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Academic year: 2022

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(1)

RILIEVI RACCOLTI ACVRA DELLA

REALE ACCADEMIA D'ITALIA

FASCICOLO Io

CASTEL DEL MONTE

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LA LIBRERIA DELLO STATO

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LA CLASSE DELLE ARTI

DELLA . R. ACCADEMIA D' ITALIA - PROMOTRICE

CESARE BAZZANI - ARMANDO BRASINI - PIETRO CANONICA - FELICE CARENA FERRVCCIO FERRAZZI - VMBERTO GIORDANO - GVSTAVO GIOVANNONI PIETRO MASCAGNI- LORENZO PER OSI- MARCELLO PIA CENTINI-OTTORINO RESPIGHI

ROMANO ROMANELLI - ATTILIO SELVA - ETTORE TITO

IL CONSIGLIO DI DIREZIONE

MARCELLO PIACENTINI - PRESIDENTE

GVSTAVO GIOVANNONI - GINO CHIERICI -VINCENZO FASOLO FERDINANDO FORLATI - BRVNO MARIA APOLLONJ, DIRETTORE DI REDAZIONE

(3)

I . MONVMENTI ITALIANI

RILIEVI RACCOLTI A CURA DELLA

REALE ACCADEMIA D'ITALIA

FASCICOLO PRIMO

CASTEL DEL MONTE

ASTEL DEL MONTE sorge sopra una delle più alte colline delle Murge, poco distante da Andria, la città fedelissima a Federico II. La data della sua costruzione non è sicura, perchè l'unico documento cui ci si possa riferire è una lettera del 28 gennaio I240 con la quale l'imperatore, da Gubbio, ordinava l'acquisto di materiali per il castello. Ad ogni modo in quell'anno l'opera doveva già essere innanzi e fors'anche presso al suo termine.

Federico morì il 13 dicembre del 1250: sedici anni dopo il castello, trasformato in prigione, accoglieva i tre figli di Manfredi e, nel 1277, Corrado conte di Caserta.

Successivamente fu feudo di Nicola Acciaiuoli, poi dei

Del Balzo duchi di Andria e quindi di Consalvo di Cor- dova, il quale lo vendette nel r 55 2 a Fabrizio Colonna.

Abbandonato dai suoi proprietari, per tre secoli servì di rifugio a briganti ed a pastori, finchè venne acquistato, nel I 876, dal Governo italiano.

Fu parzialmente e non bene restaurato nel I 879; poi nel I884, nel I892, nel I897· Ora vi si eseguiscono nuovi lavori con maggior senso di responsabilità.

II·castello è a due piani, coperti da volte. Le murature sono composte di un conglomerato di pietra calcarea del luogo a scaglie ed a minuti frantumi con calce e sabbia di cava. La concezione planimetrica è basata sulla figura dell'ottagono che si ripete, oltre che nel corpo principale,

(4)

all'intorno. I serbatoi delle torri servivano ad alimentare forse la fontana o la vasca che si ritiene fosse nel mezzo della corte e le vaschette delle quali non resta traccia ma che troviamo in un altro edificio svevo: le torri della porta di Capua. Al piano terreno le stanze hanno quasi tutte, sotto il livello del pavimento, un foro aperto nella parete esterna e munito di un corto doccione per l'uscita delle acque che servivano alla lavatura del locale.

La cura nel provvedere ai vari servizi e sopratutto nel raccogliere e distribuire le acque, dimostra un grado di civiltà raffinata e richiama alla mente l'abilità ed il gusto dei costruttori arabi della Sicilia che sapevano rendere la dimora comoda e piacevole.

L'interno del castello era di una magnificenza orientale che, attraverso gli avanzi ancora oggi esistenti e con lieve sforzo della fantasia ci

PARTICOLARE DI OGIVA IN UNA SALA DEL PRIMO PIANO

riesce facile l'immaginare. Pavimenti a tarsie policrome comprese in campi e in fasce che cir- condavano dischi di porfido e di verde antico;

mensole di costoloni e chiavi di volte magi- stralmente scolpiti; mosaici nei timpani delle bifore; pareti rivestite di lastre di pietra coral- lina e di marmo greco fino all'imposta delle

nelle torri angolari, le quali, in origine, dovevano soprae- levarsi oltre due metri sulla linea di coronamento, giacchè

qualcuna di esse conserva alla sommità le tracce di locali, ora demoliti, che servivano di ricovero alle scolte.

Quando fu rifatto il lastrico della terrazza ( r 884) ven- nero distrutti molti elementi necessari ad una conoscenza precisa del sistema di raccolta e di incanalatura delle acque piovane: sono tuttavia ancora visibili alcuni con- dotti di discesa ricavati nelle murature, e ultimamente vennero ricollocati, ma a solo scopo decorativo, i doc- cioni di pietra (gargolle) che dovevano smaltire le prime acque destinate al lavaggio della copertura.

Castel del Monte fu ideato e costruito non a scopi mili- tari, ma come luogo di dimora dell'imperatore e della sua corte durante le partite di caccia nelle ora non più bo- scose colline delle Murge. Le torri non hanno quindi un precipuo còmpito difensivo, ma rispondono piuttosto a scopi pratici ed anche estetici. Quattro di esse con- tengono per tutta o per parte della loro altezza le scale di accesso al primo piano ed alla terrazza; le altre gabinetti scarsamente muminati da feritoie e spesso, ricavate nello spessore dei muri, latrine che sono fra le più comode e le più razionali di quante siano giunte fino a noi, e non del solo periodo medievale.

Una grande cisterna era nel cortile; un'altra fuori del castello, ad uso dei servi e dei soldati che accampavano

volte segnata da un'elegante cornice. Anche le robuste semicolonne e le svelte colonne a fascio, su cui poggiano le ogive, sono degli stessi materiali nobili.

Nessun avanzo rimane dei rivestimenti,madove e come fossero lo dimostrano le immorsature ai lati dei capitelli ed i piani ribassati delle pareti. Attorno alle mostre di pietra corallina delle porte di comunicazione fra le sale del primo piano, l'incasso più profondo disegna una superfice regolare il cui rivestimento aveva uno spessore mag- giore, il che fa supporre l'esistenza di lastre con tarsie.

Le opere di finimento dovevano essere degne di tanta sontuosità. Per chiudere le porte vi erano imposte, forse di legni rari, che giravano attorno ad assi verticali, le cui estremità, protette da ghiere di ferro o di bronzo, penetra- vano nei fori ancora visibili di fianco alle soglie ed agli architravi. Nelle bifore e nella trifora, mancando gli archi- travi, i fori per i cardini vennero ricavati in caratteristi- che decorazioni marmoree a foggia di grifi o di foglie di acqua. Tutte le chiusure venivano sprangate con travi- celli e quelle delle porte erano anche munite, in alto, di catenacci oli.

Torno torno al cortile girava un ballatoio di legno soste- nuto da mensole di pietra, sul quale si aprivano le porte finestre del piano nobile e che serviva per il disimpegno delle sale. Una sola mensola è rimasta, ed anch'essa mu- tila: le altre caddero o furono tagliate, ma la loro esistenza

è dimostrata dalla sezione di frattura, la cui altezza è

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INTERNO DI UNA SALA DEL PRIMO PIANO

leggermente superiore a quella del corso di bozze al quale appartengono.

Il castello probabilmente non fu mai coronato da mer- latura, come qualche scrittore ha supposto; tuttavia esso era in grado di opporre pronta difesa ad un improvviso assalto esterno, con le robuste saracinesche e gli ostacoli preparati davanti agli ingressi e le feritoie per gli ar- cieri. Anche i passaggi interni e le loro chiusure furono ideati per contrastare il passo ad eventuali assalitori.

La tesi che il mirabile edificio sia opera, se non originale, direttamente influenzata dall'architettura francese e più specialmente da quella della Borgogna e della Sciampa- gna, ha trovato consenzienti quasi tutti gli storici moderni.

Solo alcuni italiani- e fra essi, il più autorevole, Enrico Rocchi- hanno tentato di combatterla, scorgendo nel castello le espressioni non dubbie di un primo Rinasci- mento. In verità i segni dell'arte gotica, perfetti di forma e di esecuzione, sono così appariscenti ed insistenti da colpire l'attenzione dell'osservatore. Però man mano che l'esame diviene più analitico e quindi più cauto, comincia a sorgere qualche dubbio sull'assoluta prevalenza della giovane corrente ultramontana.

Intanto, per quel che riguarda la parte costruttiva nel suo complesso, osserveremo che nessun castello sorto in Francia, avanti o contemporaneamente al nostro, può esser preso come termine di confronto. L'asserita purezza

della struttura gotica non può che riferirsi al sistema delle volte ed alle scale a chiocciola delle torri; ma mentre per queste ultime nulla abbiamo da opporre, per quanto ri- guarda le volte con le loro ogive sostenute da semicolonne o da colonne ad elementi multipli crediamo non superfluo uno studio più accurato in merito.

Il Bertaux ha scritto che Castel del Monte rimane una meraviglia unica nell'arte del Medioevo. Questa unicità balza evide11te dalla originalità della pianta e dalla fusione audace di varie correnti stilistiche, alle quali si aggiunsero genuine riesumazioni classiche e tentativi di nuove forme da quelle derivanti, per raggiungere un ideale d'arte al di là di ogni canone e di ogni regola. Svelti capitelli unci- nati, basi con scozie profonde e plinti poligonali, cornici dalle tipiche sagomature, porte e finestre ad archi acuti vigorosamente modinati, volte cupoliformi su costoloni pensili, rappresentano tutta una fioritura di motivi fran- cesi espressi con la sicurezza di chi parla il }>roprio lin- guaggio e non una favella straniera. Accanto a questi, però, altri elementi rivelano la presenza di artisti di scuo1e diverse: le porte sul ballatoio della corte, le finestre del piano terreno, un'originale biforetta del primo piano, sono di tipo pugliese; i pochi avanzi dei pavimenti ricordano i maestri di Salerno e di Ravello; i profili delle ogive sono ancora di carattere romanico. Ma ciò che interessa oltre questo accostamento armonico di stili svariati è il

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PORTA D'INGRESSO ALLA SALA B

richiamo alle forme classiche già evidente nel portale maggiore, più franco e sicuro nell'o pus reticulatum usato a scopo decorativo e nelle opere di scultura.

Un tale monumento, come non appartiene ad una scuola, non può essere considerato, a stretto rigore, concezione di un architetto. Ecco perchè crediamo che come è

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caduto il nome di Filippo Chinard, così non possa sostenersi quello di Riccardo da Len- tini. La tradizione che attribuisce l'opera a Federico imperatore è forse più vicina al vero di quanto si creda. Non alieno dall'ac- cogliere il nuovo stile che veniva di Francia (come dimostra nella porta di Capua e '

nel castel Maniace); temperamento sensuale, vibrante al fascino delle arti e dei costumi di Oriente, ma nello stesso tempo inna- morato dell'antichità classica e ambizioso di far risorgere l'impero di Roma, egli sembra aver voluto riprodurre questa sua poliedrica anima assetata di bellezza e di gloria nel malioso castello che dall'alto delle Murge domina il litorale di Puglia. Egli, l' ispi- ratore, chiamò forse maestri arabi dalla Sicilia per disegnare la pianta e provvedere al servizio idrico ; poscia radunò i migliori artisti del suo regno tollerante ed aperto a tutte le forme della civiltà, dove lavora- vano con eguale fortuna musulmani e bizan- tini, maestri di Puglia, di. Lombardia, della Francia, dell'Asia Minore, e distribuì ' il

la v oro lasciando a ciascuno piena libertà di espressione. Ma in una cosa si può rico- noscere il suo diretto intervento; in quegli spunti classici da lui desiderati che rappre- sentano i primi germogli di un rinascimento, o anche i sottilissimi fili non mai spezzati di una tradizione che si manteneva tenace fra gli oscun la picidi della costa dell'Adriatico.

I rilievi del Castello che ora si pubblicano sono stati eseguiti nel maggio dell'anno 19;; -XI da un gruppo di studenti del R. Istituto Superiore di Architettura di Napoli per conto dell'Ente Fascista per la tutela dei monumenti di Puglia.

GINO CHIERIO

BIBLIOGRAFIA

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ELENCO DELLE TAVOLE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO

I - Pianta del piano terreno.

II - Pianta del primo piano.

III - Pianta della copertura.

IV-V - Prospetto principale del Castello.

VI-VII - Sezione del Castello.

VIII - Dettaglio delle torri I3 e 2a.

IX - Il portale maggiore.

X - Porte al piano terreno.

XI XII XIII XIV

xv

XVI

- Porte al piano terreno.

- Porte di accesso al locale E.

- Dettagli di finestra al piano terreno.

- Capitelli nelle sale del piano terreno e colonne a fascio e capitelli nelle sale del primo piano.

- Sezione sala N.

- Camino nella sala O dd primo piano.

XVII - Porta di comunicazione delle sale.

XVIII - Porta-finestra sulla corte.

XIX - Bifora soprastante il portone nella sala Ia al primo piano.

XX - Trifora sul lato nord al primo piano.

XXI - Nervature e mensole nella Torre za.

XXII - Cisterna sul piano di copertura.

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CASTEL DEL MONTE

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CASTEL DEL MONTE

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CASTEL DEL MONTE

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CASTEL DEL MONTE

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PREZZO LIRE 15

CONDIZIONI DI ABBONAMENTO: TRE FASCICOLI ALL'ANNO LIRE 36

PRESSO "LA UBRERIA DELLO STATO n - ROMA - VIA BELUNI, IJ

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