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Fraternità e speranza medicine per un mondo malato

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L'OSSERVATORE ROMANO

Nel discorso al Corpo diplomatico il Papa ribadisce che la crisi è un'opportunità per edificare una società più umana, giusta, solidale e pacifica

Fraternità e speranza

medicine per un mondo malato

1 lre.I nità c' speranza sono co- me medicine di cui oggi il mondo ha bisogno». Lo ha detto il Papa rivolgendosi ai membri del Corpo diplomatico acoettitato presso la Santa Sede, ricevuti in udienza lunedì mattina, S Febbraio, nell'Aula delle Benedizio- ni. Questi ì punti nodali del suo discorso:

• Viaggi apostolici - E mio desiderio ripren- derli, cominciando conquelloin Iraq;

• Crisi sanitaria - Lapandëmia ci ricorda il diritto alla cura, di cui ogni essere umano è destinatario;

• Vaccini - Esorto ad assicurare uno distribu- zione equa, non secondo criteri puramente economici, ma tenendo conto delle necessità eli tutti;

• Cambiamenti climatici - Auspici) che la prossima Copsó consenta di trovare un'inte- sa efficace per affrontarne le conseguenze;

• Economia - Serve una sorta di "nuova rivo- luzione copernicana" che la riponga a servi- zio dell'uomo e non viceversa;

• Debito - La congiuntura che sdamo attra- versando sia di stimolo percomlonare, o per- lomeno ridurre, quello. dei Paesi più poveri;

• Migranti -

g

urgente che si rinnovi l'impe- gno perla protezione dei rifugiati, come pure per quella degli sfollati interni e di tutte le persone vulnerabili costrette a Fuggire;

• Democrazia- Richiede un cammino di dia- logo inclusivo, pacifico, eostruttivo e rispet-

toso:

• Disarmo - Troppe armi ci sono nel mondo!

Giustizia, saggezza ed umanità domandano clic venga arrestata la corsa agli armamenti;

• Educazione - Assistiamo a una sorta di "ca- tastrofe", davanti alla quale non si può rima- nere inerti;

• Libertà religiosa - E il primo e fondamen- tale diritto umano.

TrlrrPAGINE º,3,4.E5

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

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Papa Francesco incontra il Colpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede

Il discorso durante l'udienza nell'Aula delle Benedizioni

Fraternità e speranza

medicine per un mondo malato

Nella mattina di segna /arredi r febbraio, nell'dio delle Br ,e lkatri, Papa brume- ricevuto in udienza i memori rlcl Corpo diplmn tona accreditale pressa la Santa Sede per la tradtu e alt presenta- zione degli auguri per il nuovo agro. e -

rn'e nato, a causa della pandemia /risei u-.

tra, precedentemente programmata per il 25 gennaio. arava dovuta esserr riman- data Di seguilo il disertar, prnmurpato dal Pontefirx

c enze, Signore e Signori, riatazio il Decano, Sua Eccellen- za I Signor Georgc Poulides,

•Ambasciatore di Cipro, per le cor- Il rl tesi parole e i voti augurali che ha / espresso a none di tutti voi, e mi

scuso anzitutto per gli inconve- nienti che la cancellazione dell'in- controa.previsto il ºs gennaio può avervi' causato. Vi sono grato per la comprensione e la pazienza, e per aver accolto l'invito a essere presenti questa mattina, nono-

stante le difficoltà, per il nostro tradizionale rit rovo.

Ci incontriamo stamani nella cornice più spaziosa dell'Aula delle Benedizioni., per rispettare l'esigenza del maggiore distanzia- mento personale al quale la pan- derma ci obbliga. Tuttavia, la di-

stanza è solamente fisica. Tl no- stro rionVarci simboleggia piutto- sto t il contrario. Esso e un segno di vicinanza, di quella prossimità e sostegno reciproco cui deve aspirare la fanugha delle Nazioni.

In questo tempo di pandemia si tratta di un dovere ancora più eri- gente, poiché è evidente a tutti che il virus non conosce barriere né può essere facilmente isolato.

Sconfiggerlo è perciò una respon- sabilità che chiama in causa cia- scuno di noi personalmente. co- me pure i nostri Paesi.

Vi sono perciò riconoscente per l'impegno elle quotidianamente profondete per favorire i rapporti fra i vostri Paesi o le Organizza- zioni Internazionali core rappre- sentate e la Santa Sede. Numero- se sono le testimonianze di vici- nanza reciproca che abbiamo po- tuto scambiarci nel corso di questi mesi, anche grazie all'uso delle nuove tecnologie, che hanno per- messo di superare le limitazioni causate dalla pandemia.

Indubbiamente tutti aspiriamo a riprendere quanto prima i con- tatti in presenza, e il nostro ritro- varci oggi intende essere un segno di buon auspicio in tal senso. Pa-

riuscisti, è mio desiderio riprende- re a breve i Viaggi Apostolici, co- minciando con quello in Iraq, previsto nel marzo prossimo. I viaggi cosutuìscono infitti, un aspetto importante della solleci- tudine ciel Successore di Pietro per il Popolo di Dio sparso in tut- to il mondo, come pure del dialo- go della Santa Sede con gli Stati.

Inoltre, essi sono spesso l'occasio- ne propizia per approfondire, in spirito di condivisione e di dialo- go, il rapporto tra religioni diver- se. Nel nostro tempo, il dialogo interreligiosu è una componente importante nell'incontro fra po- poli e culture. ~?uando è inteso non come rinuncia alla propria identità, ma come occasione di maggiore conoscenza e arricchi- mento reciproco, esso costituisce un'opportunità per i leader reli- giosi e per i fedeli delle varie con- fessioni e può sostenere l'opera dei leader politici nella foro re- sponsabilità di edificare il bene comune.

Ugualmente importanti sano gli accordi internazionali, Che permettono i approfondire 1 d i le- gami

gami di fiducia reciproca e con sentono alla Chiesa di cooperare con maggiorefficacia ecacia al benessere spirituale e sociale dei vostri Pae- si. In tale prospettiva, desidero qui menzionare lo scambio degli .strumenti di ratifica dell'Accordo- quadro tra la Santa Sede e la Re- pubblica Democratica del Congo e dell'Accordo sullo statuto giuri- dico della Chiesa Cattolica in Burkina Faso, nonché la firma del Sctlitno Accordo Addizionale fra la Santa Sede e la Repubblica Au- striaca alla Convenzione per il Regolamento di Rapporti Patri- moniali del º3 giugno rg6o. inol- tre, il n2 ottobre scorso, la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato di pro- lungare, per alai due anni, la vali- dità dell'Accordo Provvisorio sul- la nomina dei Vescovi in Cina, fir- mato a Pechino nel 2or8. Si tratta dì un'intesa di carattere essenzial-

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niente pastorale e la Santa Sode auspica che l cammino intrapreso prosegua, in spinto di rispetto e di fiducia reciproca, contribuendo ulteriormente alla soluzione delle questioni di comune interesse.

Cari Ambasciatori, l'anno da poco conclusosi ha lasciato dietro a sé un carico di paura, sconforto ç disperazione, insieme con molti lutti. Esso ha posto le persone in una spirale di distacco e di sospetto reciproco e ha spinto gli Stati a erigere barrie- re 11 mondo interconnesso a cui eravamo abituati ha ceduto l pas- o ad un mondo nuovamente frammentato e diviso. C:ionono- si a nte, le ricadute della pandemia uno davvero globali, sia perché essa coinvolge di fatto tutta manità e i Paesi del mondo, sia perché incide su molteplici aspetti della nostra vita, contribuendo ad aggravare acrisi tra loro Fortemen- te interrelate, cuore quelle climati- ca, alimentare, economica e mi- gratmìa»r. Alla luce di questa considerazione, ho ritenuto op- portuno dare vita alla Commis- sione Vaticana Covid-i), ton lo scopo di coordinare la risposta

(Mia Stana Sede c della Chiesa al- le sollecitazioni giunte dalle dio- cesi di tutto il mondo, per far fronte adfemergenza sanitaria e alle necessità che la pandemia ha Fatto emergere.

Fin dall'inizio è parso infatti evidente che la panderia avrebbe inciso notevolmente sullo stile di vita cui eravamo abituati, facendo venire meno comodità e certezze consolidate. Essa ci ha messo in crisi, mostrandoci il volto di un inondo malato non solo a causa del virus, tua anche nell'ambiente, nei processi econornící e politici, e più ancorar nei rapporti umani.

Ha messo in luce i rischi e le con- seguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un'alternativa: continuare sulla strada finora percorsa o intra- prendere un nuovo cammino.

Vorrei allora soffernrarnli su al- cune delle crisi provocate o evi- denziate dalla pandemia, guar- dando nel contempo alle oppor- tunità che da esse derivano per edificare un mondo più ungano, giusto, solidale e pacifico.

Crisi sanitaria

La pandemia ci ha rimesso po- tentennente dinanzi a due dimen- sioni ineludibili dell'esistenza umana, la malattia e la morte.

Proprio per questo nchiaina il va-

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La pandemia ci ha messo in crisi, mostrandoci il volto di un mondo malato non solo a causa del virus, ma anche nell'ambiente, nei processi economici e politici, e più ancora nei rapporti umani. Ha messo in luce i rischi

e le conseguenze di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto e ci ha posto davanti un'alternativa: continuare sulla strada finora percorsa

o intraprendere un nuovo cammino

lore della vita, di ogni singola vius umana e della sua dignità, in ogni istante del suo itinerario terreno, dal concepimento nel grembo materno fino alla sua fine natura- le. Purtroppo, duole constatare che, con il pretesto di garantite presunti diritti soggettivi, un nu- mero crescente di legislazioni nel mondo appare allontanarsi dal dovere imprescindibile ili tutelare la vita umana in ogni sua fase.

La pandemia ci ricorda pure il -diritto alla cura, di cui ogni essere umano è destinatario, come ho evidenziato anche nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, celebrata il r' gennaio scor- so. «Ogni persona umana — infat- ti — è uÌ, fine in sé stessa, mai semplicemente uno strumento da apprezzare solo perla sua utilità, ed è creata per vivere insieme nel- la famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali indignità. E da tale digni- tà che derivarla i diritti umani, co- me pure i doveri, che richiamano ad esempio la responsabilità di accogliere e soccorrere i poveri, i malati, gli emarginatiss". Se si sop- prime il diritto alla vita Ilei più deboli, conte si potranno garanti- re con efficacia tutti gli altri dirit- ti?

In questa prospettiva, rinnovo il mio appello affinché ad ogni persona umana siano offerte le cure e l'assistenza di cui abbiso- gna. A tal fine, è indispensabile che quanti hanno responsabilità politiche e di governo si adoperi- no per favorire innanzitutto l'ac- cesso universale all'assistenza sa- nitaria di base. incentivando pure la creazione di presidi medici lo- cali e di strutture sanitarie confa- centi alle reali esigenze della po- polazione, nonché la disponibilità di terapie e farmaci. Non può es- sere infatti la logica del profitto a guidare un campo così delicato

quale quello dell'assistenza sani- taria e della cura.

È poi indispensabile che i note- voli progressi medici e scientifici compiuti nel corso degli amni, i quali hanno permesso di sintetiz- zare in tempi assai brevi s'acciai che si prospettano efficaci contro

L'.\z1ONE

DIPLOMATICA

Relazioni con i83 Stati Sono t83 gli Stati che attualmente intrat- tengono relazioni diplomatiche con la San- ta Sede. A essi vanno aggiunti l'Unione eu- ropea e il Sovrano militare ordine di Mal- ta. Le cancellerie di ambasciata con sede Roma, incluse quelle dell'Unione europea c del Sovrano militare Ordine di Malta, sono 88. Hanno sede a Roma anche gli .uffici della Lega degli Stati Arabi, dell'Organiz- ºazione internazionale per le migrazioni c dell'Alto commissariato delle Nazioni Uni- te per i rifugiati.

Nel corso del 2o2o, in data is ottobre, è stato firmato il settimo Accordo addizionale fra la Santa Sede e la Repubblica Austriaca alla Convenzione per il Regolamento di rapporti patrmoniali, ciel

M

giugno igfo.

Inoltre, sono stati ratificati iseguenti accor- di: il t7 gennaio, l'Accordo-quadro tra la Santa Sede e la Repubblica Democratica del Congo, firmato il so maggio ciel acidi, e il 7 settembre, l'Accordo sullo. Statuto giuri- dico della Chiesa cattolica in B rlina Faso, 11,11:11,1 d 12 luglio 201'q. II r giugno, lai Santa Sede ha ratificato, a nume c per con- to dello Stato della. Città ciel Vaticano l'E- mendamento di Kigali ;d Protocollo di Montreal stille sostanze che impoveriscono lo strato di ozono, al quale aveva aderito il 5 maggio soo8. Infine, il us ottobre la San- ta Sede e la Repubblica Popolare Cinese hanno concordato di prolungare, per altri clue anni, la validità dell'Accordo pmvviso- riti sulla nomina dei vescovi in Cina, firma- lo a Pechino nel zot8.

il coronavirus, vadano a beneficio di tutta quanta l'umanità. Esorto pertanto rutti gli Stati a contribui- re attivamente alle iniziative inter- nazionali volte ad assicurare una distribuzione equa dei vaccini, non secondo criteri puramente economici, ma tenendo coma del- le necessità di tutti, specialmente di quelle delle popolazioni più bi- sognose.

Ad ogni modo, davanti a un nemico subdolo e imprevedibile qual e il Covid-19, l'accessibilità dei vaccini deve essere sempre ac- compagnata da comportamenti personali responsabili tesi a impe- dire il diffondersi della malattia, attraversi) le necessarie misure di prevenzione a cui ci siamo ormai abituati in questi mesi. Sarebbe fatale riporre la fiducia solo nel vaccino, quasi fosse una panacea che esime dal costante impegno del singolo per la salute propria e.

altrui. La pandemia ci ha mostra- to che nessuno e un'isola, evocan- do la celebre espressione del poe- ta inglese John Donne, e che «la morte di qualsiasi uomo mi smi- nuisce, perché io sono pane del-

Crisi ambientale

Non è solo l'essere umano ad essere malato, lo è anche la nostra.

Terra. La pandemia ci ha mostra- to ancora una volta quanto an- ch'essa sia fragile e bisognosa di cure.

Certamente vi sono profonde differenze fra la crisi sanitaria pro- vocata dalla pandemia e la crisi ecologica causata da un indiscri- minati .sfruttamento delle risorse naturali. Quest'ultima ha una di- mensione molto più complessa e permanente, e richiede soluzioni condivise di lungo periodo. In realtà, gli impatti, ad esempio, del cambiamento climatico, siano essi diretti, quali gli eventi atmosferici estremi come alluvioni e siccità, oppure indiretti, come la malnu- trizioneo le malattie respiratorie, sono spesso gravidi di conseguen- ze che permangono per multo tempo.

La risoluzione di queste crisi ri- chiede una collaborazione inter- nazionale per la cura della nostra casa comune. Auspico pertanto che la prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Copuli), prevista a Glasgow nel novembre prossimo, consenta di trovare un'intesa efficace per affrontare le conseguenze del cambiamento.

climatico, È questo il tempo di agire, poiché possiamo già tocca- re con mano gli effetti di una pro- Imita inazione.

Penso ad esempio alle ripercus- sioni sulle immense piccole isole dell'Oceano Pacifico che rischia- no gradualmente di scomparire. È una tragedia che causa non solo la distruzione di interi villaggi, ora astringe anche le comunità loca- li, e soprattutto le famiglie, a spo- starsi continuamente, perdendo identità e cultura. Penso pure alle inondazioni nel sud-est asiatico, specialmente in Vietnam e nelle Filippine, che hanno provocato vittime e lasciato intere famiglie senza mezzi di sussistenza. Né si può tacere il progressivo riscalda- mento della Terra, che ha causato devastanti incendi in Australia e in California.

Anche in Africa i cambiamenti climatici, aggravati da interventi sconsiderati dell'uomo e ora an- che dalla pandemia. sono causa di grave preoccupazione. Mi riferi- sco anzitutto all'insicurezza ali- mentare che nel corso dell'ultimo anno ha colpito particolarmente il Burkina Paso, il Mali e il Niger,

con milioni di persone che soffro- no la fame, come pure alla situa- zione in Sud Sudan, dove si corre il rischio di una carestia e dove peraltro persiste ima grave emer- genza umanitaria: oltre un milio- ne di bambini ha carenze alimen- tari, mentre i corridoi umanitari sono spesso ostacolati e la presen- za delle agenzie umanitarie nel.

territorio viene limitata. Anche per far fronte a tale situazione è quanto mai urgente che le Autori- tà sud-sudanesi superino le in- comprensioni e proseguano nel dialogo politico per una piena ri- conciliazione nazionale.

Crisi economica e sociale L'obiettivo di contenimento del coronavirus ha spinto molti governi ad adottare misure restrit- tive della libertà di circolazione, che hanno comportato, per diver- si mesi, la chiusura di esercizi commerciali e il generale rallenta- mento delle attività produttive, con gravi ricadute sulle iinprese, soprattutto quelle medio-piccole, sull'occupazione e conseguente-- mente sulla vita delle famiglie e d'intere fasce della società, parti- colarmente quelle più deboli.

La crisi economica che ne é conseguita ha messo in evidenza un altro morbo che colpisce il no- stro tempo: quello.

di un'economia ba- sata sullo sfrutta- mento e sullo scarto sia delle persone sia.

delle risorse natura- li. Ci si èdinrentica- ti troppo spesso della solidarietà e degli altri valori else consentono all'eco- nomia di essere al servizio dello svi- luppo umano inte- grale, anziché di in- teressi particolari, e si è persa di vistala valenza sociale del- l'attività economica.

e la destinazione universale dei beni e delle risorse.

L'attuale crisi è allora l'occasione propizia per ripen- sare il rapporto frac la persona e l'eco- nomia. Serve una sorta ili "nuova ri- voluzione coperni- cana" che riponga

l'economia a servizio dell'uomo e non viceversa, «iniziando a stu- diare e praticare un'economia di- versa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda"+.

Per far fronte alle conseguenze negative di questa crisi, numerosi governi hanno previsto diverse iniziative e lo stanziamento di in- genti finanziamenti. Tuttavia, non di rado sono prevalse spinte a cer- care soluzioni particolari a un problema che ha invece dimensio- ni globali. Oggi meno che mai si può pensare di fare da sé. Occor- rono iniziative comuni econdivise anche a livello internazionale, so- prattutto a sostegno dell'occupa- zione e della protezione delle fa- sce più povere della popolazione.

In tale prospettiva. ritengo signi- ficativo l'impegno dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, che pur tra le difficoltà, hanno sa- puto mostrare care si può lavorare con impegno per raggiungere compromessi soddisfacenti a van- taggio di tutti i cittadini. Lo stan- ziamento proposto dal piano Val Genenrtina EU rappresenta un, si-

gnificativo esempio di come la collaborazione e la condivisione delle risorse in spirito di solidarie- tà siano non solo obiettivi auspi- cabili, ma realmente acccasïbíli.

In Inoltri parti del mondo, la crisi aia interessato soprattutto quanti lavorano nei settori infor- mali. i quali suino stati i primi a vedere scomparire i propri mezzi di sussistenza. Vivendo al di fuori dei margini dell'economia forma- le, non hanno neanche accesso agli ammortizzatori sociali, com- prese l'assicurazione contro la di- socatpazionee l'assistenza sanita- ria. Cosi, spinti dalla disperazio- ne, tanti hanno cercato altre for- me di reddito, esponendosi ad es- sere sfruttati mediante il lavoro nero o forzato, la prostituzione e varie attività criminali, tra cui la tratta delle persone.

Al contrario, ogni essere uma- no ha diritto — hadiritto! — e de- v'essere messo in condizioni di ot- tenere ai mezzi indispensabili e sufficienii,per un dignitoso tenore di irta«). E necessario, infatti. che sia assicurata a tutti la stabilità economica per evitare le piaghe dello sfruttamento e contrastare l'usura e la corruzione, che aMig- gono molti Paesi nel mondo, e tante altre ingiustizie che si con- sumano ogni giorno di fronte agli

occhi stanchi e distratti della no- stra società contemporanea.

Il maggior tempo trascorso in casa ha portato pure a stare più a lungo in modo alienante davanti al computer e ad altri prezzi di co- municazione, con gravi ricadute sulle persone più vulnerabili, spe- cialmente i poveri e disoccupati.

Essi sono più facili prede della criminalità informatica — il gber- rrinae — nei suoi risvolti più disu- manizzanti, dalle frodi alla tratta di esseri umani; 21110 sfruttamento della prostituzione, compresa quella infantile, nonché alla pe- dopornografia.

La chiusura dei confini a causa della pandemia, unitamente alla crisi economica, ha accentuato anche diverse emergenze umani- tarie, tanto nelle zone di conflitto quanto nelle regioni colpite dal cambiamento climatico e dalla siccità, nonché nei campi per rifu- giati e migranti. Penso particolar- mente al Sudan, dove si sono rifu- giate migliaia di persone in fuga dalla regione del Tigray, creme pu- re ad altri Paesi dell'Africa sub sahariana, o alla regione di Cabo-

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ConNtonua tkÿ rata\,1 3 Delgado in Mozambico, dove tanti sono state costretti ad ab- bandonare il proprio territorio e si trovano ora in condizioni assai precarie. II 11110 pensiero va pure allo Yemen e all'amata Siria, do- ve, oltre ad altre gravi emergenze, l'insicurezza alimentare affligge gran parte della popolazione e i bambini sono stremati dalla mal- nutrizione.

In diversi casi le crisi umanita- ne sono aggravate dalle sanzioni economiche, le quali, il più delle volte, finiscono per ripercuotersi principahnete sulle fasce più de- boli della popolazione, anziché sui responsabili pulitici. Pertanto, pur comprendendo la logica delle sanzioni, la Santa Sede non ne ve- de l'efficacia e auspica un loro al- lentamento, anche per favorire il Ilussai di aiuti umanitari, innanzi- tutto di medicinali e di strumenti sanitari, oltremodo necessari in questo tempo di pandemia.

La congiuntura che stiamo at- traversando sia analogamente di stimolo per condonare, o perlo- meno ridurre, il debito che grava sui Paesi più poveri c che di fatto ne impedisce il recupera e il pieno sviluppo.

Lo scorso anno ha visto pure un ulteriore aumento dei migran- ti, i quali, complice la chiusura dei cordini, sono dovuti ricorrere a percorsi sempre più pericolosi.

II flusso massiccio Ira peraltro in- contrato una crescita del numeni.

dei respingimenti illegali, spesso attuati per impedire ai migranti di chiedere asilo, in violazione del Principio di non-respingimento (tiaa.rrfmlrmrrrnt). Molti vengono intercettati e rimpatriati in campi di raccolta e di detenzione, dove subiscono torture e violazioni dei diritti umani, cerando non trova- no la morte attraversando mari e altri confini naturali.

I corridoi umanitari, imple- mentati nel corso degli ultimi an- ni, contribuiscono certamente ad affrontare alcune delle suddette problematiche, salvando numero- se vite. Tuttavia, la portata della crisi rende sempre più urgente af- frontare alla radice le cause che spingono a migrare, come pure esige uno sforza comune per .so- stenere i Paesi di prima accoglien- za, che si fanno carico dell'obbli- go morale cli salvare vite umane.

Al riguardo, si attende con inte- resse la negoziazione del Nuovo Patto dell'Unione europea sulla migrazione e l'asilo, pur osservan- do che politiche e meccanismi.

concreti inni funzioneranno se non saranno sostenuti dalla ne- cessaria volontà politica e dall'im- pegno di tutte le parti in causa, compresi la società civile e i mi- granti stessi.

La Santa Sede apprezza tutti.

gli sforzi compiuti ín favore dei migranti e appoggia l'impegno dell'O rganizzaziorte Interstazio- nale per le Migrazioni (01M), di cui quest anno ricorre il 70" anni- versario della fondazione, nel pie- ne rispetto dei valori espressi nel- la sua Costituzione e' della cultura degli. Stati membri in cui l'Orga- nizzazione opera. Parimenti, la Santa Sede, quale membro. del C:ómitato esecutivo dell'Alto Commissariato delle Nazioni

Il discorso durante l'incontro nell'Aula delle Benedizioni

Unite per i Rifugiati (UNHCR), resta Fedele ai principi enunciati nella Convenzione di Ginevra del 1g51 sullo statuto dei rifugiati e al Protocollo del ny67„ che stabili- scono la definizione legale di rifar giato, i loro diritti, nonché l'ob- bligo legale degli Stati a proteg- ger' i.

Dalla Seconda guerra mondia- le il mondo non aveva ancora as- sistito a un aumento così dram- matico del numero di rifugiati, come quello che vediamo oggi. E pertanto urgente che si rinnovi l'impegno per la loro protezione, come pure per quella degli sfollati intenti c di vette le persone vulne- rabili costrette a fuggire dalla per- secuzione, dalla violenza, dai con- flitti e dalle guerre. A questo pro- posi io, nonostante gli importanti sforzi compiuti dalle Nazioni Unite nella ricerca di colazioni e proposte concrete per affrontare in modo coerente il problema de- gli sfollamenti forzati. la Santa Sede esprime la propria preoccu- pazione per la situazione degli sfollati in diverse patti del mon- do. Mi riferisco anzitutto all'area centrale del Sahel, dove, in meno di due anni, il numero degli siri- lati interni è aumentato di venti volte.

Crisi della politica

Le criticità che ho fin qui evo- cato pongono in rilievo una crisi ben più profonda, che in qualche modo sta alla radice altre, la

cui drammaticità é stata posta in luce proprio dalla pandemia. E la crisi della politica, che da tempo sua investendo molte società e i cui laceranti effetti sono emersi durame la pandemia.

Uno dei fattori emblematici di tale crisi è la crescita delle con- oupposizioni politiche e la diffi- coltà, se non addirittura l'incapa- cità. di ricercare soluzioni comuni e condivise ai problemi che afflig- gono il nostro pianeta. L una ten- denza a cui si assiste ormai da tempo e che si diffonde sempre più anche in. Paesi di antica tradi- zione democratica. Mantenere vi- sfida di questo momento storico", che interessa da vicino tutti gli Stati: siano essi piccoli o grandi, econornieamente avanzati o in via di sviluppo. In questi giorni, il

«rio pensiero va in modo partico- lare al popolo del Myamnar, al quale esprimo il mio affetto e la mia vicinanza. Il cammino verso la democrazia intrapreso negli ul- timi anni è stato bruscamente in- terrotto dal colpo di Stato della settimana scorsa. Esso ha portato all'incarcerazione di diversi leader politici. che auspico siano pronta- mente liberati, quale segno di in- coraggiamento a un dialogo sin- cero per il bene del Paese.

D'altronde, come affermava Pio x11 nel suo memorabile Ra- diontessaggio del Natale ig44:

«Esprimere il proprio parere sui doveri ç i sacrifici, che gli vengo-

no imposti; non essere costretto ad ubbidire senza essere stato ascoltato: ecco due diritti del cit- tadino, che trovano nella demo- crazia, come indica il suo nnme stesso, la loro espressioneur. La democrazia si basa sul rispetto re- ciproco, sulla possibilità di tutti di concorrere al bene della società e sulla considerazione che opinio- ni differenti non solo non minano il potere c la sicurezza degli Stati, ma, in un confronto onesto, arric- chiscono vicendevolmente e con- sentono di trovare soluzioni più adeguate ai problemi da affronta- re. Il processo democratico richie- cic ciao si persegua un cammino di dialogo inclusivo, pacifico, cg- struuivit e rispettoso fra tutte .le componenti della società civile in Ogni città e nazione. Gli avveni- menti che, pur in modi e in conte- sti diversi, hanno caratterizzato l'ultimo anno da oriente a occi- dente, anche — ripeto — in Paesi di lunga tradizione democratica, dicono quanto sia ineluclibile questa sfida e come non ci si pos- sa esimere dall'obbligo niorale e sociale di affrontarla con atteggia- mento positivo. Lu sviluppo cli una coscienza democratica esige che si superino i personalismi e prevalga il rispetto dello stato di diritto. Il diritto é infatti il pre- supposto indispensabile per l'e- sercizio di ogni potere e deve es- sere garantito dagli organi prepo- sti indipendentemente magli inte- ressi politici dominanti.

Purtroppo la crisi della politica e dei valori democratici si riper- cuote anche a livello internazio- nale, con ricadute sull'intero ciste- lira multilaterale e l'evidente con- seguenza che Organizzazioni pensate per favorire la pace e lo sviluppo — sulla base del diritto e non della "legge del piú forte" — vedono compromessa la loro effi- cacia. Certamente, non si può ta- cere che nel corso degli ultimi an- ni il sistema multilaterale Ita mo- strato anche alcuni limiti. La pan- demía è un'occasione de non sprecare per pensare e attuare ri- forme organiche, affinché le Or- ganizzazioni internazionali ritro- vino la loro vocazione essenziale a servire la famiglia umana per pre- servare la vita di ogni persona e la pace.

Uno dei segni della crisi della politica è proprio la reticenza che spesso si verifica ad intraprendere percorsi di riforma. Non bisogna avere patina delle riforme. ;mate se richiedono sacrifici e non di ra- do un cambiamento di mentalità.

Ogni corpo vitro ha bisogno con- tinuamente di rifonttarsi e in que- sta prospettiva si collocano pure le riforme che stanno interessan- do la Santa Sede e la Curia Ro-

mana.

Ad ogni modo non mancano eounntque segni incoraggianti;

quale l'entrata in vigore, alcuni giorni fa, del Trattato per la Proi- bizione delle Armi Nucleari, co- lire pure l'estensione per un ulte- riore quinquennio del Nuovo Trattato sulla Riduzione delle Ar- mi Strategiche (il cosiddetto Netta S'lfR7) fra la Federazione Russa e gli Stati Uniti d'America. D'al- tronde, come ho ribadito anche nella recente Enciclica Fralclli tutti,

«se sì prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro utoltepli- ci dimensioni in questo Inondo multipolare del xxt secolo, [...1 non pochi dubbi emergono circa l'inadeguatezza della deterrehzá nucleare a rispondere efficace- mente a tali sfide»'. Non è infatti

«sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad annientare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli»s.

Lo sforzo nell'ambito ciel disar- mo e della non proliferazione de- gli armamenti nucleari, che, pur tra difficoltà e reticenze; occorre intensificare, dovrebbe essere egualmente condotto riguardo al- le armi chimiche e nei confronti delle armi convenzionali. Trappe armi ci sona nel ºnondo.r «Giustizia, saggezza ed umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti ie che] si riducano si- multaneamente e reciprocamente gli armamenti già esistenti«"", af- fermava nel rpI3 San Giovanni noli.]. E, mentre cón il pullulare delle anni aumenta la violenza ad ogni livello e vediamo mtorncr a noi un mondo lacerato la guerre e divisioni, sentiamo crescere sempre più l'esigenza d' pace, di una pace che «non è solo assenza di guerra, rma è vita ricca di senso,

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impostala e vissuta nella realizza- zione personale e nella condivi- sione fraterna con gli altri»'.

Coree conti che il soci fosse l'anno u cui si scrivesse finalmen- te la parola fine al conflitto siria- no, iniziato ormai dieci anni fa!

Perché ciò accada, è necessario un rinnovato interesse anche da parte della Comunità internazionale ad affrontate con sincerità e con co- raggio le cause del conflitto e a ri- cercare soluzioni attraverso le quali tutti, indipendentemente dall'appartenenza etnica e religio- sa. possano contribuire come cit- tadini al futuro del Paese.

Il mio auspicio di pace va ov- viannentealla Terra Santa. La fi- ducia reciproca fra Israeliani e Pa- lestinesi dev'essere la base per un rinnovato e risolutivo dialogo eli- retto tra le Parti per risolvere un conflitto che perdura da troppo tempo. Invito la Cenni noti inter- nazionale a sostenere e a facilitare tale dialogo diretto, senza preten- dere di dettare soluzioni che non abbiano come orizzonte il bene di tutti. Palestinesi e Israeliani — ne sono certo — introno entrambi il desiderio di poter vivere in pace.

Parimenti., auspico un. rinnova- to impegno politico nazionale e Internazionale per favorire la sta- bilità del Libano, che è attraversa- to da una crisi interna e rischia di 'perdere la sua identità c di trovar- si ancor più coinvolto nelle ten- sioni regionali. E quanto mai ne- cessario che il Paese mantenga la sua identità unica_ anche per aSvi- curare un Medio Oriente plurale, trinciante c- di,ci silicato, nel qua-

le la presenza cristiana possa of- frire il proprio ¢oniributo e non sia ridotta a una minoranza da proteggere. I cristiani costituisco- no il tessuto connettivo satirico e sociale del Libano e ad essi, attra- verso Ic molteplici opere educati- ve, sanitarie e caritative, va assicu- rata la possibilità di continuare a operare per il bene del Paese, del quale sono stati Fondatori. Inde- bolire la comunità cristiana ri- schia di distruggere l'equilibrio intento c la stessa realtà libanese, In quesi ottica va affrontata anche la presenza dei profughi siriani e palestinesi. Inoltre, senza un ur- gente processo di ripresa econo- mica e di ricostruzione, si rischia il Fallimento del Paese, con la pos- sibile conseguenza di pericolose derive fondmnentaliste. E dunque necessario che tuoi i leader politi- ci e religiosi, messi da parte i pro- pri interessi, si impegnino a perse- guire la giustizia e ad attuare vere riforme per

n

bene dei cittadini, agendo in modo trasparente e as- sumendosi la responsabilità delle proprie azioni.

Pace auspico pure per la Libia, anch'essa lacerata da un ormai lungo conflitto, con la speranza.

che il recente "Formo del dialogo politico libico', tenutosi in Tuni- sia ciel novembre scorso sotto l'e- gida delle Nazioni Unite, consen- ta effettivamente l'avvio dell'atte- so processo di riconciliazione del Paese.

Preoccupazione destano pure altre aree del mondo. Mi riferisco in primo luogo alle tensioni poli- tiche e sociali nella Repubblica Centrafricana; conte pire a quelle che interessano in generale l'Arne- rica Latina, le quali hanno radici nelle profonde disuguaglianze, nelle ingiustizie e nella povertà,.

che offendono la dignità delle persone. Parimenti, seguo con particolare attenzione il deteriora- mento dei rapporti nella. Penisola coreana, culminato con la distru- zione dell'ufficio di collegamento inter-coreano a Kaesong; e inoltre la situazione nel Caucaso meri- dionale, dove permangono diversi conflitti congelati, alcuni riaccesi- si nel corso dell'anno passato, che minano la stabilità e la sicurezza dell'intera regione.

Infine, non posso dimenticare un'altra grave piaga di questo no- stro tempo: il terrorismo, che ogni anno miete in tutto il mondo nu- merose vittime tra la popolazione civile inerme. È un resale che è an- dato crescendo a partire dagli an- ni Settanta del secolo scorso e core ha avuto un momento culminante negli attentati che i uu settembre

tuoi hanno interessato gli Stati Uniti d'America, uccidendo quasi tremila persone. Purtroppo, il nu- mero degli attentati è andato in- tensificandosi negli ultimi ven- ianni, colpendo diversi Paesi in tutti i continenti. Mi riferisco in modo particolare al terrorismo che colpisce soprattutto nell'Afri- ca sub-sahariana, ma anche in Asta e in Europa. Il mio pensiero va a tutte le vittime e ai loro fami- liari, che si sono visti strappare persone can da una violenza cie- ca, motivata da ideologiche di- storsioni della religione. Peraltro, gli obiettivi di tali attacchi sono spesso proprio i luoghi di culto, in cui sono raccolti fedeli in pre- ghiera. A tale riguardo. vorrei sot- tolineare che la protezione dei luoghi di culto è una conseguenza diretta della difesa della libertà di pensiero, di coscienza e di religio- ne ed è un dovere per le Autorità civili, indipendentemente dal co- lore politico e dall'appartenenza religiosa.

Eccellenze, Signore e Signori,

»nell'avviarmi verso la conclu- sione delle mie considerazioni, desidero soffermarmi ancora su un'ultima crisi, che; fra tutte, è forse la più grave: la crini dei rappor- ti unirmi espressione di una gene- rale crini antropologia, che riguarda la concezione stessa della persona umana e la sua ehgnità. trascen- dente.

La pandemia, che ci hacostret- cco a lunghi mesi dí isolamento spesso di solitudine, ha fatto emergere la necessità che ogni persona ha di avere rapporti uma- ni. Penso anzitutto agli studenti, che non sono potuti andare rego- larmente ascuola o all'università.

«Ovunque si è cercato di attivare una rapida risposta attraverso le piattaforme educative informati- che, le quali hanno mostrato non solo una marcata disparità delle opportunità educative e tccnolo- gnche, ma anche che, a causa del conlìnamento e di tante altre ca- renze già esistenti, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico»'". Inoltre, l'aumento della didattica a distanza ha com- portato pure una maggiore dipen- denza dei bambini e degli adole- scenti da interno. e in gemere da forme di comunicazione virtual,, rendendoli peraltro più vulnera- bili e sovraesposti alle attività cri- minali retine.

Assistiamo a una sorta di "cata- strofe educativa`. Vorrei ripeterlo:

assistiamo a urta sorta di "cata- strofe educativa", davanti alla quale non si può rimanere inerti,

per il bene delle future generazio- ni e dell'intera società. «Oggi c'è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, clic coin- volga tutte le componenti della società»'i, poiché l'educazione è

«il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte dege- nera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell'indifferenza. Il nostro futuro non può essere la divisione, l'impoverimento delle facoltà di pensiero e d'immagina- zione, di ascolto, di dialogo e di mutua con» prensio ne» a.

I lunghi periodi di confina- mento hanno però anche consen- tito di trascorrere più tempo in fa- miglia. Per molti si è trattato di un momento irnportantc per ri- scoprire i rapporti più cari. D'al- tronde, matrimonio e famiglia

«costituiscono uno dei beni più preziosi dell'umanità»'gin e la culla di ogni società civile. Il grande Papa San Giovanni Paolo u, di cui lo scorso anno abbiamo cele- brato il centenario della nascita, nel suo prezioso magistero sulla famiglia ricordava: «Di fronte alla dimensione mondiale che oggi ca- ratterizza i vari problemi sociali, la famiglia vede allargarsi in mo- do del tutto nuovo il suo compito verso lo sviluppo della società» e lo assolve anzitutto «offrendo ai figli un »nodello di vita fondato sui valori dellaverità, della liber- tà. della giustizia e dell'amore»'".

Tuttavia, non tutti hanno potuto

vere con serenità nella propria.

casa c alcune convivenze sono de- generate in violenze domestiche.

Esorto tutti, autorità pubbliche e società civile, a supportare le vitti- me della violenza nella famiglia:

sappiamo purtroppo che sono le donne, sovente insieme ai loro lo- gli, a pagare ìl prezzo più alto.

Le esigenze di contenere la dif- fusione del virus hanno avuto ra- mificazioni arche su diverse liber- tà fondamentali, inclusa la libertà di religione, limitando il culto e le attività educative e caritative delle comunità dì fede. Non bisogna tuttavia trascurare che la dimen- sione religiosa costituisce un aspetto fondamentale della perso- nalità umana e della società, che non può essere obliterato; e che, nonostante si stia cercando di proteggere le vite umane dalla diffusione del virus, non si può ri- tenere la dimensione spirituale e morale della persona come secon- daria rispetto alla salute fisica.

La libertà di culto non costitui- sce peraltro un corollärio della li- bertà di riunione, tea deriva es- senzialmente dal dritto alla liber- tà religiosa, che è il primo e fon-

danentale diritto umano. E. dun- que necessario che essa venga ri- spettata, protetta e difesa dalle Autorità civili, come la salute e l'integrità fisica. D'altronde, una buona cura del corpo non può mai prescindere dalla cura dell'a- nima.

Scrivendo a Cangrande della Scala, Dante Alighieri sottolinea il fine della sua Cnnm+cdin: «Allon- tanate quelli che vivono questa vi- ta dallo stato di miseria e condurli a uno stato di felicità»'%. Tale, seb- bene con ruoli e in ambiti diffe- renti, i' pure il compito tanto delle autorità religiose quanto di quelle civili. La crisi dei rapporti umani.

seguentemente, le altre crisi che ho menzionato non si posso- no vincere se non salvaguardando la dignità trascendente di ogni persona umana, creata a immagi- ne e somiglianza di Dio.

Nel ricordare il grande poeta fiorentino, di cui quest'anno ri- corre ìl settimo centenario della morte, desidero anche rivolgere un particolare pensiero al popolo italiano, che per primo in Europa si è trovato a confrontarsi con le gravi conseguenze della pande- mia, esortandolo a non lasciarsi abbattere dalle presenti difficoltà, ma a lavorare unito per costruire una società in cui nessuno sia scartato o dimenticato.

Cari Ambasciatori, il coon è un tempo da non per- dere. E non sarà sprecato nella misunt in cui sapremo collaborare con generosità e impegno. In questo senso ritengo che la friatrr- nitri sia il veno rimedio alla pande- tuia e ai molti mali che ci hanno colpito. Fraternità e speranza so- no come medicine di cui oggi il mondo ha bisogno, al pari dei vaccini.

Su ciascuno di voi e sui vostri Paesi invoco copiosi cloni celesti, con l'augurio che quesianno sia propizio per approfondire i vinco- li di fraternità che legano l'intera famiglia umana.

Grazie!

Messaggio per la t.iv Giornata Mondiale della Pace (8 dicembre nono), t.

"Ibid., 6.

s J. DONNE, Meditazione xvn, in: Devozioni pr-orrae n i rlenn.rgmL;v, Editori Riuniti, Roma ngy.l, 112- [13.

a Lettera per l'evento "Econo- my

or

Francesco" (i" maggio.

ºot9).

SAN GIOVANNI XXIII Lett.

enc. Pnacnt in merrss'(n aprile 1g63), '' Cfr. Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo (ºg novero- brc eot4).

Radiomessaggio ai popoli del mondo intero, 24 dicembre 1944.

is Messaggio alla Conferenza dell'ONU per la negoziazione di uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle amni nucleari (23 marzo aor7):

ASS r09 (2o17), 394-396; Lett. erte.

Fra dii zitti, 26s.

N IGid.

SAN GIOVANNI x\mu, Lett.

ene. Pncers in nonio (rr aprile 1g63), 6o.

"Angelus, i gennaio. ºoe,.

Videomessaggio in occasione déll'lncunlro áGlobal compact ozi education. Together to tool beyond» (rj ottobre soro).

Ibid.

i SAN GIOVANNI PAOLO n, Esort. ap. Fanniliavis cansortia (22 novembre 19$t), n.

e Ibid., 4.8.

'7 Epistola XIII, 39.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

084806

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