massimo (Max) e il Coefficiente di Variazione (%) (il significato di questi indici statistici è dato negli articoli indicati in bibliografia).
Tab.1: Tutti i campioni
Tab. 2: Genere Russula (188 campioni) Tab. 3: Russula vesca (25 campioni) Tab. 4: Russula heterophylla (5 campioni).
I “non addetti ai lavori”, in ogni modo, non si preoccupino perché il confronto sarà fatto solo tenendo presente il Valore Medio e la Mediana.
Tutti i dati sono espressi in mg/kg di sostanza secca (mg/kg s.s.).
9
Figura 1. Russula vesca Fr.
[Foto: Mauro Comuzzi - © - Archivio Gruppo M. e N. "R. Franchi" di Reggio Emilia – AMB]
10
Figura 2. Russula heterophylla (Fr.) Fr.
[Foto: Mauro Comuzzi - © - Archivio Gruppo M. e N. "R. Franchi" di Reggio Emilia – AMB]
11
Tabella 1. Tutti i campioni Tabella 2. Genere Russula
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Ag 4,2 <0,1 0,4 1,2 3,8 170,1 221 1,5 <0,1 0,3 0,5 1,1 33,8 221
As 4 <2 <2 <2 <2 2588 1857 <2 <2 <2 <2 <2 5
B 10,9 <0,5 2,4 4,9 10,7 735,9 248 12,8 <0,5 3,0 7,9 14,5 99,5 122
Cd 3,40 <0,05 0,39 0,95 2,60 248,50 343 2,77 0,08 0,53 1,05 3,16 23,40 141
Cs 1,02 <0,01 0,03 0,14 0,50 106,00 472 0,27 <0,01 0,01 0,10 0,30 8,20 235
P 8145 222 4351 6187 10773 48650 67 4700 860 3686 4327 5182 41630 63
Mg 1317,2 372,0 965,0 1212 1567,0 6950,0 38 974,4 481,0 830,0 941,0 1086,5 1760,0 22
Mn 40,70 1,70 13,60 23,3 40,00 3853,0 309 37,72 5,80 22,45 30,00 46,20 169,70 64
Hg 1,12 <0,05 0,18 0,43 1,12 24,30 182 0,57 <0,05 0,14 0,32 0,74 4,06 111
Pb 1,7 <0,5 0,5 0,9 1,8 74,7 217 1,7 <0,5 0,8 1,2 1,9 9,5 92
K 42124 980 31300 40600 51100 140700 38 37932 22900 33350 37300 42100 61700 19
Cu 66,6 1,0 25,0 43,0 71,0 2090,0 149 54,5 10,0 39,5 52,0 68,0 162,0 42
Rb 91 <1 12 31 95 2473 197 71 6 19 30 69 1265 190
Se 3 <1 1 2 4 375 285 1 <1 1 1 2 7 85
Na 370 2 62 146 378 16730 216 368 4 49 137 456 3760 146
V 1,3 <0,1 0,2 0,3 0,6 195,0 783 0,4 <0,1 0,2 0,3 0,6 2,1 80
Zn 125,1 3,0 74,0 104,0 145,0 1181,0 77 94,5 25,0 62,5 81,0 108,5 864,0 80
S 3672 430 1912 2903 4498 34451 74 2010 815 1425 1917 2485 4932 39
12
Tabella 3. Russula vesca Tabella 4. Russula heterophylla
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Ag 0,6 0,1 0,3 0,5 0,7 2,7 89 0,4 <0,1 0,3 0,8 83
As <2 <2 <2 <2 <2 2 <2 <2 <2 <2
B 9,0 1,4 5,5 8,7 12,1 26,6 62 9,9 6,2 9,9 14,5 37
Cd 11,30 1,53 8,43 10,60 14,00 23,40 45 5,70 0,46 3,54 12,70 90
Cs 0,20 0,01 0,08 0,10 0,20 1,01 112 0,16 0,01 0,10 0,60 151
P 4979 2940 4302 5012 5605 6627 19 5198 4263 4889 6105 16
Mg 916,2 639,0 832,0 890,0 1018,0 1151,0 14 1090,0 977,0 1050,0 1320,0 12
Mn 26,51 5,80 17,80 25,70 32,20 73,00 51 27,44 8,70 26,20 44,80 60
Hg 0,28 0,05 0,12 0,23 0,39 0,93 73 0,18 0,09 0,20 0,26 42
Pb 2,0 <0,5 1,2 1,7 2,2 7,3 13 1,2 <0,5 1,2 2,7 82
K 37196 29800 33800 36400 40000 47300 13 42220 37300 41100 50700 12
Cu 70,6 45,0 65,0 71,0 78,0 99,0 19 57,2 33,0 52,0 85,0 43
Rb 50 6 15 30 44 313 129 51 7 27 165 127
Se 1 <1 1 1 2 4 81 2 <1 1 7 159
Na 161 10 50 74 137 851 124 182 15 113 514 112
V 0,3 <0,1 0,1 0,2 0,3 0,8 79 0,3 0,1 0,2 0,6 69
Zn 105,5 63,0 88,0 103,0 118,0 172,0 25 104,2 78,0 92,0 154,0 28
S 2523 1691 2332 2516 2759 3320 16 2544 1651 2723 2960 21
13 Le nostre considerazioni
Ragioneremo sostanzialmente solo di R. vesca, in quanto i campioni analizzati di R. heterophylla sono troppo pochi (invitiamo i soci e gli amici a farcene avere) e hanno, perciò, un significato puramente indicativo.
Secondo la sistematica di Romagnesi appartengono alla Sezione Heterophyllae, Sottosezione Heterophyllinae, R. vesca, R. heterophylla, R. mustelina. Di R. mustelina non abbiamo dati in quanto risulta, almeno a noi, che tale russula non sia mai stata ritrovata in Emilia-Romagna (anche per questa russula chiediamo ai soci e agli amici di farcene avere alcuni esemplari: anche se provenienti probabilmente dalla zona alpina, ci interessa vedere il comportamento di tale specie nei confronti, soprattutto, del cadmio)
Dal confronto dei valori medi (VM)e delle mediane (Med) delle tabelle si desume che:
1. Il dato caratterizzante, per R. vesca in modo più evidente che per R. heterophylla, è l’elevata concentrazione di cadmio sia rispetto ai dati per tutti i funghi (Tab. 1), sia rispetto alle altre specie del genere Russula (Tab. 2). Ciò può avere un significato tassonomico in quanto non sono emerse indicazioni con riferimento a particolare inquinamento dei luoghi di crescita: per questi funghi l'assunzione di cadmio (elemento ormai riconosciuto come cancerogeno per l’uomo) sembra proprio essere spontanea, seppur in misura minore rispetto agli Agaricus Flavescentes. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) raccomanda di non superare, per una persona adulta, l’ingestione settimanale di 0,5 mg di cadmio: ripetendo il calcolo già fatto per gli Agaricus risulta che tale valore sarebbe realizzato con un consumo settimanale di 500 grammi di R. vesca fresca. Tuttavia, poiché a causa della normale alimentazione si assume già una quantità settimanale di cadmio pari, circa, alla metà di quella massima stabilita dall’O.M.S., il consumo settimanale di R. vesca fresca si dovrebbe ridurre alla metà (250 grammi).
2. Dai Grafici 1, 2, 3 (per brevità non riportiamo i dati, comunque disponibili, da cui i grafici sono stati ricavati) emerge un’indicazione secondo noi molto significativa (e coincidente con quanto già evidenziato dagli Agaricus): i funghi provenienti dalle quote collinari (fascia altitudinale 300 – 600 m s.l.m.) contengono le concentrazioni maggiori di cadmio, mercurio, piombo (in particolare i funghi più
“contaminati” provengono dalla zona di Pulpiano).
3. Non esistono problemi per quanto riguarda la contaminazione radioattiva che, nei campioni misurati, è sempre risultata molto bassa.
4. È interessante segnalare che dai nostri dati emerge che in R. vesca, mentre per tutti gli elementi misurati
sembra non esserci dipendenza delle concentrazioni dalle dimensioni (l’età) dei carpofori, per il
manganese le concentrazioni diminuiscono con le dimensioni (l’età) dei carpofori, cioè i carpofori più
giovani e piccoli ne contengono di più, per ogni kilogrammo, di quelli più grandi e maturi.
14 In questa seconda scheda della rubrica, avendo più spazio a disposizione rispetto alla prima, possiamo presentare, per Boletus luridus Sch.:Fr., i dati delle concentrazioni di diciotto elementi (i motivi per cui non presentiamo ancora i dati, che pure abbiamo, anche delle concentrazioni di altri elementi sono già stati spiegati – vedere bibliografia).
Dalle seguenti tabelle, che si riferiscono tutte a funghi della provincia di Reggio Emilia (i valori sono dati in milligrammi per chilogrammo di sostanza secca, cioè mg/kg s.s.):
Tab. 5: Tutti i campioni
Tab. 6: Ordine Boletales (438 campioni) Tab. 7: Genere Boletus (230 campioni) Tab. 8: Boletus luridus (25 campioni) si possono trarre alcune indicazioni interessanti.
1. Le concentrazioni dei metalli pesanti piombo, cadmio, mercurio, i più pericolosi per la salute umana, in B. luridus (Tab.8) sono, in generale, minori rispetto ai valori della Tab.4, della Tab.5 e della Tab.6: ciò significa che questa specie è, in generale, abbastanza pulita. Non manca però qualche sorpresa che salta agli occhi osservando i grafici riportati di seguito.
a. Dal Grafico 3 appare che le concentrazioni di Pb si dividono in tre gruppi, indipendentemente dalla quota: valori minori di 0,20; valori compresi tra 0,60 e 0,80; valori compresi tra 1,00 e 1,20. Tale aspetto va approfondito. I campioni con le maggiori concentrazioni di piombo provengono da Calizzo (comune di Villa Minozzo, in bosco di latifoglia con querce e carpini, a circa 750 m s.l.m.) e da Vallisnera (comune di Collagna, in bosco misto di latifoglia con querce e castagni, a circa 1000 m s.l.m.) in siti dove è difficile pensare a inquinamento urbano.
b. Un solo campione (Grafico 1) ha una concentrazione di cadmio che si stacca nettamente dalle altre (1,37 mg/kg s.s.) e proviene dal Parco di Roncolo (comune di Quattro Castella, in bosco misto di latifoglia, a circa 300 m s.l.m.); tuttavia un altro esemplare, anch’esso proveniente dal Parco di Roncolo, presenta una concentrazione nettamente più bassa (0,14 mg/kg s.s.);
c. Un solo campione (Grafico 2) proveniente dal Passo Cisa (al confine tra i comuni di Ligonchio e Villa Minozzo, in bosco di faggio, a circa 1500 m s.l.m.) presenta una concentrazione di mercurio (3 mg/kg s.s.) nettamente superiore a quelle di tutti gli altri esemplari (sempre inferiori a 1 mg/kg s.s.), anche provenienti praticamente dalla stessa zona. In questo solo caso si può porre una questione in termini igienico-sanitari da consumo di B. luridus. Infatti l’assunzione tossica di mercurio è stimata in 0,4 milligrammi e tale quantità sarebbe raggiunta con un consumo di circa 1,3 kg di B. luridus fresco contenente 3 mg/kg di sostanza secca non necessariamente in un solo pasto ma, per fenomeno di accumulo, anche in più pasti ravvicinati.
Un altro aspetto, ancora poco conosciuto, del problema sta nel fatto che, probabilmente, una parte (forse il 30%) del mercurio contenuto nei funghi è complessato in molecole organiche (tecnicamente si dice che il mercurio è metilato) e tali molecole sono molto tossiche essendo liposolubili (cioè solubili nei grassi).
2. B. luridus concentra, in diversa misura e in ordine decrescente, argento, selenio (fenomeno tipico in particolare del Genere Boletus), boro, sodio, zolfo.
3. Non abbiamo nessuna misura di radioattività, ma ci sentiamo di escludere contaminazione eccessiva per B. luridus perché il pH dei terreni di crescita per questo fungo è superiore a 7 (terreni calcarei basici).
Finora, come risulta anche dalla letteratura, i funghi radioattivi sono tutti provenienti da terreni acidi (pH minore di 7).
Il Fungo N. 3 Anno 1997
Rubrica “Funghi, Metalli e Radioattività”
S CHEDA 2
Boletus luridus Sch.:Fr.
15
Figura 3. Boletus luridus Sch.:Fr.
[Foto: Mauro Comuzzi - © - Archivio Gruppo M. e N. "R. Franchi" di Reggio Emilia – AMB]
16
Tabella 5. Tutti i campioni Tabella 6. Ordine Boletales
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Ag 4,2 <0,1 0,4 1,2 3,8 170,1 221 3,4 <0,1 0,5 1,5 3,6 131,7 230
As 4 <2 <2 <2 <2 2588 <2 <2 <2 <2 <2 66
B 10,9 <0,5 2,4 4,9 10,7 735,9 248 11,9 <0,5 2,8 4,9 10,3 424,1 237
Cd 3,40 <0,05 0,39 0,95 2,60 248,50 343 1,27 <0,05 0,15 0,36 1,33 15,90 171
Cs 1,02 <0,01 0,03 0,14 0,50 106,00 472 0,55 0,01 0,10 0,30 0,60 14,50 191
P 8145 222 4351 6187 10773 48650 67 5837 1584 4152 5377 6785 48650 50
Mg 1317,2 372,0 965,0 1212,0 1567,0 6950,0 38 987,1 416,0 821,0 957,0 1105,0 2630,0 25
Mn 40,70 1,70 13,60 23,25 40,00 3853,00 309 21,77 1,70 9,03 13,55 24,08 629,50 163
Hg 1,12 <0,05 0,18 0,43 1,12 24,30 182 0,66 <0,05 0,17 0,35 0,78 13,90 154
Pb 1,7 <0,5 0,5 0,9 1,8 74,7 217 0,9 <0,5 <0,5 0,6 1,0 22,4 206
K 42124 980 31300 40600 51100 140700 38 33527 11100 26650 32300 40500 66400 29
Cu 66,6 1,0 25,0 43,0 71,0 2090,0 149 43,5 2,0 18,0 30,0 49,5 1410,0 170
Rb 91 <1 12 31 95 2473 197 116 2 32 67 161 817 105
Se 3 <1 1 2 4 375 285 6 <1 1 3 7 79 138
Na 370 2 62 146 378 16730 216 309 3 44 127 368 4230 155
V 1,3 <0,1 0,2 0,3 0,6 195,0 783 0,3 <0,1 0,1 0,2 0,3 3,2 122
Zn 125,1 3,0 74,0 104,0 145,0 1181,0 77 140,1 15,0 80,0 112,0 154,5 1170,0 82
S 3672 430 1912 2903 4498 34451 74 4453 714 2307 3640 5391 16052 67
17
Tabella 7. Genere Boletus Tabella 8. Boletus luridus
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Ag 5,5 0,1 1,5 3,2 6,2 131,7 186 7,6 2,4 5,6 6,8 9,2 14,2 45
As <2 <2 <2 <2 <2 66 <2 <2 <2 <2 <2 2
B 9,5 <0,5 3,3 5,9 10,9 102,1 124 11,3 2,7 7,2 10,3 12,3 40,3 74
Cd 1,18 <0,05 0,15 0,32 1,11 15,90 191 0,32 0,07 0,16 0,26 0,36 1,37 86
Cs 0,61 0,01 0,15 0,40 0,70 14,50 187 0,19 0,01 0,03 0,10 0,23 0,90 112
P 5186 1790 3934 5073 6197 10921 32 5673 2992 4119 5674 6715 10636 33
Mg 964,1 538,0 812,8 937,0 1068,5 2630,0 25 1056,5 618,0 930,0 1022,0 1152,0 1760,0 23
Mn 21,22 1,70 8,33 12,20 19,28 629,50 215 12,52 3,40 7,60 11,00 14,10 42,60 66
Hg 0,95 <0,05 0,26 0,57 1,16 13,90 140 0,45 <0,05 0,16 0,34 0,50 3,00 130
Pb 0,7 <0,5 <0,5 0,5 0,8 20,8 234 0,3 <0,5 <0,5 <0,5 0,7 1,2 128
K 28886 12600 24150 28500 32625 60800 25 32748 18600 28200 32100 36900 44300 21
Cu 37,6 4,0 23,0 33,0 47,8 142,0 60 42,1 16,0 32,0 38,0 44,0 102,0 44
Rb 138 9 41 89 180 817 102 32 9 20 32 42 69 50
Se 10 <1 4 7 12 79 101 7 1 5 6 8 15 59
Na 465 3 134 281 578 4230 121 402 80 201 341 475 1110 68
V 0,2 <0,1 0,1 0,1 0,3 2,4 112 0,2 <0,1 <0,1 0,1 0,2 0,9 118
Zn 136,0 36,0 91,3 126,0 154,0 1170,0 68 142,7 49,0 110,0 136,0 170,0 256,0 37
S 5723 955 2671 4982 8047 16052 63 5123 3225 4239 5000 6004 7122 22
18 Appare chiaro, in conclusione, che la situazione di Boletus luridus, in termini di analisi del contenuto di elementi chimici nei carpofori, è quella di un fungo sostanzialmente poco contaminato, anche se ci sono ancora aspetti importanti da definire.
Le deviazioni standard delle misure sono ancora troppo elevate, abbiamo solo poco dati sull’acidità dei terreni di crescita, non abbiamo ancora potuto verificare se c’è dipendenza tra le concentrazioni e le dimensioni e/o l’età dei carpofori.
Ci sentiamo in ogni modo di dare, per l’ennesima volta, a tutti i consumatori più o meno accaniti, l’indicazione a non eccedere mai nel consumo di funghi anche se provenienti da zone considerate non inquinate.
Grafico 1. Concentrazione del cadmio in funzione della quota in B. luridus 0,00
0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
Concentrazione Cd (mg/kg s.s.)
Quota (m s.l.m.)
19
Grafico 2. Concentrazione del mercurio in funzione della quota in B. luridus 0,00
0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
Concentrazione Hg (mg/kg s.s.)
Quota (m s.l.m.)
Grafico 3. Concentrazione del piombo in funzione della quota in B. luridus 0,00
0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40
0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600
Concentrazione Pb (mg/kg s.s.)
Quota (m s.l.m.)
20 In questa terza scheda della rubrica presentiamo ancora, per Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke, i dati delle concentrazioni dei diciotto elementi che abbiamo finora considerato.
Tuttavia, avendo ormai completato l’operazione di “pulizia dei dati” per quei campioni analizzati sporchi di terra (non per nostra responsabilità, come abbiamo già avuto modo di spiegare; vedere bibliografia), pensiamo di essere pronti, nella prossima scheda, per la presentazione dei dati di oltre trenta elementi chimici presenti nei funghi.
Non riportiamo, anche per ragioni di spazio, i dati per tutti i campioni già contenuti nelle Tabelle 1 e 5 delle schede precedenti, alle quali facciamo pertanto riferimento.
In questa scheda riportiamo le seguenti tabelle. che si riferiscono tutte a funghi della provincia di Reggio Emilia (i valori sono dati in milligrammi per chilogrammo di sostanza secca, cioè mg/kg s.s.):
Tab. 9: Ordine Tricholomatales (553 campioni) Tab. 10: Genere Lepista (44 campioni)
Tab. 11: Lepista nuda (10 campioni).
Il Fungo N. 4 Anno 1997
Rubrica “Funghi, Metalli e Radioattività”
S CHEDA 3
Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke
21
Figura 4. Lepista nuda (Bull.: Fr.) Cooke
[Foto: Mauro Comuzzi - © - Archivio Gruppo M. e N. "R. Franchi" di Reggio Emilia – AMB]
22
Tabella 9. Ordine Tricholomatales Tabella 10. Genere Lepista Tabella 11. Lepista nuda
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Ag 2,5 <0,1 0,4 1,1 3,2 26,3 144 2,4 0,1 0,7 1,5 2,9 26,3 167 1,8 0,1 1,1 1,7 2,5 3,4 58
As <2 <2 <2 <2 <2 41 <2 <2 <2 <2 <2 8 <2 <2 <2 <2 <2 8
B 15,3 <0,5 2,6 5,2 13,1 308,2 220 8,9 1,0 2,3 4,3 8,7 77,0 157 16,5 1,4 3,0 9,7 16,1 77,0 139
Cd 2,08 <0,05 0,50 1,08 2,41 44,90 156 1,18 0,06 0,34 0,52 1,19 9,12 146 0,63 0,34 0,44 0,54 0,77 1,23 47
Cs 1,25 0,01 0,01 0,10 0,50 60,80 375 0,06 0,01 0,01 0,03 0,10 0,50 139 0,09 0,01 0,01 0,01 0,09 0,50 172
P 9220 1290 4996 7607 11752 82550 66 17542 8700 13514 16532 21148 28700 30 16420 13546 14688 16532 17304 22226 16
Mg 1375,5 450,0 1080,0 1300,0 1574,0 4884,0 33 1574,3 948,0 1319,3 1533,5 1747,8 2384,0 20 1587,5 1290,0 1522,0 1572,5 1671,0 1928,0 13
Mn 49,69 3,50 17,38 30,50 47,60 2768,00 305 46,93 8,50 28,45 37,30 60,30 145,70 61 73,54 27,70 41,95 71,05 84,83 145,70 53
Hg 1,18 <0,05 0,20 0,56 1,46 15,20 147 2,07 <0,05 1,05 1,80 2,87 5,92 69 2,66 <0,05 1,27 2,55 3,37 5,92 76
Pb 1,6 <0,5 0,5 0,9 1,6 37,3 178 3,1 <0,5 0,7 1,8 3,3 18,9 121 5,4 0,5 1,5 3,5 7,8 18,9 105
K 43703 13500 32800 42600 52200 117900 33 48941 29500 39350 47150 57775 80500 23 47080 34500 42375 47800 51725 57500 16
Cu 66,5 1,0 22,0 48,0 81,0 624,0 149 98,2 17,0 55,8 68,5 101,8 548,0 92 93,8 41,0 79,5 100,0 109,3 134,0 30
Rb 78 <1 9 23 63 2410 267 15 1 8 12 21 63 77 19 6 13 14 23 44 63
Se 3 <1 1 2 3 16 91 3 1 2 3 5 9 62 4 1 2 4 5 9 68
Na 273 7 74 135 302 4010 152 117 13 72 104 148 306 60 145 63 83 123 187 287 57
V 0,5 <0,1 0,2 0,3 0,6 22,4 202 0,5 <0,1 0,3 0,4 0,7 1,6 65 0,5 0,3 0,4 0,5 0,6 0,9 35
Zn 107,4 17,0 73,0 101,0 133,0 340,0 49 124,8 71,0 109,3 119,5 133,0 258,0 27 122,5 106,0 112,3 124,5 131,8 138,0 10
S 3976 270 2070 3002 4797 22230 81 4873 2807 3575 4327 5504 10179 38 3509 2886 3194 3395 3827 4254 13
23 Come si può ben vedere dal confronto fra le diverse tabelle, per Lepista nuda (Tab. 11), si possono trarre le seguenti indicazioni per i metalli pesanti cadmio, mercurio, piombo, che sono i più pericolosi per la salute umana.
a. Rispetto ai valori per tutti i campioni (Tab. 1 e 5 schede precedenti) le concentrazioni di Cd sono più basse per l’Ordine Tricholomatales (Tab. 9) e per il Genere Lepista (Tab. 10). Pertanto L. nuda non concentra cadmio.
b. Rispetto ai valori per tutti i campioni (Tab. 1 e 5 schede precedenti) le concentrazioni di Hg sono più alte per l’Ordine Tricholomatales (Tab. 9); sono, invece, molto vicine a quelle del Genere Lepista (Tab.
10, circa il doppio dei valori delle Tab. 1 e 5 relative a tutti i campioni). I funghi del Genere Lepista, e L. nuda in particolare, hanno la tendenza a concentrare mercurio non certo ai livelli del Genere Agaricus, ma toccando valori che debbono destare qualche attenzione. Ricordiamo infatti che per il mercurio l’assunzione tossica è stimata in 0,4 milligrammi e tale quantità sarebbe raggiunta con un consumo di circa 1,5 kg di L. nuda fresco contenente poco meno di 3 mg /kg di sostanza secca non necessariamente in un solo pasto ma, per fenomeno di accumulo, anche in più pasti ravvicinati. In sostanza vale la considerazione già fatta nelle Scheda 2 per il Boletus luridus di Passo Cisa tenendo tuttavia presente che il ragionamento è riferito ai valori medi delle concentrazioni. L. nuda presenta spesso anche concentrazioni di circa 6 mg /kg di sostanza secca e, in questi casi, la quantità da non superare, per il consumo, si dimezza.
c. Rispetto ai valori per tutti i campioni (Tab. 1 e 5 schede precedenti) le concentrazioni di Pb sono più alte, circa triple, per Ordine Tricholomatales (Tab. 9), e circa doppie per il Genere Lepista (Tab. 10): L.
nuda ha la tendenza a essere contaminata da piombo, anche con valori molto elevati, fino a circa 19 mg/kg s.s. Pertanto, in questo caso, essendo tossica l’assunzione di piombo 1 mg, basterebbe mangiarne mezzo chilo anche in alcuni pasti ravvicinati.
Diventa a questo punto necessario ragionare sui grafici (Grafico 1: concentrazioni di Cd; Grafico 2:
concentrazioni di Hg; Grafico 3: concentrazioni di Pb – tutti in funzione della quota), perché ancora una volta dobbiamo considerare che i funghi nei quali le concentrazioni di Cd, Hg, e Pb sono più elevate provengono da boschi della media collina, alle quote comprese tra 500 – 700 m s.l.m. In particolare, la concentrazione maggiore di piombo (18,9 mg/kg s.s.) è di esemplari di L. nuda provenienti dal bosco misto di latifoglie di Pulpiano (comune di Viano), mentre le concentrazioni più elevate di mercurio sono di esemplari di L. nuda di Montalto (bosco misto di latifoglie e conifere: Quercus e Pinus sylvestris), di Cerreto (bosco di Castanea sativa e Quercus), di Pulpiano (bosco misto di latifoglie, in prevalenza Quercus), tutte località del comune di Viano poste tra i 500 e i 600 m s.l.m.
Sono ormai veramente numerose le indicazioni provenienti dai funghi raccolti in questa fascia altitudinale di contaminazioni sempre fra le più alte (e spesso veramente inattese e di difficile interpretazione, come nel caso del piombo) per i metalli pesanti in essi contenuti. Pensiamo che si possa trattare di un problema più generale e vedremo i modi più opportuni per informare le Istituzioni preposte al controllo ambientale: se queste indicazioni fossero verificate anche da altre matrici e/o misure di altri parametri avremmo un’importante conferma del ruolo dei funghi come bioindicatori.
L. nuda contiene in misura maggiore rispetto ai valori per tutti i funghi (Tab. 1 e 5 schede precedenti), oltre a mercurio e piombo come già detto, anche boro, fosforo, magnesio, manganese, rame e, in misura minore, oltre a cadmio come già detto, anche potassio, sodio e zolfo. Inoltre, i valori bassi (tra i più bassi di tutte le nostre misure) delle deviazioni standard di fosforo, magnesio, potassio, zinco e zolfo ci fanno pensare che le concentrazioni di questi elementi in L. nuda abbiano valore tassonomico.
Non abbiamo nessuna misura di radioattività per L. nuda della provincia di Reggio Emilia Non siamo perciò
in grado di dire nulla a proposito. Talvolta L. nuda è citata in bibliografia come una specie tra le più
radiocontaminate.
24 Come avevamo anticipato nella scheda 3, siamo ora in grado di presentare la Tabella 12 con i valori delle concentrazioni dei 32 elementi per i quali abbiamo un numero di misure statisticamente significativo.
Tutti questi valori sono in ogni modo sempre “sotto controllo” e passibili di revisione ulteriore, perché è continua la nostra preoccupazione di inserire involontariamente valori “inquinati”, soprattutto per gli elementi presenti in grandi quantità nel terreno: a volte si presentano carpofori per i quali la completa pulizia da residui del terreno è veramente problematica.
Tutto ciò non sposta comunque le nostre considerazioni perché i “ritocchi” riguardano eventualmente solo i valori massimi delle concentrazioni degli elementi interessati e, per i controlli che abbiamo già più volte effettuato, questi non hanno mai inciso sui Valori Medi e sulle Mediane: ovviamente questo ci tranquillizza sulla stabilità statistica dei nostri dati e sulle correzioni che in futuro si rendessero necessarie.
Anche dalla verifica della provenienza dei carpofori possono venire correzioni: infatti, rispetto alla tabella relativa a tutti i campioni precedentemente pubblicata, ci sono differenze in alcuni valori massimi (non nei Valori Medi e nelle Mediane, come già abbiamo notato) perché, in coerenza con uno dei criteri che ci siamo dati per la conduzione della ricerca, abbiamo tolto alcuni campioni in quanto raccolti in zone di confine della nostra provincia che in un primo tempo avevamo giudicato interne, ma che, ad un più accurato controllo sulle carte topografiche IGM, sono risultate esterne.
Per le specie considerate nelle tre precedenti schede pubblicheremo in futuro le tabelle con i valori aggiornati.
In questa quarta scheda della rubrica pubblichiamo i dati per Agrocybe aegerita, fungo conosciuto, ricercato, raccolto e consumato da molti.
Dalle successive tabelle, che si riferiscono tutte a funghi della provincia di Reggio Emilia (i valori sono dati in milligrammi per chilogrammo di sostanza secca, cioè mg/kg s.s.):
Tab. 12: Tutti i campioni
Tab. 13: Ordine Cortinariales (236 campioni) (Ordine di appartenenza del Genere Agrocybe)
Tab. 14: Agrocybe aegerita (38 campioni) (i dati in nostro possesso per la Specie A. aegerita sono di fatto anche quelli del Genere Agrocybe, in quanto abbiamo solo pochi dati per una sola altra specie di Agrocybe: A. praecox)
si possono trarre, per Agrocybe aegerita, le seguenti indicazioni.
1. Le concentrazioni dei metalli pesanti piombo e mercurio (Tab. 14), tra i più pericolosi per la salute umana, sono, in generale, minori rispetto ai valori della Tab.12: ciò significa che questa specie è, in generale, abbastanza pulita. A ciò contribuisce certamente il fatto che A. aegerita è lignicolo. È ben marcata la minore presenza di mercurio (Hg). Anche per il piombo (Pb), nonostante molti dei campioni analizzati provengano da ambienti urbani o da siti ai lati di strade altamente trafficate, si riscontrano concentrazioni relativamente basse. Abbiamo anche analizzato esemplari prima non lavati e poi lavati: la concentrazione di Pb (ma anche di altri elementi, in particolare quelli più presenti nel terreno, che comunque spesso “sporcava” i carpofori quando nascevano su legno anche solo parzialmente interrato) pur non essendo troppo elevata, si riduce ad un terzo. Anche se è banale dirlo, la pratica di lavare i funghi (quindi non solo spolverarli o spazzolarli) prima del loro uso in cucina è buona abitudine.
È invece un po’ diverso il problema della presenza del cadmio (Cd), che è concentrato in misura maggiore rispetto al dato per tutti i funghi [Tab. 12: si confrontino i valori della colonna delle Mediane (Med), non quella dei Valori Medi (VM), per ragioni statistiche]: essendo comunque i valori sostanzialmente bassi
Il Fungo N. 1 Anno 1998
Rubrica “Funghi, Metalli e Radioattività”
S CHEDA 4
Agrocybe aegerita (Brig.) Fayod
25 questa considerazione non ha conseguenze di tipo igienico – sanitario, ma può essere molto interessante dal punto di vista tassonomico essendo A. aegerita fungo (saprofita e/o parassita) lignicolo.
2. La maggioranza dei nostri campioni proviene da zone di pianura della provincia di Reggio Emilia, ma anche da quelli provenienti da zone collinari non si notano relazioni tra la quota e le concentrazioni di elementi chimici.
Per questo motivo non è possibile elaborare grafici del tipo di quelli delle schede precedenti.
I valori più alti di piombo e cadmio sono comunque di funghi provenienti da ambienti urbani: non ci stancheremo mai di ripetere che i funghi raccolti lungo strade altamente trafficate o in città non sono da consumare (cioè è meglio non raccoglierli, se non si hanno motivi di studio …).
Non abbiamo nessuna misura nostra di radioattività, ma, sulla base delle misure dell’A.R.P.A. di Piacenza
(Laboratorio Responsabile della rete di controllo della radioattività ambientale in Emilia Romagna) in
regione non è mai stata trovata contaminazione radioattiva in Agrocybe aegerita.
26
Figura 5. Agrocybe aegerita (Brig.) Fayod
[Foto: Mauro Comuzzi - © - Archivio Gruppo M. e N. "R. Franchi" di Reggio Emilia – AMB]
27
Tabella 12. Tutti i campioni Tabella 13. Ordine Cortinariales Tabella 14. Agrocybe aegerita
El. VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max % VM Min 1°Q Med 3°Q Max %
Al 212,3 1,0 59,0 124,0 267,5 6101,0 148 191,8 1,0 55,5 112,5 254,0 2654,0 127 113,0 1,0 33,0 62,0 150,0 500,0 117
Ag 4,0 <0,1 0,4 1,1 3,7 170,1 223 2,5 <0,1 0,3 0,7 2,2 59,4 215 0,6 0,1 0,3 0,4 0,5 3,9 113
As 3 <2 <2 <2 <2 2588 17 <2 <2 <2 <2 2654 <2 <2 <2 <2 <2 2
Ba 3,0 <0,1 1,0 1,8 3,5 97,3 156 3,4 0,2 1,1 1,8 3,6 63,5 167 1,6 0,2 0,6 1,2 2,1 8,1 101
Be 0,02 <0,01 <0,01 0,01 0,02 3,91 526 0,02 <0,01 <0,01 0,01 0,02 0,15 136 0,01 <0,01 <0,01 0,01 0,01 0,04 95
B 10,9 <0,5 2,4 4,9 10,7 735,9 244 5,8 <0,5 2,1 3,8 7,0 49,3 106 4,2 0,8 2,2 3,1 6,8 12,8 75
Cd 3,49 <0,05 0,39 0,95 2,63 248,50 337 4,30 <0,05 1,21 2,61 5,34 33.3 121 2,94 0,15 1,29 2,76 4,19 11,30 75
Ca 614,3 2,0 155,0 324,0 647,3 15668,0 169 838,9 42,0 252,5 444,0 833,5 13384,0 158 839,8 56,0 193,3 334,0 433,3 1516,0 82
Cs 1,00 <0,01 0,03 0,12 0,45 106,00 469 4,27 <0,01 0,07 0,36 2,50 106,00 273 0,07 <0,01 0,01 0,01 0,10 0,40 152
Cl 3824,6 95,0 560,0 1365,0 4537,5 35000,0 150 1469,2 110,0 722,5 1280,0 1882,5 4010,0 65 2021,0 1170,0 1475,0 1955,0 2497,5 3140,0 31
Co 0,4 <0,1 0,1 0,2 0,4 12,5 176 0,3 <0,1 0,1 0,2 0,4 2,4 116 0,1 <0,1 <0,1 0,1 0,1 0,5 100
Cr 1,4 <0,1 0,4 0,8 1,6 27,5 133 1,4 <0,1 0,4 0,8 1,6 12,5 132 0,6 0,1 0,3 0,6 0,8 1,7 66
Fe 283,6 5,0 96,5 172,0 335,5 8459,0 142 288,5 14,0 110,0 194,0 332,3 3410,0 128 162,2 27,0 76,8 105,5 207,3 522,0 80
P 8023 222 4345 6149 10500 35540 65 6343 1979 3843 5160 8372 18737 54 9940 5543 8470 9665 10977 15810 24
La 3,54 <0,05 0,05 0,14 0,42 1154,30 1028 1,72 <0,05 0,04 0,11 0,34 44,3 370 3,83 <0,05 0,08 0,20 1,09 39,4 260
Li 0,31 <0,02 0,08 0,16 0,35 28,90 246 0,32 <0,02 0,09 0,19 0,40 4,95 139 0,16 <0,02 0,06 0,11 0,25 0,42 81
Mg 1305,9 372,0 961,0 1200,0 1551,8 6950,0 38 1426,7 658,0 1125,0 1360,0 1660,0 3615,0 30 1840,7 1212,0 1640,0 1802,5 2041,5 2590,0 16
Mn 39,81 1,70 13,20 22,50 39,05 3853,00 305 40,38 3,20 12,30 21,30 37,50 1536,40 268 13,13 3,20 9,13 12,25 15,33 35,40 48
Hg 1,10 <0,05 0,17 0,42 1,11 24,30 183 0,55 <0,05 0,18 0,36 0,61 5,28 130 0,23 <0,05 0,13 0,18 0,28 0,99 79
Mo 0,2 <0,1 <0,1 0,1 0,2 3,2 159 0,1 <0,1 <0,1 0,1 0,2 0,7 115 0,1 <0,1 <0,1 0,1 0,1 0,5 132
Ni 1,7 <0,1 0,6 1,1 1,9 33,8 138 1,4 0,1 0,6 1,0 1,7 10,0 89 0,8 0,1 0,5 0,7 0,9 2,7 66
Pb 1,7 <0,5 0,5 0,9 1,8 74,7 221 1,3 <0,5 0,5 0,9 1,7 14,5 116 0,7 <0,5 <0,5 0,5 0,9 4,8 132
K 41853 980 31200 40300 50800 140700 38 45388 4100 38100 44100 51400 95500 28 43458 33600 38425 44250 47675 56200 14
Cu 64,6 1,0 25,0 43,0 70,0 2090,0 143 42,2 6,0 27,0 38,0 52,0 133,0 53 43,3 9,0 31,0 42,5 50,0 108,0 50
Rb 95 <1 12 31 97 2473 205 204 2 23 63 264 2473 171 39 3 16 26 47 174 97
Se 3 <1 1 2 4 375 286 2 <1 1 1 3 27 132 1 <1 <1 1 2 3 84
Na 360 2 60 143 371 16730 215 412 12 76 211 530 4330 135 130 16 42 75 137 970 143
Sr 3,3 <0,2 0,8 1,7 3,4 148,3 186 3,9 <0,2 1,2 2,3 4,2 50,0 142 2,6 0,4 1,3 2,0 3,4 9,3 76
Ti 4,45 0,10 1,30 2,64 5,01 108,00 154 4,00 0,10 1,18 2,34 3,81 46,90 155 2,46 0,10 0,85 1,68 3,08 9,65 97
V 1,3 <0,1 0,2 0,3 0,6 195,0 766 0,5 <0,1 0,2 0,3 0,6 6,1 124 0,2 <0,1 0,1 0,2 0,3 0,7 79
Zn 123,7 3,0 72,0 102,0 144,0 1181,0 778 114,9 34,0 76,0 101,0 134,0 542,0 56 110,4 48,0 90,8 110,0 130,0 166,0 27
S 3631 270 1897 2885 4468 22230 72 2650 817 1805 2226 2891 10502 60 2896 1561 2351 2813 3419 4376 26