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IL POPOLO UTILE PAZIEMTE E BASTONATO

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f

Roma, 11 febbraio 1912. Copyright 1912 by Poilrecca-Galantara.

£ IL POPOLO UTILE PAZIEMTE E BASTONATO

SI PUBBLICA OGNI DOAAEMICÀ PER TUTTO CIO CHE RIGUARDA L’AMMINISTRAZIONE E LA REDAZIONE IN DIRIZZARE AL GIORNALE

VÌA TRITONE 132

ROMA

ABBONAMENTI: PER L'ITALIA E PAESI DELL'UNIONE POSTALE ANNOL.5. SEMESTRE L 2.5o. ESTERO: ANNO L.10. SEMESTRE L5

UN NUMERO SEPARATO CENT. IO. ARRETRATO CENT.20.

L’inno giovin azion alista.

Però se i Dardanelli Gioliiti ci tagliò

Ahimè che più con quelli Pugnare non si può !

-r* rA"* /« tp* ^ v* *. J

Addio, mia bella, addio

Ij'

armata se ne va Se non partissi anch'io Sarebbe una viltà!

Difaiti ho già pensato D'andare alla stazion, Abbraccio ogni soldato

E torno alla magion i

" ' Cartelle e sillabari- Pomate e biberons T Daranno agli avversari

Terribile tenzon !

Abbasso il vii tedesco, Abbasso anche il francese, Studiarli non riesco Li mando a quel paese !

? Gli infami socialisti

Son carne da cannon

Solo i nazionalisti

Han cuore di leon !

(2)

I poveri non devono far figli»

_ ,Ho bisogno di lavorare, sono disoccupato, ho una famiglia da sfamare. . A i

— Ecco il male ! altro che socialismo ! Non si deb¬

bono fare i Agii quando non si ha la certezza di po¬

terli mantenere. Lasciateli fare ai ricchi, i.figli! Altro che scioperi e scioperi ! Fate lo sciopero deli amore, e la questione sociale sarà risoluta.

Il consiglio è ascoltato.

_ Indietro, tentatrici !

Abbiado

giurato di non fare niù fmli ' Il mondo va male perche i poven fanno troi pi figli ; e così non si può andare più avanti. Dunque, indietro, tentatrici !

Oli effetti dopo 50 anni.

Man mano che muoiono i vecchi lavoratori le bot-

II connubio

di Frascati

(Nostro marconigramma).

Il deputato Valeuzani, fa¬

moso come ardente clerica¬

le per la trovata del teatro dei burattini sull’altare del¬

la madonna nella cappella d’un ex convento; e più an¬

cora come amministratore del collegio Nazareno — fa¬

tica particolare dell’on. Ca- lissano — e consulente del- TUniversità agraria dì Fra¬

scati,

riceveva nel municipio di quella città, con pompa e cerimoniale insoliti, il nuo¬

vo vescovo, cardinale Cas¬

setta.

Il connubio suggellava le elezioni del papalino consi¬

gliere provinciale Bandiera fi a cui vittoria fu dovuta ad una candidatura di comodo di certo prof. Clinio Qua¬

ranta, gentilmente prestato¬

si a togliere al candidato de¬

mocratico alcuni voti di campanilisti) e la promessa dei preti del collegio di Al¬

bano di mantenere per l’o¬

norevole Mimmo il seggio parlamentare sgombro da concorrenti cattolici.

ÀI ricevimento si fece gran consumo di vino... non battezzato.

Unica affermazione di su¬

perstite anticlericalismo vo¬

luta dal consiglier Berna¬

rdi!.

nazione una cosa santa è il lavarlo col vino; se si ferisce, il sangue va stagnato con a li¬

na bbella tela de ragno ».

E non accenno alle super¬

stizioni per le malattie degli aduHi. È pieno convincimen¬

to, per esempio, che un uomo infetto da sifìlide guarisca a- vendo contatto con donna ver¬

gine. Guai a mettere in dubbio che la carie dei denti non si guarisca con burina!

La religione è la panacea universale che resiste alle cli¬

niche, ai primari e a tutte le scoperte meravigliose della scienza.

Purtroppo ancora il « &a- aatoto » (sanatotum) del po polo è sempre « l’oio de lam pene » che ardono avanti a-- le immagini della Madonnari Sant’Agostino, di Santa Ma¬

ria. Maggiore, di- San Gio¬

vanni, di San Pietro, di San Paolo.

Nel visitare le abitazioni trovai pochissimi libri, quasi sempre opuscoli di propagan da politica o libercoli religio si, mai pubblicazioni di igie¬

ne. Numerose, anche nelle ca¬

se dei popolani che non ere dono in nulla, immagini o santi per sfuggire i malanni La casa era sudicia e l’igiene esulava dall’ambiente e dalle persone, ma or qua or là l’im

magine di Santa Lucia per le malattie di occhi, quella di

;San Rocco contro la peste, di

;San Teodoro per le malattie dei bambini, di San Za coa¬

rta per far parlare i muti, di San Gaetano contro i colerosi, di Sant’Apollonia per il mal di denti, di SantTrene contro 1 fulmini, di Santa Boriosa con¬

tro il vaiolo, di Sant'Anna per le partorienti, di San Biagio per ii mal di gola, e cosi di seguito. La fede è quasi scom¬

parsa dal cuore dei popolani come forza moralmente sa'u- tare, ma resta come espressio¬

ne di tendenza politica rea¬

zionaria e di superstizione

« lo sono soldato;, non a-

\ -mo H mestiere del soldato : ho visto la casa paterna pie- na di masnadieri e ini sono armato per scacciarli, lo so¬

no un operaio c ne vado superbo. -

Il denaro speso inutilmen¬

te per gli eserciti potrebbe servire a mettere i governi in condizione di fare un grande c salutare sviluppo a .tutte le istituzioni atte a mitigare i mali della mise¬

ria ».

G, Garibaldi.

Detriti clericali

.Js.

teghe si chiudono, le officine si vuotano, le tramvie, i

JjLa.

piroscafi, i telegrafi, i telefoni, le ferrovie si hnniobi

lizzano, 1 canapi non danno più

stano in bailìa delle bestie tornate allo stato selvaggio.

Lo.sciopero dell’amore ha fatto cessare la riproduzione dei produttori di ricchezze ; non ci son più poveri lavo¬

ratori, ci sono soltanto i ricchi, i signori, che hanno sacchi d’oro, ma non sanno più come sfamarsi, vestire,

alloggiare, dissetarsi.

La questione sociale è risolta.

' 'T //

merlo

.

Superstizioni popolari.

Domenico Orano nel suo 'po¬

deroso volume Come vive il j popolo a Roma (Casa edltn-\

ce Abruzzese, Pescara, 1912), I frutto di pazientissimo studio,1

descrivendo le condizioni igie¬

niche delle famiglie e delle case operaie, così accenna al¬

le superstizioni popolari sul- Vigiene, specialmente infan¬

tile, di cui è ancora preda il popolo nostro e che forma- \ I no i detriti della secolare e-

dncazione clericale :

Lungo elenco dovrei fare per annoverare le superstizio¬

ni del popolino sull’igiene in fanti.e.

Rimedio sovrano per le ma¬

lattie d’occhi è l’erba pcreta- ria palàtana, che si applica sugli occhi del bimbo e che è invece causa d’irritazione grande.

Più di una volta, su eczemi, vidi la madre usare l’olio di lucerna.

E’

a Roma comune il proverbio : « Oio de lume o- gni male consuma », e l’altro:

<t Oio de lucerna ogni male guvema».

Il vino è ancora la grande medicina.

Nelle malattie degli adulti il vino caldo serve in moltis¬

simi casi da chinino.

Al mal di stomaco si pone ri¬

paro colla palletta di por azzo, bicchierino di acquavite.

Prima che il bambino termi¬

ni l’anno non gli si devono spuntare le unghie, o gli si devono spuntare coi denti. Se il neonato ha e mantiene, per mesi e mesi, la testa sporca, non bisogna pulirla, « perchè si no j e se po’ fa danno al cervello ».

Una donna che sa il fatto suo rifiuta o non cura la vi¬

sita dell’ostetrico, ma corre alla chiesa di Aracoeli, « a tasse benedì il ventre » dal Bambino miracoloso.

Se il bambino ha la vermi-

SURSUM CORDA

— Santità, la mi perdoni...

Pace e gloria sia con Lei!

Io vorrei

Dare un saggio a quei minchioni Fannulloni

Pacifisti Socialisti

Che la Santa Madre Chiesa.... (interrotto).

— Bene parla, figlio caro, Sono anch'io del tuo parere,

Quel somaro

Che nell'.alto ha il suo potere, Non vuol guerra,

Non vuol sangue

Sulla terra ! ~ , Ma la Chiesa va in malora

Ed allora L'armi in mano Miei fratelli, Si sbudelli

Quel pezzente Gran Sultano E la Santa Madre Chiesa Disprezzata

Bestemmiata - Per Dio Santo ! - Dopo tanto Putiferio Sarà presa Più sul serio.

Dico bene, caro figlio?

Per la Chiesa me la piglio...

Ma...

— ... Tacete Caro prete !

Di coteste rappresaglie, Vivaddio, son troppo stanco Per domar quelle canaglie Metto a vuoto tutto il banco, Firmo in bianco,

Prendo a presto,

A me basta di far presto.

Quando poi scadrà Vaffitto - La Nazione

Pantalone Pagherà !

Na. Ma.

J

IL,

(3)

L’ASINO 3

r

->

Organo della Pia Asso¬

ciazione del Ciondolo di Bepi, autorizzato e pri¬

vilegiato dal Vaticano

tissimo Condolo

A Bollettino dei Miracoli eTdelle Indulgenze am- messe al Santissimo Ciondolo ^ %

1,0 si appende por tutto il 191S (anno del giubileo costantiniano) pinone^tero^^ nilvcl,x mediante complessive Lte Otto (estero 16)

Il Santo Padre, interrogata la Sacra Congre-, gazione dei Riti e delle Ritirate a lui così fa¬

migliar! (vedi Enciclica contro i Luterani, Bolla per la soppressione, delle feste, ecc.), si è be¬

nignato concedere la sua speciale be¬

nedizione ai lettori e portatori del SS. Ciondolo con questo venerato Rescritto :

ha ricevuto molte grazie da-parte delle visitataci del Vaticano.

Il card. V. V annui elli è diventato generoso coi suoi fedeli.

I camerieri di cappa e spada fanno le persone pulite.

comparsa del Ciondolino. Non più adoratori della lingua di iS. Antonio e del sangue di S. Gennaro, o della manna di S. Nicola, o del prepuzio di Gesù Cristo, o del latte di M. Vergine, o delle pezze della Beata Na- zadei :

Donne e fanciulle, — vecchi e ragazzi.

chiedete il Ciondolo — non siate pazzi l x

Dilettissimi fedeli del Ciondolo,

La molto diffusa pratica del Ciondolo, parti¬

colarmente caro ai venerabili pastori e sacer¬

doti, merita da parte della S. Sede un vivo en¬

comio ed un particolare benigno sguardo dei l'icario di N. S. C. C. in terra, il Quale si com¬

piace di impartirvi, dilettissimi fedeli del Ciom dolo, Vapostolica benedizione. Ciao.

Pipì Decimo.

Allegato al rescritto pontificio:

x Indulgenze che si lucrano portando al col¬

lo od alla catena dell1 orologio il SS. Ciondolo di Bepi :

Portato al collo libererà dai vermi, dalle pestilenze, dai modernisti, dalle Canzoni di Ga¬

briele D’Annunzio, dagli articoli di Domenico Oliva, Emilio Cecclii, Goffredo Bellonci.

Portato alla catena delVorologio premu¬

nirà dalle cattive tentazioni e dal mal di pan¬

cia. Le rev. monache sono autorizzate a ser¬

virsene come cintura di castità, di cui hanno molto bisogno.

La divozione del SS. Ciondolo.

1. Adorazione al mattino.

2. Pentimento alle 9 e mezzo.

3. Offerta, Rassegnazione, Domanda a mez¬

zogiorno.

4. Atto di desiderio sull’imbrunire.

Orazione al

SS.

Ciondolo

(per ambo i sessi).

O Sacramentato mio Ciondolo, che per ec¬

cesso d’amore hai riposte le tue delizie nell’abi¬

tare sul mio seno. Deli! Perchè non-posso star con te adorandoti giorno e notte nè mai' dimen¬

ticarti? Ah il perfido ch’io pur sono! Oh vir¬

tuosissimo San Palponzio, 111 venerati'ssimo San Paracleto, Uh amabilissimo San Lottano, in¬

tercedete presso il trono dell’Altissimo perchè il ciondolo mi sia propizio !

(Recitando 99 volte si lucrano 6 mesi di Pur¬

gatorio).

Adesioni al

SS.

Ciondolo.

On% Tittoni, Paris — 1000 ciondoli da spedire agli amici di Napoli e Viterbo.

On. Mariettina Longinotti — Lo terrà sempre in mano mentre pronuncierà i suoi discorsi alla Camera.

On. Valcnzani — Se lo farà dare dal car¬

dinale Cassetta.

On. Cornaggia — Lo distribuirà ai suoi elet¬

tori' di Milano.

On. Meda — Lo tirerà addosso a monsignor Scotton.

Grazie ricevute.

5

. E. il Generalissimo Piròcomssimo, da quando porta il ciondolo è diventato uria per¬

sona intelligente. — Il suo cervello, indurito dalla lunga inoperosità, va diventando un po’

malleabile mediante le applicazioni del ciondolo fatte due volte al giorno sulle parti più deboli.

Don. A guglia cresce a vista d’occhio, es¬

sendosi applicato il ciondolo davanti e di dietro a più riprese.

Mons. Mis ciaf e Ili, prefetto dei SS. Palazzi,

\

Vera effigie del SS. Ciondolo di Bepi porta-fortuna, che si venera e si dona nel Santuario del Gloriosis¬

simo S. Asino Vergine e Martire in Via del Tritone 132, Roma.

[oroncina in onore del SS. Ciondolo

Versi di illustri teologhi e letterati di S. M. Chiesa.

Vi adoro ogni momento

0

vivo pan del del, Ciondolamento. (25 giorni di meno in Purgatorio),

x

Ritardi mal più

— Ritardando (1) calpesti Il cuor dell

3

amministratore.

(1) di mandare l'abbonamento all’Asino col diritto al Ciondolo di Bronzo.

ISTRUZIONI

per ben lare la SS. Pratica del Ciondolo

i°. Prendere una venerata immagine di carto¬

lina-vaglia da lire 5 (8 se volete anche la Rivi¬

sta); inginocchiarsi due volte davanti a. lei di¬

cendo : — Ahimè/non ti vedrò più; e — volti gli occhi al cielo — riempirla con le indicazioni sta¬

bilite.

20. Indirizzarla al Molto Reverendo Ammi¬

nistratore del Santuario dell

3

Asino e del SS.

Ciondolo, in via del Tritone 132, Roma.

30. Attendere che vi arrivi felicemente la gra¬

zia di questo Veneratissimo foglio e del SS.

Ciondolo.

Non occorre una novena

Basta uno scudo, o tutt’al più un Ottavario se si desidera anche Primavera.

È un peccato mortale Ciondolato, ciond0Un0,

Tu sci tutto il mio amorino, Sci prezioso, sei carino,

Tu sei di tutti i culti il più divino.

Vieni, vieni 0 Ciondolino.

Vieni 0 caro nel mio petto, Fosti sempre il mio diletto, Il mio solo e primo amrr.

(Ripètendo, queste strofe 44 volte si lucra¬

no quattro anni e mezzo di Purgatorio, oppure quindici giorni d’inferno, a scelta).

0

Ciondolato pio,

mio gaudio e mio contento, Chi mai un sol momento Abbandonar ti puòf

0

Bepi del mio cuore Che porti ogni fortuna, No, pace non v3e alcuna Se non ti stringo al sen.

(Recitando 16 volte questa poesia tenendo un piede alzato si lucrano altrettanti giorni di indulgenza da applicarsi an¬

che agli amici).

Giaculatoria.

non approfittare dell’occasione.

Avrete i sacramenti

ed altari moccoli daH’ammimstratore se non sarete puntuali e solleciti.

ULTIME NOTIZIE

Un miracolo stupefacente!!!

Il bambino Udo Wacker, abitante in Roma, via XX Settembre, 4, i cui genitori sono fedeli zelatori della Pia Confraternita del Ciondolo, malauguratamente ha inghiottito la sacra Ima- gine bronzea di Bepi-portafortuna o SS. Cion¬

dolo che dire si voglia — Oh spavento! Ahi iattura! Soffocazione garantita.

Lo crederete? S. Bepi-ciondolo operò il suo prodigio.

Percorse l’esofago, lo stomaco, gli intestini del piccolo eroe della fede ed uscì dalla parte opposta dond’era entrato, con grande gioia dei parenti. Rimase illeso il bambino e anche...

Bepi.

Fu tosto appeso un quadro votivo Chi d3uopo ha di miracoli

si volga al Ciondolino, a cui non può resistere nessun poter malino (1).

Se membro v3ha che siaci Inerte oppur mancante, Qual pria, robusto e vegeto Lo rende in un istante (2).

(A chi reciterà con unzione gli otto versi saranno risparmiati tre giorni di fuo¬

co. La poesia si può ricopiare in un pez¬

zetto di carta e leccandola tre volte si lucrano trecento venticinque anni).

(Bolla di Pio X, febbraio 1912). * (1) Malino, licenza poetica per maligno.

(2) Questa strofa trovasi anche nell’inno a S. Antonio, ma oramai tutti i santi sono passati di moda con la

ROMA Imprimatur Tipografia Naticana yo q Card, dei (molti)

1912 Lai Il gerente irresponsabile Mons. LOGE

(4)

Gli ospedali amministrati dai preti.

L’Ospedale di Santo Spirito in Roma

(Da una antica stampa).

Sperperi e favoritismi nell’Ospe¬

dale di S. Spirito, nella Roma papale.

E' nota l’accusa lanciata dai clericali, di sperpero e di malgoverno attribuiti agli amministratori laici che si succedettero immediatamen¬

te a quelli della Chiesa, nel 1870. Accusa, che la verità dei fatti dimostra perfetta¬

mente falsa.

Questo lato interessantis¬

simo della questione - eh’è uno degli argomenti più for¬

midabili degli avversari - è

stato efficacemente affron¬

tato dal dottor Giovanni In- felisi. Il quale, in un lucido e denso opuscolo di propagan¬

da - corredato da larga mes¬

se di cifre e documenti - ha messo in vera luce l’opera nefanda degli amministratori apostolici prima del 1870 : nei riguardi specialmente della più importante Opera pia di Roma, quale è l’Ospedale di S. Spirito e stabilimenti an¬

nessi (1).

Spigolare in questo prezio¬

so opuscolo può essere per¬

tanto dilettevole ai curiosi di cose storiche, ma anche dolo¬

roso e rattristante per gli av¬

versari.

Origine e scopo dell’Ospedale di S. Spirito — L’opera dei Go¬

vernatori Apostolici — Il di¬

savanzo inghiotte milioni.

L’Ospedale di S. Spirito sorse su disegni del Mar¬

chio nni al principio del 13°

secolo, con lo scopo - secon¬

do le bolle di fondazione det¬

tate da papa Innocenzo III - di assistere gl’infermi, ma al¬

tresì soccorrere i poveri, ac¬

cettare le puerpere, ospitare i derelitti, accogliere i trovatel¬

li, curarne l’educazione ed il collocamento, provvedere alle zitelle abbandonate. Al pio luogo era annessa la cura degli esposti, il Conservato- rio delle zitelle, il Manicomio e il Banco: quest’ultimo isti- (1) La verità dopo 40 ann Appunti e note sull’Ospeda di S. Spirito avanti e dopo 1870 (Edito a cura dell’A sociazione G. Bruno).

tuito da Paolo V nel 1608 per vantaggio e lucro della Pia Casa, sopra i beni della quar le erano garantiti ed assicu¬

rati tutti i depositi.

Deliziosissimo è l’esamina¬

re l’opera dei Governatori A- postolici.

Fin dal xvi secolo, le en¬

trate di S. Spirito coprivano appena la sesta parte delle spese. E due secoli dopo, a causa degli annui disavanzi di oltre 50 mila scudi, il Pio Istituto era gravato dal debi¬

to di due milioni di scudi ver¬

so il Banco omonimo e verso privati: così che papa Cle¬

mente XII, per riparare alla sua imminente rovina (sono sue testuali parole), gli fece pagare 120 mila scudi dalla Fabbrica di S. Pietro: e con speciale decreto del 6 aprile 1738, gli assegnò 80 mila scu¬

di annui sul giuoco del lotto, ordinando che tale prestazio¬

ne dovesse continuare finché non fosse ricostituito il patri¬

monio atto a sostenere gli ammalati e gli esposti. Presta¬

zione che ben presto il papa soppresse, ritenendo oppor¬

tuno avocare... a sé la pingue propina.

Sperperi e favoritismi dei Gover¬

natori Apostolici Monsignori Vitelleschi, Narducci e Ricci — Oltre un milione di deficit — Tre milioni di capitale alienato.

Nel 1855, sotto l’oculato go¬

vernatorato di monsignor Vitelleschi, la media giorna¬

liera dei malati internati al- l’ospedale era di 573, con un disavanzo nel bilancio di li¬

re 114,511.28; (disavanzo che nell’anno seguente, e con uno stesso numero di degenti, scende a lire 131,508-62.

A monsignor Vitelleschi, nel 1858, succede monsignor Narducci, e il disavanzo cre¬

sce subito a lire 171,965.62, mentre la media giornaliera dei malati scende fino a rag¬

giungere nei 1864 il numero di 385.

Nel 1867, sotto l’ammini¬

strazione di monsignor Ricci, il disavanzo ascende a lire 319,073.40: contiuua nel 186S per lire 122,512.85.

Nel 1869 scende a lire 114,707 e termina nel 1870 a lire 100,461.72.

i Un deficit totale, come si vede, nel quindicennio 1855- 1870-, tri-lire 1,127,819.63!

Ma non basta.

A questa enorme cifra di bilancio bisogna aggiungere una nota di fondi, stabili e capitali pecuniari alienati dal 1° gennaio 1855 al 31 dicem¬

bre 1869, la quale ascende al¬

la bella somma di scudi 572,594.23: più una nota di capitali alienati che ascende alla cifra rispettabile di scudi 87,069.05.

In somma delle somme, scudi 659,663.23 di capitale a- lienato, pari a lire 3,298,315!

I rescritti pontifìci accrescono lo sperpero e il dissanguamento delle finanze già esauste — Continua l’allegra amministra¬

zione apostolica con aliena¬

zioni, vendite di fondi, rendite, case, ecc.

Spigoliamo ancora.

Ad accrescere lo sperpero ed il dissanguamento delle finanze già esauste del Pio I- stituto, contribuirono non poco il rovinoso sistema di rescritti pontifìcii, che inter¬

vennero in ogni istante nelle faccende private delle Opere pie.

Qualche esempio.

La tenuta della Mesola, dal Governo pontifìcio comprata da Giuseppe II, per 700 mila scudi, fu data in affìtto per 24 anni ad un Cleotta dal gover¬

natore monsignor Vitelleschi, per la somma annua di scudi 40,000.

Questo contratto, con un colpo di testa inaspettato, ven¬

ne rescisso arbitrariamente da monsignor Narducci nel 1859, che ne concluse un altro disastroso per scudi 23,500 an¬

nui!

Ai fratelli Concettini fu fatta da S. Spirito, con un pontifi¬

cio rescritto, una garanzia per un prestito di 15 mila scudi, onde acquistare una vigna, fa¬

cendo dei rilasci mensili.

Ma in seguito il rilascio, con un altro pontificio rescrit¬

to, venne sospeso : anzi più tardi furono rimborsati di quelli già fatti.

Altro gravoso ..affare fu il contratto con l’Ospedale Mili¬

tare per cui l’Istituto aveva u- na perdita annua di lire 52,560.

Vistosissimi arretrati irrea¬

lizzabili figuravano fra i capi¬

tali del pio luogo, che si la¬

sciarono ad pompam iscritti fra i consuntivi finché la pre¬

scrizione non ne estinguesse anno per anno il titolo.

Si cominciò verso il 1855 con delle alienazioni più o meno coperte. Si vendettero le scorie di grano, si vendette il bestiame delle tenute : si alie¬

narono le staccionate, le mu¬

ra, si presero anticipazioni, si prolungarono i contratti di af¬

fitto presupponendo futuri au¬

menti e scontandoli in antici¬

pazioni con frutti e frutti dei frutti. Si alienarono canoni, censi, si vendettero case, vi¬

gne, e sparì in cinque anni la vistosa eredità Tarn, della qua.e, alienato l’attivo, non restarono che i pesi e le pas¬

sività a quella inerenti.

Rendite e alienazioni non bastarono a mettere in pari 1 Amministrazione e colmare il disavanzo : così che l’Ammi¬

nistrazione italiana nel 1870 - dopo la storica breccia di Porta Pia - ereditò uno sco¬

perto di 300 mila lire, senza tener conto delle numerosis¬

sime liti, che perdute definiti¬

vamente, concorsero ad au¬

mentare notevolmente il de¬

ficit.

(Continua).

“L’Asino,, in toga

. La tassa di famiglia... ai preti G. M., Viareggio. — I reve¬

rendi non vogliono pagar tas¬

sa di famiglia perchè vergini?

Veramente ad una prova la scusa non apparirebbe sem¬

pre vera e, approfondendo le indagini, si scoprirebbe an¬

che... la famiglia; ma, pre¬

scindendo da ciò, vi segnalo due articoli del vigente Rego¬

lamento provinciale di Roma, per la tassa di famiglia, di cui mi domandate:

Ari. 4... «Si ritengono an¬

che costituire famiglia gli in¬

dividui che vivono soli o che, pur vivendo con altre perso¬

ne, non abbiano con queste vincoli di parentela o di affini¬

tà e comunione di patrimonio, di redditi o dì lucri ». — E’ il caso anche dei vergini reve¬

rendi.

Art. 6. « Le aggregazioni di persone conviventi con fine sia d’istruzione che di culto,

sono considerale come fami¬

glie soggette alla tassa ». — Dunque sarebbero compresi anche i reverendi frati.

In questo il Regolamento nuovo di zecca non abroga il vecchio.

Se poi i vostri reverendi e reverende « professano, oltre alla religione, delle industrie belle e buone e perciò rimu¬

nerative, compresa quella di pensione di famiglia durante la stagione dei bagni, saran- no soggetti anche alle tasse di licenza, d’esercizio, ecc., secondo i casi. Dunque tassa¬

teli allegramente, poiché non vogliono saperne del regnum meum non est de hoc mando.

— E questo matrimonio?

— Sfumato! Ha saputo che spendevo 60,000 lire all’anno dalla sarta!

— E allora?

— E allora egli ha sposato la sarta!

(Sull'aria del Boccaccio)

Gente carissima, popolo mio, cantiamo Vultima di papa Pio.

che alla giustizia s'è ribellato

come un anarchico ossessio?iato.

La canzon pirupirulì pirupirulella La canzon pirupirulì pirupirulà, Gente, per ridere venite qua.

Con motu proprio E di scomunica papa Sartore, punito è presto vuol far dei chierici chi un prete il salvatore. tragga in arresto.

La canzon pirupirulì pirupirulella La canzon pirupirulì pirupirulà, Se non son matti — chi matto ci sta?

vuole che il Regio Prima di mettere

nella prigione un indegnissimo pio mascalzone,

Procuratore, chieda il permesso del Monsignore.

La canzon pirupirulì pirupirulella La canzon pirupirulì pirupirulà, Se non son matti, chi matto ci sta?

Ma se si calcola Se i rei gli vengono la corruzione tutti arrestati, dei preti, il papa resterà senza forse ha ragione. preti e prelati.

La canzon pirupirulì pirupirulella La canzon pirupirulì pirupirulà, Oh che figura la Chiesa ci fa!

Il Cantastorie*

Nota - Si allude al Motu proprio regolarmente e canonicamente pubblicato negli Ada Apostolicae sedis, voi. Ili, N. 15, pag. 565, intitolato : De traheniibus cltncos ad ttibunalia judicum laicorum, di cui eccone parte del testo- Itaque hoc Nosstatuirne atque edicimus; quicutnquc privato rum, laici sacrive ordinis m.aVf? Je™ian*ve, personas quasvis ecclesiasticas, sive in criminali causa, sive in Civili, nullo potestatis ecclesiasticae permissu, ad tribunal laicorum vocent, ibique Odesse publice compellant\ eos etiam omnes, in excommuni cationem latae senten

^ lae speciali modo Romano Pontifici reserr>atam incurrere.

(5)

5

r

Lfor>. rT)iron)o Ua\eoz&D\

deputato (antì)cSericale di Frascati

e

rT)adarT>a Cassetta

vescova allegra

Sposi

I nostri regali

La strenna Foglia di Fico e Bepiportafortuna sono già sta¬

ti spediti a quasi tutti gli abbo¬

nati in regola coi pagamenti.

Agli altri saranno inviati non appena l’Amniinistrazione rice¬

verà l’importo del loro abbona¬

mento.

Tale importo deve esserci man¬

dato subito se si vuole esser certi che i regali sieno disponibili.

Non rispondiamo però verso quegli obbonati che lascieranno passare febbraio senza aver fatto il loro dovere verso il giornale.

Le tentazioni

della carne

Caro Viveri,

Ieri ho avuto un attacco cor¬

po a corpo con Cleofe, che mi sembrava diventata un'orda nemica, e la mia casa trasfor¬

mata in un'oasi di Gargaresch ed io un abitante del medesi¬

mo o Gargarismo che dir si voglia.

Essa pretendeva che io le comprassi un vestito nuovo;

ora tu ben sai, caro Viveri, di quanto io possa disporre, date le calamità nazionali che im¬

perversano sul mio onesto portafoglio. Anche il mio Mi¬

nistro del Tesoro, che è lo strozzino abitante di contro, m'ha rifiutato ulteriori fondi, perchè sostiene che il mio Debito Pubblico, ovverosia purtroppo privato, ha assunto proporzioni allarmanti.

lo, allora, ho risposto a Cleofe che non posseggo - pur essendo di lei marito — il becco di un quattrino e neppu¬

re un pezzo della bandiera del Profeta, che speravo por¬

tare da Triboli, mediante la quale avrei fatto alVadorata consorte il tanto desiderato a- bito taglieur.

Conclusioni: siccome Cleo¬

fe non si rendeva conto delle circostanze patriottiche e mi faceva un lungo discorso no¬

ioso come se fosse una confe¬

renza di Bellonci o di Corradi- ni, io le ho intimato un •ulti¬

matum, il quale è che essa sia libera di vestirsi alla moda della Isabò di Mascagni, ov¬

verosia coi suoi propri capel¬

li sino al giorno in cui mi arrivi quella eredità che si a spetta sempre e non viene mai come l'imperatore d'Au¬

stria a farci visita.

Se veniamo poi alla questio¬

ne del mangiare, l'affare, ca¬

ro Viveri, si fa ancor più se¬

rio. Dovechè devo osservarti che anche a Roma, come a Napoli, si commettono molte e svariate frodi nelle forni¬

ture.

Vale a dire, tu credi man¬

giare pasta all'ovo e ti capi¬

ta un decotto di zafferano e cordicelle, ovvero fettuccie tol¬

te alle scarpe d'un portalette¬

re pensionato. Se poi passia¬

mo al contorno, il pomodoro si paga a peso... d'oro, e le ci¬

polle e le patate si pesano dall'argentiere, onde è certo che la verdura è quella che ci riduce al verde.

Le carote poi sono diventate un oggetto di lusso; fanno so¬

lo eccezione quelle offerteci dai corrispondenti della guer¬

ra, che in ogni giornale ce ne forniscono parecchi quintali per un soldo.

Meno male che, recentemen¬

te, in occasione della venuta a Roma di quel ministro stra¬

niero importantissimo che non ricordo come si chiamas¬

se, mi pare Water Closet, ho avuto il piacere di leggere sui giornali un menu soddisfa¬

cente che qui ti trascrivo, e, se non lo mangio, almeno lo leggo ogni giorno :

Consommé en tasse. - Soles d’Ostende aux moules. - Coeur de fìlet de boeuf au madóre. - Parfait de foie-gras Princes¬

se. - Quenelles de volatile. - Pièce de boeuf. - Pàté de Stra¬

sbourg. - Poularde de B resse au cresson. - Salade. - Car- dons à la moélle. - Pèches Im¬

pératrice. - Asperges en bran¬

che sauce velour. - Charlotte allemande à la vanille. - Bi- scuits au Chester. - Dessert.

Roba da chiodi, nevvero?

Difatti, se volessi cibarmi in quel modo, pianterei tanti chiodi da far pietà come un Longinotti quando parla alla Camera. Per fortuna quella roba se la mangiano soltanto i ministri, in nostra rappre¬

sentanza, e noi stiamo a guar¬

dare, e non ci resta che evitar di fare famiglia e di procreare altri disperati a imagine e si¬

militudine nostra. Il meglio che possiamo fare è quel che è successo a D'Annunzio nel l'edizione Treves : tagliarsi i Dardanelli, coi quali, caro Vì¬

veri, ti saluto e resto sempre.

Consumatore Consumato.

E, per la posta,

Il Giov. della Montagna.

Camera chiusa.

Re Palamidone : Lo Stato sono io !

Pubblicheremo nel prossimo numero :

Una ma a traverso il bilancio dei Vaticano.

Come e dove va a finire l’obolo di San Pietro. — Il banchiere ebreo Rotschild depositario dei capitali del Vaticano. — Gli emissari del Vaticano giocano in Borsa col danaro dell’obolo di San Pietro. — Il papa, è w cittadino universale „ di fronte all’impiego dei capitali.

Lega di resistenza

ra re, imperatori ed affini

Re Pietro di Serbia, con¬

statato, per l’esperienza de\

>redecessore Alessandro che minaccia di ripetersi1 anche a danno del successore, co- ne i tempi si vadano facen¬

do sempre più calamitosi per i Sovrani, ha preso l’iniziati¬

va per la costituzione di una lega di resistenza fra re, imperatori1 e affini.

La lega dovrebbe presen¬

tare. ai sudditi di tutti gli Stati costituiti a monarchia un memoriale col desiderato unico, ma per alcuni casi molto urgente: « In caso di licenziamento del regnan¬

te, questo ha diritto ad un preavviso di almeno otto giorni,, e ad una indennità o pensione proporzionata al numero degli anni di pr&

stato servrzio. Il licenzia¬

mento deve essere effettuato senza armi da fuoco, da ta¬

glio, o contundenti ; ed il re¬

gnante licenziato fia diritto

di uscire dalla porta dell reggia, anziché dalla fine stra, e vivo; ed è libero d.

prendere il primo diretti*

simo che parte per Te stero ».

Tra i vari sovrani intei pellati non mancherebb qualche crumiro.

.L’imperatore d/i Germa ma, invece, dopo le elezi'or dei deputati al Rei'chstag ha telegrafato a re Pietr una adesione per semplic dovere di solidarietà.

.1 pareri sono però discoi di circa i mezzi da adottar qualora i sudditi — e pe esempio. quelli di re Pie tro, socio fondatore dell Lega — rifiutassero di ac Gettarne i desiderata.

L’ex re Manoel, del Por togallo, proporrebbe lo scio pero; ma gli altri regnant hanno molti dubbi sull’eì ficacia di quest’arma eh giudicano pericolosa, poiché i sudditi potrebbero rispon dere con una serrata gene rale.

li reporter.

CARTA SPORCA

Un Risveglio... al papavero, di Biella, esclama, /stropic¬

ciandosi gli occhi: « Ah! se costoro (i biellesi) invece di leggere il Corriere bielle- se, o l'Asino, leggessero il Risveglio »!!... a quest’ora sa¬

rebbero tutti incretiniti.

x Alla scoperta... di Reg¬

gio Emilia muove il bestione, pardon, il Leone di Sari Mar¬

co, partendo da Venezia, per giungere a queste strabilianti sorprese :

« A Reggio Emilia — cen¬

tro delia vita .socialista ita¬

liana — la corruzione è enor¬

me e le madri obbligano le -oro figlie alla colpa. Anche l’incendio, la rovina dei frut¬

teti, delle viti, entra nei si¬

stemi del socialismo deprava¬

tore, ed anche il furto sacri¬

lego — tipo quello di Casal- pusterlengo — ove sui taber¬

nacoli infranti fu trovata una copia dell’Asino ».

Pare che, a ristabilire l’or¬

dine, verrà proclamato lo sta¬

to d’assedio, e a restaurare la morale verranno inviati sul luogo alcuni battaglioni di sa¬

lesiani.

x La Gazzetta d'Asti rac¬

conta che il Municipio di 0- simo, bloccardo (?), ha re¬

spinto la proposta di una la¬

pide a Giordano Bruno per¬

chè esso <(non è stato per niente un filosofo » ma « un immorale nella vita e nella dottrina ».

Se lo dicono — il che è da dubitarsi data la fonte della notizia — a Osimo, deve es¬

sere vero. Pare anzi che a 0- simo abbiano soggiunto che il Bruno non fu mai abbrucia¬

to, ma che morì di male fran¬

cese.

L’opinione dei Corvi

Quando le squadre fiere Passano al re davanti E le trombe squillanti Salutan le bandiere,

A torme larghe e nere I corvi crocidanti Con gli occhi vigilanti fnseguono le schiere

E dicono : « In brev’ora

« Rosseggerà quest'erba

« Che già di carne odora.

« La civiltà superba a Per lunghi pasti ancora

« 1 figli suoi ci serba ».

Stecchetti.

IL PRETE CONTRO LE SCUOLE

La Direzione dell’Ospizio di Torino affidava alla famiglia Racca, di Villa Pellice, una orfanella, la quale ben presto ne diveniva l’idolo.

Fattasi grandicella, la bim¬

ba veniva mandata alle scuo¬

le comunali, e si fu allora che il parroco del luogo intimò alla famiglia di togliere la fanciulla dalle scuole... sata¬

niche, pena il vedersela ri¬

presa:.

I signori Racca non se ne diedero per intesi, ed allora il parroco ottenne che l’Ospizio di Torino strappasse la crea¬

tura ai suoi genitori di ado¬

zione.

Dell’opera malvagia de-11’0' spizio torinese si occuperà presso il Ministero

il

collega Guido Podrecca.

(6)

La felicità perduta.

perla di che buon Una Mutandina : I miei bottoni sono di osso mentre quelli della badessa sono di madreperla.

La Mutando : Ma io sono madre badessa ! Le Pannoline (.sottovoce): Ma non una madre !

Una Sottana: Uhm! Caro questo sapone,

odore! . . . , ■.

La Mutando della badessa : Non compiacciamoci del le mollezze! . . .

Una Calzetta: Madre, anche gli uomini usano sapone?

Tutte {grido d’orrore): Ih!

La Mutando della badessa: VergognateviI Un permette di richiamar il pensiero a immagini (segno

croce) mascoline?

La Calzetta: Eppure San Luigi...

La Mutando della badessa: San Li igi non usava sa¬

pone e le sue mutande erano ugualmente pulite... Cosa fanno quelle due paia di mutandine laggiù nell’angolo ? Coro : Son le mutande di suor Veronica e di suor Celestina che se la intendono... . .

La Mutando della badessa: Separatele e ìngmocchia- moci tutte raccomandandoci a Maria immacolata e a il

vi di

che ci conservino la

Bevi ‘ Ostregheta ! Mery, anche stavolta la

, n

- no ne resta

Santa Margherita à la coque, purità !

Atto n.

Grido dispavento: Misericordia! Aiuto!

_ Che c’è. ?

— Laggiù... guardate laggiù, nel fondo... un mu¬

tando ! Alili _ Eh?... Un mutando maschio? Ah, scandalo.

Scandalo... Indietro.!

— Non mi toccate!

— Via con quelle pieghe!

— Ohi'mè ! Mi ha toccato i fondi con una cordella !

Francia ne xe scampada de man : che l’America!

£c mutande del maschio

(Dramma in tre atti... impudichi)

“ La lavandaia del convento di Ottakring è stata licenziata perchè osò lavare un paio di mutande del marito nelle stessa vasca in cui si lavava la biancheria delle suore.

Non valse alla povera donna il dimostrare che in casa sua non aveva modo di lavare. Le monache furono inesorabili „

(DalVArbtiter Zeitung).

Atto I.

La scena rappresenta il fondo di un lavatoio, come nell’Oro del Reno. Le acque non sono verdastre, ma alquanto giallognole, e l’oro è rappresentato dal luc¬

cichio dei"bottoni delle mutande della madre badessa.

Personaggi: una camicia, una! cuffia, le mutande suddette, otto sottane, otto camicie, otto calzette, otto cuffie, otto pannoline, tutte di sesso femminile, volteg¬

gianti per le onde.

Ragli, morsi e calci

Parmigiano... sui macche¬

roni _ La Gazzetta di Pal¬

ma e l'Unità cattolica dareb¬

bero volentieri i terreni de'la Tripolitania alle cooperative*»

« purché queste diventassero qualche cosa di diverso da quello che furono sinora in 1- talia sotto le ali tutvici del Partito socialista».

E concludono :

et Quanti biglietti da mille costò al povero Umberto la colonia romagnola di Ostia]

E quante spanne quadrate di terra è riuscita a bonificare? » Accuse vecchie e stravecchie come il parmigiano, ma non altrettanto gustose.

Al re la Cooperativa roma¬

gnola non costò un soldo, per- ' che, in tutti i casi, le cassette reali sono sempre riempite dai contribuenti.

Ma come è grottesco questo mandar il conto a uomini che li anno redento un territorio, lasciando nel cimitero centi¬

naia di loro cari morti di ma¬

laria!

In quanto alle altre coope¬

rative ci gloriamo di ispirar¬

le ai nostri principi, e sono quelli che le rendono oneste e degne di fiducia ben più che non lo sieno certi appaltatori di molto borghese e monar¬

chica fede, e... sgonfiatori di buoi.

Per finire :

Due amici discutono sulla pena di morte.

— Tu credi che la forca ab¬

bia ad impedire i delitti di sangue?

— Certo, non si è mai dato il caso che un uomo commetta un assassinio dopo di essere stato impiccato!...

L’Asino di Buridano

— Spudorato!... Si salvi chi può! (fuga generale) (Restano nel fondo soltanto le mutande mascoline).

Atto III.

La Mutando della badessa : Povere creature ! Quale orrendo contatto! Il loro pudore virginale e stato irri¬

mediabilmente deteriorato! Che sventura! Preghiamo tutte Santa Scolastica nostra protettrice che ci ridoni Tinnocenza!

Ed ora, tutte in cella, e sappiatelo una volta per sem¬

pre! Quelle mutande (segno di croce) maschili, sono del marito della lavandaia! E caccierò questa infame anche se si raccomanderà a Santa Caterina da Siena

Alcune Camice: Com’è dolce lavarsi! Una volta non lo si faceva!

La Mutando della badessa: Non dovreste compia¬

cervi dei portati diabolici del progresso! Ricordatevi che Santa Margherita da Cortona e Santa Teresa non si lavavano mai sotto !

Una Pannolina: Chi lo sa che profumi!

La Cuffia della badessa: Silenzio, sudiciona !... An¬

che l’acqua che scende sul corpo può condurre a pen¬

sieri’ inverecondi.

sua protettrice!

(Uscite tutte le subalterne, la Mutando della madre badessa si china cautamente sulla vasca e guarda con attenzione) : Proprio loro ! Adesso le riconosco ! Come diavolo saranno capitate qui? Certo con la mia roba....

Eh! non c’è dubbio. Sono loro: le mutande... del mio confessore!

Goliardo.

..we asinerie,,,

degli altri,

— Quésta — disse l’antica compagna di scuola — questa è la ragazza che aveva giurato di notì voler mai appartenere a un uomo!

— Non gli appartengo — ri¬

spose l’amica maritata da qualche mese : — è lui che ap¬

partiene a me.

Un monsignore, irritato coi suoi segretari, che si prende¬

vano qualche licenza in mate¬

ria di disciplina, li ammonì severamente, e concluse la pa¬

ternale gridando :

— Infine, se credete d’essere come me, siete tante bestie.

Il maestro : Quali ragioni si hanno per credere che dove ora si stende il deserto di Sa¬

hara, vi sia stato un grande lago?

Lo scolaro : Perché ancor oggi! i negri vanno intorno colle mutandine da bagno.

- - Probabilmente lei avrà qualche ricordo in quel meda¬

glione. .

— Sì, una ciocca dei capelli di mio marito.

— Ma suo marito è ancora vivo!

— Sì, ma i suoi capelli se ne

c.n/n n n TI fi HTl.

(7)

JL’ASINO

esibì©

x / salesiani educatori. — La Propaganda e il Giornale dei Multino di Napoli pubbli¬

cano « gravissime accuse con¬

tro la Direzione della Casa dei sordomuti di quella città, gestita dai frati salesiani. Ol¬

tre al pessimo trattamento die si fa.ai sordomuti, si sono verificati atti veri e propri di corruzione di ragazzi», che non enumeriamo. Ricordiamo la campagna da noi fatta a proposito dell’Istituto dei sor¬

domuti di Roma, dove in altri

tempi si verificarono casi as¬

sai gravi.

x A proposito di scuole cle¬

ricali. — Il Corriere delle Mae¬

stre, dopo di aver segnalato

— concorsi-burletta, ostitu- zione di patenti e di persone, rinunzie parziali di stipendio larvate da convenzioni' o da donazioni... per far nominare maestre monache — si occu¬

pa degli ultimi « scandalosi casi delle scuole di Dos sena (prov. di Bergamo) che con¬

durranno il prete catechiz¬

zatore e due reverende suore davanti al tribunale ».

x aPer falsità in cambia¬

li ». — Un reverendo di Città di Castello (seriv& l'Unione li¬

berale delle Marche, di Peru¬

gia, fu condannato dal Tribu¬

nale ed Appello di quella cit¬

tà* ad anni due e mesi tre di reclusione.

SENTENZA

Walter Scott afferma che l’amore e Sragione sono due viaggiatori che non abitano mai lo stesso albergo; quando l’uno giunge, l’altro parte;

però si trovano insieme quan¬

do la ragione porta l’Acqua Chinina Migone in sussidio al¬

bani ore.

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Pipistrello, Biscari. — Uffi¬

cio del buon pastore che non è un... biscaro, è anche quello di far prolificare le pecorelle', in assenza dei pecoroni o al ìavoro o alla guerra.

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ricale, Milano. — Auguri e ri¬

cambio saluti.

L. P., Arona. — Codeste gio- vanetie dovrebbero copiare 9 volte una preghiera per non incorrere in disgrazia? La fac¬

ciano stampare.

L. C., Roma; C. P., Raven¬

na; G. C., Chicago; S. G., Los Molinosi Non va.

Capaneo Navalero. — An¬

ziché mandarci una lunga poesia in 8 sestine, preferi¬

remmo degli epigrammi. Siete vivace e brioso nelle trovate e negli scherzi polemici e poli¬

tici: vi resta di trovare una forma più adatta. La satira sia mordente, ma chiara e garbata, ed i versi corrano meglio.

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tor Sabaurand. In basa di questi studi) è stata pre¬

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(8)

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(( Il pittore tedesco Max SporcJier sta in questi giovili dipingendo in Vaticano un grande quadro allegorico dedicato a Sua San¬

tità.

«Si ritiene che copia di tale quadro sarà offerta per ringraziamento. ali’on. -F.uchs ed a tutte le altre personalità austriache catto¬

liche le quali sostengono così valorosamente i diritti imprescrittibili del Sommo Ponte¬

fice ».

(Dall’Agenzia Vaticana).

-

• ■ i? -■

- . •

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L Asino, sempre bene informato, è in grado di dare la riproduzione del quadro in questione.

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