Quando i paesi si aprono al commercio, la produzione si concentra in un paese e
«scompare» nell’altro: la
localizzazione geografica della produzione è una delle
principali implicazioni del
modello basato sulle economie di scala esterne.
Che cosa potrebbe generare tale vantaggio iniziale che permette di avere un prezzo inferiore favorendo la
localizzazione internazionale della produzione?
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Che cosa potrebbe generare tale vantaggio iniziale che permette di avere un prezzo inferiore?
Una possibile spiegazione è il vantaggio comparato, cioè differenze sottostanti di tecnologia e risorse.
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Il vantaggio comparato può riflettere dotazioni di fattori particolari o specifiche caratteristiche tecnologiche
Un prodotto che richiede lavoro a bassa qualificazione(«bottoni») può essere prodotto in un paese con abbondanza di lavoro.
Un prodotto che richiede lavoro qualificato può essere prodotto in paesi che dispongono di ingegneri, scienziati etc.
E’ importante osservare che il vantaggio comparato offre una spiegazione parziale per almeno due ragioni:
1) Il vantaggio comparato non indica una condizione statica, ma può essere «creato»
2) Un certo settore si localizza in un determinato paese, ma non è chiaro perché quel paese: perché i bottoni in Cina?
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Nel 2019 il mercato mondiale dei giocattoli valeva 92 miliardi di dollari (ricavi)
La Cina rappresenta il 70 per cento delle esportazioni
mondiali di giocattoli
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Nessuna spiegazione basata solo su qualche vantaggio comparato può spiegare questo fatto: perché in Cina e non in Indonesia?
Attenzione però quando si valuta il “ritardo tecnologico” cinese…
Produzione di autovetture nel 2000 (milioni)
5,5
0,6
5,1
1,4
2,9
0 0,06 1 2 3 4 5 6
USA Cina Germania Italia Francia Romania
2000
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Il vantaggio comparato si crea
… 13 anni dopo…
Produzione di autovetture: milioni
5,5
0,6
5,1
1,4 2,9
0,06 4,4
18,1
5,4
0,39 1,4
0,4 0
2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
USA Cina Germania Italia Francia Romania
2000 2013
Nuove teorie del commercio internazionale 3
0 10 20 30 40 50 60 70 80
1950 1960 1970 1980 1990 1995 2000 2005 2010 2012 2014 2015
Quote sulla produzione mondiale di veicoli a motore
USA Cina
27%
0% 13%
76%
Vantaggio comparato USA Gli USA hanno perduto il vantaggio comparato
Il vantaggio comparato non è una nozione statica, ma si muove nel tempo e può essere creato
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0 10 20 30 40 50 60 70 80
USA CINA USA CINA
Produzione di veicoli e Pil
Veicoli prodotti/totale mondiale PIL/PIL mondiale
1950 2015
La competitività si costruisce
«Parafrasando» il test del segno potreste confrontare la quota del pil con la quota della produzione di veicoli per derivare un indizio del vantaggio comparato
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Il vantaggio comparato rivelato
• Una diversa spiegazione pone l’accento sulle specificità storiche, culturali, geografiche.
• Spesso la contingenza storica determina la struttura della specializzazione e del commercio in settori caratterizzati da economie di scala esterne.
o Una volta che un paese ha stabilito un vantaggio in un settore, potrebbe
mantenerlo anche se altri paesi potrebbero potenzialmente produrre i beni in modo più economico.
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19/11/20, 09:34 Tradizione della sedia - Manzano Turismo
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Storia e Cultura
Tradizione della sedia
La sedia più alta del mondo
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Tradizione della sedia Tradizione della sedia
Manzano è universalmente conosciuta come “la capitale della
Sedia” per essere stata il fulcro di un processo di sviluppo industriale nel settore legno-arredo che per decenni ha interessato il nostro territorio. Il nucleo industriale originario detto il “Triangolo della
Sedia “ era inizialmente costituito dai tre Comuni limitrofi di Corno di Rosazzo, San Giovanni al Natisonee Manzano. Questo nucleo si è via via esteso fino a comprendere undici comuni della provincia di Udine con un estensione di 220 km² che costituiscono il “Distretto della Sedia” all'interno del quale operavano fino a pochi anni fa un migliaio di imprese.
A partire dagli anni 2000, e in particolare dopo il tracollo dei mercati finanziari del 2008 numerose aziende hanno cessato l'attività e si è assistito ad una radicale trasformazione del territorio. Si è altresì visto un consolidamento delle realtà produttive che hanno saputo maggiormente adattarsi alla nuova situazione economica,
proponendo percorsi di innovazione, sia di processo che di prodotto.L'origine
Il Distretto rimane un’area in cui operano tuttora tante valide imprese produttrici e di sub-fornitura , una scuola di formazione professionale e un istituto di certificazione, il CATAS, riconosciuto a livello internazionale. La nascita di questa realtà industriale ha
Il distretto della sedia di Manzano
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origine in tempi lontani.
Le origini
Nel 1700 Maria Teresa d'Asburgo concesse agli abitanti della Contea di Gorizia, tra Mariano del Friuli e Cormons, l’autorizzazione al taglio della selva della Ternova. Molti falegnami di origine carnica
emigrarono in queste zone e grazie all'abbondanza della materia prima svilupparono un nucleo di botteghe di artigiani specializzati nella produzione di sedie impagliate.
Dopo il 1866, quando l'Impero Austro Ungarico cedette al neo costituito Regno d’Italia il Friuli Venezia Giulia, ad eccezione della Contea di Gorizia e di Gradisca, i fabbricanti di sedie della zona di confine si ritrovarono svantaggiati, per la maggior concorrenza
interna dei produttori di sedie viennesi e per gli alti dazi imposti alle esportazioni. Tutto ciò ebbe come conseguenza una
emigrazione verso i comuni del Friuli italiano, ovvero Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo dove cominciarono a localizzarsi le prime nuove imprese artigianali condotte a livello
familiare con impiego di manodopera femminile soprattutto nella fase finale della impagliatura e rifinitura del prodotto.
I modelli
I
modelli di sedia prodotti erano la caratteristica sedia "ad uso
Cormons", con il sedile impagliato o costituito da listelli avvitati allo scheletro portante; la gamma produttiva poteva contare anche sul tipo "Marocca", solide sedie rustiche con le gambe posteriori
arcuate, e sul tipo "Marsiglia", simile al precedente ma con le gambe
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Origini storiche del vantaggio comparato: particolari scelte politiche sono spesso importanti
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origine in tempi lontani.
Le origini
Nel 1700 Maria Teresa d'Asburgo concesse agli abitanti della Contea di Gorizia, tra Mariano del Friuli e Cormons, l’autorizzazione al taglio della selva della Ternova. Molti falegnami di origine carnica
emigrarono in queste zone e grazie all'abbondanza della materia prima svilupparono un nucleo di botteghe di artigiani specializzati nella produzione di sedie impagliate.
Dopo il 1866, quando l'Impero Austro Ungarico cedette al neo costituito Regno d’Italia il Friuli Venezia Giulia, ad eccezione della Contea di Gorizia e di Gradisca, i fabbricanti di sedie della zona di confine si ritrovarono svantaggiati, per la maggior concorrenza
interna dei produttori di sedie viennesi e per gli alti dazi imposti alle esportazioni. Tutto ciò ebbe come conseguenza una
emigrazione verso i comuni del Friuli italiano, ovvero Manzano, San Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo dove cominciarono a localizzarsi le prime nuove imprese artigianali condotte a livello
familiare con impiego di manodopera femminile soprattutto nella fase finale della impagliatura e rifinitura del prodotto.
I modelli
I
modelli di sedia prodotti erano la caratteristica sedia "ad uso
Cormons", con il sedile impagliato o costituito da listelli avvitati allo scheletro portante; la gamma produttiva poteva contare anche sul tipo "Marocca", solide sedie rustiche con le gambe posteriori
arcuate, e sul tipo "Marsiglia", simile al precedente ma con le gambe
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Circostanze specifiche determinano il successo o l’insuccesso di particolari attività...
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diritte. Erano fornite in versione pieghevole, adatte all'uso delle
trattorie e per l'arredamento da giardino; in versione rustica, a basso prezzo e rivolte ad una clientela di operai, contadini e comunità; in versione pregiata, perfettamente rifinite ed adatte per case borghesi o alberghi.
Il legname proveniva dalle montagne e i macchinari, inizialmente molto semplici, venivano migliorati da esperti locali per rispondere meglio alle esigenze dell'industria: la "paglia" (frosc) proveniva dalle rive dei fiumi e veniva colorata (inzalà) dai garzoni con colori naturali (terra gialla macinata e sciolta in olio minerale). Le fasi di
impagliatura iniziavano con l'immersione del materiale in acqua bollente, tinto in anilina, tagliato ed arrotolato in cordone (cordon) e quindi intrecciato alla struttura della sedia fino a formare il
caratteristico sedile suddiviso in quattro spicchi poi riuniti al centro.
Alcune aziende si erano dotate di materiale atto a produrre un sedia tipo "Thonet", che prevedeva una struttura curva e l'inserimento di una speciale paglia detta "di Vienna"; il modello era più elaborato e costoso dei modelli tradizionali.
Storia e Sviluppo
Con lo scoppio della I Guerra Mondiale molti uomini vennero arruolati portando presto l'economia alla paralisi. Al termine della guerra il 70% del potenziale industriale era annientato e le fabbriche distrutte. Tuttavia, tra i primi anni Venti e il 1927 il numero di imprese presenti nell'area di Manzano si quadruplicò: si trattava di piccole o piccolissime imprese a conduzione familiare contigue all'abitazione.
Si iniziò inoltre a creare una rete di aziende che si completavano tra di loro e a cui le industrie più grandi cominciarono a subappaltare parte dei componenti della sedia. Fra i tipi di sedie in produzione venne inserito il modello "Milano", versione economica della sedia "Thonet": prima sedia appositamente studiata per uffici.
Il consolidamento della produzione industriale avvenne dopo la II Guerra Mondiale, che non ebbe un impatto altrettanto tragico della I, grazie anche alla nascita del Consorzio per lo Sviluppo della
Produzione Sediaria (1957). Negli anni Sessanta la ricostruzione post-bellica portò al boom dei consumi con una crescita
esponenziale della domanda interna che in parte neutralizzò la crisi generale. Crebbero gli investimenti e la produzione subì un impulso all'industrializzazione senza precedenti.
La crescita
economica rafforza il settore che può sfruttare le
economie di scala esterna (attività consorziate)
La crisi economica del 2008-2009 ha avuto un impatto severo sul distretto riducendo il numero di imprese e l’occupazione nel comparto
Un esempio storico Nuove teorie del commercio internazionale 3
L’importanza del vantaggio consolidato
Nuove teorie del commercio internazionale 3
• Assumiamo che la curva di costo del Vietnam sia al di sotto di quella della Cina perché, per esempio, i salari vietnamiti sono inferiori a quelli cinesi.
o Per ogni livello di produzione, il Vietnam può produrre bottoni in modo più economico della Cina.
• Si potrebbe pensare che ciò porti sempre a una situazione in cui il Vietnam soddisfa completamente la domanda mondiale.
Sfortunatamente ciò non è necessariamente vero se la Cina, per ragioni storiche, organizza per prima il proprio settore dei bottoni.
o Non ci sono garanzie che il paese “giusto” produca il bene che è soggetto a economie di scala esterne.
Nuove teorie del commercio internazionale 3
La domanda mondiale è data (DW) e la Cina può soddisfarla al prezzo di P1, vendendo la quantità Q1 Il Vietnam potrebbe offrire quella quantità ad un prezzo inferiore, P1’
P1’
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Tuttavia, prima di produrre la quantità Q1 le imprese vietnamite dovrebbero cominciare a produrre, ad esempio, una quantità positiva Q2 Ma le imprese non produrranno questa quantità perché il prezzo mondiale è inferiore al loro costo di produzione
Q2
Nel momento in cui le imprese vietnamite si affacciano sul mercato mondiale hanno costi di produzione più elevati del prezzo mondiale àscelgono di non produrre
Nuove teorie del commercio internazionale 3
• Il commercio basato sulle economie di scala esterne ha effetti ambigui sul benessere nazionale.
o Possono prodursi vantaggi per l’economia mondiale, grazie alla
concentrazione della produzione in settori caratterizzati da economie esterne.
o Ma non c’è garanzia che la produzione caratterizzata da economie esterne avvenga nel paese “giusto”.
o Può anche succedere che un paese peggiori la propria condizione in
presenza di commercio: un paese potrebbe stare meglio producendo da sé tutti i beni, piuttosto che importandoli.
Nuove teorie del commercio internazionale 3
• Supponete che la Tailandia possa produrre orologi a costi più bassi, ma che la Svizzera abbia iniziato per prima a farlo.
• Il prezzo degli orologi in Tailandia potrebbe essere più basso in assenza di commercio internazionale.
• In questo caso c’è un incentivo per la Tailandia a proteggere il settore degli orologi dalla concorrenza straniera.
• Questo ragionamento può giustificare il protezionismo?
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Nuove teorie del commercio internazionale 2 Nuove teorie del commercio internazionale 3
• Notate che in questo caso la concentrazione geografica della produzione è sempre vantaggiosa per l’economia mondiale.
• Ma a livello di nazione nasce il conflitto per cercare di attrarre questo tipo di attività produttive sul territorio nazionale.
o Il Canada starebbe meglio se la Silicon Valley fosse vicino a Toronto invece che a San Francisco; la Germania potrebbe star meglio se la City (il distretto finanziario di Londra che domina i mercati finanziari internazionali insieme a Wall Street) fosse spostata a Francoforte.
• Per il mondo nel suo insieme è meglio che ciascuno di questi settori sia concentrato da qualche parte.
Nuove teorie del commercio internazionale 3
• Abbiamo finora considerato casi in cui le economie esterne dipendono dall’ammontare di produzione corrente, in un dato istante nel tempo.
• Ma le economie esterne di scala possono anche dipendere dall’ammontare di produzione cumulata nel tempo.
• Le economie di scala esterne dinamiche (rendimenti di scala crescenti dinamici) esistono se i costi medi si riducono quando la produzione cumulata nel tempo cresce.
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Nuove teorie del commercio internazionale 2
Nel caso di rendimenti crescenti dinamici il tempo è la variabile principale: nel tempo le imprese appartenenti ad un certo settore «imparano» a fare meglio le cose, le maestranze apprendono a manipolare nuove tecniche di produzione («learning by doing»), le imprese conquistano la fiducia di fornitori e clienti etc.
Nuove teorie del commercio internazionale 3
Sotto il profilo formale l’analisi non cambia
Nuove teorie del commercio internazionale 3
1. Il commercio non è necessariamente il risultato dei vantaggi comparati. Esso può invece risultare da rendimenti crescenti o economie di scala, cioè la
tendenza dei costi medi a decrescere all’aumentare del livello di produzione.
2. Le economie di scala danno ai paesi un incentivo a
specializzarsi e a commerciare fra loro anche in assenza di differenze nelle risorse o nella tecnologia.
3. Le economie di scala possono essere interne (legate alla dimensione dell’impresa) o esterne (legate alla dimensione del settore).
Nuove teorie del commercio internazionale 3
4. Le economie di scala normalmente sono incompatibili con una struttura di mercato di concorrenza perfetta, a meno che non assumano la forma di economie esterne, che si hanno a livello di settore invece che di impresa.
5. Le economie esterne danno un ruolo importante alla storia e al caso nella determinazione della struttura degli scambi
internazionali.
o Quando le economie esterne sono importanti, un paese che parte con un settore grande può mantenere il vantaggio anche se un altro paese potrebbe potenzialmente produrre gli stessi beni in modo più
economico.